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Eccomi qui a parlarvi del racconto auto-conclusivo che segue la fine di NYNY sul quarto volumetto.
“Da me e da te” vede per protagonisti due ragazzi: Natsuki Omi e Hiromu Takizawa, tra di loro non c’è un rapporto d’amore inteso come quello che unisce Mel e Kain, ma il tipo di legame che dai più verrebbe chiamato amicizia, uso con qualche riserva la parola perché Natsuki è una persona molto complessa con cui è difficile andare d’accordo per lunghi periodi, ed Hiromu in realtà si lascia un po’ trascinare dall’altro senza mai essere convinto del suo affetto e della sua sincerità.

Allora la loro storia è tutto un lungo flash back alternato a brevi immagini di un presente triste e in cui i rimpianti si fanno lentamente strada.
Fin dalla prima frase si è colpiti dal dramma che la storia sta per svolgere lungo i fili delle pagine:
“Natsuki morì un giorno d’inverno”
queste le prime parole che il narratore, Hiromu, ci rivolge.

Le prime scene infatti si svolgono a casa dell’ultima amante di Natsuki che sta vegliando il ragazzo prima del funerale.
Nella sala la donna è sola fino all’arrivo di Hiromu e già questo da la misura di quale può essere stato il vuoto della vita di Natsuki: niente amici, niente parenti, nessuno che pianga per lui (nemmeno Hiromu) se non quella donna anziana al punto da poter essere sua madre e che invece era colei che lo manteneva.

Il ritmo della storia cambia sui pensieri di Hiromu, e dallo smarrimento e dalla commozione causati dal volto bellissimo, anche nella morte, di Natsuki si passa repentinamente al biasimo per quella che era la sua vita. Per quello che Hiromu sente come uno spreco.
Hiromu mostra chiaramente di disapprovare la scelta dell’amico di diventare il mantenuto di una donna più anziana e nel suo cuore la tristezza e la rabbia si alternano.
Natsuki era un ribelle, ma la sua morte a soli ventiquattro anni risulta ingiusta ad Hiromu, lo mette a disagio; prova ne è il fatto che, quando la donna gli consegna un foglietto con una poesia e l’agenda dell’amico su cui tra l’altro è scritto solo il suo indirizzo, Hiromu si mette tutto in tasca senza farci troppo caso, e poi inizia il suo viaggio nei ricordi dal momento in cui ha conosciuto Natsuki.

“Tutto cominciò quindici anni fa” quando Hiromu dopo un trasloco finì nella classe di Natsuki, era terribilmente nervoso, e fu il sorriso scanzonato di Natsuki e il suo
“vuoi essere mio amico?”
a farlo sentire immediatamente felice; Natsuki infatti era il leader della classe, ed era quello che organizza tutte le bravate e le scorribande.
Ed eccoci immersi nel passato.

Hiromu bambino era talmente affascinato dalla personalità dell’altro da difenderlo con tutti gli adulti che lo definivano maleducato, ed in effetti Natsuki era realmente strafottente, ed aggressivo; lo stesso Hiromu era consapevole che lo si poteva solo amare od odiare, e lui all’epoca lo venerava, avrebbe fatto qualunque cosa per poter stare con lui.
Natsuki era diverso da tutti gli altri bambini, più sveglio, senza nessuna di quelle ingenuità tipiche della sua età.
Natsuki era un bambino con tutte le insicurezze tipiche dell’età ma nessuno a cui aggrapparsi, anzi con la necessità di provvedere a se stesso e di difendersi al meglio delle sue capacità.
Il suo più grosso problema infatti era il padre: un alcolizzato e un violento (vi ricorda niente?) al punto che persino la moglie l’aveva abbandonato per questo motivo; ma col marito la donna aveva lasciato pure il figlio, indifeso e completamente vulnerabile agli sfoghi paterni.

Comunque il legame tra Hiromu e Natsuki divenne ben presto sottile e si spezzò quando Natsuki fu emarginato da tutti gli altri bambini a causa di un sospetto di violenza (non sappiamo se il colpevole fosse davvero lui, ma il risultato è che Natsuki venne abbandonato di nuovo da tutti.), nessuno volle più avvicinarglisi lasciandolo ancora più solo di prima.

Passano gli anni, ed Hiromu è ormai alle medie; Natsuki è diventato un teppista.

Hiromu in tutto questo tempo ha continuato a trattarlo come un estraneo, ad ignorarlo fino a quando nell’estate del terzo anno Natsuki improvvisamente lo cerca, e prende a comportarsi come se non si fossero mai separati.
Hiromu di nuovo si lascia trascinare da Natsuki e riallaccia i rapporti, ma ormai non è più bambino e insiti in lui ci sono i pregiudizi della morale comune che non riesce ad andare oltre le apparenze.
Si frequentano ma non sono veramente amici, perché Hiromu si protegge tenendo l’altro sempre un po’ a distanza; da questo punto infatti il rapporto di Hiromu con Natsuki è un mix esplosivo di senso di superiorità e di invidia per quella noncuranza, che nell’altro sembra forza.
Sintomatico è l’esempio che fa Hiromu stesso: Natsuki va ogni giorno da lui, ma mentre lui studia per gli esami l’altro beve, legge fumetti e si diverte, la cosa lo urta perché sa di comportarsi correttamente ma vorrebbe tanto fare come Natsuki, e che l’altro agisca così senza tanti problemi lo disturba.
Hiromu così spesso diventa intollerante verso ogni gesto dell’amico, al punto di arrivare un giorno ad urlare contro Natsuki solo per avere acceso una sigaretta, e l’altro col suo solito modo di fare leggero la spegne con un sorriso e si scusa.

I due ormai stanno per finire le medie e devono decidere il liceo.
Hiromu rimane sconvolto sentendo che Natsuki ha deciso di non tentare nemmeno l’esame d’ammissione.
L’espressione dell’amico probabilmente lo colpisce e perciò Natsuki decide di mettersi a studiare seriamente se Hiromu lo aiuterà.
Hiromu nonostante qualche dubbio accetta, e rimane stupito dal fatto che nonostante l’incapacità cronica di concentrarsi per lunghi periodi Natsuki impari tutto molto in fretta.
In quel periodo anche i genitori di Hiromu cominciano ad affezionarsi al ragazzo, e prendono a trattarlo con dolcezza, Hiromu ne è anche un po’ geloso, e pensa che Natsuki non apprezzi abbastanza quello che riceve, e solo più tardi capirà che quella dei suoi è in gran parte compassione per uno che in fin dei conti non è altro che un ragazzino sfortunato: il loro ospitarlo è l’offrirgli la possibilità di un pasto e di una doccia caldi, inoltre Natsuki stesso un giorno gli confesserà che quello fu il periodo migliore di tutta la sua vita.

Tutto in quel periodo sembrava andar bene, ma ovviamente le cose non possono durare per quelli come Natsuki.
Perché però il ragazzo decise di rinunciare così all’improvviso? E dopo tanto impegno?
Hiromu non lo capì nemmeno vedendo i numerosi lividi che ricoprivano il corpo dell’amico, e la sua espressione angosciata e chiusa.

Hiromu in quel momento come forse avremmo fatto tutti si trova ad urlare contro Natsuki tutta la sua rabbia, e i rapporti tra i due si interrompono definitivamente, la sua vita riprende a scorrere sui binari della normalità e Natsuki viene dimenticato.

Bruscamente però il nome dell’altro ritorna di prepotenza sulla bocca di tutti: Natsuki ha messo incinta una ragazza di due anni più grande ed è scappato insieme a lei, nella cittadina è subito scandalo.
Hiromu avverte il colpo, ma con il passare del tempo di nuovo tutto sbiadisce nella sua mente finché non viene a sapere che Mitsuko, la ragazza in questione dopo tre anni tornata a casa dai genitori, pallida ed infelice.
Hiromu nonostante la voglia di chiederle di Natsuki non si fa mai avanti, e rimane con le sue domande inespresse.
In quello stesso anno poi muore anche il padre di Natsuki; muore per assideramento dopo essersi addormentato sui gradini di casa a causa di una sbronza.

Hiromu comunque nel frattempo finisce il liceo e si trasferisce a Tokyo per andare all’università, e qui d’improvviso rincontra Natsuki:
“In quell’istante dimenticai i lunghi anni in cui non l’avevo visto”
questo è il primo pensiero, di nuovo è attratto dalla personalità intrigante di Natsuki.
A questo punto è Hiromu stesso a dare la notizia della morte del padre all’amico, e questo, con grande sconvolgimento di Hiromu, rimane impassibile, dice solo che la vita si è accanita contro di lui.
Hiromu non capisce quali siano i veri sentimenti del ragazzo, infatti Natsuki nonostante l’espressione leggera ha gli occhi velati di malinconia.

In ogni caso, dato che si sono ritrovati Hiromu può finalmente soddisfare la sua curiosità e così chiede all’amico del figlio.

“Mio figlio è morto prima di compiere un anno”
“... Che cosa?”
“Non hai sentito? Ho detto che è morto. Gli è preso un... come si dice quando i bambini piccoli muoiono d’improvviso? Io all’epoca non avevo lavoro, facevo fatica a tirare avanti e quindi ero giù di corda. Per di più mio figlio morì e sua madre ebbe un esaurimento nervoso.”
“Accidenti come puoi parlarne con tanta leggerezza?”
“Con leggerezza? Stai scherzando?! Ho sofferto molto. Avresti dovuto vedermi, ero un papà formidabile! Lei era così carina... Era una bambina.”
[In effetti a pensarci bene non c’era niente di cui sorprendersi. Parlare con leggerezza dei suoi problemi più gravi era sempre stata una caratteristica di Natsuki, fin da bambino.]


Non c’è niente da aggiungere a questo dialogo, se non che il sorriso di Natsuki non toglie l’immensa tristezza degli occhi.
L’apparente insensibilità si sgretola nei modi leggeri e colmi di dolore.

Natsuki a questo punto chiede ad Hiromu l’indirizzo e quest’ultimo glielo scrive su un tovagliolino di carta e gli dice di andarlo a trovare, ma la sua è una pura formalità, invece Natsuki si presenta davvero a casa sua con una cena gia pronta e pieno di allegria.

All’improvviso torniamo al presente, Hiromu è ancora sulla metropolitana, ormai ha passato da un pezzo la sua fermata, ma non sembra intenzionato a scendere, e pensa all’agenda di Natsuki che gli ha dato la sua amante, ed improvvisamente gli sembra di vederlo acquistare l’agenda e poi scriverci sopra con cura il suo nome e l’indirizzo, un’agenda da cui non è ancora stato tolto l’adesivo del supermercato.

Da quel rincontro Natsuki si presenta spesso da Hiromu quasi mai avvisandolo prima ma lasciando sempre come segno del suo passaggio qualche leccornia e un bigliettino, oltre i soliti mozziconi di sigarette.

Un giorno Natsuki chiede all’amico le chiavi di casa ed Hiromu rifiuta ovviamente di dargliele dicendogli che non è la sua fidanzata per volere le chiavi, così la volta dopo scopre che Natsuki lo ha aspettato dalla sofisticata e bellissima vicina che non l’ha mai nemmeno salutato.
Il ragazzo rimane piuttosto scioccato specie perché Natsuki ha appiccicato addosso il profumo della donna e dei succhiotti sul collo, inoltre ha pure le chiavi di casa.
Hiromu non condivide il comportamento dell’amico che per lui è alquanto superficiale, anche perché sa che l’amico ha una donna da prima che loro si ritrovassero.

I due comunque tra liti e bisticci vari continuano a frequentarsi.
Una sera Hiromu riceve un invito improvviso per una festa e non potendo rinunciare vi porta pure Natsuki; ma lì tra ragazzini viziati, che per rivalsa (Natsuki è di una bellezza eccezionale e con in più quell’aura aggressiva e malinconica attira l’attenzione di tutte le ragazze) non fanno altro che vantarsi delle loro esperienza all’università e mettersi in mostra stuzzicandolo, Natsuki finisce con l’innervosirsi e rispondere alle provocazioni scatenando una rissa nel corso della quale non esita ad estrarre un coltello, con questo gesto scatena il panico e lo sgomento negli altri ragazzi, che a differenza di lui non hanno vere esperienze di violenza e di vita dura.
Il tumulto si gela immediatamente, e Natsuki in mezzo a quei ragazzini risalta ancor di più per la freddezza delle sue reazioni.

I due amici ovviamente se ne vanno ed Hiromu completamente in imbarazzo se la prende con Natsuki, e per una volta lo vediamo emergere il dolore represso dell’altro che infatti si rivolta contro l’amico chiedendogli come mai sia sempre stato pronto a giudicare solo lui, e non abbia mai pensato che anche lui possa sentirsi ferito, specie in mezzo a quei ragazzi che si pavoneggiavano di fronte a lui; come mai non abbia mai pensato a quale potesse essere il suo punto di vista e a come possa essere sempre stato il primo a sentirsi a disagio: Hiromu non sa cosa rispondere.

I due si perdono di vista per tre mesi, e nel frattempo Hiromu si mette con una ragazza conosciuta proprio a quella festa; poi Natsuki ricompare di nuovo con la sua maschera di leggerezza e di spavalderia che per la prima volta colpisce e commuove anche Hiromu.
Natsuki così fa la conoscenza di Kaori la fidanzata dell’amico, la quale standogli costantemente accanto finisce con l’innamorarsi perdutamente di lui nonostante Natsuki l’abbia sempre tenuta a distanza.
Hiromu però se la prende con lui e litigano di brutto, o meglio Hiromu dice a Natsuki che fin da piccolo gli ha solo provocato guai e dispiaceri e che ora non ne può più e che non deve più osare cercarlo.

“In realtà dissi quelle cose sull’impulso del momento. Non stavo parlando seriamente.
In ogni caso non potrò mai dimenticare l’espressione che Natsuki assunse in quel momento.
Era così impotente che non gli restava altro da fare che sorridere...”

Ecco come lo stesso Hiromu percepisce la reazione di Natsuki, e io aggiungo solo che il suo sorriso avrebbe fatto venir voglia di piangere anche ai sassi.

Natsuki come richiesto se ne va, ma dopo poco tempo squilla il telefono:
“Hiromu perdonami.”
Due parole che colpiscono dritto al cuore, ed ecco la reazione di Hiromu:
[Mi aveva telefonato per scusarsi, ma per quale motivo? In fondo lui non aveva fatto niente di male.]
“Senti Hiromu... io... avrei tanto voluto iscrivermi al liceo. Però quando lo chiesi a mio padre lui me le suonò ben benino. Per questo io...”
[Ecco perché quel giorno Natsuki aveva la faccia piena di escoriazioni]
“I tuoi genitori erano così gentili con me, ti ricordi?
Io... quel periodo è stato il più felice della mia vita. Davvero...”
“Natsuki? Stai piangendo?”
“Ma cosa dici, stupido...” (Oh, altroché se piange!!!)
[Natsuki... io me ne ero accorto, sai? Da quella volta che ti sgridai perché fumavi in camera mia, quando avevamo quindici anni, tu non lo facesti più]


E questo è uno dei momenti più intensi della storia, uno dei pochi in cui Natsuki si lascia andare e in cui Hiromu coglie uno spiraglio della vera essenza dell’altro.

Hiromu ormai si è laureato e gli incontri tra lui e l’amico divengono sempre più rari e sporadici, ma per Natsuki è sempre come se si fossero visti il giorno prima, con il suo sorriso e la sigaretta perennemente tra le dita, e poi la telefonata che annuncia la sua morte.

Natsuki tornando dal supermercato salva un bambino che sta per essere investito, nel cercare di proteggerlo batte violentemente la testa sull’asfalto, ma si riaza e sorride alla madre spaventata e la rassicura, poi prosegue verso casa e mentre la sua amante sta preparando la cena lui si mette a leggere una rivista, ma quando la donna lo chiama lo vede addormentato: il volto bellissimo rilassato e sereno, ma Natsuki è morto.
Morto per un emorragia celebrale.

Hiromu ora ripensa alla donna che aveva gli occhi rossi per il gran piangere, e risente l’eco della sua storia:
“Natsuki era uno strano ragazzo.
L’ho incontrato in un locale per sole donne faceva l’intrattentore... io gli mentii sulla mia età...
Fu così strano... mi sentivo emozionata come una ragazzina, e di colpo non avvertivo più gli anni.
Quando gli chiesi quanto denaro volesse in cambio delle sue prestazioni lui fu molto evasivo.
In realtà non ha mai preteso granchè... Disse che gli bastava una stanza in questo appartamento da tre soldi e un cercapersone.
Ero molto inquieta... temevo che presto o tardi mi avrebbe abbandonata.
E invece è sempre rimasto al mio fianco...”

In queste parole c’è l’essenza di Natsuki. Spavaldo, superficiale, arrogante, ma in realtà delicato e vulnerabile, disposto a cercare un po’ di amore ovunque, e a dare calore e affetto a chiunque glielo chiedesse col cuore.

Hiromu ritorna bruscamente alla realtà e gli sembra di vedersi Natsuki seduto di fronte, col sorriso sfrontato e l’espressione canzonatoria.
(Sto diventando monotona, ma ragazzi le parole della storia sono talmente belle che non c’è modo migliore per esprimersi quindi sopportatemi ^___^)
“Ehi Hiromu! Accidenti che faccia depressa hai!”
“Natsuki... Natsuki, tu...”
“Sei arrabbiato perché me ne sono andato senza dirti nulla?”
“Si... in effetti sono un po’ arrabbiato...”
“Senti Hiromu... noi due siamo amici, vero?”
“...Certo!”
“Ah, meno male! Temevo di essere il solo a pensarla così... A proposito, quella poesia che hai in tasca... ti prego non ridere. È la prima volta che ne scrivo una.”
“Questo foglio, dici? Veramente non l’ho ancora guardato... dunque... -Da me a te-...”


Da me a te...
Grazie...
Grazie...
Grazie di aver parlato con me...
Grazie di aver giocato con me...
Grazie di esserti arrabbiato con me...
Grazie di aver riso con me...
Io non sono molto bravo con le parole.
Quindi non riesco ad esprimermi come vorrei...
Da me a te...
Da me a te...
Grazie

Hiromu spiega il biglietto e sulla carta un po’ stropicciata legge
“Il cielo si espande senza limiti. Mi piace molto questa sensazione; è dolce e tranquillizzante.”
Seguono il luogo, la data e quella poesia.

A questo punto Hiromu senza accorgersene si trova a piangere, a piangere disperato, senza vergogna e senza preoccupazioni per la gente che vedendolo potrebbe ridere di lui.

Alla fine, dopo essersi sfogato Hiromu si decide a scendere dal treno; e mentre cammina sotto la neve verso casa si ferma e grida verso il cielo:
“Natsuki sei veramente un disgraziato, lo sai?! Hai sempre fatto solo e soltanto quello che ti pareva, per tutta la vita! Pezzo d’idiota!!”
e si sfrega il naso.
br> [Di certo se avesse potuto sentirmi Natsuki mi avrebbe risposto qualcosa del genere:
"Che ci vuoi fare? Io sono un tipo così!"
Per dire la vertià Natsuki non ha mai avuto un impatto molto forte sulla mia vita. Voglio dire, domani tornerò al lavoro come sempre... La sua scomparsa non influirà in alcun modo sui miei ritmi e abitudini. In una parola, non è cambiato niente.
Eppure... sento che nel mio cuore si è aperto un vuoto enorme.
Natsuki cosa devo fare per riuscire a colmarlo? Cosa? E soprattutto cosa ho perso esattamente?]

E su queste parole Hiromu chiude la sua storia con Natsuki, mentre nell’ultima pagina si vede Natsuki bambino con la sua espressione più sincera che dice:
“Ciao, io mi chiamo Natsuki Omi, vuoi essere mio amico Hiromu?”.

A questo punto credo che i commenti sarebbero sprecati, la storia ha una delicatezza e una poesia immediatamente comprensibili a tutti, basta leggerla e ad ognuno tornerà in mente una persona particolare: il proprio Natsuki.
Ora perciò lascio a chiunque sia stato colpito dal mio breve riassunto la possibilità di leggere il tutto senza doversi sorbire le mie impressioni, e la malinconia che questa storia ha saputo evocare.

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