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::new york new york volume 4::

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E si ragazzi confesso sto ancora piangendo sull’ultimo volumetto di New York New York, chiunque l’abbia già letto mi può capire e chi invece ancora non l’ha fatto non sa cosa si sta perdendo: è la storia più dolce, romantica, delicata e malinconica che abbia avuto la fortuna di leggere.
Sto facendo una fatica estrema a scrivere perché sinceramente l’emozione è davvero fortissima.

Cosa dovrei dirvi, che è finito bene?
Forse, oppure che la fine è dolce ma anche incredibilmente malinconica, e altamente tragica in un certo senso?
O vi devo parlare dei personaggi, ma si facciamo così, e forse riesco a calmarmi un po’.

Per prima cosa posso dire che per una volta ancora il mio intuito aveva visto giusto, Luna è davvero la sorella di Joey, leggendo quest’ultimo numero la cosa risulta alquanto scontata, ma vi assicuro che fino a qualche giorno fa ho sentito le ipotesi più fantasiose, ma ha parte pavoneggiarmi un po’ perché avevo indovinato in questo ultimo numero le vicende tornano a concentrarsi su Mel e Kain e sul loro meraviglioso amore.

Mel in questo numero appare più umano e reale di quanto non sia negli altri numeri, e il mio debole per lui rimane invariato, proprio come Kain farei qualunque cosa per uno dei suoi sorrisi, però il vero protagonista ancora una volta è Kain, che da ragazzo superficiale ed immaturo del primo numero si è ormai trasformato in un uomo maturo ed equilibrato che ognuno sarebbe felice di avere al suo fianco.
L’amore l’ha cambiato, cancellando l’egocentrismo (perché più che egoismo il suo era proprio il concentrarsi completamente sulle proprie sensazioni al punto da non vedere le necessità di chi gli stava attorno) e rendendolo consapevole degli altri oltre che di se stesso, regalandogli quella sensibilità che nelle ultime pagine lo rende una figura magnifica e maestosa.

Compaiono anche un paio di nuovi personaggi che pur avendo una parte minima nella storia ricoprono un ruolo determinante nel creare l’atmosfera del finale di tratta di Erika Walker e del marito Matthew Ryan, ma chi sono questi due ragazzi?
Erika è la figlia adottiva di Mel e Kain, e Rayn il ragazzo che si innamora di lei, sono proprio loro a raccontare i capitoli finali della storia dei nostri due amanti.

Ma invece di girarci intorno è più giusto che io riparta la da dove mi ero interrotta, perché non si può parlare della poesia di questo finale senza descriverlo.
Allora per prima cosa ritorniamo tra i monti dove Joey dopo aver appiccato il fuoco alla dependance per distruggere le prove sta scappando trascinandosi dietro Mel.
Luna e Kain arrivano sul luogo e scoprono i cadaveri degli altri due agenti, a questo punto decidono di dividersi, Kain segue le tracce dei fuggitivi attraverso il bosco e Luna entra nella casa, e qui davanti ad un magnifico ritratto di Eric (ricordo che Eric era il fratellino minore di Joey, quello che lui amava sopra ogni cosa) la verità viene rivelata, Luna altri non è che la sorellastra di Joey, è la sorella a cui Eric inviava le lettere chiedendo aiuto, aiuto per salvare Joey dalla sua follia, dalla sua disperazione.
Ecco svelato il motivo dell’ossessione di Luna per questo bel criminale: il senso di colpa e anche l’affetto che traspare nel suo sguardo fisso sui meravigliosi dipinti di Joey.

Tornando a Joey e Mel, durante la fuga i due parlano come mai avevano fatto prima; Joey infatti rivela a Mel di essere ben consapevole di non aver di fronte l’amato Eric, ma anche che non gliene importa nulla, a quanto pare il nostro Joey ha deciso che Mel è il rimpiazzo perfetto del fratellino e vuole tenerselo per sempre.
Commovente è il dialogo che segue, Joey infatti dice:
“Tu sei un uomo debole, che ha tentato di uccidersi. Le cicatrici che hai sui polsi ne sono la testimonianza!
Ora però cerchi di sopravvivere ad ogni costo...
Quell’uomo, Kain, davvero ha cambiato la tua vita fino a questo punto?”

Lo shock di Mel a questo punto è totale, lui infatti non ha mai parlato di Kain, come può Joey sapere della sua esistenza?
La risposta è semplicissima come fa notare il killer stesso, Mel faceva ripetutamente il suo nome nel sonno e anche mentre veniva costretto a subire i ripetuti abusi.
Il nome di Kain per tutto il mese da incubo che ha vissuto è stato l’unico punto fermo, l’unico bagliore nell’oscurità che minacciava di inghiottirlo ad ogni momento, ed ecco infatti la replica di Mel:
“Sai, Joey, anche se mi capita di paragonare Kain agli estranei non potrei mai cercarlo in un altro uomo! Perché nessuno può prendere il suo posto”.
Ed è proprio su queste parole che Joey scopre un inseguitore sulle sue tracce, e quasi ridendo lo fa vedere anche a Mel che attraverso la lente del cannocchiale riconosce il volto bellissimo del suo amore.
Il suo sussulto e le lacrime traditrici che prendono a scorrergli d’improvviso sulle guance rivelano anche a Joey l’identità del misterioso poliziotto.
Joey ammanetta Mel ad un albero ed incurante delle sue suppliche si prepara ad ucciderlo, anche perché come dice al suo prigioniero:
“Se non lo uccido tu continuerai a pensare a lui in eterno”
Mel disperato si offre allora di seguirlo volontariamente, di rinunciare per sempre a Kain purché questo abbia salva la vita, ma Joey ovviamente è irremovibile.
Tra Kain e Joey inizia una lotta disperata, ma quando tutto sembra risolversi a favore di Joey ecco arrivare Luna e Mel (che in preda alla disperazione è finalmente riuscito a spezzare il ramo dell’albero).
Kain è aggrappato al ciglio di una scarpata che porta dritta dritta in un ripidissimo corso d’acqua quando sta per cedere Mel gli afferra la mano, ma ovviamente indebolito e sofferente com’è non riesce a tirarlo su; Kain insiste perché lo lasci andare e si salvi almeno lui, ma Mel piuttosto che vivere senza l’uomo che ama si lascia andare assieme a lui, ed entrambi finiscono nelle rapide del fiume.
Joey è molto colpito dal gesto, anche se cerca di non darlo a vedere mentre si gira verso Luna e la saluta chiamandola “sorellina”.

Tra i due ritornano prepotenti i ricordi del passato, Luna rivela che Eric voleva che lei andasse ad aiutarlo per cercare di salvarlo, ma Joey con un triste sorriso ironico le ricorda che lei non ha mai voluto aiutarlo, nemmeno quando erano piccoli e lui era il capro espiatorio dei genitori, anzi, le ricorda che lei gli aveva detto di non considerarla nemmeno come una sorella.
Ma Luna tra le lacrime da voce al suo tormento: lei aveva paura ed era debole, ma in realtà ha sempre amato Joey, lo amava al punto da essere terrorizzata da lui e da trattarlo male come facevano i suoi genitori, era più semplice.
Era piccola e non aveva il coraggio di comportarsi diversamente da come faceva la madre.
Joey sembra esitare, ma poi risente le parole udite così spesso da bambino:
“Joey che mai potrebbe amare un marmocchio come te?”
e allora estrae la pistola, ma prima di poter fare fuoco viene raggiunto dal proiettile esploso da Luna, e cade a terra privo di vita.

Intanto si vede Kain che riesce a trascinare fuori dall’acqua Mel: i due sono miracolosamente illesi, la scena del loro abbraccio è qualcosa di indescrivibile.
I nostri due eroi possono finalmente tornare a casa, ed è a questo punto che prende il via la vera storia di questo ultimo numero.

La vita infatti non può semplicemente tornare a scorrere sui binari della normalità come niente fosse, a parte l’ovvio assedio dei giornalisti, Mel è completamente terrorizzato dal mondo esterno e quest’ultimo shock a riportato bruscamente a galla tutte le sofferenze e gli orrori della sua vita, e per quanto Kain gli stia vicino e cerchi di confortarlo non riesce a penetrare attraverso la cortina di dolore e disperazione che lo racchiude.

Anche per Kain le cose però non vanno bene, al dipartimento di polizia ormai tutti sanno della sua omosessualità e i soliti sciocchi incivili non trovano niente di meglio da fare che insultarlo, e deriderlo, rendendo molto penosa e difficile la situazione.
Una mano viene tesa ai due giovani proprio da Aida e George che invitano i due ragazzi ad andare a vivere da loro se dovessero decidere di lasciare NY.

Altro grave problema che turba la nostra coppia è il rifiuto di Mel ad essere toccato, e a fare l’amore dovuto in parte alla paura ma soprattutto al senso di inadeguatezza dovuto a tutte le esperienze negative del passato esploso di nuovo nei confronti di Kain: Mel per paura di non essere all’altezza di Kain, di non meritare il suo amore inconsciamente lo rifiuta.
Finalmente Kain propone a Mel di accompagnarlo da uno specialista (psichiatra o psicologo, fortunatamente più intelligente di chi ha sostenuto che Sailor moon rende i bambini omosessuali ^__^!) che cerca di sbloccare Mel e aiuta Kain a capire i problemi del partner.
Il punto di rottura arriva con la telefonata del patrigno di Mel, per intenderci quello che abusava di lui fin da bambino, il ragazzo si apre con Kain e gli chiede di portarlo via da NY.

Arrivati dai genitori di Kain, i due ritrovano finalmente la pace, adorabile è la scena in cui Kain “costringe” Mel a ballare con lui sulle note a tutto volume di “Stand by Me” e finalmente strappa un sorriso sincero al ragazzo.

Kain riprende a lavorare nella polizia di Boston, e Mel invece torna al liceo e progetta già di andare all’università grazie ad una borsa di studio, e quando Luna viene a trovarli scopre che tutto si è risolto, e Mel tutto felice le annuncia che i genitori di Kain lo hanno adottato legalmente, e che quindi ora il suo cognome non è più Frederics, bensì Walker.

Il manga come dice l’autrice avrebbe potuto finire qui, e per un certo verso sarebbe stato meglio, più dolce e più allegro, ma meno emozionante, l’ultimo capitolo infatti viene dedicato alla vita di Mel e Kain dopo il momento della loro ritrovata armonia.
Queste poche pagine hanno un’intensità narrativa stupefacente, e nonostante in realtà le cose vadano finalmente per il verso giusto c’è un’ombra di tristezza che chiude lo stomaco in un modo impressionante.

La fine inizia con un principio, sembra un gioco di parole ma non lo è; infatti la scena si apre su una ragazzina orfana di cinque anni, Erika, che sta per essere adottata da un ventottenne Mel e da Kain che ormai ha trentun anni.
Erika è una bimba con problemi comportamentali, figlia di tossicodipendenti, e solo con l’amore e la pazienza dei due ragazzi, e le coccole dei nonni riesce a ritrovare serenità e pace.
Erika che parla in prima persona racconta di come si sia innamorata dei suoi due papà, e di come sia sempre stata felice con loro, di quanto orgoglio abbia sempre provato vedendoli insieme: innamorati, allegri e bellissimi.
Parla delle sue disavventure scolastiche e delle liti con gli altri ragazzini per la sua strana famiglia, è proprio nel corso di una discussione che conosce Matthew Ryan, il ragazzo che poi diventerà suo marito e che finirà con il volere altrettanto bene a Mel e Kain di quanto gliene voglia Erika.

Ma come sempre la vita può essere anche molto crudele ed Erika spiega di come Mel (e qui scusate l’interruzione, ma lo ripeto la Ragawa non solo è sadica, ma odia proprio il povero Mel! T___T) sia morto a cinquantadue anni consumato da un tumore, e quasi con reverenza confessa di aver visto, per la prima volta nella sua vita, Kain piangere con una disperazione straziante, fatto che negli anni successivi non si sarebbe mai più ripetuto.

Erika punta l’attenzione su come Kain non abbia mai tolto la fede che simboleggiava il suo amore per Mel, nemmeno dopo più di venticinque anni dalla sua morte; mentre il marito di lei, Matt, uno scrittore e giornalista free-lance ha convinto Kain a raccontargli la sua storia e a trasformarla in un libro per infondere coraggio e fiducia ad altri omosessuali, e per dimostrare al mondo quanto possa essere profondo anche un amore dai più considerato come un peccato.

La storia finisce con il quadro generazionale completato da Emily figlia di Erika e Matt in attesa del secondo figlio, il primo è un diavoletto scatenato di nome Mel, ed è lui ad aver scelto il nome per il fratellino: Kain ovviamente.
Il nostro Kain, ormai ottantenne ripensa a Mel e al fatto che ormai ha trascorso altrettanto tempo senza di lui di quanto non abbia avuto la fortuna di vivergli accanto, e in quel momento, un Mel giovane e sorridente gli si presenta davanti e gli chiede se sia pronto a tornare da lui, quello che si alza dalla poltrona è un Kain altrettanto giovane e allegro e i due scompaiono tenendosi di nuovo per mano, e con la morte anche di Kain la nostra storia si conclude definitivamente.
Nell’ultima tavola si vede scorrere il nastro su cui Matt aveva registrato la storia di Kain e Mel e poi si rivedono i due al momento del loro primo incontro nel bar di Manhattan, e sul sottofondo scorrono le parole di Kain:
“La prima cosa che pensai fu... Jesus! Un segno del destino.”

Ora potete ben capire perché sia impossibile di parlare di vero e proprio lieto fine, eppure , quest’ultimo tocco di realistica poesia è forse la parte migliore di tutto il manga.
C’è una dignità che accompagna tutta la descrizione dell’amore dei due, dalla gioia alla perdita che non può lasciare indifferenti.
Lo confesso, io ho pianto sconsolata al pensiero che Kain abbia dovuto vivere metà della sua esistenza senza la persona che amava, e ho sentito la pena di Mel all’idea di dover lasciare solo Kain, e sinceramente l’idea che la mano del destino con loro sia stata così beffarda facendoli incontrare ed amare e per poi separarli così bruscamente e troppo, troppo presto mi ha colpito tantissimo, mi sono immaginata nella stessa situazione e mi è quasi mancato il respiro: dopo aver conosciuto il paradiso vederselo portare via in quel modo deve essere ancora più duro eppure al tempo stesso sono certa che Kain non avrebbe comunque mai rinunciato ad amare Mel pur sapendo di dover passare nel futuro tanti anni senza di lui nella sofferenza.
Forse la grandezza di quell’ultimo capitolo sta tutta lì, in Kain pieno d’amore e di ricordi felici, sereno nonostante l’immenso dolore e la nostalgia per il dolce sorriso di Mel, sta nei discorsi spensierati della famiglia riunita alle sue spalle, erta a simbolo del fluire del tempo.
Ed è proprio la famiglia il più grande risultato che Mel e Kain abbiano ottenuto, l’emblema di quanto amore abbiano saputo creare attorno alle loro vite nonostante tutte le avversità. Il loro amore e stata la più grande conquista e vittoria.

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