Yula yula* di
Hymeko Seth si accasciò sul letto, mentre
una brezza sottile scostava le tende di lino. L’unica candela
accesa illuminava appena la stanza, e le ombre abbozzavano scuri disegni
sulle pareti, e sul giaciglio. Quello era un vero letto, enorme, come
non ne aveva mai avuti prima. Tanto diverso dai pagliericci su cui
aveva sempre riposato, ammassi di fieno deformi spesso maleodoranti.
Quel materasso era così morbido, profumato, liscio…eppure si
rendeva appena conto della differenza.
’Che cosa devo fare? Madre…’
Ma la defunta non poteva rispondergli…il giovane si prese il capo
fra le mani, massaggiandosi piano le tempie. Non si sentiva molto
bene…fortunatamente il vecchio Shimon se n’era reso conto in fretta,
e lo aveva mandato a riposare subito dopo cena.
Aveva desinato alla tavola del Faraone, ancora non se ne rendeva pienamente
conto. D’ora in poi, avrebbe vissuto come uno dei sacri Priest del
Regno…accanto alla persona che aveva amato, ma che non avrebbe mai
dovuto sfiorare.
Si raggomitolò sul letto, senza spogliarsi. Non ne aveva la
forza…voleva solo dormire…dimenticare…lasciarsi andare all’oblio,
per non vedere più i suoi occhi.
I suoi magnifici occhi, magnetici e tragicamente belli…sino alla notte
prima avrebbe dato tutto pur di continuare ad ammirarli. Da quel pomeriggio,
invece, era il contrario. Pur di sottrarsi a quello sguardo, avrebbe
camminato sino ai confini della Nubia, senza acqua, sotto il sole
cocente.
Pur di non sentire quegli occhi su di sé.
Si girò dall’altra parte, scrollando il capo. Mentre era inginocchiato
di fronte alla corte riunita, lui era stato lì, in piedi accanto
al trono del padre, a fissarlo.
Aveva dovuto utilizzare tutta la sua forza per rimanere concentrato
sul Faraone, e non ascoltare la voce che continuava ad urlargli nelle
orecchie di scappare lontano, o di gettarsi ai piedi del principe
e implorare perdono, o di baciarlo passionalmente davanti a tutti,
e farla finita…
’…cosa devo fare?’
Il Faraone aveva riconosciuto il suo valore e il suo impegno…da contadino
a Priest, mai nessuno ci era riuscito. Per questo, e data la sua giovane età,
gli aveva concesso il posto accanto a quello del principe, a tavola…forse
sperava che il loro legame divenisse solido in fretta, dato che probabilmente
lui avrebbe aiutato il futuro faraone a guidare il Regno.
Peccato che il loro legame fosse già oltre qualsiasi immaginazione
del sire…
Seth sbuffò, girandosi per rimirare il soffitto. Le colonne
sostenevano con leggerezza l’alto soffitto color sabbia, come le pareti,
decorate con semplici linee cremisi e oro, senza particolari rappresentazioni.
A lui andava bene così…si sarebbe sentito a disagio in un luogo
troppo ornato. Era una persona semplice…una persona semplice che era
andata a letto col principe.
Inutile, la sua mente tornava sempre lì, e a tutto ciò
che avevano fatto assieme. Tante, tante cose.
’Forse dovrei dividere le parti positive da quelle negative’
pensò, alzandosi e spogliandosi lentamente. Stropicciare troppo
le ricche vesti di lino blu non sarebbe stato un buon modo per iniziare.
E, mentre si spogliava, poteva cominciare a fare il punto della situazione.
’La prima notte l’ho salvato da morte certa, questa è una buona
cosa. Poi l’ho sfamato e curato, e anche questo è bene. Ho
parlato con lui…forse l’ho messo in imbarazzo, però non mi
sembrava fosse dispiaciuto. Quindi…l’ho spaventato a morte’
Si sedette pesantemente sul letto, lo stomaco che gli faceva male
e il morale sotto i piedi.
’Non l’ho solo terrorizzato, gli ho anche stretto una mano attorno
al collo. E l’ho spinto indietro, come se volessi violentarlo…’
Anche la testa iniziava a fargli male…
’…chissà cosa avrà pensato di me. Che sono un maniaco,
un matto, un traditore, una bestia come quelli che l’hanno aggredito…’
Perché era stato così stupido? Perché davanti
a una creatura indifesa si era comportato così? Cosa gli era
passato in quella testa?
’…le cose positive non sono davvero molte. L’ho accompagnato alla
festa, e poche altre notti sono passate senza niente di notevole…poi…me
lo sono portato a letto’
Ricordò con un brivido la sensazione provata mentre lo possedeva…
”…l’ho preso”
bisbigliò in un soffio, il mondo che sembrava pesargli addosso,
come un macigno. Cosa poteva fare per raddrizzare la situazione? Quello
non era una puttanella da locanda, era l’erede al trono!
’E io me lo sono fatto dentro un rudere, in mezzo alla muffa’
Di quell’ultima volta si vergognava come poco altro. Lo aveva trascinato,
quasi al limite della sua volontà, in un tugurio mezzo marcio,
e lì non si era fatto troppi problemi a sbatterselo senza delicatezza.
’Già. Me lo sono…sbattuto’
Come una qualsiasi troietta pagata poche monete a un locandiere, o
una schiava preda di guerra…non aveva usato sentimenti, quell’ultima
volta. I suoi sensi erano stati in preda alla follia, e aveva voluto
appagarli. Nulla più.
’Sono un animale’
si maledisse, mentre si rendeva conto che la sua anima sarebbe stata
divorata dal dio Hamemit, una volta giunto nell’Aldilà.
A rendere il tutto ancora più vergognoso, c’era la consapevolezza
di quanto fosse stato piacevole possederlo in quella maniera. Aveva
goduto più delle altre volte, forse per il modo rude in cui
l’aveva preso, forse per la paura di non riuscire più a stare
con lui…ma la realtà non cambiava. Gli era piaciuto tantissimo,
e se avesse potuto…
Scosse la testa e si schiaffeggiò. Non avrebbe più dovuto
pensare a certe cose, mai più. Era un peccato, il peggiore
di tutti…e l’aveva commesso col principe.
’L’ho…sporcato?’
si chiese dopo qualche attimo. Non era sicuro che il principe lo avrebbe
mai commesso, se non ci fosse stato lui a spingerlo…
’…però non si è tirato indietro’
Il fascino del peccato lo aveva sedotto…il rischio da condividere
con uno sconosciuto…il pericolo di essere scoperti…infrangere tutti
i divieti che aveva avuto sin quel momento…
…essere l’opposto di ciò che era sempre costretto ad essere…
’La sua solita vita gli è sempre pesata, l’ha chiaramente detto
sin dalla prima notte. In fondo, non è difficile comprendere
perché mi abbia permesso di…’
Seth avvertì una fitta attraversarlo. Improvvisamente si sentiva
usato. C’era poco da girarci attorno…per quel ragazzo era stato un
mezzo di svago, qualcuno con cui condividere una passionale e folle
fuga dalla realtà. Non era neppure da prendere in considerazione
l’idea che il principe potesse amarlo davvero.
L’amarezza gli fece aumentare i crampi allo stomaco. Stava peggio
di prima. Essere usato a quel modo…il suo orgoglio stava urlando,
la sua vergogna traboccava. Alla fine era stato lui stesso a ridursi
a giocattolo sessuale, a svendersi davanti ai primi begli occhi che
gli capitavano davanti.
’Maledizione!!!’
Tirò un pugno al letto, che lo assorbì con un suono
sordo. Era inutile, tutto, tutto inutile. Il passato non poteva essere
cambiato, il presente neppure. Lui sarebbe rimasto un Priest, e l’altro
il principe che avrebbe dovuto servire per tutta l’esistenza.
’Cosa mi rimane?’
Avrebbe avuto abbastanza orgoglio per rifiutarsi, se il principe avesse
nuovamente espresso il desiderio di accoppiarsi con lui?
’Ma accadrà ancora, poi?’
Se la risposta fosse stata negativa, non ci sarebbero stati problemi
di sorta. Ma se fosse stata positiva, come avrebbe dovuto comportarsi?
’Yugi…’
Perché non erano semplicemente rimasti due sconosciuti che
erano andati assieme ad una festa? Perché si erano invischiati
in una storia peccaminosa e godereccia?
’E perché mi sono preso una simile infatuazione per lui?’
Negarlo non lo avrebbe aiutato, ne era consapevole, e l’accettazione
era il primo passo per intraprendere un nuovo cammino.
’Ora devo solo capire come gestire questo sentimento’
Ignorarlo o tentare un approccio?
’Che domande…’
L’altro non avrebbe mai voluto che scoprisse la sua vera identità,
o non gli avrebbe mentito così a lungo, né avrebbe assunto
quell’espressione scioccata quando si erano incontrati quello stesso
pomeriggio, prima della sacra cerimonia. No, per il principe lui era
solo un pericolo. Se avesse messo in giro la voce che l’aveva posseduto
omosessualmente…
’Ma sarebbe la parola di un Priest contadino contro quella del futuro
faraone…’
Come sarebbe finita era chiaro…a meno che non ci fossero state altre
voci, in precedenza, sull’omosessualità del principe, voci
prontamente messe a tacere dalla corte.
’Ma dopo la prima notte c’era una macchia di sangue, sul lenzuolo…la
verginità l’ho presa io? O no? Si perde sangue anche dopo non
averlo fatto per molto? Perché deve essere così difficile?’
Si prese il capo fra le mani. Era in preda alla confusione totale,
e stava pensando a una sciocchezza dopo l’altra. Sarebbe stato meglio
se si fosse messo a dormire, senza più perdere tempo ed energie
a immaginarsi chissà quali intricati scenari amorosi.
’In fondo, la realtà è semplice’
Non avrebbe mai potuto avere una relazione col principe, proprio perché
colui di cui era innamorato era il principe. E non aveva idea dei
veri sentimenti di costui. Quindi era meglio che ci mettesse una pietra
sopra, e iniziasse a comportarsi come un degno Priest.
”Ci stai pensando anche tu?”
Seth sussultò, e per poco non cacciò un urlo. Si girò
di scatto, e lo vide dall’altra parte del letto, appoggiato alla parete,
nella penombra. Si sentì il sangue defluire dal viso, mentre
fissava scioccato la fonte di tutte le sue preoccupazioni…
…anche in quella situazione riusciva a far fare le capriole al suo
cuore…
Poi si riscosse. Quello era il principe ereditario.
Senza attendere un attimo in più, si inginocchiò profondamente,
chinando il capo e stringendo gli occhi. Cosa ci faceva lì?
Perché era andato da lui? Voleva ancora accoppiarsi? O che
se ne andasse? Stava per ordinargli di non dire nulla della loro impura
relazione?
”Principe…”
bisbigliò, senza sapere cosa dire.
”Seth…”
L’altro camminò lentamente, i passi attutiti dallo spesso tappeto
che copriva il pavimento, oltrepassando il letto sino a raggiungerlo…
”…è stata una vera sorpresa, oggi. Per entrambi, immagino”
Seth annuì. Anche se, più che una sorpresa, era stato
come un pugno nel ventre.
”Dovremmo parlarne…”
Seth annuì nuovamente, senza alzare lo sguardo da terra, dallo
strano ghirigoro del tappeto. Era lì per ordinargli di stare
zitto, e di dimenticare tutto. Non c’era altra possibilità,
perché altrimenti non avrebbe corso il rischio di presentarsi
la notte stessa, arrivando da chissà quale passaggio segreto.
Doveva essere davvero spaventato per compiere un gesto tanto avventato,
e la calma con cui si stava muovendo ne era un’ulteriore conferma.
Anche se non aveva ancora detto quasi nulla, avvertiva il peso della
sua regalità schiacciarlo, e la differenza di status che li
separava era possente quanto il mare in tempesta.
’Oggi è morto ciò che non sarebbe mai dovuto nascere’
Se fosse stato un ricco qualunque, forse una possibilità per
loro ci sarebbe stata. Ma il principe…
”Seth…nessuno deve venire a sapere ciò che è successo
fra noi”
”Ne sono consapevole, principe. Dopo questo incontro, dalle mie labbra
non si distaccheranno più parole che possano in minimo modo
riguardare il passato. Dimenticherò tutto, e le notti trascorse
saranno per sempre cancellate dalla mia mente, un capitolo chiuso
che non ha mai riguardato la maestà vostra e me”
”Seth…ma…”
L’altro scosse la testa:
”Non temete, nessuno verrà mai a sapere la verità, quella…f-follia
è ormai conclusa, non si ripeterà più. Sparirà
per sempre fra le sabbie del deserto”
Un attimo di silenzio regnò nella stanza, poi il principe sussurrò
piano:
”N-Non si ripeterà più?”
Seth si morse l’interno di un labbro. Ecco la conferma che stava cercando.
”Esatto. Imploro il vostro perdono, principe, per tutto ciò
che…ho fatto”
La voce dell’altro era distante, remota, ma Seth non ebbe il coraggio
di sbirciarlo.
”Hai…fatto?”
”Sì. Accollo sulla mia anima tutti i peccati commessi, principe.
La maestà vostra non ne recherà segno, sia nel mondo
dei viventi, che in quello dei trapassati. Me ne assumo ogni responsabilità”
”…Seth?”
Il Priest chinò più profondamente il capo. Era davanti
al principe ereditario, doveva mostrare tutta la sua umiltà
e venerazione. Forse così, almeno, gli avrebbe permesso di
rimanere accanto a lui…
”So di non esserne degno, principe, ma permettetemi l’ardire di implorare
il vostro regale perdono. Io…mai, mai avrei coinvolto la maestà
vostra in errori tanto impuri, se avessi saputo…del vostro regale
status”
terminò a bassa voce, un leggero strato di sudore freddo sulla
cute. Lo aveva indirettamente accusato di aver causato il tutto, nascondendogli
la verità, ma ormai era fatta…
”N-Non lo avresti fatto, se avessi saputo che sono il principe?”
”Esatto”
Con la coda dell’occhio, Seth lo vide voltarsi e avvicinarsi al grosso
specchio appoggiato contro una parete:
”Perché sono il principe”
mormorò, specchiandosi.
”…esatto. Non sarebbe mai dovuto accadere…non con il principe. Non
con la futura incarnazione di Râ in terra”
terminò in un soffio, al culmine del pentimento. Il futuro
faraone…cosa aveva fatto…
Il principe sospirò, poi camminò lentamente sino ad
arrivare di fronte a lui, rimanendo immobile. Seth non alzò
lo sguardo, limitandosi a fissare i suoi calzari…i loro corpi erano talmente vicini
che poteva avvertire il profumo che lo avvolgeva, la fragranza dei ricchi unguenti
che rendevano così morbida e deliziosa la sua pelle…le sue
labbra…
”Io…credevo che tu…avessi capito. Che fossi diverso”
quindi si allontanò, e Seth sentì i suoi passi svanire
nella notte.
”Nobile Shimon?”
Seth si inchinò leggermente dinnanzi al vecchio, che smise
per un attimo di compilare alcuni documenti.
”Priest Seth, hai il viso stanco. Qualcosa non va?”
L’altro scosse il capo:
”Non sono riuscito a riposare bene, questa notte. Troppi pensieri
per la mente…preoccupazioni, idee, paure, speranze…”
Il vecchio sospirò:
”Conosco bene ciò che stai provando. Capita a tutti i nuovi
Priest…anche a me, quando divenni custode della Millenium Anhk. Non
angosciarti eccessivamente, giovane Priest”
”Vi ringrazio per le vostre parole di conforto, saggio Shimon. Posso
ardire di chiedervi un consiglio?”
L’altro ridacchiò:
”Non essere tanto formale con me, non sono sua maestà il Faraone”
Seth scrollò il capo:
”Trovo così difficile capire come rivolgermi alle persone…pensare
di essere un Priest, che gli altri siano miei pari grado…a parte il
re e il suo nobile fratello, naturalmente”
”Devi solo abituarti. E comunque anche il Priest Aknadin è
tuo pari grado. Solo il Faraone è un gradino sopra voi Priest”
”E il principe Atem”
aggiunse con noncuranza Seth, studiando distrattamente la città
che si stendeva fuori dalle mura.
”Già, il principe. Un giorno toccherà a lui portare
il peso del Regno”
”Speriamo sia un giorno molto, molto lontano, per la gloria del nostro
Sire”
Ma Shimon sospirò:
”Speriamo sempre, e preghiamo gli Dei. Ma teniamoci pronti, in ogni
momento, ad affrontare pericoli e imprevisti”
Seth si esibì un piccolo inchino:
”Che gli Dei e i Priest veglino sempre sul Regno, e sulla stirpe reale. Ma, saggio Shimon,
ho notato che a colazione, questa mattina, sua altezza il principe
era assente. È forse successo qualcosa?”
Quella domanda gli premeva molto, ma sperava di non esser stato troppo
diretto…
”Il principe accusava un leggero mal di capo, questa mattina, per
cui ha preferito rimanere nelle proprie stanze a consumare una leggera
colazione, e a continuare a riposare con calma. Ma non è nulla di grave”
L’altro limitò il più possibile il sospiro di sollievo:
”Ne sono lieto”
”Già, l’intera corte era in subbuglio. Comunque il Priest Mahad
mi ha rassicurato, il principe sta bene, ha solo bisogno di riposo”
Qualcosa di molto simile a una fitta di gelosia trapassò Seth:
”Il Priest Mahad lo ha visto?”
”Già, il principe è molto legato a lui. Mi ha riferito
che l’ha trovato un po’ stanco, seduto sotto l’ombra gettata sul suo
balcone dalla glicine rampicante, ad ammirare la città”
La gelosia si trasformò in ghiaccio:
”La…città?”
Non stava pensando di…
”Esatto, è una vista che piace molto al principe. A proposito,
non mi hai più chiesto il consiglio che volevi”
Seth si succhiò un labbro. Doveva trovare il modo di disfarsi
in fretta di quel vecchiaccio…
”È una semplice domanda: come posso districarmi fra tutti i
pensieri che ho in testa?”
L’altro ridacchiò:
”Assegna loro una priorità, a seconda delle conseguenze che
potrebbero avere. Pensaci un po’ su, e la soluzione arriverà”
”…uhm…avete ragione. Credo mi ritirerò in biblioteca, a pensare.
I miei omaggi, saggio Shimon”
e dopo un veloce inchino si allontanò.
”Giovani…impazienti e pieni di vita”
ridacchiò il vecchio, scuotendo la testa e tornando al suo
documento.
Quando fu sicuro che nessuno potesse vederlo, Seth iniziò a
correre verso la grande biblioteca del palazzo. Le parole di quel
vecchiaccio continuavano a risuonargli in testa…il principe stava
ammirando la città. Questo voleva dire solo una cosa…aveva
intenzione di uscire.
’La Festa della Luna…me n’ero scordato!’
Ora che fra loro era finita, avrebbe cercato sollievo girando di nuovo
in solitudine per la città? Non pensava al rischio di finire
di nuovo aggredito?
O forse…lo voleva, per essere salvato di nuovo?
’Ma che vado a pensare!’
Si diede dello stupido, e spalancò la porta della biblioteca.
Non c’era nessuno, per fortuna. Avrebbe potuto cercare con calma,
studiare gli antichi scritti di coloro che avevano costruito il palazzo.
Era certo che non fossero stati distrutti, perché non credeva
che il principe avesse trovato per caso i passaggi segreti. Gli
architetti reali non erano così sprovveduti...
Aveva bisogno di pergamene segrete e preziose, di papiri contenenti
i misteri di quel luogo. Da qualche parte il principe aveva scoperto
quella via nascosta, e lui doveva ripercorrere i suoi passi.
’Non permetterò che finiate di nuovo nei guai!’
Probabilmente lo avrebbe odiato per quell’intrusione nelle sue decisioni,
ma non gli importava. La sua sicurezza era troppo importante…
Non c’era un filo di vento quella notte, e la calma
quasi irreale che aleggiava sulla reggia era resa ancora più
sinistra dalle urla dei festeggiamenti che provenivano dai quartieri
poco distanti. Era la prima notte della Festa della Luna, e tutti
quelli che ne avevano avuta la possibilità, si erano riversati
in strada per festeggiare. Anche i servi non strettamente indispensabili
avevano ricevuto una licenza speciale, così come le guardie.
Solo pochi uomini scelti erano rimasti fra quelle mura, oltre naturalmente
ai Priest.
Seth sospirò, sperando che gli altri non notassero la sua assenza.
Erano ognuno nelle proprie stanze, intenti a meditare o a studiare.
Lui invece era scivolato fuori fra le ombre, percorrendo un tratto del passaggio
segreto che il principe aveva usato per andare da lui fino ad arrivare lì, all’imbocco della via per
uscire, nascosto fra i cespugli accanto al ruscello che tagliava in
due il giardino reale. Per accedere al tunnel era necessario spostare
un masso, a prima vista troppo pesante, in realtà leggerissimo.
Lo aveva smosso senza fatica né rumore, e aveva dato un’occhiata
all’interno, prima di spegnere la torcia e appostarsi fra gli arbusti.
Non aveva provato a percorrerlo, dalle indicazioni sul papiro che
aveva scovato aveva dedotto che le dimensioni erano troppo ridotte
per lui. Per il principe invece erano perfette…e la serie di impronte
che alterava lo strato di polvere millenario ne erano un’ulteriore
prova. Solo lui avrebbe potuto passarci…e presto ne avrebbe avuto
la conferma.
Sospirò, quindi pronunciò le parole dell'incatesimo per sigillare il passaggio, rendendolo possente grazie al potere del suo Millenium Item. Grazie ad esso, solo lui avrebbe potuto toglierlo.
Rabbrividì. Presto ci sarebbe stato il loro primo incontro faccia a faccia,
dopo quella notte. E probabilmente sarebbero riusciti di nuovo a parlarsi…il
principe lo aveva assolutamente ignorato, dopo quella notte. Non erano
più stati soli, e quando si erano trovati assieme, l’altro
lo aveva trattato con la più cortese distanza. Non freddezza…se
ne avesse dimostrata, sarebbe stato sospetto.
’Ma l’avrei preferita’
No, il principe lo trattava amichevolmente, come faceva con tutti
gli altri. Ma era una gentilezza superficiale, formale, finta. Un’etichetta
di corte, sorrisi artificiali e risate di convenienza, a lui e a tutti
gli inutili nobili che strisciavano a corte ogni giorno, per ricevere
una grazia o elemosinare un aiuto…era tutto così viscido…
’Per questo desiderava tanto scappare da qui…’
La monotonia di quell’ambiente, la falsità in cui era costretto
a vivere, l’atmosfera spesso soffocante…solo dopo esservi vissuto
un po’ lo poteva comprendere realmente.
’E sono qui solo da una ventina di giorni…’
Il principe ci era nato e cresciuto…cosa doveva aver accumulato in
sé, in tutti quegli anni?
’E io…quale sarà il mio ruolo?’
Il principe era andato con lui per sfuggire a quella realtà,
ormai lo sapeva. Ma come si sarebbe dovuto comportare in futuro?
’Oltretutto lui non ne vuole più sapere di me..’
Come dargli torto? Gi aveva voltato le spalle, entrando a far parte
di quel rigido sistema classista…
Un rumore lo fece sussultare. Qualcuno si stava avvicinando…non poteva
essere che lui.
Seth sospirò. Non avrebbe mai avuto difficoltà a riconoscere
quel ragazzo minuto ma fiero, e i suoi stranissimi capelli.
’Sembra non essersi accorto di me’
Era meglio che si manifestasse in fretta, o l’altro avrebbe potuto
davvero arrabbiarsi…
”I miei omaggi, principe”
sussurrò, uscendo dai cespugli e inginocchiandosi a pochi passi
da lui, proprio davanti all’entrata del tunnel. Si accorse del sussulto
che il principe aveva avuto, ma finse di non vederlo…sarebbe stato
già abbastanza difficile così…
”C-Che ci fai tu qui?”
Seth chiuse gli occhi…quello era l’inizio della fine.
Fine
*Tremare
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