Altro piccolo ‘salto in avanti’…ho di nuovo lasciato il time-line estivo per anticipare la fic su San Valentino, sorry, ma a me le fic che hanno come sfondo determinate feste riescono meglio se le scrivo in ‘tempo reale’! ^^

Una dedica a Calipso, Greta, Ria, Kriss e in particolare a Sabry, perché questa HanaRu mi è stata ispirata da un suo bel disegno su Rukawa! ^_^


 

 

Your kisses taste like honey

di Nausicaa

 

 

Fra pochi giorni sarà San Valentino, una delle mie feste preferite (adesso!): tanti baci, tante coccole e cioccolato a volontà!!!!  Nel nostro caso, inoltre, essere due ragazzi è un vantaggio, perché significa cioccolata doppia, sia il 14 febbraio che il 14 marzo: seguitemi…a febbraio qui in Giappone sono le ragazze a regalare la cioccolata ai ragazzi, che poi ricambiano a marzo! Ora, decidere chi e quando dovrebbe regalare i dolci  potrebbe portare a delle liti, lo capite vero? Anche se ad essere sincero ho sempre pensato che, visto come vanno le cose fra di noi, dovrebbe essere Kaede a regalarmi i dolci a febbraio, però mi guardo bene dal dirglielo, perché alla vita ci tengo e perché in effetti non sarebbe una osservazione felice. E comunque è più bello avere il doppio regalo, no?!

Certe volte però penso che mi piacerebbe regalargli anche qualche altra cosa, qualcosa di più importante e di più duraturo; non che non voglia la cioccolata, ci mancherebbe altro!!!!

Ma festeggiare in modo meno commerciale con un regalo meno scontato renderebbe la giornata ancora più speciale; so cosa direbbe Kaede, se gliene parlassi… che dopotutto San Valentino E’ una festa commerciale, importata dall’Occidente e opportunamente modificata per la gioia delle aziende alimentari e dell’industria del cioccolato, che qui in Giappone hanno ben DUE giorni per vedere un’impennata delle vendite…

Però io avrei anche la risposta pronta ( certe volte mi dico che avrei anche potuto tentare con la facoltà di Legge, avrei arringato bene la folla…cioè, la giuria… già mi vedo, con la corte che pende dalle mie labbra, e io che sto in piedi davanti al malefico porcospino che siede al banco degli imputati… e io che dico “L’imputato risponda solo sì o no!”… bello!!! Vabbe’ pensiamo alla fisioterapia sportiva che è meglio!)… dicevo?…ah, sì… la mia risposta pronta…

È che noi non viviamo San Valentino in quel modo un po’ ipocrita e irritante che hanno molti, quelli che festeggiano e fanno regali perché in quel giorno si DEVE ma poi per il resto dell’anno non hanno più un pensiero gentile… insomma, la mia obiezione è che per noi è davvero la festa degli innamorati e comunque alla fine non me ne frega niente di tutti i soliti discorsi pro e contro che sento ogni anno: il tensai vuole fare (e ricevere!) un regalo speciale e così sarà!!!

Il problema, il dilemma, il dubbio amletico è… cosa?!

Che gli regalo? Che potrei fare?

Mentre rimugino su questi pensieri, finisco di cambiarmi: piego più o meno ordinatamente la divisa scolastica e mi infilo i jeans e la felpa da casa; bene, finalmente sono pronto per raggiungere il mio volpacchiotto, che è già sceso al piano di sotto.

Tra l’altro ci farà bene pensare a qualcosa che non siano gli esami di ammissione o la mia borsa di studio, che incombono terribilmente, stressandoci!!!!!

Arrivo in salotto e, infatti, trovo Kaede seduto per terra, sul suo cuscino preferito, con in braccio il malefico Mickey… questo gatto ha una specie di imprinting nei suoi confronti e anche nei miei in un certo senso: scommetto che, da quando mi ha visto la prima volta, mi considera L’Uomo Contro Cui Soffiare…

Mi chino per accarezzare la testolina di Yuki, il più piccolo dei mici, un vero coccolone, e poi mi siedo accanto alla kitsune, sorridendogli e protendendomi a baciarlo sulle labbra.

“Stanco, amore?” gli chiedo.

Lui mi fa cenno di no con la testa, che vuol dire di sì (più è stanco, più non parla, conosco la mia volpe!) poi si sforza per dire: “Ho messo il bollitore sul fuoco, un po’ di tè ci farà bene”.

Sono giornate fredde queste, siamo ancora nel pieno dell’inverno, quindi è bello starsene a casa al calduccio, insieme ai gatti che fuseggiano, a bere il tè: è intimo e rilassante… sono proprio questi momenti di pienezza che mi fanno pensare che ho davvero tutto quello che desidero…

Ci alziamo per andare a preparare il tè quando sentiamo il fischio del bollitore e torniamo in salotto con le nostre tazze colme e fumanti, per berlo più comodamente. Mentre stiamo seduti, lo sguardo mi cade sul bracciale che Kaede porta al polso e ripenso a quando gliel’ho regalato: è stato uno dei giorni più belli della mia vita… e poi automaticamente guardo il bracciale, identico, che è anche al mio polso.

In pratica, ce li togliamo solo quando siamo in campo.

“Cosa c’è?” la voce morbida di Kaede mi fa rialzare gli occhi verso di lui e vedo che mi sta scrutando. Ok, ha capito che ero pensieroso: a questo punto sarà meglio dirgli quello che stavo pensando…

“Stavo guardano i nostri bracciali e… niente, stavo pensando… kitsune, tu eri stato contento quando ce li siamo scambiati, vero?”.

Lui sembra sorpreso della mia domanda, ma risponde subito: “Sì”.

“Mmm…è che vorrei farti un altro regalo speciale, volpetta, tra l’altro siamo anche nel periodo giusto e… non dire una  parola sulle feste commerciali!!- lo precedo, intuendo da genio quale sono che la stupida volpe aveva già pronta la sua osservazione- Noi siamo speciali e ci meritiamo qualcosa di speciale! Oi, questo non significa che io non voglia la cioccolata, eh!! Al latte, come sempre, tanto è quella che piace pure a te e se la trovi anche con le nocciole…- è la mia nuova passione la cioccolata con le nocciole!-…e magari pure una barretta di cioccolato bianco, che nella vita si deve provare tutto prima o poi… cioè, mi riferisco ai dolci… comunque, ci stavo pensando davvero, Kaede…”.

“Ai dolci?” mi prende in giro lui, guardandomi da sotto in su.

“Ehi, sto parlando sul serio! No, a qualcosa che potesse esprimere bene tutto l’amore che provo per te… solo che i bracciali ce li abbiamo già e degli anelli sarebbero praticamente un doppione… e poi… non so, questi sono oggetti…” mi fermo un attimo per riorganizzare le mie idee che sono un po’ confuse.

Non perché non sappia cosa intendo, quello ce l’ho ben chiaro, ma mi sta venendo il sospetto di non aver scelto le parole giuste, davanti allo sguardo interrogativo della kitsune.

“Intendo dire che un oggetto si può perdere o si può rovinare… vorrei qualcosa che fosse più adatto a  esprimere amore, qualcosa di più duraturo… bah, forse non esiste, per questo non mi viene in mente! Altrimenti il tensai ci sarebbe già arrivato!” concludo, imbronciandomi un po’.

“Hn. Vuoi dire che ti accontenti della sola cioccolata?”.

Mpft! La stupida volpe pensa forse che adesso mi arrabbierò per la sua mancanza di contributo alla discussione? Non gli darò questa soddisfazione (ormai le rime mi vengono senza sforzo…)!

Incrocio le braccia e proclamo solennemente: “Al latte. E con le nocciole”.

Uh? Come mai la kitsune ha quello sguardo?

Un po’ indecifrabile, come se stesse pensando a qualcosa che però non vuole dirmi…

“Che hai in mente, volpino?” gli chiedo, posando la tazza, togliendogli la sua dalle mani e avvicinandomi di più a lui.

“Hn… niente…”.

“Niente scherzi, eh?! Lo sai che il cioccolato fondente non mi piace!” lo avverto, abbracciandolo stretto da dietro e attirando la sua schiena contro il mio torace.

“Hn…”.

Insinuo le mie mani sotto il suo maglione, accarezzando la pelle morbida del suo petto e lo sento rilassarsi contro di me, abbandonarsi alla mia stretta.

“Quindi non hai in mente niente? Io sì…” gli mormoro all’orecchio, baciandolo poi sul collo; le mie mani scendono dal suo petto fino al bordo dei suoi pantaloni.

“Oi, che hai intenzione di fare?” chiede molto retoricamente, e con una punta di malizia, il volpino, fuseggiando fra le mie braccia.

“Sapessi…” sogghigno io, in tono allusivo.

“Do’aho!” risponde come suo solito Kaede, ma il fatto che si volti per coinvolgermi in un appassionatissimo bacio mi fa capire che deve avermi letto nel pensiero…

  

 

Ormai siamo all’inizio di febbraio e l’attività del club di basket è rallentata.

Tra non molto ci saranno gli esami di ammissione e le selezioni invernali sono finite, quindi gli allenamenti non occupano più buona parte del pomeriggio visto che il preside non vuole che gli studenti siano distratti dalle attività dei vari club.

Anzi, questa settimana il coach Anzai ci ha addirittura dispensato dall’andare in palestra… io non sono completamente d’accordo, perché non penso proprio che faccia bene un intero pomeriggio sui libri, quindi spero che i nostri compagni di squadra facciano come noi e decidano di andare ad uno dei campetti che ci sono in città.

Esco dalla doccia e mi avvolgo nell’asciugamano.

Hanamichi è uscito per cercare il regalo di San Valentino e scommetto che tornerà con quintalate di cioccolata e quindi io ho diverse ore libere a disposizione…

Dopo essermi vestito, scendo al piano di sotto e mi siedo sul divano; ho con me il cordless, ci penso un po’ e poi mi decido a comporre il numero. Dopo tre squilli mi risponde proprio Ayako, che sembra piuttosto sorpresa di sentirmi e lo è ancora di più quando le spiego perché le ho telefonato.

“Come mai lo chiedi a me?” domanda, incuriosita.

“Perché penso che, stando con Miyagi, tu possa darmi delle informazioni corrette” rispondo.

“Infatti è così!- ride lei, e poi aggiunge- Ma sei sicuro?”.

“Sì”.

“E’ che non me lo aspettavo, non mi sembra molto da te” è il suo commento.

“Probabilmente non sarebbe da me, ma c’è un motivo…”.

“Non lo mettevo in dubbio, lo so che non fai niente senza un valido motivo!”.

Alla fine ottengo l’informazione che cercavo, ma Ayako non mi saluta prima di avermi avvertito: “Guarda che domani piomberò a casa tua!”.

Be’, dovevo aspettarmelo!! Mi aspetta una specie di terzo grado, allora, ma in realtà mi fa piacere vederla: Ayako è la mia unica amica. Avrei potuto chiedere direttamente a Miyagi, so che da qualche parte abbiamo il suo numero di telefono appuntato, ma con lui non ho molta confidenza, mi sento più a mio agio a parlare con Ayako…

Controllo che i miei gatti stiano tutti in casa ed esco subito: il posto che devo raggiungere non è esattamente dietro l’angolo… spero di non tornare troppo tardi…

 

 

Temo che sarà difficile trovare qualcosa, perfino per un tensai come me!

Ogni regalo mi sembra banale e insufficiente ad esprimere l’amore che sento per Kaede, saranno un paio d’ore che sto guardando vetrine ma senza che qualcosa mi colpisca veramente… e meno male che ho deciso di iniziare questa ricerca per tempo, con largo anticipo!

Mentre mi soffermo davanti all’ennesima gioielleria, osservando con insistenza ciondoli e anelli che so bene che non comprerò per i motivi che vi avevo già spiegato, mi pongo anche la terribile domanda: ma Kaede troverà qualcosa per me? Si metterà in cerca anche lui? Si ricorderà della cioccolata con le nocciole?

È terribile come certe feste possano stressare!!!

 

  

Il volto davanti a me si apre in un sorriso fin troppo contento.

“Ciao!!! Che bello rivederti, è passato un sacco di tempo…come mai qui?” mi accoglie Takumi, l’amico del fratello di Miyagi.

“Quello dovresti intuirlo facilmente…” rispondo brevemente.

“Chi ti ha dato l’indirizzo?” si informa lui, indicandomi una sedia dove potermi accomodare.

“Ayako”.

“Aha, dovrò ringraziarla…” aggira il bancone e si ferma davanti a me, osservandomi attentamente per diversi secondi in un modo che mi innervosisce un po’.

“Cosa c’è?!” gli chiedo alla fine, senza celare una lieve irritazione.

“Niente, è solo che  ci siamo visti al ‘Club Z’ e il locale era sempre in penombra o con le luci colorate, invece adesso posso guardarti davvero bene, alla luce… Confermo tutto quello che ho detto: dovresti stare su un palcoscenico, attireresti tutti come una calamita, sei magnetico e bellissimo… ehi, niente occhiatacce, sto dicendo sul serio, e non è facile incontrare qualcuno con un magnetismo simile al tuo, sai? Ok, adesso spogliati!”.

I miei occhi si socchiudono minacciosamente.

I suoi invece sono maliziosi mentre il suo sguardo continua a scivolarmi addosso; ride leggermente mentre scuote il capo e si scosta con la mano i lunghi capelli neri.

“Se non ti spogli non posso…ehm… ‘operare’…” mi dice, e anche la sua voce è maliziosa.

“Forse è meglio che tu sappia che io non brillo per senso dell’umorismo!” lo avverto io, piuttosto seccamente, iniziando però a togliermi il giaccone per poi sfilarmi anche il maglione e restare a torso nudo davanti a lui.

Takumi non smette di tenere gli occhi fissi su di me, ma allo stesso tempo li vedo meno scherzosi, meno maliziosi, e più intensi.

“Non importa… brilli già per molte altre cose…” dice, quasi in un mormorio.

Si sporge verso il bancone e alza il volume della musica che crea un piacevole sottofondo: mi concentro un po’ e mi accorgo che il ritmo e lo stile della canzone mi ricordano quelli del suo gruppo musicale, ossia quello del fratello di Miyagi.

“Questa canzone è vostra, vero?” gli chiedo, mentre si avvicina a me.

Lui sorride: “Certo, figurati se ti facevo ascoltare la musica di un altro!- mi strizza l’occhio con fare un po’ complice- Io sono il bassista migliore della prefettura…”.

Rimango in silenzio, ascoltando la musica che è obiettivamente molto bella, e mi rilasso un poco seguendo il testo inglese delle parole, malinconico, in contrasto con il ritmo veloce che farebbe pensare a qualcosa di più allegro.

Ad un tratto sento la mano di Takumi sulla pelle nuda della spalla e questo mi fa nuovamente prestare attenzione a quello che ho intorno.

Mi volto di scatto verso di lui, che però mi precede: “Non guardarmi così, non posso fare niente senza toccarti…”.

In effetti ha ragione, ma mi dà fastidio lo stesso. Rimango in silenzio.

La sua mano, invece di ritrarsi, percorre un po’ della mia spalla.

“Hai la pelle bianchissima e molto morbida… potrebbe essere doloroso e non è che io sia contento all’idea di farti male… potresti anche sanguinare. Cioè, io sono bravo e quindi non dovrebbe capitare, starò il più attento possibile, ma con una pelle così delicata…”.

Io scuoto appena la testa, sentendo le ciocche della frangetta sfiorarmi la fronte: “Non importa, sapevo che mi avrebbe fatto un po’ male”.

“Sei sicuro sicuro, allora?” chiede Takumi, aspettando la risposta definitiva.

“Sì”.

“E dove lo vuoi, questo tatuaggio?”.

“Proprio dove hai la mano, sulla spalla” rispondo con sicurezza, facendogli comprendere che ci ho pensato. Anzi, non ho pensato ad altro mentre raggiungevo questo negozio dove mi ha indirizzato Ayako, proprio perché potessi rivolgermi a qualcuno di conosciuto almeno di vista; è stata lei a spiegarmi che il bassista del gruppo di Arashi Miyagi lavorava anche in un negozio specializzato in tatuaggi e affini.

“OK, e cosa ci vorresti?”.

“Un fiore di ciliegio… piccolino, non grande, ma si deve capire che è un fiore di ciliegio” e mi viene da sorridere mentre rispondo, pensando ad Hanamichi.

“Ah!- Takumi mi sembra sorpreso, forse si aspettava qualcos’altro- Sai che mi ha stupito vederti entrare qui? Non mi sembri un tipo da tatuaggi” commenta, allontanandosi per prendere e preparare il necessario.

Non lo sono, infatti. E non è per me che sto per farmelo: sarà il mio regalo di San Valentino ad Hanamichi.

Ho capito il discorso che mi ha fatto ieri sui regali, sugli oggetti che però sono instabili a modo loro, sul fatto che vorrebbe qualcosa di speciale, di veramente speciale… e così ho pensato a questo.

Il mio do’aho non ha forse detto milioni di volte che avrebbe voluto scrivermi addosso ‘Proprietà privata’? Un segno definitivo, impresso su di me, incancellabile. 

Un fiore di ciliegio… che ricordi la stagione in cui è nato e che richiami subito il suo cognome e anche il suo nome… Hana…un fiore di ciliegio sulla mia pelle, indelebile…

Io, di mio, non amo molto i tatuaggi, ma questo è diverso, è speciale e ci tenevo a farti questo regalo, amore mio: qualcosa che non potrà mai perdersi o svanire, perché sarà sempre su di me…

“Allora io comincio, sei sempre sicuro, vero?” la domanda di Takumi mi distoglie dai miei pensieri.

“Sì”.

In effetti mi fa male… mentre mi mordo le labbra e mi sforzo di rimanere fermo, mi dico che devo essere completamente rincretinito… però poi ripenso ad Hanamichi e ai suoi abbracci sempre così appassionati e affettuosi, al suo sorriso allegro, radioso, buono, e a tutto l’amore con cui mi ha circondato…mi concentro su questo e il tempo sembra scorrere più velocemente…

“Fatto! No, aspetta, non muoverti ancora…prova a guardarti allo specchio, ce n’è uno dietro di te… ti piace?” mi dice Takumi. Sembra stranamente ansioso di sentire il mio parere sul suo ‘lavoro’, ma non ce n’è motivo: è un fiore piccolo e ben disegnato, come lo volevo io…

“Sì, mi piace molto” rispondo.

Lui sorride, poi inizia a sistemarmi  garza e cerotto sulla spalla: “Dovete allenarvi in questi giorni?”.

“No”.

“Meglio… la pelle ti tirerà un po’… ecco, ora puoi rivestirti. Senti- continua, mentre si sposta per il negozio riponendo i vari oggetti e buttandone altri- dovresti tornare a sentirci al ‘Club Z’, com’è che non siete più passati? La musica non vi è piaciuta?”.

Io mi vesto lentamente, cercando di muovere il meno possibile la spalla indolenzita, anche se non è facile, visto che devo infilarmi un maglione: “Al contrario, è piaciuta sia a me che  ad Hanamichi, ma poi abbiamo avuto moltissimi impegni con il basket e con la scuola…”.

Lui si fa pensieroso, poi mi osserva come se avesse capito tutto d’un tratto: “Sakuragi…- sorride gentilmente, associando finalmente il cognome di Hana al tatuaggio - Davvero un uomo fortunato…”.

Rimane in silenzio per qualche secondo, poi io gli faccio capire che vorrei pagare e andarmene: non voglio che il mio do’aho torni a casa prima di me, non voglio che faccia domande, deve essere una sorpresa…

“Ah, aspetta, in questi primi giorni dovresti ammorbidire la pelle con questa, che tra l’altro…”.

“Lo so e non voglio sentire doppi sensi sull’argomento!” lo precedo, visto che già mi mette abbastanza a disagio la confezione di crema che mi ha messo davanti, dopo averla presa da uno scaffale dietro al bancone.

“Ok… però io ne avrei parlato solo per motivi professionali, sono un tatuatore esperto e coscienzioso… anzi, ho anche io i miei tatuaggi. Vuoi vederli?” mi chiede, ritrovando la malizia di quando sono entrato nel negozio, anche se in realtà il suo atteggiamento è sempre molto lieve, non diventa mai davvero pesante…

Mi limito a fissarlo in silenzio, socchiudendo leggermente gli occhi.

“Ehm… niente doppi sensi, mi pare di capire che non ti piacciono molto!” si schiarisce la voce nel dirlo.

“No, non sempre per lo meno” confermo io.

 

 

La luce in camera nostra è accesa, riesco a vederlo dalla strada, quindi so già che appena entrato correrò al piano di sopra per avvinghiarmi al mio volpacchiotto, che sarà sicuramente in crisi d’astinenza da tensai e comunque io sono in crisi di astinenza da kitsune quindi il risultato non cambia!

Mi chiudo alle spalle il cancelletto e mi dico che ho fatto bene ad essere previdente, che mi rimangono diversi giorni per trovare un regalo degno di Kaede e che la fantasia del genio è solo a riposo per la troppa fatica a cui la sottopongo, ecco perché oggi non mi è venuto in mente niente!!!

Mi tolgo le scarpe e salgo al piano di sopra; mi arrivano dei miagolii distinti dal salotto, ma non ci bado più di tanto perché ho troppa fretta di stropicciarmi un po’ la mia volpetta prima di cena…

Apro la porta della nostra camera con un gran sorriso e lo saluto con un festoso “CIAO, VOLPACCIA!!!” con cui spero di evitare domande sulla mia spedizione per negozi, ma mi accorgo subito che qualcosa non va: sono entrato proprio mentre Kaede si stava infilando una felpa e ho fatto in tempo a vedere una medicazione che prima non c’era sulla sua spalla…

Lui, devo dire, fedele alla sua fama, non si scompone e fa finta di nulla: “Ciao, do’aho”, guardandomi tranquillamente, ma naturalmente io non posso non indagare…

“Kaede, cosa hai fatto alla spalla?”.

Lui mi guarda sorpreso, forse non si è accorto che avevo notato il cerotto.

“Hn?”.

“Ma sì, guarda che mi sono accorto della medicazione! Come hai fatto a farti male?” ecco, vedete? Basta che il tensai si allontani per appena tre ore e la volpe incapace si fa male!! Eh, quando dico che ormai non può più fare a meno di me…

No, a parte gli scherzi, non mi piace sapere che Kaede si è fatto male mentre era da solo in casa, neanche per un taglietto così piccolo…

“Niente… mi ha graffiato il gatto…”.

CHECCOSA?! IO LO SQUARTO QUELL’ODIOSISSIMO MICKEY!!!!!!!!!!!!!

“L’ho sempre detto che è un emissario del Principe delle Tenebre, dalla prima volta che mi ha soffiato contro!!!!!!!” strepito, ma Kaede si acciglia leggermente.

“Io non ho detto che è stato Mickey”.

E qui mi trovo costretto a sbuffare con sufficienza: “Non ce ne è bisogno, kitsune, Mickey è il più isterico dei gatti che hai…”.

“Non è affatto isterico e non parlar male di lui, è solo un gatto con una forte personalità e tu non hai ancora capito come trattarlo” replica Kaede; uhm… è vero che la volpetta adora tutti i nost… ehm… suoi gatti, ma Mickey è speciale per lui, faceva ancora le medie quando lo ha preso in casa, per qualche anno è stata la sua unica compagnia domestica… il che mi fa venire dei dubbi, perché quel gattaccio adora a sua volta Kaede almeno tanto quando odia me! Sospetto che non mi abbia ancora perdonato di averlo sfrattato dal futon dove spesso si raggomitolava per dormire accanto a Kaede, visto che lui lo aveva abituato così quando era un cucciolo. Comunque, intendo dire che non ce lo vedo Mickey a graffiare Kaede…

“Eppure mi sembra strano che quel micio abbia alzato le unghie su di te!” gli faccio notare.

La malefica volpe alza appena un sopracciglio… brutto segno… brutto per me, intendo!

“In realtà non è colpa sua, non lo ha fatto apposta… ma quando sei uscito hai fatto sbattere la porta di casa e lui si è spaventato. Lo tenevo appoggiato sulla spalla e, quando istintivamente ha tirato fuori le unghie per tenersi più saldo, mi ha graffiato (*). Ma non lo avrebbe mai fatto in caso contrario!”.

Io lo guardo minacciosamente, perché non è possibile che intenda quello che ho letto fra le righe!!!

“Kitsune!” esclamo con un tono che vorrebbe essere di ammonimento.

“Hn?”.

“Cioè, fammi capire… stai dicendo che Mickey ti ha graffiato, ma che lui è innocente e la colpa è mia ?!”.

“Sì”.

Ora lo strozzo…

Continuo a borbottare contro la stupida volpe e il malefico Mickey anche mentre scendiamo le scale per andare in cucina e pensare alla cena, e intanto mi guardo intorno pronto a individuare la belva, pronto a farle pagare il fio per aver versato il sangue del mio amore…

AHA, ECCOLO LA’!!!!!! E non ci credereste, ma… dorme!!! Gatto senza coscienza… come osa dormire, dopo aver ferito il suo padrone?!

“Do’aho, non ci provare!” mi ammonisce Kaede, sussurrando con una sfumatura letale nella voce.

Io lo guardo leggermente confuso: “Eh?! Ma che intendi?”.

“Non ci pensare proprio a punire Mickey! Anche se un animale fa male al padrone, non lo fa mai apposta e quindi non va punito… e poi ti ho detto che è stata colpa del tonfo che hai fatto fare alla porta” insiste lui, deciso come sempre.

Ma io sbotto: “E ancora!!! Ma poi io non me lo ricordo ‘sto cavolo di tonfo!!!”.

“Evidentemente eri distratto”.

“GRRRRRR… vuoi farmi venire un esaurimento nervoso, vero?!” gli ringhio, avvicinandomi minacciosamente; ma lui, d’un tratto, mi sorride leggermente e mi dà un bacio su una guancia.

“Affatto… voglio solo che non ti preoccupi per sciocchezze di questo genere”.

Non è adorabile la mia volpe? *_*

Mentre ceniamo parliamo d’altro, dei test che si avvicinano e del programma sportivo che inizierà fra un’ora, ma poi il volpacchiotto mi chiede se le mie ricerche pomeridiane abbiano avuto successo.

“Allora? Hai trovato qualcosa di speciale che potremmo scambiarci?”.

Ah… uhm… ehm…

“Non ho visto niente che fosse degno di attirare la geniale attenzione del tensai!” scuoto la testa, facendogli capire come sia difficile trovare qualcosa alla mia e alla sua altezza.

“Hn. Secondo me il cioccolato va benissimo” mormora lui, finendo di mangiucchiare.

Ma io mi dimostro molto risoluto a riguardo: “No, ho detto che voglio qualcosa di speciale! Vedrai che la troverò…”.

“Hn”.

Sparecchiamo velocemente e carichiamo la lavapiatti, poi ce ne andiamo in salotto e cosa mi tocca vedere??!! Mickey che si sveglia, si stiracchia tutto, per poi saltare in braccio a Kaede, che si è seduto sul divano. E Kaede che, invece di fare un po’ il sostenuto per fare sentire in colpa la bestiaccia, se lo stringe addosso coccolandolo!!!! Io non so chi dei due sia più fuori di testa, se la volpe o il gatto, ma forse lo è Kaede…

“Addirittura le coccole?!” osservo io, contrariato.

“Puoi accendere la tv, per favore? Sta per iniziare la trasmissione”.

“Sì, sì, cambia discorso…” borbotto io, impadronendomi del telecomando (cosa comunque ottima di per sé, potrò fare un po’ di zapping!!! A me diverte, ritengo sia superfluo aggiungere che a Kaede dà fastidio, vero?) e accendendo il televisore.

Sento un mormorio alle mie spalle.

“Non ho capito, kitsune, parla più forte!” gli dico, cercando il canale che ci serve.

“Stavo parlando con il gatto, non con te”.

Ah! E certo, come ho fatto a non pensarci…ok, ho capito: si è deciso a rimproverarlo, ma non voleva che lo sentissi perché sarebbe stato come darmi ragione e la stupida volpe non vuole ancora ammettere, dopo quasi due anni, di tenere in grandissima considerazione le parole del tensai!!

Mi siedo anche io sul divano e faccio per mettere un braccio intorno alle spalle del mio volpacchiotto, ma il gatto mi soffia contro…

“CHE CAVOLO VUOI, BESTIACCIA?!”.

“FFFFFFHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!”.

Umf, soffiasse quanto gli pare! Con uno scatto d’orgoglio, incurante dei graffi che potrebbero costarmi svariati punti se non la sutura, circondo con un braccio le spalle del mio amore e lo stringo a me. Però… devo dire che bastano poche carezze di Kaede sulla sua testaccia perché Mickey si calmi. Dopo un po’ inizia pure a ronfare…continua a sembrarmi strano che lo abbia graffiato, porta o non porta…

Ma forse sbaglio: per quanto domestico è pur sempre un animale e l’istinto può essere più forte di tutto in certi casi…

  

 

Non mi piace mentire ad Hanamichi, per fortuna l’inganno durerà per pochi giorni… non mi è piaciuto neanche dover dare la colpa al mio gatto, ma mi è sembrata la cosa più credibile: una caduta non sarebbe stata altrettanto convincente…

Mi sento un po’ in colpa, quindi quando Mickey mi salta in braccio lo stringo forte e lo accarezzo sotto il mento mentre lui mi fa le fusa: “Scusa, Mickey, ma era per una buona causa…” mormoro, sorridendo appena.

“Non ho capito, kitsune, parla più forte!” mi dice il mio do’aho.

“Stavo parlando con il gatto, non con te” lo gli faccio notare.

Lui mi guarda come se fossi pazzo, e in più, quando si siede, c’è uno scambio di soffiate e di grida tra lui e il gatto, ma poi il resto della serata scorre pacifico… io appoggio la testa sulla spalla di Hanamichi, muovendomi cautamente perché non mi faccia male il tatuaggio, e il gatto si addormenta placidamente in braccio a me… mi piace moltissimo stare così…

Quando arriva il momento di salire in camera, deposito Mickey nella cesta, controllo gli altri gatti (a un certo punto sembrava che Jordy fosse sparito, invece si era solo avvolto tutto nella coperta che tengo sull’altro divano…) e salgo su insieme ad Hanamichi; la stanza è in penombra e io mi cambio velocemente, imitato dal mio do’aho. Mi infilo nel futon e sto per sdraiarmi quando lui mi abbraccia.

“Kitsune, non avrai mica già sonno, vero?!” mi chiede, in tono allusivo.

“Mmmm… un po’ sì, vediamo se riesci a farmelo passare…” lo provoco, osservandolo maliziosamente.

Ci baciamo con passione e la nostra stretta si fa più forte, ma ad un tratto Hanamichi mi rovescia sul futon per farmi sdraiare.

“AHI!!!” dannazione, non avrei voluto gridare, ma mi ha fatto davvero male alla spalla.

“Che è successo?” mi chiede lui, tirandosi indietro e guardandomi con ansia.

“La ferita…” mi limito a dire io, ma è sufficiente, perché lui capisca subito.

“Oddio, Kaede, non ci ho pensato!!! Scusascusascusascusaaaaa!!!” e nel dirmelo mi abbraccia delicatamente, riempiendomi il viso di tanti piccoli baci.

Prendo due respiri profondi, mentre sento la spalla pulsare leggermente, ma il dolore che mi aveva provocato l’impatto brusco con il futon si affievolisce poco a poco; Hana mi tiene stretto a sé, accarezzandomi i capelli e mormorandomi che non l’ha fatto apposta.

Lo so, amore mio…

Ma a lui dico: “Ci mancherebbe soltanto questo, do’aho!”.

“GRRRR…apprezza le scuse del genio, kitsune ingrata!”.

Io lo guardo negli occhi e poi mi protendo a baciargli la punta del naso, per fargli capire che scherzavo; Hana mi sorride, riprende a baciarmi il viso, il collo… ma poi si scosta e fa per spostarsi accanto a me.

“Hn?”.

Lui sembra un po’ imbarazzato: “Forse per stasera è meglio di no…” e capisco che allude a quanto successo pochi attimi fa, che non vuole farmi male.

Io aspetto che si sdrai al mio fianco per fargli notare: “Do’aho, mi hai fatto passare il sonno…”.

Anche nella penombra, posso vedere la luce appassionata che brilla nei suoi occhi.

“Sì, ma…”.

Si interrompe quando io mi sposto a mia volta per sedermi a cavalcioni su di lui.

“Hana, non credo che tu abbia problemi a  prendermi anche così, vero?” gli chiedo in un soffio.

“Verissimo” annuisce lui, con la voce già roca dall’eccitazione.

E infatti me lo dimostra poco dopo…

 

 

Sono uscito anche oggi.

Forse dovrei passare più tempo a casa a studiare, ma il fatidico giorno si avvicina e io sono ancora a mani vuote…

Però ieri notte ho avuto una idea e adesso devo recarmi subito in una gioielleria per vedere se si può realizzare, perché potrebbe volerci qualche giorno! Andrò dove ho già comprato i braccialetti, anche perché è l’unica che conosco…

Mentre cammino con una certa velocità, noto dall’altra parte della strada un negozio di tatuaggi e per qualche attimo rallento; a me piacciono i tatuaggi, danno quell’aria vissuta e sprezzante di ogni rischio… potrei tatuarmi il suo nome… sì, il suo nome… oppure il suo e il mio intrecciati da tanti cuoricini… oppure la scritta HanaRu Forever…

Mi fermo in mezzo al marciapiede, pensandoci seriamente, ma poi decido che è meglio di no: io volevo una cosa che potessimo scambiarci, ma non mi va di imporre una iniziativa così a Kaede… se non fosse d’accordo (e io non so come la pensi sull’argomento, visto che non abbiamo mai parlato di tatuaggi), sarebbe spiacevole sentirmelo dire e a lui spiacerebbe dirlo… ammetto che mi piacerebbe, però: sarebbe come… un marchio, sì… ok, può suonare male messa in questo modo, ma sarebbe un segno di appartenenza indelebile!

Scuoto la testa riprendendo a camminare e dicendomi che, tutto sommato, l’idea che ho avuto è carina e che anche se non è speciale quanto avrei voluto piacerà a Kaede e che sarà divertente ascoltare i suoi commenti…

Giro l’angolo e scorgo l’insegna del negozio; mi viene da sorridere… non vedo l’ora di vedere il risultato finale…

 

 

Mi sono appena sdraiato sul divano, in attesa del ritorno della mia testa rossa (attesa che vorrei riempire dormendo), quando sento suonare alla porta.

Non può essere Hanamichi, che tra l’altro ha le chiavi, inoltre mi torna in mente la promessa di Ayako di venire a casa mia per vedere il tatuaggio; vado ad aprire e scopro che ho indovinato, è proprio lei e, per di più, non è sola…

“Ciao, Ru!!!” mi saluta vivacemente, come è da lei.

“Rukawa!!! Ayako ci ha raccontato, non potevamo non venire anche noi” mi sorride Mitsui, che sembra molto molto curioso.

“…ao, senpai…”.

“Ciao, Rukawa-kun, scusa l’invasione…” mi dice Kogure, quasi imbarazzato per questa improvvisata senza preavviso.

“…ao, senpai…”.

“Hanamichi non c’è?” domanda il nostro ex-tiratore da tre punti, guardandosi intorno.

Io scuoto la testa: “No, è uscito una mezz’ora fa”.

“Ma lui che ha detto del tatuaggio?” interviene Ayako.

“Veramente non lo sa, anzi, vi sarei grato se non ne parlaste in sua presenza per qualche giorno” spiego loro. Ecco, mi seccherebbe moltissimo se lo venisse a sapere così!

Kogure si acciglia leggermente: “Ma come, non se ne è accorto?”.

“Gli ho detto che ho una spalla incerottata perché mi ha graffiato uno dei miei gatti”.

“Scusa, ma perché questa segretezza? Ci sono segreti di Stato che vengono custoditi con meno cura…” osserva Mitsui, scrutandomi perplesso.

“E, soprattutto, io voglio vedere il tatuaggio, Ru!!! Dai, tanto adesso Hanamichi non è in casa!!” insiste Ayako, curiosissima.

“Ma non avete altro da fare questo pomeriggio?” dico un po’ bruscamente, per scoraggiarli, ma in effetti loro non sono certo tipi da scoraggiarsi per così poco, e infatti mi dicono in coro:

“No!”.

“Dai, Ru, non fare storie e saliamo al piano di sopra, che non ti puoi spogliare in mezzo all’ingresso…”.

Alla fine, ci ritroviamo tutti in camera mia.

Mi tolgo lentamente il maglione, e nel farlo sento che la pelle tira ancora un po’, forse non ho messo abbastanza crema… già è stato un incubo doverla nascondere perché non la trovasse il mio do’aho…ora è in fondo ad uno dei miei cassetti, che lui non apre mai perché non ci sono cose di entrambi, ma solo mie.

“Come mai tutta questa garza e questi cerotti? Hai sanguinato?” si preoccupa Kogure, quando li nota.

“No, ne ho aggiunti io per impedire all’acqua di arrivare al tatuaggio durante il bagno. Così sarà  più riparato” lo rassicuro; si vede che il senpai ha l’istinto del medico…

Con cautela, scopro la pelle da garza e cerotti e rivelo ai miei compagni il piccolo fiore di ciliegio; osservo i loro volti e mi sembrano stupiti all’inizio, ma poi mi sorridono.

“Ora capisco…” mormora Ayako, con una sfumatura dolce nella voce.

“E’ davvero un bel pensiero, Rukawa” aggiungono Mitsui e Kogure e poi l’ex-teppista continua: “Pensa che io credevo che avesse a che fare con l’America, visto che i cestisti americani sono quasi tutti tatuati… come dire… un modo per entrare di più nell’atmosfera!”.

“Hn” no, non lo avrei mai fatto solo per quello…

“Senti, ma fa male?” chiede sempre Mitsui, dopo qualche secondo di silenzio.

“Lì per lì sì…e anche adesso la pelle tira un po’, ma è perfettamente sopportabile” rispondo.

“Aha, mi avevano detto che capita così, forse dovresti mettere un altro po’ di crema, ti aiuto i… no, meglio di no!!!” aggiunge subito Mitsui, davanti al mio sguardo non esattamente entusiasta per la sua idea. Non per niente, ma visto che si tratta di quella crema…non so, mi mette a disagio…

Lui si schiarisce la voce, in imbarazzo per lo stesso motivo credo, ma poi si riprende e aggiunge: “Tempo fa anche io mi ero un po’ informato e avevo avuto una mezza idea di tatuarmi, ma poi non ne ho fatto niente… però, Kimi-kun, prova a pensare se…” gli dice qualcosa all’orecchio e io e Ayako vediamo il senpai arrossire leggermente ma allo stesso tempo scoppiare a ridere e dirgli “Hentai!!” tra una risata e l’altra…

Restano qui con me per un altro po’, mi raccontano della squadra universitaria, dei loro corsi, mi chiedono se siamo preoccupati per gli esami di ammissione, poi se ne vanno e io ritorno in salotto, controllando l’ora e pensando che il mio do’aho dovrebbe tornare da un momento all’altro.

Infatti non devo aspettare molto: sento il rumore della porta e poi la sua voce.

“Kaedeeeeeeeee! Sono a casa!!!” si annuncia dall’ingresso.

“Ciao” lo saluto, quando si affaccia dalla porta del salotto.

Hn… la sua espressione soddisfatta mi dice che ha trovato il regalo che cercava!

“Complimentati con il genio, stupida volpe!!! Ho avuto un’idea meravigliosa!!!” esclama subito, infatti.

“Bene” mi limito a dire io, non volendogli dare soddisfazione per provocarlo.

“Ed è inutile che tu mi chieda qualcosa, la mia bocca rimarrà cucita fino al 14, chiaro? Quindi non chiedere niente!” prosegue lui, quasi ammonendomi.

“Hn…guarda che sono le scimmie ad essere curiose, non le volpi!” replico.

Mi aspetterei una reazione più vivace, invece la mia testa rossa si limita ad un borbottio indistinto… eppure giurerei di averlo visto sorridere alle mie parole, per una frazione di secondo…

Passano pochissimi giorni e arriva la vigilia di San Valentino.

Hanamichi è uscito nel primo pomeriggio con fare misterioso, e penso che sia andato a ritirare il regalo che ha scelto, e adesso è di nuovo a casa e sembra molto contento; a dire il vero un po’ di curiosità ce l’ho, ma in fondo si tratta di aspettare solo fino a domani…

Sto per cercare un cd da mettere nello stereo, quando il mio do’aho mi si avvicina.

“Senti, Kaede, come mai la tua spalla è ancora incerottata? La ferita non si cicatrizza bene? Potrebbe essersi infettata?” mi chiede. Non sta scherzando, il suo tono è serio.

“Hn?”.

“Sì, be’… dopotutto quel gatto sta spesso in giardino… non sarebbe meglio che tu andassi da un medico? O magari potresti farla vedere a mia madre”.

Mi dispiace, non voglio che si preoccupi…

“No, la ferita è a posto. Sono io che ho preferito tenerla coperta ancora un po’ perché mi dà fastidio sentirci sopra la lana dei maglioni…- spero di essere convincente- Comunque, domani toglierò garza e cerotti, lo avevo già deciso!” gli annuncio.

“Tutto a posto, quindi? Sicuro?” chiede lui, ancora una volta.

“Sicuro” confermo io.

Hanamichi mi bacia sulla fronte: “Sono contento, Kaede, io voglio che tu stia sempre bene!”.

Sentendo queste parole, lo abbraccio forte, d’istinto, affondando il viso nell’incavo della sua spalla, stringendo fra le dita la stoffa della sua felpa: nessun altro al mondo potrebbe farmi sentire così amato, così sereno… sorrido leggermente, cercando di immaginare la faccia che farai domani, amore mio, quando vedrai il fiore di ciliegio… sono contento di averti fatto anche io un bel regalo, mi ripeto, sciogliendomi dalla tua stretta.

“Volpetta affettuosa!” mormora lui, dandomi un altro piccolo bacio, questo sulla punta del naso.

Sì, non vedo l’ora che venga domani e… oddio…domani è il 14… ho scordato di comprare il cioccolato!!!!! Mi sono concentrato così tanto su questa cosa del tatuaggio che ho dimenticato di comprarlo!!! Devo rimediare, anche perché lui lo ha comprato, invece: ho visto che poco fa ha riposto una busta sospetta nella credenza…

In questi casi il mio carattere mi aiuta molto: senza fare una piega, mi avvio verso l’ingresso e mi infilo il giaccone.

“Do’aho, io esco, tornerò presto” gli dico, alzando la voce perché mi senta dal salotto.

Nel giro di due secondi, quando non ho ancora finito di tirare su la chiusura lampo del giaccone, arriva anche lui all’ingresso. La sua velocità nella corsa è sempre eccezionale…

“Scusa, dove devi andare così all’improvviso?” domanda subito, tra l’incuriosito, il perplesso e il seccato.

“Niente… arrivo qua vicino…” rispondo laconicamente, infilandomi le scarpe.

“Non puoi uscire domani? Dai, stavamo per ascoltare un po’ di musica… ho voglia di stare micio-micio con te sul divano!!” insiste lui.

“No, devo uscire oggi. Torno presto, non ti preoccupare, intanto scegli altri cd da ascoltare…” e apro la porta di casa.

Qualche istante di silenzio alle mie spalle e poi un grido…

“HAI SCORDATO LA CIOCCOLATAAAAAAA!!!! VOLPE MALEFICA E SMEMORATAAAAA!!!!!”.

“Sto appunto uscendo per rimediare, do’aho, quindi sta’ zitto!!!” replico io, seccamente, aprendo il cancelletto.

“La voglio al latte!!!! E con le nocciole!!” ribadisce lui, guardandomi furibondo dalla porta di casa.

 

 

Finalmente è arrivato San Valentino!

Purtroppo dobbiamo andare a scuola, quindi abbiamo deciso di festeggiare alla grande quando torneremo a casa; tra l’altro ieri pomeriggio poi Kaede è tornato con un bustone della mia pasticceria preferita… lo so perché ho sbirciato, non ho resistito… quindi credo che gli perdonerò la sua colpevole dimenticanza!!!

Comunque, adesso è mattina e le varie stazioni radio, specie quelle destinate ai più giovani, non parlano che di questa festa nelle varie trasmissioni: danno consigli su come confezionare bene il cioccolato da regalare (ok, sono suggerimenti per le ragazze, ma a me piace sentir parlare di cibo!), su come disegnare anche con il computer dei bei bigliettini… vabbe’, passiamo a cercare qualcosa di più maschile!!! Uhm… però di consigli su come finire in bellezza la serata io non ne ho certo bisogno! E neanche su cosa fare per non essere troppo nervosi!

Come dire… un Uomo, un Seme, senza falsa modestia, io l’ansia da prestazione non so cosa sia, scommetto che lo pensa anche la mia volpetta adorata!!!!

“Vero, amore?” gli chiedo, seguendo il filo dei miei pensieri.

Lui è davanti a me, con il capo un po’ chino e la frangia che vela i suoi incantevoli occhi.

Ehm… non credo che abbia capito a cosa mi riferissi, pensandoci bene…

Poi Kaede solleva di poco la testa e si sforza di aprire gli occhi (per me è sempre inquietante vederlo bere la spremuta di arancia ad occhi chiusi!!).

“Che incubo le mattine…” lo sento mormorare, mentre si alza per posare il bicchiere nel lavandino.

“Eh, ma per ogni mattina poi c’è una sera da sogno!” proclamo in tono filosofico.

“Hn…- non mi sembra di averlo convinto-…cosa mi stavi chiedendo prima?”.

“Niente, pensavo ai progetti per la serata, appunto…” non riesco a trattenere un ghigno.

“Do’aho hentai!” ma lo dice con un leggero sorriso…

A scuola nulla di nuovo: come sempre è l’armadietto di Kaede ad essere il più pieno di bigliettini e di cioccolata. Io e gli altri ragazzi lo osserviamo attoniti: devono esserci svariati chili di dolciumi là dentro… la maggior parte dei quali, in realtà finirò per mangiarli io, ma questo magari è meglio che me lo tenga per me!!!

Mi sto avviando in classe quando sento i saluti di Yohei e dei miei amici della Gundan.

“Ciao, Hanamichi”.

“Ciao… come va?”.

“Notizie incredibili, Okuso ha trovato un biglietto nel suo armadietto!” ride Yohei.

“Ma dai!! Lei chi è?”.

“Non lo so, una del secondo anno, credo…”.

“Bisogna scoprilo”.

Domando a Yohei se Maya gli ha già dato il suo regalo e, intanto, mi chiedo distrattamente se fra i bigliettini e i dolci per Kaede non ci fossero anche quelli di Haruko. Probabilmente sì…

“Io e Maya ci vedremo questo pomeriggio… e tu?” chiede il mio migliore amico.

“Io? Be’…” mi imbarazza un po’ parlarne, la vedo come una cosa troppo privata.

E Yohei lo intuisce.

“Ok, niente domande… comunque, è incredibile come sia tutto diverso rispetto al San Valentino di quando eravamo matricole, non trovi?”.

Annuisco: “Già…”.

“E’ un’ottima compensazione, comunque!” scherza Okuso, a pochi passi da noi.

Ma io lo sorprendo, scuotendo il capo: “No, a me non piace vederla così: se pensassi al mio rapporto con Kaede come a una compensazione per le sfighe di prima… lo sminuirei e basta!!! Questo non è un ‘contentino’… Kaede è tutto quello che volevo…”.

Ho parlato tranquillamente, ma con sicurezza e loro sanno che lo penso veramente; forse è per questo che non si meravigliano.

“Già…” dice, a sua volta Okuso.

Accanto a me, Yohei sta sorridendo.

  

È sera!!!

Abbiamo cenato, abbiamo sparecchiato e ora non ci saranno più distrazioni e potremo concentrarci su di noi; ieri sono tornato in gioielleria per ritirare il pacchettino e adesso davvero non vedo l’ora di darlo a Kaede…

Siamo in camera nostra, seduti per terra, accanto al futon già steso.

Lo scambio della cioccolata fila liscissimo!! Tutti e due ne abbiamo comprata un bel po’, lui si è ricordato anche quella alle nocciole e per me prevedo felici e lunghi sgranocchiamenti, specialmente guardando dvd o videocassette…

Però ora l’atmosfera cambia un po’: lui sa che ho qualcosa da dargli e io sono un po’ nervoso… perché spero tanto che il mio regalo gli piaccia e perché a dire il vero non vedo pacchettini per me in giro, né lui fa cenno di volersi alzare per prendere qualcosa di riposto… possibile che non abbia pensato proprio a niente? Che non gli sia venuto in mente nulla di speciale pensando a noi? Eppure…

Be’, lo saprò tra poco, adesso è il mio turno di dargli il regalo; Kaede è seduto davanti a me e mi osserva in silenzio, aspettando.

“Per te, kitsune!” gli sorrido, nel porgergli il pacchetto.

Lui lo scarta abbastanza velocemente, segno che la mia volpetta un po’ curiosa doveva esserlo, anche se si sarebbe tagliata la lingua piuttosto che ammetterlo; poi, apre la scatoletta e rimane sorpreso… infine sorride…

“Do’aho, vedo che finalmente ti sei deciso ad ammetterlo!!” mi sorride divertito, sollevando e facendo dondolare sotto i miei occhi il ciondolo a scimmietta.

Io sbuffo, ostentando sufficienza: “Affatto… ma ho pensato che fosse la cosa migliore, perché ormai la tua testolina da kitsune si è abituata a questa idea e non posso pretendere di fartene intendere un’altra!!”.

Intanto, Kaede osserva anche l’altro ciondolo, quello a forma di volpe.

“Come hai fatto a trovarli?” mi chiede, sorpreso. Però è contento, lo vedo dallo sguardo brillante…

“Ah… in effetti li ho ordinati…- gli spiego-… al negozio dove avevo già comprato i braccialetti, infatti sono fatti in modo da potersi appendere anche alla catenina di un bracciale, vedi? Ho preferito l’oro bianco perché fossero in tinta con i bracciali, diciamo così!!! Sai, avevano un sacco di ciondoli, ma non con questi animali, ma quando ho detto cosa volevo mi ha spiegato che avrebbe potuto farli fare… a dire il vero si è un po’ stupito per la volpe!!! Eheheheheh… ci pensi, kitsune? Abbiamo due pezzi unici!!!” è una bella consapevolezza, non trovate?

Il volto di Kaede è luminoso e io capisco che gli piacciono e quindi posso tirare un sospiro di sollievo.

“So che può sembrare contraddittorio…- proseguo-… ti avevo detto che neanche un oggetto mi sembrava sufficiente, perché poteva perdersi o rompersi, e invece alla fine ho comprato due ‘oggetti’, ma mi sembravano speciali perché si riferivano a noi…”.

“Mi piacciono molto, Hana. Come ce li dividiamo?” mi chiede lui, inaspettatamente. A volte i pensieri di una volpe sono tortuosi…

“In che senso? Sembra che tu stia parlando di un bottino…” gli faccio notare.

“Mi domandavo: io devo tenere la volpe, che mi identifica, o la scimmietta, in relazione a te?”.

Ah!!! Tutto chiaro!!!!

“Ognuno tiene il ciondolo che rappresenta l’altro!!- dico subito, con prontezza, per poi aggiungere- O per lo meno, io l’avevo pensata così!”.

Il mio volpacchiotto accenna un sorriso e mi porge la volpetta in oro, facendomi capire che è d’accordo con me.

A questo punto dovrebbe essere lui a rivelare il suo regalo, invece vedo che continua a non fare cenno di alzarsi e quindi mi rassegno al fatto che non c’è nessun pacchetto da parte sua… e non è che io volessi un dono a tutti i costi, penso che abbiate capito con che spirito pensavo a questi regali, però ci rimango un po’ male…

“Allora… non hai trovato proprio niente, eh?” lo precedo, prima che me lo dica lui. Dopotutto, mi ha ricoperto di cioccolata e ha comprato proprio le mie tavolette preferite…

“Hn”.

“Capisco che le intuizioni del tensai siano inarrivabili!!!” proseguo. In effetti, povero cucciolo, una volpe come lui non può arrivare ai miei livelli nel trovare soluzioni in situazioni come questa.

“Veramente un regalo ci sarebbe…” mormora lui, inclinando leggermente la testa.

Improvvisamente mi sento di nuovo benissimo!!!!!!! Ha detto che c’è un regalo!!!!!!

“DOVE? COSA?” salto su, palesando il mio entusiasmo.

“Uhm… prima, però, vorrei togliermi la garza e il cerotto…mi danno fastidio…” dice lui e qui credo di fare una faccia strana, perché, giuro, queste sue associazioni mentali a volte non le capisco proprio!!!!

“Oi kitsune…ADESSO devi toglierti i cerotti?!” domando allibito. Ma non può aspettare cinque minuti?!

“Sì, adesso… anzi, mi aiuti?” me lo chiede mentre solleva il maglione per poi sfilarselo e io non posso fare altro che raggiungerlo e mettermi alle sue spalle per aiutarlo, appunto. Vabbe’, così poi proseguiremo la serata senza che nulla ci disturbi o ci interrompa.

“Avanti, do’aho” mi incita lui e io, delicatamente tiro via l’insieme di garza e cerotti che ha sulla spalla sinistra. Faccio attenzione a non essere brusco, per non arrossargli la pelle e… un momento, questo… sotto tutta questa roba c’è… un fiore di ciliegio… sulla pelle di Kaede…

Io… non so che pensare…cioè, non proprio, è che…

“Kitsune, cosa…”.

“E’ un tatuaggio” dice lui, semplicemente.

Scuoto la testa, per schiarirmi le idee: “Questo lo vedo anche io, ma… il fiore di ciliegio si richiama al mio cognome, no?”.

“E un po’ anche al tuo nome… dopotutto, ‘Hana’ significa ‘fiore’…”.

“E’ bellissimo…” mormoro, sfiorandolo delicatamente con le dita.

“E’ il mio regalo. Mi dispiace averti detto delle bugie in questi giorni, e mi dispiace di aver incolpato Mickey, ma non volevo che te ne accorgessi prima del tempo…”.

Io fisso la spalla di Kaede come in trance.

Un fiore di ciliegio… qualcosa che fa pensare a me… è molto piccolo, ma è perfetto… ed è su di lui…

“Io… non so cosa dire…” sussurro, sfiorandolo di nuovo; ho il cuore che mi batte a mille…

Kaede si volta a guardarmi con quel visetto che fa quando non vuole sentire troppe cose romantiche, perché lo imbarazzano, e dice in tono scherzosamente sostenuto: “E’ che spesso dicevi che avresti voluto scrivermi addosso ‘proprietà privata’… lo hai detto talmente tante volte che, per non sentirti più, ho deciso di farmi tatuare questo fiore… In un certo senso, è come se ci fosse scritto quello, no?” e a questo punto mi sorride nel suo modo più affettuoso.

Io non dico niente: gli prendo il volto fra le mani e mi protendo per baciarlo sulla bocca… lui mi ricambia… il suo bacio è dolce, il suo sapore è buono… è più dolce del miele…

“Mio…”.

“Tuo…” un mormorio soffiato sulle mie labbra…

Mi sposto, per guardare di nuovo quel fiore che parla di me sulla sua pelle, indelebile… mi chino a baciarlo, le mie labbra percorrono la pelle morbida e liscia delle sue spalle e della sua schiena… poi torno a baciare il fiore…

“Mio per sempre…”.

“Tuo per sempre…”.

Mi sposto di nuovo per guardarlo negli occhi e lui aggiunge, con un sorriso appena accennato: “Do’aho… ero tuo anche prima di questo…”.

Lo bacio nuovamente, con maggiore passione; lo induco a sdraiarsi sul futon, sotto di me, e lo guardo.

I suoi capelli nerissimi e la sua pelle bianchissima, i suoi occhi blu come zaffiri, i suoi lineamenti angelici e perfetti. Miei.

Lo bacio lievemente sulle palpebre chiuse, sulle guance, sulle labbra, sulla fronte.

“Ti amo da impazzire, Kaede”.

Il suo torace niveo, i suoi muscoli armoniosi, il suo corpo stupendo. Miei.

Bacio dolcemente la sua pelle inspirandone l’odore, bacio la sua gola, la curva delle sue spalle, i suoi capezzoli rosati.

“Hana…”.

La sua forza, il suo orgoglio, i suoi silenzi, la sua introversione, la sua sicurezza. Miei… anche questi…

Sbottono i suoi pantaloni e glieli sfilo insieme ai boxer… mi spoglio a mia volta e torno subito ad abbracciarlo, riempiendomi della sensazione delle sue mani che percorrono la mia schiena… ci guardiamo negli occhi e capiamo che non possiamo più aspettare… mi incanto ad ascoltare il respiro di Kaede, che si fa più affannoso quando entro dentro di lui, che si trasforma in mugolii e poi in gemiti quando comincio a muovermi nel suo corpo, che diventa un grido per chiedermi di prenderlo più in profondità…che torna un mormorio indistinto di parole che non riesco a capire bene, mentre riposiamo ancora storditi per il piacere raggiunto…

“Uhm… ti voglio ancora, kitsune…” gli sussurro, passandogli una mano fra i capelli umidi e attirando a me il suo viso per baciarlo.

“Mmm…” fa le fusa lui, poi mi lancia uno sguardo malizioso e si gira, inducendomi a sdraiarmi supino; mi bacia sulla bocca e poi le sue labbra scendono lungo il mio corpo, lentamente, facendomi eccitare nuovamente…

“Hentai!” dice lui, ridendo leggermente.

“Lo sai che la mia ripresa è velocissima!” gli faccio notare, ma poi non riesco più a parlare, affondo di nuovo le mani nei suoi capelli e mi concentro sul piacere che mi procurano le sue labbra… è una sensazione bellissima che mi fa impazzire, lo penso una volta di più mentre raggiungo il culmine e grido forte il nome di Kaede… sì, una sensazione bellissima, ma per me una sola è la più bella di tutte ed è quella di poter stare dentro di lui… sento Kaede che si sposta, sdraiandosi su di me e stringendomi, dandomi un bacio che sa dei nostri sapori mescolati…

“Volpaccia…” lo chiamo, con il respiro affannato.

“Mmm…” fa di nuovo lui, con un tono estremamente sensuale.

“Volpaccia…ti amo tanto…”.

“Anche io ti amo… do’aho!”.

Ah, mi fa diventare matto quando usa questo tono!!! Con una mossa fulminea, ribalto le nostre posizioni e mi porto sopra di lui.

“Hn?” si stupisce lui. Fa male: mai stupirsi della capacità di ripresa del tensai!!

“Poco fa ti ho detto che ti voglio ancora!” gli ricordo.

E anche voi, non stupitevi troppo!! Non vi ho appena detto che per me non c’è niente di più bello che possederlo?

Dopo, è bellissimo anche stare vicini a riposare.

Kaede è sdraiato vicino a me, a pancia sotto, e io ogni tanto mi chino a baciare e a sfiorare la sua schiena e le sue spalle, in particolare il fiore di ciliegio; mi piace troppo vedere questo fiore su di lui!!! Me lo studio per bene e devo ammettere che è veramente bello, anche se non rinuncio a fare una osservazione alla mia volpe.

“Oi kitsune…- mi chino su di lui, riempiendogli di piccoli baci il viso-…però sotto al fiore la scritta ‘proprietà privata’ ci starebbe bene!! Giusto per essere più espliciti, il mondo è pieno di idioti e la chiarezza è tutto in certi casi!!! Come mai non ci hai pensato?”.

“Ci fai o ci sei?” sospira Kaede, sorridendo leggermente.

“Non mi sembra il momento adatto per affrontare una discussione filosofica…- ribatto io, pronto, perché non possa cambiare discorso-… quello dell’essere è un problema serio… vabbe’, magari si può aggiungere, no? A proposito, dove ti sei fatto fare il tatuaggio?”.

Il mio volpacchiotto si sposta, girandosi su un fianco e guardandomi: “Ayako mi ha indirizzato al negozio dove lavora Takumi… il bassista della band del fratello di Miyagi. È stato bravo e poi è un posto pulito e…”.

Kaede continua a dire qualcosa, ma io non lo seguo più molto… ha detto Takumi? Quel Takumi? Il tizio che diceva che sarebbe stato fantastico su un palcoscenico?!

AAAAAAAAAAAARGHHHHH!!!!!!!!

“QUEL Takumi!!!!” esclamo, interrompendolo bruscamente.

“Quanti ne conosci con questo nome?” mi chiede retoricamente lui, accigliandosi e rivolgendomi uno sguardo irritato.

“E… e per farti il tatuaggio ti ha visto spogliato… cioè, senza maglione…e…e TI HA TOCCATO!!!!!!” ma io questo lo ammazzo!!!! Me lo ricordo come fissava Kaede, non gli sarà parso vero di potergli mettere le mani addosso con la scusa di dover lavorare!!! Ma vi rendete conto???!!!

“Anche se fossi andato da un altro, questi avrebbe dovuto toccarmi la spalla… insomma, si tratta della spalla, ok? Dacci un taglio, do’aho!!” ribatte lui, socchiudendo gli occhi in segno di ammonimento a non tirare troppo la corda.

Comunque, non lo ammetterò mai, ma la stupida volpe ha ragione: chiunque avrebbe dovuto toccarlo, per realizzare il tatuaggio, me ne farò una ragione…

“Vabbe’…” borbotto, sdraiandomi supino e attirando Kaede su di me, per fargli poggiare la testa sul mio petto.

Restiamo qualche secondo in silenzio e poi io riprendo, più seriamente: “Sai, Kaede, che un pomeriggio ero passato davanti ad un negozio di tatuaggi e mi ero fermato un attimo là davanti? Però non sapevo come la pensassi a riguardo, così poi non sono neanche entrato a curiosare…”.

La mia volpetta alza la sua adorabile testolina per potermi guardare dritto negli occhi e dice: “Mi fa piacere che tu ci abbia pensato! Così non avrai problemi a venire al negozio con me…”.

“Per che fare?” domando, curioso.

“Do’aho, è vero che io sono tuo, ma anche tu sei mio! Devi avere anche tu un tatuaggio che riguardi me…”.

Bella idea!

“Una scritta: Seme Numero Uno della Prefettura! Essenziale e chiara, vero, Kaede?”.

Ehm…cos’è questo ringhio volpesco?

“Ok, qualcosa di più romantico…uhm… trovato!!!!” sì, è la cosa migliore…

“Che cosa?” indaga Kaede, sospettoso.

“Sarà una sorpresa” lo avverto, sorridendogli con complicità.

“Oi do’aho, guarda che un tatuaggio è indelebile… vedi di non farti tatuare addosso chissà quali scemenze!” mi avverte lui, ma io lo so benissimo e, per tranquillizzarlo, ripeto, sempre seriamente: “Lo so, kitsune, non ti preoccupare… ti piacerà, vedrai!” ne sono sicurissimo.

“Hn… allora, io penso che sia bene tornare al negozio dove lavora Takumi, visto che già lo conosciamo” conclude la kitsune, che, evidentemente, ha deciso di fidarsi.

Io annuisco: “Giusto, andiamoci domani. Così potrò spaccare la faccia a quel porco!!!”.

Kaede scuote il capo, ma ben presto smette di farlo, quando io lo rovescio nuovamente sul futon per baciarlo appassionatamente.

Dopotutto, è ancora sera e San Valentino non è ancora passato…

 

E così per la seconda volta in pochi giorni mi ritrovo in un negozio di tatuaggi; spingo la porta ed entro per primo, notando subito che Takumi è seduto in un angolo e sta sfogliando quella che ha tutta l’aria di essere una rivista musicale.

Sentendo il rumore, alza il capo dalle pagine e mi vede, facendomi un grande sorriso: “Rukawa-kun, che bello rivederti così presto!!! Stanotte ti ho sognato, lo sai? Voui che ti racconti il sogno?”.

“Sì, guarda, non vedo l’ora di sentirlo…”.

Questo non sono io, ovviamente, ma Hanamichi, che è entrato dopo di me e che è alle mie spalle.

Io non faccio una piega.

“Sakuragi, benvenuto…” lo saluta Takumi, con un sorriso un po’ più smorzato.

Il mio do’aho si avvicina al tavolo dove sono posati gli ‘attrezzi’ che servono ai tatuatori e prende in mano la pistola per le siringhe.

“Questa dà l’idea di dare una morte lenta e dolorosa… proprio quella che ho in mente per te, hentai!!!” gli dice minaccioso.

“Ok… so che non è di buon gusto fare battute così con chi è già impegnato, ma che vuoi farci? Puoi posare quell’aggeggio, però? Mi dà una certa ansia vederlo in mano a te…” Takumi si porta vicino a noi con la solita disinvoltura e Hanamichi posa la pistola, continuando a fissarlo biecamente.

Il bassista, però, diviene serio nel chiedermi: “Come mai qui? Hai avuto problemi con il tatuaggio?”.

Io scuoto il capo: “Tutto a posto. Siamo qui per lui” e indico la mia testa rossa, che annuisce con convinzione: “Esatto. Il tensai Sakuragi ha deciso di onorare questo misero negozio con la sua gloriosa presenza e, soprattutto, onorerà te del privilegio di farmi un tatuaggio!”.

“Ma, sai, non merito una simile premura… oi, Takeshi!!!!” chiama.

Da una porta che l’altra volta non avevo notato, spunta fuori la testa di un altro ragazzo.

“Questo ragazzo deve fare un tatuaggio, ci pensi tu?”.

Hanamichi lo guarda sospettoso: “Perché non vuoi farlo tu?”.

“Per restare qui a chiacchierare con Rukawa, è ovvio!”.

La mano di Hanamichi torna a scattare verso la pistola di prima, ribadendo: “Una morte lenta e dolorosa…”.

Io sono stufo di questo scambio di battute e lo faccio capire: “Quando avrete finito…”.

Alla fine, Takumi si stringe nelle spalle e dice: “Va bene, ci penso io… dove lo vuoi il tatuaggio?”.

“Qui”.

La mia testa rossa si indica il bicipite sinistro.

“Allora devi toglierti il giaccone e la maglia. Rukawa, perché non ti spogli anche tu, così controllo che la tua pelle sia a posto?” mi chiede, in tono malizioso.

“Vedo già il necrologio: ‘promettente bassista ucciso per colpa del suo essere hentai’…” ringhia Hanamichi.

“Insomma, io non servo più?” chiede il ragazzo che si è affacciato prima e che sembra molto ansioso di tornare nell’altra stanza.

“No, vai pure… alcuni giorni siamo in due, qui, come vedete…- ci spiega-…e che cosa vuoi sul bicipite?”.

“ALT!!!! Prima di cominciare, la kitsune deve uscire o voltarsi!!!! L’immagine deve essere una sorpresa!” dichiara Hanamichi.

È vero, glielo avevo promesso.

“C’è un videonoleggio qua di fronte…andrò a vedere i nuovi arrivi in dvd” gli dico tranquillamente.

“Brava volpetta!! Appena ho finito, ti raggiungo” mi sorride, contento, il mio do’aho.

“Rukawa-kun, me lo dai un bacio per salutarmi?” a quanto pare Takumi non rinuncia ad un’ultima provocazione, ma lo fa in modo leggero tutto sommato.

“No” dico io, voltandomi e andandomene.

“Bravissima volpetta!! A volte non è una kitsune poi così stupida!”.

“Scusa, mi spieghi perché lo chiami ‘volpe’?!”.

“Sì, ma tu non chiamarcelo, posso farlo solo io…”.

Sono le ultime battute che sento, mentre la porta del negozio si chiude alle mie spalle.

Scorro i titoli delle videocassette e dei dvd e intanto penso che Hanamichi ci sta mettendo più tempo di me… speriamo che non abbia chiesto qualcosa di troppo complicato…

Sto appunto chiedendomi questo, quando Hana mi raggiunge nel negozio.

“Oi kitsune, possiamo tornare a casa”.

Istintivamente gli guardo il braccio: “Ti fa male?” domando.

“Un po’ ma mi ha spiegato che per i primi giorni sarà così e poi mi ha detto…ehm…be’ della crema… comunque me la metterò da solo, non sperare di vedere subito il mio bellissimo tatuaggio!!!”.

“Hn. E allora?” lo provoco.

“Volpe antipatica!!! Come puoi non essere curioso di qualcosa che riguarda il tuo tensai?!”.

“Mpt!”.

“Eheheheh… ho capito, non vuoi darmi soddisfazione! C’è qualche film interessante?”.

E così rimaniamo per un po’ nel videonoleggio, decidendo quali film ci piacerebbe vedere…

Qualche giorno dopo, Hanamichi mi dice che la pelle ha smesso di tirare e che ora può togliere garza e cerotto; ricordando come si fosse trovato davanti al fiore di ciliegio che ho sulla spalla, mi chiede di essere io a togliere la medicazione e naturalmente lo faccio volentieri. Restiamo in silenzio, io non parlo neanche subito dopo aver visto che cosa si è fatto tatuare.

“Kaede? Ti piace?” mi chiede Hana, incerto, dopo interminabili attimi. Io lo abbraccio di slancio, affondo il viso nella sua maglia e dico “Tantissimo!!” in un soffio. E penso che avrei dovuto capirlo e che è davvero tutto perfetto.

Sento Hanamichi ridere contento, mentre mi sporgo leggermente per osservare bene il suo braccio e guardare di nuovo quella bellissima foglia d’acero…

 

 

 

Fine (per ora? ^^)

(*) esperienza vissuta da Calipso…  

  

 


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