Nuova HanaRu un po’
diversa dal solito: ci sono nuovamente il pov di Hana e quello di Yohei
(mi piace tanto Yohei! *_*)…e già da questo si capiscono molte cose,
no?! ^_- Dedicata alle mie amiche: a Greta, prima di tutto, perché è
stata la più contenta di sapere che questa fic sarebbe stata scritta, poi
a Calipso perché invece mi ha leggermente insultata a riguardo ma se la
legge lo stesso ( è il suo dovere di ‘gemella’!) ^^ e a Ria perché
sopporta pazientemente…^_^ più un saluto e un bacione a Dream, a Kriss
e a Sabry.
Your eyes
are the sweetest I’ve ever seen
di
Nausicaa
Ah, le domeniche estive!
Queste mattinate lunghe,
calde… io e Kaede sdraiati sul futon, nel dormiveglia, con la luce che
filtra piano dalle finestre…
Non è che lo dico per
pigrizia, eh?! Ma abbiamo sostenuto le fatiche del campionato nazionale
dopo una serie abbastanza pesante di amichevoli, partite per il campionato
prefettorio, ritiro in quel di Shizuoka e via dicendo e fin qui va bene,
visto che si tratta di basket…
Però ci sono stati
quegli odiosissimi test di fine trimestre!!!
Il fatto è che i tensai
sono sensibili: tutto questo stress non farà bene al mio genio, che ha
bisogno di rilassarsi per operare al meglio, quindi devo sfruttare al
massimo queste domeniche, anzi, soltanto la mattina visto che nel
pomeriggio dobbiamo comunque andare in palestra.
Sto accarezzando
lentamente la schiena di Kaede, che credo si sia riaddormentato, dato che
mi sta tutto accoccolato contro, e mi ritrovo a sperare che più tardi non
se ne esca con allenamenti supplementari da fare al campetto del parco.
Penso invece che dovremmo andare da mia madre e per un semplice motivo: i
nostri pesciolini Red e Black sono stati trasferiti lì!!!
Abbiamo provato a mettere
il piccolo acquario in cui erano stati sistemati in tutti i punti
strategici della casa, ma nessuno sembrava poter far desistere quelle
belve tramutate da gatti dal tentare un blitz contro la vaschetta… Kaede,
che ha il cuore tenero quando si tratta dei suoi gatti, dice che erano
solo incuriositi dalla novità ma che poi, in concreto, non avrebbero
fatto niente ai nuovi arrivati, ma io sono pronto a giurare di aver visto
una luce famelica nei loro sguardi, mentre puntavano i MIEI pesciolini…
infine un pomeriggio, dopo aver notato che Micky stava studiando il modo
di arrivare al ripiano della libreria ( secondo me voleva saltare sul
divano, da lì allo schienale del medesimo e infine fare l’ultimo scatto…quello
letale!), ho preso vaschetta e pesciolini e li ho portati da mia madre,
che ha imparato i loro nomi e adesso li cura amorevolmente!!!
Però, in fondo, non è
neanche questo: oggi ho proprio voglia di restarmene qui a stropicciare e
a coccolare il mio volpacchiotto!! Anzi, ora lo sveglio, a mio rischio e
pericolo, e … NO, DI NUOVO!!!!!!!!! Maledetto telefono, sempre nei
momenti meno opportuni!!!
Stavolta taglio il filo…
Mi scoccia davvero
dovermi alzare e allontanare dal corpo caldo di Kaede, ma pare sia
inevitabile; scendo di corsa le scale e afferro la cornetta, rischiando di
scardinare l’intero apparecchio!!
Ehm…ho già detto che
questo trillo mi ha innervosito?
"Pronto!"
ringhio.
"Buongiorno,
Hanamichi, disturbo?".
La voce rilassata di
Yohei mi fa tornare il buon umore nel giro di un secondo.
"No, no, figurati…ma
sei fuori casa?" gli chiedo, incuriosito, sentendo come sottofondo i
tipici rumori di una strada trafficata.
"Sì, ti chiamo per
questo…- dice il mio migliore amico-…vedi, io e gli altri abbiamo
deciso di passare la mattinata al mare e poi, pensa la coincidenza, qui
abbiamo incontrato Mitsui e Kogure e, insomma, mancate solo tu e Rukawa!
Vi va di raggiungerci?".
"CI VA!!!"
esclamo, convintissimo.
"Non lo chiedi prima
anche a Rukawa?" domanda Yohei, un po’ perplesso.
"Va anche a lui, non
temere!" e, in caso contrario, so io come convincerlo! Eheheheheh…
eh? Come dite? Sono troppo fiducioso nelle mie capacità? Nononono!!! Su
questo, sono sicuro…
"Allora vi
aspettiamo: ci vediamo sul lungomare, ok? Io adesso sto per entrare allo
stabilimento ‘Tako-san’".
"Ok, dacci solo il
tempo di prepararci e usciremo di corsa! A dopo!" lo saluto io.
Riattacco il telefono e
penso che ho molta voglia di vedere i miei amici; intendo Yohei, Okuso,
Noma e Takamiya… certo, sono contento di ritrovarmi anche con Mitchi e
Megane-kun, ma è diverso.
La Sakuragi Gundan…be’,
la Sakuragi Gundan mi accompagna dalle scuole medie: ora non voglio
mettermi a fare discorsi melensi ricordando quando eravamo i Paladini
della Giustizia o quei pomeriggi in cui bastava una sala per giocare a
pachinko per divertirci, però è stato così.
Lo so benissimo che ci
siamo anche picchiati di santa ragione e che ci prendiamo ancora in giro
ferocemente e magari avremo anche perso un sacco di tempo, bighellonando o
attaccando briga, però insieme ci siamo divertiti, ci siamo aiutati e
siamo anche un po’ cresciuti…
E, a dispetto del nostro
sembrare un po’ superficiali, quando uno di noi ha avuto bisogno, ha
potuto sempre contare sugli altri. Sì, anche Takamiya, quando sua madre
aveva deciso che doveva mettersi a dieta… ma a parte gli scherzi, credo
che abbiate capito cosa intendo…
E poi…e poi… devo
ammetterlo: sono stati grandi dopo che io ho cominciato a giocare a basket…
sono venuti a fare il tifo, sia pure in quel modo scemo e rumoroso, e si
sono interessati a qualcosa solo perché stava diventando importante per
me e nonostante sia stata la causa del mio allontanamento dal Gundan…
Lo so che li ho
trascurati.
A volte penso che era
inevitabile, che sono cambiate troppe cose: il mio ruolo in squadra, gli
allenamenti, il maggiore impegno nello studio, e soprattutto la cosa più
importante per me ossia la mia convivenza con Kaede… alla fine, ho tolto
un po’ del mio tempo ai miei amici, per questo sono così contento
quando riusciamo a stare un po’ insieme.
Salgo velocemente le
scale e torno in camera nostra, sdraiandomi di nuovo al fianco della
volpetta semi-addormentata; sorrido quando Kaede si stringe subito a me,
come cercando il mio tepore nonostante il caldo estivo, e mi chiede con
voce ancora un po’ impastata dal sonno: "Dov’eri?".
Oooooooooh….gli sono
mancato!! La stupida volpe ormai non può vivere senza di me!!!!!!!!
"Do’aho, perché
non rispondi?".
Ehm…
"Non darmi dell’idiota,
malefica kitsune!! Ho appena parlato al telefono con Yohei che ci ha
invitati a raggiungere lui, la Sakuragi Gundan, Mitchi e Megane-kun al
mare e io ho detto di sì" lo avverto subito. Se ora mi dice che non
vuole venire, lo soffoco con il cuscino!!!
Kaede si stiracchia
sensualmente, poi si rilassa nuovamente e posa la testa sulla mia spalla e
i suoi morbidi capelli neri mi solleticano il collo.
"Hn…ok,
prepariamoci…" mi dice, invece.
"Davvero ti va di
venire con me?" gli chiedo, sorridendo e voltandomi, in modo da farlo
stendere sotto di me.
Kaede mi passa le braccia
intorno al collo e mi sfiora le labbra con un bacio: "Sono i tuoi
amici" dice semplicemente.
Io vorrei che
diventassero anche i suoi, ma mi rendo conto che sarà difficile, perché
sono persone troppo diverse da lui ma non come lo sono io. Cioè loro sono
proprio diversi…non c’è niente di complementare!
Però so che li trova
divertenti, che gli piace vedermi scherzare con loro e che ormai si è
abituato al casino che fanno e quindi non è un problema per lui
incontrarli.
E poi so che considera
Yohei simpatico.
Certe volte mi chiedo se
Yohei lo sappia, di essergli simpatico, se gli farebbe piacere saperlo.
Un tempo glielo avrei
detto senza stare a pormi il problema, perché penso che sia normale
sperare che il proprio ragazzo e il proprio migliore amico vadano d’accordo,
e vorrei farlo anche adesso, ma poi mi ricordo di quella conversazione
sulla terrazza e allora le parole non mi escono più.
È un falso problema, d’accordo:
è passato del tempo e adesso c’è Maya… ma non voglio mettere in
imbarazzo Yohei e invece ho la sensazione che capiterebbe questo, che
ripenserebbe troppo a quei giorni.
Quindi lascio perdere…
Catturo le labbra di
Kaede con un bacio appassionato e poi ci alziamo.
Non ci mettiamo molto a
prepararci: calzoncini e canotta e siamo pronti e poi dobbiamo soltanto
mettere nel borsone degli allenamenti le cose indispensabili per una
mattinata al mare.
Visto che è domenica,
sembra che molte altre persone abbiano avuto la stessa idea dei miei
amici: il vagone è un po’ troppo pieno per i miei gusti, ma il tensai
è riuscito a conquistare uno spazio vitale per sé e per la sua kitsune,
che così non avrà nessuno addosso con la scusa della calca! Come ho
fatto?
Semplice? Avete presente
lo Sguardo-che-uccide?
Ecco, quello…
"Quante fermate
sono, Hana?" mi chiede il mio volpino adorato, guardando fuori dal
finestrino.
"Ancora due"
gli dico io e non posso fare a meno, nel dirlo, di sfiorare la sua mano
con la mia.
Quando scendiamo e
usciamo dalla stazione, io mi sento subito allegrissimo e vedo che anche
gli occhi di Kaede brillano più del solito. Ma del resto, come potrebbe
non essere così? Siamo sul lungomare e davanti a noi c’è questa
bellissima distesa azzurra e…be’, noi siamo nati e cresciuti in una
città che si affaccia sul mare, il nostro campetto preferito non è
quello del parco, ma quello che dà sul mare appunto… che poi, mare…questo
è l’Oceano Pacifico… purtroppo abitiamo in una zona non vicinissima,
quindi è sempre bello poter trascorrere qualche ora respirando l’aria
salmastra e balsamica, dato che non avviene spesso quanto vorremmo.
Camminiamo per un po’,
poi indico a Kaede l’entrata di un piccolo stabilimento.
"E’ quello. Ci sei
mai stato?".
"No" risponde
semplicemente lui.
Arrivati là di fronte,
ci accoglie la simpatica insegna ‘Tako-san’, con la divertente sagoma
di un polipetto in super-deformed, molto colorato e molto sorridente, che
invita ad entrare.
Subito dopo l’entrata,
ecco quei deficienti dei miei amici che se la ridono e gridano in coro:
"Ciao, Hanamichi!!! Abbiamo scelto ‘Tako-san’ perché il nome ci
faceva pensare a te! È adattissimo in tutti e due i significati!
Ahahahahahahahahahahahah!!!!!".(*)
Ma che, erano appostati?
E poi cos’è questa storia che io farei pensare ad un polipetto?!
Quando mai mi sono
comportato così?!
Ossia…
Vabbe’, è vero: tendo
a stare avvinghiato a Kaede, ma che c’entra?!
"Grandissimi
imbecilli!- ringhio contro di loro, mentre li raggiungo accompagnato dal
mio volpacchiotto- Invece di dire le vostre cavolate, fatemi vedere quale
pessimo posto avrete senz’altro scelto per l’ombrellone!".
"Perché li insulti,
do’aho? L’associazione mi sembrava indovinata…" commenta la mia
stupida volpe e, non so perché, ma ho il sospetto che si riferisca al
secondo significato di Tako…
Qual è?
Non ci penso neanche a
dirvelo! Come mai sono sicuro che la volpaccia si riferisse a questo?
Facilissimo: lui non si lamenta mai se io gli sto avvinghiato addosso!!!
Però in una cosa sono
stati geniali (degni amici del tensai!): hanno scelto il posto più
appartato della spiaggia, sul fondo, defilato… perfetto, in poche
parole!!
Certo, anche
pericolosamente lontano dai chioschetti di bevande e cibarie, ma in fondo
penso che non sarà un problema, quando lo sguardo mi cade sul bellissimo
cestino colmo di cibo che hanno portato Mitsui e Kogure…
"Oi scimmia rossa,
è inutile che lo punti così, sai? Io e Kimi-kun non abbiamo preparato la
merenda per un esercito!".
Qualcuno vuole
imbavagliare il teppista per favore?!
"Come puoi essere
così ingrato, Mitchi? Dopo che il genio sublime ti ha onorato della sua
compagnia e…" sto per infierire e far pesare così a Mitsui la sua
cafonaggine, mentre Megane-kun ride divertito, quando sento la mano di
Kaede che mi sfiora il braccio.
"Vieni, Hana,
andiamo a comprare qualcosa da mangiare" mi dice, con la sua voce
morbida.
Regola numero uno: MAI
lasciare solo Kaede su una spiaggia (ovviamente c’è la variante alla
regola che dice ‘MAI lasciare solo Kaede in generale’!!!). Io
devo essere sempre nelle vicinanze, pronto a pestare eventuali osservatori
molesti!!
Regola numero due: se la
volpetta inappetente manifesta stranamente l’intenzione di comprare del
cibo, va sempre accontentata.
Al chioschetto più
vicino troviamo anche Yohei, in fila, con l’incarico di acquistare
bibite per tutta la Gundan; i pochi minuti che dobbiamo aspettare per
poter comprare qualche panino passano rapidamente chiacchierando con lui:
mi spiega che Maya non è potuta venire perché aveva un impegno già
preso con le amiche, qualcosa che riguardava il pattinaggio.
"Perché,
pattina?".
"Sì, sia sulle
rotelle che sul ghiaccio".
Ci riavviamo tutti
insieme verso l’ombrellone, contenti per i rifornimenti che abbiamo
conquistato, strappandoli agli altri bagnanti (letteralmente: non avete
idea di cosa voglia dire accorgersi che il marmocchio vicino a te ha
puntato lo stesso panino che tu hai adocchiato così amorevolmente da
svariati minuti!!!), e a questo punto possiamo davvero iniziare a
divertirci.
Il sole e il caldo ci
attirano verso l’acqua, così ci ritroviamo tutti a mollo, a ridere e a
schizzarci. Be’, quasi tutti…
È facilmente intuibile
che il mio Kaede non è fatto per simili scherzi e che lui preferisce
nuotare sul serio… entra in acqua con il suo elegante passo da gatto,
per poi immergersi, dopo aver abituato il corpo alla temperatura fresca
del mare, e iniziare a nuotare con movimenti aggraziati e fluidi.
Oooooh…è così bello
anche quando nuota!!! Oddio, veramente c’è una cosa che mi dà un po’
sui nervi e cioè che, quando gli ho chiesto in quale piscina avesse
acquisito uno stile così armonioso, Kaede si è stupito e mi ha risposto
di aver imparato a nuotare da solo, al mare…
Ora…anche io ho
imparato così!!!! E allora perché il mio stile è… vediamo, come dire…vigoroso?
Sì, insomma, rispetto al suo… se faccio una bracciata a volte sono
capace di far arrivare gli schizzi d’acqua addosso a gente che sta a
svariati metri di distanza… vabbe’, è meglio se non me lo chiedo!
Torno ad osservarlo e noto che si sta spingendo un po’ troppo in là;
ecco, quando si allontana così al largo, però, mi mette ansia e lo sa
benissimo! Tuttavia… non voglio neanche soffocare Kaede sembrando troppo
apprensivo, quindi trattengo il mio impulso di gettarmi in mare, battere
il record dei 1000 stile libero, recuperare la kitsune e riportarla a
riva!
Anche perché dopo un po’
torna da solo… nuota elegantemente e mi raggiunge mentre mi sto ancora
schizzando con gli altri e da questo momento per me esiste solo lui: è
bellissimo, mentre scuote la testa per scrollarsi un po’ di acqua salata
dai capelli, è terribilmente sensuale mentre le gocce del mare scivolano
sulla pelle candida del suo petto, delle sue braccia…
Lo ammetto, per molti
minuti ci estraniamo: ci raggiunge lo stridio dei gabbiani e noi alziamo
il viso per osservare le evoluzioni del loro volo.
"Sarebbe bello
volare, vero Kaede?".
"Hn".
Il cielo è azzurrissimo,
è un panorama davvero perfetto quello che ho davanti… lo dico a Kaede,
mentre camminiamo avvicinandoci al bagnasciuga, con l’acqua che ci
arriva ormai a mezza gamba, sotto al ginocchio, e il fondale si vede bene
adesso, e si vedono le conchiglie…
Ci sfidiamo a trovarne di
belle e di grandi, io gli assicuro che troverò la più grande conchiglia
della spiaggia, ci chiniamo a prenderle, le puliamo dalla sabbia con il
mare.
"Sarà un ricordo di
questa bella giornata, eh kitsune?" gli dico. Sì, avrà un posto
speciale in una teca, magari verrà fuori che è una conchiglia rara, mi
renderà famoso…
D’un tratto ne punto
una e quasi mi ci fiondo sopra travolgendo Kaede.
"Trovata!!!"
esclamo, prendendo la conchiglia e osservandola alla luce del sole dopo
averla sciacquata dalla sabbia.
"Guarda che è più
piccola di quella che ho trovato io due secondi fa…" dice, quasi
sottovoce, la malefica kitsune.
"COSA STAI… ehm…"
è più piccola, è vero…
Ma io non mi do per
vinto, e per dimostrargli che la mia è speciale me la porto all’orecchio
e faccio come per ascoltare qualche suono.
"Do’aho, non ha la
forma adatta" mi fa notare lui, alzando un sopracciglio.
"Sta’ zitta,
volpaccia, un genio come me è in grado di percepire anche il più piccolo
suono! E poi non è vero che non si sente niente, anzi… questa
conchiglia è particolare rispetto alle altre…".
Lui si acciglia
leggermente e mi guarda dubbioso.
"Che intendi?".
Mi basta fare un passo
per essere separato da lui di pochissimi centimetri, che vengono
ulteriormente ridotti quando protendo il mio volto verso di lui:
"Ascolta anche tu… - appoggio la conchiglia al suo orecchio- … si
sente chiaramente la frase ‘Kaede, ti amo’…" e strofino la
punta del naso contro la sua, sorridendo.
Allora anche la mia
kitsune sorride lievemente e si sporge appena per darmi un bacio sulle
labbra, rapido e leggero.
"In effetti adesso
la sento anche io…" sussurra a sua volta.
Quando ci separiamo
(siamo pur sempre su una spiaggia pubblica), Kaede con un bel lancio getta
in mare la conchiglia che aveva trovato lui.
"Perché?" non
posso fare a meno di domandargli.
"Non funzionava
bene, non si sentiva la parola ‘do’aho’…".
"KITSUNEEEEEEE!!!!"
mi altero io, facendo voltare mezza spiaggia.
"E poi non era una
conchiglia speciale come la tua…" conclude il mio Kaede,
rivolgendomi un altro sorriso appena accennato.
Dannata volpe, mi farà
impazzire!!! Ok, mi ha già fatto impazzire…
Restiamo in mare un altro
po’, ma poi decidiamo che possiamo anche tornare in spiaggia con gli
altri per la prima pausa sotto l’ombrellone e io mi porto dietro la
nostra conchiglia.
Qui si pone il problema
crema solare: non per me, ovviamente, a me piace da matti aiutare Kaede a
distribuirla per bene sulla schiena, ma lui detesta sentirsi unto e quindi
preferisce sempre spalmarne poca… del resto, sa anche che rischia di
scottarsi facilmente se non si protegge dai raggi del sole!
"Ecco cosa succede
ad avere una pelle bianca come quella di uno spirito-volpe!" esclamo,
mentre le mie mani indugiano a massaggiargli le spalle. Ma sa benissimo
che io adoro la sua pelle…
"Hn".
"Ehi, ti ricordi
come erano considerati gli spiriti-volpe nel Makai? Avevano una nomea ben
precisa, no?" sogghigna Mitsui, poco distante da noi, con la sua più
irritante faccia da schiaffi. Sapete, quella che fa quando non deve
neanche parlare per dare ai nervi, basta che stia zitto e uno sente l’urgente
bisogno di andare là e …PAFF!!! Rifilargli un bel ceffone!!!
Noto che anche la kitsune
in questione si volta verso di lui, sentendosi evidentemente coinvolta.
"No, non mi
ricordo!" bofonchio io, per intimidirlo.
"Male! Nel Makai,
gli spiriti-volpe avevano la fama di essere gli amanti più sensuali e
appassionati!" continua l’ex-ma-neanche-tanto-teppista,
imperturbabile anche di fronte al lampo di preoccupazione che attraversa
lo sguardo di Megane-kun quando scorge la mia espressione omicida.
Lo so, Kogure detesta la
vista del sangue e teme la piega che potrebbe prendere questa
conversazione…
"E quindi?"
ringhio, all’indirizzo di Mitchi.
"Niente, mi chiedevo
se Rukawa fosse una vera kitsune, in tutto e per tutto!!" il bastardo
sta faticando a trattenere una risata, me ne accorgo benissimo!
Ora…notate che io
voglio bene a Mitchi (ma qui lo dico e qui lo nego), notate che io so
benissimo che il rapporto che lega lui e Megane-kun è a prova di bomba,
notate che so che lui si diverte da morire a prendermi in giro e,
soprattutto, notate che l’infame di cui parlo risponde appunto al nome
di Hisashi Mitsui e non di Akira Sendoh…
Avete notato tutte queste
cose? Bene…
Questi sono i motivi per
cui non lo ucciderò ma mi limiterò a tramortirlo con una testata! Sto
per scattare, tempestivo come sempre, quando decido invece di rispondere
per le rime e farlo morire d’invidia!
"Be’, se continuo
a chiamarlo ‘kitsune’ un motivo ci sarà, no?" dico, sostenuto,
per poi dovermi piegare in due dopo aver ricevuto la gomitata di Kaede.
Ok, me la merito: non si
parla in pubblico di cose personali…
"Ma, volpaccia, ha
iniziato lui!!!".
"Hn" sbuffa la
dannata volpetta, sistemandosi meglio sotto l’ombrellone, per
assicurarsi l’ombra.
E a questo punto, dopo lo
scambio di battute feroci che ormai sono un rito, passiamo a chiacchierare
davvero, noi quattro, certo, ma soprattutto noi con la Sakuragi Gundan.
Ed è bello per me vedere
che i miei vecchi e nuovi amici si capiscono e sanno scherzare insieme; l’avreste
mai detto nei giorni successivi a quella rissa entrata nel mito?
Così ci ritroviamo a
parlare di tutto: Mitsui è un appassionato di moto e ascolta attentamente
i racconti e le spiegazioni di Yohei su come truccare uno scooter, perché
il suo un po’ lo è e non c’era alternativa, visto come lo abbiamo
ridotto nel tempo, quel povero scooterino… e ogni argomento per noi
della Gundan è buono per tirare fuori racconti di prodezze ( più o
meno!), di risse ma anche di sfide a pachinko e di pomeriggi solo
apparentemente scemi…
Si prova l’ebbrezza dei
brividi veri quando Takamiya si interessa alla sorella di Kogure, Yukari,
dopo aver saputo che è una ragazza brava a cucinare e avreste dovuto
vedere la faccia di Mitchi nel replicare: "Tieni le mani lontano da
mia cognata!" tra le risate di Megane-kun.
"Il quattr’occhi
ha preso da lei: anche lui se la cava tra i fornelli" aggiungo io,
incautamente, facendo voltare di scatto Takamiya verso Kogure.
"Tieni le mani
lontano dal mio ragazzo!" ringhia allora Mitsui.
"Ah, è bello
sentirsi lodati!" scherza invece il senpai Kogure, deciso a prendere
un po’ in giro anche lui il suo compagno.
E si prosegue così,
mettendo sotto torchio Kogure per farci gli affari di Akagi, che però lui
da bravo amico non rivela, e poi, saltando da un argomento all’altro,
commentando le ultime hits musicali.
E Kaede?
Be’, lui è il mio
volpacchiotto silenzioso…
Se ne sta sotto l’ombrellone,
smangiucchia il panino che si è comprato, mentre noi sembriamo aver
innescato la modalità-cavallette (o locuste, se preferite…), ascolta
tutto quello che dicono gli altri e, quando si parla di musica, dice anche
la sua e la dice anche bene, perché lui parla della musica e non dei
cantanti, delle note e non del look innovativo…
Fa caldo, i calzoncini ci
si sono asciugati addosso e svuotiamo velocemente anche le bottiglie di
bibite che avevamo comprato. Praticamente siamo alla fine del pranzo,
quando Yohei si volta verso Kaede e gli dice: "E la nazionale
juniores?".
Finora non avevamo
nominato il basket, penso coscientemente, perché nessuno di noi quattro
ha voglia di imporre ad altre persone di parlare di sport, per quanto a
noi piaccia parlarne, ma Yohei è fatto così, ha voluto che non restasse
fuori dalla nostra conversazione neanche un argomento fra quelli che ci
appassionano e, per noi, questo è L’argomento per eccellenza…
Kaede dice qualcosa senza
dilungarsi, come è nel suo stile, ma poi vengono fuori altre domande e
allora scherziamo su quando ci sarà il ritiro, sul fatto che chiameranno
sicuramente anche me, e poi rischiamo di ritrovarci pure il teppista,
nella nazionale juniores, perché la sua squadra universitaria (sua… ok,
comprende anche Akagi, Maki, Miyagi, Fujima e Hanagata) è arrivata terza
al campionato nazionale universitario.
E poi di nuovo scherzi e
battute, perché come si fa a parlare del vecchiaccio e a non fare
battute?
Sono ore che scorrono
serene, che mi fanno stare bene.
E non penso che sia
retorica se dico che sono felice di passarle insieme ai miei amici ‘storici’
e a quelli che mi ha portato il basket. Passato e presente insieme…
Pensando al futuro.
Mi viene da sorridere
notando la faccia stupita che Hanamichi assume quando faccio la mia
domanda sul prossimo ritiro della nazionale juniores: sicuramente non si
aspettava che proprio io avrei iniziato a parlare di basket…
E so anche perché non se
lo aspettava: perché Hanamichi si sente un po’ in colpa, anche se non
lo ammetterà mai, e fa bene tra l’altro dato che scoprire una passione
non è mai una colpa!
L’ho capito dall’entusiasmo
con cui ha detto che ci avrebbe raggiunti, dalla fretta che sembrava avere
di arrivare qui il prima possibile; perché è da un po’ che non
riusciamo a uscire tutti insieme con la stessa frequenza di prima e la
causa è il basket, il più delle volte, è inutile negarlo.
Lo sa lui come lo
sappiamo noi. Però, quello che forse lui non ha capito è che, dopo un po’
di borbottii sottovoce iniziali, anche Okuso, Noma e Takamiya sono stati
contenti… o forse non è che non l’ha capito, è solo che non accetta
che i rapporti possano cambiare e che noi non siamo più i cinque
ragazzini terribili delle medie Waco, che certi equilibri per quanto belli
e confortanti non possono durare in eterno, che bisogna saperne creare di
nuovi e, nel nostro modo un po’ così, penso che ci stiamo riuscendo.
E magari non è neanche
male che alla fine si capisca che saltare una sfida a pachinko non è un
dramma…certo, forse sarebbe bello anche sapere con cosa sostituirlo, il
pachinko, ma prima o poi verrà anche questo… spero…
Per questo posso stare
qui a fare domande sul basket, sorridendo; per questo, ad esempio, mi
piace passare del tempo con i suoi amici del basket…
Penso che in principio i
ragazzi ci fossero rimasti un po’ male, ma io no: perché credo che
certe cose abbiano un valore definitivo e il ricordo della sensazione
della carta ruvida delle pagine dei giornaletti di quando eravamo piccoli,
sfogliati insieme, ne ha uno forte, così come il ricordo di quando
abbiamo conosciuto gli altri tre… Okuso e Noma erano nella classe a
fianco alla nostra e anche loro collezionavano figurine di baseball: in
particolare avevano un doppione che noi volevamo assolutamente, ossia
quello del capitano della Yokohama Bay Stars, la squadra di baseball della
nostra città; il tutto si risolse con una rissa che fece aumentare la
stima reciproca, naturalmente. E Takamiya… be’, lui fu sorpreso mentre
cercava di fregare il pranzo ad Hanamichi, e quindi giù un’altra rissa
con seguente stima…
Secondo me, queste cose
segnano: in fondo anche Hanamichi e Mitsui sono diventati amici dopo una
rissa!
Anche se so benissimo
che, nella vita del mio migliore amico, una è la rissa per eccellenza…
mi volto appena a guardare il viso di Rukawa e me lo ricordo sporco di
sangue, quel giorno, dopo le testate di Hanamichi…
Mah, mi sono distratto
fin troppo, cerco di riprendere il filo della conversazione, di capire di
che cosa si stia parlando.
"Ho un pallone da
basket nel borsone: poco lontano da qui c’è un campetto… che ne dite,
facciamo quattro tiri prima di andare agli allenamenti?" propone
Mitsui.
Io accetto di fermarmi,
anche solo per guardare loro giocare, ma Okuso, Noma e Takamiya non
possono, perché stanno facendo un lavoretto estivo e la domenica
pomeriggio sono impegnati.
"Ci facciamo un’ultima
nuotata?" propone Hanamichi.
"Do’aho!".
"Ma che c’è,
adesso?!".
"Abbiamo appena
mangiato… - ci ricorda scrupolosamente Kogure- … però possiamo fare
una passeggiata sul bagnasciuga" propone.
"Hn… io dormo un
po’…" ci avverte Rukawa, sdraiandosi sotto l’ombrellone e
chiudendo gli occhi. Mi sembrava che già da qualche minuto avesse lo
sguardo un po’ velato…
Noialtri seguiamo il
suggerimento di Kogure e ci limitiamo a passeggiare, con l’acqua del
mare che ci lambisce piacevolmente mente camminiamo.
E noi lo chiamiamo ‘mare’,
ma in realtà è l’Oceano e noto che ogni tanto Hanamichi lo guarda,
forse pensando che l’anno prossimo, di questi tempi, ne sarà al di là…
con Rukawa.
E io dove sarò l’anno
prossimo, di questi tempi? Con chi? Sarà sempre Maya con me oppure no? Ci
saranno sempre le mie domeniche pomeriggio nelle sale di pachinko, con i
miei amici, o anche questo rito settimanale sarà stravolto dagli
inevitabili cambiamenti post-liceali?
Un po’ mi dispiace
fermarmi troppo su questi pensieri, mi sembrano del tutto fuori luogo con
il posto, con la compagnia, con l’atmosfera radiosa di questa giornata
estiva, quindi faccio uno sforzo e li metto da parte, tanto so che
torneranno, e mi concentro invece su quello di cui stanno parlando
Hanamichi e Noma, pochi passi avanti a me, ed ha a che fare con le gite
che faremo in autunno, sperano che le nostre classi possano fare il
viaggio insieme per far danno anche in un’altra prefettura…
"Yohei, che
hai?".
Mi volto verso Okuso, che
mi si è affiancato e mi osserva quasi meravigliato.
"Niente,
perché?" gli riservo la risposta standard che si ha sempre pronta in
queste occasioni, ma mi conosce da troppo tempo per crederci.
"Parli poco oggi…".
Mi conosce da troppo
tempo anche per insistere.
Io alzo le spalle
sorridendogli: "E’ il caldo…".
Forse è davvero il
caldo, perché quando torniamo verso l’ombrellone arrivo leggermente
prima degli altri e mi inginocchio sulla sabbia per rimettere a posto le
cose che avevamo portato; poi alzo gli occhi e vedo Rukawa, addormentato
all’ombra…
E mi concedo di fare
qualcosa che non capitava più da molto tempo, ossia guardarlo. Guardarlo
veramente, intendo.
È sempre bellissimo,
ovviamente, ha sempre quell’aura così magnetica che lo circonda…
anche adesso che dorme tranquillo, con il viso completamente sereno.
Sono contento del
rapporto che ho con lui: parliamo amichevolmente e penso che la stima sia
reciproca; posso continuare a guardare Hanamichi negli occhi perché non
ho più pensato al suo ragazzo, non me ne sono dato modo… Ma era quello
che volevo: avere la coscienza a posto e sentirmi bene con me stesso,
almeno da questo punto di vista. E ce l’ho.
Il rumore delle voce
degli altri mi fa tornare ad occuparmi degli oggetti sparpagliati intorno
all’ombrellone; quando arriva Hanamichi, si china subito su Rukawa,
sorridendo e io non posso fare a meno di osservarlo mentre gli scompiglia
i capelli e gli mormora all’orecchio che deve svegliarsi, che siamo in
estate e quindi non ha diritto di andare in letargo. Rukawa si muove
leggermente e allora lui si china a baciarlo velocemente.
Io distolgo gli occhi,
perché non penso che sia giusto assistere ad un gesto così privato,
anche se fatto in pubblico, ma quando torno a voltarmi rimango stupito…
Rukawa ha aperto gli
occhi e sta guardando Hanamichi, che gli sta sorridendo e gli sta
ricordando che adesso andremo al campetto. Fin qui, niente di strano.
Ma quello sguardo negli
occhi di Rukawa… non avrei mai pensato di vederlo….
Probabilmente non avrei
dovuto coglierlo neanche stavolta…uno sguardo dolce e innamorato,
riservato al suo compagno…Lui non guarda mai così Hanamichi in
pubblico, quando non sono soli: c’è sempre un lieve pudore, da parte
sua… quando ci sono anche altre persone, mantiene un atteggiamento
riservato, controllato.
Hanamichi lo guarda
sempre in modo adorante, a questo sono abituato, e non perché non sia
timido, anzi lo è molto più di quanto non sembri, ma perché so bene che
è una persona incapace di dissimulare i propri sentimenti: adora Rukawa e
non sa e non può nasconderlo, semplicemente.
E ora vedere Rukawa
osservarlo così mi fa impressione: mi sembra un’immagine rubata,
qualcosa che non avrei dovuto cogliere. O, forse, in realtà mi fa
impressione la domanda che mi suscita: riceverò mai quello sguardo da
qualcuno?
Li osservo di nuovo, ma
quell’espressione dolce è svanita dagli occhi di Rukawa, per far posto
alla sua solita; finiamo di sistemare tutto e ci avviamo all’uscita
dello stabilimento, dove Noma, Okuso e Takamiya ci salutano prima di
andarsene.
"Allora, andiamo al
campetto? Ci rimane un’oretta!" propone Mitsui e annuiamo tutti,
incamminandoci dietro di lui; io, ogni tanto, mi volto verso il mare, a
guardare la linea dell’orizzonte e penso che è stata una bella
mattinata, rivedo nella mia mente quello sguardo e so che mi ha lasciato
un ricordo speciale…
Quando arriviamo al
campetto, naturalmente quei quattro iniziano subito a questionare…
"Facciamo Tensai/Kitsune
vs Teppista/Megane-kun!!!!" grida Hanamichi, con entusiasmo.
"Mm… però non
sarebbe una sfida molto equilibrata, io rischierei di ‘danneggiare’
Hisashi…" considera pensosamente Kogure, sistemandosi meglio gli
occhiali sul naso.
"Non è vero!-
insorge lui, rivolgendo poi un ghigno eloquente ad Hanamichi- E comunque
anche Rukawa non è che se la passerà bene dovendo giocare con questa
scimmia rossa!".
"CERCHI ROGNE,
TEPPISTA?!".
"Non urlare, do’aho,
che tanto ha ragione il senpai: la sfida sarà equilibrata da questo punto
di vista…" dice placidamente Rukawa, suscitando le risate di Kogure,
che sta al gioco anche se ‘colpisce’ anche lui.
"CERCHI GUAI,
VOLPACCIA?!".
"Mpf… quelli li ho
trovati stando con te!!!".
"CHECCOSARIPETILOSEHAICORAGGIO!!!".
"Hn…allora
dividiamoci. Chi ha detto che dobbiamo giocare secondo le coppie?- propone
Rukawa- Senpai Kogure, tu giochi con me".
"Be’, però…"
Mitsui non mi sembra entusiasta dell’iniziativa del suo kohai.
Kogure, invece, la
approva subito: "Penso che sia una buona idea…" commenta
annuendo.
Hanamichi,
incredibilmente, ride mentre io mi sarei aspettato molte rimostranze da
parte sua.
"AHAHAHAHAHAH!!!!!
Stupida volpe, hai segnato la tua fine decidendo di giocare contro di me,
vedrai come stopperò i tuoi tentativi di canestro!!!".
"Ma davvero?"
ironizza Rukawa.
"Davvero! Comunque
mi piace questa divisione…invece di Tensai/Kitsune vs Teppista/Megane-kun
viene Seme vs Uke, ed è molto simbolico, vero Mitchhhhhhhhhharghhhh!".
Be’, questo ceffone di
Rukawa Hanamichi se lo è proprio cercato!
Passa qualche minuto
durante il quale Hanamichi e Rukawa si rotolano a terra pestandosi
leggermente, senza farsi veramente male, con Mitsui che ride e Kogure
rosso in volto che cerca di dissimulare l’imbarazzo fingendo di pulire
le lenti degli occhiali.
A questo punto intervengo
anche io: "Direi che potrei fare da arbitro" propongo.
Mitsui mi sorride:
"Per me va bene!".
"Eh, ma conosci le
regole, Yohei?" mi domanda il mio amico, alzandosi da terra e
spolverandosi gli abiti. La pseudo-rissa pare finita…
"Certo!- rispondo
con sicurezza- Mica avrò passato tre anni a guardare le partite dello
Shohoku senza capire o imparare nulla, no?" gli faccio notare,
divertito.
"Allora ok…"
approva Rukawa, a bassa voce, avviandosi al centro del campetto per dare
il via al confronto. Naturalmente decidono di arrivare ai 20.
E non è che sia poi
così facile arrivarci a questi venti punti, perché sono tutti davvero in
gamba, sia in attacco che in difesa: certo, Rukawa è… be’, è uno
spettacolo vederlo giocare, vedere la concentrazione che ci mette, notare
l’istinto innato che ha per questo sport… riesce a stoppare un tiro di
Mitsui e tre tiri di Hanamichi, va a canestro con il terzo tempo,
schiacciando, realizzando due tiri da tre, tirando in sospensione…
Mitsui e Hanamichi lo
guardano con un misto di rabbia e di ammirazione…ok, Hanamichi lo guarda
anche in un altro modo!! Spero che si ricordi che siamo in pubblico e all’aperto…
Però anche loro sono
veramente bravi: sui rimbalzi il mio migliore amico è un fenomeno, niente
da dire…e la sua velocità gli permette di scattare da una parte all’altra
del campetto con una estrema facilità, così come la sua forza gli
consente di fare degli slam dunk incredibili, che fanno tremare
violentemente il tabellone; e poi, Mitsui si conferma un mago dei tiri da
tre (era un bel po’ che non lo vedevo giocare, da quando è andato all’università!)
e Kogure realizza degli ottimi assist per Rukawa…
Sono amici e giocatori
corretti, quindi non devo intervenire poi un granché, ma mi diverto
moltissimo a vederli giocare.
Adesso siamo quasi alla
fine, Mitsui ha realizzato un tiro da tre e lui e Hanamichi stanno
vincendo per 19 a 18, ma in questo momento è Rukawa ad essersi
impossessato della palla e io ho già scorto quel lampo di sfida nei suoi
occhi molte altre volte, assistendo alle partite dagli spalti. E so che
significa ‘vittoria’…
Lo vedo scartare Mitsui
con una finta e poi correre verso il canestro; Hanamichi è là, sotto al
cesto, agguerrito, pronto a fare muro contro un suo tiro, quando lui si
ferma prima della linea dei tre punti e tira da lì…osserviamo la
parabola perfetta del pallone prima che questo entri nella retina. A
questo punto compio il mio dovere di arbitro e decreto la fine dell’incontro
e la vittoria di Rukawa e Kogure per 21 a 19. Hanno anche fatto un punto
più del necessario!!! E penso che Rukawa ci tenesse particolarmente a
ripagare Mitsui con la stessa moneta…
È una cosa curiosa, che
ho notato da molto tempo ma che continua a colpirmi: solo dopo il ‘fischio
finale’ i ragazzi sembrano accorgersi della stanchezza, come se l’adrenalina
smettesse di circolare tutto d’un colpo!!! E così adesso li vedo
lasciarsi cadere a terra e parlare con il fiatone.
"Ehi… Yohei…avresti
dovuto fischiare fallo a Kimi-kum…" borbotta Mitsui, passando una
mano fra i capelli del suo compagno.
Io non capisco: "No…
non mi pareva affatto, a cosa ti riferisci?".
"Mi ha sorriso e io
mi sono imbambolato per qualche secondo! E lui sa benissimo che a quei
sorrisi non so resistere…era tutto programmato per distrarmi…"
ridacchia lui, sdraiandosi completamente sul terreno del campetto e
respirando a pieni polmoni.
"E non è finita…-
aggiunge Kogure, decidendo di assecondarlo-… vedrai quando riuscirò a
perfezionare la tecnica del riflesso del sole sulle mie lenti… allora ti
abbaglierò del tutto!".
"Non hai mica
bisogno delle lenti per farlo…" gli mormora Mitsui, prendendogli
una mano fra le sue e facendolo un po’ arrossire per il complimento.
"Bah, Megane-kun,
non avrei mai creduto che saresti ricorso a trucchi così infidi!!! Lo ha
fatto anche la dannata kitsune, che però appunto è una kitsune!"
sbuffa Hanamichi, seduto poco distante, ovviamente accanto a Rukawa.
"Cosa avrei fatto,
io, do’aho?" gli domanda quest’ultimo.
"Mi hai guardato
negli occhi e mi hai fatto distrarre! E lo hai fatto apposta!"
replica il mio amico, in tono molto convinto.
"Non mi pareva…"
intervengo io, soltanto per il gusto di farlo alterare.
"Yohei, un buon
arbitro deve notare questi particolari!!! Comunque te le sei imparate
proprio bene le regole, sai?" conclude lui, prima di sdraiarsi, con
il viso rivolto verso il sole e gli occhi chiusi.
"Non è che abbia
avuto modo di dimostrarlo molto, stavolta! Magari, la prossima…".
Noto il pallone da
basket, abbandonato in mezzo al campetto, così mi avvicino e mi chino a
raccoglierlo. È strano, ma in tre anni di superiori ho provato pochissime
volte a tirare a canestro. Qualche volta sì, specie durante il primo
anno, quando io e Hanamichi arrivavamo a scuola un po’ prima delle
lezioni e lui andava in palestra.
Adesso, invece, ho voglia
di tirare e ne sono quasi stupito.
Mi avvicino al tabellone,
mi metto in quella che credo sia la posizione corretta (cosa diceva Anzai?)
e tiro. Ferro. Be’, era prevedibile.
Sto per andarmi a sedere
all’ombra, quando mi ferma la voce di Rukawa.
"La traiettoria era
giusta, l’hai mancato di poco…".
Non mi ero accorto che mi
stesse osservando, ma credo che lui osservi chiunque abbia un pallone in
mano e sia su un campo da basket…
"Riprova" dice
semplicemente.
E io non so dire di no a
questa semplice parola…
Tiro nuovamente, ma
colpisco il ferro anche stavolta.
"Niente, sono negato…"
sorrido, ma un po’ mi dispiace aver sbagliato davanti a lui.
"No, è solo che non
sei abituato a lanciare. Mettiti in posizione, ma senza tirare…" e
mi passa il pallone che è rotolato fino ai suoi piedi.
Davvero, non so perché
non gli dico che è tempo perso, che tanto non mi metterò a provare tiri
su tiri e che entro domani avrò di nuovo ‘perso la mano’; o forse sto
mentendo e so benissimo perché non glielo dico…
"Così?".
"Sì…ecco, sposta
la mano destra… è la destra che tira…".
Rukawa è accanto a me,
vicino come non lo è mai stato prima; è così facile, adesso, respirare
il suo odore, avvertire il suo respiro, avere la percezione del suo corpo
a pochi centimetri dal mio…
"Aspetta" mi
dice, ma io non potrei muovermi neanche se volessi, sono troppo
emozionato!!! E lui non mi aiuta… perché appoggia lievemente la sua
mano sulla mia, per spostarmela nella posizione corretta. È la prima
volta che posso sfiorarlo e la sua pelle mi sembra come seta, così liscia
e morbida… ma è solo per pochi attimi, il tempo che lui si assicuri che
la posizione sia quella giusta e poi sposta la mano e fa un passo indietro
per farmi tirare. Non vorrei, ma provo una fitta, rapida e improvvisa,
perché so che non si ripeterà più tanto presto una situazione simile e
allo stesso tempo ce l’ho con me stesso perché non dovrei pensarlo, non
dovrei sperarlo per nessuna cosa al mondo!!!
La risata di Hanamichi
che sta scherzando con Mitsui mi riporta alla realtà e così scorgo anche
lo sguardo interrogativo di Rukawa, che non capisce perché finora non
abbia tirato; prendo un respiro profondo e dopo un secondo la palla sta
già volando verso il canestro e…ed entra!!!! Incredibile, ho fatto
canestro!!!!
Istintivamente, mi volto
verso Rukawa sorridendogli: "Forse non sono poi così negato!"
scherzo.
Lui annuisce: "E’
una questione di allenamento".
Il pallone rotola fino ai
miei piedi e io mi chino per raccoglierlo. Mi sono chiesto tante volte
cosa ci fosse di così speciale nel basket da aver catturato così non
dico Rukawa (che sicuramente è nato con una simile passione), ma anche
Hanamichi… qualche volta, quando vivo questo sport in modo più
personale e non solo dalle tribune per assistere alle partite, mi sembra
di intuirlo. Anche adesso è così: palleggio un po’ e provo un altro
tiro, osservando con il fiato sospeso la palla che vola verso la retina.
La parte peggiore di me mi suggerisce di chiedere a Rukawa di mostrarmi
nuovamente la postura corretta delle mani, perché so che lo farebbe senza
problemi, ma scaccio con risolutezza questo pensiero e i motivi per cui lo
faccio sono fin troppo banali da intuire…
Tiro, ferro. Ok, non
poteva andar bene così facilmente!!!
A questo punto, lascio
che il pallone rotoli sul pavimento del campetto e mi dirigo verso quel po’
di ombra che c’è poco più in là, dove sporge la chioma di un albero.
Hanamichi, Mitsui e Kogure sono ancora buttati a terra a chiacchierare,
sotto il sole, incuranti del caldo, ma a me sta venendo mal di testa! E
non a me solo, dato che dopo poco (tempo di dire ad Hanamichi che gli
verrà una insolazione) mi raggiunge all’ombra anche Rukawa, sedendosi a
terra, vicino a me.
Tiene gli occhi chiusi,
come se fosse un po’ stanco e io posso guardare il suo profilo.
Mi coglie di sorpresa
quando mi chiede: "Come mai non ti sei mai iscritto al club di
basket?".
Già, come mai? Be’
veramente, non ci sarebbe mancato altro!!!
"Non so…non credo
ci sia un motivo preciso. Perché me lo chiedi?".
"Hai seguito così
tanto le nostre attività…e poi secondo me avresti raggiunto buoni
risultati come giocatore. Sei iscritto a qualche altro club?".
"No, nessuno. Mi
impegnano già troppo tutti gli allenamenti che devo fare nelle varie sale
giochi, battere certi record di punteggio richiede ore e ore di impegno!-
scherzo e infatti il suo viso si rilassa, ma allo stesso tempo mi sento in
dovere di proseguire- Si era interessato a me il club di boxe, ma non ho
mai pensato seriamente di iscrivermi. Sai che si erano interessati anche
ad Hanamichi? Del resto, veniva dalle medie Waco preceduto dalla sua fama
di aver vinto 125 risse!!! (**). È che… quando ero alle elementari non
avevo molto tempo per me stesso, diciamo che la mia famiglia ha avuto dei
problemi…ma forse sarebbe stata quella l’età adatta per sviluppare un
interesse concreto e invece…non so…semplicemente non è andata così e
poi una volta alle medie non c’era nulla che mi appassionasse abbastanza
e, sinceramente, non mi andava di prendere impegni così concreti e
inderogabili con un club scolastico! Ed è stato così anche alle
superiori. Tu e Hanamichi vi impegnate tantissimo per il club di basket,
lo vedo!! Non dico solo durante gli allenamenti e le partite, ma proprio
per il club, perché tutto funzioni bene, e queste non sono cose che si
possano fare bene senza una vera passione, no?".
Rukawa mi osserva, forse
meravigliato dal mio discorso: "Immagino di no".
Non so bene perché gli
abbia detto tutte queste cose: forse perché non mi piace dover dire
proprio a lui che finora non c’è stato niente che mi abbia coinvolto
fino al punto da dedicarci ore e ore delle mie giornate…
Come potrebbe capirmi?
Come gli sembrerei?
Lui è un ragazzo che ha
fatto della sua passione per il basket e del suo sogno le basi su cui
costruire la sua vita, ha preso decisioni pensando a questo, ha scelto l’America
per questo…
"So che ti sembra
strano…- gli dico-… tu hai puntato il tuo futuro sul tuo amore per il
basket…".
"E tu?".
"Io cosa?" il
cuore mi batte un po’ più velocemente; non ho mai parlato tanto con
lui. Rukawa se ne sta seduto tranquillamente, le ombre delle foglie
proteggono dal sole la sua pelle bianchissima e i suoi occhi… be’, i
suoi occhi sono stupendi, profondi, intensi… non ho mai visto delle
ciglia altrettanto lunghe…
"Che cosa hai
pensato per il tuo futuro?" mi chiede.
Mi viene un po’ da
sorridere: "Attualmente penso che l’idea migliore sarebbe quella di
aprire una sala giochi tutta mia! No, parlo sul serio!!!- aggiungo
ridendo, notando la sua espressione perplessa alle mie parole- Dopotutto
conosco bene i gusti del pubblico, chiamiamolo così, dato che ne faccio
parte anche io e scommetto che saprei organizzarmi per bene!".
"In effetti…sono
sicuro che il do’aho ne sarebbe entusiasta" commenta lui.
"E poi ho appena
ricevuto la proposta di collaborare con il giornale della scuola. Sai che
mi hanno contattato per chiedermi di scrivere qualcosa sul club di
basket?" è la prima persona a cui lo dico, mi fa piacere che sia lui…
"Davvero? Non sapevo
che il giornale si interessasse al club!" Rukawa sembra sinceramente
sorpreso e questo mi fa sorridere: "Ma dai! Due vittorie consecutive
al campionato nazionale, il capitano della squadra nominato due volte MVP
e ti stupisce che si interessino? Siete un vanto per la scuola! E, nel mio
caso, i ragazzi del giornale sanno che sono amico di Hanamichi e che
conosco anche te, quindi hanno pensato che avrei potuto scrivere dei pezzi
più… non so, forse più coinvolti e che coinvolgessero di più i
lettori…".
"Hn… e tu che hai
deciso?".
Alzo leggermente lo
sguardo verso il cielo: "Oh, ho pensato di accettare! Dopotutto i
miei voti in giapponese non sono poi così terribili da farmi desistere
dallo scrivere un articolo sulla squadra, mi piace molto l’idea di
provare. E poi… sarebbe una cosa mia. Sì, che non avrebbe niente a che
fare con la Gundan, e con questo non voglio dire che mi importi di meno di
fare qualcosa con i miei amici, però serve anche questo, non credi?
Qualcosa da condividere con loro, ma non da dividere" torno a
scrutarlo e penso che in questo modo potrei scrivere di lui….
Rukawa annuisce in
silenzio, poi sposta lo sguardo, volgendosi a guardare il suo compagno che
si sta alzando da terra per raggiungerci.
"Il do’aho ti
darà il tormento quando lo saprà!" commenta.
"Fa un caldo
terribile!- si lamenta Hanamichi, una volta vicino a noi, cercando anche
lui riparo all’ombra- A chi dovrei dare il tormento?" chiede poi.
"A me, quando
scoprirai che il club di giornalismo mi ha chiesto di collaborare per le
pagine sportive del giornale della scuola. Devo scrivere della squadra di
basket…" ma il mio amico, naturalmente non mi lascia neanche il
tempo di finire. Be’, me lo aspettavo, lo conosco da troppi anni!
"MA E’
STUPENDO!!!! Yohei, devi scrivere su di me, di come io abbia salvato la
squadra di basket, di come sia emerso all’improvviso tutto il mio
innegabile talento!!! Ho già il titolo: ‘Sakuragi, genio e sregolatezza’!
Non è splendido?" si esalta Hanamichi, facendomi ridere.
"Be’…"
inizio, ma Rukawa mi precede.
"No, è
stupido".
"GRRRR… volpe
scema, che ne sai tu di come deve essere un titolo sensazionale?!".
"Ehi, ehi, guarda
che devo ancora dare la mia risposta!" lo avverto, visto che noto che
è partito in quarta, come suo solito.
"Vabbe’, ma tanto
accetterai, no?".
"Sì, però…".
"E allora qual è il
problema? Allora è deciso, ‘Genio e sregolatezza’! Fai una sorpresa
alla redazione: scrivilo stanotte e presentati con il pezzo già
pronto!!!".
"Ma di che state
parlando?" intervengono Mitsui e Kogure, che hanno evidentemente
deciso di essere stati anche loro troppo al sole.
"Niente, il do’aho
sta dando di matto…" risponde Rukawa, in tono leggermente ironico.
Ma capisco che la sua non
è una risposta esauriente agli occhi dei suoi ex-compagni, quindi
rispiego ai nostri senpai le novità che ho appena comunicato ai miei
amici e mi stupisco vedendo Mitsui sbuffare, da principio:
"Sì, però non è
giusto!! Com’è che tutte le cose più interessanti allo Shohoku sono
successe dopo che ci siamo diplomati noi, eh, Kimi-kun?! Io a volte l’ho
letto il giornale della scuola e gli articoli sui club sportivi erano
sempre sul penoso… vi dico solo che avevano appena accennato al mio
ritorno in squadra… parlavano con un certo coinvolgimento solo del club
di judo perché nella redazione c’era una tipa a cui piaceva Aota!! Ora
invece avremmo avuto un infiltrato…".
"Il tuo linguaggio
è sempre più yakuza, Mitchi!" lo prende in giro Hanamichi.
Ma stavolta Mitsui non si
arrabbia, ridiamo tutti insieme. Ok, Rukawa non sta ridendo, sta soltanto
sorridendo…
Poi i ragazzi notano che
si è fatto tardi e che devono andare, ormai è tempo degli allenamenti
ufficiali e non di questi giocati su di un campetto qualsiasi della
città; ci alziamo e ci incamminiamo tutti.
Io penso che sarà
divertente vedere le reazioni di quei tre matti dei miei amici quando
dirò di questa collaborazione, e anche la reazione di Maya mi
incuriosisce, anche se penso di poterla prevedere; sì, stasera farò un
po’ di telefonate…
E poi Hanamichi, prima di
dirigersi verso la strada che lo porterà allo Shohoku, mi ricorda che
Haruko dovrebbe avere la cifra esatta della sua media-rimbalzi, e che
quindi dovrei telefonarle, questo per rendere l’articolo più
dettagliato…
Ho capito che dovrò
scriverlo davvero, prima o poi, altrimenti Hanamichi non mi darà
tregua!!!
"Do’aho, perché
devi sempre esagerare?!".
Sono le ultime parole che
percepisco di quelle che si stanno scambiando Hanamichi e Rukawa, mentre
si allontanano dopo i saluti per raggiungere la stazione della metro.
"Tu da che parte
vai, Yohei?" mi chiede gentilmente Kogure, prima di andarsene con
Mitsui.
"Oh, andate pure…-
lo assicuro, sorridendo-… io credo che resterò da queste parti un altro
po’…".
Mitsui mi dà una pacca
sulla spalla: "Ok. Comunque la prossima volta che giocheremo ad un
campetto dovrai esserci anche tu, hai arbitrato bene e mi sembra che si
giochi meglio se c’è anche l’arbitro!".
"Contaci, Mitsui".
"Allora, ciao…".
"Sì, ciao…".
"A presto!".
Osservo Mitsui e Kogure
che si allontanano, diventando sempre più piccoli lungo la strada, e poi
torno a perdermi di fronte al panorama del mare, seguendo la linea dell’orizzonte
e i disegni dei voli dei gabbiani nel cielo.
Questa è stata proprio
una di quelle giornate che mi piacciono particolarmente, anche se vista
dall’esterno potrebbe sembrare niente di speciale… ma ho passato la
mattinata in spiaggia con i miei amici più cari e con persone che mi sono
simpatiche… abbiamo parlato e scherzato… c’era Rukawa e ho parlato
tranquillamente anche con lui…
Apparentemente, niente di
speciale.
Sicuramente, rimarrà fra
i miei ricordi più belli…
Fine (per ora? ^^)
(*) Una volta ho letto
che Tako significava anche ‘tonto’! ^_^ Naturalmente lo dico in senso
scherzoso, dopotutto io voglio bene anche ad Hana e non penso che sia
tonto ^_-
(**) Questa notizia
ovviamente non me la sono inventata, ma l’ho scoperto guardando il primo
dei 4 OAV di SD! ^^
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