Parte:2/?
Note: I personaggi non sono nostri,ma di
Mr.Takehiko Inoue e non ci
guadagniamo niente ad usarli,solo una buona dose di divertimento
You get what you give
parte II
di Akira 14 e Koibito 8
Una scena non molto comune stava accadendo nell'appartamento di due giovani
giocatori di basket a noi molto noti.....
Sendo, era per la prima volta vittima delle perverse fantasie sessuali
dell'uomo dallo sguardo assassino, Hiroaki Koshino.
Proprio in quel momento stava mordicchiando lussuriosamente i suoi
capezzoli, scendendo con la lingua, con un movimento lento e sadico, tra le
linee del muscoloso torace di Akira.
Le sue mani gli accarezzavano distrattamente la nuca, ma già avevano deciso
di lasciare quella sottospecie di filo spinato.
Una scivolò fino all'elastico dei pantaloni, mentre l'altra massaggiava con
maestria la spalla e la cervicale, solleticandogli
ogni tanto il collo con le nocche.
L'istrice si strusciava contro il corpo del suo ragazzo, facendo le fusa ad
ogni minimo contatto con lui.
Sentiva la sua erezione premere, fremere per essere liberata da
quell'inutile strato di stoffa che la sovrastava.
"Dio, Hiro-kun! Datti una mossa!"
L'interpellato non fece altro che sollevare il viso e sorridere malizioso.
"Non essere impaziente, dolcezza. Non è certo il tempo che ci
manca...."
Quel sorriso, così raro sul volto di Kosh, fece aumentare, se è possibile,
la sua eccitazione.
Il suo corpo era sull'orlo di bruciare, sentiva il calore raggiungere posti
dove non avrebbe mai pensato di poterlo provare.
Naturalmente tutto ciò gli aveva dipinto sulle labbra un'espressione ancora
più ebete del solito.
Essere del tutto passivo, però, non gli piaceva. Voleva fare anche lui la
sua parte.
Così cerco di alzarsi, senza riuscirci.
Hiro lo bloccava con il peso del suo corpo.
" Non ti permetterò di muoverti. Stasera sei in mio potere, koi."
Koshino decise che un bacio sarebbe stato un buon espediente, per bloccare,
momentaneamente, l'imperatività del suo "amico".
Gli leccò dolcemente i contorni delle labbra, per poi essere accolto da una
lingua implorante, bisognosa di un bacio ardente e appassionato.
E così fu. Fu il più febbrile di tutta la loro vita.
Poi il ragazzo dagli occhi neri mise fine a quell'erotica sfida cui lui
stesso aveva dato inizio.
Si alzò dal letto e cominciò a rivestirsi.
"Noooooooooooooooo!!!!!!!! Non puoi lasciarmi così! Te ne
prego!"
Anche Aki si alzò e cinse i fianchi del suo koi con tutta la forza che
aveva in corpo.
"Davvero ne vuoi ancora? Vedrai…Te né pentirai…"
Con un'abile mossa si liberò del suo partner, e dopo averlo buttato
brutalmente sul letto, gli tolse tutti gli indumenti che gli restavano
in una volta sola.
" Ohohohohohoh(Anzai spopola ^______^)….Che cosa abbiamo qui? Ti fa
male vero? Che ne diresti se ti provocassi ancora un po'?"
"Provaci e io ti am…ah…ti….ah….ah….ahhhhhhh…."
"Sì?"
Saltando ogni convenevole, Hiroaki si era diretto immediatamente verso la
virilità pulsante di Sendo, deciso a stuzzicarlo con quella punta di
sadismo che lo contraddistingueva.
Glielo leccava, fino a quando non vedeva che stava per venire, per godersi
lo spettacolo di vedere Akira Sendo, il famoso e ammirato giocatore di
pallacanestro contorcersi e mugolare sotto di lui…
E quest'ultimo non faceva altro che pregare che il suo compagno si
sbrigasse, che la smettesse di torturarlo a quel modo.
Poteva sentire distintamente la lingua vellutata che gli scorreva addosso,
dapprima lentamente poi sempre più velocemente…. Era l'unica parte del
corpo su cui era concentrato.
Le altre ormai erano assopite.
Poi i denti.
Quel innocentino! Chi lo avrebbe immaginato così perverso ed
arrapato?
I denti si strinsero.
A poco a poco divennero una morsa serrata.
Lo stavano dilaniando.
"ITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE"
" WOOF!"
Lo spavento dato dall'inatteso abbaio del cane, fece cadere l'alto giocatore
dalla sedia su cui stava dormendo, e per mantenersi in equilibrio, non trovò
di meglio che aggrapparsi alla tovaglia, portandosi dietro tutte le
vettovaglie nella caduta.
"Yago! Staccati dal mio piede, stupida creatura!"
Avrebbe dovuto sapere che era tutto un sogno. Ci mancava solo più
Babbo Natale, e sarebbe stato il dipinto onirico dell'irrealtà per
eccellenza.
"Insomma! La vuoi piantare? Mi fai male!"
Niente. Parlare al muro, sarebbe stato uno spreco di fiato più efficace.
Prese una ciabatta e gliela sbatté sulla testa.
"Caììììììììììììììììììììììììììììììì…"
Il rumore provocato dai due litiganti svegliò Hiro, che ancora assonnato
entrò in cucina sbadigliando.
Poi vide il pastore tedesco che si guaiva, zoppicando in giro per la cucina.
(Che attore! E' nato bastard inside!)
"Che c'è piccolo? Quel brutto cattivo ti ha fatto male?"
Mentre il cucciolo si godeva le coccole del suo padrone preferito, Akira,
troppo stanco per ribattere le accuse del suo convivente, raccoglieva
silenziosamente i cocci dal pavimento.
"Possibile che tu non abbia niente di meglio da fare, la mattina, a
parte rompere piatti e bicchieri e picchiare il cane, EH?"
"Ssh… Ho mal di testa…"
"Io GRIDO quanto mi pare e piace! Se tu tornassi a casa prima, invece
di cazzeggiare tutta la notte per la città, magari adesso non faresti tanto
lo scorbutico."
"SCORBUTICO? IO?! Senti Mr. Figlio Di Papà, a me non interessa se il
tuo papino e la tua mammina ti fanno trovare la pappa pronta! I soldi
per pagare la retta io me li devo sudare! Non veniamo tutti dal mondo dorato
e ovattato della tua infanzia Koshino!"
" Se tu…"
" Se io cosa? Ti sei mai interessato ai miei problemi familiari? I miei
mi odiano, e la cosa è reciproca. Nemmeno se fossi uscito con 100/100 mi
avrebbero pagato l'università! Sono stati inequivocabili: se intendevo
andare contro la loro volontà, e diventare un giocatore professionista,
allora dovevo assumermi le mie responsabilità.
E non credere che mi diverta!! Al lavoro mi sfruttano, mi fanno lavorare
fino allo sfinimento per poi pagarmi una miseria, uno stipendio da
fame."
"Magari se ti impegnassi di più, avresti un lavoro migliore…"
" Certo. Tokyo trabocca di imprese che prenderebbero un ventenne senza
esperienza tra loro. Ma per favore!
Se andassi a battere sulle strade avrei più probabilità di essere pagato
equamente.
Credici, cominciando da quella brava donna, che è la mia datrice di
lavoro, c'è gente che pagherebbe qualsiasi cifra pur di venire a
letto con me!
Se avessi accettato le sue avance, sarei sicuramente un maître de
salle, non un semplice cameriere!
Scusa se mi sono fatto degli scrupoli perché tengo a te, e so che non
avresti mai potuto accettare.
E sai che lo avrei fatto.
Nella vita si deve essere disposti perfino a calpestare i propri principi,
per realizzarsi."
"NESSUNO TI HA OBBLIGATO! L'AFFITTO TE LO PAGO IO! E SE AVEVI BISOGNO
DI SOLDI…BASTAVA CHIEDERE! TU INVECE PREFERISCI SBATTERTI CHIUNQUE TI
CAPITI A TIRO!"
La pazienza di Sendo era terminata.
Non poteva passare sopra un'affermazione così offensiva.
"VATTENE A FANCULO STRONZO! Pensi che mi faccia piacere dipendere da un
bastardo come te?
Io…Io….TI ODIO!!!!!!!"
Uscì dalla cucina sbattendo la porta. Se pensava che stava risparmiando i
suoi soldi per comprare un regalo per il ventesimo compleanno di Hiroaki…
Voleva comprargli qualcosa di adeguato alla situazione.
Ecco cosa aveva ricevuto in cambio.
Tornava sempre dopo la mezzanotte, distrutto, e dopo cena si addormentava
sul tavolo.
Ancora peggio, era quando veniva svegliato dalle urla estatiche di Hanamichi
e Rukawa, come era accuduto quella notte.
Si vestì in fretta, e senza nemmeno far colazione, aprì la porta
intenzionato ad andarsene, prima di dare al carnefice della sua anima
l'opportunità di vedere il frutto dei suoi crudeli sforzi.
Mah…Forse aveva esagerato un pochino.
Ma davvero pochissimo.
Quel ragazzo era davvero insopportabile.
Doveva proprio innamorarsi di una carogna del genere, che sembrava avere
come unico scopo nella vita il farlo che soffrire?
Non si poteva andare avanti così. Non era masochista fino a questo punto.
" TI AVVERTO, AKIRA SENDOH, SE ESCI DA QUELLA PORTA , NON
PROVARE PIU'A RIMETTER PIEDE IN QUESTA CASA!"
" E' quello che ho intenzione di fare, mio caro."
Scaldarsi non sarebbe servito a niente. Così Sendo decise di usare il
tono più freddo e distaccato possibile.
"D'ORA IN POI, RITIENITI UN SENZATETTO!"
" Non chiedo di meglio. Passo stasera a prendere la mia roba."
Non appena il ragazzo dai capelli a spazzola uscì, Kosh scaricò tutta la
tensione accumulata in quella terribile litigata, con un pianto liberatorio.
Meno male che Hana e Ru se ne erano usciti poco dopo l'alba.
Aveva torto marcio. E lo sapeva. Solo che era troppo orgoglioso per
ammeterlo davanti ad Akira.
Sendoh, era davvero arrabbiato, stavolta.
Solitamente si limitava a chiudersi in camera, e scaraventare a terra tutte
le cose che gli capitavano sottomano.
Non aveva mai minacciato di andarsene di casa.
Beh… Non c'era problema! Quello stupido sarebbe tornato indietro di sua
spontanea volontà, pregandolo in ginocchio di perdonarlo per tutte le sue
scorrettezze.
Già! Sarebbe andata senza dubbio così! Non era il caso di piangere…Si
asciugò le lacrime con la manica della felpa.
La felpa di Sendoh.
Capitava spesso che prendesse in prestito qualcosa di Aki senza nemmeno
chiederglielo, gli sembrava naturale vista la loro intimità.
Manco a dirlo, lui non voleva che Sendo sfiorasse i suoi effetti personali,
e se glieli avesse chiesti, l'avrebbe ritenuta come un'offesa personale.
La maglia profumava di pulito, e aveva l'odore intenso, penetrante e fresco
del suo ragazzo.
Gli piaceva moltissimo.
No! Non doveva pensarci…Ora c'erano cose molto più importanti a cui
pensare.
Tipo gli esami.
Di solito si preparava per le sessioni insieme a Sendo.
Ma ora chi lo avrebbe aiutato?
<Chi mi può dare una mano? Chi? Pensa Hiroaki, pensa…Ma certo!
Kogure!>
Il quattrocchi viveva ad appena un'isolato da lì.
Ed era il migliore del suo corso.
Faceva l'ultimo anno di università, quindi era certamente ferrato su quegli
argomenti.
Poi, dopo aver dato da mangiare al cane, uscì di casa.
Prima, però, lasciò un post-it attaccato al frigo, per avvisare che non
sarebbe tornato a cena.
" Non aspettatemi. Tornerò appena mi sarà possibile. Koshino.."
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Sendo invece, non trovò di meglio che passare la giornata a ingozzarsi di
Nutella, con naturali effetti sul suo viso che
raramente aveva visto l'ombra di un brufolo.
Era andato a casa di Maki per portargli le ultime nuove dal ritiro, visto
che il capitano si era momentaneamente infortunato.
Invece aveva finito per stravaccarsi sul divano, guardando almeno dieci
volte di seguito Sliding Doors, e piangendo come una fontana.
Shinichi non cercò di consolarlo. Sapeva bene come si sentiva il suo amico
in quel momento.
Anche lui aveva passato periodi del genere con Kenji.
" Sendoh, io esco. Vado in palestra ad allenarmi. Ti va di venire con
me?"
"No…Sniff…Vado a casa, devo ancora prendere la mia roba….Sigh…"
Il pensiero di tornare a casa, però, lo spaventava.
Sapeva che non avrebbe potuto resistere allo sguardo accusatorio di Hiroaki.
Avrebbe finito per chiedergli di scusarlo, anche se non aveva fatto niente.
Era sempre andata così.
Ma era stanco, troppo stanco.
Se fosse rimasto in giro, rischiava di addormentarsi su una panchina.
Così ritornò verso la palazzina dove abitava con gli altri tre.
Stava per entrare, quando Hanamichi si scontrò con lui.
Voleva quasi fare una delle sua solite battute sarcastiche, quando vide che
non era il caso.
Sakuragi era nelle sue stesse condizioni.
Anche lui aveva litigato con il suo boy, si vedeva dagli occhi rossi e
gonfi.
Gli propose di parlarne davanti ad una tazza di tè.
" Perché no?" rispose Sakuragi.
Magari avrebbe risolto tutti i loro problemi.
Magari…
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