Parte:1/?
Note: I personaggi non sono nostri,ma di
Mr.Takehiko Inoue e non ci
guadagniamo niente ad usarli,solo una buona dose di divertimento
You get what you give
parte I
di Akira 14 e Koibito 8
Campus dell'Università di Tokyo, ore 24.25 circa.
In un appartamento delle tante palazzine in cui vivono gli studenti.
Hanamichi e Kaede erano nella loro camera, il moretto giaceva placidamente
addormentato tra le braccia del suo compagno, che ancora sveglio si
dilettava nel coccolare la sua volpe.
Stava per sprofondare tra le braccia accoglienti di Morfeo quando degli
strani rumori lo riportarono brutalmente nel mondo reale; tese le orecchie
pensando a qualche furfante con brutte intenzioni quando invece capì che
era dalla stanza di fronte alla sua che arrivava tutto quel
"baccano"; e gli scricchiolii del letto, i sospiri ed i gemiti dei
due ragazzi che la occupavano non lasciavano certo spazio all'immaginazione
…
Sesso! Ecco in cosa erano indubbiamente impegnati Sendoh e Koshino in quel
momento.
Senza rendersene conto aveva iniziato ad accarezzare Kaede con più
insistenza; tutto sommato non gli sarebbe dispiaciuto poi molto imitare gli
altri due.
Kaede aprì un occhio, quelle carezze non potevano certo lasciarlo
indifferente, ma due giorni dopo avrebbero giocato una partita amichevole
contro l'Università di Yokohama e voleva essere in forma.
"Hana smettila, voglio dormire", si interruppe sentendo le urla
provenienti dall'altra camera, Sendoh e Koshino avevano raggiunto
l'amplesso.
"Hn, quel depravato di Sendoh non pensa ad altro che a fare sesso,
povero Koshino mi fa proprio pena"
"Hei Kaede, guarda che tutto sommato non è poi così brutto, se si ha
il tempo e le possibilità perché non si dovrebbe soddisfare i propri
desideri, o necessità." Gli rispose il rossino.
"Do'hao, lo abbiamo già fatto prima, e adesso voglio dormire, abbiamo
una partita dopodomani. Davvero non ti capisco, fino a qualche anno fa,
quando eravamo ancora al liceo, dovevo quasi obbligarti a fare sesso mentre
ora …
Hn vivere con Sendoh ti ha fatto diventare come lui, un hentai."
Il tono con cui Rukawa aveva pronunciato queste parole non era stato dei più
gentili, come sempre del resto; ma non era certo una novità, Kaede non
aveva proprio idea del significato delle parole <gentilezza> e <tatto>,
e anche di molte altre a dire il vero, ogni volta che parlava lo faceva con
tono quasi sprezzante, come se fosse sempre necessario umiliare la persona
che gli stava di fronte.
Hanamichi non ci faceva più molto caso, ormai aveva imparato a
conoscere molto bene la sua volpe, ma non poteva comunque fare a meno di
domandarsi il perché di tale atteggiamento, perché secondo lui non era
nient'altro che questo: un atteggiamento.
Quando voleva, o quando le circostanze lo richiedevano, Kaede riusciva a
trasformarsi in una persona squisita, ma negli ultimi tempi il comportamento
del suo compagno era notevolmente peggiorato; al contrario di lui che invece
era diventato più educato, più paziente e soprattutto molto meno
egocentrico, abbandonò questi pensieri per rispondere.
"Kitsune io non vivo con Sendoh, vivo con te. Il compagno di Sendoh è
Koshino nel caso non te ne fossi accorto in questi mesi, e l'unico motivo
per cui tutti e quattro abitiamo nello stesso appartamento è dovuto dal
fatto che così possiamo pagare di meno. Comunque vogliate perdonarmi -
Vostra Maestà- se ho osato disturbare il Vostro preziosissimo
riposo".
"Do'hao non è il caso di fare del sarcasmo, ad assistere alla partita
di dopodomani ci sarà il nuovo allenatore della Nazionale, e se vuoi essere
ammesso nella rosa dei cinque titolari dovrai fare del tuo meglio anche
tu!"
Di nuovo quel tono.
Hanamichi cominciava a perdere la pazienza, possibile che ogni volta che
parlavano di basket la volpe non riusciva a fare a meno di ricordargli che
lui era solo una delle riserve della squadra?
Era ancora molto dura per lui riuscire a mandare giù quel rospo, due anni
prima quando il vecchio allenatore lo aveva convocato per la Nazionale si
era convinto di essere il migliore, imbecille, ma quando invece erano stati
scelti come titolari Maki, Sendoh, Mitsui, Fujima e la sua volpe.
Si era sentito crollare il mondo addosso.
Il suo ego super evoluto non poteva tollerare una simile offesa ed aveva
reagito come era solito fare il vecchio Sakuragi Hanamichi, "il
genio".
Erano state le parole del Signor Anzai a risollevargli un po' il morale, e
suo nonno aveva fatto il resto, portandolo in montagna per una settimana;
solo loro due, in mezzo al verde ed alla natura.
Gli aveva spiegato che con il suo atteggiamento non avrebbe comunque
ottenuto nulla, l'unica cosa che poteva fare era continuare ad impegnarsi,
fare del suo meglio, umiliarsi anche a chiedere l'aiuto di chi era più
bravo di lui; in fondo uno dei titolari della squadra era il suo ragazzo e
di certo non glielo avrebbe negato.
Ma soprattutto suo nonno aveva insistito perché si impegnasse di più nello
studio, <la cultura è una cosa importante Hana-kun, non dimenticarlo
mai. A cosa serve essere solo un grande giocatore di basket? Devi anche
essere in grado di esprimere i tuoi pensieri correttamente, che figura ci
faresti se durante un'intervista tutta la città, o peggio ancora, tutto il
Paese si rendesse conto che sei un ignorante? Io ti auguro di tutto cuore di
diventare bravo e famoso come desideri, ma quando smetterai di giocare, se
non avrai guadagnato abbastanza soldi con il basket, che cosa farai? Tu non
sei mai stato umile, probabilmente non lo sarai mai, e dover abbassare la
testa a 35-40 anni sarà ancora più dura di adesso.
Devi cercare di crescere adesso, più il tempo passa e più ti sarà
difficile farlo. E sono più che sicuro che ci riuscirai, i Sakuragi non si
tirano mai indietro.>
E come sempre il nonno aveva avuto ragione, Kaede gli aveva dato una mano ad
affinare la sua tecnica, (non molto in realtà, non era bravo ad insegnare
perdeva subito la pazienza), e Yohei l'aveva aiutato a recuperare a scuola,
era diventato uno allievo più diligente, quasi più bravo in classe che sul
campo; si era così diplomato con quasi il massimo dei voti rendendo suo
nonno "l'uomo più orgoglioso del mondo" come gli diceva sempre.
Tornò di nuovo con i piedi per terra per rispondere a Rukawa.
"Non stavo facendo del sarcasmo, dicevo semplicemente la verità. E'
sempre così con te, prima viene il basket, poi il tuo riposo, Shadow (il
gatto, nero)… Persino la tua bicicletta è più importante di me!
E anche dello studio.
Forse non ti sarai dimenticato della partita di dopodomani pomeriggio, ma
che mi dici del test di storia che faremo domani mattina? Scommetto che a
quello non hai pensato."
"E perché dovrei preoccuparmi del test, ci sei già tu a
pensarci!."
"Certo! E scommetto che ti aspetti che faccia il compito anche per te
non è vero?" il rossino si stava alterando sempre di più.
"Hn, e perché no? Lo hai sempre fatto. Adesso spegni la luce e
smettila di rompere, ho sonno."
Hanamichi fece quello che Kaede gli aveva chiesto, ma invece di risistemarsi
tra le lenzuola ed abbracciare Rukawa si alzò dal letto.
"Dove vai?" la voce del –corvaccio- gli era arrivata alle
orecchie mentre stava per aprire la porta della loro camera, c'era per caso
un tono ansioso nelle sue parole?
No, figuriamoci, doveva essersi sbagliato.
"In cucina, a scaldarmi un po' di latte." Fu la sua risposta.
"Hn".
<Sei proprio uno stronzo kitsune!> non era riuscito a fare a meno di
pensare Hanamichi.
Una volta in cucina, aspettò che il latte fosse pronto. Si diresse poi nel
salotto ed accese il televisore mentre si sedeva sul divano, non voleva
tornare subito a letto.
Non erano molti i punti fermi nella sua relazione con Rukawa, ma una cosa
era certa: da quando avevano iniziato a dividere lo stesso letto, la volpe
non riusciva ad addormentarsi subito se Hanamichi non lo teneva tra le sue
braccia, il rossino era …. Come dire … ecco, il suo ciuccio.
<Bene volpastro> pensò diabolicamente <soffri un po' anche tu,
credo che sia arrivato il momento di darti una lezione>.
Il mattino seguente.
Aula di storia.
Hanamichi era piegato sul suo compito, intento a rispondere alle
domande del suo test (era uno di quei compiti con le risposte
guidate, lui li adorava).
Non era particolarmente difficile, almeno per lui, sentiva invece
Rukawa agitarsi sul banco dietro il suo.
Il moretto era preoccupato ad essere onesti, di solito Hanamichi lo
aiutava sempre, mentre adesso era passata più di un'ora da quando
avevano iniziato ed ancora non lo aveva degnato della minima
attenzione. Merda! Non poteva prendere un brutto voto, gli avrebbe
abbassato la media.
Si fermò a riflettere un attimo, ma quale media? Se aveva dei voti
più che soddisfacenti era solo grazie ad Hanamichi, era sempre lui a
togliergli le castagne dal fuoco. Ma che pensiero stupido, in fondo
il do'hao era contento di farlo.
Hanamichi si girò in quel momento per prendere il suo test, facendo
attenzione che il professore non lo vedesse. Rispose ad alcune delle
domande a cui Rukawa non era stato in grado, si rigirò e gli mise il
foglio sul banco, dopo di che si alzò, consegnò il suo compito ed
uscì dall'aula.
Rukawa diede un'occhiata al suo test.
Ma cosa…?
Hanamichi aveva lasciato delle domande senza risposta, ma perché?
Mancava ancora quasi un'ora al tempo stabilito dal professore.
Decise di consegnare anche lui il suo compito, inutile buttare delle
risposte a casaccio, avrebbe solo rischiato di fare danni.
Uscito dall'aula andò alla ricerca del suo ragazzo, lo trovò in
palestra intento ad allenarsi.
Andò a cambiarsi anche lui e lo raggiunse, non voleva chiedergli cosa
lo avesse spinto a comportarsi in modo così strano, ma la curiosità
era troppa.
"Che cosa ti prende do'hao?"
"Che cosa vuoi dire? Non capisco."Gli rispose.
"C'era ancora tempo per finire il compito, perché te ne sei andato
prima?"
"Me ne sono andato perché avevo finito, anzi, se non avessi risposto
anche a venti delle tue domande avrei fatto molto prima."
"Hn, ma il mio di compito non era finito e …."
"Alt! Non aggiungere altro, prenderai comunque la sufficienza, non
vedo quindi perché ti lamenti, negli ultimi tempi ho sempre fatto
prima i tuoi compiti e poi i miei, ed il risultato è stato che i tuoi
voti sono diventati migliori dei miei."
"Allora sei solo invidioso che .." Hanamichi lo interruppe di
nuovo.
"INVIDIOSO! E di che cosa? Quei voti non li hai presi tu ma io;
quindi di che cosa dovrei essere invidioso? Dovrei piuttosto darmi
dell'imbecille per averti messo ancora una volta prima di me, ma tu
neanche te ne rendi conto. Non è più un favore quello che ti faccio,
è diventato un obbligo. E tu invece che cosa fai per me? Mi insulti,
mi ignori, mi releghi come sempre al secondo posto!"
"Stai dicendo delle assurdità, non è vero" Rispose Rukawa senza
scomporsi.
"Ne sei proprio sicuro kitsune? Prova a pensarci, tu sei più bravo di
me nel basket ma mi hai mai aiutato veramente come faccio io con te
nello studio? NO. Non ci hai mai neanche pensato"
Rukawa era senza parole, la frase <tu sei più bravo di me nel basket>
continuava a girargli nella testa.
Era davvero uscita dalla bocca del do'hao?
Certo Hanamichi gli aveva chiesto, tempo prima, di dargli una mano,
ma per affinare la sua tecnica non certo perché lo ritenesse più
bravo di lui.
Il suo do'hao si sarebbe fatto ammazzare piuttosto che ammettere una
simile verità.
"Forse ha ragione mio nonno quando dice che un rapporto sentimentale
è fatto di molte cose … io"
"Perché metti sempre di mezzo tuo nonno, non puoi pensare con la tua
testa anziché con la sua?"
"Non ti azzardare a parlare male di mio nonno Rukawa, tu non lo
conosci, sarai venuto con me a fargli visita quattro o cinque volte
in due anni, io invece lo conosco da quando sono nato."
<Rukawa? Hn…Brutto segno, se mi ha chiamato per cognome significa che
si sta incazzando, meglio lasciar stare, non voglio perdere altro
tempo, mi devo allenare.> fu il pensiero del moretto.
"Ok, d'accordo lasciamo stare" gli rispose.
"Si hai proprio ragione Rukawa, è meglio se lasciamo stare."
Detto
questo si diresse verso gli spogliatoi.
"Do'hao dove stai andando?"
<Di nuovo…Ancora quel tono di sufficienza, ancora insulti.> Pensò Hanamichi. Ma decise di non reagire, doveva imparare ad ignorare
tutto, proprio come lui.
Doveva diventare come lui. Un impermeabile su cui scivola tutto senza
lasciare tracce.
"Vado a casa. Sono stanco." Gli rispose.
"Sei stanco?, Ma se hai appena cominciato!" ribatte' Rukawa.
"Non hai capito kitsune, sono – stanco -". Non si voltò neanche
nel
rispondergli, e uscì direttamente dalla palestra senza passare a
salutarlo dopo essersi cambiato.
Dopo circa mezz'ora, Rukawa si diresse verso gli spogliatoi
chiedendosi cosa stesse combinando Hanamichi, trovò la stanza vuota.
<Ma che diavolo gli prende? Se non fosse un maschio penserei che sta
per arrivargli il ciclo!- pensò con la sua proverbiale freddezza –
Torniamo ad allenarci, che è meglio.>
Hanamichi nel frattempo era quasi arrivato a casa.
<Stronzo, egoista, insensibile, freddo, arrogante kitsune! Ma con
tutte le persone che si sono in Giappone perché mi sono innamorato
proprio di te?>
Gli vennero ancora in mente le parole di suo nonno: <devi cercare di
migliorare il tuo carattere Hana-kun. Kaede sembra infastidito dal tuo modo di fare, e se davvero lo ami come dici dovresti fare uno
sforzo per lui, per renderlo più felice. Quando si ama davvero i
desideri della persona amata vengono sempre prima dei tuoi. Nel
limite del lecito e del possibile ovviamente.>
E in quei due anni lui si era davvero impegnato perché fosse così. E
Rukawa invece lo aveva fatto?
No. Era triste doverlo ammettere, ma la verità era proprio questa.
<Forse è il caso di andare a trovare il nonno, lui riuscirà
sicuramente ad essermi di conforto>
Era tutto preso dai suoi pensieri che, proprio davanti alla palazzina
dove stava l'appartamento in cui viveva, andò quasi a sbattere contro
un'altra persona.
Alzò lo sguardo e si ritrovo a fissare il volto di Sendoh con il suo
eterno sorriso stampato sulla faccia, ma i suoi occhi non erano
quelli di sempre; sembravano …. Tristi?
"Ciao Hanamichi, già a casa? Tutto bene con il test di storia? Come
mai non sei in palestra ad allenarti?" chiese il ragazzo più alto.
"Ciao Sendoh, si, si, mi è passata la voglia, e tu perché non ci
sei?" gli rispose telegraficamente.
"Uh! Scusa, cosa hai detto?"
"Erano le risposte alle domande che mi hai fatto: si sono già a casa,
si il test è andato bene, non avevo più voglia di stare in palestra
con quel baka. E tu perché non sei in palestra?"
Sendoh lo fissò con più attenzione, aveva gli occhi umidi, doveva
essere successo qualcosa con Rukawa.
"Forse ci andrò più tardi in palestra. Adesso anche io non ne ho
voglia."
"Di un po' hai per caso litigato con Koshino?" gli chiese il
rosso.
"Già! Si vede? Anche non mi sembri messo meglio però. Forza andiamo
su e facciamoci quattro chiacchiere davanti ad una bella tazza di tè
bollente".
FINE CAPITOLO 1
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