Ehm, ehm…...vi starete chiedendo che diavolo mi sia preso da scrivere una SenKosh. Bè, presto detto: comincio con il precisare, anche se dubito ce ne sia bisogno, che il mio preferito è Koshino e non Sendoh, inoltre volevo dare un po’ di importanza ad una coppia che pare non abbia molto successo. Il porcospino finisce sempre con chi non dovrebbe……ogni riferimento NON è puramente casuale!^^ Comparirà anche il volpino del mio cuore, ma stavolta non è il protagonista! Buona lettura e anche questa fic la dedico a Nausicaa e a tutte le ragazze che ho conosciuto attraverso questo bellissimo sito. Un bacio a Ria.

 

 

 

You are not alone

 

 

Di Calipso.

 

 

“Per farti capire bene quanto è successo, devo raccontarti tutto dall’inizio, da quando io e Hiroaki ci siamo messi insieme. Tutto è cominciato su una panchina del parco……”

 

***

Oggi dopo gli allenamenti, invece di andare subito a casa, Koshino ed io ci dirigiamo verso il parco di fronte la nostra scuola. Siamo stranamente in silenzio, c’è una sensazione di aspettativa tra di noi e non è una novità. È già da un po’ che mi sono accorto che il nostro rapporto di amicizia ha subito un cambiamento: ora quando lo guardo non vedo più il mio amico fin dalle medie, non solo…. Durante le lezioni mi scopro a fissarlo con pensieri tutt’altro che amichevoli  e poi negli spogliatoi, quando lo vedo senza vestiti davanti a me o sotto la doccia, mi sento rimescolare dentro e devo distogliere lo sguardo perché non sia evidente a tutti l’effetto che mi fa! Potrei cercare di dimenticare tutte queste sensazioni, se mi fosse evidente che per lui sono ancora soltanto un amico, ma non è così! È cambiato qualcosa anche in lui: mi è capitato di cogliere nei suoi occhi un’espressione diversa  quando mi guarda, di desiderio oserei dire, ma dura troppo poco per esserne certo. L’unica sicurezza che ho è che tra noi si è instaurata una tensione, un senso di imbarazzo quando ci ritroviamo troppo vicini che è difficilmente equivocabile, è come se i nostri corpi ci mandassero dei segnali che dobbiamo avere il coraggio di cogliere. Conosco abbastanza Hiroaki per sapere che anche lui sta facendo i miei medesimi pensieri, le mie stesse considerazioni. Allungo una mano a sfiorare la sua sulla panchina,  lo sento sussultare e so perfettamente che non è perché era sovra pensiero! Ora o mai più…..

“Kosh, ma, secondo te, noi siamo ancora semplicemente il miglior amico l’uno dell’altro?” sento il cuore che mi batte all’impazzata e vedo le sue guance tingersi di rosso, mentre mi sussurra un no a stento udibile. Io sento come se mi fosse stato tolto un gran peso dallo stomaco: allora non mi sono sbagliato, allora anche per lui sono qualcosa di più!

“Neanche secondo me.” mi affretto a dire e finalmente lui alza leggermente gli occhi a guardarmi, ma li riabbassa quasi subito, fissandosi le scarpe.

“Domani abbiamo il test di storia, dobbiamo andare a studiare. Vieni a casa mia come al solito?” io rimango un po’ così, insomma, che c’entra il test di storia adesso?!  Io pensavo che dovessimo parlare di quanto abbiamo detto e …..bè, tanto se Kosh non vuole parlare o ricorro alla tortura o lo assecondo!

“Va bene.”

Lasciamo la panchina su cui eravamo seduti e cominciamo a camminare verso l’uscita del parco che a quest’ora è pressoché deserto. Koshino continua a fissare davanti a sè, non mi ha ancora guardato da quando ci siamo confessati che non siamo più solo amici e poi credo che sia il caso di fare qualcos’altro prima dei compiti di storia! Faccio un passo più lungo e mi porto davanti a lui, mi blocco in mezzo al vialetto e finalmente Koshino alza il viso verso di me. Io gli prendo il mento tra le dita e lo attiro a me. Poggio le mie labbra sulle sue e lui chiude gli occhi: sembra tanto antipatico e musone, ma io so bene cosa c’è dietro quest’aria che si da e credo proprio di essermene innamorato! Credo che sia il bacio più casto che abbia mai scambiato con qualcuno, uhm….forse dovrei dire qualcuna….vabbè, è uguale! Koshino si stacca da me con le guance rosse per l’imbarazzo e mi afferra un braccio.

“Dobbiamo andare a studiare!”

Ma allora è una fissazione!!! O magari è una scusa per portarmi a casa sua e…. no, credo proprio di no, quello potrei farlo io, ma non lui! Prima di salire a casa passiamo per il ristorante dei suoi e ci prendiamo qualcosa da mangiare. Una volta nella sua stanza, prende veramente i libri di storia e mi fa segno di sedermi per terra vicino a lui, cominciando a chiedermi un sacco di cose su questo o quell’avvenimento, ma chissenefrega!! Uff, credo proprio che dovrò aspettare di aver finito questa tortura per dedicarmi ad altro! Passa mooolto lentamente almeno un’ora e io non ne posso più, basta studio! Afferro il libro che Kosh continua a tenere in mano e gli faccio attraversare la stanza in volo per atterrare  sul suo letto!

“Akira!” mi sgrida lui, quando cerco di abbracciarlo.

“Che c’è? Abbiamo fatto i compiti di storia, no?! Ora che altro c’è?! Hai detto di essere d’accordo al parco!”

“Io ho convenuto con te che la nostra amicizia ha subito un cambiamento e tutti e due sappiamo verso quale direzione, ma non ti ho detto che ti davo il permesso di saltarmi addosso alla prima occasione!”

Saltargli addosso?! Io non stavo facendo niente di simile, non ancora! Lui si alza, andando a sedersi sul letto.

“Scusa, io credevo che anche tu volessi adeguare il nostro comportamento alla consapevolezza che siamo attratti l’uno dall’altro.”

“E’ solo questo per te, Akira? Attrazione?!” vedo la delusione nei suoi occhi, ma non ha capito! Sento anch’io che c’è dell’altro, ma non c’è niente di male se voglio baciarlo, no?!

“Hiro, ascolta….”

“No, ascolta tu, Akira! È un po’ di tempo che non faccio altro che esaminare i miei sentimenti per te da ogni punto di vista: troppe volte, ultimamente, ci siamo trovati in situazioni che non ci avevano mai imbarazzato prima, ma che ora lo fanno! Quando le tue mani mi sfiorano, ora mi danno i brividi, ma non è solo questo! Io tengo a te, ma non voglio essere uno dei tanti! Non voglio essere usato e messo da parte!”

“Cosa ti fa pensare che farei una cosa simile, scusa?!” lo ha detto in un modo! Come se avesse la certezza che mi comporterei così!

“Devo ricordarti che sono il tuo migliore amico e che, in quanto tale, conosco tutte le tue imprese amorose, senza contare che ti ho tenuto il gioco un sacco di volte?! So come sei fatto, tu sei allergico alla monogamia, la fedeltà ti fa quasi orrore! Non sei mai riuscito a stare con qualcuna più di qualche settimana senza sentirti soffocare! Per quanto mi riguarda, puoi fare quello che vuoi, ma ti ripeto che io non sono disposto a entrare a far parte dell’elenco delle tue conquiste.”

Sono completamente spiazzato dal suo discorso! Forse perché so che ha ragione almeno in parte, perché la verità è che io non ho mai trovato qualcuno con cui valesse la pena di provare ad essere diverso, ma per lui…..

“Quindi, non possiamo stare insieme per via del mio passato?! Siccome fino ad ora ho sbagliato, non vuoi dare neanche una possibilità al nostro rapporto?! Non è giusto, Hiroaki!”

“Non ho detto che lo sia! Però, tu meglio di chiunque altro puoi comprendermi, no?” tira le ginocchia al petto e ci appoggia il mento.

Già, io posso….sono stato sempre il suo unico amico, sin dalla prima media e so quanto dietro il suo apparire scostante e un po’ antipatico, si nasconda in realtà un ragazzo un po’ insicuro, che ha bisogno di tenere le cose sotto controllo…..sarà difficile avere una possibilità , lo so bene, ma so anche che ne vale la pena, perché sento che è lui la persona con cui provare ad essere migliore! Mi siedo sul letto vicino a lui, allungo una mano a sfiorargli i capelli, era tanto che volevo farlo…..

“Io credo di essermi innamorato di te, Hiro-kun e non mi era mai successo prima. Posso dirti solo questo, se vuoi avere la prova che quello che dico è la verità, devi darmi modo di dimostrartelo: stando con me, essendo il mio ragazzo!” è andata, l’ho detto!!

Lui alza la testa di scatto, fissandomi.

“Cosa hai detto? Tu credi di amarmi?! Amare me?! Non ti avevo mai sentito dire niente di simile per nessuna delle tue ragazze.”

“Infatti tu sei un ragazzo!” scherzo io, sorridendogli per alleggerire l’atmosfera, renderla più distesa, e mi arriva un pugno su una spalla!

“Non essere cretino! Non ti sopporto quando fai così! Vuoi essere serio, per favore?!”

“Già non mi sopporti più, Kosh?! Abbiamo appena cominciato a stare insieme e già mi maltratti?!” la faccio bene la parte della vittima, eh?!

“Insieme?! Perché, mi hai sentito dire che accettavo?!” cerca di restare imbronciato, ma un leggero sorriso gli increspa le labbra. Forse ci sono riuscito…..tento di avvicinarmi maggiormente e quando lui non si ritrae davanti al mio chiaro intento di baciarlo, so che ha deciso di darmi una possibilità. Accarezzo le sue labbra con le mie, in lievi tocchi leggeri: Hiro si limita inizialmente ad accettare quello che faccio, ma ben presto anche lui cerca la mia bocca con la sua. Aumento la pressione dei miei baci e lo esorto ad aprire le labbra per darmi accesso al suo interno: lui risponde subito alla mia richiesta. Il nostro primo vero bacio…..

Passiamo il resto del pomeriggio sdraiati sul suo letto a baciarci, tanto i suoi sono al ristorante e sua sorella stasera esce con il fidanzato. Sarebbe una di quelle classiche ghiotte occasioni, quelle che non mi sarei mai fatto scappare prima, ma stavolta no, non voglio approfittarne. Mi stacco a malincuore dalla sua bocca, perchè so che devo farlo se voglio che la cosa finisca qui! Hiroaki non protesta, forse ha capito anche lui che conviene fermarci qui per oggi. Abbiamo le labbra arrossate dai tanti baci e il mio ragazzo ( mio…..ha un suono dolce, eh?! ) poggia la sua testa sulla mia spalla.

“Ti chiedo solo una cosa, Akira.” mi dice dopo un po’.

“Cosa?” gli domando.

“Non mentirmi mai, non raccontarmi frottole……non prenderti gioco di me, ok? Non pretendo niente altro.”

Farò molto di più, ti renderò felice! Questo pensiero, però , lo tengo per me. Mi limito a dirgli che va bene.

 

 

Sono il ragazzo di Akira da due settimane e vi assicuro che non è stato facile mettere da parte le mie incertezze, che ovviamente non riguardano i miei sentimenti per lui, ma certi aspetti del suo carattere. È il mio migliore amico dai tempi delle medie, conosco tutto di lui, perché con me ha potuto e voluto essere sempre se stesso: conosco i suoi pregi, ma anche i suoi difetti, soprattutto sentimentali! Bè, forse esagero, in fondo alla nostra età, non si vogliono legami seri, però…..non ho mai approvato il suo modo di fare e glie l’ho sempre detto, non sono un ipocrita. Dopo tutto questo discorso, voi vi chiederete perché mai allora sia diventato il suo ragazzo. Bè, il fatto è questo: io sono innamorato di lui e il suo discorso non era del tutto campato per aria, non posso non dare una possibilità a noi due per via del suo passato. Lui mi ha assicurato che stavolta è diverso…. Così, ho messo da parte le mie indecisioni e ho deciso di vivere questo rapporto con lui, dopo avergli chiesto l’unica cosa che pretendo: la sincerità! Il che ha comportato anche una mia domanda su una persona in particolare, qualcuno di cui si era interessato, dopo una partita con una certa scuola di nome Shohoku. Scommetto che avete già capito, eh?! Già, proprio lui, Kaede Rukawa! Ora, a parte i morsi della gelosia quando sentivo Akira parlarmi di lui, ammetto anche io che è un ragazzo stupendo e affascinante, quindi volevo essere sicuro che quel qualcosa che aveva provato per lui, qualunque cosa fosse, fosse stata definitivamente superata. La sua risposta è stata che era stata solo una cotta, ma che aveva capito di essere interessato a qualcun altro, cioè io! Io gli ho creduto e ne sono molto contento. Lui è premuroso e affettuoso nei miei confronti e andiamo d’accordo anche come compagni oltre che come amici! Certo, questo è solo l’inizio e c’è l’entusiasmo e la voglia di essere conciliante, infatti ieri pomeriggio, che era domenica, mi sono lasciato convincere ad accompagnarlo a pesca……una noia mortale!!! Non capisco cosa ci trovi a passare delle ore seduto sul molo con una canna in mano, aspettando che i pesci abbocchino!!! A me la pesca fa venire i nervi, mi stressa! A lui no, però, così ho deciso che era gentile da parte mia farlo contento e accettare il suo invito. È stato un pomeriggio un po’ allucinante, devo dire, perché io per passare il tempo mi ero portato la radiolina per ascoltare le partite del campionato di baseball, ma non avevo calcolato che avrei disturbato i pesci! Così mi sono dovuto mettere seduto lontano da Akira, che aspettava che qualche stupido rappresentante del modo marino abboccasse!   Dopo molta noia e pochi pesci, Akira ha cominciato a sbadigliare e ad un certo punto si è rivolto a me, urlando ‘ come stanno le partite?’ ! Ma così non si disturbavano i pesci?! Giuro che non mi faccio più convincere a seguirlo! Uhm, magari dovrei anche dirvi che per me Akira è diventato più domestico. A lui piace frequentare discoteche e posti simili, mentre io adoro stare in casa e questo avrebbe potuto creare problemi tra noi, invece lui ha tranquillamente rinunciato e glie ne sono grato: io non mi sento molto a mio agio in mezzo a tanta gente. Lui invece è, in un modo o nell’altro, al centro dell’attenzione e  gli piace da pazzi!

 Insomma, le cose tra noi procedono bene, stiamo sempre insieme come facevamo prima, solo che ora, quando finiamo di fare i compiti, passiamo delle ore a baciarci sdraiati sul mio o sul suo letto! E qui c’è un altro discorso da fare: conosco fin troppo la….. ehm,come dire…..esuberanza di Akira e sono piacevolmente meravigliato dal fatto che finora non abbia preteso niente di più dei baci e delle coccole che ci scambiamo. Penso spesso a ‘ quel momento ’ e se da una parte sono impaziente di dividere con lui questa esperienza, dall’altra…..mah, forse tutto dipende dalla mia insicurezza, quella che cerco di tenere costantemente a bada…..no, non c’entra  se voglio farlo o no, non è questo il punto, è che…..oh, questo è lui! Stasera sono solo a casa: il ristorante dei miei oggi è chiuso per il riposo settimanale ed i miei genitori sono andati per una volta a sperimentare il gusto di sedersi ed essere serviti. Mia sorella ne ha giustamente approfittato per uscire con il suo quasi marito e io ho invitato Akira a passare la notte qui, dopo aver cenato insieme: mia madre ci ha lasciato qualcosa di pronto che dobbiamo solo riscaldare. Scendo le scale e apro la porta.

“Ciao, piccolo!”

Sì, lo so che mi ha appena chiamato ‘ piccolo ’, lo fa spesso, è diventato il nomignolo affettuoso con cui mi ha soprannominato e io, dopo l’iniziale scetticismo con cui lo avevo accettato, comincio a trovarlo quasi carino. D’altronde, come mi ha fatto notare qualche giorno fa, io con gli altri sarei una iena, ma con lui un orsacchiotto!

“Ciao, Akira.”

Saliamo in camera mia, dove posa la borsa che ha portato con sé.

“Allora, adesso che facciamo?” chiede lui e io, non so perché, sento che arrossisco!

“Che ti prende, Hiro-kun?”

E ora che gli dico?!

“Niente, io….è meglio cominciare a pensare alla cena e….” mi muovo per uscire dalla stanza, ma lui mi ferma, afferrandomi per un braccio.

“Aspetta, che fretta c’è?! La cena può aspettare.”

Si china su di me, baciandomi sulla bocca e io gli passo le braccia intorno al collo per attirarlo maggiormente a me. Mi stacco da lui, quando sento le sue mani insinuarsi sotto la mia maglietta.

“Hiro, mi spieghi perché ti sento a disagio? Non dipenderà dal fatto che siamo soli in casa, con la certezza che non tornerà nessuno prima di parecchio tempo?” i suoi occhi scintillano maliziosi e io cerco di allontanarmi da lui prima che legga la risposta alla sua domanda direttamente dalla mia faccia! Ovviamente non ci riesco! Lui mi abbraccia e mi sussurra nell’orecchio: “ Stavi pensando proprio a questo, vero?! Anche tu credi che stanotte potremmo …..”

Aiuto, ha capito! E ora?! Che dico?!

“Ma stiamo insieme solo da due settimane…..” bravo, una cosa più cretina non potevo dirla!

Akira si tira indietro per guardarmi.

“Sì, ma ci conosciamo da quando abbiamo undici anni, non credi che sia abbastanza per dire di conoscersi?!”

Lo so, lo so benissimo da solo, ma…..questo si ricollega  a quanto stavo per dire prima del suo arrivo: io so di volerlo fare, solo che mi sento terribilmente agitato! Insomma, lui ha fatto le sue esperienze, sa come comportarsi in queste situazioni. Sì, io sono il primo ragazzo,ma con il genere femminile si è ampiamente esercitato, diciamo così! Io invece ho dato a lui il mio primo bacio! E se gli sembrassi un imbranato o peggio, capisse che da quel punto di vista non siamo in sintonia?! Se dopo non gli piacessi più?! Ecco, mi sta venendo un attacco di panico!

“Hiro-kun, cos’è quella faccia? Guarda che non è mai morto nessuno! E poi con me come maestro, puoi stare tranquillo.”

Ma che sta dicendo ‘sto scemo?! Magari non è carino vantarsi dei propri trascorsi con il tuo ragazzo che sai benissimo essere digiuno di cose simili!

“Taci, imbecille! Ti sembrano cose da dirsi?”

Lui si mette a ridere! Che mi prende in giro?!

“Stavo solo cercando di sdrammatizzare! Se ti rilassi e la prendi nella maniera giusta, non ti sembrerà così terribile!”

Uhm, forse….intanto io non mi sento tranquillo per niente! Akira si siede sul mio letto e  con la mano  mi invita a raggiungerlo: i suoi occhi ora sono seri e il suo eterno sorriso sfrontato ora è molto dolce. Decido a muovermi con il cuore che mi batte all’impazzata. Che devo fare?! Io non ne ho la più pallida idea, sono completamente nel pallone! Mi siedo accanto a lui, le sue mani mi prendono il viso, comincia a baciarmi le guance, poi scende verso la bocca, mi succhia le labbra….mi piacciono da impazzire i suoi baci, lenti e sensuali…..mi fanno dimenticare quasi ogni timore, quasi, perché quando mi ritrovo sdraiato sulla schiena con Akira sopra di me già senza maglietta che cerca di togliermi la mia, mi torna la paura! Blocco le sue mani e le allontano da me.

“Aspetta….dai…..devo togliermela per forza?” quanto mi sento scemo, però non riesco ad impedirmi di chiederglielo!

Lui mi guarda un po’ perplesso.

“Amore, non vorrai farlo con i vestiti addosso, no?!”

Io credo di avere le guance in fiamme, mentre gli rispondo.

“Ma….ma…. così mi vedresti nudo!”

“E allora?! Ti ho visto spogliato un’infinità di volte!”

“Stavolta non sarebbe lo stesso….. prima che ci mettessimo insieme, quando mi guardavi, vedevi solo il corpo del tuo amico e compagno di squadra, ora quello del tuo ragazzo, non è la stessa cosa!”negli spogliatoi io cerco di non rivolgere mai gli occhi verso di te, perché la vista di te nudo ora mi emoziona, mi fa seccare la gola, prima non era così…. E tu? Come mi vedi tu ora?

Le sue dita mi accarezzano la fronte gentilmente.

“Sei così dolce, Hiro-kun…..facciamo così, ti tieni la maglietta e ti levi i pantaloni, eh?!”

Sto per prenderlo a pugni, accusandolo di essere un insensibile, ma lui mi strizza un occhio, facendomi un sorriso bellissimo, complice e rassicurante.

“Stupido…” gli sussurro. Si puntella su un gomito, continuando a guardarmi.

“Hiro-kun, ma per caso hai paura?!”

“Non dire stupidaggini! Io paura?! E di che, scusa?!” ovviamente, io HO paura, ma piuttosto di confessarglielo mi mordo la lingua! Assumo un’espressione quasi offesa, per quello che voglio fargli credere sia stato un affronto nei miei confronti, ma gli basterebbe ascoltare i battiti irregolari del mio cuore, per capire che sto mentendo spudoratamente! Akira torna a baciarmi la bocca.

“Se ne avessi, sarebbe normale…..Hiro, io voglio che sia tutto come tu desideri: la prima volta deve essere tutto speciale….”

Già, la mia prima volta, ma è soltanto la MIA prima volta, non per lui! Non lo scopro certo adesso, se mi impegnassi sono certo che mi ricorderei anche la faccia della ragazza con cui è successo, ovviamente sono stato il primo a saperlo, eppure questo pensiero mi fa avvertire una punta di rammarico e di tristezza….

“Amore, che c’è?” i miei pensieri devono essersi riflettuti sul mio viso, Akira mi guarda interrogativo.

“Niente…” mento, non voglio che mi prenda per uno sciocco sentimentale che si rammarica solo perché il ragazzo di cui si è innamorato non può donargli la sua prima volta, come invece vorrei….

“Hiro, hai capito cosa ho detto poco fa? Voglio che quello che stiamo per fare sia indimenticabile, quindi qualunque cosa tu stia pensando, voglio saperlo.” Mi carezza teneramente, aspettando pazientemente che io mi decida  a parlare. Prendo fiato un paio di volte, poi lo abbraccio, tirandomelo contro e parlando contro il suo collo.

“Avrei voluto essere il primo per te, ecco che c’è!” lo dico bruscamente, quasi rimproverandolo, anzi, senza quasi!

“Sarebbe stato bello, certo, ma mettiamola così: la mia esperienza la metto tutta a tua disposizione!” mi impedisce di prenderlo a pugni, bloccandomi le mani, il suo corpo premuto contro il mio.

“Imparerai mai a capire quando qualcuno scherza, Kosh?! Prendi tutto troppo seriamente!”

“Se ora mi dici che bisogna affrontare la vita con un sorriso, credo che ti morderò!”

Lui ridacchia.

“Ok, ok non te lo dico, giuro! - mi lascia andare le mani e mi bacia la punta del naso – però lascia che ti dica una cosa: sei il primo ragazzo con cui lo faccio e, più importante, la prima persona a cui tenga veramente, l’unica con cui farò l’amore.”

Le sue parole mi riempiono il cuore di dolcezza e, per impedire di fargli vedere quanto mi abbia colpito, lo bacio di slancio. La sua bocca scende lungo il mio collo, le sue mani mi alzano la maglietta  e questa volta, invece di fermarlo, lo aiuto a togliermela. Pochi minuti e ci troviamo nudi l’uno tra le braccia dell’altro: ho superato l’assurdo imbarazzo iniziale e tremo di piacere sotto le sue carezze esperte. È una sensazione esaltante sentir crescere il desiderio di unirmi a lui, il suo respiro affannato che si mescola al mio….il mio cuore manca un battito quando sento le sue dita che cercano lentamente e delicatamente di entrare in me: istintivamente mi irrigidisco con un flebile lamento. Voglio che continui, ma il mio corpo non sembra propriamente d’accordo!

“Rilassati…..piacerà anche a te, te lo prometto….” la sua voce mi arriva carezzevole e lieve sulle labbra, prima che la sua lingua torni ad esplorare la mia bocca dolcemente avida. Io mi faccio trasportare dalle sensazioni che i suoi baci mi infondono: amore, desiderio, appartenenza….

Akira è attento a ogni mio gesto, a ogni mia reazione: è dolce e premuroso, mi sento invadere da un calore soffuso che si spande sulla mia  pelle e nella mia anima. Ora come non mai so che ho fatto la scelta giusta, permettendo a questo amore di superare le mie incertezze, le mie paure…..ora so che lui mi ama, non ho neanche bisogno di sentirgli pronunciare queste parole, lo so con assoluta certezza……

Mi concentro su questo pensiero quando il dolore di donarmi a lui rischia di sommergermi e lotto con me stesso per impedirmi di chiedergli di smettere. Mi mordo un labbro e chiudo gli occhi, ma sento ugualmente le lacrime che fuoriescono, rotolandomi lungo le tempie. È un momento lungo e intenso che mi fa pensare per un attimo di non farcela, ma Akira mi consola, baciandomi la fronte, sussurrandomi parole che non capisco, ma di cui colgo l’estrema dolcezza. Riesco a lasciarmi andare quando il dolore si mescola e si diluisce sempre di più con il piacere che  mi regalano i suoi movimenti in me  e, stupendo anche me stesso, ben presto sento anche i miei gemiti. Diventa tutto bellissimo, coinvolgente e  quando lo sento venire in me e con me, vorrei quasi piangere per dar sollievo all’amore che mi sento scoppiare dentro per lui…..

 

 

Fino ad oggi credevo che il sesso e il piacere che ne deriva fossero una delle cose più belle della vita, bè mi sbagliavo! Quello che ho provato stasera con Hiro non ha niente a che vedere con le mie esperienze precedenti: sentirmi parte di lui, avvolto dal calore del suo corpo, ascoltare il suono dei suoi gemiti mi ha procurato delle sensazioni mai sperimentate finora e che mi hanno fatto capire quanta differenza c’è tra sesso e amore, tra le sue braccia mi è stato tutto chiaro. Quando sono entrato dentro di lui, il mio primo pensiero è stato proprio per lui, ho superato quel momento di assoluto egoismo iniziale in cui riuscivo a pensare solo a quanto fosse meravigliosamente caldo e stretto, guardando il suo viso sofferente. Lì ho capito, capito che non potevo pensare solo a me, ma che c’era qualcun altro con me, qualcuno che amo tantissimo e per lui la mia mente ha cominciato a ripetere che dovevo essere gentile e paziente perché il mio amore mi stava regalando la sua prima volta e io gli avevo promesso che gli sarebbe piaciuto: non ho mai desiderato così tanto mantenere una promessa come stavolta ( ma questo è Sendoh?! Siamo sicuri?! Mah……ndC. ). Dopo aver fatto l’amore siamo rimasti stretti in un abbraccio possessivo, con il respiro ancora irregolare, sentivamo il bisogno di prolungare quella sensazione di unione in tutti i modi possibili.

Ora siamo nuovamente nel suo letto,dopo esserci fatti la doccia e aver cenato, solo che questa volta siamo vestiti, non si può mai sapere: se sua madre decidesse di entrare all’improvviso domani mattina, le prenderebbe un colpo a trovarci nudi l’uno tra le braccia dell’altro! Uff, che strazio però! Mi sarebbe piaciuto dormire stretto a lui, invece…..e poi questo pigiama!! Devo convincere i miei a fare un bel viaggio, magari intorno al mondo così si levano di mezzo per un po’! Intanto però….mi giro su un fianco, Hiro già dorme….quanto è carino! È proprio bello il mio ragazzo, eh?! Non resisto all’idea di stringerlo a me, così me lo tiro contro, facendogli poggiare la testa sulla mia spalla e mi addormento, sapendo già che questa mia bravata domani mattina mi costerà un paio di urlacci del mio Hiro-kun, ma pazienza!

Passano tranquillamente altre due settimane, fatte di baci e carezze scambiati di corsa prima degli allenamenti sulla terrazza della scuola, negli spogliatoi e di qualche pomeriggio bollente a casa sua che si presta maggiormente al caso, considerando che i suoi non ci sono mai, certo sono al piano di sotto, ma non stanno in mezzo ai piedi! Questa vicinanza con i genitori crea in Kosh qualche senso di colpa, dice che gli sembra brutto pensare ai suoi che lavorano di sotto, convinti che noi stiamo studiando, quando l’unica materia di cui ci interessiamo è anatomia applicata!

“Insomma, Akira – mi ha detto ieri – noi qui da soli a fare di tutto e loro …..”

“Vuoi andarli a chiamare, così ti sentirai meglio?!” gli ho chiesto ironico io e lui si è imbronciato! Peccato che io adori il suo musino con il broncio…..capito come è andata a finire, no?!

Oggi mi aveva chiesto di andare con lui perché doveva accompagnare la madre a fare non so che commissione, ma io credevo di dover accompagnare la mia di madre a fare la spesa al centro commerciale, così gli ho detto che ci saremmo visti più tardi a casa mia. Solo che  la mia mammina ha visto bene di cambiare idea ed è andata a fare shopping con le amiche! Così, adesso è primo pomeriggio e lui chissà quando viene, che strazio! Che faccio a casa da solo?! Decido di farmi una passeggiata, mi porto il cellulare dietro, così se Hiro-kun mi cerca…..

Il parco è quasi deserto, ma quando sento il familiare rumore della palla che sbatte sul cemento mi avvicino: è Rukawa! Rimango a guardarlo giocare per un po’, poi lui si accorge di me.

“Ciao, Rukawa!”

“….ao.”

“Come mai solo? La scimmia rossa dov’è?”

“Sua madre aveva bisogno di lui.”

Cos’è, oggi si sono messe tutte d’accordo?!

“Ti và una sfida?”

Guardo l’orologio, è ancora presto, posso concedermi un po’ di allenamento extra, poi quando te lo chiede un così bel ragazzo…..eh, che dite?! Sono un hentai?! E perché?! Ho il ragazzo, dite voi. E con questo?! Non sono mica diventato improvvisamente cieco, eh! Ho detto che è bello, non che voglio saltargli addosso, e capitemi, no?! Vabbè la mia nomina, ma insomma…..

Quando torno a casa è ormai il tramonto e ho quasi paura che Hiroaki sia arrivato e non mi abbia trovato, ma lui non c’è. Mi faccio una doccia e perdo buoni venti minuti a pettinarmi, il tempo standard, ma insomma……Faccio passare un’altra ora, prima di cominciare a chiedermi dove diavolo sia finito Hiroaki! Non mi và di aspettare oltre, così esco e raggiungo casa sua in pochi minuti. Sua madre è lì, mi dice che Hiro-kun è in camera sua e che è rincasato da poco. Sì, ma da dove, considerando che da me non si è visto?! Faccio le scale e apro la sua porta: lui è seduto alla scrivania, la luce del lume vicino a lui è l’unica fonte di luce.

“Che diavolo c’è, mamma? Io sto studiando!”

“Non sono tua madre, sono io!” gli dico ridendo. Hiroaki stringe forte la matita che ha in mano, poi si gira verso di me con uno sguardo che mi risulta furente anche nella penombra. Che ho fatto?!

“Che ci fai TU qui?!”

Uhm, è proprio nervoso!

“No, veramente che ci fai tu qui! Non dovevi venire a casa mia, dopo aver accompagnato tua madre?!”

“Infatti! Avevo fatto anche prima del previsto e ho pensato di raggiungerti subito, per farti una sorpresa, solo che camminando verso casa tua ti ho visto e non eri solo!”

“Stai dicendo al parco? Se mi hai visto allora, sì, non ero solo, stavo giocando con Rukawa e…..”

“E ovviamente, vi siete incontrati per caso, no?!”

Hiroaki si è alzato, stringendo i pugni: è proprio arrabbiato, ma non capisco perché, a meno che….

“Certo che ci siamo incontrati per caso. Come facevo a sapere che stava lì?! Io passavo di lì. Lui mi ha visto….”

“Ma che coincidenza!!! Non sarà invece che visto che io non ero tra i piedi tu hai deciso di rallegrarti il pomeriggio?!”

“Hiroaki, che diavolo stai dicendo?! Ti ho già detto che Rukawa è un capitolo chiuso per me!”

“Ma certo! Era per questo che lo guardavi in quel modo, no?! Perché per te lui è come qualsiasi altro ragazzo, non è vero?!”

“Che stai dicendo, Hiro?!”

“Che te lo mangiavi con gli occhi, ecco che sto dicendo, Akira! Ho visto il desiderio di lui nel tuo sguardo e non provare a negare perché io non sono cieco e tantomeno così innamorato di te da credere a qualcuna delle tue scuse!”

Io non riesco a credere alle mie orecchie, sono accusato di aver incontrato qualcuno per caso?!

“Io non ho fatto niente di male!” mi difendo.

“Oh lo so! Tu sei convinto di non aver fatto niente ed è questa la cosa peggiore, non che probabilmente mi hai mentito per incontrare lui, ma che tu non ti renda conto di come lo guardavi!”

“Io NON ti ho mentito, è chiaro?! Ero uscito perché a casa da solo mi annoiavo, mia madre alla fine se ne è andata per conto suo e io volevo farmi una passeggiata prima del tuo arrivo, solo che al parco ho incontrato Rukawa e mi sono fermato a giocare con lui, che diavolo avrò mai fatto?! Ok, lo guardavo come se fosse un bel ragazzo, ma lui E’ un bel ragazzo! Non ho mai detto il contrario, lui possiede una bellezza che è capace di attirare anche le pietre e allora?! È forse colpa mia?!” ora mi sto veramente incavolando! Sta facendo un sacco di storie per nulla!

“No, certo, non è una tua colpa se lui è così, però, se lo trovi così irresistibile, devo pensare che io sono stato un ripiego. Tu ti sei accontentato di me perché non puoi avere lui, no?!”

“HIROAKI, MA SEI IMPAZZITO?! Mi pensi davvero capace di una bassezza simile?! E l’avrei fatta proprio a te?!”

“Allora rispondi a questo: se lui fosse venuto da te il giorno che ci siamo dichiarati di volerci bene, tu avresti detto ugualmente quelle parole su quella panchina del parco? Avresti scelto me?!”

“Che discorsi fai, scusa?”

“Io voglio solo sapere  CHI avresti scelto, non è difficile! Lui o me?!”

“Sto con te, questo dovrebbe bastarti come risposta! Se avessi continuato a volere lui, non mi sarei messo con te! Non avrei certo usato il mio migliore amico per sfogarmi fisicamente, non credi?!”

“Non ti sei mai fatto tanti scrupoli quando volevi qualcuno!”

“Credi di insultarmi ancora per molto? No, perché sarei un po’ stanco delle tue accuse assurde! Se vuoi credermi, bene, altrimenti fai come ti pare!” ora sono veramente arrabbiato!

“Ti sto chiedendo solo una semplice risposta ad una semplice domanda! Lo so che ora stai con me, vorrei solo che tu mi rassicurassi che è me che vuoi veramente, che se siamo una coppia non è perché sai di non poter avere lui! La tua decisione di stare con me è una scelta o una conseguenza?!”

“Mi spieghi il senso di questo tuo discorso, Kosh?! Io e te stiamo insieme, no?! Perché farsi tutti questi ‘ se ’?! Non puoi per una volta mettere a tacere la tua insicurezza e accettare la realtà dei fatti così com’è?! Che ti importa di stabilire cosa avrei fatto io se Rukawa avesse detto o fatto qualcosa, se poi ti ho chiesto di diventare il mio ragazzo?! Non ti basta questo?!”

“No che non mi basta, come potrebbe, se non ho la certezza che tu avresti scelto me comunque?!”

“Ancora?! Non serve a niente interrogarsi su eventualità che non si sono avverate, quello che conta è quello che ho fatto, non quello che avrei potuto fare se…!”

“Non mi basta, Akira, mi dispiace!”

Mi volta le spalle senza aggiungere altro, io mi avvicino per cercare di farlo ragionare, ma lui mi gela.

“Vattene, non voglio continuare a parlare con te! Tu non vuoi dirmi quello che io vorrei ascoltare da te e io non voglio più sprecare altro tempo, vattene!”

Che vuol dire adesso?! Perché mi manda via?! Che significa che non vuole sprecare altro tempo?! Si riferisce a noi due?!

“Dovevamo stare insieme stasera….” provo a ricordargli.

“Non ne ho più voglia, ora và via!”

Questo suo atteggiamento mi ci fa rimanere veramente male.

“Sì, me ne vado, però lascia che ti dica una cosa: potevi essere chiaro sin da subito e  dirmi che non importava qualunque cosa facessi per dimostrarti che sono cambiato, tanto tu avevi già deciso di non darmene la possibilità, non accordandomi alcuna fiducia!!” me ne vado senza aggiungere altro. Sono arrabbiato con lui all’inverosimile! Questa volta ha veramente esagerato, io non ho fatto niente che giustifichi questa sua reazione, ho soltanto giocato a basket con Rukawa, non mi ci ha trovato a letto! Cammino lentamente verso casa perso nei miei pensieri, quando mi sento chiamare da una voce femminile, mi volto e vedo la sorella di Ikegami: Ayumi. Parliamo qualche minuto, poi lei mi invita ad andare insieme all’ inaugurazione di una nuova discoteca che si trova non lontano da casa sua. Io non sono dell’umore adatto, ma ho una gran voglia di non pensare a niente per un po’ e il rumore di un locale simile fa al caso mio e poi mi và di fare qualcosa che so che Hiroaki non approverebbe. Almeno, stavolta, avrebbe motivo di avercela con me! Le do appuntamento alle nove davanti al locale.

 

 

La discussione con Akira mi ha lasciato l’amaro in bocca, ma credo fosse inevitabile. La nostra prima lite e non ne sono affatto contento, ovviamente! Ho un peso sul cuore  per le accuse che gli ho mosso contro, perché ora, dopo aver sbollito la rabbia e la gelosia di quel momento, mi rendo conto di aver esagerato: ho agito d’impulso, dando per scontate delle conclusioni che prima mi sembravano così giuste, mentre ora….ho sbrigato quella commissione con mia madre il più in fretta possibile, perché volevo  raggiungerlo, stare con lui e quando l’ho visto lì con Rukawa mi sono sentito preso in giro e tremendamente stupido, perché io mi preoccupavo di lasciarlo troppo solo, quando lui era lì che si divertiva con un altro e non un altro qualsiasi, ma il ragazzo per cui si era preso una sbandata che lui mi aveva promesso fosse superata. Non ho capito più niente: ho sentito qualcosa dentro me rompersi e le schegge ferirmi il cuore. Vedevo il mio ragazzo divertirsi con qualcuno che non ero io e quella vista mi è stata insopportabile! La mia insicurezza è tornata prepotentemente alla carica e ho sentito la medesima sensazione di inadeguatezza che mi coglieva quando, dopo aver passato le notti a convincermi che dovessi dire ad Akira che mi ero innamorato di lui, mi risvegliavo al mattino e mi dicevo che non era possibile, io non sarei mai potuto essere il suo ragazzo: troppo insignificante, troppo scorbutico per lui che è sempre così allegro. Poi lui mi ha confessato di non vedermi più come un amico, ci siamo messi insieme ed è stato capace di farmi sentire importante, speciale. Io gli ho creduto quando mi ha detto che ero io quello che voleva, che la sua infatuazione per Rukawa era dimenticata, solo che oggi quando li ho visti insieme non riuscivo a pensare ad altro che Akira mi aveva mentito, che non era voluto venire con me perché voleva vedere lui e poi…..lo guardava in un modo…..sono tornato a casa mia senza farmi vedere, pieno di rabbia e di delusione. Offeso perché Akira aveva accettato la compagnia di qualcuno che sapeva io non avrei mai voluto vicino a lui, offeso perché avevo visto il MIO ragazzo guardarne un altro con quel desiderio che io pensavo fosse destinato solo a ME e a nessun altro, perchè lui aveva promesso…..ero io quello che voleva….. Mi sono chiuso in camera mia, buttandomi sui libri anche se non riuscivo ad evitare che quell’immagine di Akira con Rukawa tornasse costantemente nella mia mente e quando lui è venuto a cercarmi l’ho attaccato ancora prima di permettergli di spiegarmi come erano andate le cose, accecato dal dolore e dalla paura. Volevo risparmiarmi le sue patetiche scuse, quelle che ho sentito tante volte propinare alle sue ragazze tradite. Non volevo sentirmi dire ‘ scusa, non credo più di essere così sicuro di volere te….lui è così bello, così bravo….’ Maledetta insicurezza! Perché solo ora mi rendo conto che avrei dovuto ascoltarlo?! Non ho voluto credere alle sue parole, ma forse lui era davvero lì per caso…..La verità è che non gli ho creduto, perché per me era tutto chiaro, lui mi aveva mentito e cosa peggiore mi aveva dimostrato che non ero io quello che voleva in realtà! Ero convinto, talmente convinto da trasformare la nostra lite per una bugia in una occasione per stabilire finalmente chi conta di più: io o Rukawa. Ho assecondato quella vocina rincantucciata nel fondo nel mio cuore che mi sussurrava che non era possibile che Akira scegliesse me per sempre, come poteva?! Perché avrebbe dovuto farlo?! L’ho pressato perché lui mi dicesse quello che volevo, che anche se avesse potuto avere Rukawa, avrebbe ugualmente detto di volermi bene quel giorno al parco e lui non l’ha fatto…..Io mi sono sentito morire, volevo quelle stramaledette parole e lui non le voleva pronunciare. L’ho mandato via in malo modo e ora lui probabilmente pensa che tra noi è tutto finito, ma non è vero! Sono passate ore da quando lui se ne è andato da casa mia e ora lo so, so che non avrei dovuto reagire in quel modo. Avrei dovuto permettergli di spiegarmi le sue motivazioni, senza giudicarlo solo perché fino a pochi mesi fa lui non voleva legami e usava ogni mezzo per restare libero e indipendente. Non ho avuto fiducia in lui, ha ragione. Avevo detto di essere pronto a dargli la possibilità di dimostrarmi che era cambiato, invece……io che pensavo di essere stato deluso, alla fine ho deluso. Volevo che lui mi desse la prova del suo tenere a me, usando quelle parole che per me erano così importanti per lenire le mie insicurezze e non ho capito quanto quel suo continuare ad affermare che lui stava con me, fosse la pura semplice realtà: ero io il suo ragazzo, solo questo contava in fondo, no?! Ed io invece, sono stato così cieco da non rendermi conto di quanto fossero importanti quelle parole, di quanto affermassero una realtà per lui ormai consolidata, ma posso rimediare, DEVO rimediare, anche ingoiando il mio orgoglio. Prendo il telefono e mi chiudo in camera, sedendomi sul letto. Compongo il numero di casa sua e chiedo a sua madre di parlare con lui, ma scopro che  è uscito appena dopo cena senza dire dove andava. Guardo l’orologio sulla mia scrivania, sono quasi le undici, dove può essere andato a quest’ora?! Provo sul cellulare, ma è spento. Bè, la notte è lunga , proverò ancora finchè non  riuscirò a parlare con lui…..

La luce che filtra dalla tende che ho lasciato aperte, mi svegliano: sono sdraiato a letto, ancora vestito come ieri, il telefono vicino a me. Mi stropiccio gli occhi con le dita e mi stiracchio. Mi sono addormentato mentre facevo passare qualche minuto prima di provare nuovamente a telefonare ad Akira, ma non ci sono riuscito. Mi alzo e mi faccio una doccia: oggi è domenica e l’unico impegno è quello nel pomeriggio per gli allenamenti. Lì parlerò con lui, gli chiederò scusa per ieri e cercherò di farmi perdonare.

 

 

L’acqua fredda della doccia scorre sulla mia pelle facendomi rabbrividire, ma mi sento ancora un po’ intontito, effetto di tutto l’alcool che mi sono bevuto ieri sera! E mi fossi limitato a quello! Dopo cena sono uscito per incontrarmi con Ayumi Ikegami, la sorella di un mio senpai che mi fa gli occhi dolci, me ne sono accorto da un po’, siamo andati in quella discoteca di cui mi aveva parlato quando ci eravamo incontrati nel pomeriggio, io ero reduce dalla prima e forse ultima litigata con il mio ragazzo che, vedendomi giocare a basket con un altro ha pensato bene che io gli stessi mettendo le corna! Stupenda considerazione, eh?! Conosco anch’io i miei trascorsi e so che non è facile credermi se dico che sono cambiato, ma cavolo, glie l’ho dimostrato! Non avevo mai fatto tutto quello che ho fatto per lui! Sono stato paziente e premuroso davanti alla sua comprensibile paura di far l’amore con me, ho accettato di rinunciare alle mie serate in discoteca e solo per lui! E lui che fa?! Mi accusa non solo di averlo tradito, ma anche che lui non è stato una scelta, ma una conseguenza! Ero arrabbiatissimo con lui quando sono uscito con Ayumi, ma poi, più il tempo passava e più sentivo il dispiacere per quella brutta discussione con il mio Hiroaki. Aveva detto di non volermi vedere perché io non riuscivo a dirgli quello che lui voleva, bè, in quella discoteca ho capito che ero disposto a dirgli qualsiasi cosa, perché lui capisse finalmente che volevo lui più di chiunque altro, perché con lui io riesco ad essere migliore, però forse non ne avrei avuto più la possibilità: conosco Hiro e so che quando ha quella luce negli occhi non torna sulle sue decisioni tanto facilmente, ho pensato che  forse mi aveva lasciato e non avrebbe voluto più saperne di me. Questo pensiero mi ha reso triste e infelice, ho cominciato a bere. I miei ricordi a questo punto si fanno confusi, so solo che ad un certo punto ero fuori dal locale e Ayumi rideva divertita, mi invitava ad andare a casa sua. Io ho accettato, ormai troppo ubriaco per ragionare lucidamente, ma c’era qualcosa dentro di me che mi diceva che non avrei dovuto accettare quell’invito, che era sbagliato. Ora so che era il pensiero di Hiro e mi sento un verme, perché io stamattina mi sono risvegliato nel letto di Ayumi ed ero nudo! Mi è stato subito chiaro cosa è successo stanotte,anche se io non me lo ricordo. Cavoli, come ho potuto?! Ho fatto sesso con una ragazza con cui ho scambiato pochissime parole prima di ieri sera, questo non mi aveva mai fermato prima, ma adesso….. svegliarsi a letto con una quasi sconosciuta! Che diavolo avevo per la testa?! E non fate gli spiritosi con le vostre facili illazioni! Qui la situazione è grave! Io ho tradito il mio ragazzo, dopo averlo rimproverato per non darmi fiducia, vi rendete conto?! E poi c’è lei, Ayumi…..le ho parlato, quando si è svegliata mentre io mi vestivo, volevo cercare di spiegarle che tra noi non poteva nascere niente e che non volevo illuderla su possibili sviluppi che non ci sarebbero mai stati. Questo è quello che volevo fare, ma non è stato necessario, perché lei mi ha preceduto! È stata l’unica parte piacevole di tutta la situazione! Sì, perché mi ha subito rassicurato che lei non si aspettava niente da me, che era stata una piacevole serata e che lei era contenta così. Ha concluso dicendomi che sapevo dove trovarla, se volevo rivederla! Non chiedevo niente di meglio….no, non volevo dire che così se mi voglio divertire ancora con lei, so che posso farlo! O, ma siete proprio prevenuti nei miei confronti, eh! Io amo Hiroaki…..e non fate quelle facce ironiche! Eh?! Dite che avrei dovuto evitare di tradirlo! Questo lo so anch’io, che credete?! Purtroppo però, le cose sono andate diversamente. Mi posso appellare all’attenuante che ero un po’, un bel po’ brillo?! No, eh?! Già, non sarei mai dovuto uscire con lei, è questa la verità! Ero così dispiaciuto e arrabbiato per la lite con Hiro che ho pensato di distrarmi, come se non sapessi come sono fatto! Ma sono proprio scemo! Ora mi trovo in una gran bella situazione: lo dico o no a Hiroaki quello che ho combinato? Forse è la volta buona che mi manda al diavolo definitivamente o forse non cambierà niente perché lui ha già deciso di lasciarmi ieri sera! Io però non voglio che finisca tra noi, io lo amo tanto e non voglio dover rinunciare a lui per uno stupido equivoco! Come faccio a spiegargli che ero lì per caso? Che poi…..il problema non è questo. No, Hiro, teme di essere un ripiego, che io mi sia deciso a confessargli i miei sentimenti perché Rukawa non mi pensava proprio! Ok, la splendida ala dello Shohoku non pensa a me in quel senso, forse non mi pensa proprio, di solito le nostre ‘ conversazioni ’ vertono sul basket, ma si può dire che abbiamo una specie di amicizia, per quanto il suo ragazzo continui a guardarmi sospettoso ogni volta che io mi avvicino al numero undici dello Shohoku, ma non è niente di personale, lo fa con qualunque cosa o persona osi avvicinarsi a Rukawa! Cos’è, non mi domandate chi è il suo ragazzo?! Come sarebbe che lo sapete già?! Volete dire che è evidente che Sakuragi è fatto apposta per Rukawa e così il contrario?! Perché io?! Ah, io con lui non andavo bene…..uhm, non mi sembrate molto solidali con il sottoscritto, lasciamo perdere che è meglio…..

Esco dalla doccia e mi vesto, indossando la tuta, tanto nel pomeriggio ho gli allenamenti. Raggiungo i miei genitori per il pranzo e ovviamente mi devo subire una bella ramanzina da mio padre a cui non è sfuggita l’ora in cui sono rientrato. Fortunatamente i miei sono piuttosto ben disposti e fiduciosi verso di me, godo di una libertà non comune alla mia età, ma certe regole devo seguirle anch’io, come avvertirli se resto fuori a dormire. Chiedo scusa con un gran sorriso e ottengo facilmente il perdono, con loro è stato facile, ma con Hiroaki non avrò la medesima fortuna se decido di confessargli la mia bravata notturna! Arrivo in palestra leggermente in ritardo, come al solito, stanno già tutti correndo intorno al campo. Indugio sulla figura di Kosh prima di entrare negli spogliatoi, spronato a far presto da Uozumi. Per tutta la durata degli allenamenti non ho modo di avvicinarmi al mio ragazzo, anche se più di una volta ho l’impressione che i suoi occhi si volgano verso di me che provo dei tiri a canestro con Fukuda. L’allenatore Taoka decreta la fine della tortura e ci dirigiamo rumorosamente verso le docce. Hiroaki entra per ultimo più silenzioso che mai, non è un bel segnale! Pian piano gli spogliatoi si svuotano e, non so se per coincidenza o volontà di entrambi, lui ed io restiamo soli: io da parte mia ho fatto in modo di lavarmi e vestirmi piuttosto lentamente, vorrei riuscire a parlare con lui e magari a far pace. Finisco di allacciarmi le scarpe, alzo lo sguardo da terra e incontro i suoi occhi scuri come la notte. Non riesco a decifrare i sentimenti che vi vedo agitarsi dentro, forse questo attimo di quiete è quello che precede lo scatenarsi della tempesta: la conferma che lui non vuole più stare con me. Aspetto con ansia una sua parola, ma vedo solo la sua mano alzarsi e scivolare sulla mia guancia. Resto sorpreso da questo insolito e inaspettato gesto affettuoso nei miei confronti e lo sono ancora di più quando lui si china su di me, sfiorando le mie labbra con le sue. Questa è l’ultima cosa che pensavo di vedergli fare, soprattutto oggi! Solitamente sono io a coccolarlo, a cominciare le nostre schermaglie amorose, lui è ancora così timido in queste cose, invece eccolo qui che mi bacia, dopo che mi ha fatto credere di non accorgersi di me per tutto il pomeriggio! Le sue labbra sono dolci e morbide, non resisto alla tentazione di tirarmelo in braccio, approfondendo il nostro contatto in un bacio umido e profondo. Non mi sazierei mai della sua bocca, anche respirare mi sembra una cosa inutile, ma stavolta non è questo bisogno naturale a interromperci, bensì la porta che si apre e i colpi di tosse di qualcuno che cerca di avere la nostra attenzione. Le mani di Hiro si stringono spasmodicamente sulle mie spalle, ma non accenna minimamente ad alzarsi né a voltarsi verso colui che ci ha interrotto. Io mi armo della mia migliore faccia tosta e con il mio migliore sorriso, alzo lo sguardo. Davanti a me c’è Uozumi che mi guarda più imbarazzato di quanto sia io in realtà.

“Hai dimenticato qualcosa, capitano?”

“No, io…ecco….volevo dirvi che devo chiudere la palestra e…….bè, sbrigatevi ad andarvene, per favore!”

Esce velocemente, ma non mi sento offeso dalla sua ritirata. So benissimo che non ci giudicherà mai per quanto ha visto qui oggi e so anche che se non sarò io a riparlare di questa cosa, lui farà finta di niente per rispetto alla nostra riservatezza e lo apprezzo moltissimo. Mi riprometto di affrontare l’argomento con lui, ma nel frattempo, vediamo di far riprendere il mio amore che sembra essersi addormentato con la testa sulla mia spalla. Scommetto che è ancora scosso dall’improvvisata del nostro capitano! Passo le mie mani tra i suoi capelli.

“Ehi, guarda che se ne è andato puoi tornare a respirare.”

Hiroaki alza il viso e mi guarda: è tenerissimo con le guance arrossate e non resisto alla tentazione di prenderlo un po’ giro per la sua timidezza. Ne esce una delle nostre piccole scaramucce complici, in cui ognuno recita la sua parte alla perfezione. Và a finire che scoppiamo a ridere e usciamo dalla palestra ancora allegri. Arrivati alla stazione ci sediamo su una panchina in attesa del treno: c’è silenzio tra noi, ma sento che non è ostile. Cerco un modo per cominciare un discorso circa la nostra lite del pomeriggio precedente, ma lui si volta verso di me e comincia a parlare.

“Mi dispiace per ieri sera, scusami, so di aver sbagliato....quando ti ho visto con Rukawa ho subito pensato che tu mi stessi tradendo, ma poi ho capito che non avrei dovuto….non ho avuto fiducia in te, avevi ragione e mi dispiace tantissimo, perché ti ho lasciato intendere di non credere in questo amore, anche con le mie assurde domande perché tu mi convincessi di volere me e non lui, io…..sono stato uno stupido e….”

Non riesco a sentirlo parlare ancora, lo abbraccio forte a me baciandolo, tanto la stazione a quest’ora è deserta e poi, le sue parole….mentre le pronuncia so di non meritarle, non merito il suo perdono, non merito che lui chieda scusa a me, perché sono io che dovrei, ma come posso ora?! Se parlassi adesso e gli dicessi quello che ho fatto stanotte, che l’ho tradito con una ragazza, lo perderei per sempre, lo ferirei e lui non vorrebbe più saperne di me e io non voglio….continuo a tenerlo stretto, ad accarezzargli la schiena, pieno di sensi di colpa, perché sono un vigliacco e, per paura della sua reazione, taccio la mia colpa….non voglio dover fare a meno di lui….

I miei sono partiti e tornano domani, chiedo quindi al mio ritrovato amore di venire a casa mia. Passiamo la notte a far l’amore e Hiro non è mai stato così passionale e dolce. Mentre riposiamo l’uno tra le braccia dell’altro, Hiroaki ancora con gli occhi chiusi mi dice qualcosa che appesantisce ulteriormente il peso sul cuore per non avere il coraggio di essere pienamente sincero.

“Nessuno ti amerà mai come faccio io, Akira, nessuno……. te lo prometto…” mi sussurra contro il collo con voce affannata ed emozionata. Non l’ho mai amato tanto come in questo momento, lo giuro. Bacio la sua bocca e gli soffio il mio primo ti amo sulle labbra.

Il giorno successivo alla nostra riappacificazione, Hiro ed io facciamo un giro al centro commerciale dopo la scuola e gli allenamenti e mentre siamo lì che guardiamo in una vetrina, sentiamo una risata a noi familiare, quella di Sakuragi e non è solo, Rukawa cammina tranquillamente vicino a lui.

“Che ci fanno quei due insieme, se non si sopportano?!”

Hiroaki li guarda molto perplesso, non si capacita di quanto sta avvenendo davanti ai suoi occhi.

“Sakuragi e Rukawa stanno insieme.” gli dico per spiegargli e lui mi guarda quasi sconvolto.

“In quel senso?!” mi domanda.

“Esattamente, ma vieni, dai! Seguiamoli…..sicuramente Sakuragi farà qualcosa che ti convincerà più delle mie parole….” E infatti non ci vuole poi molto che vedo l’alto giocatore dai capelli rossi tirare il suo compagno per un braccio e spingerlo dentro uno di quegli stanzini chi si usano per provarsi i vestiti. Mi immagino per cosa……Kosh vorrebbe andarsene, ma io non voglio perdere l’occasione per prenderli un po’ in giro. Rimaniamo nei paraggi e quando li vedo uscire trascino Hiro-kun con me davanti a loro.

“Ciao, ragazzi!!” li saluto, sfoderando il mio sorriso delle grandi occasioni. I due ragazzi si voltano verso di noi: hanno i capelli arruffati e Sakuragi ha la maglietta mezza fuori dai pantaloni, non ci vuole molto a capire che stavano amoreggiando lì dentro!

“Che facevate di bello negli stanzini del negozio?” Kosh mi da una gomitata, Rukawa non dice nulla.

“Farti i fatti tuoi, no?!” comincia Sakuragi, ma poi mi guarda soddisfatto. “Stavo provando la mia kitsune e, ti dirò, calza alla perfezione.” A questo punto Rukawa perde la sua impassibilità e rifila un bel calcione al suo ragazzo che quasi lo fa finire per terra!!! Io mi diverto da pazzi!!! Il mio amore è arrossito, ma sorride anche lui quando i due cominciano ad insultarsi, dandosi dell’ ‘ idiota’ e della ‘ stupida volpe ’ ! Alla fine ci salutiamo, loro si allontanano, con Sakuragi che abbranca l’altro per la vita, pretendendo di camminare in quel modo!! Ridacchio, tornando ad occuparmi del mio tesoro e……perché ha il musetto, ora?! Gli prendo il mento con le dita e lo convinco a guardarmi.

“Che c’è?”

“Non potevi dirmelo che stavano insieme? Io non lo sapevo…..”

“Io te lo avrei detto ieri, ma tu non mi hai fatto parlare e……” ho detto la cosa sbagliata, perché lo vedo incupirsi.

“Sono stato proprio un idiota, eh?! Non sbagliavi ad essere così arrabbiato con me ieri.”

Sento come se qualcosa mi impedisse di respirare, chiudendomi la gola: permetto che lui si senta in colpa nei miei confronti, quando so di non meritarlo, perché sono io ad aver mancato ad un impegno verso di lui…..

“Non pensiamoci più, vuoi Kosh? Ormai quel che è successo è successo, non si può cambiare, no?!”

Lui fa un timido sorriso e ricominciamo a camminare.

Passano velocemente le giornate quando tutto va bene e io mi illudo che sia sempre così, che tutto continuerà esattamente come previsto, ma non è così che vanno le cose……più o meno il mese successivo, trovo Ayumi che mi aspetta fuori dalla palestra, dopo gli allenamenti. Una sgradevole sensazione mette in allerta tutti i miei sensi, come se presagissi che non è lì per caso né tantomeno per una cosa da nulla. Mi dice che deve parlarmi, che è importante: andiamo nel cortile della scuola e lì scopro il motivo del suo venirmi a cercare: con poche parole mi comunica di essere incinta e che quel bambino è mio. In un attimo il mondo mi crolla addosso, tutti i miei sogni, i miei progetti spazzati via. Lei non pretende che io dica chissà che, le deve essere evidente che la notizia mi ha sconvolto, mi chiede solo di pensare a quanto mi ha detto, che mi da del tempo per rifletterci e  che vorrebbe che qualunque decisione a riguardo fosse presa insieme. Io annuisco come un automa, vorrei che tutto questo si rivelasse uno scherzo o che magari tra qualche secondo mi svegliassi e mi accorgessi che stavo solo sognando, ma purtroppo non avviene niente di tutto questo: lei se ne va, lasciandomi solo.

Questo è un incubo! Non sta succedendo a me! Le parole di Ayumi continuano a girarmi per la testa vorticosamente e io non mi decido a muovermi dal cortile della nostra scuola. Continuo a chiedermi come posso dirlo a Hiroaki, ma tanto non c’è un modo giusto per farlo! Questa notizia è terribile, da qualunque punto io la consideri è un disastro! Riesco ad imporre ai miei piedi di muoversi ed esco dal cancello: dovrei raggiungere Hiro a casa sua, ma come faccio?! Devo chiedere consiglio a qualcuno e c’è solo una persona da cui posso andare! La casa di Rukawa non è qui vicino, ma con il treno impiego pochi minuti a raggiungerla. Suono il campanello e spero proprio che ci sia, perché ora ho bisogno di un consiglio e alla svelta! La sua voce al citofono mi chiede chi sia, glie lo dico e il cancello si apre subito: lui mi aspetta alla porta e gli basta guardarmi un attimo per capire che necessito di aiuto! Mi fa accomodare in salotto e mi stupisco che Sakuragi non sia lì con lui.

“Il do’aho è sotto la doccia.” mi informa, mentre ci sediamo sul divano.

“Che ti è successo, Sendoh? Hai un’aria terribile!”

“Ho combinato un disastro!” ammetto e lui mi guarda fisso un paio di secondi.

“Che genere di disastro?”

Prendo fiato prima di rispondergli, perché la spiegazione sarà lunga.

“Per farti capire bene quanto è successo, devo raccontarti tutto dall’inizio, da quando io e Hiroaki ci siamo messi insieme. Tutto è cominciato su una panchina del parco……”

 

***

 

“E questo è tutto, Rukawa.” alzo gli occhi per vedere che effetto hanno avuto le mie parole sul mio amico, ma lui non sembra sconvolto, solo sorpreso. Aspetto paziente che lui mi dica qualcosa, ma io non esito a dirgli qual è il mio primo pensiero e preoccupazione.

“Koshino stavolta mi ammazza!”

“E farebbe bene, ma perché dovrebbe farlo?” Sakuragi è entrato nella stanza e senza aspettare la mia risposta, si siede vicino al suo compagno e gli passa un braccio intorno alla vita. Anch’io fino ad oggi ho avuto tutto questo, ma ora so che rischio di perderlo….

“Allora, porcospino, cosa hai combinato?”

Rukawa mi guarda, chiedendomi tacitamente il permesso a parlare, ma non ho scelta, se non glie lo diciamo ci darà il tormento! Annuisco e lui a grandi linee gli rivela tutto. Sakuragi si gira verso di me con gli occhi sbarrati.

“Sei stato a letto con una ragazza?” mi chiede come se avesse appena saputo che ho incontrato gli alieni!

“Non è poi così strano, la maggior parte dei ragazzi lo fa!” ma il problema non è questo purtroppo, è che divento padre senza volerlo e poterlo!

“Koshino lo sa?” mi domanda. Scuoto la testa e lui commenta con un ‘ ah ’ che mi fa capire che ha finalmente compreso la mia situazione.

“Come faccio a dirglielo?!”

“Purtroppo non c’è un modo semplice, devi farlo e basta – Rukawa mi fissa molto seriamente – lui ha il diritto di sapere tutto e deve sentirlo dalla tua bocca, prima che lo sappia da qualcun altro, perché a quel punto lui non sarebbe più disposto ad ascoltare…..devi dirglielo e devi farlo subito! Se farai passare anche solo un giorno, potresti non trovare più il coraggio per farlo.”

Io veramente credo di non averlo nemmeno adesso! Come faccio a confessargli che non solo l’ho tradito, ma che ho anche combinato un pasticcio del genere?! Sospiro profondamente e torno a guardare i due ragazzi seduti davanti a me.

“Perché hai fatto una cosa del genere, Sendoh? Perché lo hai tradito?! Lui te lo chiederà e sarà meglio che tu dica la verità, perché già quella sarà difficile da accettare! Sarà dura, è meglio che ti prepari! Da quanto ho potuto vedere Koshino ed io ci somigliamo nella gelosia, quindi posso intuire come reagirà: lui non può accettare tutto subito, avrà bisogno di tempo!”

La mia bravata ha fatto diventare serio pure Sakuragi! Certo che non ho una bella prospettiva davanti! Guardo l’orologio al mio polso: a quest’ora Hiro – kun è sicuramente a casa a fare i compiti…..

“Sarà meglio che vada ora……” i due giocatori dello Shohoku annuiscono e mi accompagnano alla porta, riesco a sentire il loro ultimo scambio di battute prima che si richiuda.

“Tu non mi devi dire niente, vero Hana?!”

“Kitsune, come puoi pensare che ti nasconda qualcosa?! Io ti adoro, ti venero come una divinità!”

“Hn.”

Mi verrebbe da fare uno dei miei soliti sorrisi, ma non ci riesco proprio…..

 

 

Chiudo il libro d’inglese e guardo per l’ennesima volta l’orologio: di solito Akira a quest’ora mi telefona, invece…..quello stupido se ne sarà dimenticato! Un lieve tocco alla porta mi fa voltare e vedo il viso di mia sorella fare capolino.

“Hiroaki, c’è Akira.” dietro di lei vedo la sagoma familiare del mio ragazzo.

“Ciao.”mi saluta come al solito, ma mi accorgo subito che qualcosa non và, lo vedo teso, preoccupato.

“Allora io vado, scendo al ristorante dai nostri genitori. Ci vediamo più tardi.”

Mia sorella chiude la porta e sento i suoi passi sulle scale. Torno a guardare Akira e avverto una strana tensione crescere nell’aria, una tensione che fa rabbrividire. Cerco di farla sparire, cominciando a parlare.

“Dopo gli allenamenti ti cercava la sorella di Ikegami….”

“Lo so, è riuscita a trovarmi poi….”

Torna il silenzio tra di noi e io mi sento a disagio: è come se avvertissi che qualcosa sta per capitare….

“Akira, che c’è? Sei strano….”

Lui finalmente mi guarda negli occhi, interrompendo l’analisi della mia stanza: come se non la conoscesse!

“Devo parlarti….”

“Dimmi…” lo invito a continuare e a far cessare quest’attesa che mi sta agitando!

“Forse è meglio che ti sieda.” mi dice lui e a questo punto so che è successo qualcosa, qualcosa che riguarda noi. Mi sistemo sul mio letto con il cuore che batte in maniera strana….

“Hiro, io devo dirti una cosa, ma non so come fare….”

E’ più grave di quanto credessi: lui sa sempre come e cosa dire e se ora non ci riesce….comincio a temere che quanto sta per dirmi non mi piacerà per niente!

“Dillo e basta…” voglio sapere cosa è successo e subito!

Akira si avvicina e si piega sulle ginocchia, i nostri visi così sono alla stessa altezza. Sospira e poi comincia a parlare.

“Ti ricordi quando abbiamo litigato per via di Rukawa e tu mi dicesti che non volevi più vedermi?”

Annuisco lentamente cercando di seguire la sua voce insolitamente malferma, non capisco cosa possa c’entrare qualcosa capitato più di un mese fa…

“Io sono andato via da qui convinto che tu non mi volessi più….che tra noi fosse tutto finito…..così, quando….quando….insomma ho accettato l’invito di una ragazza e….”

Si interrompe, abbassando lo sguardo, ma io non ho più bisogno di altre parole….nessuno meglio di me sa come vanno a finire le sue uscite! Sento qualcosa che mi si attorciglia nello stomaco e una sordida rabbia che si impadronisce del mio cuore!

“Hiro, io….” le sue mani si poggiano sulle mie ginocchia, ma io le scanso con violenza, facendogli perdere l’equilibrio. Mi alzo dal letto, mentre anche lui si rimette in piedi.

“Lo sapevo che non dovevo fidarmi di te, lo sapevo! Credevo di essere stato chiaro quando ti dissi che non volevo stare con qualcuno che non poteva assicurarmi la sua fedeltà! Ti ho dato la possibilità di capire se era veramente me che volevi!”

“Ma è così!”  prova a dire lui. 

“Oh certo, è evidente, apposta ci sei andato a letto, no?! E la cosa migliore è che ti ricordi solo adesso di dirmelo! Sei proprio un bastardo!” riprendo fiato dopo avergli urlato contro il primo di una lunga serie di insulti che mi sale alle labbra. Lui mi guarda visibilmente pallido, ma doveva aspettarselo da me: io non sono tipo da passare tanto facilmente su un tradimento, neanche se è stato occasionale! Cerco di pensare al motivo per cui si è deciso solo oggi a parlarmene: se è stata solo una scappatella, avrei preferito non saperlo mai! O forse…..è venuto a dirmi che non si è trattata di un’avventura di una notte?! Mi sento improvvisamente molto scemo….

“Dì la verità: ti sei divertito con me  in tutto questo tempo?! Hai continuato a vederla?! Magari vi divertivate pure a ridere di me: lo stupido Hiroaki che si lasciava scopare senza sospettare nulla…..una situazione davvero esilarante!” se scopro che è questa la verità, credo che il mio cuore andrebbe in frantumi….

“Io non l’ho più vista da quella notte, te lo giuro! Io….ero depresso perché credevo che tu non mi volessi più, che io e te non stessimo più insieme! È successo solo per questo, credimi!”

Credergli?! E perché dovrei?!

“Smettila, non mi và che ora tu cerchi di farmi sentire in parte responsabile se tu non riesci a controllare le tue voglie! E non usare la nostra discussione come giustificazione se ti sei scopato la prima puttana che ti è capitata a tiro quella sera!”

“Io non volevo tradirti! Non sono andato via di qua con l’intenzione di andarmi a trovare una ragazza per la notte! Ho solo accettato l’invito di….” si interrompe, mordendosi un labbro, come a impedirsi di pronunciare un nome….la conosco, ecco perché!

“Chi è, Akira, chi è lei?” lo so che non ha nessuna importanza, ma gli amanti sono sempre un po’ masochisti.

“Che differenza fa?”

“VOGLIO SAPERE CHI E’!” 

“Ayumi Ikegami….” confessa lui in un sussurro, la sorella di un nostro senpai!

“Sei proprio un grandissimo bastardo, Akira!”  incassa il mio ennesimo insulto senza fiatare, si limita a guardarmi, poi parla di nuovo.

“Lascia che ti spieghi, Hiro – kun….”

“E NON CHIAMARMI HIRO – KUN!!!! Io per te sono solo Koshino, anzi non sono niente! Io non esisto per te!” non sopporto che mi chiami in quel modo ora che mi sta spezzando il cuore. Stavolta Akira non resta indifferente ai miei insulti, mi afferra per le spalle, addossandomi alla parete e facendo valere i nostri sedici centimetri di differenza!

“CALMATI!! Vuoi starmi a sentire una buona volta?! Non capisci cosa sto passando?! È stata una bravata di una notte e solo perché credevo di averti perso!”

“Ti ripeto che non ho nessuna intenzione di ritenermi responsabile per le tue azioni!”

“Io ero ubriaco, inoltre non provo niente per lei, né adesso né quella notte….smettila di insultarmi, per favore, non sono venuto per questo! È andata così, mi sento un verme per quello che ho fatto, ma c’è dell’altro, è successo qualcosa che… . -  si interrompe senza fiato e allenta la stretta sulle mie spalle, chinando la testa –  Ayumi entrerà a far parte della mia vita, mio malgrado….”

Che vuol dire?! Perché dovrebbe far parte della sua vita se a lui non glie ne importa niente di lei?! A meno che….no, non è possibile!

“Cosa…cosa vuoi dire?” gli sibilo contro.

“Se me lo chiedi in quel modo, hai già capito. Aspetta un figlio, dice che sono io il padre….”

“Vorresti dirmi che……NEANCHE LE CLASSICHE PRECAUZIONI HAI USATO????!!!” io non posso credere a quello che sta succedendo!!!

“Ti ho detto che ero ubriaco, se avessi avuto le idee abbastanza chiare per pensare alle precauzioni, lo sarebbero state anche per farmi capire che stavo facendo una cavolata!”

Già, una cavolata che rischia di rovinare la vita a lui e a me! L’idea che lui mi abbia tradito è terribile, ma questo….questo….mi sento come se fossi stato precipitato in un incubo, ma sfortunatamente per me non ci sarà alcun risveglio! Akira mi guarda, il silenzio nella stanza è rotto solo dai nostri respiri affannosi. La mia rabbia indietreggia, lasciando pericolosamente posto alla delusione, alla tristezza perché quello che lui ha fatto, per quanto grave, non cambia l’amore che gli porto anzi, l’esserne innamorato mi rende più dura l’accettazione di questa realtà e la paura che sto per perdere tutto mi stritola il cuore. Chiudo gli occhi, perché li sento bruciare e voglio provare ad impedirmi di cedere al pianto, ma è tutto inutile, lacrime bollenti cominciano a rotolarmi lungo le guance e comincio a singhiozzare senza preoccuparmi del fatto che probabilmente mi sto rendendo ridicolo. Akira è subito vicino a me, cerca di abbracciarmi.

“Non fare così, ti prego, non piangere, piccolo….”

Io lo allontano in malo modo, non voglio essere consolato, non da lui!

“NON MI TOCCARE! LASCIAMI STARE!” lui indietreggia, lasciandomi andare e pian piano riesco a calmarmi. Torno a sedermi sul letto e passano lunghi minuti durante i quali penso ai bellissimi momenti che ho passato da quando lui ed io stiamo insieme….io gli ho creduto quando mi disse di essere innamorato di me, che voleva solo me…..ora?!  Io non so più che pensare, a cosa credere e  lui?! Che pensa di fare?! Che vuole farne di noi?!

“Che ne sarà di noi?” glie lo chiedo senza guardarlo.

“Questo dipende da te….io ho bisogno di te, ora più che mai, ma non sono nella posizione di poter chiedere nulla…”

Io non so che dire, sono ancora stordito dalla notizia: il mio ragazzo avrà un figlio da una con cui ha passato la notte dopo che pensava che ci fossimo lasciati….era depresso, dice lui, allora perché non pensava a come ricucire il nostro rapporto, invece di andare con quella?! E io che il giorno dopo sono anche andato a chiedergli scusa! Che cretino….

“Kosh?” alzo finalmente gli occhi su di lui che mi guarda quasi spaventato, sa che potrei dirgli che non voglio vederlo mai più e questa volta sarebbe sul serio….

“Ho bisogno di tempo….devo assorbire la notizia, devo…..non lo so nemmeno io, ma devo stare da solo, per un po’…”

Akira annuisce e fa per andarsene.

“Ti telefono più tardi.”

“No, ci vediamo domani a scuola.”

“Va bene.” la sua mano si alza verso di me, non so cosa voglia fare, ma si richiude quasi subito a pugno, quando vede la mia espressione contrariata. Si gira ed esce dalla mia camera….

 

 

Che devo fare adesso?!

Sono ore che questa domanda mi gira nella testa, continuo a rigirarmi nel letto senza riuscire a dormire e come potrei?! Diventerò padre, avrò un figlio da una ragazza di cui non mi importa assolutamente niente, la sorella di un mio senpai che non oso immaginare come reagirà alla notizia! Forse i nostri genitori vorranno che io la sposi, ma come faccio?! Io ho solo diciassette anni e oltretutto non la amo, però aspetta mio figlio…..che gran casino!! Dovrei dirlo ai miei, ma non so come, si sono sempre fidati di me, mi hanno lasciato libero, confidando nel mio buon senso. Mio padre mi ammazza, come minimo! Quando gli dirò quello che è successo saranno molto delusi da me, come lo è stato Hiroaki. Mi chiedo perché non dovrebbe odiarmi adesso…l’ho tradito, l’ho ferito e l’ho fatto piangere, io che mi ero ripromesso di farlo felice. Probabilmente non ne vorrà più sapere di me e ha ragione, anche se io non so come farò senza di lui!

Continuo a chiedermi qual è la cosa migliore da fare per buona parte della notte, mi addormento tardissimo e quando mia madre viene a svegliarmi mi sembra di dormire da pochi minuti.

Arrivo a scuola, cercando subito Hiroaki almeno solo per vederlo, ma aspetto invano il suo arrivo perché lui non viene, così mi ritrovo a fissare il suo banco vuoto per tutta la durata delle lezioni. Dopo gli allenamenti, mi trattengo in palestra un altro po’ di tempo, provare tiri a canestro mi aiuta a non pensare. Quando decido di smettere e sto raccogliendo le mie cose, sento delle voci provenire fuori dalla palestra.

“Kitsune, aspettami!! Si può sapere perché siamo  venuti qui?! KITSUNEEEEEEEEEE!” conosco una sola persona che è capace di urlare  in questo modo e che soprattutto chiami volpe qualcuno!La figura famigliare di Rukawa si delinea sulla porta, l’unica kitsune umana! Subito dietro di lui appare Sakuragi, il tifone umano!

“Ciao.”

“Ciao, Rukawa.”

“Oi porcospino!”

“Ciao Sakuragi.”

“Hana, trovati qualcosa da fare, voglio parlare con Akira.”

“Kitsune, non darmi ordini, capito?!”

“Hana….” basta un sussurro di Rukawa per calmare Sakuragi che si rassegna ad andarsene in cerca di Hikoichi che sta riordinando lo spogliatoio.

“Allora, come stai?!” mi chiede non appena restiamo soli.

“Insomma….” mi siedo sul parquet e lui mi imita.

“Hai parlato con Koshino, ieri sera?”

Annuisco, fissando un punto lontano della palestra.

“Come l’ha presa?”

“Molto male, ma credo fosse inevitabile, non poteva certo farmi i complimenti per il pasticcio che ho combinato. Era molto deluso da me e non posso biasimarlo, lo sono anch’io.”

“Dov’è adesso?”

“A casa, credo, non è venuto a scuola né agli allenamenti. Sicuramente, non voleva vedermi….” concludo amaramente.

“Ti ha lasciato?”

“No! – dico di getto, ma rettifico subito – non credo, non lo so….” sbuffo, passandomi una mano sul volto. Rukawa mi guarda, aspettando che io mi decida  a spiegarmi. Sono sorpreso dall’interessamento che dimostra ai miei problemi, credo che nessuno se lo aspetti da uno come lui, ma nessuno sa come sia lui in realtà, e nemmeno io ad essere sincero, solo quella testa rossa potrebbe dirlo.

“Quando sono andato via da casa sua, ieri sera, mi ha detto di aver bisogno di tempo, di stare un po’ da solo e io ho acconsentito naturalmente.”

“Hn.”

Rukawa cerca qualcosa nella sua borsa da basket, il suo cellulare che poi mi porge.

“Chiamalo!”

“Non è una buona idea, Rukawa, sicuramente lui non vuole parlarmi e poi, mi ha chiesto del tempo per pensare, non posso pressarlo.”

“Sendoh, se smettete di parlare sarà la fine del vostro rapporto. Le parole non  dette si trasformeranno in accuse, in rancore e non riuscirete più a comunicare senza litigare, inoltre, se tu sparissi, Koshino potrebbe credere che non ti importi poi molto se la vostra storia finisce e lo perderesti veramente, non riuscirebbe più a fidarsi di te. Quindi, chiamalo, anche solo per chiedergli come sta.”

Ha ragione, ha perfettamente ragione! Prendo il cellulare che lui mi offre.

“Io, intanto, vado a riprendermi il mio do’aho.”

Faccio il numero e dopo pochi squilli mi risponde Kyoko, sua sorella: le chiedo se può passarmi Hiroaki e mentre aspetto, prego perché lui voglia parlare con me. Sento qualcuno che prende il ricevitore, il cuore mi batte forte.

“Pronto.”

È lui, il mio Hiroaki!

“Amore…” non riesco ad impedirmi di chiamarlo così, sono troppo contento di sentire la sua voce imbronciata.

“Akira…..”

Passa qualche secondo di teso silenzio, poi riesco a ritrovare la voce.

“Volevo sapere come stai, non sei venuto a scuola e…..”

“Ho un po’ di febbre.”

Cade nuovamente il silenzio: io non so che dire, o meglio, saprei, ma non posso, temo troppo la sua reazione.

“Posso passare da te più tardi?” dimmi di sì, per favore…..

“Fà come ti pare..” bè, almeno non è un no!

“Allora, a dopo….”

“Ciao.”

Hiroaki mette giù e resto per un po’ a sentire il suono del telefono, poi vado in cerca di Rukawa e Sakuragi e li trovo nel corridoio che porta allo spogliatoio: Sakuragi tiene il compagno contro il muro, un braccio intorno alla sua vita, l’altra mano è tra i capelli mori di Rukawa e si stanno baciando. Avverto una punta di invidia di fronte all’evidente amore che c’è tra loro due. Tossicchio per manifestare la mia presenza e loro si staccano, avvicinandosi poi a me. Rendo il cellulare a Rukawa, ringraziandolo per avermi convinto a telefonare a Hiro.

“Và da lui !” mi raccomanda Rukawa prima di andarsene, Sakuragi mi da una pacca sulla spalla e segue l’altro fuori dalla palestra. Io mi dirigo alle docce e, dopo essere passato a casa mia a lasciare la borsa, mi dirigo a casa di Hiroaki.

 

 

Ho passato la maggior parte della notte sveglio, senza riuscire a trovare pace. Continuavo a pensare a quel giorno che abbiamo litigato perché io ero convinto che Akira mi avesse mentito per incontrarsi di nascosto con Rukawa. Passai la notte a cercare di telefonargli sul cellulare che però era sempre spento, ora so perché…..

Mi sono addormentato piangendo e stamattina, quando mia madre ha provato a svegliarmi le ho detto chiaramente di lasciarmi in pace e che non sarei andato a scuola. Mi dispiace di averle risposto in modo sgarbato, ma quando sono di malumore sono intrattabile, oltretutto mi sentivo male. Ora sono a letto, sotto il piumino, ma sento freddo. Tolgo il termometro da sotto il braccio e lo guardo: ho la febbre, di bene in meglio!

“Allora, come và?”

Mia sorella entra nella stanza e si siede sul letto.

“Ho l’influenza.” le comunico, sperando che mi lasci solo e scenda al ristorante dai nostri genitori, ma lei non si muove.

“Stanotte ti ho sentito piangere.”

“Ti sbagli.” dico io sulla difensiva.

Mia sorella mi  sorride.

“Stai dicendo che sono sorda, Hiro?”

Io sbuffo, alzando gli occhi al cielo.

“Dai, dimmi cosa ti è successo. Ieri sera hai a malapena cenato e sei stato più intrattabile del solito.”

“Io non sono intrattabile solitamente.” cerco di prendere tempo per pensare. E adesso che le dico?! Kyoko non la smetterà, fintanto che non glie lo avrò detto.

“Hiroaki, con me puoi parlare, dovresti saperlo, fidati! C’entra Akira, vero? Avete litigato?”

Annuisco, mentre sento nuovamente un nodo in gola. Kyoko posa la sua mano sulla mia.

“Tra amici capita, vedrai che farete pace.” calca sulla parola amici, come se mi invitasse a smentire, a raccontarle come stanno veramente le cose. La guardo e lei mi sorride dolcemente. Io abbasso la testa, mormorandogli che le cose tra noi non stanno propriamente così.

“State insieme, non è vero?”

Alzo la testa di scatto, sinceramente meravigliato, perché la domanda di mia sorella è retorica, come se sapesse già che è così!

“Hai mai provato a guardare i manga che compro, Hiro-chan? Sono quasi tutti shonen ai e ormai ho l’occhio allenato! Vi vedevo sempre insieme e ho cominciato a sospettare che la vostra non fosse una semplice amicizia, poi una volta….” si interrompe, arrossendo, io la invito a continuare, sono proprio curioso!

“Io sono salita per prendere la borsa e voi credevate di essere soli….vi ho visto che vi baciavate teneramente sul tuo letto.” lei ride in modo leggero, ma io mi sento avvampare, sapere di essere stato beccato da tua sorella mentre baci il tuo migliore amico…..è imbarazzante!

“Lo hai detto a….”

“Ai nostri genitori? – finisce lei per me – no, non  ho detto nulla, non ne avevo alcun diritto.”

La abbraccio di slancio, contento di avere una sorella così!

“Adesso vuoi confidarti con me e dirmi che cosa ti faceva piangere stanotte?”

“Lui mi ha tradito.” riesco a dirle e mia sorella si rivela una Koshino, perché salta su come una molla.

“Che cosa ha fatto?! Come ha potuto farti una cosa simile?! Al mio fratellino!” soprassiedo su quest’ultima sua affermazione, perché sento il bisogno di raccontarle tutto, ogni particolare: è come una valanga che rischia di sommergermi se non alleggerisco questo peso che mi opprime! Mi ritrovo a riversare su di lei tutta la mia delusione, il mio dolore: le racconto del tradimento di Akira e della terribile conseguenza. Lei ascolta tutto in silenzio e alla fine mi abbraccia stretto, io la faccio fare.

“Mi dispiace, perché intuisco che tu lo ami ancora, nonostante tutto.”

“Sono molto arrabbiato con lui, tuttavia non riesco ad odiarlo…..”

“Lui che intende fare? Con quella ragazza, intendo.”

Scuoto la testa, perché non lo so.

“Ieri questo è stato il mio ultimo pensiero: ero troppo furioso per chiedergli di…di…quella!” non nascondo il disprezzo che provo verso la sorella del mio senpai, anche se so che non è certo colpa sua, lei ignora quello che c’è tra Akira e me. Resta il fatto che non la sopporto!

“Lei potrebbe non volere questo figlio.” prova a dire Kyoko.

“Sono sicuro che Akira si  opporrebbe a questa soluzione.”

Sentiamo il suono del telefono, mia sorella và a rispondere, poi torna da me.

“E’ Akira, vuoi parlarci?”

Vorrei dire di no, invece annuisco e mi alzo dal letto. Prendo il ricevitore con un sospiro.

“Pronto.”

“Amore….” quella sua unica parola mi trafigge senza pietà.

“Akira….”  Non riesco a dire niente altro e il silenzio cade tra noi, poi, torna a parlare.

“Volevo sapere come stai, non sei venuto a scuola e….”

“Ho un po’ di febbre.” mi affretto a dire e nuovamente è silenzio tra noi, interrotto ancora una volta da lui.

“Posso passare da te più tardi?” che devo dirgli?! Io vorrei, ma….

“Fà come ti pare!” gli dico alla fine bruscamente, non voglio essere io a decidere.

“Allora ci vediamo dopo…”

Lo saluto, interrompendo la telefonata e riattaccando il ricevitore. Torno in camera mia e mia sorella è sempre lì.

“Credo che passerà….dopo…”

“Vuoi che resti? Posso dire alla mamma che hai bisogno di me e….”

“No, Kyoko, non importa. Và ad aiutarla.”

Lei si alza e si avvia verso la porta.

“Che devo fare?” le chiedo prima che esca. Lei si volta verso di me, allargando le braccia.

“Non lo so, Hiro-chan, non lo so davvero! Devi scoprirlo da solo: tu solo sai quanto è importante il vostro amore l’uno per l’altro.”

Resto immerso nei miei pensieri fin quando non sento il campanello: è venuto alla fine. Mi infilo una felpa sul pigiama e vado ad aprire. Akira è trafelato, come se avesse corso.

“Ciao.”

Io non gli rispondo nemmeno, temo di non controllare la voce, mi limito a fargli un gesto per farlo entrare in casa.  Ci dirigiamo in camera mia: lui si siede sul mio letto, io sulla sedia della scrivania. Io non so che dire e nemmeno lui, sembra che non ci conosciamo nemmeno, considerando l’imbarazzo che si percepisce nella stanza.

“Mi sei mancato.” sussurra lui ad un certo punto, io non ribatto nulla.

“Hiroaki, parlami, ti prego, anche solo per insultarmi. Non ignorarmi!”

Se soltanto ne fossi capace, vorrei urlarti contro, almeno non soffrirei così! Se soltanto non sentissi il mio orgoglio oltraggiato impormi di non cedere a quello che sento per te! Ti chiederei di stringermi a te, di fare l’amore con me qui, dove l’abbiamo fatto la prima volta. Potrei dimenticare per un po’, lenire il mio dolore e rinsaldare le mie sicurezze,  ma poi….poi sentirei nuovamente crescere la rabbia contro di te e quello che mi hai fatto!

“Cosa ti aspetti che faccia, scusa?! Che ti accolga a braccia aperte pronto a voltare pagina?! È un po’ troppo presto, non trovi?! Mi hai ferito, Akira e hai umiliato l’amore  che c’era tra noi!”

Lui mi rivolge uno sguardo triste.

“Quell’amore c’è ancora….” sussurra.

Sento la rabbia montare, non riesco a non cercare di ferirlo, di fargli male, come lui ha fatto a me!

“C’era anche quando te la spassavi con quella, Akira?! Stai per dirmi che pensavi a me, mentre lo facevi con lei?! Ti consiglio di non farlo, perché potrei anche ammazzarti!”

Lo vedo stringere i pugni alle mie sferzanti parole, il viso tirato.

“Volevo solo dire che, nonostante io sia stato un idiota a fare quello che ho fatto, il mio amore per te non è mai venuto meno. Io non ho mai smesso di amarti, neanche un secondo!”

“Stai zitto! Non puoi parlare così dopo quello che mi hai fatto e sperare che io ti reputi sincero!” mi sono alzato di scatto dalla sedia, ma non è stata una buona idea. Mi gira la testa e mi  accorgo di vacillare, con una mano mi tengo al bordo della scrivania: deve essermi salita la febbre, perché sento anche freddo. Due braccia forti mi avvolgono e mi stringono, mi ritrovo contro il petto di Akira, aspiro il suo profumo e non faccio nulla per allontanarmi da lui, perché non mi sento bene e perché, in fondo, non voglio…..le sue mani fredde si posano sulla mia fronte bollente prima delle sue labbra.

“Senti come scotti! Dovresti stare a letto!”

La sua voce è dolcemente preoccupata ed io alzo il viso per guardarlo, giusto in tempo per vedere il suo chinarsi su di me! Stupido, allora non hai proprio capito niente! La rabbia e la delusione mi fanno riacquistare momentaneamente le forze, mi divincolo, allontanandolo da me con uno spintone.

“Cosa credi di fare?! Pensi che bastino qualche bacio ed un abbraccio per risolvere questa situazione tra noi?!”

“Volevo sentirti vicino.” si giustifica lui, ma io scrollo le spalle, scuotendo la testa.

“Vattene a casa, Akira!”

“No, io voglio restare! Stai male e….”

“E tu mi fai stare peggio! Con te vicino mi sale la febbre!” le mie parole lo feriscono, me ne accorgo, ma non replica. Stringe le labbra e mi sussurra un ‘ come vuoi ’ prima di andarsene. Mi sdraio sul letto sfinito, le tempie che mi battono ferocemente…

 

 

Esco da casa di Hiroaki profondamente avvilito: non che avessi la speranza che tutto si sarebbe aggiustato in così poco tempo, però forse mi aspettavo un qualche miglioramento rispetto a ieri. Mi viene quasi da ridere, come se non lo conoscessi! Hiro è tenace nei suoi sentimenti, in TUTTI i sentimenti: è arrabbiato con me e temo lo sarà ancora per molto. D’altronde non posso neanche dargli torto, non posso certo pretendere che accetti il mio tradimento e la sua conseguenza come se niente fosse! È ferito nell’orgoglio e reagisce rabbiosamente, questo è il suo modo di sfogare il dolore. Per migliorare le cose, ironicamente parlando, i miei genitori si accorgono che c’è qualcosa che non va, per quanto io cerchi di fingere,  è a loro evidente che non sto bene. Siamo a cena tutti insieme, stasera c’è anche mio padre e io sto miseramente cercando di essere quello di sempre, ma mi ripeto, non incanto nessuno! È che mi sento così terribilmente in colpa verso di loro: dovrei dir loro la verità, ma mi manca il coraggio, così continuo a tenerli all’oscuro di tutto e mi sento uno schifo perché sto nascondendo loro una cosa così importante! Continuo a vivisezionare il cibo nel mio piatto, perché non ho proprio voglia di mangiarlo e quando alzo lo sguardo, incontro quello attonito dei miei genitori. Mia madre scambia un’occhiata con mio padre, poi mi chiede cosa abbia.

“Ti vedo preoccupato, ti è successo qualcosa?”

“No, mamma, sono solo un po’ stanco e poi devo fare ancora i compiti, anzi, se non vi dispiace, io vado in camera mia, tanto non ho più fame.” mi sforzo di sorridere e mi alzo dalla sedia. I miei genitori a questo punto hanno gli occhi di fuori: io che mi affretto ad andare a studiare! Approfitto della loro incredulità per battere in ritirata, non sono un abile mentitore e finirei per confessare tutto, ma stasera non ho la forza per affrontare anche il loro dolore e la loro delusione, mi basta il pensiero di Hiroaki per farmi star male: il non sapere quello che ancora c’è tra noi mi fa diventare matto. Lui non mi ha detto che tra noi è finita, ma il fatto che non sopporti di essere toccato da me, non mi fa ben sperare per il nostro futuro. Mi butto sul letto, affondando il viso nel cuscino: sono stati due giorni da incubo e mi sento stanchissimo. Dovrei fare effettivamente i compiti, come ho detto ai miei, ma non ne ho nessuna voglia!

Hiroaki torna a scuola dopo pochi giorni, durante la sua assenza ho cercato di seguire il consiglio di Rukawa e gli ho telefonato per chiedergli come stesse: ho ricevuto poche parole come risposta, ma almeno non mi ha definitivamente mandato al diavolo! Ora siamo negli spogliatoi prima degli allenamenti pomeridiani e lui si sta cambiando nell’angolo della stanza opposto al mio! Stupendo, eh? Praticamente mi ignora da stamattina o ci prova,  perché oggi durante le lezioni ho sentito i suoi occhi su di me, non mi sono girato per controllare, ma so che è così.

L’allenatore oggi urla più del solito e indovinate con chi ce l’ha?! Con me e Hiroaki, naturalmente! Non potrebbe essere altrimenti, è impossibile fare gioco di squadra se il tuo compagno cerca di ignorarti ! Praticamente, la palla me la devo conquistare da solo, perché se aspetto che me la passi lui, sto fresco! Io me la cavo abbastanza bene anche senza i suoi passaggi, ma lo stesso non si può dire di lui che si piglia una bella strigliata dal coach alla fine degli allenamenti. Rientra negli spogliatoi di pessimo umore e un po’ mortificato, vorrei dirgli che mi dispiace, ma non appena provo ad avvicinarmi mi ringhia un ‘ lasciami in pace ’ che mi inchioda al mio posto. Raduna le sue cose e se ne va senza salutare nessuno. Io lo guardo andarsene, poi vado a farmi la doccia, restandoci finchè non sento più nessuna voce dei miei compagni: non ho voglia di parlare né di essere coinvolto in qualche uscita, anche perché non riesco quasi a guardare in faccia il senpai Ikegami che ancora ignora cosa ho combinato! Mi infilo l’accappatoio e mi dirigo alla mia panca, trovo il capitano ad aspettarmi.

“Uozumi, come mai ancora qui?” spero che non sia per quello che penso. Lui è un buon osservatore, inoltre è l’unico della squadra a sapere di quello che c’è, o c’era chi lo sa più, tra Hiro e me, temo che abbia intuito che qualcosa non va tra noi e voglia parlarmene.

“Che cosa è successo tra te e Koshino, avete litigato forse?”

Avevo ragione, ha capito tutto. Rimango un attimo in silenzio e lui continua.

“Sono diversi giorni che siete strani, tutti e due: ai suoi musi sono ormai abituato, ma anche tu sembri del suo medesimo umore e non è da te. Vuoi dirmi che vi è preso? Sembravate andare d’accordo….”

Decido finalmente di parlare, è inutile tentare di evitare l’evidenza dei fatti, inoltre la cosa non rimarrà segreta ancora per molto e coinvolge ben tre giocatori della squadra che  lui capitaneggia.

“Ho combinato un disastro, un vero disastro e sto pagando un prezzo decisamente alto, credo.” Uozumi continua a guardarmi, ovviamente non può capire se io non mi decido a rivelargli tutto: lo faccio con poche parole e la sua espressione è sempre più stupita ad ogni mio ulteriore dettaglio.

“Sendoh, tu lo chiami disastro?! Questa è una tragedia! Che succederà quando Ikegami lo verrà a sapere? Quando vedeva sua sorella girarti intorno, lui mi disse che stava tranquillo, perché poteva fidarsi di te!”

Sempre meglio, non c’è che dire! Non mi sentivo già abbastanza in colpa?! No, pare di no……

“Immagino la reazione di Koshino alla notizia….” aggiunge Uozumi.

“L’hai visto, no? Mi rivolge a malapena la parola!”

“Voi due non state più insieme?”

“Non mi ha detto niente di simile, non ancora……” non so quanto durerà questa incertezza e forse sarebbe meglio sperare di restare così ancora un po’, almeno non mi sento completamente solo…..

“Sendoh, toglimi una curiosità, ma che hai il cervello tra le gambe?!” l’espressione del mio capitano è quasi divertita nel rivolgermi questa domanda e io rispondo a tono.

“Ultimamente pare proprio di sì! È che la cosa mi è sfuggita di mano!”

“ Immagino! Tu dovresti essere reso inoffensivo, lo sai?  Meno male che non ho una sorella!”

Comincio a vestirmi, mentre continuiamo a parlare.

“Senti, seriamente, ma cosa avevi in testa quella sera?!”

“Io avevo bevuto un po’ troppo, non so come è successo, o meglio è facilmente intuibile, però…..eravamo in un locale, poi lei mi ha chiesto se volevo passare a casa sua e….mi sono risvegliato nel suo letto. Non era nelle mie intenzioni, te lo assicuro, anche se ti sarà difficile crederlo!” io non volevo che andasse a finire in quel modo, non volevo tradire il mio Hiroaki. Purtroppo però l’ho fatto e ora non mi resta che prendermi le mie responsabilità e cercare di fare la cosa più giusta.

“Se posso esserti d’aiuto in qualche modo, non esitare a rivolgerti a me: magari posso parlare io con Ikegami.”

“No, Uozumi, grazie. Quando deciderò di dirglielo, dovrò essere io a farlo.”

Usciamo insieme dalla palestra e ci salutiamo. Attraverso la strada e cammino un po’ nel parco antistante la scuola, lo stesso dove tutto è cominciato…..

 

 

È passata una settimana da quando Akira è venuto a casa mia confessandomi il capolavoro che ha combinato! Devo dargli atto del fatto che anche se io gli rispondo male o lo ignoro, lui non ha mai smesso di cercarmi: mi aspetta fuori da scuola la mattina per salutarmi, mi telefona talvolta di pomeriggio con la scusa di chiedermi qualcosa che riguarda i compiti, insomma sembra voglia dimostrarmi che tiene a non perdermi definitivamente…..io lo lascio fare, non mi dispiace vederlo ingegnarsi anche solo per scambiare poche parole con me. Vuole che io capisca che lui tiene a me, l’ho capito, ma avrei preferito che si fosse astenuto dal tradirmi  dopo la prima nostra discussione! Questa considerazione non cambia però la realtà: io non riesco a togliermelo dalla testa e credo che non dipenda solo dal fatto che ce l’ho continuamente sotto gli occhi, in classe, in palestra…..non c’entra neanche l’essere stati per tanto tempo amici, aver tanti ricordi in comune….no, è qualcosa di più profondo, che fa parte dell’esser stati amanti, compagni. Coinvolge la mia anima e il mio cuore….L’ora per il pranzo è cominciata da poco, il mio è ancora sul banco, ma non ho voglia di mangiare. Akira sta parlando con un nostro compagno di classe, lo guardo furtivamente da lontano, posando casualmente i miei occhi su di lui: seguo i lineamenti del suo viso, i contorni del suo corpo, poi la mia attenzione è calamitata da una figura sulla porta della nostra classe. È lei!! È Ayumi Ikegami!!! È in compagnia di una sua amica, guarda anche verso di me, ma non si sofferma, non sono io quello che cerca! Akira si accorge di lei, diventa improvvisamente serio, lasciando il suo posto e avvicinandosi a lei. Posso vedere chiaramente il suo volto: teso e preoccupato…..brutta strega, è riuscita a togliergli il  sorriso….quanto la odio! Stringo i pugni per cercare di placare la rabbia o sarei capace di andare lì e prendere a schiaffi lei e a calci lui! Non crediate che mi sia dimenticato che lui ha contribuito! Scambiano qualche parola, poi la Ikegami se ne va: chissà che diavolo voleva! I nostri compagni cominciano a fare gli idioti, facendo battute spiritose sul conto di Akira e il suo successo con le ragazze! Mi vengono certi nervi che li strozzerei uno per uno! Li detesto, tutti quanti! Esco dalla classe, perché all’ennesima frase sul fascino di Akira potrei anche urlare! Arrivo agli allenamenti che non è che sono nervoso, di più! E il mio malumore ovviamente incide sul mio gioco: io non sono un campione, non ho il talento di Akira, la mia forza sono l’impegno e la determinazione che in questo stato d’animo vanno a farsi benedire! Durante la solita partitella combino un autentico disastro, fortunatamente oggi l’allenatore non c’è, altrimenti alla prossima partita finirei dritto in panchina e con nessuna possibilità di giocare! Mi sento un cretino quando gioco così e comincio a prendermela con i miei compagni, all’ennesimo passaggio che Hikoichi non prende, mi rivolto vigliaccamente come una biscia contro di lui, anche se so benissimo che l’errore è il mio, ma non posso farci niente. Alla mia reazione spropositata i miei compagni mi guardano con gli occhi di fuori, Akira mi si avvicina.

“Sei tu che gli hai passato male la palla, come pretendi che la potesse prendere?! Chiedigli scusa!” le sue parole hanno un tono severo e io mi arrabbio ancora di più: lo sa che non sopporto essere ripreso davanti agli altri, soprattutto da lui.

“Tu pensa ai fatti tuoi, di che ti impicci?!” mi morderei la lingua un attimo dopo averlo detto, ma ormai….i suoi occhi si incupiscono e io temo che sto per prendermi un sonoro schiaffone, invece si limita a fissarmi per poi dire: “Quando fai così mi fai venire voglia di prenderti a sberle!”

Recupera la palla, esortando a riprendere il gioco i nostri compagni che mi lanciano occhiate di disapprovazione e di rimprovero. Ma andate tutti al diavolo! Penso rabbiosamente, riprendendo il mio posto in campo.

Alla fine di questa tortura pomeridiana, ci ritroviamo tutti sotto le docce, io ho scelto la più lontana perché non ho voglia di stare in mezzo agli altri e, ammettiamolo pure, non sono certo di controllare il mio corpo in presenza di quello spogliato di Akira! Indosso l’accappatoio, dirigendomi verso la panca dove ho lasciato i vestiti. Quando sono finalmente pronto, faccio per uscire con altri due della mia squadra, ma la voce di Uozumi mi blocca.

“Koshino, aspetta, devo parlarti!” richiudo la porta e aspetto che i miei compagni vadano tutti via. Pure la ramanzina del capitano no! Non ci voleva proprio. Volgo verso di lui lo sguardo, lui è seduto sulla panca.

“Ti stai comportando male!”

“Senti, prima ho esagerato con Hikoichi, hai ragione, ma….”

“Non parlavo di lui.”

Credo di non capire….

“E di chi?!”

“Sendoh.” si limita a dire lui e io vado su tutte le furie! Che ne sa lui del perché mi comporto così?!

“Ti ha detto cosa mi ha fatto?!” gli ringhio contro io.

“Sì e mi ha anche detto che tu non lo hai lasciato per questo: immagina che tu stia valutando la cosa però. Non starò qui a dirti quello che devi fare o la decisione che devi prendere, voglio solo invitarti a considerare un paio di cose: tu mi chiedi se so cosa ha fatto a TE, ma tu ti sei domandato cosa ha fatto a SE STESSO?! Tu sei la prima cosa che ha perso e ti assicuro, non sarà l’unica, forse la più dolorosa, ma non l’unica! Lui sta soffrendo, Koshino, anche per la precarietà della situazione con te: tu devi dirgli cosa intendi fare, se vuoi lasciarlo, fallo, non aspettare oltre!” 

Non aspetta una mia ipotetica risposta, si alza dal suo posto e mi lascia solo. Il suo discorso ha senso, lo so benissimo: Akira perderà la sua adolescenza con questa paternità ed anche la sua carriera come giocatore ne risulterà compromessa, ma può incolpare solo se stesso per tutto questo! Ha scelto lui di fare sesso con una sua compagna di scuola senza neanche preoccuparsi di prendere delle precauzioni! Io invece?! Pago le conseguenze del suo errore: soffro per un tradimento che non credo meritassi e mi ritrovo nella sgradevole situazione di dover scegliere se andare avanti senza di lui, continuando ad amarlo, o restargli accanto, accettando il fatto che lui avrà un figlio, senza chiedergli di rinunciarci solo perché è qualcosa che non può condividere con me. Non sarebbe  giusto e poi, so perfettamente di non poter competere con un affetto simile….

Mi decido ad uscire dalla palestra e dalla scuola, raggiungo la stazione del treno e aspetto il suo arrivo: i vagoni sono pieni di persone di ritorno dal lavoro e di studenti. Qualche fermata dopo, la mia attenzione è calamitata da un ragazzo, mi basta un’ occhiata per riconoscerlo, non è qualcuno che passa inosservato: Rukawa. Stranamente è solo, senza quel ciclone di Sakuragi alle calcagna, strano! Non lo perde mai di vista quel casinista, figurarsi lasciarlo andare in giro da solo! Fui molto stupito quando venni a scoprire che loro stanno insieme, forse stupefatto sarebbe più corretto! Bè, mica mi direte che è evidente che tra quei due ci sia qualcosa?! Come sì?! Vabbè, io non ci avevo badato, mica sto sempre a pensare a loro!

Si siede proprio davanti a me e mi nota, fa un cenno quasi impercettibile di saluto. Alla fermata successiva, il nostro vagone si svuota, restiamo soltanto noi due e lui continua a guardarmi: ho sempre pensato che questo ragazzo silenzioso avesse degli occhi molto espressivi e oggi ne ho la conferma. Mi guarda con aria di rimprovero, come se sapesse che…..che cretino, certo che lo sa! Scommetto che l’ha saputo prima di me quello che ha combinato Akira! Spero almeno che ignori che è stato lui, o meglio la mia gelosia nei suoi confronti, la ragione del litigio che ha preceduto la splendida genialata del mio ragazzo! Lui continua a tacere e a fissarmi e io sbotto! Non ne posso più di vedere gente pronta a dirmi quello che devo fare, o peggio, a dirmi di comprendere e ingoiare la mia delusione e la mia tristezza, soprattutto non da lui! Se c’è una cosa che si capisce di Rukawa è che quello che lui considera suo, è suo e basta! Sakuragi sarebbe morto se lo avesse tradito! Mi alzo, portandomi davanti a lui.

“Se hai qualcosa da dirmi, fallo! Anche tu credi che sia un insensibile a non perdonarlo, vero?! Sono io il cattivo che fa soffrire il povero Akira, no?!”

Lui non si scompone minimamente, mi risponde con la sua solita voce pacata e profonda.

“Non sentirai certo da me parole simili, se il do’aho mi avesse combinato uno scherzetto simile, ora sarebbe morto e sepolto.”

Come volevasi dimostrare…..

“Voglio solo consigliarti una cosa: se hai pensato ad Akira come l’unico ragazzo che avresti mai potuto amare, considera la possibilità di non lasciarlo. Farlo sarebbe forse la cosa più giusta, ma potresti anche soffrire di più che non restandogli accanto.”

Si alza appena finisce di parlare, il treno è arrivato alla sua fermata.

“Rukawa!”

“Hn?”

“Grazie.”

Lui alza la mano in segno di saluto, come a voler dire che è normale che ci si preoccupi di chi si conosce a malapena! L’avevo giudicato male in passato.

Arrivato a casa, mi metto a fare i compiti, ma il suono del telefono mi interrompe subito. Guardo l’orologio sulla mia scrivania: questo è lui! Potrei farlo continuare a suonare, fingere di non essere a casa, ma quello è capace di piombare qui per controllare che non mi sia successo niente rientrando da solo! Sbuffo, dirigendomi verso il telefono, perché tanto so di non potermi prendere in giro, sono state queste attenzioni da parte sua a contribuire a farmi innamorare di lui! 

“Pronto?”

“Kosh?”

“No, sono Kyoko, scemo!”

Akira ride, la prima risata che gli sento fare a  cuor leggero da giorni e giorni…..

“Che vuoi?” gli chiedo brusco, non voglio illuderlo che sia tutto passato solo perché torno ad essere fintamente antipatico con lui.

Lui smette di ridere.

“Sentire la tua voce.” risponde lui e io mi sento mancare il fiato, la consapevolezza di quanto io lo ami mi schiaccia come un macigno, la certezza che io non posso stare senza di lui, che non riuscirei più ad essere felice se rinuncio a lui….

“Ora lo hai fatto.” riesco a dire, dopo essere riuscito a deglutire, ma non sono queste le parole che gli vorrei rivolgere, bensì che vorrei che venisse da me e mi abbracciasse stretto a lui, facendomi nuovamente assaporare quella felicità inebriante che sentivo quando ero con lui…..tutte le barriere che mi ero costruito in questi giorni per mettere al riparo il mio cuore dal dolore e dal suo amore, si stanno lentamente sgretolando e con un sussulto mi rendo conto che è inevitabile…..

“Sì,l’ho fatto….ci vediamo domano a scuola, eh?”

“Ok…”

Sto per riattaccare, quando sento nuovamente la sua voce.

“Ehi, Kosh!”

“Cosa?”

“Ti voglio bene!” la sua voce trepidante e dolce….

Rimango come un cretino con il ricevitore in mano a sentire il tu tu della linea libera. Sono un idiota, un autentico grandissimo idiota, perché sento le lacrime scorrermi sulle guance solo perché lui ha detto di volermi bene! E non riesco a smettere!! Perché nonostante tutto, io non riesco a fare a meno di lui, non posso dimenticarlo, non VOGLIO dimenticarlo!

“Hiro-chan, che ti succede? Stai male?” la voce preoccupata di mia sorella mi fa alzare la testa di scatto, la fisso attraverso le lacrime e scuoto la testa.

“No….è che….io lo amo…..lo amo talmente tanto….”

Ok, sono arrivato! Sto in piedi davanti a mia sorella maggiore e rido piangendo! Guarda come mi riduci, Akira, ma ti metto in conto anche questo! Kyoko mi abbraccia e scoppia a ridere di suo fratello un po’ scemo! Mi asciugo gli occhi con il fazzoletto che lei mi porge. Siamo venuti in camera mia non appena ho superato il momento di pazzia assoluta di cui sono stato vittima! Kyoko è vicina a me sul mio letto e mi sorride.

“Non sei mai stato così piagnucoloso come in questi ultimi tempi!”

“Già.” constato a malincuore.

“Voglio restare con lui!” ammetto finalmente a me stesso e a mia sorella che mi fissa, ma questa volta seriamente.

“Sarà difficile, te ne rendi conto? Dovrai accettare che lui tolga del tempo e delle attenzioni a te per darle a suo figlio, sei abbastanza forte per sopportarlo? Saprai accettare i cambiamenti che inevitabilmente la presenza di questo bambino porterà alla sua e alla tua vita? Non ti dico queste cose perché dubito della tua testardaggine a far sì che le cose tra voi funzionino, ma perché devi essere consapevole di tutte le implicazioni che il tuo voler restare accanto ad Akira comporta.”

“Non sarà facile – ammetto – ma insieme, io e lui, possiamo farcela. Ora ne sono sicuro!”

 

 

Non so perché, ma da quando Hiro non fa la strada da casa a scuola insieme a me, mi sembra che questa sia più lunga del normale! Mi manca ogni giorno di più quello che avevamo costruito insieme, ma per questo non posso che dare la colpa a me stesso! Sono stato un vero campione, non c’è che dire! Una ragazza di cui sinceramente non mi importa un bel niente mi darà un figlio e quel poco del rapporto che ancora esiste tra Hiroaki e me, molto probabilmente si deteriorerà fino a scomparire……che depressione! Aggiusto il borsone da basket sulla spalla e arrivo davanti all’entrata della scuola …non riesco a credere ai miei occhi quando scorgo Hiro appoggiato con le spalle al muro che mi guarda. Mi blocco in mezzo alla strada e ci fissiamo per qualche secondo che a me pare lunghissimo, poi lui si avvicina: dal suo sguardo non riesco ad intuire quali siano le sue intenzioni, così mi limito ad aspettare che lui mi dica qualcosa.

“Ho bisogno di parlarti, verresti sulla terrazza all’ora di pranzo?”

Una scintilla di speranza si accende nel mio cuore, forse non tutto è perduto….

“Mi stai chiedendo un appuntamento, Hiro?” provo a scherzare per cercare di calmare la mia mente e il mio cuore che fanno già le capriole per la felicità, come se la sua proposta significasse automaticamente il suo perdono, ma  io non ne posso avere la certezza. Lui mi da le spalle stizzito per la mia battuta.

“Imbecille!.......ci vediamo dopo!”

Non si volta indietro, non mi dice nient’altro, ma almeno non si rimangia il suo invito. Il trascorre delle ore è inesorabilmente lento, le lezioni si susseguono, ma non finiscono mai e l’ora di pranzo sembra una chimera!! Quando cavolo suona quella maledetta campana?! È un’ora che il professore blatera su….su…che cavolo di lezione è questa?! Ah già, fisica! Ecco il perché di quei segni impossibili sulla lavagna! Uffa, non ne posso più!!! Ohhhhh, ecco la campana, evviva! Mi volto verso Hiroaki, si sta alzando dopo aver sistemato i libri e lo vedo uscire dalla classe senza neanche girarsi a vedere se io lo sto seguendo….magari si è dimenticato del nostro appuntamento….no, lui queste cose non le fa…avanti, andiamo! Mentre salgo la scala che porta alla terrazza in mezzo agli altri studenti che mangiano e chiacchierano tra loro, mi prende un po’ di timore per la conversazione che sto per affrontare, così mi dedico a pensieri talmente scemi che mi viene da ridere da solo. Immagino che Hiro in realtà non voglia parlarmi, ma abbia deciso di vendicarsi, lanciandomi di sotto dalla terrazza….un modo di farmela pagare per tutto quello che gli ho combinato….sarebbe da lui, non trovate?! Che fine miserrima per il grande Sendoh, eh?! Ucciso dal ragazzo che ha tradito…..uhm, questo è un po’ melodrammatico come pensiero, non è da me! Apro la porta che dà sulla terrazza ed esco all’aperto: Hiro è vicino alla ringhiera, si volta a guardarmi quando capisce che sono arrivato. Si ripete la scena di questa mattina: io e lui ci fissiamo in silenzio.

“Avvicinati, che fai ancora lì, Akira?”

Boh, forse mi sono lasciato suggestionare dai pensieri di poco fa e ora mi fai quasi paura…..magari mi lanci davvero di sotto…..bè, tanto peggio di così……mi porto davanti a lui e pericolosamente vicino alla ringhiera……ahhh, ma che faccio, mi impressiono da solo?!

“Quello che hai fatto è imperdonabile, Akira, lo sai? Mi hai nascosto quello che hai fatto con Ayumi, mi hai tradito e ora dovrei accettare la tua paternità, questo sarebbe troppo per chiunque, te ne rendi conto?” la sua voce è impersonale  e fredda, nei suoi occhi è ormai impossibile leggere qualcosa di simile a quello che vi scorgevo fino a qualche settimana fa…..

E’ la fine, questa è veramente la fine….chiudo gli occhi un secondo e mi volto per andarmene…..ormai ho capito e non voglio sentire altro.

Mi muovo verso la porta, ma sento dei passi alle mie spalle, mani decise che mi fermano, posandosi sulle mie braccia.

“Aspetta, non hai sentito tutto!”

No, ti prego, Hiro, non infierire anche se è nel tuo diritto…..continuo a dargli le spalle, preparandomi alle sue parole taglienti.

“Ho detto che sarebbe troppo per chiunque, ma non lo è per me….”

Ehi, un attimo….questi non sono insulti! Lui ha detto….ha detto che…mi volto finalmente verso di lui, i miei occhi nei suoi maliziosamente dispettosi.

“Che vuol dire? Io non…” non riesco a finire di formulare la mia domanda, Hiroaki mi si fa vicino, il suo corpo premuto contro il mio, il suo respiro che mi solletica il collo come una carezza.

“Vuol dire che nonostante tutto io voglio tornare tra le tue braccia, perché so che insieme riusciremo a superare anche questo, perché il dolore per quello che mi hai fatto è più infinitamente sopportabile della mia vita senza te.”

Lo stringo furiosamente a me, quasi soffocandolo, ancora incredulo che tutto si sia finalmente ricomposto: ho ritrovato il suo amore e anche se so che niente sarà più lo stesso, so che sarà ugualmente bellissimo. Comincio a baciarlo sui capelli, sul viso e lui mi offre le sue labbra socchiuse, dandomi il permesso di assaporare nuovamente la sua bocca. Mi muovo senza staccarmi da lui, mi avvicino al muro, accostandoci contro le sue spalle, le nostre lingue che si cercano e si sfiorano in un bacio umido, intenso che ha il sapore della riconciliazione e del desiderio, quel desiderio l’uno dell’altro che so che non può che essersi acuito in questi giorni di lontananza. Scendo con le labbra lungo il suo collo, gli tormento la pelle con piccoli morsi e lui geme, le mani strette forti alla stoffa della giacca della mia divisa. Devo staccarmi da lui o gli strappo tutti i vestiti di dosso e lo prendo qui e adesso!! Rimaniamo ansanti l’uno tra le braccia dell’altro, gli sfioro il viso con le dita.

“Agli allenamenti oggi non ci andiamo.” gli mormoro con voce resa roca dal desiderio che abbiamo riacceso tra noi , lui annuisce con gli occhi chiusi.

“Va bene.” sussurra

“I miei non ci sono, tornano domani pomeriggio – continuo io – voglio che resti con me stanotte.”

Torno a sfiorare la sua bocca con la mia e il suo sì è un soffio sulle mie labbra. La campanella ci fa tornare alla realtà e dobbiamo tornare in classe senza neanche aver mangiato! Ora, se le lezioni della mattina mi sembravano lunghe, queste sono praticamente eterne, ma finiscono….tardi, ma finiscono!

Praticamente schizziamo fuori dalla classe e dalla scuola con un sincronismo perfetto,  con uno scatto degno di un centometrista! Lungo il corridoio incontriamo Uozumi che sta per dirci qualcosa, ma noi lo superiamo senza neanche fermarci e io mi volto indietro solo un attimo, facendogli il segno di vittoria con le dita.

“Fino a domani pomeriggio siamo irrintracciabili!” gli dico, prima di svoltare l’angolo del corridoio. Riesco però ad accorgermi del suo sorriso sollevato!

Fortunatamente almeno il treno non congiura contro di noi e arriva in orario, ci sediamo vicini e dopo un po’ sento la mano di Hiroaki posarsi gentilmente sulla mia in un contatto carezzevole, poi vorrebbe ritirarla, ma non glie lo permetto. Intreccio le nostre dita e stringo forte, lui né si arrabbia né dice niente, mi basta il suo sorriso per sapere che a lui va bene. Arriviamo davanti casa mia e nella fretta mi cadono le chiavi, sbaglio quella giusta un paio di volte, Hiroaki mi da del cretino, ma alla fine riesco ad aprire la porta! Le nostre scarpe e le borse finiscono abbandonate all’ingresso. Solo le scale ci separano dalla mia camera e vi entriamo già stretti l’uno all’altro in un bacio che non fa che aumentare la nostra eccitazione e l’urgenza di liberarci dei vestiti. Dovrei ringraziarlo per la decisone che ha preso, di dare una possibilità al nostro rapporto anche dopo quello che ho combinato, ma non ci sono parole che possano farlo o che possano dimostrargli quello che ho nel cuore per lui e forse sminuirebbero l’importanza di quello che lui ha saputo fare per me e per il nostro amore…..

Ci sdraiamo sul letto, aiutandoci a vicenda a toglierci i vestiti: poter nuovamente toccare la sua pelle è meraviglioso, sentire le sue mani su di me è così bello da emozionarmi, lo faccio distendere sotto di me e ricopro il suo corpo di baci, cominciando dal viso, gli occhi, il collo. Scendo lentamente con le labbra e la lingua, sento i suoi sospiri trasformarsi in gemiti quando la mia piacevole tortura si fa più intima e coinvolgente.

“Akira…..ti prego…..” sento la sua voce chiamarmi, le sue mani che mi attirano verso di lui. Risalgo con la bocca lungo il suo corpo e mi fermo per guardarlo.

“Che c’è, Hiro-kun?”

“Voglio fare l’amore con te, subito……voglio sentirti dentro di me.” rimango senza fiato di fronte alle sue parole esplicite che mai fino ad ora aveva usato. Non gli chiedo se ne è veramente sicuro, se non è troppo presto o se  capisce che potrei fargli più male del solito. Non è stupido, lo sa benissimo da solo, la mia sarebbe solo una domanda retorica e poi io lo voglio, quanto lui e più di lui.

“Va bene.” gli sussurro, carezzandogli una guancia. Cerco di essere delicato, ma questo non impedisce a Hiroaki di soffrire, un singhiozzo sfugge dalle sue labbra e io cerco di farmi perdonare baciandolo teneramente.

“Mi dispiace, amore…..” lui accenna un sorriso e io comincio a muovermi per dargli tutto il piacere di cui sono capace e la magia si ripete nuovamente, sento che si rilassa, che si lascia andare al mio atto di possesso con dolce arrendevolezza, mi sembra di impazzire……e il momento arriva, quel momento di unione totale e totalizzante che ci fa gridare l’uno il nome dell’altro.

 

 

Quando Akira si muove per scivolare via da me, vorrei impedirglielo, anche se so che è inevitabile. Ci sdraiamo tra le lenzuola stretti in un abbraccio possessivo e io poggio la testa sul suo petto per sentirmi stringere tra le sue braccia e sentire il battito del suo cuore. Sto per cedere al tepore dei nostri corpi caldi e vicini e addormentarmi, quando la sua voce mi scuote.

“Sono stato così male senza di te in questi giorni…….non credevo che tu mi perdonassi, forse perché sapevo di non meritarlo…….mi sono sentito così solo……”

Anch’io mi sono sentito solo e terribilmente disperato al pensiero di non poter più stare con lui, ma credo che per lui sia stato uguale: Akira talvolta è superficiale, ma sono sicuro che si sia sentito un verme a tacermi la verità per tutto questo tempo e anche se il pensiero che lui mi abbia tradito, che sia tornato a fare l’amore con me il giorno dopo averlo fatto con lei, mi fa ancora male, so di poterlo affrontare. Il mio cuore l’ha perdonato, devo solo dare tempo alla mia mente, al mio orgoglio di dimenticare.

“Ora non sei solo…..” mi limito a dirgli, baciandogli il collo.

“Ti giuro che non succederà più, Hiro-kun. Non metterò mai più a repentaglio la nostra storia, tu sei troppo importante per me.”

Mi stringo maggiormente a lui, alzando una mano perché mi guardi negli occhi.

“Non è necessario che tu mi faccia delle promesse, basterà che tu mi dimostri con i fatti che quanto mi hai appena detto è la verità, non voglio niente altro, Akira…..niente altro….”

Sento gli occhi pizzicarmi in quella inconfondibile maniera di quando si è vicini a piangere, perché sono felice della mia scelta, fermamente convinto che questa fosse l’unica strada possibile. So che niente sarà come prima, ma niente vieta che sia anche meglio, no? La nostra vita cambierà inesorabilmente, è inevitabile, ma ora questa prospettiva non mi spaventa più tanto, non se lui è con me…… cullato da questi pensieri mi addormento stretto al suo fianco, ma quando mi sveglio lui non è più vicino a me. Mi stiracchio tra le lenzuola e Akira esce dalla porta che da sul bagno avvolto nel suo accappatoio: i capelli, liberi una volta tanto dal gel, gli ricadono liberi e leggeri sulla fronte. Credo che nessun altro abbia mai visto Akira Sendoh senza i suoi inconfondibili capelli dritti sulla testa, sono un privilegiato…..lui si avvicina a me, sedendosi sul bordo del letto, mi passa le mani calde sul viso.

“Ti sei svegliato finalmente!” mi dice sorridendomi.

“Perché che ore son…… oh mamma, le otto!!!”

“Già, hai dormito per quasi un’ora e anch’io veramente, sono sveglio da poco…..”

Un’ora…….sarà che ero stanco, ultimamente non ho mai fatto uno di quei bei sonni ristoratori e riposanti, mi alzavo sempre con una stanchezza…….non è stato facile questo ultimo periodo: la lite con Akira, la rivelazione della Ikegami……

“A che pensi?”

Mi metto a sedere sul letto, sospirando leggermente, non ho voglio di incupirlo, ma voglio chiedergli delle cose.

“I tuoi genitori che hanno detto del…..del…….” cavoli, non riesco neanche a dirlo!

“Del bambino?” finisce lui scurendosi in volto.

“Già.” riesco a mormorare con una stretta allo stomaco.

“Non lo sanno ancora…..” confessa lui con un sorriso tirato.

“Dovresti parlargliene, non credi?”

“Lo so…..è che……non so proprio come farlo e…..”

Non oso neanche immaginare la reazione del padre e della madre di Akira e capisco il suo timore nell’affrontarli, ma prima o poi sarà inevitabile affrontare l’argomento e forse è meglio prima che poi.

“Quando tornano i tuoi?”

“Domani, perché?”

Annuisco prima di rispondere: “Dopo gli allenamenti del pomeriggio, verremo qui e gli parlerai. Io ti sarò con te.”

Akira ridacchia nervosamente.

“Sei sicuro di voler assistere al cruento spettacolo? No, perché credo che mio padre mi farà a pezzetti!”

“Bè, cercherò di impedirglielo, mi servi ancora!”

Lui mi rivolge uno dei suoi sorrisi ultra maliziosi.

“ E per cosa esattamente?” mi domanda, spingendomi indietro sul letto e strofinando le sue labbra sulle mie. Io gli cingo il collo con le braccia, tirandomelo contro, la mia bocca a cercare la sua.

“Indovina…..” gli sussurro prima di trascinare entrambi in un bacio infuocato, la mia lingua che cerca la sua. Sciolgo la cinta del suo accappatoio, insinuando le mani al suo interno. Sono io stesso stupito dalla mia audacia, non ho mai fatto niente di simile, ma sembra che lui riesca a farmi fare le cose più incredibili. Sto per lasciarmi andare al vortice di emozioni e sentimenti che sempre mi catturano quando sono tra le sue braccia, quando mi ricordo che io non ho avvertito nessuno a casa! Abbandono le labbra di Akira, cercando di prendere fiato per parlare.

“Devo telefonare…..a casa….è già tardi…..”

Il mio amore allunga una mano,  prende il cellulare dalla tasca dei pantaloni abbandonati sul pavimento e me lo porge. Compongo il numero e dico a mia sorella che non torno a casa a dormire, o almeno ci provo, perché Akira comincia a torturarmi, baciandomi il lobo dell’orecchio, scendendo poi con le labbra sul collo……si può parlare in queste condizioni?! Riesco a impedirmi di gemere, mordendomi il labbro! Alla fine riesco a concludere la telefonata e, gettato il telefono sul comodino, mi avvento sul mio torturatore che non aspettava altro!

Più tardi, con Akira già addormentato al mio fianco, dopo averlo fatto non so quante volte, rincorro i miei pensieri, incapace di addormentarmi: sono tornato da lui, tra le sue braccia e sono felice, tanto felice…..il nostro futuro mi spaventa un po’ ad essere sincero, ma ho capito che è meglio affrontare una cosa per volta. Intanto domani dobbiamo affrontare i suoi genitori e non credo sarà molto divertente……

Il pomeriggio successivo, sto raccogliendo le mie cose per riporle nel borsone, Akira ha un’espressione tesa, più che preoccupata e quando mi sono deciso ad avvicinarmi per dargli un po’ di coraggio, Hikoichi entra negli spogliatoi dicendogli che una ragazza lo sta aspettando fuori. Ci scambiamo un rapido sguardo ed io annuisco.

“Andiamo insieme, io ti aspetterò all’uscita della scuola.”

Ovviamente la ragazza in questione è Ayumi, accompagnata da quella che deve essere la sua migliore amica, visto che le vedo sempre insieme! Mi fa ancora una certa impressione la sua vista, sono sincero, mi ricorda il tradimento di Akira, ma mi faccio forza, ricordandomi che ho preso la mia decisone: rimanere al fianco della persona che amo, anche se questo significa affrontare una situazione più grande di noi. La saluto, prima di avviarmi, come detto ad Akira, verso il cancello e mi volto solo un attimo verso di loro, prima di superarlo, appoggiandomici  contro. Passano dei lunghi minuti, che io impiego osservando le sfumature degli alberi del parco di fronte, coppie di studenti che ci si dirigono. Quando Akira mi raggiunge, gli faccio notare che siamo in ritardo, se vogliamo riuscire a parlare con entrambi i suoi genitori, dobbiamo sbrigarci, altrimenti suo padre potrebbe uscire prima del nostro arrivo. Lui mi fa un sorriso strano e ancora di più lo sono le sue parole: “Oggi non riveleremo ai miei cosa è successo.”

Rimango un po’ così, insomma ieri mi sembrava d’accordo anche lui che era arrivato il momento di parlargliene, cosa è cambiato ora?!

“Akira, ma……” lui mi afferra una mano e mi trascina verso il parco senza aggiungere nulla, soltanto quando ci ritroviamo su quella medesima panchina dove ci siamo rivelati i nostri sentimenti, lui parla. Vengo così a scoprire che la Ikegami è andata a confessargli che in realtà non è sicura che il bambino che aspetta sia di Akira. La notizia mi lascia senza fiato e molto confuso, insomma, allora perché non lo ha detto dal principio?! Rivolgo la medesima domanda a lui che mi ripete tutto quello che lei gli ha detto. Il racconto finalmente mi chiarisce la situazione: quando ha scoperto di essere incinta non era sicura che il padre fosse Akira, ma essendo da tempo innamorata di lui, ha voluto credere che fosse suo, ma alla fine ha capito che doveva essere sincera e parlare chiaramente e così, oggi lo ha fatto. Resto un attimo in silenzio, cercando di rimettere insieme tutti i pezzi e dare un senso a tutto l’insieme: ok, non è sicura che sia Akira il padre, ma questo non lo esclude! Lui sembra percepire i miei pensieri, perché mi dice di essersi messo d’accordo con la Ikegami per fare il test del dna e sapere finalmente con certezza la paternità. 

“Massimo due settimane e sapremo finalmente  se quel bambino è mio.”

Io non dico nulla, però lo abbraccio stretto, pregando perché quel risultato sia negativo, e non posso farci niente se questo mio desiderio è egoistico.

 

Non è mio! Il bambino che aspetta Ayumi non è mio!

Non mi metto a urlare e a ballare nel corridoio della clinica per rispetto dei ricoverati e suo. In fondo questa è una buona notizia per me, ma per lei non cambia nulla anzi, ha perso anche quella consolazione rappresentata dal fatto di aspettare un figlio da me. Ha detto di essere innamorata di me quando mi ha confessato di avermi troppo in fretta indicato come padre del bambino e questo risultato è un brutto colpo per lei e mi dispiace, sinceramente. Cerco di confortarla, esortandola a mettersi in contatto con il vero padre e le auguro buona fortuna per il futuro. Lei si dimostra molto forte e mi rivela che il bambino è un maschio e che lo chiamerà come me. Carina, no?

Esco dalla clinica leggero come una piuma e quando vedo il mio amoruccio fuori dalla porta, mi metto a correre per raggiungerlo e abbracciarlo stretto, sollevandolo da terra! Incurante del fatto di essere in mezzo alla strada gli copro le labbra con le mie e lo bacio. Quando mi decido a farlo respirare il suo viso è illuminato da un sorriso bellissimo.

“Devo intuire che quel test è negativo, Akira?”

“Negativissimo!!”

Il suo viso rilassato e felice mi fa dimenticare tutti questi giorni tristi e angosciosi, la paura per un futuro che mi vedevo scappare tra le dita, la tensione di vedere deluse le aspettative mie, di Hiroaki, dei miei genitori……ora è tutto finito, ora posso riprendere la mai vita da dove l’avevo interrotta o forse no, perché questa esperienza che poteva dividere me e il mio amore, alla fine ci ha avvicinato in un modo che non ritenevo possibile. Siamo uniti più che mai, consapevoli che siamo più forti e più innamorati che mai, abbiamo avuto la prova che l’amore può tutto: può passare su sentimenti traditi, sulle delusioni, sul dolore…….siamo insieme, nonostante tutto ed è una sensazione bellissima. Prendo la sua mano e comincio a camminare diretto verso la stazione, verso casa mia. Quando arriviamo abbraccio mia madre di slancio e dopo averla lasciata andare, lei mi scruta seria prima di sorridere.

“Sono felice che tu sia tornato quello di una volta, Akira, questo ultimo periodo eri così strano......anzi preoccupato è più esatto.”

Se sapessi cosa ho passato mamma, hai rischiato di diventare una nonna molto giovane!! Ovviamente questo non posso dirglielo, così mi limito a dire che credevo di avere un problema, ma che ora è tutto risolto. Mia madre guarda anche Hiro per avere la conferma che il suo unico figlio stia veramente bene e lui aggiunge solo che non deve preoccuparsi. Lei pare convincersene e dopo averci sfornato una bella torta, esce per delle commissioni.

Riempio due bicchieri di latte, mentre il mio amore taglia due belle fette di torta che andiamo a mangiarci in camera mia. Ora che la tensione è scemata, e l’adrenalina ha smesso di correre impazzita nelle mie vene, mi sento un po’ stanco e anche un po’ malinconico. Avverto le carezze leggere di Hiro sul viso e quando volgo gli occhi verso di lui, scorgo della preoccupazione nei suoi.

“Che ti succede? Sembri improvvisamente triste.”

“Pensavo ad una cosa…..”

“Cioè?”

Che faccio  non glie lo dico o rischio un pugno? No, basta con le cose non dette…..

“Insomma, non prenderla per il verso sbagliato ti prego, ma il fatto è che ……come dire…..mi ero quasi abituato all’idea di questo bambino e….ecco….forse un po’ mi manca. Mi dispiace, magari queste mie parole non ti fanno piacere, ma ……” le sue dita sulle mie labbra mi interrompono.

“Non devi scusarti, capisco cosa vuoi dire e non sono arrabbiato, anzi……”

Si avvicina a me e con una leggera spinta mi fa sdraiare sul letto, si stende su di me e io gli cingo la vita con le braccia.

“E ora cosa vorresti fare?” gli sussurro malizioso in un orecchio. Lui mi mordicchia un po’ il collo facendomi sospirare prima di rispondermi: “L’amore con te…….” Oh, questa è una giornata meravigliosa…….

 

EPILOGO.

Sono sdraiato sul divano di casa mia, quando sento il campanello di casa suonare. Ridacchio tra me e me, perché so benissimo chi è, ma quando Hiroaki mi esorta ad andare ad aprire gli dico che non posso, perché il mio piano prevede che sia lui ad aprire, sennò che gusto c’è?! Lo sento lamentarsi mentre si avvia alla porta e quando lo vedo precipitarsi da me, come da copione, stento veramente molto a non mettermi a ridere, perché il suo musino arrabbiatissimo è troppo divertente.

“Akira – mi dice a fatica – di là c’è una ragazza che dice che deve parlarti, che è importante ed è palesemente incinta!! Tu hai niente da dirmi?!”

Con uno sforzo sovrumano trattengo uno scoppio di risa e indossata mia migliore maschera da falso innocente, esclamo quasi indignato: “ Perché io dovrei saperne qualcosa, scusa?!” Hiroaki si arrabbia ancora di più: “ Mi stai prendendo in giro?” A questo punto non resisto più, anche perché la ragazza in questione, che tra l’altro è mia cugina di secondo grado che vive in Europa e che è tornata per far nascere suo figlio nel paese di origine suo e di suo marito, entra nella stanza ridendo come una pazza!! Io la seguo a ruota e Hiroaki ci guarda come se fossimo pazzi! Quando riesco a smettere di ridere cerco di abbracciarlo, ma lui si divincola, irritato tipo ape a cui hanno rotto l’alveare, capendo di essere stato vittima di uno scherzo.

“Sei un imbecille, Akira, un emerito imbecille!”

Fatico non poco  a farmi rivolgere nuovamente la parola dopo due ore che mia cugina se ne è andata e dopo avergli spiegato che non volevo proprio prenderlo in giro, solo che lei mi ha telefonato annunciandomi che sarebbe passata a trovarmi e io ho solo omesso di avvertirlo!! Che sarà mai?!

“Mi hai quasi fatto prendere un infarto, te ne rendi conto?! Tu mi farai vivere nel terrore di vedermi spuntare davanti un qualche tuo figlio disperso in giro nel Giappone!”

“Bè, certo hai ragione – gli rispondo io molto seriamente – in fondo se ho fallito una volta posso non averlo fatto nelle altre volte e……” evito a malapena il libro che Hiroaki mi lancia contro e scappo ridendo per le scale.

“AKIRA, SEI UN IDIOTA!!!!!!!”

Bè, forse ha ragione, voi che dite?!

 

FINE.