-Guarda Tifa, guarda!! Arriva il pazzo!!-
Era primavera a Nibelheim e tutti i bambini del piccolo, ridente villaggio giocavano spensierati nel dolce sole e nell'aria fresca e pura della montagna.
-Ssssh, zitto, o ti sentirà!-
La bella ragazzina arrossì leggermente quando vide l'espressione di Cloud.
Lui aveva sentito.
Sapeva di essere considerato un outsider dai bambini del villaggio e anche lei tendeva a non avvicinarlo per paura di perdere la propria popolarità.
Però quel ragazzino biondo e taciturno, dai grandi occhi celesti e dai lineamenti delicati le faceva tanta pena.
Già... pena. Null'altro.
Cloud si sedette a terra nella polvere, apparentemente incurante degli sguardi e dei risolini degli altri. Appoggiò la schiena al pozzo e cominciò a sfogliare la rivista che stringeva possessivamente tra le braccia.
*Sephiroth, il grande Sephiroth! Io un giorno diventerò come lui, così questi bambini mi ammireranno e io potrò stare con loro, essere loro amico!*
Il ragazzino beveva avidamente dalle pagine, ammirando le foto del suo eroe, passando sul bel volto del generale delle forze midgariane un dito tremante. Sephiroth era bello e fiero: chiunque, pensava Cloud, avrebbe voluto assomigliargli.
Mentre era così intento a leggere l'articolo che lodava le imprese del grande generale, Cloud venne colpito violentemente alla testa.
Sentì un rivoletto di sangue scorrergli lungo la tempia fino ad entrargli nell'occhio sinistro, bruciando tremendamente.
-Oh scusa Cloud! Non ti avevo proprio visto!-
Era un bambino moro e grosso quello che stava parlando con tono strafottente.
-Potresti lanciarmi il mio boomerang? Dai, muoviti, che devo tornare dagli altri!-
Cloud si passò una mano tremante sulla ferita, poi raccolse il grosso boomerang di legno che lo aveva casualmente colpito. Si alzò da terra lentamente e raggiunse il ragazzino che lo guardava con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
-Tieni.-, sussurrò.
-Alla buon'ora!-
Il bulletto si voltò senza ringraziare Cloud nè scusarsi per l'accaduto. Nessuno parlava con lui, ma tutti si divertivano a molestarlo e a fargli un sacco di dispetti per ridere delle sue solite, pacate reazioni.
A Tifa dispiacque vedere il viso di Cloud amareggiato, così tirò fuori dalla tasca un fazzolettino bianco a glielo porse.
-Ehi Tifa! Non avvicinarti a lui, potrebbe avere la rabbia!!!!-
Il gruppetto di bambini scoppiò a ridere a quella battuta priva di ogni sensibilità.
Cloud sentì gli occhi bruciare, ma non per il sangue che vi era gocciolato dentro.
Rifiutò con un gesto gentile il fazzoletto che Tifa gli tendeva e con un mesto sorriso si avviò lentamente verso casa.
-CLOUD! Piccolo mio, che ti è successo all'occhio?-
La madre di Cloud, una bella donna di trentacinque anni, accorse vedendo il figlio sanguinante e con una tristissima espressione sul visino delicato.
-Tesoro mio, cos'hai combinato?-
Il ragazzino rispose con un filo di voce.
-Sono inciampato e ho sbattuto su uno spigolo.-
La donna non credette ad una parola, ma non voleva umiliare ulteriormente il bambino. Tirò fuori garza e disinfettante per pulire la ferita e poi delicatamente gliela medicò, appoggiando sul taglio una benda morbida.
-Vado in camera a finire i compiti.-
Cloud non doveva fare nessun compito. Quelli per le vacanze li aveva finiti da un pezzo ed anche con estrema facilità, essendo un ragazzino particolarmente intelligente.
Era una scusa per stare da solo e per non dover affrontare lo sguardo preoccupato della mamma che adorava e alla quale odiava mentire.
Aveva quindici anni ormai.
Avrebbe dovuto cominciare le scuole superiori, ma in quel momento, con la tempia che gli pulsava tremendamente, le lacrime che gli bagnavano le guance rosate e il giornale con le foto di Sephiroth tra le mani, prese una grande decisione.
*Andrò a Midgar. Mi voglio arruolare nell'arma dei SOLDIER e diventare forte come Sephiroth.*
Ormai le vacanze erano agli sgoccioli.
Quel giorno la mamma di Cloud tornò a casa dal suo viaggio a Rocket town con dei pacchetti e trovò il suo bambino seduto al tavolo della cucina che compilava dei moduli.
-Che stai facendo tesoro?-
-Sto scrivendo i miei dati per spedirli all'arma dei SOLDIER.-
La donna vide nero per un attimo, poi appoggiò i pacchettini sul tavolo e si sedette accanto al figlio.
-Cloud...-
Il ragazzino sollevò un paio di splendidi occhi color del cielo dal foglio sul quale era intento e li fissò in quelli altrettanto chiari della madre. Lei non aveva mai visto tale sicurezza e decisione in quegli abissi celesti.
-Mamma...-
Lei non lo lasciò finire.
-A Rocket town c'è un ottimo liceo che prepara alla tecnologia spaziale... Tu sei tanto intelligente Cloud, avrei voluto che ti iscrivessi lì. Ti avevo portato dei dèpliant e ti avevo comprato dei libri per l'esame d'ammissione, ma vedo che hai già deciso altrimenti.-
Cloud abbassò nuovamente lo sguardo sui fogli riempiti con una scrittura elegante ed asciutta, poi sospirò e riportò la sua attenzione sul viso appena segnato da sottili rughette agli angoli degli occhi di sua madre.
Sua madre.
L'unica persona che gli aveva dato affetto in tutta la sua giovane vita, una donna coraggiosa che aveva cresciuto da sola un bambino timido e problematico come lui.
Cloud doveva tutto a quella donna, ma non se la sentiva di rinunciare al suo sogno.
-Mamma, so che ti farò soffrire, ma ti prego, cerca di capirmi. Sono sempre stato solo a causa di questo mio carattere quieto e timido... io voglio diventare forte, voglio conoscere il grande Sephiroth e seguirlo... questo è l'unico desiderio che ho, è il mio sogno nel cassetto e vorrei realizzarlo nonostante il dolore che di certo ti arrecherò...-
Lacrime silenziose cominciarono a scorrere sul volto pallido della mamma di Cloud.
-Non posso trattenerti Cloud. Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, ma speravo che fosse il più tardi possibile. Ti ho sempre tenuto stretto tra le ali, ma ormai è giunta l'ora che tu impari a volare da solo.
Hai ragione, soffrirò... sto già soffrendo solo all'idea di separarmi da te, l'unica persona che mi sia rimasta, l'unico ricordo che ho di tuo padre...-
La donna cominciò a singhiozzare e Cloud si alzò per raggiungerla ed abbracciarla.
-Mammina...-
Lei abbracciò a sua volta il suo bambino, lo strinse a sè e nascose il viso rigato di pianto nell'esile petto di lui.
Pian piano i singhiozzi si calmarono e la donna sollevò il viso arrossato per guardare Cloud dritto negli occhi.
-Forse è meglio così. Forse è stata colpa mia se sei cresciuto tanto solitario, perchè ti ho sempre voluto tutto per me... ma l'ho fatto perchè ti voglio bene Cloud...-
Il ragazzino allontanò la madre e con un dolce gesto le asciugò le lacrime che ancora brillavano agli angoli degli occhi.
-Tu non hai fatto alcun errore, mamma. Anch'io ti voglio bene, ma è giunta l'ora che io divenga forte per poterti restituire con gli interessi tutto l'affetto che mi hai donato.
Tornerò e tu sarai fiera di me, te lo prometto, mamma.-
Detto questo, il ragazzino baciò la donna sulla guancia e se la strinse di nuovo al petto.
La notte prima della partenza Cloud non riusciva a prendere sonno, così si rifugiò sul pozzo che sorgeva al centro del paesino e che ne era un po' il simbolo e cominciò a pensare al proprio futuro.
Tutte le immagini che gli salivano alla mente comprendevano il viso di Sephiroth, il suo sguardo serio, la sua apparenza potente, il suo sorriso sicuro. Cloud era talmente assorto che non si accorse della presenza di un'altra persona alle sue spalle.
-Non hai sonno Cloud?-
Il ragazzo sussultò al suono inaspettato della voce di Tifa. Non rispose, si limitò a sospirare e a perdere lo sguardo verso le alte, imponenti montagne che circondavano Nibelheim.
-Ho saputo che domani partirai per Midgar... allora è vero che ti sei arruolato...-
Cloud annuì.
-Volevo augurarti buona fortuna.-
Cloud non capiva.
Quella ragazza era come tutti gli altri, non lo aveva mai calcolato e lo aveva sempre lasciato in disparte... come mai adesso gli parlava?
Alla fine Cloud si rese conto che non gliene importava nulla: davanti a lui si prospettava una vita nuova, una strada della quale non si intravedeva la fine, un viaggio sul cui biglietto non era scritta la destinazione (1) e Tifa certamente non faceva parte del suo progetto.
La ringraziò con un sorriso, poi scese dal pozzo e se ne tornò a casa.
°°°
Erano passati già due mesi da quando Cloud era arrivato a Midgar. Ormai si era abituato alla dura vita da recluta, svegliarsi alle cinque del mattino per l'allenamento quotidiano non gli pesava più, nè gli pesava la ferrea disciplina alla quale era sottoposto. I suoi compagni, quasi tutti ragazzi giovani come lui, lo trattavano da pari e anche se non poteva parlare di amicizia, almeno in quelle camerate si sentiva accettato.
Era rimasto il solito Cloud taciturno e solitario di sempre, ma almeno adesso era troppo impegnato a fortificare il corpo e lo spirito per accorgersi della propria solitudine.
E poi c'era LUI. Il generale, il grande Sephiroth... lo aveva visto una volta sola, durante la cerimonia di presentazione delle nuove reclute, splendido e tetro al tempo stesso, avvolto in un mantello nero e illuminato solamente dalla massa di capelli argentei che gli scendeva libera fino alle cosce e dagli occhi color acquamarina che luccicavano di un arcano splendore.
Solo se fosse salito di grado Cloud poteva sperare di avvicinarsi a lui, quindi faticava duramente ogni giorno con l'unica ossessione in testa di poter raggiungere il suo idolo.
Quella mattina Cloud si alzò di buon'ora, carico di volontà e desiderio di fare. Così entrò nella training-area ancora deserta e cominciò il suo allenamento riscaldandosi con una corsetta.
Non avrebbe mai immaginato che da una delle tante finestre che davano su quel cortile un paio di occhi lucenti lo stavano osservando interessati.
-Adocchi i bambini, adesso, grande generale?-
Sephiroth non si voltò. Un paio di mani rese callose dall'uso della spada gli circondarono la vita, mentre un petto nudo e muscoloso si appoggiò alla sua schiena altrettanto muscolosa e scoperta.
-E' molto carino, vero?-
Quella voce calda e roca si era fatta più vicina, Sephiroth sentì labbra calde e gentili appoggiarsi su una spalla, lasciandovi la traccia di un bacio.
L'uomo dalla chioma d'argento chinò la testa di lato, facendo scivolare via i capelli per lasciare alla persona dietro di lui libero accesso al suo collo. Con piccoli, delicati morsi le labbra dell' uomo raggiunsero il mento di Sephiroth, che si voltò nel potente abbraccio dell'altro per incontrare la sua bocca calda in un lungo bacio.
Quando si staccarono, Sephiroth leccò le labbra dell'uomo senza fiato di fronte a lui e sussurrò:
-Voglio quel ragazzo, Zack.-
Zack abbandonò il calore del corpo di fronte a lui e si allontanò di qualche passo, voltando le spalle alla splendida creatura appoggiata alla finestra.
-Vizioso.-
Sephiroth sospirò e raggiunse l'alto guerriero dai capelli corvini parandoglisi di fronte ed affrontando il suo cipiglio con sguardo fiero ed impenetrabile.
-C'era forse una nota d'irritazone nella tua voce, capitano?-
-No, Zack sorrise, d'invidia magari...-
-O magari..., Sephiroth giocherellò con una ciocca di lunghi capelli neri, portandosela alle labbra e baciandola, ...di gelosia?-
Zack scoppiò in una sonora risata, dopodichè riportò gli occhi blu notte sul viso finemente cesellato del suo generale.
-Ho sempre saputo di avere a che fare con una tigre selvatica Seph... essere geloso di te sarebbe come essere gelosi dell'aria che respiriamo tutti. Tu sei una creatura libera e non sarò certo così pazzo da metterti un guinzaglio.-
Zack si avvicinò a Sephiroth felinamente, stringendolo nuovamente a sè.
-E poi l'idea di quel fiorellino immacolato tra le tue braccia lussuriose mi fa eccitare incredibilmente...-
Sephiroth sollevò un aristocratico sopracciglio leggendo il desiderio negli occhi di Zack.
-E poi sarei io il vizios....-
Ma Zack non gli lasciò finire la frase, spingendolo con forza sul letto disfatto.
°°°
Cloud sudava freddo. Per l'ennesima volta si passò un dito nel colletto dell'uniforme, gli sembrava di soffocare.
Era seduto in un'asettica sala d'aspetto, pareti immacolate ornate da quadri essenziali d'ottimo gusto, il pavimento di marmo candido venato di rosa, un tavolino di cristallo sul quale erano ordinatamente piegati i quotidiani più importanti di ogni stato del pianeta e quattro poltroncine grigio perla sistemate attorno al tavolino per gli ospiti del generale.
Il silenzio era quasi perfetto, macchiato solamente dalle fusa quiete del computer sulla scrivania della segretaria.
Ad un tratto lo squillo del telefono interruppe quella pace.
-Ufficio del generale... sì è qui... sì va bene, lo faccio passare.-
La bionda fanciulla fasciata in un elegante gessato grigio (2) sollevò lo sguardo dai documenti che stava controllando per portarlo sul ragazzo incastrato nella poltroncina.
-Il generale l'attende, signor Strife.-
-Be.. bene, grazie signorina.-
Cloud si alzò e si diresse verso l'uscio che portava nelle stanze del grande Sephiroth. Perchè lo aveva convocato?Aveva combinato qualcosa di male? Mille dubbi e mille domande si affollarono nella mente del ragazzo mentre varcava la soglia. Di fronte a Cloud si parò un corridoio fiocamente illuminato, sul quale si aprivano due porte, una grande e luminosa, una porta di vetro smerigliato, l'altra bianca e pesante con su una targhetta che recava la scritta privato.
Cloud si diresse verso l'ufficio del generale e bussò timidamente sulla porta di vetro.
Una voce profonda rispose con tono fermo da dentro.
-Avanti.-
-Pe.. permesso... ehm... -
Cloud non riusciva nemmeno a deglutire per l'emozione.
Sephiroth, il grande, era lì di fronte a lui, seduto compostamente su una poltrona di pelle nera dietro una grande scrivania di cristallo piena di fogli, cartelle, penne e matite, un temperino elettrico, un computer portatile, libri, un fermacarte di giada... Pur di evitare lo sguardo di Sephiroth, Cloud guardava tutto quello che poteva, come per mandarlo a memoria.
Poi il suo momento di impasse fu interrotto dalla voce calda di Sephiroth.
-Si accomodi, signor Strife.-
Cloud si sentiva piccolissimo di fronte a Sephiroth. Affondò nella sedia di fronte alla scrivania e chiamò a raccolta tutto il suo coraggio per riuscire ad aprire la bocca.
-Mi.. mi ha fatto chiamare, generale?-
Sephiroth sorrise all'evidente imbarazzo del ragazzo di fronte a lui.
Il grande generale si prese un po' tempo per osservarlo prima di rispondere.
Visto da vicino era terribilmente grazioso... i capelli biondi ritti in testa, che contrastavano meravigliosamente con la dolcezza degli splendidi occhi color del cielo... i lineamenti delicati di bambino che si affaccia alla vita... il rossore imbarazzato sulle guance e il modo delizioso di tormentarsi le mani: quell'indice di nervosismo non faceva altro che renderlo ancora più appetibile agli occhi del generale.
-Posso darti del tu, Cloud Strife?-
Il rossore sulle gote del ragazzo divenne ancora più evidente.
-Sì, signor generale.-
Sephiroth si leccò le labbra golosamente prima di iniziare a parlare.
-Ti ho notato tra tutte le nuove reclute. Sei un ragazzo pieno di buona volontà e credo che questo vada premiato. Servirà anche come esempio per gli altri.-
Cloud deglutì sonoramente e guardò il generale con aria interrogativa, non osando aprire bocca per paura che il suo superiore non avesse finito di parlare.
-Sei promosso di grado, Cloud. Voglio che entro domani impacchetti le tue cose e le porti nell'ala dei sottufficiali. Sono fiero che nell'arma ci siano persone in gamba come te, ragazzo.-
Per un istante il mondo si fermò. Cloud non riusciva a credere alle proprie orecchie: Sephiroth, il suo eroe, lo stava lodando! Lo aveva promosso! Il ragazzo era nel panico più totale, non sapeva che cosa dire, cosa fare, come rispondere...
Per la seconda volta nel giro di pochi minuti la voce sensualmente calda di Sephiroth lo tolse dall'imbarazzo.
-Puoi andare ora Cloud.-
Cloud balzò in piedi e portò la mano sulla fronte nel saluto militare.
-Signorsì, signore. Grazie signore!-
-Arrivederci, ragazzo.-
Cloud fece un piccolo inchino e letteralmente scappò dall'ufficio del generale.
Sephiroth seguì con lo sguardo la fuga del biondino e sorrise maliziosamente.
-Fin troppo facile...-
°°°
Cloud raggiunse la camerata tutto affannato. Durante il tragitto dalle alte sfere ai suoi quartieri aveva ripensato a ciò che gli era successo ed ancora stentava a crederci.
-Devo scrivere alla mamma. Devo fare i bagagli. Devo... oddio, non capisco più nulla... oh Sephiroth, sei davvero un uomo generoso come ti immaginavo!-
Entrò nello stanzone e si diresse verso il suo armadietto. Aveva ben poche cose da impacchettare... qualche vestito, le lettere, i libri che gli aveva comprato sua madre a Rocket town. Buttò tutto nello zaino con la mente ancora piena della presenza di Sephiroth.
°°°
-COS'HAI FATTO? Ma Sephiroth, ti ha dato di volta il cervello?-
L'uomo dai capelli d'argento era comodamente seduto nel salottino della stanza di Zack.
-Non capisco perchè ti agiti tanto.-
Zack stava letteralmente fumando, era tutto rosso in volto e il suo self-control era visibilmente evaporato.
-Diavolo d'un diavolo. Ma ti rendi conto? Quel ragazzino è una recluta! Questa è una caserma! Non è possibile essere promossi di grado in soli due mesi!-
Sephiroth alzò un sopracciglio e accavallò le lunghe gambe.
-Chi lo dice, scusa?-
Zack s'infuriò ancora di più di fronte all'atarassia del compagno.
-Per l'amor di dio, Sephiroth! Ma sei impazzito o cosa? Lui rischia di divenire oggetto di invidie e conseguenti scherni. Tu invece... oh, al diavolo. Arrivaci da solo!-
Sephiroth fece un gesto invitante con l'indice della mano alla volta di Zack.
-Rilassati... vieni a sederti vicino a me...-
Zack levò gli occhi al cielo. Con quella tigre non si poteva ragionare, quando adocchiava la sua preda doveva ottenerla ad ogni costo.
Ma a pagarne le conseguenze sarebbe stato quel ragazzino innocente... Sephiroth doveva capirlo!!!
Zack si lasciò cadere a peso morto sul divano accanto a Sephiroth: discutere con lui lo lasciava sempre senza energie...
-Seph... non puoi pensare solo alla tua lussuria... quel ragazzino... io lo so cosa succede in questi casi, sono stato una recluta anch'io e ti posso assicurare che essere al centro dei pettegolezzi non è bello, soprattutto poi quando le cose vanno oltre le parole... e si arriva ai fatti...-
Il solo ricordo delle violenze subite fece rabbrividire Zack. Ora quei tempi erano lontani... il letto di Sephiroth era grande e caldo e lui un amante dolce e gentile... ma non era stato sempre così. E ora, il pensiero che quel pulcino ingenuo potesse passare per lo stesso sentiero...
Come se gli avesse letto nella mente, Sephiroth lo abbracciò per rassicurarlo.
-Non ti preoccupare, Zack. Non permetterò che gli succeda alcunchè.-
Detto questo, il generale sfiorò il viso del suo capitano con i polpastrelli, poi si chinò per baciarlo dolcemente sulle labbra.
-Distenditi, hai bisogno di un massaggio.-
Zack si distese a pancia in giù con un sospiro beato, mentre Sephiroth cominciò a lavorare sui muscoli contratti delle sue spalle. La sensazione di quelle mani affusolate, ma forti al tempo stesso, fece gemere sommessamente Zack.
-Noto con piacere che il mio trattamento ti è di giovamento...-
-Mmmmh... Seph... non ti fermare...-
Sephiroth continuò il delicato massaggio finchè, troppo eccitato per i suoni sensuali emessi dall'amico, cominciò a depositare dei piccoli baci leggeri come piume lungo la colonna vertebrale di Zack.
-Seph, che fai?-
Zack si sollevò sui gomiti e torse il collo per guardare il generale intento a mordergli le natiche attraverso il tessuto sottile dei boxer.
-Questi indumenti sono solo d'impiccio, perchè non te li togli?-
Sephiroth era inginocchiato a terra, il viso arrossato dal desiderio e ciuffi argentei gli ricadevano ribelli sulla nobile fronte.
Zack si sollevò a sedere, si mise di fronte al generale e gli avvolse le gambe intorno alla vita, traendolo a sè e baciandolo con ardore.
Quando si staccarono erano entrambi senza fiato.
-Vorrei che ti vedessi in questo momento Seph... sei bellissimo, la cosa più sexy che abbia mai camminato sul pianeta. E adesso ti voglio, ti voglio da morire e voglio guardarti per tutto il tempo in cui faremo l'amore!-
Sephiroth sollevò un angolo della bocca in un ghigno animalesco, poi scaraventò Zack sul pavimento ed esaudì il suo desiderio.
°°°
Cloud era seduto sotto un tiglio con la schiena appoggiata al tronco dell'albero e leggeva avidamente un libro di geografia astronomica.
Il giardino artificiale all'interno della caserma era un posto bellissimo e Cloud si rifugiava qui ogni qualvolta avesse una pausa. Gli alberi, il verde, le voci dei ruscelli, degli animali, del vento tra le foglie lo riportavano a casa. E fu qui che quel pomeriggio Sephiroth lo raggiunse.
Un'ombra si appoggiò pigra sulle pagine del libro che Cloud stava leggendo; il ragazzo sollevò lo sguardo e si ritrovò a fissare due profonde pozze verde acqua.
Riconoscendo in quegli occhi lucenti quelli del suo generale, Cloud scattò sull'attenti facendo ruzzolare a terra il libro che stava leggendo.
-Riposo, riposo!-
Sorrise Sephiroth, chinandosi a raccogliere il testo da terra e spolverandolo col palmo della mano.
-Geografia astronomica? Ti interessa la storia del nostro universo, Cloud?-
Inizialmente il ragazzo si sentì la lingua incollata al palato e la gola tremendamente secca, poi però, il sorriso confortante di Sephiroth e il suo sguardo dolce lo tranquillizzarono.
Il generale si sedette sotto l'albero e fece segno a Cloud di sedersi accanto a lui, porgendogli il libro.
-Io... uhm... mi è sempre piaciuto studiare: la mineralogia, la morfologia dei pianeti e l'astronomia mi interessano molto.-
Sephiroth guardò il ragazzo seduto al suo fianco con ammirazione.
-Devi essere molto colto e intelligente, se usi il tuo tempo libero per studiare invece di andare in città a divertirti con gli altri ragazzi della tua età!-
Cloud non ne capiva il motivo, ma la vicinanza del generale, che di solito gli metteva addosso un'agitazione folle, in questo momento lo rilassava.
La sua voce pacata, i suoi modi aristocratici e gentili, il suo viso radioso gli facevano provare una sensazione di pace e calore, tanto che parlare con lui cominciò a sembrargli un fatto naturale.
-Io... non ho legato molto con gli altri ragazzi. Sono sempre stato un tipo solitario fin da quando ero piccolo e non riesco a cambiare questo lato del mio carattere, anche se muoio dalla voglia di avere degli amici con cui condividere le mie passioni. Probabilmente non sono capace di socializzare... ho un carattere debole...-
Sephiroth si intenerì immensamente a queste parole.
Gli venne in mente un bambino dai capelli argentati nato e cresciuto in un laboratorio, gli unici suoi amici dei dottori in camice bianco, gli unici giochi dei becher di vetro... crebbe furioso in lui il desiderio di abbracciare quella creatura delicata seduta al suo fianco, di proteggerlo, di essergli amico, di ascoltare la sua sottile voce baritonale per delle ore, di raccontargli che anche lui aveva sofferto tantissimo durante l'infanzia, prima di diventare Sephiroth, il grande.
E così fece.
Ascoltò Cloud parlargli di Nibelheim, del suo amore per quelle montagne, dei suoi pomeriggi passati a leggere in solitudine...
Sephiroth a sua volta gli raccontò che non aveva mai conosciuto i suoi genitori e che soffriva molto per questo, gli raccontò degli esperimenti che erano stati fatti sul suo corpo per farlo diventare così potente, cosa che lo faceva sentire terribilmente diverso e temuto...
I due parlarono, parlarono per ore, tanto che Sephiroth si dimenticò che era andato lì per saltare addosso al piccolo Cloud.
Si rese conto che dietro quell'aspetto irresistibile si nascondevano un animo puro e sensibile e un cervello attento e ricettivo.
Cloud, a sua volta, sperimentò la sensazione aliena, ma piacevolissima, di avere un interlocutore attento e intelligente. Forse era questo che si provava ad avere un amico.
-Si è fatto davvero tardi, Cloud... purtroppo il dovere mi chiama. Ma vorrei che una di queste sere tu fossi ospite nelle mie stanze. Erano anni che non stavo così bene con una persona come oggi pomeriggio... Se ti manderò a chiamare, verrai?-
Cloud arrossì violentemente per l'invito inaspettato, ma annuì con vigore alzandosi prima del suo generale e mettendosi sull'attenti.
-Certamente signore! Sarà un onore per me, signore!-
-Bene. Ma ricordati che il mio non è un ordine, bensì un invito, d'accordo?-
Il viso di Cloud si illuminò in un bellissimo sorriso che fece sciogliere Sephiroth, il quale si allontanò dal giardino artificiale con il cuore pieno di gioia.
°°°
La sera dopo Cloud entrò nella stanza del generale, meravigliandosi per l'ottimo gusto con cui era arredata. Non riusciva ancora a crederci... lui, un paesanotto di montagna, che sedeva allo stesso desco dell'uomo più potente del mondo, il grande Sephiroth!
Quest'ultimo poi, fece di tutto per mettere a proprio agio il ragazzino, notando in lui ancora una grande soggezione e una reverenza pari a quella dovuta alle divinità.
Ma quando si accomodarono nel salottino e cominciarono a chiacchierare amabilmente sorseggiando del the, il Cloud del pomeriggio precedente fece capolino e con lui la sua sottile intelligenza, la sua vasta cultura e anche qualche confidenza che faceva sentire Sephiroth la persona più importante del pianeta.
Anche il generale si lasciò andare pian pianino, rivelando a Cloud dei lati della propria personalità che non aveva mai avuto il coraggio di far emergere, nemmeno con se stesso.
Stava accadendo qualcosa di strano, dentro Sephiroth.
°°°
Zack entrò nell'ufficio del generale come un tornado.
-Ehi, che brutta cera! Il bel biondino t'ha mandato in bianco ieri notte?-
Sephiroth fulminò l'amico con lo sguardo.
-Non mi pare il caso di scherzare.-
Gli occhi di Sephiroth lasciarono il viso di Zack e si persero nel nulla, in un punto indefinito della parete di fronte a lui.
Zack fece il giro della scrivania e andò a sedersi accanto a Sephiroth sulla grande sedia di pelle.
-Non volevo ferirti, Seph. Mi dispiace.-
Così dicendo gli posò un bacio leggero sui capelli e un altro sulla tempia.
Sephiroth gli passò un braccio attorno alle spalle e lo strinse a sè, poggiandogli le labbra sulla sommità della testa corvina. Chiuse gli occhi e respirò il profumo esotico dei suoi capelli.
-Non è colpa tua, Zack... non devi scusarti. Sono io che... non capisco cosa mi stia succedendo.-
Zack sollevò il mento per poter guardare l'amico negli occhi e in quelle profondità color del mare lesse una grande confusione mista a qualcosa di nuovo, una dolcezza che non aveva mai visto, pur conoscendo quell'uomo da parecchio tempo.
-C'entra il giovane Strife, vero?-
Sephiroth annuì sospirando.
-Ehi Seph... non ti starai mica innamorando di lui?-
Sephiroth prese ad accarezzare delicatamente le ciocche corvine che incorniciavano il viso di Zack.
-Credo di essere già innamorato di lui.-
Zack si liberò dall'abbraccio di Sephiroth per poterlo guardare dritto negli occhi.
-Ti perderò, vero Seph?-
Il generale chiuse gli occhi, mormorando,
-Non posso avervi entrambi?-
Zack incorniciò il viso di Sephiroth col palmo delle mani, facendogli sollevare le palpebre.
-Non è una risposta la tua. Ti perderò?-
-Non te lo so dire ora Zack. Voi due siete così diversi e provo dei sentimenti che sono come zenith e nadir nei vostri confronti.-
-Quando possiederai Cloud, ti renderai conto di non avermi mai amato. Allora ti perderò definitivamente.-
-Anche tu non mi ami.-
-Puoi dirlo con sicurezza, generale?-
Lo sguardo di Zack era pieno di tristezza, ma l'espressione sul suo volto risoluta.
Si sciolse completamente dall'abbraccio di Sephiroth e si alzò in piedi, dirigendosi verso la porta.
Prima di uscire parlò, rivolgendo la schiena al generale.
-Proprio perchè ti amo ti lascerò libero, Seph.-
°°°
Nonostante il dolore per la perdita di Zack, Sephiroth era abbastanza sereno.
I suoi incontri con Cloud erano divenuti pressochè regolari e l'attesa di rivedere quella testa bionda lo faceva impazzire.
Ormai Cloud aveva preso confidenza con gli appartamenti del generale... persino la bella segretaria non faceva più caso alle sue frequenti visite, anzi, un paio di volte aveva anche sorriso facendogli l'occhiolino.
-Che porta di bello oggi signor Strife? Oh, ma è un testo della civiltà perduta!-
-Sono poesie, signorina... spero che Sephi... sì, il generale intendevo... le apprezzi!-
Così il tempo passava, l'amicizia tra i due cresceva e il rapporto tra Zack e Sephiroth pian piano tornava al cameratismo dei primi tempi.
Anche il fatto che talvolta l'uno finiva nel letto dell'altro faceva parte del disegno generale della divina provvidenza.
Sephiroth non poteva fare a meno di nessuno dei due.
Poi finalmente... una missione.
Nulla di particolarmente complicato, il generale con due uomini di fiducia doveva andare a controllare il reattore di North Corel e così Sephiroth partì con Cloud e Zack al seguito.
Cloud non era diventato un chiacchierone, ma durante il tragitto scambiò alcune battute con il capitano, sotto lo sguardo incuriosito di Sephiroth.
Si sarebbero fermati a North Corel per un po', quindi affittarono delle stanze nell'albergo della piccola cittadina ferroviaria.
-E' adorabile, Seph. Non è solo bello, ma anche acuto e simpatico. Ora ho capito perchè lo ami... ma hai mai sondato i suoi sentimenti per te? Che ti ammiri e ti veneri come un idolo, lo vedrebbe anche un cieco... ma al di là dell'ovvio...-
-Forse ho paura di scoprire la verità.-
-Bè, ma in caso ci sarei io!!! eheheh...-
La risatina di Zack gli si spense sulle labbra.
-Scusa, sono stato innoportuno.-
-No, Zack... non è questo... vorrei solo tu capissi che per me sei molto importante e non sei mai stato il sostituto di nessuno.-
Zack abbracciò dolcemente il generale, posandogli la fronte su una spalla.
-Credevo che non me lo avresti detto mai più.-
I due guerrieri si baciarono per dimostrarsi fisicamente l'affetto e la stima che provavano l'uno per l'altro.
Quando Sephiroth infilò delicatamente la lingua tra le labbra carnose di Zack, quest'ultimo la accolse felicemente, accarezzandola con la propria.
Fu un bacio dolce, tranquillo. Gli occhi di entrambi erano chiusi per poter assaporare al meglio quella sensazione di affetto e completezza, i loro corpi stretti amorevolmente l'uno all'altro.
Quando si separarono, Sephiroth depositò un rapido bacetto sulla punta del naso di Zack, poi gli sorrise.
-Buonanotte, capitano.-
-Buonanotte a te, generale.-
°°°
Cloud era nella sua stanzetta che controllava dei documenti lasciatigli da Zack, quando qualcuno bussò alla porta.
-Avanti, è aperto.-
Sephiroth entrò silenziosamente.
-Ciao Cloud... ancora al lavoro?-
Il viso di Cloud si aprì in un sorriso radioso alla vista del generale.
-Stavo finendo le ultime cose... mi fa piacere che tu sia passato a salutarmi prima di andare a dormire... gradisci un po' di the? Me lo sono appena fatto portare, è bello bollente.-
Sephiroth si sedette sul letto accanto a Cloud e prese la tazza fumante dal comodino, sorseggiando lentamente il liquido ambrato.
-Mi piace molto il capitano.-
Sephiroth quasi si soffocò con il the a quelle parole sicuramente pronunciate con ingenua sincerità.
-Ehi! Ti senti bene? Non ti strozzare!-
Sephiroth riguadagnò il respiro, poi si ritrovò a fissare il perfetto profilo dell'amico. Sospirò.
-Anche a me piace molto Zack. Lo conosco da tempo ed ho imparato a fidarmi di lui e a non poter fare più a meno della sua compagnia.-
Poi, con un gesto che in quel momento considerò ardito, poggiò il palmo sulla testa bionda di Cloud facendo scivolare la mano fra quei capelli color oro in una tenera carezza.
-Anche della tua presenza non posso più fare a meno.-
Cloud sollevò lo sguardo azzurro su quello verde di Sephiroth.
-Sei entrato nella mia vita all'improvviso e come un raggio di sole hai squarciato il buio che avvolgeva il mio cuore. Per questo non ti ringrazierò mai abbastanza, Cloud.-
Il biondino catturò le mano di Sephiroth tra le sue, graziandolo di uno dei suoi splendidi quanto rari sorrisi.
-Sai... potrei dire la stessa cosa di te. Sei la prima persona che mi abbia fatto sentire il calore dell'amicizia. E tu non hai idea di quanto bisogno io avessi di qualcuno con cui parlare, che mi ascoltasse e mi lasciasse sfogare anni e anni di solitudine.-
Venne terribilmente naturale a Cloud di sporgersi verso Sephiroth e sfiorargli la guancia con le labbra. Un bacio casto che però recava in sè un'infinità di significati.
Sephiroth a sua volta strinse Cloud tra le braccia provando un forte senso di protezione nei confronti di quello scricciolo, come quella volta nel giardino artificiale.
-Vorresti dormire qui con me stanotte, Sephiroth?-
Il generale non rispose, ma baciò la fronte del ragazzo e annuì sorridendo.
Non era mai stato così felice in vita sua.
**OWARI**
(1) Battuta rubata a Rem Saverem ;p
(2) Choco... un piccolo cameo! ^___^