You are my Blood

side story II

di Naika

Vi fu un momento di eterno silenzio durante il quale l’uomo fissò i ragazzi chiedendosi se avrebbero creduto o meno a quella sua, incredibile, rivelazione.

Poi, d’un tratto, Hanamichi spezzò la tensione, sbottando con un: “Eh, no! Ma non è possibile! Anche qui!” terribilmente scocciato.

 

L’uomo lo guardò incredulo senza riuscire a capire: possibile che una simile notizia non preoccupasse quel ragazzino?

 

“Do’hao...” mormorò con tono di rimprovero il moro dalla pelle candida, che era rimasto un po’ in disparte, ad osservare la scena con attenzione, rivelando una bella voce profonda.

“Kitsune tu sei l’ultimo che può parlare!” gli fece notare il rossino mettendosi le mani sui fianchi con aria battagliera mentre il capo stazione li osservava sbigottito, rabbrividendo.

Il ragazzo dai capelli rossi era chiaramente un folle.

Prima se ne usciva con quell’affermazione assurda e ora...

Lanciò un’occhiata di sottecchi al ragazzo dalla pelle alabastrina.

Solo un pazzo avrebbe sfidato quella splendida creatura con tanta disinvoltura.

Negli occhi blu di quel giovane c’era una luce pericolosa, affilata come una lama, così fredda che sembrava cristallizzare l’aria attorno a lui, spingendo le ombre ad allungarsi minacciose.

Tuttavia nel fronteggiare i due pozzi di liquido cioccolato del rossino che aveva davanti, quelle iridi glaciali mutarono, scaldandosi.

“Hn...” sbottò semplicemente il moro, incrociando le braccia sul petto.

“Smettetela di litigare voi due!” li rimproverò la ragazza che era con loro, tirando una sventagliata ad entrambi, dimostrando, a suo dire, un enorme sprezzo del pericolo.

Tuttavia, differentemente da quello che si aspettava l’uomo, nessuno dei due la sbranò viva.

“Può essere più chiaro?” chiese il ragazzo con gli occhiali che per primo si era fatto avanti, ignorando quanto accadeva alle sue spalle. “In che senso attacchi?”

L’uomo spostò la sua attenzione su di lui scuotendo il capo.

“Da quando l’hotel è stato completato....” spiegò “La nostra è sempre stata una cittadina povera e tutti noi abbiamo investito molte speranze e denaro nel complesso alberghiero. E all’inizio i turisti correvano a frotte qui! L’aria è pura, il bosco incontaminato e le acque del lago sono limpide e calde anche d’inverno grazie ad una piccola sorgente termale.” Disse illuminandosi di orgoglio nel descrivere le bellezze del suo paese.

“Ma poi, una notte, un gruppetto di uomini ha aggredito due ragazze che stavano passeggiando lungo il lago.” raccontò loro.

“Le loro grida richiamarono l’attenzione di alcuni camerieri dell’hotel che quando giunsero sul posto trovarono una delle due svenuta, con chiari morsi di vampiro sul collo e l’altra in stato di schock.” Disse stringendo la mascella.

Hanamichi si voltò ignorando il capo stazione per un momento, per lanciare un’occhiata al compagno.

Rukawa seguiva il discorso dell’uomo con attenzione ma sembrava corrucciato.

Stava per chiedergli che cosa non gli tornasse in quel racconto ma il vampiro scosse le spalle facendogli cenno di tacere e il rossino riportò la sua attenzione sul capo stazione, riservandosi di porre poi le sue domande.

“La ragazza morsa venne portata di corsa all’ospedale dove le venne fatta una trasfusione, mentre l’altra venne interrogata dalla polizia, sull’accaduto.” Mormorò affranto.

“La sua storia era assolutamente folle! Gli uomini erano emersi dal nulla ed erano scomparsi nel nulla quando avevano sentito avvicinarsi i camerieri. Uno aveva aggredito la sua amica, un’altro aveva atterrato lei, cercando di violentarla.” Narrò disgustato, Ryota serrò la mascella comprendendo il perchè dell’occhiata preoccupata dell’uomo ad Ayako.

“La notizia del fatto si sparse in fretta. All’inizio pochi vollero crederci ma poi le aggressioni ai turisti si moltiplicarono e avevano sempre modalità strane, incredibili.” Spiegò loro.

“I vampiri comparivano e scomparivano nel nulla, piombavano nelle stanze dell’hotel passando attraverso le pareti, si aggiravano di notte terrorizzando la gente.” disse sconsolato. “Finchè all’alba di tre settimane fa nella hall dell’hotel trovarono un vecchio documento appeso alla parete con un pugnale.” Disse rabbrividendo.

“Narrava un’antica leggenda secondo cui un potente Signore della Notte era stato sepolto sotto il nostro lago e diceva che i suoi seguaci avrebbero vegliato sulle sue spoglie per l’eternità per impedire a chiunque di profanare la sua tomba.” disse tremando.

“Ridicolo!” sbottò Rukawa scettico.

“E’ così!” esclamò l’uomo terrorizzato “Dichiararono che avrebbero cominciato ad uccidere tutti coloro che avessero contavvenuto al loro divieto, e credetemi, il loro ultimatum ci terrorizzò tutti!” disse infervorandosi “Perchè era scritto con il sangue! Tutta la hall era schizzata di sangue!!” disse alzando la voce e gesticolando per la foga e la paura.

“Da allora la voce si è sparsa velocemente e nessuno è più venuto qui” mormorò abbassando nuovamente il capo, depresso.

“Ci credo..” borbottò Mitsui reso leggermente inquieto dalla storia.

“Il treno riparte tra due ore..” li informò tristemente “...se volete ritornare a casa siete in tempo...” disse allontanandosi per ritornare nella biglietteria.

 

“Che razza di storia...” mormorò Hanamichi perplesso.

“...falsa...” sbottò Rukawa.

“Cosa?” chiese Ayako che aveva a malapena sentito il borbottio del vampiro.

Kaede si riscosse dai suoi pensieri esponendo loro la sua teoria.

“Questa storia è chiaramente montata. Niente di tutto quello che ho sentito è riconducibile al comportamento di un vampiro, e non mi risulta che nessun signore delle tenebre sia stato ucciso da queste parti, la storia del tomba da vegliare poi, è assolutamente ridicola!” disse disgustato.

“Ma se è tutta una fandonia a che scopo fare tutto questo?” chiese Ayako perplessa.

Kogure corrugò la fronte. “Pensateci un attimo tutti gli abitanti del paese hanno investito i loro soldi nel progetto termale...” mormorò.

“E probabilmente si sono indebitati fino alla punta dei capelli!” aggiunse Ryota che cominciava a capire.

“Avranno ipotecato persino la casa...” mormorò Hanamichi mentre i suoi occhi si accendevano di comprensione.

Rukawa annuì.

“C’è qualcuno che vuole rilevare questo posto facendo leva sui debiti che gli abitanti non possono pagare, dato che non ci sono più turisti...” disse.

“Quei bastardi!” tuonò Mitsui “Così una volta messe le loro luride mani su questo posto potranno fare i miliardi sulle spalle della gente che hanno imbrogliato!” esclamò.

“Ma possibile che nessuno ci abbia pensato?” chiese Ayako perplessa.

“Si tratta di gente semplice...” le fece notare Kogure “...che si è trovata di fronte a qualcuno di particolarmente abile con l’illusionismo e capace di giocare con le loro paure.”

“Adesso che facciamo?” chiese perplesso Ryota “Abbiamo visto tutti gli occhi di quell’uomo, loro sono davvero convinti che si tratti di vampiri, non ci crederebbero mai se dicessimo che sappiamo che invece non è così...”

“Già...” annuì Mitsui cupo “...t’immagini che gli spieghiamo che non si tratta di vampiri perchè un vampiro ci ha detto che loro non si comporterebbero mai così?” disse perplesso grattandosi il mento.

“In effetti...” mormorò Hanamichi “...ma non possiamo certo fare a meno di aiutare questa gente!”

“Li aiuteremo..” stabilì Rukawa “... ma in un altro modo.” Sussurrò mentre nei suoi occhi si accendeva una pericolosa luce scarlatta.

Chiunque avesse messo in piedi quel trucchetto da quattro soldi ci avrebbe pensato due volte prima di usare di nuovo il nome dei vampiri per raggiungere i suoi scopi!

 

Giunsero in vista dell’hotel pochi minuti più tardi.

La via era costeggiata da splendidi cespugli di rose rosse mentre lo stabile, chiaramente nuovissimo, faceva la sua regale figura sullo sfondo delle acque azzurre del lago.

“Oh siamo arrivati!” disse Hanamichi accelerando il passo per avviarsi verso l’ingresso.

Cominciava a sentire un certo languorino.

“Rukawa cosa c’è?” chiese Ayako rivolta al moretto che improvvisamente aveva distolto gli occhi dal suo ragazzo e faceva saettare lo sguardo a destra e a sinistra come se cercasse di cogliere qualcosa che gli sfuggiva.

“C’è qualcosa..” mormorò infatti il vampiro cercando di cogliere la sensazione che continuava a scivolargli attorno senza però lasciarsi afferrare.

Era come se percepisse la presenza di un enorme muro.

Un incantesimo...

Magia bianca certamente, ma non riusciva a capire a cosa fosse...

Spalancò gli occhi di colpo tornando a fissare il suo ragazzo che stava per poggiare il primo piede sull’ampia scalinata che portava all’ingresso dell’hotel.

“Hana no!” gridò fiondandosi in avanti, verso di lui.

Il rossino posò il piede sullo scalino voltandosi sorpreso a fissare il compagno, senza capire perchè la sua voce suonasse così allarmata.

Nel momento stesso, però, in cui la sua scarpa toccò il marmo bianco della scalinata un’ondata violenta di nausea gli annebbiò la vista facendolo vacillare pesantemente.

Emise un gemito flebile mentre il paesaggio attorno a lui diventava una girandola di colori impazziti finchè il nero non avvolse tutto e il rossino crollò tra le braccia di Rukawa perdendo i sensi contro il suo petto.

 

“Hana...”

“Hana... amore apri gli occhi...” sentì la voce del suo amante, chiamarlo dolcemente, pochi minuti più tardi.

Socchiuse le palpebre mettendosi a sedere aiutato dal compagno.

“Che.. che cos’è successo?” chiese perplesso portandosi una mano alla testa che ancora un po’ gli pulsava.

“C’è uno scudo anti demone lungo tutto il perimetro dell’edificio” lo informò Rukawa, aiutandolo a mettersi in piedi.

“Anti demone?” chiese sorpreso Ryota “Ma Hanamichi non lo era solo per metà? Perchè ha fatto effetto su di lui?”

Rukawa scosse il capo “Proprio perchè il suo sangue demoniaco è così poco ha fatto effetto, non è un gran che come scudo, Irah neppure l’avrebbe notato.” mormorò facendo appoggiare il compagno contro il suo petto, mentre questi scuoteva la testa per snebbiare la vista ancora un po’ appannata.

Il suono secco di un fucile che veniva caricato fece voltare i ragazzi verso le scale.

 

Le sorprese non erano ancora finite.

 

Davanti alle grandi porte di vetro che davano sulla hall dell’hotel una ragazza dalla lucente chioma nera li fissava con occhi roventi, un vecchio fucile a pallettoni puntato contro di loro.

“Dunque alla fine vi siete fatti avanti maledetti!” tuonò battagliera “Ma non avrete mai il nostro albergo!” disse inferocita caricando un colpo.

“Hey, hey calma!” cercò di blandirla Ryota “Noi siamo venuti per aiutarvi!!”

“E vi portate a presso un figlio della distruzione?” ringhiò furente.

Ryota si voltò verso Hanamichi sorpreso e questo scosse le spalle con uno sbuffo prima di guardare a sua volta verso di lei.

“Senti ragazzina non veniamo con cattive intenzioni...” disse facendo un passo avanti, cercando di farla ragionare.

“Vade retro Stirpe delle Tenebre!” gridò lei premendo il grilletto.

Il colpo rimbombò minaccioso nell’aria ma la pallottola si fermò a mezz’aria di fronte al petto di Hanamichi.

Il rossino che aveva alzato entrambe le mani in un istintivo gesto di autodifesa fissò prima il proiettile e poi Kaede, affianco a lui, i cui occhi erano divenuti due pozzi neri, senza fondo.

Falla finita...” ringhiò con voce minacciosamente sepolcrale.

Alle sue parole la pallottola si sbriciolò diventando cenere che si sparse senza un suono a terra, davanti al suo shadow.

Gli occhi del vampiro ritornarono di un più naturale blu scuro mentre anch’egli faceva un passo avanti tendendo una mano.

La ragazza gridò ritraendosi ma Rukawa si limitò ad infrangere la barriera magica che impediva al suo compagno di entrare nell’hotel, prima di tornare a fissarla.

“Credevi davvero di poter uccidere un demone con un fucile?” chiese scettico.

La ragazza che era crollata a terra strinse protettivamente a se l’arma “Non abbiamo ancora studiato i demoni a scuola!!” protestò.

“A scuola?” chiese Mitsui perplesso, domandandosi che razza di scuole ci fossero a Okkyoto.

“Mia figlia è una strega solo da due anni, sta ancora imparando l’arte...” li informò una voce maschile, alle loro spalle, facendoli voltare.

“Papà!” s’illuminò la ragazzina.

Rukawa socchiuse gli occhi osservando il nuovo arrivato.

 

Gli ci mancava solo un cacciatore!

 

L’uomo tuttavia abbassò la balestra che puntava contro di loro.

“Non riesco a percepire la tua aura Figlio della Notte ma se sei riuscito a distruggere il mio scudo con una tale facilità temo che il mio potere varrebbe ben poco contro di te.” disse scuotendo il capo prima di fissare Hanamichi.

“Lui è il tuo servitore?” chiese.

Hanamichi spalancò gli occhi all’inverosimile prima di divenire rosso di rabbia.

“Io il servitore di questo volpino spelacchiato???” esplose.

“E’ il mio shadow...” mormorò tranquillamente Rukawa ignorando il compagno che dava in escandescenze e il cacciatore si illuminò sollevato.

Anche se non avesse ucciso quel vampiro non lasciava comunque in circolazione una creatura pericolosa dato che quel figlio della notte non aveva bisogno di aggredire nessuno per nutrirsi.

“Venite entrate...” disse molto più sollevato, invitandoli a seguirlo all’interno “Da quel che ho capito siete turisti.”

“Abbiamo vinto un viaggio premio” lo informò Kogure mostrandogli il loro voucher.

Il cacciatore annuì “Ci avevano avvertito del vostro arrivo anche se non mi aspettavo degli ospiti così particolari!” disse con un sorriso lanciando un’occhiata ad Hanamichi e Rukawa e il vampiro ringraziò tra se che il simbolo sulla fronte del suo amante non fosse visibile ai mortali.

Il cacciatore nemmeno immagina QUANTO particolari erano i suoi ospiti.

 

Laila, la ragazza che li aveva accolti a fucilate, una volta scoperto che loro erano turisti, e quindi fonti di guadagno, e loro ultima speranza di ristabilire il buon nome dell’hotel in cui i suoi avevano investito tutto, aveva gettato con nonchalance il fucile e si era prodigata in sorrisi e gentilezze sotto lo sguardo tra l’incredulo e il divertito dei suoi ospiti.

Mangiarono un ottimo pranzo nella splendida sala dei banchetti dell’hotel che era come il resto dello stabile, completamente vuota.

Roan, il cacciatore, spiegò loro che anche lui aveva sentito puzza di bruciato in tutta quella storia, sebbene infatti non gli fosse mai capitato di affrontare una vera battaglia con un vampiro, ne era comunque un esperto conoscitore, e quella ‘leggenda’ su cui tutto basava era stata immediatamente identificata da lui come falsa.

Tuttavia i turisti non si erano lasciati convincere dalle sue parole e anche i suoi compaesani avevano creduto che le sue dichiarazioni fossero dettate più dal disperato bisogno di appigliarsi ad una speranza che dettate da una conoscenza reale.

“E io non potevo certo rivelare loro la mia professione..” mormorò tetro.

“Anche perchè dicendo di essere un cacciatore di vampiri non avresti fatto che confermare l’esistenza di questi esseri” mormorò pensieroso Mitsui ricevendo un’occhiattaccia da Rukawa per essere stato chiamato ‘essere’.

“Senza offesa...” disse divertito l’ex teppista sollevando le mani in segno di difesa.

“Il problema è...” continuò Roan attirando nuovamente l’attenzione su di se “...che qualcosa di vero c’è.” disse cupo.

“Io non so chi ci sia dietro questa storia ma sicuramente si serve di qualcuno dotato di un certo potere.” mormorò.

“Un vampiro?” chiese Rukawa corrucciato, posando il tovagliolo, con cura, accanto al piatto.

Il cacciatore scosse il capo “No, usa la magia troppo spesso mentre so che voi preferite il combattimento diretto”.

Rukawa annuì pensieroso, in effetti erano davvero pochi i vampiri che sapevano compiere incantesimi che andassero al di là della trasformazione o del teletrasporto, le loro prerogative erano altre.

“Uno stregone allora” mormorò.

“O una strega...” annuì il cacciatore.

“Hey!” protestò Laila offesa “Le streghe non fanno queste cose!”

Suo padre le sorrise dolcemente passandole una mano tra i capelli “Streghe, stregoni e cacciatori, tesoro, sono solo uomini con particolari poteri. Si possono comprare.” ammise tristemente prima di tornare a voltarsi verso di loro.

“Ci darete una mano a prenderli?”

“Era quella la nostra intenzione” disse tranquillamente Hanamichi, appoggiandosi soddisfatto, dopo la bella mangiata, allo schienale della sedia.

“Vi ringrazio!” s’inchinò riconoscente Roan prima di rialzarsi e sorridere loro.

“Per il momento vi consiglio di rilassarvi e divertirvi, gli attacchi si sono sempre verificati di notte, in piena tradizione vampiresca” disse, sorridendo quando Rukawa sollevò gli occhi al cielo con uno sbuffo.

 

I ragazzi salirono dunque a deporre il poco bagaglio nelle loro camere mentre Laila li osservava allontanarsi per le scale con occhi brillanti.

“Laila...” la rimproverò bonariamente il padre posandone una mano sulla spalla.

“Ma papà ci pensi! E’ un demone! Quand’è che mi ricapita l’occasione di studiare un demone vero!” disse scalpitando per seguire Hanamichi e Rukawa che oramai erano spariti dalla sua visuale.

“E’ un demone per metà...” le ricordò suo padre “...ed è anche lo shadow di un vampiro, non metterti nei guai!” la rimproverò prima di lanciare un’occhiata all’orologio.

“E poi non stai facendo tardi?” chiese.

La ragazza distolse lo sguardo delle scale per spostarlo sulla grande pendola della hall e lanciare un grido.

“E’ tardissimo la professoressa mi sgriderà!” gridò correndo nella stanza attigua per recuperare la sua borsa prima di salutare il padre con un bacio sulla guancia e scomparire in una veloce voluta di fumo rosa intenso.

Roan osservò la nuvoletta purpurea dissiparsi con un sorriso, scuotendo il capo divertito, prima di tornare nella sala da pranzo e cominciare a sparecchiare.

 

“Ma dai?” chiese interessata Yne.

“Ti dico di sì!” le riconfermò Laila a bassa voce per non farsi sentire dalla professoressa.

“Uno è un vampiro e l’altro è un mezzo demone!” le raccontò con occhi luccicanti.

“Foorte!” disse entusiasta l’amica.

 

“... dovete ritenervi fortunati.” Terminò il suo discorso la professoressa prima di lanciare uno sguardo di fuoco alle due ragazze.

“Signorina Key, Signorina Taora avente sentito almeno qualcosa di ciò che ho detto?” chiese con voce pericolosamente tranquilla.

Le due ragazzine arrossirono violentemente.

 

Non avevano ascoltato una parola della professoressa di storia magica.

 

“Hemm...” cominciò Laila imbarazzata.

La donna dai ricci capelli mogano scuro sospirò “Io vi do una notizia di tale portata e voi cosa fate? Chiacchierate!” le sgridò.

“Dunque dicevo che solo una settimana fa i più alti rappresentati dei Figli della Notte si sono riuniti a Nord, nel castello del defunto Demon Master Lafcraft per incoronare il loro nuovo signore.” Ripetè la lezione ancora una volta.

“E’ la prima volta che tutti i clan sono riuniti sotto un unico capo e pare che esso sia anche molto giovane!” raccontò loro.

“Le leggi dei vampiri, dal giorno della sua salita al trono sono cambiate, è stato vietato ai figli della notte di uccidere le loro prede, prelevando solo il sangue a ognuno necessario per il proprio nutrimento, pensate che in vista di questa sua nuova disposizione pare che per la prima volta nella storia ci sarà un armistizio tra cacciatori e vampiri!” disse con occhi scintillanti.

“Ma siamo certi che i vampiri rispetteranno queste leggi?” chiese Laila scettica e la professoressa annuì comprendendo il suo dubbio.

“Sembra che il neo eletto Signore della Stirpe Oscura sia dotato di un potere tale che nessuno osa contraddire i suoi ordini...” disse facendosi seria.

“Si vocifera addirittura che egli sia l’Edeak in persona..” sussurrò come se avesse paura di pronunciare quelle parole a voce alta.

La classe azzittì di colpo fissando la professoressa con occhi sgranati e la donna resasi conto di aver parlato troppo, sventolò una mano davanti al viso, in modo leggero, come a dissipare i loro dubbi.

“Naturalmente sono solo voci!” disse prima di riprendere a parlare del florido periodo di pace che probabilmente si prospettava dinanzi a loro e delle mille lezioni che avrebbero potuto apprendere gli uni sui poteri degli altri, ora che vampiri, streghe e cacciatori non sarebbero più stati impegnati ad evitarsi od uccidersi a vicenda.

 

Hanamichi depose i pochi abiti nell’ampio armadio a fianco di quelli del volpino che si era accostato al balcone, spalancandolo, per permettere all’aria fresca di scivolare all’interno della stanza.

La camera era spaziosa e luminosa, arredata con gusto semplice e colori chiari che ricordavano la sabbia fine dei paesaggi caraibici e l’azzurro intenso dei loro mari.

Il suo sguardo scivolò fino al compagno che immobile, aveva chiuso gli occhi sensibili ma lasciava che il sole bagnasse la sua pelle immacolata con i caldi raggi dorati.

La brezza gli scostò i capelli scuri dal volto rilassato disegnando lunghe ombre blu tra le ciocche lucenti, accarezzando i semplici jeans chiari e il pullover scuro.

Un angelo al suo confronto sarebbe parso ben misera cosa.

Lo shadow lo raggiunse affiancandoglisi per fissare la lucida superficie azzurra del lago.

“Andiamo a fare un bagno kitsune?” propose senza tuttavia usare il suo solito tono di voce ma sussurrando quelle parole all’orecchio del vampiro.

Il moro si volse facendogli scivolare le braccia lungo i fianchi, attirandolo a se.

“Dopo...” mormorò chinando il volto per cercargli le labbra con le proprie.

 

Laila sospirò felice quando la professoressa lasciò la classe, stiracchiandosi con un sorriso.

Chissà che stavano combinando i suoi ospiti pensò tra se e se quando la voce di Misty, una sua compagna di classe, la riportò al presente.

“Allora per domenica sera è tutto pronto?” chiese la brunetta, curiosa.

Laila annuì con un sorriso.

Per la notte di Halloween la scuola aveva organizzato una grande festa e lei, con somma gioia ne era stata eletta l’organizzatrice.

“Potresti portare anche il demone!” disse Yne con occhi lucenti attirando immediatamente tutta l’attenzione. “Allora sì sarebbe una festa indimenticabile!”

“E tu conosceresti un demone?” chiese scettica una dolce voce modulata, che tanto contrastava con il tono acido e incredulo delle parole.

Laila le lanciò un’occhiattaccia.

Anya, la più brava, la più bella, la più ricca.

Odiava quell’arpia bellissima e senza un problema.

Non faceva che darsi delle arie in continuazione, l’anno prima quando aveva organizzato LEI la festa di Halloween aveva dato fondo al patrimonio del padre preparando un party in piena regola, tanto che quell’anno nessuno aveva voluto organizzare la manifestazione temendo di sfigurare al suo confronto.

Ma Laila aveva coraggiosamente deciso che non le avrebbe dato modo di mettersi di nuovo in mostra coordinando ancora una volta, lei, la festa, e così si era accollata quel peso.

“Si da il caso che oggi siano arrivati turisti al nostro hotel.” Disse Laila fiera “E uno di loro è un mezzo demone mentre l’altro è un vampiro!” si vantò.

“Sì, sì!” aggiunse Yne tutta euforica “Pensa che il demone è il suo shadow! Io pensavo non esistessero più gli shadow!”

Anya storse il suo bel nasino con disgusto.

“Un vampiro che spreca la sua vita immortale per legarla a quella di un mezzo sangue...” disse calcando sulle ultime parole con sufficienza “...deve valere ben poca cosa!” sbottò.

“Per non parlare del fatto che non hai la certezza che il suo compagno sia davvero un demone!” disse con un’elegante scrollata di spalle.

“Certo che lo è!” ribattè Yne mente Laila cercava invano di farla tacere.

“Pensa che è svenuto quando ha oltrepassato lo scudo di Roan!” disse con un sorriso, convinta di aver aiutato la sua amica.

Laila affondò il capo tra le mani, ben prevedendo la risposta stizzosa della bionda, che infatti non si fece attendere.

“E’ svenuto per un semplice scudo alzato da un cacciatore?” chiese incredula prima di scoppiare in un’argentina risata.

“Gran bel demone davvero!” disse con scherno.

“Allora riassumendo hai un vampiro da quattro soldi che non è più nemmeno immortale e un semidemone che sviene di fronte ad uno scudo.” Disse scatenando qualche risatina nel resto della classe mentre Laila cercava di ricordare l’incantesimo che permetteva di sprofondare sotto terra.

“IO, invece, porterò alla festa Mika Tokiko” disse con uno sorriso lucente mentre tutte le altre ragazzine si voltavano a fissarla ammirate.

“Que.. quel Mika?” balbettò Yne.

“Sì, proprio quel Mika!” disse soddisfatta la biondina “Il figlio di Leonard il capo clan dei vampiri di Tokyo!” disse tutta soddisfatta.

“Ohhh... quello sì che è un vampiro tosto!” disse Misty con occhi scintillanti d’ammirazione, lanciando uno sguardo di sprezzo a Laila che non potè che mordersi le labbra, in silenzio, per il nervoso.

D’altronde lei davvero non conosceva qualcuno che potesse rivaleggiare con una star come Mika.

Nella scuola erano molte le streghe che sbavano per il figlio del ricco possidente di Tokyo, non che caro amico del padre di Anya e ora che una nuova pace stava per essere stipulata tra vampiri streghe e cacciatori la biondina ancora una volta aveva colto l’occasione al volo per mettersi in mostra.

Laila scosse il capo, raccogliendo la borsa e uscendo dalla classe, doveva tornare a casa, presto sarebbe calata la notte e le aveva pensieri ben più gravi della festa a cui pensare.

 

Anche se... 

...che cosa avrebbe dato per farle rimangiare quel suo odioso sorriso!!!

 

continua....

 


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