Disclaimer: i personaggi di questa fic non sono miei (tranne Reika, gli altri vampiri, Arimi e gli altri teppisti) e non sono di Pippis


You are my blood 2

parte XIII

di Naika

 

"Avanti"
Koshino infilò la testa nella camera dell’amico dopo aver bussato piano.
"Sei qui Akira? Sei sparito dopo cena"
Il ragazzo moro sorrise all’amico "E’ Halloween stanotte"
Koshino annuì.
"Paura di fare strani incontri?" gli chiese sedendosi sul letto accanto a lui.
L’asso del Ryonan depose la rivista che stava sfogliando sul comodino accanto al suo letto, prima di porgli un sorriso e annuire con il capo "Chissà quanti ‘maschi’ girano per la città stasera." Disse scuotendo la testa ben sapendo che per l’amico quell’affermazione sarebbe sicuramente suonata assurda.
"Tu non sei certo una verginella indifesa Akira!" gli fece notare Koshino strappandogli una risata.
"No, decisamente non lo sono" disse notando che l’amico arrossiva leggermente abbassando lo sguardo sulle mani.
"Akira tu sei innamorato di Rukawa?" gli chiese questi di punto in bianco prima di rialzare lo sguardo su di lui.
L'interpellato spalancò gli occhi incredulo.
"Ma sei impazzito?" gli chiese. "Certo Kaede è bello, bello da togliere il fiato, ma ti garantisco che più lontano è da me, meglio sto io." Gli garantì con un brivido mentre ricordava il terrore provato le due volte che aveva incontrato il vampiro senza la sua maschera.
Tornò ad osservare Koshino che sembrava un po’ sollevato ma ancora agitato.
Era da un po’ che il suo musone e solitario compagno di squadra aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti.
Era diventato più aperto con lui e gli era già capitato di voltarsi per sbaglio nella sua direzione e trovare i suoi occhi su di se.
Gli venne un dubbio.
Un dubbio molto piacevole.
"Hiro mi spieghi che cosa ti prende, e poi perchè d’un tratto mi chiedi se mi piace Rukawa?" gli chiese deciso ad avere la risposta ai suoi sospetti.
Il ragazzo si torturò le mani di nuovo.
"Bhe sei piombato l’altra sera in camera mia solo per dirmi che Rukawa era un maschio, e poi è da un po’ che fai discorsi strani" mormorò "Io credevo che avessi preso una sbandata per la scimmia rossa ma poi..."
Akira annuì.
"E’ vero, mi piaceva Sakuragi. Però lui sta con Rukawa e credimi, se ci tieni alla vita non provare neanche a separarli!!!." Disse cupo.
"Ma non mi hai ancora detto il perchè di tutte queste domande" gli fece notare posandogli una mano sulla gamba, in un gesto che voleva sembrare casuale ma che era assolutamente voluto.
Koshino fissò le lunghe dita sul suo polpaccio trattenendo il fiato.
"La... la mia era solo curiosità" mormorò allontanandosi da quel contatto ustionante.
Gli occhi di Sendoh scintillarono nel notare che le gote del suo amico erano di un sospetto rosa acceso.
Il suo sospetto stava diventando certezza.
E quella certezza gli piaceva sempre di più.
"Sicuro? Solo curiosità?" mormorò alzandosi per avvicinarglisi.
"Cer...certo!" esclamò un po’ troppo in fretta il ragazzo.
"Nient’altro?" sussurrò Akira posandogli entrambe le mani sulle spalle.
Notò lo sguardo dell’amico posarsi per una frazione di secondo sulle sue labbra prima di scivolare in fretta verso il basso.
D’un tratto il piccolo playmaker sembrava trovare interessantissimo il pavimento della stanza.
"Sì...sì che... che altro...??" mormorò deglutendo a fatica.
Akira sorrise tra se nel vedere il sempre calmo, freddo e razionale Hiroaki sprofondato nella confusione più completa.
Erano sempre stati amici.
Sin da quando erano bambini.
Erano praticamente cresciuti insieme eppure aveva sempre avuto l’impressione che l’amico gli nascondesse qualcosa, che non si fidasse di lui, che ci fosse qualcosa che l’opprimeva ma di cui non voleva o non poteva parlargli.
E alla lunga il dubbio che Hiroaki non si fidasse abbastanza di lui per raccontargli cosa lo preoccupava, per confidargli i suoi problemi quando invece Akira non aveva mai fatto mistero dei suoi, lo aveva ferito e li aveva spinti ad allontanarsi progressivamente l’uno dall’altro.
Però dopo che Rukawa aveva cancellato i suoi ricordi la prima volta, lui e Hiroaki si erano incontrati sulla spiaggia e avevano passeggiato insieme.
Lo avevano già fatto più volte ma quel giorno era diverso.
Lui era confuso per la perdita dei propri ricordi e Hiroaki sembrava perso in chissà quali pensieri.
Quel giorno la loro amicizia in qualche modo era cambiata.
Hiroaki era cambiato.
Come se avesse chiuso la porta su quella sua parte oscura che gli impediva di parlare liberamente con lui, che lo faceva stare sempre sulla difensiva.
Avevano parlato liberamente per la prima volta dopo molti anni.
E aveva riscoperto, sotto la scorza che l’avvolgeva, quel bambino dolce e gentile che giocava con lui.
Lo stesso che ora cercava di sfuggire il suo sguardo.
Gli mise una mano sotto il mento costringendolo ad alzare il capo.
Gli occhi scuri dell’amico erano carichi di confusione eppure in essi brillava una luce scintillante che Akira non vi aveva visto mai.
"Non c’è niente che vuoi dirmi Hiro?" gli soffiò sulle labbra.
"No niente..." mormorò Koshino prima di allungare il viso e chiudergli le labbra con le proprie. 


Non appena il dodicesimo rintocco si era disperso nell’aria immobile del locale la scena era improvvisamente cambiata.
La luce che avvolgeva il corpo di Hanamichi si era spenta mentre le fiamme si erano dissolte con un ultimo ruggito che aveva avvolto il corpo del rossino prima di abbandonarlo privo di sensi tra le braccia del vampiro che si era prontamente materializzato accanto a lui per sorreggerlo.

Mitsui li fissò incredulo.
Non aveva capito molto di quello che era appena accaduto dinanzi ai suoi occhi ma una cosa era chiara.
Sia Hanamichi che Rukawa dovevano loro delle spiegazioni!!!
Il vampiro sollevò il rossino tra le braccia come se fosse una piuma prima di voltarsi verso di loro.
Tese una mano candida nella loro direzione e Mitsui vide con terrore gli avventori del locale accasciarsi come tante marionette a cui erano stati recisi i fili.
La ragazza che aveva fatto gli occhi dolci a Ryota per tutta la sera e il ragazzo che aveva loro urlato di uscire quando era comparso quell’uomo che aveva fatto prigioniero Hanamichi, avevano appena avuto il tempo di alzare una mano scintillante prima di ruotare gli occhi all’indietro e crollare insieme agli altri.
Rimasero in piedi solo loro e le cameriere che si inchinarono profondamente davanti a Rukawa.
Mitsui sentì l’assurdo stimolo di fare lo stesso.
Era maestoso.
Semplicemente maestoso, con l’abito nero che gli svolazzava attorno agitandosi, il lungo mantello scuro foderato di blu che gli si allargava alle spalle sprofondando nelle tenebre che lo avvolgevano come se ne facesse parte.
Le ombre attorno a lui si agitavano, si addensavano in una massa cupa in cui risplendevano solo gli occhi carminio del vampiro.
"Che cosa hai fatto?" mormorò Akagi fissandolo pallido in volto, accennando vagamente ai corpi accasciati dietro di lui.
"Ho cancellato i loro ricordi" mormorò il vampiro con voce cupa prima di scuotere il capo.
Le tenebre attorno a lui sfaldarono, scomparendo, mentre il ragazzo dinanzi a loro tornava ad essere semplicemente Rukawa.
"Tu... che cosa sei?" gli chiese Kogure pallido.
Kaede li fissò per alcuni secondi in silenzio e poi alzò di nuovo la mano candida questa volta per permettere loro di ricordare quanto era avvenuto in palestra molto tempo prima.
"Kami sama..." mormorò Ayako incredula.
"Hai... hai intenzione di farci del male?" mormorò Mitsui che nonostante non lo credesse possibile aveva comunque sentito la necessità di fare quella domanda.
"Se lo avessi voluto sareste già morti" mormorò il vampiro tranquillamente con la sua solita voce profonda, anche se non più spettrale come lo era stata pochi attimi prima.
"La cosa non è del tutto rassicurante" mormorò Mitsui con un accenno di sorriso.
Rukawa abbozzò a sua volta un sorriso di rimando prima di socchiudere gli occhi.
La stanza, l’intero locale, tremolò attorno a loro prima che si ritrovassero tutti nell’ampio salotto dell’hotel, che, data l’ora tarda, era vuoto.

Rukawa aveva affidato a Ken il compito di recarsi al clan di Restor per trovare il loro Capo del Consiglio e accordarsi sull’inglobazione del piccolo clan londinese al loro. Avrebbe potuto ordinare di far sterminare la loro gente ma non amava gli spargimenti di sangue inutile, soprattutto se il sangue in questione era quello di vampiri come lui. Non poteva incolparli di aver obbedito agli ordini del loro signore. 
Scosse il capo mestamente. 
Però era un peccato che Hanamichi avesse eliminato così velocemente Restor. 
Gli sarebbe piaciuto vederlo tra gli artigli di Agonia.
Aveva chiamato poi sua madre che era comparsa nella sala tranquillamente, salutando i sempre più allibiti compagni di squadra del figlio, prima di prendere in consegna Hanamichi per portarlo nella loro camera mentre il volpino si rassegnava a dare le spiegazioni dovute e a rispondere alle domande che sarebbero seguite.
Sarebbe stata una lunga notte, ma confidava nei suoi compagni, e data la reazione che avevano avuto al locale e quello che era successo quando erano stati attaccati dal cacciatore, era sicuro che la sua fiducia non fosse mal riposta.

Hanamichi aprì lentamente gli occhi guardandosi attorno confuso.
Era di nuovo nella loro camera d’albergo.
La luce soffusa che permeava dalle tende tirate gli fece presumere che fosse giorno inoltrato ormai.
Si mosse tra le lenzuola accorgendosi che qualcuno, probabilmente il vampiro, lo aveva cambiato.
I suo vestiti zingareschi erano appoggiati su una sedia accanto al letto intatto di Rukawa.
Sposto lentamente il capo incontrando una massa di capelli scuri appoggiata al cuscino accanto al suo.
Scivolò meglio nell’abbraccio candido del vampiro respirando il suo profumo leggero, ascoltando il suono ipnotico del suo respiro regolare prima di posare il capo contro il suo petto in modo da ascoltare il suono rassicurante del suo cuore che tamburellava nel costato.
Che cosa era successo?
La testa gli pulsava ma i ricordi piano, piano cominciarono a farsi strada tra i suoi pensieri prendendo forma.
Erano andati al Transilvania pub per festeggiare Halloween.
Era andato tutto bene fino a poco prima di mezzanotte.
Le luci del locale erano saltate.
Aveva avvertito un respiro contro l’orecchio e poi due braccia che lo imprigionavano.
Aveva sentito lama fredda di un coltello contro la gola mentre le luci si accendevano nuovamente ad illuminare la sala.
Era rimasto abbagliato per alcuni secondi prima di riuscire a mettere a fuoco la scena.
Aveva cercato di liberarsi ma inutilmente.
Quell’uomo che lo teneva prigioniero gli aveva fatto qualcosa per bloccarlo.
Non sapeva bene cosa, ma non riusciva ne a muoversi ne a parlare.
Racchiuso dentro il suo stesso corpo aveva dovuto assistere allo scontro tra i due vampiri finchè il suo aguzzino non aveva chiesto la vita di Rukawa, del SUO Rukawa in cambio della sua.
E quella stupidissima volpe aveva osato accettare!
La disperazione, il dolore e il senso d’impotenza che aveva provato in quel momento tornarono violentemente in lui facendolo rabbrividire mentre riviveva il terrore che lo aveva invaso quando la consapevolezza che avrebbe dovuto assistere alla morte della persona che amava gli aveva spezzato il cuore.
Aveva lottato. 
Aveva lottato disperatamente contro le catene che lo legavano alla ricerca di un modo, uno qualsiasi, di salvarlo, di salvarsi.

Perchè la sua vita senza di lui...
Non sarebbe stata vita.

Perchè lui era sua famiglia...
Questo aveva pensato, mentre vedeva la corsa della lama lucente e inesorabile verso il petto di Kaede...

Il suo amante...
... mentre la sola idea di una vita senza lui gli devastava l’anima....

Il suo migliore amico...
... mentre i ricordi dei suoi rari sorrisi, del suo affetto, delle sue premure si accavallavano dentro di lui come un fiume in piena...

Il suo.... sangue.....

.... e qualcosa aveva risposto...


.. il suo... sangue....


... qualcosa dentro di lui si era svegliato....

... aveva rotto i sigilli che lo tenevano custodito....

... e la disperazione era diventata rabbia, la rabbia sangue, il sangue.... fuoco.

E il fuoco aveva distrutto il suo nemico.
Chi minacciava di strappargli la vita.

Perchè se il vampiro traeva vita e nutrimento da lui era stato egli stesso a donargli quella nuova vita e a promettergli nutrimento durante la cerimonia che li aveva legati.

"Dinanzi a questa notte nostra sorella.."

Parole che non conosceva ma che ricordava nitidamente, scivolarono tra i suoi ricordi.


Mani candide tese su di lui.... e tra esse....
... tra esse un lungo pugnale d’argento dall’aspetto antico, inciso di simboli arcani...
... la lama lucida, limpida che incide la carne candida...
... e un’unica densa, cupa, goccia di sangue così scura da sembrare nera...


"..dinanzi a questo buio nostro padre.."

La voce di una donna.
Una voce familiare ma con un’eco antica, profonda e solenne, mai udita.


... il sangue che scivola, sinuoso come un serpente sulla lama scintillante, scuro come un’ombra spettrale, tracciando un’effimera scia carminio...

"..il mio sangue per te.."


Il calore di quel liquido ferroso contro le labbra, il sapore conosciuto della bocca di Kaede sulla sua, il tocco delicato ma possessivo della sua lingua e il sapore della sua linfa vitale che scende, lungo la gola, nello stomaco...


"...tu che sarai il mio sangue..."

La sua promessa, il suo destino di shadow, la sua parte del patto...


"..Il mio sangue nel tuo corpo.."

Il loro respiro, i loro cuori, le loro vite....


"..il tuo sangue nel mio corpo.."

....una cosa sola....



"..finché il buio non calerà sulla tua luce.."

La consapevolezza di avere gli occhi aperti senza riuscire a vedere.


"..Legati."

Quella voce vibrante che gli aveva attraversato la mente. 
Quella mano che era scivolata tra le tenebre afferrandolo, impedendogli di scomparire tra le loro ombre scure.
Il suono secco deciso con cui qualcosa si chiudeva definitivamente. 
Il tintinnio della catena che si stringeva attorno al suo polso. 
Il calore bruciante del marchio che gli segnava la carne.


"Legati" 
La voce di Kaede, strana, distorta eppure solenne.


"Legati" 
la sua voce, stanca, roca eppure ferma.


Il loro patto.


Hanamichi spalancò gli occhi di scatto emerse mentre avvertiva un calore bruciante in fronte.
Aveva ricordato.
Aveva ricordato cos’era accaduto quella notte lontana.
Quella notte da cui tutto era cominciato.

Si voltò verso il vampiro e trovò i suoi occhi blu scintillanti, fissi su di lui.
"Che cosa è successo?" mormorò mettendosi a sedere e portandosi una mano alla testa per tenersela.
La stanza girava pericolosamente e si sentiva debole e svuotato proprio come allora.
"Ben ‘svegliato’ Hana" gli disse il vampiro con sguardo scintillante e Hanamichi ebbe l’impressione che Rukawa non si riferisse a quel momento preciso.
Che con quel saluto il vampiro gli stesse indicando le porte di una nuova esistenza, completamente diversa da quella che aveva condotto sino a quel momento.
La consapevolezza che sino a quel momento lui aveva... ‘dormito’.
Si sentiva strano, diverso, debole eppure più forte.
"Io... io ho bruciato" rabbrividì ricordando Restor che agonizzava tra le sue fiamme.
Rukawa lo strinse dolcemente a se e Hanamichi lo guardò confuso in cerca di risposte "Poi... poi non ricordo" balbettò.
Rukawa annui comprensivo.
"E’ successo anche a me la prima volta che ho usato il mio potere" gli spiegò tranquillamente sistemandosi contro i cuscini del letto e cingendogli la vita con le braccia per fargli appoggiare la schiena al suo petto.
"Sei svenuto tesoro. Nel momento stesso in cui l’orologio ha sancito la fine del giorno di Halloween ti sei accasciato tra le mie braccia" gli raccontò.
Hanamichi lo fissò incerto e il volpino sospirò iniziando dal principio.
"Ricordi Hana quando ho usato il mio potere per sconfiggere il veleno che aveva infettato il tuo sangue?" gli chiese il vampiro attendendo che lui annuisse per continuare. 
"Allora per distruggere la morte che ti stava consumando ho usato il mio potere direttamente all’interno del tuo corpo. Un essere umano normale non sarebbe sopravvissuto ma tu eri il mio shadow già da tempo ed eri già stato in contatto con la mia magia durante la cerimonia di unione..." gli sorrise baciandogli un orecchio "... e poi non ti definirei certo un essere umano normale!" 
"Teme kistune!!!" protestò il rossino cercando di tirargli una gomitata nelle costole che non andò a segno. 
Rukawa rise sommessamente accarezzandogli il collo con le labbra. 
"In ogni caso tu sei sopravvissuto ma sembra che io abbia in qualche modo modificato il tuo sangue. Che quella piccola parte del mio essere che avevo sigillato dentro di te per riportarti in vita quando ci siamo legati abbia riconosciuto nell’incantesimo che ho usato per distruggere il veleno la propria fonte e abbia interagito con essa trattenendo parte della magia che io ho riversato in te." 
Hanamichi corrugò la fronte confuso e Rukawa sollevò gli occhi al cielo 
"In poche parole do’hao hai assorbito la magia che io avevo riversato in te per guarirti" 
Hanamichi si voltò nel suo abbraccio fissandolo incerto. 
"Vuoi dire che adesso posso volare, teletrasportarmi e fare tutte quelle diavolerie che fai tu?" gli chiese un po’ spaventato all’idea di trovarsi smaterializzato chissà dove per sbaglio.
Rukawa gli sorrise e scosse il capo bruno. 
"Non so, dovremo provare anche se non credo, non dopo che hai scatenato senza controllo il tuo potere stanotte. Temo che tu abbia esaurito gran parte del tuo potere" gli disse. 
"Allora il fuoco veniva da te, cioè dal mio sangue che era il tuo, cioè..." Hanamichi corrugò la fronte di nuovo. "Kami!!" 
Rukawa sospirò arruffandogli i capelli rossi. 
"Non è così complicato do’hao. Hai usato il potere che era rimasto dentro di te e avvantaggiato dal fatto che la notte di Halloween anche gli incantesimi più piccoli diventano potenti, sei riuscito a liberarti sciogliendo inconsapevolmente il sigillo che io stesso avevo posto sul mio sangue dentro il tuo corpo." 
Hanamichi sgranò gli occhi. 
"Vuoi dire che se non fosse stata la notte di Halloween o che se io non avessi trovato il modo di liberarmi, tu adesso saresti morto??" 
Ruakwa annuì tranquillamente "Credo di sì" 
"Kami sama!" esclamò Hanamichi incredulo.
Il vampiro lo strinse un po’ di più a se.

C’era un’unica parte della sua spiegazione che faceva acqua da tutte le parti.
In teoria...
Nessuno...
... nessuno aveva il potere di rompere il sigillo che incatenava uno shadow!
Come aveva potuto Hanamichi trovare all’interno del proprio corpo quell’unica, singola, goccia di sangue demoniaco che avevo versato in lui durante il patto.
Dove aveva trovato la forza e la capacità di risvegliarla.
E soprattutto piegarla al suo volere?
Lui stesso non avrebbe neppure saputo da che parte cominciare.
E Hanamichi....
Hanamichi la cui volontà era bloccata da un Demon Master, non da un vampiro qualunque...

"E ora?" gli chiese il rossino distraendolo dai suoi pensieri.

Il vampiro scosse le spalle.
"Da quello che ho potuto capire controllando il tuo sangue mentre dormivi, come ti ho già detto la tua performance di stanotte ha bruciato gran parte del potere che avevi assorbito ma comunque hai subito una piccola modifica." 
"Quanto piccola?" chiese Hanamichi preoccupato. 
Il vampiro gli sorrise. 
"Credo che tu sia diventato immortale do’hao, esattamente come lo sono io." 
"Stai scherzando?" mormorò Hanamichi incredulo.
Il vampiro scosse il capo spingendolo sui cuscini e posandogli un bacio sulle labbra. 
"No" gli soffiò sulla bocca prima di leccargliela piano mentre una mano scivolava sul corpo tornito del suo amante fino all’elastico dei pantaloni.
Chi fosse in realtà il suo amante non gli importava.
Aveva molto tempo davanti per scoprirlo.
Hanamichi gemette piano "Stupida volpaccia che cosa credi di fare?"
Il vampiro gli sorrise malizioso.
"Ti do una piccola dimostrazione pratica di come passeremo il nostro tempo." Sussurrò mentre gli occhi blu gli scintillavano.

"E sai do’hao.... ne abbiamo taaaaaaanto davanti."


Fineeeeeee!!!!!
Finalmente sta cosa è terminata!
Buahahhah! In pratica vi ho lasciato nel dubbio!!
Me in sadica mode on!!!
E ora......
You are my Blood 3!!!
ALT!!!! METTETE GIU’ LE ARMI STAVO SCHERZANDOOOOOOOO!!!!
Non ci penso nemmeno!!! >_<

 


Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions