Disclaimer: i personaggi di questa fic non sono miei (tranne Reika, gli altri vampiri, Arimi e gli altri teppisti) e non sono di Pippis
You are my
blood 2 parte
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di Naika
"Irah!" la voce del vampiro vibrò bassa e cupa nella stanza immersa dalla tenebra innaturale che serpeggiava intorno al letto e ai suoi ospiti, frutto della rabbia di Rukawa.
Una scintilla scarlatta illuminò il buio con il suo tenue luccichio flettendosi sinuosa nell’aria, scivolando con un leggero sussurro accanto al letto su cui Rukawa era seduto, il suo ragazzo profondamente addormentato tra le braccia. La fiamma disegnò un cerchio sfrigolando e poi saettò al suo interno tracciando i contorni spigolosi di una stella rovesciata. Lunghe volute di fumo nero si allungarono verso il soffitto in dense spirali sinuose. Tra esse, una dopo l’altro con un suono viscido di carne lacerata tre luci carminio si accesero rivelando altrettanti occhi nell’enorme teschio del rettile cornuto. La creatura demoniaca soffiò mentre l’aria densa attorno a lei sfrigolava sinistramente e alcune scintille baluginavano tra il fumo come piccoli occhi famelici rilucendo sulle scaglie nere. Chinò il capo con rispetto verso il suo padrone mentre srotolava le lunghe spire per la stanza riempiendo l’aria di una sottile nebbiolina scura.
Dondolò il capo avvicinandosi a lui e il vampiro allungò la mano candida per accarezzare con dolcezza il muso ricoperto di scaglie, la lingua biforcuta saettò un paio di volte emettendo un basso suono d’estasi prima che i tre occhi vuoti si posassero sul ragazzo addormentato.
Il vampiro l’osservò stupito abbassare il capo per osservare con curiosità il suo shadow privo di sensi.
Non cercò di fermarla quando spinse il muso verso di lui sfiorando la fronte del giovane con delicatezza prima di alzare il capo e fissare nuovamente il suo padrone. Dalle fauci senza labbra fuoriuscì un suono basso, quasi astioso mentre la coda sottile vibrava nervosa per la stanza fendendo l’aria come una frusta.
Kaede passò una mano tra i capelli rossi con dolcezza.
"Lo so Irah" sussurrò "anch’io sono arrabbiato ma ti giuro che troverò il colpevole e quando avrò finito con lui te lo regalerò" le promise.
La coda del rettile schioccò contro il pavimento mentre apriva l’enorme bocca mettendo in evidenza le lunghe zanne per richiuderla poi con uno scattò secco come se pregustasse le carni della sua vittima, soddisfatta.
"Ora va, trova Ken e portalo qui" le ordinò Kaede mentre il suo sguardo tornava a posarsi sul ragazzo addormentato.
L’enorme cobra fece vibrare la lingua nell’aria scura ancora una volta prima di reclinare il capo cornuto all’indietro e rituffarsi nel cerchio di fiamma da cui era emersa, srotolando le lunghe spire nere e trascinando con se il fuoco, che si spense senza lasciare traccia del suo passaggio, mentre la stanza scivolava nuovamente nell’oscurità.
Il vampiro stava leggendo svogliatamente una rivista, mentre attendeva che la preda che aveva scelto per quella notte uscisse dal locale notturno in cui si era appostato, quando notò la bella donna che entrò dalla porta del pub.
Era impossibile non notarla.
Aveva lunghi capelli di un rosso cupo e grandi occhi scuri.
La pelle nera levigata e liscia sembrava totalmente glabra mentre si dirigeva con passo sensuale verso il suo tavolo tanto che sembrava quasi che scivolasse a pochi centimetri dal pavimento.
Gli sguardi degli uomini nel locale si incatenarono alle sue forme voluttuose mentre ognuno di loro lo invidiava con tutta l’anima.
Ken scosse il capo posando la rivista.
Avrebbe concesso volentieri ad uno qualsiasi di loro 'l’onore' della compagnia di quella bella dama.
La splendida creatura si fermò accanto a lui ignorando li sguardi ammirati degli altri avventori limitandosi a fargli un cenno del capo verso l’uscita e l’assassino si affrettò a lasciare i soldi del drink che non aveva nemmeno assaggiato per seguirla fuori dal locale.
La donna camminava con passo strascicato e lento per le vie affollate, il lungo vestito di seta grigio e nero che le si attorcigliava sulle lunghe gambe d’ebano mentre il vampiro la seguiva in silenzio osservando come la folla che passeggiava per le strade illuminate della grande città si scostava per lasciarla passare per poi continuare a seguirla con sguardo carico di ammirazione.
Sorrise tra se e se quando vide una ragazza tirare un calcio a quello che doveva essere il suo fidanzato perchè questi aveva fatto tanto d’occhi nell’osservare una lunga gamba scura scivolare fuori dalle pieghe della stretta gonna di seta dallo spacco vertiginoso.
Se quel giovane avesse saputo si sarebbe aggrappato alla sua ragazza con tutte le sue forze.
La sua misteriosa accompagnatrice lo portò in un vicolo deserto e dopo aver sondato le tenebre attorno a lei con gli occhi scuri sollevò una mano sottile slacciando le spalline dell’elegante abito da sera che scivolò con un sospiro sulla sua pelle lucente accasciandosi ai suoi piedi.
Il vampiro rimase immobile a dovuta distanza osservando con ammirazione i lunghi capelli rosso scuro scivolare attorno a quel corpo fluttuando, agitandosi come anime in pena mentre tutta la sua figura sfumava. Nere spirali di fumo avvolsero le gambe lunghe e tornite mentre il volto si appiattiva e gli occhi si accendevano di scintille carminio. Con un suono sottile e secco nella fronte della donna si aprì una terza fessura rivelando un occhio scarlatto mentre i lunghi capelli divenivano fiamme che avvolgevano la figura che si contorceva e si allungava distorcendoci.
Irah allungò le proprie spire nel vicolo facendo raschiare le squame cupe contro il cemento mentre si scuoteva di dosso gli ultimi residui dell’incantesimo. Osservò con malcelato odio il piccolo vampiro che aveva dinanzi facendo schioccare la coda sull’asfalto con irritazione prima di cominciare ad incidere il fondo del vicolo fino a disegnare un cerchio perfetto.
Quando la coda serpentina si abbattè per l’ultima volta sull’asfalto completando il suo disegno le crepe che aveva creato presero a fumare mentre il cemento all’interno del cerchio liquefaceva, sciogliendosi in una massa nera e gelatinosa, che colava verso l’abisso creato dal demone all’interno di quel cono di tenebra.
Lo indicò al vampiro dinanzi a lei con un gesto accennato della grande testa serpentina.
Seppur temendo che cosa avrebbe trovato dall’altra parte, obbedientemente Ken ci saltò dentro, scomparendo.
"Mi hai mandato a chiamare mio signore?" mormorò il vampiro emergendo dal pavimento di quella che doveva essere stata una normale camera dall’albergo ma che in quel momento sembrava l’angolo più profondo dell’infermo avvolta com’era da un’oscurità innaturale, troppo densa nonostante fosse notte fonda, troppo fitta nonostante le tapparelle abbassate, troppo fluente, come se le ombre non fossero solo ombre...
Respirò un paio di volte cercando di fare il meno rumore possibile mentre il suo istinto gridava: scappa!!
E lui aveva sempre ascoltato il suo istinto.
Tuttavia una sola mossa avrebbe firmato la sua condanna a morte, lo sapeva molto bene, e così rimase immobile, in silenzio.
"Ne sai qualcosa?" la voce che uscì dalle labbra del suo signore non aveva nulla di umano.
Era bassa profonda e ogni parola raschiava sul suo palato come se stesse fuoriuscendo a fatica tra le zanne di qualche creatura orribile.
Non aveva ancora visto il suo volto.
Il Demon’s Master gli voltava le spalle chino su qualcosa che non riusciva a vedere e che sembrava attrarre tutta la sua attenzione.
Non che Ken anelasse ad essere l’oggetto dell’interesse del vampiro, non quando era, eufemisticamente parlando, furioso.
Se me la cavo questa volta vuol dire che qualcuno davvero mi ama lassù.
Pensò tra se l’assassino mentre si avvicinava al comodino che gli era stato indicato, con un gesto secco, dalla lunga mano candida del suo signore.
Scrutò il piccolo calice colmo per metà di una bevanda chiara.
Lo prese cautamente tra le dita portandoselo accanto alle labbra e annusandone il profumo.
"Veleno..." mormorò in tono tecnico, professionale. "...e di quelli piuttosto potenti, praticamente perfetto se non fosse per il profumo che lascia"
Sollevò la testa dalla sua attenta analisi e rimase gelato.
Il vampiro aveva sollevato il capo e lo stava fissando in silenzio.
La prima parola che gli venne in mente fu Maschera.
Perchè quel volto candido e liscio non aveva nessuna espressione.
Sembrava fatto di ceramica trasparente...
I capelli neri vi scivolavano sopra come ombre leggere velando lo sguardo scuro, infossato, in quel manto candido che faceva sembrare le iridi completamente nere, così scure da rendere invisibile la pupilla, ancora più grandi, ancora più vuote...
Tremò mentre il bicchiere gli scivolava tra le mani finendo in frantumi sul pavimento.
Piegò le ginocchia cadendo sui cocci senza nemmeno rendersi conto del vetro che gli tagliava la pelle tanto era il terrore di rincontrare quei due inferni senz’anima.
"Voglio che usi le tue conoscenze..." gli ordinò il vampiro con quella voce strascicata e cupa "...trova il colpevole.... e portamelo!!"
L’aria vibrò a quell’ultima parola pronunciata con una tale ira repressa che l’assassino temette di veder la finestra esplodere verso l’esterno.
Annuì con il capo, perchè anche se ne fosse andata della sua vita, non avrebbe trovato la voce per parlare.
La sua gola era completamente secca, la sua mente vuota, un abisso nero in cui era impressa solo l’immagine di quegli occhi scuri che gli dilaniavano l’anima trapassandolo.
"Adesso vattene!" ordinò il vampiro e Ken si affrettò ad inchinarsi e, senza azzardare lo sguardo al volto del suo Signore, s’inchinò a lui invocando l’incantesimo che l’avrebbe finalmente portato lontano da quel luogo.
Lontano da quel demone.
Per una frazione di secondo qualcosa di rosso saettò nei suoi occhi mentre la coperta scivolava sul corpo immobile che giaceva tra le braccia del vampiro.
L’assassino si avvolse nell’incantesimo scomparendo mentre per la prima volta in tutta la sua vita provava un moto di pietà per lo stolto che aveva osato ferire lo shadow del suo signore.
Perchè era certo che il ragazzo fosse ancora vivo.
Se quello strano essere umano fosse morto...
Probabilmente del mondo non sarebbe rimasta che la cenere.
Ayako respirò a pieni polmoni l’aria profumata di pioggia mentre spalancava il balcone della sua camera per lasciare entrare i caldi raggi solari.
Amava il sole aveva la capacità di metterle entusiasmo.
Sorrise al nuovo giorno mentre il suo sguardo accarezzava i monti in lontananza e il prato verde che si stendeva dietro l’hotel.
"Bene e ora buttiamo giù dal letto i pelandroni!!" esclamò stiracchiando le braccia prima di infilare la borsa e recuperare il ventaglio. Uscì fischiettando dalla sua stanza dirigendosi verso la prima camera che si trovava lungo il corridoio.
Bussò con forza e poco dopo un Ryota già completamente sveglio e vestito le aprì la porta con un sorriso gioioso. "Ayakuccia!!!" esclamò felice mentre la ragazza gli ricambiava il sorriso.
"Già in piedi?" gli chiese con una strizzatina d’occhio.
Il moretto sbuffò alzando gli occhi al cielo.
"Figurati se Akagi non mi buttava giù dal letto." Borbottò.
"Hai detto qualcosa?" chiese una voce conosciuta da poco dietro le sue spalle.
Il ragazzo sorrise innocentemente. "Io?" chiese "No,no, vieni Aiakuccia andiamo a svegliare i piccioncini!!" le disse prendendola sotto braccio e avviandosi con lei lungo il corridoio su cui a poca distanza si affacciavano le stanze degli altri membri della squadra oltre alle camere dei giocatori del Kainan.
Proprio in quel momento trovarono Jin che usciva dalla sua camera con uno sbadiglio.
"Buongiorno" sorrise ai due che ricambiarono il saluto con gentilezza. "Jiiiiiiin aspettami vengo anch’ioooo!!" gli urlò dietro una voce mentre dalla stanza un trafelato Kyota usciva, con ancora la maglia mezza infilata. "Nobunaga!!!!" tuonò Maki spalancando la porta direttamente davanti alla loro con il volto torvo. "Quante volte ti devo ripetere di non urlare!!!" il moretto arrossì violentemente mentre Ayako e Ryota proseguivano lungo il corridoio sorridendo.
Si fermarono dinanzi alla porta della stanza di Rukawa e Hanamichi ridacchiando mentre il capitano del Kainan rimproverava la sua matricola in mezzo al corridoio.
Ayako alzò la mano per bussare quando tuttavia la porta si aprì dinanzi a lei come se chi era dall’altra parte avesse saputo perfettamente che stavano arrivando.
Un Rukawa un po’ più pallido del solito li fissò con sguardo cupo dalla soglia.
"Non fate rumore per favore" mormorò passandosi una mano tra i capelli scuri con stanchezza.
"Che ti è successo stai male?" gli chiese preoccupata la moretta ma il numero undici scosse il capo, facendo loro cenno di entrare.
"Non io" spiegò "Hanamichi ha la febbre".
Ayako lo fissò sorpresa "Ma se ieri sera stava benissimo?" chiese stupita abbassando comunque la voce.
Ignorando il fatto che solo uno dei due letti era stato usato, la manager si avvicinò ad Hanamichi che sembrava profondamente addormentato.
Effettivamente era insolitamente pallido e aveva i lineamenti del volto tirati da una stanchezza che nemmeno la tranquillità del sonno sembrava riuscire a cancellare. Allungò una mano posandogliela delicatamente sulla fronte soffocando un sussultò quando si rese conto che il compagno di squadra effettivamente doveva avere la febbre, e molto alta per giunta.
"Hai chiamato un medico?" chiese preoccupata al vampiro che annuì.
Quando aveva visto che nonostante avesse sconfitto il veleno la febbre dello shadow non accennava a scendere aveva inviato Agonia a prelevare il capo medico del clan.
L’uomo si era gettato ai suoi piedi con un rantolo quando era comparso nella stanza accanto all’alta donna sottile dal volto scavato e le lunghe ali da pipistrello scheletriche e sfaldate.
Il demone si era inchinato dinanzi al suo signore con un verso simile a quello dei rapaci mentre allungava le ali spezzate all’esterno eseguendo, con incredibile grazia per la sua figura contorta, un inchino.
Il vampiro le aveva accarezzato una guancia infossata con delicatezza prima di farle cenno in direzione di un’Irah languidamente sdraiata accanto al letto, gli occhi rossi fissi sullo shadow come se stesse controllando che dormisse serenamente.
Agonia aveva spiegato le lunghe ali nere svolazzando nell’aria scura fino alla sorella che aveva allargato le grosse spire fino a formarle una specie di nido in cui il demone dalle sembianze vagamente umane si era accoccolato posando il capo pallido sulle lenzuola per fissare con curiosità il ragazzo addormentato.
Irah aveva fatto saettare la lingua biforcuta sulla guancia, segnata da lunghe cicatrici bianche, della sorella mentre gli occhi gialli di questa studiavano lo shadow, una mano scheletrica che torturava distrattamente una ciocca dei lunghi, sparuti, capelli bianchi.
A differenza di Ken il medico ebbe qualche difficoltà ad individuare il profumo del veleno che aveva quasi ucciso il suo amante confermandogli il sospetto che chi si era dato la briga di attentare alla vita del suo do’hao non l’aveva fatto con sfrontatezza.
Tremando come una foglia e sudando copiosamente mentre operava il suo incantesimo di visione sulla salute dello shadow del suo signore, l’uomo gli aveva assicurato che Hanamichi si sarebbe rimesso presto e che la febbre, dovuta al prolungato contatto così in profondità con il potere del vampiro, sarebbe svanita nell’arco della giornata.
Kaede l’aveva ringraziato accomiatandolo e il vampiro era stato ben felice di darsela a gambe dopo aver lanciato un ultimo sguardo al suo signore ed ai due demoni che se ne stavano tranquillamente accovacciati una nelle braccia dell’altra accanto al letto del mortale.
Hanamichi gemette piano spostando il capo sul cuscino riportando la sua attenzione sul presente.
Gli si avvicinò sedendosi sul letto prima di passargli, con fare rassicurante, una mano tra i capelli rossi.
Bastò quel gesto leggero perchè l’espressione del ragazzo tornasse serena mentre scivolava nuovamente in un sonno profondo.
"Non capisco come può essere successo?" mormorò la manager corrucciata.
"Non è che ha mangiato qualcosa che gli ha fatto male?" chiese Ryota che cercava di non dare a vedere che era preoccupato per l’amico.
Gli occhi di Rukawa divennero per un secondo due lastre di ghiaccio mentre la luce nella stanza, nonostante la persiana spalancata pareva calare improvvisamente.
"Sì credo anch’io" mormorò con voce così cupa e metallica che il playmaker si voltò di scatto per fissarlo come a sincerarsi che fosse stato davvero lui a parlare.
La pelle dell’asso dello Shohoku ancora più pallida del solito per un attimo gli parve quasi candida, una maschera di porcellana in cui solo gli occhi un po’ cerchiati per la stanchezza scintillavano come due zaffiri.
Per un momento le ombre attorno a lui gli sembrarono scivolare in modo particolare, come animate di volontà propria.
Accantonò quel pensiero con un brivido.
Era un’idea assurda.
"Avvertiamo noi il capitano, tu resti con lui?" gli chiese Ayako ben conoscendo la risposta.
Rukawa infatti annuì prima di accompagnarli di nuovo alla porta e accostarla silenziosamente dopo che se ne furono andati.
Verso mezzogiorno Hanamichi si svegliò tra le braccia della volpe addormentata accanto a lui e, sorridendo dolcemente, cercò di svincolarsi dal suo abbraccio per andare in bagno quando un paio di occhi blu si spalancarono su di lui.
"Sei sveglio" mormorò il vampiro con uno sbadiglio.
Hanamichi gli sorrise "Io sì, tu invece mi sembri ancora nel mondo dei sogni" gli sussurrò con voce ancora un po’ roca sfiorandogli le labbra socchiuse con le proprie. Adorava quel Kaede dai capelli arruffati e lo sguardo assonnato.
Il moretto tuttavia gli dimostrò che era perfettamente lucido imprigionando la sua bocca in un bacio lungo e passionale.
"Come stai ora?" gli chiese quando si furono separati in cerca d’aria. "Sto bene" lo rassicurò mentre si guardava intorno nella stanza. "Però ho fame!" esclamò con un largo sorriso. Il vampiro sbottò ma dentro di sé gioì per quel chiaro segno di miglioramento prima di alzarsi.
"Vado a prenderti qualcosa da mangiare allora." Disse riassettandosi il maglione.
"Irah?" chiamò piano.
Con uno scricchiolio il fuoco solcò il pavimento della stanza mentre il lungo rettile compariva dinanzi a loro.
Hanamichi fissò quell’essere enorme con gli occhi spalancati trattenendo a malapena un grido.
"Per...perchè l’hai chiamata?" balbettò pallido. Il vampiro gli sorrise tranquillamente. "Controllerà che nessuno venga a cercarti mentre sono via" gli spiegò con una scrollata di spalle mentre Hanamichi passava lo sguardo sgomento dall’enorme cobra che lo fissava con i tre occhi rossi nelle orbite vuote del teschio cornuto, al vampiro immobile accanto alla porta, che sembrava non fare nemmeno caso a quella presenza soprannaturale.
"Non vorr...rai mica lasciarmi da solo con questa qui?" chiese cinereo in volto mentre osservava il lungo serpente accovacciarsi ai piedi del suo letto arrotolandosi sulle sue stesse spire fumose.
"Fa finta che sia un cane da guardia Hana" gli disse Rukawa con una scrollata di spalle. Hanamichi fissò il demone piuttosto dubbioso e questi tese le fauci in quello che sembrava quasi un sorriso prima di fare una cosa che lasciò incredulo persino il vampiro. Irah srotolò la lunga coda facendo saettare la sua estremità a destra e a sinistra, fendendo l’aria, proprio come un cane che scodinzolasse.
"Non ci credo..." sussurrò Hanamichi mentre Rukawa con un sorriso sulle labbra usciva dalla camera per dirigersi in cucina.
Come aveva pronosticato il medico, Hanamichi si alzò dal letto per cenare con il resto della squadra nella grande sala da pranzo anche se adocchiava ogni pietanza con sguardo carico di sospetto.
Finirono di mangiare tuttavia senza inconvenienti e Anzai concesse loro di uscire a patto che fossero tornati per le dieci.
"Che ne dite di andare in città?" propose Ayako guardando l’orologio mentre si avviava all’uscita dell’hotel a braccetto con Myiagi. "Abbiamo visto solo il palazzetto ma Uaki mi ha detto che il centro è molto bello".
"Hana sei sicuro di voler venire con noi forse sarebbe meglio che andassi a letto a riposare" si preoccupò Kogure mentre il rossino accanto al solito impassibile Rukawa si avviava con loro per la stradina che dall’hotel portava al centro della cittadina.
"E tu credi che riuscirebbe a riposare a letto?" gli chiese Mitsui prima di strizzare l’occhio al rossino che lo fissò incredulo per alcuni secondi prima di avvampare mentre il vampiro faceva scattare un pugno in direzione dell’ex teppista che tuttavia l’evitò ridendo.
"Come hai fatto a sceglierti un compagno così?" chiese Akagi all’amico che gli camminava affianco. Kogure scosse il capo osservando Hanamichi che rincorreva il suo amante per dargli la giusta lezione.
"Me lo domando anch’io!!!" esclamò fingendosi pensieroso.
"Hey!!!" protestò il moretto offeso mentre i due scoppiavano a ridere.
"Se non fossi debilitato a quest’ora ti avrei ridotto a polpette!!" esclamò Hanamichi rosso in volto per la corsa e per l’imbarazzo mentre riprendeva fiato appoggiato alla spalla del suo ragazzo che lo rimproverò con un "Do’hao" leggermente esasperato facendogli tuttavia scivolare un braccio lungo la vita per stringerlo a se.
"Hey ragazzi guardate!!!" esclamò Ayako indicando loro un locale poco più avanti sulla strada.
Erano finalmente giunti nel centro della città che, nonostante le piccole dimensioni, offriva una vasta gamma di locali per lo svago, per lo più notturni.
"Certo che per essere una piccola città ne ha di pub e discoteche!" commentò Mitsui guardandosi attorno con aria da intenditore.
"Dimentichi che questa è una delle località più ambite per il turismo estivo" gli fece notare Kogure "E’ logico che ci siano molti locali di questo tipo."
Raggiunsero Ayako che si era fermata dinanzi alla porta di quello che sembrava un pub al momento chiuso.
"Che cos’è?"
La ragazza indicò loro l’insegna.
"Un Transilvania pub, ho sempre desiderato andarci ma non ho mani avuto l’occasione"
Kaede alzò gli cocchi al cielo.
Un locale per vampiri, ci mancava solo che i suoi compagni avessero voglia di infilarsi in un posto come quello!
Per fortuna che era chiuso.
Entrare li dentro con Hanamichi equivaleva a disegnargli in fronte un tiro al bersaglio.
Anche il vampiro più idiota avrebbe riconosciuto in lui uno shadow a causa del simbolo sulla fronte e non ci avrebbe messo molto nemmeno a riconoscere in lui un Demons Master a meno che non mascherasse la sua aura.
Quindi le cose che potevano capitare erano due.
O il vampiro di turno si gettava ai suoi piedi, come aveva fatto il medico quella mattina, costringendolo ad inventare qualche spiegazione assurda, o avrebbe cercato di uccidere Hanamichi cosa che gli sarebbe naturalmente costata la vita tra le fauci di Irah o sotto la falce di Agonia.
Anche in quel caso tuttavia avrebbe dovuto dare delle spiegazioni.
Per fortuna che era chiuso!!! Ripetè tra se ringraziando la sua buona stella.
Le parole di Ayako lo riportarono alla realtà mentre i ragazzi si mettevano alle spalle della manager per leggere un cartello appeso alla porta sotto un pipistrello di plastica nero.
"Guardate organizzano una festa di Halloween per questo giovedì" esclamò la ragazza entusiasta.
"Non sarebbe fantastico venirci tutti insieme!" propose mentre si voltava verso il gruppetto che con sommo disappunto del vampiro pareva concorde nel trovare l’idea splendida.
"Però c’è l’obbligo della maschera e credo che nemmeno Hanamichi, nonostante le quattro valigie che si è trascinato dietro, abbia un costume tra i suoi vestiti" le fece notare Ryota corrucciato.
Un mormorio dispiaciuto si diffuse tra il gruppetto con la sola eccezione del vampiro che invece gioiva profondamente.
Anche se per ragioni diverse a quelle che gli imputavano i mortali, la notte del 31 ottobre i poteri magici in generale e le forze delle creature della notte in particolare, crescevano a dismisura, succedeva così che spesso i giovani vampiri o le neo streghe ne approfittassero per giocare scherzi agli esseri umani che avevano poi finito col tempo per creare quella tradizione.
In un’epoca in cui i vampiri camminavano alla luce del giorno e le streghe giravano su fuoriserie ultimo modello anzichè sulle scope capitava che essi riscoprissero il loro lato oscuro in quella notte magica.
Il che rendeva la situazione da ‘pericolosa’ ad ‘assolutamente da evitare’.
"Un momento!" disse Ryota illuminandosi "Leggete qui!!" disse indicando una scritta colorata più in piccolo sul grande manifesto addobbato da allegri fantasmini verdi.
"La festa è sponsorizzata da un negozio che noleggia abiti per tutte le occasioni e che ha aperto da poco un reparto dedicato ai costumi!" spiegò Ayako ad alta voce a beneficio di chi non riusciva a leggere il cartello, battendo le mani felice.
Rukawa imprecò mentre ponderava l’idea di leggere l’indirizzo del negozio in questione e mandare nottetempo Distruzione a raderlo al suolo, ma a parte che il demone in questione aveva il brutto vizio di lasciarsi entusiasmare troppo e avrebbe probabilmente finito per trasformare l’intera città in un parcheggio, il suo ragazzo sembrava entusiasta all’idea di partecipare alla festa in maschera.
E sì che di vampiri avrebbe dovuto averne abbastanza per un bel pezzo!!!
Scosse le spalle con una scrollata. Avrebbe dovuto incrementare la sua sorveglianza.
Tornarono all’hotel mentre congetturavano tra loro sul costume che avrebbero potuto indossare, scambiandosi scherzi e facezie sul fatto di chi poteva vestirsi da mostro e chi da donna.
"Ce lo vedi Uozumi?" chiese Mitsui ridendo "Sarebbe un Frankestein perfetto!!!" Ryota annuì con il capo "e Fujima sarebbe una favola con un vestito da donna!!" "Hey passi dalla nostra parte anche tu?" lo prese in giro il tiratore da tre punti dello Shohoku con uno sguardo ammiccante. Il playmaker lo fissò con sguardo melenso avvicinandogli con passo volutamente sculettante. "Solo per te..." disse con voce che voleva essere sensuale. "Aiuto mi insidiano!!" esclamò Mitsui stando al gioco e rifugiandosi dietro un Kogure che sollevò gli occhi al cielo scuotendo la testa rassegnato.
"Do’hao" mormorò facendo scoppiare a ridere tutti i presenti quando Hanamichi lo fissò sorpreso chiedendo "Eh? Che ho fatto io stavolta???"
"Kaede?"
Hanamichi seduto sul suo letto osservava il compagno spogliarsi con sguardo per una volta non concentrato sulla sua figura che si andava scoprendo.
"Hn?" gli chiese il vampiro continuando la sua opera di svestizione.
"E’ vera la storia di Halloween?" gli chiese curioso.
Il vampiro gli sorrise enigmatico. "In parte no, in parte sì" mormorò prima di sedersi accanto a lui ed accarezzargli il collo con le labbra. "Come tutte le storie Do’hao" gli soffiò sull’orecchio facendolo rabbrividire.
Hanamichi gli allacciò le braccia intorno alla vita con un sorriso.
"Chissà se in quel negozio hanno un vestito da volpe" mormorò con un ghigno.
Rukawa lo spinse sulle lenzuola imprigionandolo sotto di se.
"Do’hao tu pensa a trovarne uno da scimmia!"
"Brutta volpaccia spelacchiata come ti permetti!! E poi quello se lo litigheranno Nobunaga e il Gorilla!" esclamò fissandolo negli occhi blu.
Il vampiro gli accarezzò le labbra con le sue dolcemente e ben presto il loro diventò un bacio profondo prima che il vampiro si stancasse lentamente da lui.
"Kaede?"
L’interpellato sollevò il capo dall’orecchio su cui era scivolato con la bocca avvertendo il tono serio del suo amante.
"Credi che sia pericoloso?"
Rukawa lo fissò stupito che un tale pensiero l’avesse preoccupato.
Gli sorrise rassicurante "Basterà fasciare la tua fronte Hana e celare la mia aura." Hanamichi corrugò le sopraciglia non comprendendo.
"Che cos’ha la mia fronte che non va?" chiese perplesso portandosi di riflesso una mano alla testa.
Il vampiro sorrise ricordando che non aveva mai parlato con l’amante del piccolo simbolo che portava sul viso e che lo contraddistingueva come il suo shadow.
"Vedi Hana quando ci siamo legati l’incantesimo ti ha marchiato con il mio simbolo."
Hanamichi lo fissò senza capire e Rukawa richiamò tra le mani quello che sembrava uno specchio anche se la sua superficie era stranamente liquida.
Il rossino stava per chiedere spiegazioni sulla natura dell’oggetto quando notò la sua immagine riflessa sulla superficie argentea.
"CHE DIAVOLO E’ QUELLA??" gridò osservando la piccola volpe stilizzata che spiccava la centro della sua fronte.
Lo strano oggetto tra le mani del vampiro scomparve mentre questi gli porgeva un sorriso innocente.
"Il mio marchio." Spiegò come se fosse la cosa più semplice del mondo.
"Vuoi dire che io sono andato in giro con quella cosa in fronte fino ad ora!!!" gli chiese incredulo il rossino.
Rukawa annuì "Però è visibile solo ai vampiri." Disse per tranquillizzarlo.
"Ma... ma...!!!" balbettò il rossino incredulo.
"Suvvia tesoro non è così grave." cercò di blandirlo il vampiro mentre il ragazzo gli metteva il broncio cupo.
"Questo lo dici tu!! Ma sono io quello che va in giro con una volpe stampata in fronte!!!" protestò.
Il vampiro rise sommessamente baciandogli la fronte prima di scivolare lungo il naso per sfiorargli le gote arrossate dalla rabbia.
"Ti dispiace così tanto.." gli sussurrò all’orecchio prima di mordicchiarglielo dolcemente.
"Kaede non riuscirai a convincermi solo baciandomi..." lo avvisò Hanamichi cercando di non farsi scappare un gemito quando la bocca del vampiro gli scivolò sul collo.
Rukawa gli accarezzò dolcemente la pelle tesa con le labbra succhiandone la superficie dorata con attenzione.
"Ma io non ho nessuna intenzione di fermarmi ai baci..." gli mormorò suadente il vampiro spingendolo sui cuscini.
Continua...
N: Oh! E anche questo è andato ora cominciamo il prossimo!! Veloci, veloci!!!
R: Ma la lemon?
N: ancora!!! Ma se ne ho messa quasi una per capitolo!! E poi non ho tempo!!
H: come non hai tempo?
N:Manca poco ad Halloween devo muovermiiiiii!!!!!!
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