Disclaimer: Ru e Hana non sono miei (per fortuna loro)
ma appartengono ad Inoue e agli aventi diritto ç_ç (sigh...)
Note2: Dedicato a Clanes ovviamente (a cui dovrete inviare gli insulti per
avermi spinto a occupare la vostra mail con questa cosa...) ad Aiko che mi aveva
chiesto un seguito ancora quando avevo postato l'ultimo cap, taaaanto tempo fa,
a Neko e Nico che amano particolarmente il Ru-vampiresco, a Junda senza la quale
questa cosa non sarebbe mai cominciata (non la volete picchiare? ^^) e a Seimei
(voi non lo sapete ma Reika in realtà è lei ^__^)
You are my
blood 2 parte
I
di Naika
Il rombo cupo del tuono nell'aria scura scossa dal gemito sinistro del
vento.
Migliaia di fiaccole dalla luce incerta sfilano lungo l'irto sentiero
montano illuminato a tratti da fulmini violacei che disegnano ombre
contorte sui volti addolorati dei grandi angeli di marmo bianco che
indicano la via.
Avvolti in pesanti mantelli neri numerosi giungono all'ampio piazzale
sulla sommità del monte.
Qui le statue degli angeli sono infrante e su di loro troneggiano immensi
demoni d'ebano che stringono tra le enormi zanne i resti delle ali
candide....
"Fratelli..."
.... un uomo anziano con una lunga tunica rosso cupo e una voce roca,
antica come la roccia stessa è immobile accanto ad un enorme braciere
dove una dopo l'altra le fiaccole vengono gettate.
Il fuoco ruggisce sfidando l'aria gelida mentre scintille carminio
intrecciano violente danze con i piccoli fiocchi di neve candida che
scendono vorticando dal cielo scuro.....
.... un alto ragazzo dai capelli di un nero profondo come il precipizio
che si apre a pochi passi da lui, volta loro le spalle. Immobile, attende,
all'interno di un'enorme cerchio dagli intricati disegni intagliato
direttamente sulla superficie di pietra....
"....inchinatevi...."
....la sua pelle è candida come le grandi ali distrutte degli angeli
sconfitti, argentea come lo scintillio che i fulmini traggono sulle fauci
degli immensi demoni di pietra lucida. Le scintille che giungono fino a
sfiorarlo cadono tintinnando come campanelli avvolte dal ghiaccio, i
piccoli fiocchi candidi scintillano attorno a lui come fuoco....
"...dinanzi a colui...."
...e poi egli lentamente si volta.
I suoi occhi sono pozzi di tenebra e fuoco. Sotto la loro luce ferina le
fiamme tremano, il vento geme contorcendosi nel grande piazzale come una
belva in agonia e la terra sussulta. La pietra freme mentre l'antico
sigillo tracciato ai suoi piedi ruota lentamente.....
...da esso fuoriescono ombre oscure che scivolano, strisciano,
lambiscono....
"...che porta il sigillo del Demone."
... le sue pupille appuntite come lame di spada si posano sulle figure in
attesa.
Nelle sue iridi infernali brucia un unico desiderio...
... un unica ragione di vita...
Saziare la propria fame.
"Demons..."
... e la sua voce vibra seppur così giovane, profonda, spettrale...
...sale verso l'alto con l'eleganza del cobra che svolge le sue spire....
.... alza una mano candida verso il cielo nero...
....un richiamo e una preghiera....
"...I....."
... gli uomini e le donne radunati dinanzi a lui cadono in ginocchio
accompagnati dal fruscio della seta nera dei loro abiti e dal tintinnio
delle lame argentee nascoste sotto le pieghe dei loro mantelli....
.... il vento stesso trattiene il suo respiro mentre i piccoli fiocchi
pallidi cadono improvvisamente privi delle loro ali...
"...Promise...."
... solo una parola, linfa e maledizione della loro vita....
"....Blood!"
...il grido del tuono squarcia il silenzio mentre la luce azzurrina dei
fulmini si schianta nella radura contorcendosi tra le figure vestiste di
nero, il volto ora alzato verso le coltri spesse in un sinistro grido di
gioia e dolore mentre le lame affondano nelle loro pelli candide e il
sangue denso, cupo come quell'unica parola con cui è stato invocato,
rotola in piccole gocce di rubino sui loro polsi fino al suolo, tingendo
di rosso la pallida neve...
....danzano gli spiriti della notte, intrecciano sinuose coreografie con
il vapore candido che s'innalza debole dalle pozze carminio
accompagnandolo verso il cielo nero spezzato dalle saette, mentre l'antico
canto di uomini e demoni sale all'unisono, puro e maledetto, squarciando
il petto del cielo e lasciando finalmente intravedere le stelle
scintillanti...
... sul bel volto del giovane nudo dinanzi a loro un leggero sorriso a
lasciare scoperti i lunghi, appuntiti, canini.
"Mio Signore?" mormorò l'anziano avvicinandoglisi mentre sua
madre lo aiutava ad indossare una lunga pesante veste di velluto nero.
Rukawa posò gli occhi gelidi sull'uomo che aveva diretto la cerimonia con
malcelato disprezzo e nonostante le sue iridi fossero tornate di un più
rassicurante blu scuro l'uomo non potè fare a meno di trattenere un
brivido. Karen lanciò un'occhiata interrogativa al figlio che scosse le
spalle in muta risposta.
La donna si allontanò con un inchino formale andando a raggiungere Reika
che poco lontano stava fasciando il polso ferito con la lunga benda di
seta nera come voleva il cerimoniale.
"Che vuole quel vecchio baccucco da Kaede?" chiese la ragazzina
preoccupandosi a malapena di abbassare la voce mentre nominava in maniera
così irrispettosa il capo clan. Poco le importava che qualcuno la potesse
sentire. Suo cugino era appena stato riconosciuto come il Demons Master. A
lui avevano giurato eterna obbedienza donando il sangue, frutto delle loro
vittime, per sfamare i demoni invocati dagli abissi. Chi avrebbe mai osato
farle notare la sua mancanza di rispetto? Lei che era cugina del Signore
Supremo delle Tenebre? Karen la riscosse dai suoi pensieri di gloria che
le avevano fatto affiorare un sorriso soddisfatto sulle labbra rosee.
"Non lo so ma temo che non sia niente di buono" mormorò la
donna ricacciando una lunga ciocca d'ebano dietro l'orecchio candido. Aron
non le era mai piaciuto e nonostante non potesse che essere orgogliosa dei
poteri del figlio e di ciò che essi significavano, aveva sempre cercato
di tener nascoste le sue vere potenzialità per evitare che quell'uomo
tentasse di manipolarlo per i suoi scopi. Ma dopo lo scontro con il
cacciatore chiedere l'aiuto del clan era stato inevitabile come invitabile
era stata la successiva scoperta del potere di Kaede. Già dopo la morte
di Lord Noir alcuni membri del consiglio avevano cominciato a guardare a
Kaede con particolare rispetto. Un alto funzionario al servizio dei Dieci
era addirittura venuto ad esaminare suo figlio ma il ragazzo aveva badato
bene di non dimostrare particolari capacità e l'uomo aveva preferito non
ammettere nemmeno con se stesso che quel ragazzino che aveva davanti
poteva essere un Demon Master e così l'episodio era stato accantonato
come un incredibile colpo di fortuna da parte del giovane vampiro che
attingendo alla sua rabbia per l'offesa subita da sua madre era riuscito
ad avere la meglio sul più anziano fratello.
Fortunatamente nessun membro del consiglio era stato presente alla festa
di Lord Noir. Nel momento stesso in cui aveva visto il potere di Kaede
liberarsi infatti Karen aveva compreso qual'era il suo effettivo
potenziale.
Aveva tuttavia mantenuto il segreto finché le era stato possibile.
Finche non era arrivato Hanamichi con la sua allegria e il suo calore
risvegliando la possessività e la gelosia di suo figlio ma anche la sua
gioia.
Ricordava ancora chiaramente quando poche settimane prima era salita di
sopra per portare loro alcune fette della torta che aveva appena sfornato.
I due stavano studiando e sul tavolo della cucina erano sparsi libri
aperti e quaderni assortiti. Hanamichi si era fiondato sul dolce con
l'entusiasmo di un bambino goloso, gli occhi scintillanti di gioia. "Do'aho"
l'aveva apostrofato Kaede ma nei suoi occhi per la prima volta da quando
lo conosceva Karen aveva scorto una luce calda e intensa d'affetto. I due
ragazzi avevano finito inevitabilmente per litigare e lei se n'era andata
ridendo lasciandoli alle loro scaramucce, che se ben li conosceva, si
sarebbero presto risolte con i libri abbandonati sul tavolo e la camera da
letto in disordine.
Karen sospirò lanciando un'occhiata ai due vampiri che si stavano
allontanando da loro per parlare. Aveva una brutta sensazione. E il suo
sesto senso aveva la spiacevole abitudine di non avvertirla mai per nulla.
Sperava soltanto che non ci andasse di mezzo Hanamichi perchè non osava
pensare di che cosa sarebbe stato capace Kaede se qualcuno avesse osato
ferire moralmente o fisicamente il ragazzo che amava. Rabbrividì mentre
ricordava le ombre scure liberate da Kaede durante la cerimonia, che cosa
avrebbe potuto fermarlo se si fosse arrabbiato sul serio?
Kaede Rukawa rimase immobile nella sua ingombrante veste cerimoniale
attendendo. Sapeva che Aron, il capo del consiglio non avrebbe cominciato
a parlare finchè non fosse stato sicuro che sua madre, come chiunque
altro, era fuori portata d'udito. E l'udito dei vampiri era molto, molto
sottile.
Sorrise fra sè pur mantenendo la solita maschera impassibile sul volto
androgino. Quante volte aveva ripetuto ad Hanamichi quelle parole? Ma il
do'aho si ostinava ad urlargli nelle orecchie tutte le volte che aveva
qualcosa da dirgli. Avrebbe finito per fare di lui un vampiro sordo.
"Sha'a'ri?" lo chiamò Aron utilizzando il titolo onorifico che
gli spettava in quanto Demons Master. Rukawa riemerse dalla calda immagine
del suo shadow sorridente e rumoroso per posare lo sguardo sul bell'uomo
serio e compassato dinanzi a lui. Non aveva nessuna voglia di perdere
altro tempo su quel picco gelido quando c'era un letto comodo e un ragazzo
dalla pelle abbronzata e dal sangue caldo ad aspettarlo a casa. Tuttavia
si sforzò di prestare attenzione alle parole del capo del consiglio che
lo stava adulando in maniera vergognosa.
"Voi siete sicuramente il più potente fra i Demons Master che io
abbia avuto l'onore di incontrare..."
Rukawa trattenne uno sbuffo sprezzante, sapeva che c'erano altri due
vampiri come lui sul pianeta.
Uno apparteneva ad un antico clan norvegese ma a detta di molti era
prossimo al termine della sua lunghissima vita. L'altro di gran lunga più
giovane sembrava però dotato di un potere assai esiguo. Non che la cosa
gli interessasse. Non aveva nessuna intenzione ne di sfidarli, ne di
conoscerli.
"Con il Vostro potere a guidarci mio signore potremmo
facilmente eliminare i cacciatori che da secoli ci tormentano..."
Kaede scostò una ciocca scura dalla guancia su cui risaltavano ancora gli
eleganti disegni che vi erano stati tracciati da un'artista del clan prima
dell'inizio della cerimonia.
Prima di tornare a casa dovrò cancellarli, si appuntò mentalmente. Ad
Hanamichi sarebbe preso un colpo pensò, mentre un sorriso appena
accennato gli incurvava le labbra al pensiero di come avrebbe potuto
reagire il suo amante nel vederlo in tenuta da cerimonia.
Prendendo quell'accenno di sorriso come un incentivo a continuare il capo
clan proseguì euforico nella sua descrizione di quello che loro avrebbero
potuto ottenere grazie a lui.
"A tutto questo mio Supremo c'è solo un ostacolo"
Rukawa lo fissò scocciato. Non ne poteva più di sentirlo vaneggiare e
poi lo sguardo stranamente serio e intenso che ora lampeggiava nei suoi
occhi scuri non gli piaceva per niente. Uno strano brivido serpeggiò
lungo la sua schiena e avvertì distintamente il sui potere tendersi e
contorcersi dentro di lui come se presagisse che presto sarebbe stato
richiamato. "Una sola inutile creatura da cancellare da questo mondo
per permettere alla tua gloria di bruciarlo...." mormorò mentre la
sua voce profonda vibrava di entusiasmo.
"..... egli è il tuo unico punto debole...." continuò
abbassando il tono di voce facendoglisi più vicino.
"... ma grazie al tuo enorme potere potrai sopprimerlo senza
risentirne...".
Ma di che diavolo stava parlando quel vecchio pazzo?
La comprensione giunse in Rukawa pochi secondi prima che dalle labbra
dell'anziano uscissero quattro semplici parole:
"Hanamichi Sakuragi deve morire!"
Un sospiro gelido riscosse il ragazzo dai capelli rossi dal suo sonno
inquieto.
Rukawa era uscito quella sera con la madre e la sorella per partecipare ad
un rituale di cui non aveva voluto spiegargli i particolari. Una specie di
riconoscimento del potere di Kaede di fronte agli altri vampiri gli aveva
detto Reika con un sorriso che andava da un orecchio all'altro e che aveva
un che di feroce sul volto solitamente innocente della ragazzina.
"Non aspettarmi alzato" gli aveva sussurrato Kaede sfiorandogli
il volto con le dita candide prima di abbassare il capo per baciarlo con
dolcezza. Ben presto Hanamichi gli aveva allacciato le braccia al collo e
i due si erano persi nel proprio mondo personale... se non fosse stato per
Reika che li aveva riportati violentemente alla realtà con un lungo
"Ohhhhh" ammirato mentre se ne stava appollaiata a mezz'aria il
volto appoggiato tra le mani e gli occhi luccicanti. Hanamichi si era
affrettato a svincolarsi dal caldo abbraccio della sua kistune mentre il
vampiro aveva lanciato un'occhiata di avvertimento alla cugina. "Dob...
dobbiamo andare sono solo venuta a chiamarti" si era giustificata
subito lei spaventata mentre faceva velocemente retro marcia scomparendo
oltre la porta che dava all'esterno.
Rukawa aveva sospirato mentre si lasciava sfuggire un accenno di
sorriso osservando la porta dietro la quale la cuginetta impicciona era
scomparsa.
La ragazzina si era ormai trasferita in pianta stabile a casa loro, o
meglio a casa di sua madre al piano di sotto, da quando i due erano
rimasti feriti nello scontro con il cacciatore. Erano già passati sei
mesi. Sei lunghissimi, splendidi mesi, pensò Hanamichi alzandosi dal
divano sul quale si era appisolato e stiracchiando i muscoli indolenziti
delle spalle. Eppure ricordava come se fosse accaduto solo la sera
precedente la sua lunga folle corsa per le vie deserte della città....
"Devo andare" aveva mormorato più a se stesso che a lui, il
volpino sfiorandogli una guancia con le labbra. Senza nemmeno curarsi di
aprire la porta la kistune se n'era andata sparendo sotto il suo naso in
un'elegante voluta di fumo nero che l'aveva lasciato abbastanza
interdetto. Ormai si era quasi abituato ai 'trucchi', come li chiamava
lui, del suo amante ma era sempre spiacevole vederlo volatilizzarsi così
anche perchè ogni volta che la volpe usava il suo talento il suo appetito
aumentava e a farne le spese era sempre lui. Hanamichi sospirò
stropicciandosi gli occhi e lanciando un'occhiata alla sveglia appoggiata
su una mensola del salotto. "Le quattro e quella stupidissima kistune
non è ancora rincasata. Il tensai si è stancato di aspettarti!"
borbottò ad alta voce. Dove cavolo era andato a ficcarsi quel
disgraziato?! Spense il televisore gettando poi il telecomando tra i
cuscini del divano borbottando insulti all'indirizzo del vampiro mentre si
dirigeva verso la loro camera da letto. Il salotto cadde nell'oscurità
quando il rossino spense le luci prima di chiudersi la porta della camera
alle spalle.
Nel silenzio immoto della stanza rimasta vuota un'ombra si staccò
silenziosa dalle altre scivolando fuori dal pavimento.
Ormai il cerimoniale doveva essere concluso, il loro nuovo signore
riconosciuto pensò la figura avvolta nelle tenebre. Non aveva potuto
tributargli il suo sangue come avevano fatto gli altri ma in cambio
l'avrebbe liberato per sempre dal peso di quella rumorosa creatura.
Si guardò attorno lasciando vagare lo sguardo sul salotto elegante nel
quale era appena giunto.
A differenza di altri vampiri di alto livello il Demons Master non viveva
in una specie di enorme castello gotico e per lui che era abituato a
frequentare la casa di Aron quell'abitazione risultava piccola e piuttosto
spoglia.
Scosse le spalle con un gesto di noncuranza, non era lì per discutere con
il proprietario di arredamento.
Era lì per lavorare....
"Hanamichi Sakuragi deve morire" sussurrò tra se mentre si
spostava silenzioso fino alla porta chiusa della camera da letto.
"Che cosa?" chiese Rukawa incredulo all'uomo sorridente dinanzi
a lui.
La sua voce non tradiva ne sorpresa ne rabbia.
"Non temere mio signore" gli disse l'anziano mentre il suo
sorriso si allargava "non rischi nulla, abbiamo fatto degli studi
approfonditi e siamo giunti alla conclusione che grazie al tuo potere
sopravviverai agevolmente alla morte del tuo shadow!" gli disse
soddisfatto di aver pensato a tutti i particolari.
"Che cosa?" ripeté Rukawa mentre la sua voce scendeva
pericolosamente di tono trasformandosi in un sibilo carico di rabbia.
Il sorriso scomparve dal volto dell'anziano.
C'era qualcosa che non andava, non si era aspettato quella reazione,
anzi... era convinto che lo Sha'a'ri avrebbe fatto i salti di gioia nello
scoprire di potersi liberare tanto agevolmente di quel piccolo,
insignificante mortale. Ma allora perchè non gioiva?
Anzi perchè i suoi occhi stavano diventando così scuri...
Neri come la pece....
Con tante piccole scaglie scarlatte che guizzavano come serpi attorno alla
pupilla appuntita.....
Hanamichi si voltò di scatto eppure dietro di lui non c'era nessuno. La
stanza fiocamente illuminata dalla luce del piccolo abajur sul comodino
lasciava comunque molti angoli in ombra e la sensazione di essere
osservato continuava a pungolargli la schiena con un brivido freddo. Aveva
avuto già quella sensazione una volta, in quella notte lontana in cui
Kaede aveva fatto di lui il suo shadow.
Dove? Dov'era?
Perchè ne aveva la certezza...
C'era qualcuno....
E poi con la coda dell'occhio notò un'ombra scura staccarsi rapida dalle
altre per piombare su di lui.
Lo scintillio della lama del pugnale gli ferì lo sguardo mentre si
lanciava di lato appena in tempo per evitare di subire danni.
"Chi diavolo sei tu?" chiese furioso fronteggiando l'uomo
vestito di scuro.
Aveva dei capelli castano scuro e degli occhi neri abbastanza comuni ma la
pelle candida e i lineamenti antichi lo identificavano come un vampiro.
L'uomo d'altronde non prese la briga di presentarsi mentre scompariva
dinanzi a lui per riemergere dal pavimento a pochi centimetri dalle
spalle del rossino la lama argentea sollevata pronta a colpire. Tuttavia
Hanamichi non aveva vissuto tanti mesi con tre vampiri senza imparare
nulla e nel momento stesso in cui il vampiro era scomparso dinanzi a lui
si era mosso in fretta evitando così la pugnalata. L'uomo vestito di nero
sembrava molto scocciato da quel suo sfuggirgli in continuazione. "Ti
aspettavi una ragazzina indifesa" lo schernì Hanamichi con una luce
feroce negli occhi nocciola. L'uomo vestito di nero gli sorrise
tranquillamente mettendo in mostra i lunghi canini candidi. "In verità
sì" mormorò rivelando per la prima volta una voce calda e profonda
che poco si addiceva alla sua alta figura sottile. "Ma questo renderà
il gioco più divertente" mormorò prima di scomparire in un'ennesima
voluta di fumo. Hanamichi ruotò su se stesso in fretta ma diversamente a
quanto si era aspettato l'uomo ricomparve nell'ennesimo punto in cui era
scomparso e fu solo il suo innato sesto senso che gli permise di spostarsi
per evitare la lama. "Non mi sfuggirai a lungo ragazzino"
sussurrò l'assassino scivolando veloce sul pavimento verso di lui. Il
rossino d'altro canto non si ritrasse ma accoccolandosi sulle gambe si
preparò a contrattaccare.
L'assassino venne avanti velocemente lo sguardo fisso in quello della sua
vittima affatto spaventata.
Era veramente stupito.
Quando Amon lo aveva chiamato affidandogli quel lavoro, lui, Ken Irashi
noto come l'Assassino, si era sentito quasi offeso. Lui che era famoso per
la sua bravura nello far scomparire vampiri scomodi senza lasciar traccia
chiamato per eliminare un mortale!? Uno shadow certo ma pur sempre un
comune, banalissimo, fragile mortale!! Tuttavia l'ordine era giunto dal
capo clan in persona e senza porre una domanda Ken gli si era inchinato
davanti e si era diretto verso la casa del Demon Master. Infondo poteva
dirsi onorato di avere il compito di liberare il loro nuovo signore da
quell'inutile peso.
Sarebbe comunque stato un lavoro di tutto riposo... così aveva pensato,
ma si era sbagliato, sbagliato di grosso.
Quello che stava fronteggiando non era un ragazzino impaurito ma una belva
dai capelli di fuoco, dalla muscolatura scattante e dallo sguardo acceso.
Non aveva mai visto un essere umano tanto rifulgente di vita e di forza.
Cominciava a capire perchè il loro Sommo Signore l'aveva scelto. Il
mortale scattò in avanti diretto verso la lama del coltello schivandola
all'ultimo momento con un abile movimento di gambe per ripiegarsi su se
stesso e tentare un pugno allo stomaco. Il vampiro lo evitò abilmente
mentre i suoi occhi coglievano fugacemente la visione di una delle gambe
del ragazzo che ruotava nel tentativo di colpirlo dietro le ginocchia per
farlo cadere. Si mosse in fretta riuscendo ad evitare il colpo ma
sbilanciato dal movimento che era stato costretto a compiere si ritrovò
completamente scoperto al velocissimo destro del rossino che lo scagliò
indietro mandandolo a sbattere violentemente sul grande letto
matrimoniale.
Ken rimase immobile per alcuni secondi.
Il tempo di scuotere la testa e di rialzarsi gli occhi ridotti a due
fessure di rabbia.
Lui, lui che aveva abbattuto decine di vampiri senza riceve un graffio era
stato colpito da un mortale.
"Mi sono stancato di giocare" sussurrò avanzando con sguardo
truce.
"Allora finiamola" mormorò il mortale sfidando il suo sguardo.
Una belva... una splendida, maestosa, belva figlia del fuoco, pensò Ken
mentre fronteggiava gli occhi fiammeggianti della sua combattiva vittima.
Chissà che sapore aveva il suo sangue pensò prima di scomparire
nuovamente dinanzi a lui e prepararsi all'ultimo colpo.
"Io... io credevo..." mormorò con voce supplichevole Aron ma
non ebbe il tempo di concludere la frase che la mano candida del Demons
Master scattò in avanti afferrandolo per la gola in una morsa gelida.
"Tu!!!" tuonò Rukawa scuotendo l'uomo come se si trattasse di
una bambola di pezza mentre questi tentava invano di respirare rinchiuso
nella presa gelida di quelle dita che gli si stavano piantando in gola.
Tutta la montagna tremò al semplice suono di quella parola mentre i
fulmini che al termine della cerimonia si erano sedati squarciarono
minacciosamente il cielo illuminando sinistramente la pelle alabastrina
del Demons Master.
"mi...mio Sig..." riuscì a malapena a balbettare l'anziano con
la bava alla bocca per lo sforzo che faceva nel respirare e deglutire
prigioniero della rabbia del giovane vampiro dagli occhi di fuoco.
Rukawa lo scagliò lontano con un gesto colmo di rabbia e stizza.
"Mio.... mio signore....." mormorò Aron trattenendo un eccesso
di tosse, mentre cercava di rialzarsi "Io credevo di farti cosa
gradita mandando Ken..."
Rukawa sussultò nel sentir pronunciare il nome dell'assassino e nello
stesso preciso istante si rese conto che non aveva visto l'alto vampiro
tra le persone raccolte sul piazzale della cerimonia.
Possibile che Amon..... raccogliendo il proprio potere attorno a se Rukawa
scomparve lasciando l'attonito capo clan a terra.
Ken fissò confuso il ragazzo dinanzi a lui. Il suo attacco aveva
finalmente dato i suoi frutti e lungo il braccio sinistro dello shadow la
camicia presentava un sottile squarcio macchiato di sangue. Lo stesso
sangue che ora scintillava come una gemma preziosa sulla lama del pugnale
che aveva sempre usato per carpire la vita alle sue vittime. Non aveva
resistito alla tentazione di assaggiare il sangue di quella splendida
creatura. Ambrosia... dolce e caldo, denso gli era scivolato tra le labbra
come una carezza sensuale spedendogli lunghi brividi per la schiena. Non
era più sicuro di volere la morte di quel focoso mortale. Aron gli aveva
assicurato che il Demon Master sarebbe stato lieto di liberarsi di quel
ragazzo ma ora Ken non ne era affatto sicuro... anzi temeva di aver
commesso un terribile errore nell'aggredirlo. Raccolse con la lingua le
ultime gocce di quel sangue bollente osservando con aria golosa quello che
ancora scivolava sulla spalla del ragazzo, che lo fissava in silenzio
pronto a scattare, prima di fare un passo indietro e riporre il proprio
pugnale nella guaina che portava appesa alla cintura.
Hanamichi lo fissò sorpreso e sospetto.
"Temo di aver commesso un errore" mormorò l'assassino con un
leggero inchino "ti chiedo di perdonarmi"
Il rossino lo fissò sconvolto prima che la rabbia prendesse il posto
della sorpresa.
"Mi hai aggredito nel pieno della notte tentando di pugnalarmi alla
schiena e adesso mi dici che hai sbagliato persona!!!!" tuonò
furibondo.
"Do'aho"
Hanamichi sussultò voltandosi di scatto verso quella voce profonda che
aveva il potere di scivolargli dentro come una carezza.
Il vampiro dinanzi a lui cadde in ginocchio abbassando il capo e
mormorando una parola che non comprese.
"Torna da Aron Assassino e riferiscili queste mie parole..."
mormorò Rukawa facendo un passo verso di loro mentre la luce dell'abatjour
illuminava un lembo della lunga veste scura che gli cadeva fino ai piedi.
"Risparmierò la sua vita a rispetto di ciò che egli rappresenta per
la nostra gente, ma d'ora in avanti ogni ferita riportata dal mio shadow
sarà inferta dieci volte tanto su di lui."
Ken annuì senza alzare il capo mentre Hanamichi passava lo sguardo dal
suo aggressore divenuto improvvisamente umile e mansueto come un cagnolino
al suo amante di cui riusciva a scorgere soltanto la sagoma.
"Irah " chiamò Kaede con un gesto secco della mano e un fruscio
della veste.
Dinanzi al vampiro in ginocchio il pavimento di legno venne percosso da
una piccola fiamma scintillante che ruotando in fretta tracciò un cerchio
di legno bruciato. All'interno di esso il fuoco saettò velocemente
disegnando una stella rovesciata da cui cominciarono a fuoriuscire
sinistri crepitii e lunghe volute di fumo. Tra le spirali una più scura
andò allungandosi e addensandosi sino a prendere le sembianze di un lungo
serpente dalle scaglie scure. Lunghe corna vermiglie adornavano il capo
appuntito su cui spiccavano le orbite vuote di tre occhi. L'enorme rettile
si contorse violentemente allungando e ripiegando le spire con agitazione
mentre ai lati della testa cornuta la pelle sottile e fumosa si apriva a
ventaglio facendolo assomigliare ad un'enorme cobra deforme. Irah sibilò
facendo schioccare le mandibole scheletriche mentre la lingua biforcuta
saettava nervosamente avanti e indietro ad assaggiare l'aria.
"Ora va" ordinò il Demons Master con un gesto quasi annoiato
della mano candida "Irah verrà con te".
L'assassino annuì scomparendo in una voluta di fumo dopo essersi
prostrato in un ultimo elegante inchino. Il rettile cornuto spalancò le
fauci mettendo in mostra le lunghe zanne affilate e sibilando gioioso nel
pregustare la carne della sua prossima vittima. Le orbite vuote si
posarono per un secondo sulla figura del vampiro ancora avvolto nelle
tenebre mentre chinava leggermente il capo in quello che sembrava un muto
segno di rispetto prima di srotolare le sue spire con un balzo
all'indietro per rituffare la testa nel cerchio fiammeggiante. Scomparve
risucchiando dietro di se le ombre oscure che ancora danzavano attorno a
lui e le fiamme che le avevano richiamate.
Hanamichi posò lo sguardo sul pavimento di legno perfettamente intatto in
cui quell'enorme rettile era appena scomparso prima di voltarsi pronto a
tempestare di mille domande il compagno. Tuttavia nella sua mente rimase
solo il vuoto quando finalmente Rukawa fece quell'ultimo passo avanti
emergendo dalle tenebre. Ora la luce leggera dell'abatjour accarezzava
quasi con riverenza la sua pelle candida posandosi sui capelli d'ebano
leggermente scompigliati giocando con gli eleganti arabeschi scuri che si
intrecciavano sugli zigomi perfetti, traendo riflessi violacei sulla lunga
elaborata veste di velluto nero. Gli stessi riflessi viola che
scintillavano nei due abissi blu fissi su di lui.
Hanamichi lo fissò immobile mentre dalle labbra socchiuse dallo stupore
gli fuoriusciva solo un fragile:
"Oddio...."
continua.......
R: _
H: finisce esattamente come il primo cap della prima parte....
N: lo so, sono o non sono un genio ^__^
R: do'aho...
N: zitto tu vampiro dei miei stivali!!! è_é
R: mentecatta.... è_é
N: sanguisuga.... è_é
R: fallita..... è_é
N: volpaccia.... è_é
H: hemmm.... conoscendoli andranno avanti a lungo quindi vi saluto io....
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