Disclaimers: Dunque Karen, Reika e gli altri vampiri sono miei, Ru e Hana (sigh, sigh) appartengono a papà Inoue gli ho chiesto se me li vendeva ma mi ha risposto di no senza neanche aver letto le mie fanfic!!è//é
Note: so molto poco sui vampiri perdonate le castronerie che scrivo. ^^

You are my blood

parte VI

di Naika



Il ticchettio leggero della pioggia riempiva con il suo suono delicato la penombra silenziosa della stanza.
Rukawa seduto con le spalle appoggiate alla spalliera del grande letto, osservava il ragazzo addormentato accanto a lui, un braccio mollemente adagiato
attorno alla sua vita. Quelle ciocche di fiamma sparse sul suo ventre facevano uno strano contrasto con la sua pelle pallida quasi lunare. Vi passò una mano lentamente assaporandone la morbidezza e i riflessi fulvi che la luce soffusa proveniente dal balcone socchiuso vi traeva. 
Com'era bello Hanamichi con il volto abbronzato così rilassato.
Emise un flebile respiro conscio solo in quel momento di aver trattenuto il fiato dinanzi alla sua bellezza.
Dio come si era ridotto!
Un sorriso ironico gli incurvò le labbra.
Stava bene da solo.
Meno problemi, meno preoccupazioni, nessuna seccatura. 
Finchè non si era imbattuto in quell'enorme casinista.
Il sorriso si addolcì sul volto pallido mentre lo sguardo scivolava sul corpo abbronzato appena coperto dal lenzuolo leggero, ora che dormiva sembrava più fragile e la sua espressione diventava più dolce.
Fece scorrere lentamente le dita pallide sul mento squadrato saggiandone le linee come a volerle imprimere nella memoria, quel volto che gli si era parato dinanzi furioso quel giorno che ormai sembrava lontano anni nella sua memoria, un ricordo dai contorni sfumati come quelli di un sogno. 
La mano candida scivolò sul suo collo sfiorando i segni del suo morso, i ricordi della notte appena passata gli tornarono indelebili alla mente. 

Flash Back......
Lui aveva riso.
Una risata leggera che gli era uscita dal petto come un canto di liberazione.

Non se n'era mai reso conto.
Non si era mai accorto di quanto avesse bisogno di ridere prima che Hanamichi tirasse fuori da lui con la forza quella luce che lui stesso aveva sepolto lì da così tanto tempo che ormai si era persino scordato della sua esistenza.

Un antico detto cinese dice "Il sorriso è come la luce accesa sulla porta di casa, significa che c'è qualcuno dentro" e lui aveva finalmente ritrovato quella parte di sè imprigionata nella sua anima e lo doveva al ragazzo che lo fissava con quei profondi occhi castani prigioniero tra le sue braccia.

Rukawa gli sorrise dolcemente abbassando il capo per poggiare le proprie labbra su quelle del rossino. Questa volta non aveva fretta e nel suo bacio non c'era desiderio di possesso. Ora ne aveva l'assoluta certezza.

Hanamichi era suo e lo sarebbe stato per sempre.

Volente o nolente aggiunse la sua mente e il vampiro trattenne a stento un sorriso, le vecchie abitudini erano dure a morire. 
Fece scivolare la lingua sulle labbra invitanti che assecondavano la sua carezza con sensualità muovendosi leggere sulle sue, come se anche Hanamichi avesse avvertito che quella notte non c'era fretta, che avevano il tempo di assaporarsi l'uno con l'altro senza dover dimostrare o pretendere. Il tocco leggero del vampiro si fece strada sul petto abbronzato mentre liberava uno dopo l'altro i bottoni dalle asole. Il ragazzo sotto di lui si tese avvertendo il tocco di quelle dita pallide sulla pelle già bollente strappandogli un gemito di piacere. Rukawa gli sorrise staccando la mano dal suo petto per sfiorargli i lineamenti decisi del volto. Si allontanò da lui pur continuando a fissare quei due profondi pozzi scuri carichi di promesse che seguivano ogni suo minuscolo gesto mentre si liberava della giacca della divisa scolastica e della camicia bianca che vi portava sotto.
Com'erano caldi quegli occhi di cioccolato fissi su di lui, brucianti di desiderio e di qualcosa di più grande che dava riflessi dorati a quelle sensuali iridi scure. Tornò verso di lui affascinato da quello sguardo come la falena che vola verso la luce della candela.

Finirò per bruciarmi...

Quel pensiero attraversò la sua mente per un secondo riportando per un attimo l'antico timore di cedere dinanzi a qualcuno. 
Il terrore di abbandonare la propria corazza e restare indifeso. 
In quegli occhi danzavano rosse le fiamme dell'inferno.
Strano come in questo momento lui che è il mio prigioniero, il mio shadow, sia allo stesso tempo colui che ha saputo liberarmi e rinchiudermi come nessuno ha fatto mai.

"Kaede...?"
La voce calda vellutata del ragazzo disteso sul letto lo strappo dai suoi pensieri mentre un'ombra oscurava quello sguardo limpido, una domanda inespressa in quel viso così facile da leggere, così volitivo.
Rukawa chinò il capo per coprire con le sue le labbra di Hanamichi, per cancellare con quel gesto inusualmente tenero i dubbi di entrambi. Hanamichi allungò le braccia per stringerle intorno al collo sottile facendo aderire il proprio corpo a quello del vampiro. Lentamente Rukawa lo aiutò a liberarsi degli ultimi abiti rimasti, mentre le mani curiose del suo amante si infilavano silenziose nei suoi pantaloni già stretti. I fianchi si strofinarono in una danza lenta, le loro erezioni si sfioravano e si cercavano bramando di più mentre le lingue scivolavano in un valzer noto soltanto ai due amanti.

"Kaede..." mormorò il ragazzo dai capelli rossi con urgenza, aveva bisogno di pronunciare il suo nome, di liberare la bocca per poter dare sfogo ai propri gemiti per ascoltare i suoi sospiri. In quella luce soffusa che sembrava rendere quell'attimo eterno, perfetto. Il vampiro spostò il capo posando lo sguardo cobalto in quello caldo dell'amante.

L'azzurro è un colore freddo, era una delle poche cose che ricordava delle lezioni di educazione artistica eppure in quel momento, nel momento in cui lo sentì scivolare dentro di se, quei due occhi blu che lo fissavano bruciavano come carboni ardenti annullando e amplificando il piacere di quell'attimo.
S'inarcò lanciando un grido mentre avvertiva il piacere del compagno scivolargli dentro come la più dolce delle carezze.

"Hanamichi..."

Un soffio leggero a pochi centimetri dal suo collo.

Un soffio caldo ad accarezzargli la gola esposta prima di avvertire la familiare sensazione dei canini che affondavano nella sua carne.
Gli accarezzò i capelli corvini con dolcezza mentre il vampiro beveva il suo sangue.

Lentamente assecondando il movimento di quelle dita abbronzate Rukawa riprese a muoversi dentro di lui.
"Ka... kaede...." gemette tendendosi Hanamichi sotto di lui, il vampiro fece scivolare la mano destra tra le sue cosce accarezzandolo lentamente quasi con riverenza mentre gli ansiti sempre più veloci della sua vittima gli accarezzavano il collo regalandogli sensazioni che rischiavano di fargli perdere il controllo, le dita si strinsero sul suo capo, il suo corpo tremò, sentì il suo sangue pulsare, il suo sapore divenire denso staccò la bocca da lui sollevando il capo per osservare quegli occhi castani esplodere di scintille dorate poco prima di chiudersi.
Hanamichi si inarcò sotto di lui con un ansito spezzato mentre il suo stesso corpo tremava liberandosi.

Erano rimasti in silenzio per alcuni minuti che erano sembrati eternità, entrambi immobili con gli occhi chiusi mentre solo il suono dei loro respiri affrettati riempiva l'aria. E poi lentamente Rukawa aveva aperto gli occhi fissando quasi con meraviglia il ragazzo che faceva altrettanto sotto di lui.

"....Ti amo"
Un sussurro roco, impastato del suo sangue e della sua anima che aveva assaggiato per la prima volta.

"Ti amo" mormorò Hanamichi chiudendo gli occhi nuovamente mentre un sorriso leggero gli inarcava appena gli angoli della bella bocca, come se quelle due parole lo avessero reso libero di addormentarsi senza timore.

"Ti amo..." ripeté il vampiro assaporando quelle due semplici parole, avevano un sapore così dolce....
così intenso.....

come il suo sangue......

pensò prima di scivolare al suo fianco ed addormentarsi anch'esso.
..........................

Hanamichi si mosse tra le lenzuola rannicchiandosi accanto a lui e Rukawa sorrise dolcemente stingendolo a se.
Ora che nessuno lo vedeva poteva concedersi quel piccolo lusso. In quel caldo nido sicuro offerto dalla sua stanza poteva godersi il calore di quel nuovo sentimento che era così a lungo rimasto sopito prima di scaturire con tutta la sua irruenza a causa della gelosia. Protetto dal tamburellio della pioggia che li proteggeva da tutto il resto poteva illudersi di poter rimanere così per sempre.

Il vampiro sospirò allontanando da se il ragazzo addormentato con gentilezza cercando di non svegliarlo.
Proprio per lui.
Proprio per quello che era accaduto tra loro e che aveva rappresentato, non poteva concedersi di restare.

Aveva commesso un errore.

Hanamichi aveva ragione quando gli aveva dato dell'idiota.
Non avrebbe dovuto perdere il controllo in quella maniera con Sendoh.
Accecato dalla gelosia aveva dato ai suoi nemici l'arma per sconfiggerlo.

Per ferirlo nel modo peggiore.

Lanciò un'ultima occhiata al ragazzo sdraiato nel letto prima di indossare una camicia nera presa dall'armadio e un paio di affusolati pantaloni dello stesso colore.
Prese le sue sembianze feline saltò agilmente sulla scrivania e spingendo il davanzale con il muso scivolò nella fresca aria mattutina.

Saltò di tetto in tetto camminando sugli alti muretti delle case mentre la rugiada del mattino e le ultime gocce di pioggia gli arruffavano il pelo scuro, l'aria frizzante gli scivolava addosso silenziosa mentre le strade avvolte nella tenue luce del mattino osservavano il suo passaggio mute. 
Un autobus rumoroso sorpassò una fermata vuota mentre l'autista si copriva con una mano il volto nel tentativo di soffocare uno sbadiglio. Il gatto saltò con agilità decisamente inconsueta sul tetto del veicolo acciambellandocisi sopra.
Non aveva senso affaticarsi inutilmente.

Riconobbe la casa in lontananza e scese dal mezzo un po' troppo rumoroso con un balzo atterrando con grazia su un alto muretto che seguì fino ad un piccolo cancelletto metallico. Saltò in cortile osservando con gli occhi dorati le finestre dalle tapparelle abbassate.
Dormivano ancora tutti.

Molto bene.

Si arrampicò agilmente sui rami di un grande ciliegio fino a giungere al davanzale che gli interessava. Quando vi fu dinanzi gli occhi del felino divennero luminosi, quasi scarlatti e con un sonoro tonfo il battente si aprì svegliando il proprietario della stanza.

Sendoh balzò a sedere sul letto, i capelli arruffati e scomposti sparsi sul volto ora che non erano trattenuti da chili di gel, gli occhi assonnati che si guardavano attorno confusi. Il suo sguardo si fissò sorpreso sul gatto immobile sul davanzale. Sendoh si strofinò gli occhi un paio di volte cercando di allontanare i ricordi frammentari degli incubi che l'avevano costretto a rigirarsi tra le coperte all'infinito senza trovare riposo in quel dormiveglia angoscioso.

"Accidenti gattaccio mi hai fatto prendere un colpo" borbottò cupo rivolto alla bestiola che continuava a fissarlo immobile con i suoi strani occhi dorati.
Aveva un che d'inquietante.
L'alto giocatore del Ryonan si alzò in piedi avvicinandosi battagliero alla finestra.
"Senti non so che hai da guardare e non mi interessa" disse, continuando a parlare col felino come se fosse la cosa più normale del mondo, mentre si avvicinava "Ma non mi piaci per niente, quindi vattene" tuonò alzando una mano per scacciare la bestia che aveva continuato a non muovere un muscolo fissandolo con gelida sicurezza alimentando così la rabbia dell'asso del Ryonan che sentiva il filo gelido della paura insinuarsi sotto la pelle facendolo rabbrividire.
Ma nel momento in cui alzò la mano pronto a colpire il gatto si rizzò elegantemente sulle zampe posteriori allungandosi verso di lui.
Sotto gli occhi esterefatti di Sendoh la figura del gatto si allungò tendendosi come un'unica sinuosa macchia di oscurità da cui emersero due freddi occhi blu e un sorriso tagliente.
Sendoh retrocesse velocemente inciampando nelle sue stesse gambe per la fretta e finendo scompostamente seduto sul folto tappeto accanto al suo letto.

"Ru... Ru... " disse mentre la lingua gli s'incollava al palato secco costringendolo a balbettare quelle due sillabe senza riuscire a terminare la frase.

"Rukawa." il vampiro sorrise "Sì sono io" gli disse mentre gli si avvicinava tranquillamente lanciando qualche occhiata distratta alla stanza abbastanza incasinata della sua vittima.

"Che ... che cosa vuoi?" gli chiese Sendoh pallido osservando incapace di muoversi l'asso dello Shouku che osservava alcune fotografie poste sulla sua scrivania tra i libri accatastati alla bell'e meglio. 

"La tua morte" disse il vampiro scuotendo le spalle con indifferenza e posando la foto che stava guardando prima di voltarsi ad osservare il ragazzo pallido a pochi metri da lui che lo fissava con gli occhi spalancati.

Tese quasi con noia la mano destra verso la sua vittima resa muta dal terrore mentre un'ombra scura emergeva come fumo leggero dal pavimento scivolando attorno alle lunghe gambe del vampiro, arrampicandosi, strisciando sul suo petto fino ad attorcigliarsi attorno al suo polso. Tra quelle ombre scure e informi Sendoh vide balenare due famelici occhi rossi e minuscole fauci appuntite.
"Lo sai cosa è questo?" gli chiese quasi in tono di conversazione portandosi la mano davanti al volto.
L'informe creatura di tenebra si tese verso di lui sfiorando la pelle chiara della sua guancia con una lunga linguetta biforcuta molto simile a quella di un rettile. Visto che Sendoh rimaneva immobile a fissarlo senza proferire suono Rukawa continuò.
"E' un demone. Si infila dentro il corpo della sua vittima dalla bocca e ne divora le interiora finché non resta che l'involucro vuoto. Un modo molto comodo di impagliare esseri umani." mormorò con tono pacato mentre accarezzava
quasi con tenerezza il capo cornuto dello strano rettile che in risposta emise un flebile sibilo estatico posando gli occhietti malevoli con adorazione sulle carni pallide del vampiro. "Sono pochissimi i vampiri in grado di farsi obbedire da queste creature e molti sono morti nel tentativo. Tuttavia" disse avvicinandosi al ragazzo colto da un tremito incontrollabile "Sembra che provino una strana adorazione nei miei confronti" disse con un sorriso accucciandosi accanto a Sendoh che lo fissava con gli occhi ormai fuori dalle orbite per la paura "Vedi?" gli disse sempre in tono di conversazione
"Quando fanno così" gli disse indicando la bestiola che dondolava il capo avanti e indietro avvicinandosi sempre di più al volto cadaverico del giocatore del Ryonan "vuol dire che ha fame" la creatura infernale emise un lungo sibilo pestilenziale quasi a conferma dell'affermazione del suo padrone. 
Mentre il povero disgraziato cercava invano di indietreggiare pur trovandosi con le spalle bloccate contro il letto. Rukawa posò la mano sulla spalla del giocatore del Ryonan che lanciò un grido di terrore. La creatura di tenebra scattò in avanti vedendo la bocca aperta che le dava accesso a quel succulento essere umano ma Sendoh ebbe la prontezza di riflessi di richiuderla di scatto impedendole di infilarglisi in gola. Rukawa si alzò lentamente andando a sedersi comodamente sulla poltroncina posta dinanzi alla scrivania lasciando la sua piccola amica appollaiata sulla spalla del giocatore ormai prossimo al collasso.
"Potrei restare qui a godermi lo spettacolo ma fra un paio d'ore il mio do'hao si sveglierà e io voglio essere lì quando accadrà quindi vedrò di essere breve." disse fissandolo tranquillamente appoggiato alla sua scrivania, le lunghe gambe accavallate con grazia.
"Voglio sapere se hai parlato con qualcuno di quello che è successo ieri."

Sendoh lo fissò immobile mentre con un occhio seguiva la creatura demoniaca che gli strisciava sulle spalle attorcigliando le fumose spire alle sue membra tremanti.
"Allora?" gli chiese Rukawa alzando leggermente il tono scocciato dal perpetrare del suo silenzio.
Avvertendo il fastidio del suo padrone anche il lungo essere serpentino si mosse contraendo le spire e facendo gemere di dolore il giocatore del Ryonan.
"Ko...." balbettò respirando a fatica per la paura e per la presa salda di quelle scaglie viscide attorno alla sua gola.
"Parla più forte non ti sento" disse Rukawa annoiato facendo un piccolo cenno d'assenso alla sua bestiona che non aspettava altro per stringere ancora le sue spire sulle carni del giovane mortale.
La creatura di tenebra sibilò allungando la lingua nera e velenosa verso il volto del ragazzo "Koshino, l'ho detto solo a Koshino!" gridò cercando di allontanare la creatura con movimenti bruschi del capo dato che tutto il suo corpo era immobilizzato dalle lunghe spire di quell'essere che non smetteva di fissarlo con i suoi famelici occhi scarlatti.
"Molto bene" disse Rukawa alzandosi e tendendo la mano verso la serpe che obbedientemente si srotolò dal corpo di Sendoh per tornare ad attorcigliarsi saldamente al braccio del vampiro.
"Per questa volta non ti ucciderò. L'ho promesso ad Hanamichi e manterrò la parola." disse con freddezza "Ma avvicinati di nuovo a lui" minacciò con voce improvvisamente cupa abbassando il volto verso quello del mortale "o parla a qualcun altro di quanto è successo è tornerò a trovarti!" sorrise mentre la creatura attorno al suo braccio destro gonfiava le spire dondolando la testa cornuta e soffiando minacciosamente.

Sendoh rimase immobile a fissare il vampiro che si alzava e si dirigeva verso la finestra "Ricorda Akira Sendoh... al giorno segue sempre la notte" mormorò prima di riprendere le sue sembianze feline e saltare agilmente oltre il davanzale.

Sendoh rimase immobile ancora per alcuni secondi prima che dalla sua gola fuoriuscisse un lungo grido di terrore.

Hanamichi aprì lentamente gli occhi trovando Rukawa mollemente seduto sul grande letto matrimoniale che l'osservava con uno sguardo gentile. 
"Buongiorno" lo salutò chinandosi per sfiorargli le labbra con un bacio

"Ciao Kaede" mormorò Hanamichi stiracchiandosi con un sorriso soddisfatto.

"Che ore sono?" chiese guardandosi intorno ma ricordandosi che fine aveva fatto la sveglia tornò a fissare il ragazzo moro. 
"Sono quasi le otto" disse il vampiro scuotendo le spalle 
"Le otto?" chiese il rossino balzando in piedi e cominciando a correre per la stanza per recuperare i suoi vestiti.
Rukawa rimase comodamente seduto sul letto seguendo con pigrizia quel slanciato corpo abbronzato completamente nudo che saettava per la sua camera da letto cercando di vestirsi e di lavarsi contemporaneamente. In pochi secondi aveva trasformato il tranquillo silenzio della stanza in un caos di rumori e colori.
Avrebbe potuto dirgli che quella mattina li avrebbe accompagnati sua madre ma era divertente vederlo affannarsi così e con un pizzico di cattiveria decise di non dirgli nulla finché non fu completamente vestito, un toast in bocca, la cartella nella destra mentre cercava di infilarsi la giacca con la sinistra. 
Alla notizia Hanamichi lasciò cadere il toast per la sorpresa prima di posare uno sguardo furioso sul vampiro.
"Brutta kitsune dispettosa che cosa aspettavi a dirmelo!" tuonò furente partendo in quarta verso di lui sventolando un pugno chiuso con aria minacciosa.

Rukawa gli sorrise "E' perdermi lo spettacolo?" gli disse tranquillamente appoggiato al tavolo da cucina.
"Tu... tu..."
"Sembri un telefono incantato" lo ammonì il volpino attirandolo a se e chiudendogli la bocca imbronciata con la propria.
Hanamichi cercò di divincolarsi più per abitudine che per desiderio prima di stringere le braccia intorno alle spalle dell'amante e ricambiare il bacio con passione.

"Hey voi due avete intenzione di rimanere così ancora per molto?" chiese una voce divertita dalla soglia.

Hanamichi scattò indietro come una molla mentre il suo colorito passava dal caldo color bronzo al rosso aragosta in pochi secondi.
Reika li osservò divertita dalla porta che dava sull'esterno e Rukawa le lanciò un'occhiataccia "Non ti hanno insegnato che bussare è buona educazione?" le chiese torvo ricevendo in risposta un sorriso birichino per niente pentito. "Allora andiamo?" mormorò una bella signora sulla trentina comparendo, letteralmente, alle spalle di Reika.
Rukawa scosse le spalle mormorando un "Hn" mentre Hanamichi fissava la nuova venuta con stupore.
La somiglianza con Rukawa era palese. 
La signora Rukawa ignorando Kaede che minacciava con sguardo torvo la nipote si avvicinò ad Hanamichi e gli tese la mano.
"Io sono Karen Rukawa" gli disse con un sorriso gentile.
Hanamichi tese la propria mano stringendo quella fresca della donna il disagio iniziale scomparso dinanzi al sorriso aperto e gentile della donna. In quello lei e il figlio non si somigliavano affatto. La sua mente gli riportò le immagini del sorriso che Rukawa gli aveva riservato la notte precedente. 
Bhe no, forse no un po' si assomigliavano anche in quello pensò arrossendo ancora di più.
Con suo grande imbarazzo l'argomento della lunga discussione prima dell'arrivo al liceo fu proprio lui.
Reika si era lanciata a raffica nella descrizione entusiasta del bacio a cui aveva assistito mentre Hanamichi fumava addirittura tanto era rosso. 
Rukawa invece sembrava essersi addormentato di nuovo con il capo appoggiato al finestrino chiuso mentre la Signora Rukawa ascoltava sorridendo la valanga di parole con cui Reika la stava sommergendo.
Karen fermò l'auto poco vicino al cancello scolastico e incurante degli sguardi curiosi degli studenti che stavano affluendo a scuola salutò Hanamichi e il figlio che sembrava più o meno sveglio.
"Oh Kaede quasi dimenticavo.." disse infilando la mano nell'ampia borsa scura estraendone un piccolo fascicolo protetto da una cartellina di cartone.

"Queste sono le informazioni che mi avevi chiesto" disse porgendogliele al che gli occhi del ragazzo divennero improvvisamente attenti per alcuni secondi prima che il vampiro ricadesse nel suo usuale stato di dormi veglia.

"Hey Hanamichi ciao!" esclamò allegra la voce di Yohei raggiungendo di corsa l'amico che si stava dirigendo verso l'ingresso scolastico con passo tranquillo fischiettando mentre Rukawa la suo fianco sonnecchiava nuovamente. Yoehi lanciò un'occhiata attenta al volto sereno dell'amico e a quello imperturbabile di Rukawa prima di sorridere più apertamente. 
"Sei di buon umore stamattina?" gli chiese l'amico al che Hanamichi scoppiò in una delle sue fragorose risate.
"Ma certo! Oggi il tensai è in formissima!! Vedrai di che meraviglie sarò capace oggi agli allenamenti!!" esclamò prima di scoppiare in un'altra fragorosa risata che fece girare non poche teste nel cortile. 
"Do'hao" lo rimproverò la voce bassa e cupa della sua nemesi facendolo voltare di scatto.
"Come osi baka kitsune!!" ringhiò il rossino colto da un brivido di piacere che lo fece arrossire al solo percepire quella voce così vicina. "Hn"gli disse in tutta risposta Rukawa "io vado in classe ci vediamo in palestra"

"Hey aspetta un secondo non ho ancora finito di parlare con te!!" tuonò Hanamichi rosso in volto per la rabbia ora mentre il vampiro saliva la piccola scalinata che portava all'ingresso scolastico e si infilava nell'atrio senza nemmeno degnarlo di una risposta.
"Maledetta volpe spelacchiata" sbottò Hanamichi provocando l'ilarità di Yohei.
"Che hai da ridere tu adesso?" gli chiese il rossino pronto a menar le mani.

Yoehi alzò entrambe le mani in segno di resa cercando di calmare le risate.
"Voi due siete veramente uno spettacolo." disse "Dì la verità le cose si sono sistemate vero?" Hanamichi arrossì violentemente.

"Che cosa... che cosa intendi?" balbettò.
"Bhe ieri mi sembravi molto preoccupato e anche un po' triste oggi invece sei tornato il ragazzo casinista di sempre" gli disse avviandosi anch'esso.

"Oh graz... COME SAREBBE A DIRE CASINISTA?" gridò rincorrendo l'amico che si era prontamente infilato in classe per sfuggirgli.

"Sembra che Hanamichi sia tornato quello di sempre" disse con un sorriso Ayako osservando il ragazzo litigare con Ryota mentre il capitano si avvicinava pericolosamente ai due. "Finitela di fare casino! Tra due giorni avremo l'amichevole con il Ryonan e dobbiamo vincere!!" tuonò sottolineando l'affermazione con due sonori pugni sulla testa dei due giocatori. Kogure sorrise osservando il rossino lamentarsi di essere un genio incompreso e Mitsui gli si avvicinò approfittando di quel momento in cui tutti erano distratti dal capitano e da Hanamichi per far scivolare un braccio intorno alla vita del suo Megane.

"Mitsui!" lo rimbottò Kogure guardandosi rosso in volto attorno a sé. Ma fortunatamente nessuno stava loro facendo caso quindi decise di concedersi qualche attimo di pace tra le braccia del ragazzo che amava e si rilassò nel suo abbraccio appoggiando la schiena al suo petto con un sospiro. 
"Sembra che quei due si siano chiariti" gli sussurrò Mistui all'orecchio facendolo rabbrividire e con la scusa di indicargli Rukawa che seguiva le mosse del suo do'hao con un po' troppa attenzione avvicinò il volto a quello del ragazzo scoccandogli un bacio leggero sul lobo dell'orecchio. "Si saranno finalmente decisi a dichiararsi infondo li vedo bene insieme chissà che questo non renda la squadra più forte." mormorò Kogure leggermente distratto dall'alito caldo di Hisashi che gli accarezzava il collo. Che cosa avrebbe dato per potersi voltare e baciarlo.
"Insomma la finite voi due!!" Tuonò Akagi facendo sobbalzare i due che si erano talmente persi l'uno nell'altro da non rendersi conto che il capitano aveva spedito Hanamichi agli esercizi di riscaldamento. 
Mitsui sospirò platealmente "Mai che si possa stare un po' in pace" borbottò allontanandosi palleggiando come niente fosse mentre Kogure arrossiva violentemente.

"Hey Mitsui si può sapere che stavate combinando tu e Megane?" chiese Hanamichi mentre eseguiva gli esercizi di riscaldamento accanto all'ex teppista.
Mitsui lo fissò sorpreso guardandolo attentamente prima di decidere che il rossino non lo stava prendendo in giro.
Diceva davvero.
Sorrise.
"Che cosa fate tu e Rukawa quando siete soli?" gli chiese con malizia. Il rossino impallidì violentemente prima di arrossire con la medesima velocità. 
"Che... che cosa... dovrei fare io con quella stupida volpe??" chiese cercando di mantenere stabile la voce e di darsi un contegno. Mitsui sospirò "Ma dai Sakuragi è così chiaro. Io e Kogure siamo compagni" gli disse mettendo in chiaro le cose.
Hanamichi lo fissò perplesso.
"E questo che cosa c'entra anch'io sono un tuo compagno di squadra no?"
Mitsui spalancò gli occhi fissandolo sorpreso prima di passarsi una mano tra i capelli scuri con un gesto esasperato.
"Siamo compagni nel senso che siamo amanti Hanamichi!" gli disse chiaro e tondo.
"CHE COSA???" gridò il rossino stupito arrossendo ancora di più. 
"Do'aho" mormorò Rukawa passandogli accanto con la palla in mano per raggiungere Akagi che gli stava chiamando al centro campo per organizzare una partita di allenamento.
"Tu lo sapevi maledetta sanguisuga?" gli chiese stupito. Rukawa sollevò un sopracciglio sorpreso a quel nuovo appellativo prima di allontanarsi con un leggero sorriso sulle labbra.
"Lo sanno tutti" gli disse con un'alzata di spalle Mitsui, guardò l'altro ragazzo incredulo "Che c'è credevi di essere l'unico?" gli chiese con un sorriso malizioso facendo andare a fuoco il volto del povero Sakuragi che non sapeva più dove guardare.
Meglio concentrarsi sulle parole del gorilla.
Akagi li divise in due squadre e Ayako fischiò l'inizio della partita.
Il rossino non era l'unico ad essere stranamente in forma quella mattina pensò Ryota con un'imprecazione quando Rukawa gli soffiò per l'ennesima volta la palla per infilare un canestro perfetto dopo aver superato persino il muro del capitano.
La palla effettuò un arco perfetto e la retina emise appena un debole swish ad indicare il canestro effettuato.
Dalle tribune si alzò l'ovazione delle fans del numero uno dello Shohoku che gridavano a squarciagola i loro apprezzamenti.
Hanamichi le fulminò con lo sguardo mentre Rukawa le ignorava completamente tornando a marcare Ryota.
Tuttavia il suono di un applauso secco e il commento strano di una voce conosciuta impose ai membri della squadra di fermare il gioco.

"Davvero un bel canestro complimenti" mormorò con un sorriso freddo Koshino appoggiato all'ingresso della palestra con le braccia conserte in petto.
"credevo che di giorno voi dormiste e invece riesci persino a giocare."
Gli occhi di Rukawa si fecero immediatamente sospettosi mentre lentamente, ma con decisione si spostava in modo da mettersi in linea d'aria tra lui ed Hanamichi.
"Ci stiamo allenando che cosa sei venuto a fare quì?" gli chiese il vampiro con voce spaventosamente bassa.
Koshino rise per nulla spaventato del suo tono e staccatosi dalla parete ed entrando in palestra richiudendosi saldamente la porta alle spalle in modo da escludere qualsiasi via di fuga. Raccolse un oggetto che aveva lasciato a terra e lo puntò contro il petto del vampiro. "Ma dico sei impazzito?" gli chiese Mitsui osservando pallido la balestra che il giocatore del Ryonan puntava contro il suo compagno.
"Se sapeste la verità non parleresti così." gli desse Koshino cliccando il piccolo pulsante che tese la corda scoccando la freccia dalla punta metallica.
Ayako gridò Mitsui si lanciò contro Koshino, Rukawa invece rimase immobile. 
Se si fosse spostato la freccia avrebbe colpito Hanamichi e allora sì sarebbe stata la fine.
Poteva solo sperare che Koshino non avesse scoperto il suo segreto dal racconto di Sendoh.
Se avesse capito che Hanamichi era il suo shadow avrebbe puntato a lui e allora avrebbe rischiato grosso.
La freccia si piantò nel suo petto con un suono di carni lacerate e nella palestra cadde il gelo alla vista dell'asta metallica che spuntava dal petto del ragazzo moro.
"Kaede!"gridò Hanamichi precipitandoglisi accanto ma il vampiro gli sorrise tranquillamente e stretta la destra sul pezzo di freccia che spuntava dal suo petto la estrasse con un gesto secco rilanciandola ai piedi di Koshino. 
"Bel tentativo" lo schernì con un sorriso crudele mentre lo squarcio sul suo petto si richiudeva con uno strano scricchiolio lasciando solo la divisa strappata a testimonianza della ferita mortale che aveva appena ricevuto.
"Ma che diavolo....?" esclamò Mitsui pallidissimo osservando ora il petto liscio e intatto di Rukawa ora Koshino.
Quest'ultimo sorrise "Diavolo è proprio il termine che avrei usato io" disse il ragazzo incoccando un'altra freccia nella sua arma. 
"Stupido mortale" mormorò gelido il vampiro sollevando la mano destra mentre dal pavimento sotto di lui contorte fumose figure emergevano ringhiando e stridendo per avvolgere il corpo del vampiro nelle tenebre. 
Hanamichi si allontanò spaventato quando una di quelle forme oscure spostò i suoi occhi di fiamma su di lui.
"Assaggia" ordinò il vampiro liberando le creature di tenebra contro il giocatore del Ryonan che si scagliò di lato scoccando l'ennesima freccia contro Rukawa rivelando un'agilità e una mira fuori del comune. La freccia si piantò nella gamba destra del vampiro ma ancora una volta questi la estrasse come se nulla fosse spezzandola tra le dita pallide prima di tendere nuovamente la mano destra mentre dal suolo sotto di lui stormi di quegli esseri infernali fuoriuscivano gemendo e gridando. Uno dopo l'altro si lanciarono contro il cacciatore che riusciva a malapena a contrastare quegli attacchi con la sua agilità e il lancio dei dardi che, sebbene di poco, limitava i movimenti del vampiro. Gli altri ragazzi nella palestra rannicchiati contro le pareti in modo da stare il più lontano possibile dai contendenti fissavano la scena  con gli occhi sgranati. Solo Hanamichi era ancora immobile al centro della palestra ad osservare pallido la potenza del vampiro.
"Mi sono stancato di giocare" sentenziò Rukawa la cui voce era ormai così tenebrosa e innaturale da risultare irriconoscibile.
Con un gesto secco del polso molto simile a quello che usava in partita per effettuare un canestro perfetto richiamò a sé le ombre che ruggendo rifluirono al loro padrone avvolgendolo con le loro spire dense. Rukawa si librò in aria sollevandosi di parecchi metri sopra la testa dei presenti mentre i suoi occhi passavano dal nero cupo al rosso scarlatto. Il pavimento cominciò a tremare mentre i vetri delle finestre tintinnavano contro le intelaiature metalliche.
Rukawa portò inesorabilmente la mano destra alta e tesa sopra il capo pronto a disintegrare il giocatore del Ryonan che aveva reso nota la sua identità agli altri membri della squadra.
Koshino fissò il vampiro negli occhi rosso sangue ben sapendo che non aveva scampo.
"Ora!" gridò. "Uccidete il Demon's master!!!" Rukawa lo fissò sorpreso per una frazione di secondo prima di veder spuntare sette uomini armati di balestra tutt'intorno a lui sulle gradinate. Erano tutti perfettamente identici al giocatore del Ryonan.
Proiezioni astrali.
Dunque Koshino aveva un asso nella manica!
L'aveva sottovalutato, non credeva che fosse in grado di padroneggiare un incantesimo come quello, sul dossier che gli aveva procurato sua madre non c'era niente di scritto in proposito.
Fissò le loro balestre, che a differenza di quei corpi fatti di energia erano solide e reali, puntate su di lui, con fredda indifferenza prima che con un gesto sincronizzato degno di un solo uomo tutti e sette le proiezioni abbassassero la loro balestra puntando verso il centro della palestra.
No..
Hanamichi era lì immobile.
No...
Rukawa avertì lo scatto sincronico delle balestre,
No....
il fischio di quelle frecce acuminate
No.......
la risata folle di Koshino, il suo grido di vittoria
No.......
e poi il rumore metallico delle frecce che si piantavano nel pavimento di legno.

Rukawa fissò stupito il suo ragazzo che con l'agilità degna del re dei rimbalzi aveva spiccato un salto verso l'alto evitando così la morte. 
Hanamichi atterrò poco più in là on un'espressione cupa dipinta sul volto. 
"Adesso smettetela tutti e due!" esclamò serio.
"Kaede vieni giù!" il vampiro osservò stupito il suo shadow impartire quell'ordine secco ma dato che ormai Koshino sembrava stremato con una scrollata di spalle atterrò delicatamente abbassando la mano destra seppur non allontanando le creature infernali che ancora gli si agitavano inquiete attorno. 
"Non posso lasciarlo in vita" gli spiegò il vampiro come se stesse parlando ad un bambino "Attenterebbe ancora alla tua vita" disse "Non puoi farlo!" gridò Hanamichi
"E' solo Koshino, guardalo!" Rukawa scosse stancamente il capo "Mi dispiace non ho altra scelta" mormorò il vampiro, non gli piaceva ammazzare la gente che cosa credeva Hanamichi che si divertisse?
Ma si trattava di sopravvivenza.
"O noi o lui, Hanamichi" Il rossino lo guardò pallido, leggeva la tristezza negli occhi del vampiro era chiaro che avrebbe volentieri fatto a meno di far del male al giocatore del Ryonan ma...
Era così preso dai suoi dubbi che non notò che furtivamente Koshino aveva estratto un pugnale nascosto sotto il pantalone scuro della divisa scolastica.

"Hanamichi!!!!" gridò Rukawa notando solo quando era troppo tardi il dardo lanciato contro il ragazzo che amava.
Il rossino si voltò stupito lanciando un grido di dolore quando il pugnale gli si piantò nel petto.
Si accasciò sulle ginocchia stringendo il manico di metallo che gli fuoriusciva dal petto fissandolo quasi con stupore mentre la vista gli si appannava.
A pochi metri da lui anche Rukawa si accasciò al suolo portandosi la mano al petto nello stesso identico punto in cui il suo Shadow era stato colpito.
"Crepa bastardo!" esclamò Koshino estraendo un identico pugnale dall'altra gamba e lanciandosi con le forze residue contro Hanamichi.
Rukawa tese con un rantolo disperato la mano destra cercando di richiamare le proprie forze ma il dolore di Hanamichi gli squarciava il petto rendendolo debole e incapace di muoversi.
Chiuse gli occhi incapace di assistere alla morte della persona che amava pur sapendo che quello era l'ultimo ricordo di lui che gli avrebbe concesso il destino.
E poi il suono secco della lama che rimbalzava sul pavimento e l'imprecazione del cacciatore, il rumore della palla da basket che rimbalzava.
E poi un'altra e un'altra ancora.
Mitsui, Kogure, Ryota, Akagi, Yohei avevano raccolto i palloni e ora li usavano come una mitragliatrice contro il cacciatore che cercava invano di ripararsi da quella graniola di colpi inaspettati.
"Demone o meno tu non ucciderai nessuno nella mia palestra!" tuonò Akagi piombando al fianco di Koshino e atterrandolo con un diretto al volto che gli fece perdere i sensi.
Yohei si precipitò accanto all'amico riverso sul pavimento. "Hanamichi... Hanamichi.." lo chiamò sostenendolo gentilmente per le spalle. Dalla gola del rossino uscì solo un debole lamento mentre teneva la mano premuta sulla ferita, gli faceva un male cane e aveva aveva la vista offuscata e i sensi annebbiati.
"Dobbiamo portarlo all'ospedale!" gridò Yohei preoccupato.
"A questo penseremo noi" mormorò una voce leggera.
Una ragazzina bionda si materializzò dianzi a lui e si avvicinò loro con un sorriso molto dolce.
Posò la mano fresca sulla fronte di Yohei e mormorò "Adesso dimentica" 
Il ragazzo la fissò sorpreso prima che i suoi occhi diventassero vacui e si accasciasse al suolo addormentato.
"Ma cosa???" chiese Mitsui pallido
"Avete fatto abbastanza è ora di riposare" mormorò Karen Rukawa tendendo una mano sopra il capo, una tenue luce azzurrina si sparse per la palestra rendendo le palpebre pesanti e uno dopo l'altro i ragazzi si accasciarono al suolo addormentati.
"Madre..." mormorò con un filo di voce Kaede, la donna si affrettò ad avvicinarsi al figlio e a sorreggerlo.
"E' meglio se ce ne andiamo di qui ora, tra poco i tuoi amici si sveglieranno ed è meglio che non ci trovino." Rukawa barcollò ma riuscì a reggersi in piedi con l'aiuto di Reika mentre sua madre andava ad aiutare Hanamichi.

Hanamichi aprì lentamente gli occhi riconoscendo la camera da letto del vampiro.
"Ru.." mormorò guardandosi attorno intontito.
Il vampiro allungò una mano ad accarezzargli il capo con dolcezza "Buon giorno" gli disse con un sorriso.
"Che cosa è successo?" chiese il ragazzo spaesato.
"Un medico del clan ha curato la tua ferita, fortunatamente la lama del pugnale era corta e non ha perforato il polmone, se ti avesse colpito con una delle sue frecce a quest'ora ne tu ne io saremo qui." Hanamichi annuì mentre un'altro pensiero angoscioso si faceva strada nella sua mente. "e... e gli altri...?" chiese pallido, Rukawa gli sorrise
"Mia madre ha cancellato i loro ricordi di quanto è accaduto, per loro noi abbiamo semplicemente saltato un allenamento. In effetti è un incantesimo utile dovrò farmelo insegnare" disse con un sorriso il vampiro.
"Siamo stati fortunati che sono arrivate appena in tempo anche se forse la gran parte del merito va ai nostri amici" Hanamichi annuì ricordando quanto era avvenuto in palestra.
Il terrore della morte e poi quella palla da basket rossa che colpiva la mano di Koshino.
"Che ne sarà di Koshino?" Rukawa scosse le spalle "Mia madre ha cancellato anche i suoi ricordi per il momento siamo al sicuro ma alcuni membri del clan continueranno a sorvegliarlo per assicurarsi che non sia avvicinato da altri cacciatori e recuperi i suoi ricordi" disse mentre un velo scuro oscurava per un attimo lo sguardo del vampiro.
"Un giorno glielo diremo?" chiese il rossino al vampiro seduto sul letto accanto a lui.
Rukawa sospirò guardando fuori dalla finestra la bianca luce lunare che illuminava il suo giardino.
L'avevano sorpreso, si era aspettato che dopo aver scoperto il suo segreto lo avrebbero odiato, temuto invece l'avevano difeso.
"Sì, forse un giorno glielo diremo..." mormorò.



EPILOGO
La partita con il Ryonan vide la vittoria dello Shohoku per 62 a 60 anche se la partita non entusiasmò gli studenti che andarono a vederla e tanto meno le studentesse dato che entrambe le stelle delle due squadre non erano in campo. Rukawa e Hanamichi ancora indeboliti dalle ferite riportate si erano dati influenzati e si erano limitati a passare la giornata a letto a riposare uno tra le braccia dell'altro. Sendoh i cui ricordi erano stati cancellati dalla madre di Rukawa aveva comunque provato una forte avversione all'idea di entrare nella palestra dello Shohoku e dopo che aveva saputo che Hanamichi non ci sarebbe stato aveva deciso di andarsene a pescare lasciando che la squadra si arrangiasse.

In riva al mare aveva trovato Koshino che passeggiava pensieroso. 
"Hey! Ciao!" lo aveva salutato con il suo eterno sorriso, l'altro aveva risposto al sorriso con un cenno del capo distratto.
"Che hai sei più pensieroso del solito?" gli chiese Sendoh fissando l'amico corrucciato 
"Ho l'impressione di aver dimenticato qualcosa di importante" borbottò il ragazzo arrovellandosi.
Sendoh lo fissò stupito. "Davvero? Anche a me capita ultimamente di non riuscire a ricordare che cosa ho fatto." Koshino lo fissò sorpreso e Sendoh gli sorrise passandogli un braccio intorno alle spalle "E' che siamo troppo stressati dal basket e dallo studio" gli disse mettendogli una canna da pesca tra le mani 
"Che ne dici di venire a pescare con me?" Koshino lo fissò per un secondo prima di concedergli uno dei suoi rari sorrisi.
"Perchè no?" accettò.




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