Disclaimers: Dunque Karen, Reika e gli
altri vampiri sono miei, Ru e Hana (sigh, sigh) appartengono a papà Inoue
gli ho chiesto se me li vendeva ma mi ha risposto di no senza neanche aver
letto le mie fanfic!!è//é
Note: so molto poco sui vampiri perdonate le castronerie che scrivo. ^^
You are my blood
parte III
di Naika
Hanamichi
dormì quasi ininterrottamente per tutto il sabato seguente.
Ogni tanto si svegliava per brevi momenti durante i quali il volpino ne
approfittava per fargli bere una tisana nel tentativo di restituirgli un po'
d'energia e per rimetterlo in forze.
Rukawa osservava scocciato il ragazzo addormentato nel suo letto. Ma quanto
dormiva quello? Adesso che aveva deciso che tecnica di approccio adottare
voleva che il rossino si rimettesse in fretta in modo di ridurlo nel più
breve tempo possibile alla sua mercé. Non poteva neanche morderlo finché
non si era rimesso. Rischiava di farlo peggiorare e se quell'idiota fosse
morto anche lui si sarebbe spento come una candela. Anche se temeva che
sarebbe stato più difficile del previsto conquistare la sua fiducia.
Ricordava benissimo la sua espressione quando si era svegliato la prima
volta.
Hanamichi era diventato pallido come un cencio e i suoi occhi si erano
riempiti di terrore quando si era visto Rukawa in piedi vicino al letto.
Gli aveva dato fastidio. Di solito gli piaceva spaventare la gente, tenerli
lontani con un reverenziale timore ma in quel caso gli era dispiaciuto. No!
Quello non era il termine adatto.
Figurarsi se si preoccupava per quello lì. Solo che questo gli avrebbe reso
più difficile l'attuazione della sua strategia. Era una seccatura. Ecco
tutto.
Aveva allungato una mano e gli aveva accarezzato con dolcezza il volto come
aveva visto fare a due innamorati al parco. Una scena disgustosa.
"Mi dispiace. " gli aveva sussurrato.
Era riuscito persino a far tremare un po' la voce.
Un vero capolavoro. Poteva andare a fare l'attore.
"Lo so che non basta, ma credimi, mi dispiace davvero" mormorò.
Non era necessario insistere! Si era già scusato no?
Perché diavolo aveva dovuto aggiungere quella frase?
Perché quegli occhi castani erano tanto colmi di tristezza.
E a lui cosa importava?
Gli faceva male.
Assurdo!
Si alzò dal letto per mettere un po' di spazio tra lui e il rossino.
Gli voltò le spalle per non fronteggiare quello sguardo ferito. Lui che non
aveva mai abbassato la testa davanti a nessuno.
Prese la teiera che aveva lasciato sulla scrivania e versò una tazza di the
per il rossino.
"Bevi" disse burbero "Ti farà bene"
Hanamichi aveva accettato la tazza di the in silenzio.
Sembrava che non avesse niente da dire. Niente da rimproverare se non fosse
stato per quel suo sguardo..
Aveva bevuto il te e poi si era addormentato di nuovo.
Quell'idiota aveva preso sonno mezzo scoperto. Avrebbe preso freddo e lui
non aveva nessuna voglia di avere per casa un rossino tutto tosse e
fazzoletti di carta.
Gli aveva rimboccato le coperte ed era rimasto accovacciato sulla poltrona a
guardarlo dormire.
Una gran seccatura.
Hanamichi rimase immobile nel letto. Era sveglio ormai da parecchi minuti ma
non aveva la forza e la voglia di alzarsi, si guardò intorno notando che la
sveglia sul comodino segnava le dieci. Aveva vaghi ricordi di quello che era
accaduto il giorno prima, aveva passato la maggior parte del tempo in uno
stato di semi incoscienza.
Lanciò un'occhiata di sottecchi alla stanza elegante nella quale si
trovava.
La stanza di Rukawa.
Non riusciva a collegare l'immagine di quel Rukawa che l'aveva lavato,
vestito e lo accudiva con premura con quello che l'aveva brutalmente
violentato due giorni prima.
La prima volta che si era svegliato e se l'era trovato accanto si era
sentito morire. Ma lui era stato così dolce e gli aveva chiesto scusa. Non
bastava a cancellare il dolore e l'umiliazione ma aveva lenito le ferite.
Si passò una mano tra i capelli arruffati.
Dire che era rimasto sconvolto da quanto era successo era un eufemismo.
Rukawa era un vampiro.
Aveva cognizione vaghe e confuse su quelle creature apprese da libri o dai
film. Non si era mai nemmeno interessato molto all'argomento. Non era un
appassionato del genere. A lui piacevano le cose concrete, reali. Si passò
una mano sul collo tastando con i polpastrelli i due piccoli fori
lasciategli dal vampiro.
Reale.
Che cos'era reale?
Rukawa aveva infranto le sue poche certezze come un uragano spazza via una
casa in riva al mare. Era convito di essere eterosessuale e di amare Haruko.
Forse per un po' l'aveva amata davvero ma poi il volpino con il suo sguardo
freddo e il suo comportamento indifferente aveva distrutto quella sua
sicurezza obbligandolo ad accettare di essere innamorato di lui.
Un maschio.
Un ragazzo come lui.
No.
Ecco ora Rukawa era riuscito a distruggere anche questa sua certezza.
Non un ragazzo come lui.
Non un comune mortale.
Nossignori.
Un vampiro.
Si chiese che intenzioni aveva la volpe ora nei suoi confronti. Era sicuro
che l'avrebbe lasciato nel suo appartamento a leccarsi le ferite e invece si
ritrovava a casa sua. Quell'elegante camera ammobiliata non poteva che
essere la sua. Non c'era niente fuori posto. Tutto perfettamente in ordine.
Perfettamente pulito. Alcuni libri di scuola appoggiati alla scrivania,
qualche rivista sportiva.
Nessuna fotografia. Chissà com'erano i genitori di Rukawa. Come sono fatti
i genitori di un vampiro?
Aveva genitori? Oddio e se era uno di quegli esseri millenari che magari
vagava sulla terra da secoli?
Hanamichi scosse il capo imponendosi di non fantasticare troppo. La
situazione era già abbastanza assurda senza che lui si perdesse nelle
proprie fantasie. Certo che il volpino era dannatamente ricco.
Pensò guardandosi attorno. Il suo appartamento poteva stare comodamente
racchiuso in quella stanza. Si chiese per l'ennesima volta perché Rukawa
l'avesse portato a casa sua. Non riusciva a capirlo. Prima lo trattava alla
stregua di un oggetto e poi si dava tanto da fare per lui. Sospirò
passandosi una mano tra i capelli rossi arruffati. Aveva fatto sogni strani.
Un corvo che gracchiava accanto al suo letto, un pugnale d'argento e sangue,
sangue ovunque. Che bolliva, gemeva, cantilenava una parola che non riusciva
a ricordare. Si portò una mano alla fronte avvertendo una leggera
sensazione di calore non del tutto spiacevole. Non riusciva a ricordare ma
sapeva che era importante. Che in qualche modo non era tutto un sogno che ciò
che rammentava confusamente era successo davvero. Come se avesse avvertito i
suoi pensieri il volpino comparve sulla soglia della porta.
"Buongiorno" gli disse avvicinandosi al letto con quel suo
magnifico passo felino. Hanamichi lo guardò avvicinarsi stringendo
spasmodicamente tra le mani le lenzuola. Rukawa si sedette sul bordo del
letto e gli posò una mano sulla fronte. "Sembra che la febbre sia
scesa" mormorò. "Come stai?"
Hanamichi lo fissò incredulo. Come stava? COME STAVA??? "Come vuoi che
stia!" esclamò mettendosi a sedere di scatto e allontanando quella
mano che gli stava procurando un piacere traditore. Rukawa sorrise alzandosi
"Meglio vedo. Hai fame?" gli chiese senza scomporsi. Hanamichi lo
fulminò con lo sguardo balzando in piedi. Vampiro o no l'avrebbe riempito
di pugni! La stanza roteò violentemente attorno a lui e Rukawa si affrettò
a prenderlo tra le braccia per evitargli di cadere. Lo sollevò come fosse
una donzella in pericolo e lo rimise a letto. "Do'aho cerca di non
sforzarti troppo ancora per un po'" gli mormorò sfiorandogli con un
bacio le labbra "Io vado a prepararti qualcosa da mettere sotto i
denti"
Hanamichi lo guardò uscire dalla porta interdetto. Era bastato quel
semplice bacio per mandarlo nella confusione più totale. Si accasciò tra
le coperte con un gemito. Maledetto! Maledetto Rukawa!!
Sentiva provenire dall'altra stanza rumori confusi.
Che il volpino sapesse anche cucinare? Che lui sapesse i vampiri non
potevano cibarsi normalmente e allora a che pro saper cucinare? Se ci
pensava meglio ricordava che Rukawa non era mai uscito a mangiare con la
squadra. Nemmeno per festeggiare le loro vittorie.
Il rumore di uno sbattere d'ali attrasse la sua attenzione. Sul davanzale un
canarino di un giallo acceso entrò dalla finestra compiendo un paio di
piccoli giri sopra il capo stupito di Hanamichi prima di decidere e posarsi
sullo schienale della poltrona accanto al letto. Era uno strano uccello
visto da vicino. Il piumaggio era di un colore un po' troppo acceso e aveva
le ali esageratamente grandi tanto che in effetti sembrava avere difficoltà
a reggersi sull'ampio schienale imbottito. E poi non sapeva perché ma si
sentiva a disagio sotto quello sguardo scuro. C'era qualcosa che non andava
in quella strana bestia. Si tirò a sedere per guardarlo con più attenzione
e gli parve che il canarino ricambiasse il suo sguardo curioso aumentando il
suo disagio. Lo strano silenzio caduto nella stanza fu interrotto da un
suono basso e minaccioso. Uno splendido gatto nero osservava il piccolo
uccello con il pelo arruffato e i denti scoperti. Prima che Hanamichi o il
canarino potessero fare nulla il felino balzò fulmineo sulla poltrona
cercando di ghermire il canarino. L'uccellino preso di sorpresa tentò di
allontanarsi in volo ma reso goffo dalle strane ali e dal panico riuscì a
fare pochi metri che il gatto con un abile balzò lo catturò inchiodandolo
al suolo sotto le sue zampe. Hanamichi che aveva seguito la scena stupito
decise di intervenire e afferrò il gatto prendendolo in braccio per
impedirgli di mangiare l'altra bestiola. Il canarino si rialzò
faticosamente a terra alzandosi in volo, sbandava un po' ma sembrava tutto
intero e poi mentre era a poco più di un metro da terra la sua figura si
contorse e si dilatò fino a prendere le sembianze di una ragazzina bionda
sui tredici anni.
"Scusami cugino!!!" disse la ragazza alzando le braccia in segno
di resa. Hanamichi la fissava perplesso ma con chi stava parlando con il
gatto?? Il felino si divincolò tra le sue braccia e Hanamichi lo
lasciò andare. Una volta riguadagnata la libertà anche la sagoma scura del
gatto mutò. "Rukawa!" esclamò Hanamichi incredulo cadendo a
sedere sul materasso del letto. Il compagno di squadra lo ignorò afferrando
invece la ragazzina per la vita. La sollevò con facilità e si diresse a
passo di marcia verso la finestra spalancandola. "Volevo solo vedere il
tuo sposino!" protesto la piccola mentre Rukawa la lanciava
letteralmente fuori dalla finestra. Hanamichi sussultò preoccupato ma a metà
strada verso il suolo la ragazza riprese le sembianze del canarino volando
via. "La prossima volta non mi limiterò ad arruffarti le penne!"
le gridò dietro Rukawa chiudendo la finestra con uno scatto. Quando si voltò
si ritrovò davanti un Hanamichi con la bocca spalancata e gli occhi fuori
dalle orbite. "Chi.. cosa.. come.." il rossino era nella
confusione totale.
Rukawa sospirò passandosi una mano tra i capelli scuri. "Mia cugina
Reika" disse scuotendo le spalle con indifferenza come se ciò
spiegasse tutto.
Hanamichi continuava a fissarlo con gli occhi spalancati. "Ho bisogno
di una spiegazione" mormorò il rossino sotto shock. Rukawa annuì,
prima chiarivano le cose meglio era. "Che cosa vuoi sapere?" gli
chiese sedendosi sulla poltrona accanto al letto. Hanamichi lo fissò
stupito dalla sua disponibilità. "Tu sei.. sei.." Cavoli non
riusciva a dirlo! Gli sembrava così assurdo. Rukawa gli sorrise "Sono
un vampiro sì"
Hanamichi sussultò "Ma.. ma è giorno!" protestò.
Rukawa sorrise scuotendo le spalle. "Nella mia famiglia siamo vampiri
da generazioni abbiamo sviluppato una specie di anticorpo" gli spiegò
il volpino mettendola in termini semplici. "E quella ragazzina? Anche
lei?" Rukawa annuì "Sì anche lei è un vampiro. " Hanamichi
lo fissò ancora più confuso. Si passò una mano tra i capelli.
"Perché?" gli chiese tornando a fissarlo.
Ecco questa era la domanda più difficile. Dinanzi a quegli occhi nocciola
in cui non vibrava solo accusa ma anche dolore. Perché? Rukawa scosse il
capo "Ti desideravo" mormorò.
Hanamichi si sentì morire.
"Soltanto per questo? Per soddisfare un tuo desiderio?" chiese
scagliandoglisi improvvisamente contro. Rukawa rimase così stupito da
quella carica improvvisa che il destro di Hanamichi lo raggiunse prima che
potesse fermarlo. Ma il secondo pugno non giunse mai a termine. Rukawa fermò
la sua mano con presa ferrea inchiodando il rossino al pavimento.
Hanamichi aveva il fiatone e lo fissava con occhi carichi di odio.
"Bastardo!" tuonò cercando di liberarsi dalla sua presa. Trovarsi
di nuovo sotto di lui gli stava facendo correre una traditoria sensazione di
calore lungo la spina dorsale. Rukawa lo fissò con gli occhi blu
scintillanti prima di chinarsi a baciarlo. Hanamichi spostò il capo di
scatto ma il vampiro trovò ugualmente la sua bocca costringendolo ben
presto a rispondere appassionatamente al suo bacio. Maledetto! Maledetto
volpino!
Hanamichi emise un gemito e Rukawa gli lasciò andare le braccia che
finirono con l'allacciarsi sopra le sue spalle. Il vampiro fece scivolare
suadentemente il proprio corpo su quello del rossino in modo da far
strofinare una contro l'altra le loro eccitazioni.
Sentì Hanamichi tendersi sotto di se gemendo di piacere spingendo il busto
contro il suo. Staccò la bocca dalla sua fissandolo negli occhi.
"Sembriamo davvero una coppia di sposini in luna di miele non
trovi?" gli sussurrò alzandosi in piedi con un sorriso malizioso. La
sensazione di perdita in Hanamichi fu presto sostituita da una profonda
vergogna. Si era lasciato baciare. Di più aveva ricambiato il bacio, aveva
desiderato.. fare l'amore con lui. Lì sul tappeto. Dopo quello che era
successo solo due giorni prima. Rukawa sorrise divertito dal suo tentativo
di darsi un contegno. Indossava ancora il suo pigiama leggero e la stoffa
tirava in modo inequivocabile all'altezza del suo ventre. E poi d'un tratto
le parole del volpino gli tornarono in mente di scatto.
Due sposini. Anche Reika aveva detto che voleva solo vedere il suo sposino.
A che si riferiva? Alzò uno sguardo perplesso sul volpino "La vuoi
finire di chiamarmi così! Ti spiacerebbe spiegarmi che cosa intendi?"
gli chiese irritato. "Ecco come posso spiegartelo.." il volpino
gli sorrise maliziosamente e la cosa preoccupò ancora di più Hanamichi.
"Forse è meglio che ti siedi" lo avvertì tranquillamente
accomodandosi sulla poltrona imbottita. Hanamichi si sedette sul letto
sempre più preoccupato. Non gli piaceva lo strano sorriso della volpe.
"Vedi di solito noi ci limitiamo a prendere il sangue che ci basta per
sopravvivere" disse parlando molto lentamente "ma con te io ho
perso il controllo" mormorò. Hanamichi impallidì violentemente
"Vuoi dire che sono diventato un vampiro anch'io?" chiese
terrorizzato dall'idea.
"No" lo rassicurò Rukawa "sei diventato il mio shadow"
mormorò "Il TUO COSA??" chiese Hanamichi alzando pericolosamente
il volume della sua voce. "Shadow" gli ripeté Rukawa con calma e
poi vedendo che il rossino aspettava delucidazioni si decise a parlare.
"Stavi morendo" gli disse con una scrollata di spalle.
Hanamichi sussultò impallidendo. Quando Rukawa l'aveva morso.. all'inizio
il dolore era stato molto forte ma poi i suoi sensi già annebbiati avevano
lasciato la presa e si era sentito trascinare in uno strano stato di oblio.
Era quella la sensazione che si prova quando si sta morendo? Ma se lui stava
morendo Rukawa come aveva fatto a.. Hanamichi fissò il volto serio del
compagno di squadra. Quegli occhi blu lo stavano fissando ma a che cosa
pensava il vampiro? "Continua"
gli disse e il volpino annuì. "Avevo due possibilità.
O facevo di te il mio shadow o ti lasciavo morire. E' evidente ad entrambi
qual è stata la mia scelta."
Hanamichi annuì. Sì era evidente che Rukawa aveva deciso di salvarlo. Ma
qual'era il prezzo che avrebbe dovuto pagare e soprattutto perché?
"Tramite la cerimonia di unione tra vampiro e mortale il primo cede una
goccia del proprio sangue al secondo. Facendo ciò ti ho legato a me
concedendoti parte della mia vita per salvare la tua" Hanamichi sussultò
"Parte della tua vita?" chiese involontariamente preoccupato.
"I vampiri vivono migliaia di anni ma legandomi a te ho accettato di
morire lo stesso giorno in cui morirai tu" gli spiegò il volpino
calmo. Hanamichi era sempre più confuso. "Ho firmato l'impegno di
proteggerti e nutrirti fino alla fine dei tuoi giorni" Rukawa si alzò
andandogli accanto. Hanamichi lo guardò avvicinarsi immobile stregato dal
suo sguardo di sfida. "In cambio" gli sussurrò quando gli fu
accanto "tu mi nutrirai con il tuo sangue" gli disse abbassando il
capo. Hanamichi sussultò sentendo il fiato caldo del vampiro sul collo.
Rukawa lo afferrò per le braccia impedendogli di muoversi mentre faceva
scorrere delicatamente la lingua sulla ferita che gli aveva lasciato due
giorni prima. Hanamichi non riusciva a dire niente il tocco ipnotico di
quella lingua gli stava facendo perdere totalmente cognizione di sé. Reclinò
il capo offrendogli inconsapevolmente la gola. Rukawa trattenne a stento un
gemito quando vide la vena pulsare sotto i suoi occhi. Strinse con forza la
mascella allontanandosi da lui. Non appena lo lasciò libero il rossino si
rese conto di quanto aveva fatto e si portò velocemente una mano alla
giugulare.
Che diavolo gli era preso. Doveva essere impazzito.
Eppure ogni volta che Rukawa lo toccava la sua volontà andava in pezzi. Non
era stato così venerdì. Era dovuto a quella specie di patto che avevano
fatto? Man mano che il volpino parlava le immagini si erano fatte meno
confuse nella sua mente. "Io.. ho bisogno di restare da solo"
mormorò e il volpino annuì anche lui aveva bisogno di andarsene e in
fretta. Prima di fare qualcosa di grave. "Se hai fame di la ti ho
preparato qualcosa da mangiare. I tuoi vestiti sono nell'armadio" gli
disse prima di chiudersi silenziosamente la porta alle spalle.
Hanamichi rifletté a lungo su quella situazione assurda. Non sapeva cosa
fare. Non che avesse molta scelta dato che tutte le decisioni erano state
prese per lui. Era diventato uno shadow. Il Suo shadow.
Avrebbe dovuto essere furioso. Ma non ci riusciva. Una parte di lui gioiva.
Aveva avuto ciò che voleva.
Rukawa era suo. Soltanto suo, legato indissolubilmente a lui fino alla fine
dei suoi giorni. E questo lo rendeva felice. Ma i dubbi e le incertezze si
contorcevano nella sua mente stanca. Rukawa aveva detto che si sarebbe
nutrito solo del suo sangue. Che cosa voleva dire? Ogni quanto? E se tutte
le volte lo avesse ridotto così o peggio ancora se avesse nuovamente perso
il controllo? Certo se io muoio morirà anche lui ma questo non gli
impedisce certo di violentarmi ancora se vuole. No. Rukawa non l'avrebbe più
violentato. Pensò ricordando con imbarazzo con quale facilità gli si era
offerto poco prima. Non ne avrebbe avuto bisogno. Che cosa doveva fare? Gli
scocciava ammetterlo ma quel Rukawa lo affascinava e lo spaventava allo
stesso tempo, avvertiva in lui un potere e un fuoco che non gli aveva mai
visto trasparire a scuola nemmeno durante la partita più accanita eppure
proprio in quei giorni aveva scoperto in lui una dolcezza che non aveva
pensato il volpino possedesse. Una dolcezza che aveva acceso in lui una
tenue speranza. "Oh al diavolo che cos'ho da perdere!" esclamò
aprendo le ante dell'armadio con forza. Ormai era finito in quella
situazione assurda, almeno che riuscisse a trarne qualche vantaggio!! Il
volpino si era preso l'impegno di proteggerlo e nutrirlo in cambio del
suo sangue? Ebbene lui gli avrebbe fatto rispettare il suo patto. Scelse una
felpa e un paio di pantaloni ordinatamente appesi alle grucce accanto ad
un'infinità di altri vestiti tutti di marca appartenenti al volpino. Forse
così facendo avrebbe definitivamente spezzato ciò che restava del suo
cuore o forse no. Stava giocando con il fuoco e lo sapeva ma in fondo
Hanamichi era fondamentalmente ottimista. Ci sarebbe riuscito. O si sarebbe
bruciato provandoci.
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