Delle HanaRu io non mi
stanco mai…^^ e quindi eccone un’altra, che segue "An year with
you", si svolge nello stesso periodo, in aprile. Una dedica a Calipso,
Greta e Ria, perché anche loro non si stancano mai della coppia d’oro
di Slam Dunk. Come ho già detto, ormai Rukawa è mio e mi sono dovuta
tenere anche Hanamichi, ma va bene così…^^
You are
everything to me
di
Nausicaa
Parte prima.- L’ultimo
anno delle superiori
E così alla fine ci
siamo.
È iniziato il nostro
terzo anno di studenti delle superiori, l’ultimo, e poi ci diplomeremo.
Stavolta io, Kaede e
Yohei siamo finiti nella stessa classe, anche se non credo che i
professori ne siano entusiasti…che esagerazione poi!!!! Kaede non dà il
minimo fastidio in aula, vuole solo poter dormire in pace, senza essere
disturbato!!!! E il suo banco è vicino al mio, oltretutto, giusto per
distrarmi un altro po’… non che il tensai manchi di concentrazione,
intendiamoci, ma dovrò comunque stare attento: credo che i professori si
insospettirebbero se mi scoprissero intento a fissare di continuo il mio
volpacchiotto…
Però credo che sarà
decisamente divertente e lo pensa anche Yohei e, sotto sotto, sono sicuro
che lo pensi anche Kaede, che pure ostenta la sua solita e algida
indifferenza; quasi morivo dal ridere vedendo come la sua attenzione,
appena entrato nell’aula, fosse concentrata sul suo banco, sulla sua
posizione rispetto alle finestre, quasi temesse che troppa luce potesse
disturbare i suoi sonnellini!!! Ma, insomma, tra un ‘do’aho’ e un
‘come osi, stupida volpe’ siamo anche riusciti a prendere posto!!!
Questo è successo stamattina, ma ora, durante l’intervallo del pranzo,
è un momento un po’ malinconico a dire il vero: sono venuti a trovarci
Ryota e Ayako, ormai studenti universitari, a darci gli ultimi consigli
prima dell’inizio delle attività del club di basket. A essere sincero,
in questo momento ho meno voglia di scherzare…
"Ryo-chan, non
riesco a credere che quest’anno non ti vedrò più passeggiare per i
corridoi dello Shohoku!" ammetto ad alta voce, guardandolo un po’
tristemente, ed è triste anche lui, pure se cerca di nasconderlo, pure se
non lo confesserebbe e men che meno di fronte ad Ayako, per non sembrare
debole.
"Già…sembra ieri,
vero? Quella serata passata a dondolarci sulle altalene, quando abbiamo
fatto amicizia…allora non avrei mai creduto che sarebbero cambiate così
tante cose…" Ryota sorride e scuote la testa, come a dire che gli
sembra veramente impossibile.
Chissà cos’è che gli
sembra più impossibile? Il fatto che il tempo sia passato così in fretta
o che siamo diventati amici o che siano cambiate così tante cose…vorrei
chiederglielo, ma poi non lo faccio e fra noi c’è un momento di
silenzio, leggero ma penoso, forse perché proprio oggi ci stiamo rendendo
conto che qualcosa è davvero cambiato e che noi stiamo davvero crescendo
tutti.
Poi il primo a
riprendersi e a parlare è Ryota: "Oi, vedete di non sfasciare il
club di basket, voi due!!! Non vorrei veder vanificati tutti i miei sforzi
dello scorso anno!" e lo dice con una finta severità e con quel tono
di superiorità che tanto mi mandava in bestia quando ci siamo conosciuti,
ma che poi ho imparato a capire…perché non è molto diverso dal mio…
"Quali sforzi?"
fingo di cadere dalle nuvole, con ostentazione, e lo faccio apposta.
"Gli sforzi per
portare alla vittoria anche un incapace di prima categoria come te, testa
rossa!" proclama lui, orgoglioso e con l’aria di chi voglia
prendermi in giro alla grande. Accanto a lui, Ayako ha uno sguardo
divertito, ma è anche stranamente silenziosa e tranquilla. Comunque
l’ultima affermazione di Ryota merita una risposta degna del tensai!
Meriterebbe anche una testata, ma insomma…
"IO vi ho portati
alla vittoria!!" replico a testa alta, squadrandolo volutamente
dall’alto in basso.
"Do’aho!"
sibila la kitsune al mio fianco, parlando per la prima volta. Dovrei
prendermela per il suo insulto, ma la verità è che LUI ci ha portati
alla vittoria e io lo so bene e allora decido di lasciar perdere
l’argomento, perché su questo davvero non saprei fingere il contrario.
Ma l’attenzione ora è su di lui ed è alla mia volpe che si rivolge
Ryota: "Rukawa, ti ricordi quello che già ti avevo detto una volta?
Di non essere un capitano troppo rigido o farai scappare tutte le
matricole…mi raccomando…" e gli dà questo consiglio quasi per
scherzo, sapendo che tanto poi lui farà a testa sua.
"Hn".
"Ehi, io parlo sul
serio…dovrai anche trovare il fiato e le parole per fare un bel discorso
di presentazione" continua Miyagi e sembra che la cosa lo metta di
buon umore, come l’avverarsi di un’ipotesi incredibile.
"Hn" Kaede si
comporta come se la prospettiva non lo scuotesse, ma io so che non ne è
contento; per sua comodità, stamattina mi ero offerto di scriverglielo io
un perfetto discorso da imparare poi a memoria…avevo anche fatto una
scaletta…la kitsune le ha dato un’occhiata e il foglietto è passato
direttamente dalle sue mani al cestino della carta straccia!!!! Io ci sono
rimasto male, questa reazione non la capisco!!! A meno che…forse non lo
ha convinto il passaggio in cui avrebbe dovuto dichiararmi il salvatore
del club di basket…magari potrei riscrivere il tutto lasciando solo le
mie lodi come re dei rimbalzi…
Ma ci penserò dopo,
adesso non voglio perdermi una sola parola!!
"Peccato, Ru, che tu
non abbia assistito al discorso che fece a suo tempo Ryota…" e
Ayako getta là la sua battuta, guardando il suo ragazzo in modo
malizioso.
"Hn" oggi Kaede
sta dando davvero il meglio di sé…però, un momento!!!
"Oi, neanche io ero
presente, ero in terapia in quei giorni…che cosa aveva detto?" mi
infervoro, chiedendolo ad Ayako. Sempre i momenti migliori mi perdo…
"Be’…"
prova ad intromettersi Ryota, ma Ayako lo precede: "Il succo del suo
discorso è stato ‘io sono il nuovo capitano, prendere o lasciare’!
Non male, vero?" ride con leggerezza e so che in fondo Ryo-chan è
contento di farla sorridere, anche se deve ridere di lui, ma poi vuole
comunque provare a dirci la sua interpretazione: "Sono stato
conciso" e per rendere meglio l’idea stringe il pugno davanti a sé.
"Sì, eh?" lo
canzono io.
"Un discorso
chiaro…ero contento di me!" insiste lui, sfidandomi a contraddirlo;
ma io non ho il tempo per provocarlo, sono troppo impegnato a recriminare
e stavolta ne ho tutti i motivi!!!
"Io avrei parlato
benissimo…io PARLEREI benissimo, commuoverei tutti…grr…questa storia
non mi va giù: avrei dovuto essere io l’erede del Gorilla, era risaputo
ormai!!!".
La reazione dei due
fidanzati è unanime: "Ancora?!".
"Do’aho!" e
questo, ovviamente, è Kaede.
"Oi non provate a
protestare, sapete?!- mi altero- E’ stata un’ingiustizia, perfino
Hikoichi si era appuntato che sarei stato il nuovo capitano…".
"Gli verrà un colpo
quando scoprirà che i suoi appunti sono sbagliati" sogghigna Ryota,
parlando con sufficienza del manager del Ryonan.
Ok, la pianto.
Tanto, in fondo, lo
sapevo benissimo che sarebbe andata a finire così, è inutile fingere il
contrario…però era divertente crederci, non è giusto!!!
C’è un attimo di
silenzio fra di noi, poi Ayako comincia a parlare del corso di giornalismo
che intende seguire, del fatto che in futuro le piacerebbe lavorare per
una testata sportiva, che sarà la manager della squadra universitaria…
Be’, è la solita Ayako:
concreta, pragmatica, con le idee chiare e la capacità di esporle… Si
interrompe solo quando si accorge che lo sguardo di Ryo-chan finisce
spesso sullo Shohoku e che è un po’ malinconico; allora allunga una
mano a sfiorargli la spalla e a chiedergli gentilmente: "Cosa c’è,
Ryota?".
Lui fa una smorfia,
infila le mani nelle tasche del suo giubbotto: "A volte è più
difficile del previsto non voltarsi indietro…".
Probabilmente qui sono
quello che lo capisce meglio.
Ryota sorride appena,
continuando a parlare: "Io, Yasuda, Shiozaki e Kakuta eravamo a
scuola insieme fin dalle medie, ve lo ricordavate?".
Ci penso un attimo, poi
mi ricordo che in effetti me lo aveva detto tempo fa: "Sì…ma non
credevo che foste così amici!" gli faccio notare. Sembravano
conoscenti…troppo bravi ragazzi quei tre e troppo attaccabrighe lui
perché potesse esserci vera amicizia. Lui alza le spalle: "No,
infatti, non eravamo amici. Ma loro erano…presenti…" lo spiega a
noi, ma anche a se stesso, cercando a fatica il termine adatto per
qualcosa di insondabile.
Ayako si avvicina a lui,
lo guarda intensamente per fargli capire che comprende quello che ha detto
e quello che non ha detto e allora noi ci decidiamo a parlare di quanto
sia strano questo periodo, così denso di cambiamenti.
Kaede dice che sono
cambiamenti positivi, ma lui è fatto così…cioè, ha ragione, sono
positivi e costruttivi, ma per quanto possano esserlo questo non impedisce
loro di essere accompagnati dal sapore lieve della malinconia e del
rimpianto per qualcosa che non è più come prima e che non lo sarà più
in futuro…
"Si tratta solo di
abituarsi: in fondo, vedete, anche se con una squadra diversa, io
continuerò ad essere una manager" dice Ayako, con voce
incoraggiante.
Io e Ryo-chan stiamo per
fare anche noi affermazioni molto propositive, quando mi accorgo che Kaede
ha assunto una strana espressione.
"Ayako, ma…"
inizia.
E noi restiamo in
silenzio, incuriositi.
"Ayako, ma…credi
che ti resterà del tempo libero?" chiedo, sperando che dal mio tono
non traspaia la mia preoccupazione; ho appena preso coscienza di un
particolare spiacevolissimo…non che non lo sapessi già, ma non mi era
ancora mai apparso in tutta la sua gravità e concretezza.
Lei si acciglia
leggermente: "Scusa, Ru, ma non ti seguo…Spero bene che mi resti
del tempo libero, non è allettante il pensiero di passare le mie giornate
chiusa nelle aule universitarie…ma perché me lo chiedi?".
"Potresti venire qui
ogni tanto? A dare una mano?".
Non credo che mi
capiscano: mi fissano tutti e tre, anche il mio do’aho, come se fossi
impazzito e per questo decido di essere più chiaro: "Per dirla
tutta, mi dà fastidio che sia rimasta la Akagi come manager proprio
nell’anno in cui sono IO il capitano!!! Potresti passare di qui, ogni
tanto, per darle una mano? Non penso che il signor Anzai farebbe
problemi".
Ora hanno capito.
Ne fanno indizio le
risate di Miyagi e del mio do’aho e l’espressione divertita di Ayako
mentre mi parla: "Ancora con quella storia, Ru? Ma ad Hanamichi non
piace più Haruko…anche se forse tu piaci ancora a lei!" e mi
strizza l’occhio con l’aria di chi la sa lunga.
"Davvero?" si
incuriosisce Miyagi.
"Pare…"
allude lei.
"Te lo ha detto
Haruko? Ma io la strozzo!!" fuma nero Hanamichi.
NON LO VOGLIO SAPERE!!!
Non mi interessa se le
piaccio ancora o meno e ci manca pure che il mio Hana diventi geloso anche
della Akagi!!! Meglio sviare il discorso…
"Non lo dicevo per
quello, Ayako…è una vecchia storia che non c’entra niente…io
parlavo proprio di lei come manager e lei non è come te, se capisci che
intendo…". Non è una ragazza cattiva, lo so, e non ha scelto lei
di essere stupida…o forse non è stupida, solo un po’ infantile, sì…mi
dà talmente fastidio quando arrossisce guardandomi!!!! Ma non è nemmeno
questo il punto.
Il punto è che quella
ragazza non può stare su una panchina a incitare la squadra, è ancora
troppo legata al suo tifo da stadio fatto di gridolini ed essere manager
non significa soltanto distribuire bevande e tenere il conto dei tiri:
Ayako sapeva trovare le parole giuste per spronare i miei compagni che ne
avevano bisogno, quando il tempo stava per scadere e noi stavamo sputando
sangue sul campo, sfruttando ogni secondo rimastoci…
"Ho capito bene cosa
intendi, Ru…magari quest’anno sarà un po’ più grintosa, non si sa
mai: in fondo è la sorella di Akagi…" commenta lei, con un tono
indulgente che le ho sentito di rado.
Ma, dalle nostre
espressioni, capiamo che non ci crede nessuno di noi quattro. Subito dopo,
Ayako guarda il suo orologio, si volta verso Miyagi: "Si è fatto
tardi" dice semplicemente e non deve aggiungere altro.
"Uff…- sbuffa lui,
ma è uno sbuffo un po’ triste- Cercheremo di passare a trovarvi il
prima possibile, ma avremo un sacco di impegni…magari riusciremo ad
organizzare un’uscita serale, eh?" propone, rianimandosi.
A questa idea Hanamichi
si riscuote dal broncio che lo aveva colpito e pare entusiasta della
proposta: "Grande!!! Con una puntatina in sala giochi! Ok,
quando?" è già partito in quarta…
"Dacci il tempo di
organizzarci, Hanamichi, e poi vi faremo sapere!!! Nuovi corsi, nuovi
orari, nuovo club, siamo un po’ confusi, sai…non è facilissimo
abituarsi. Però, Ru, ti prometto che farò di tutto per venire qua come
mi hai chiesto…" e mentre parla Ayako inizia già ad avviarsi verso
il cancello della scuola, tirandosi dietro Miyagi.
I due ci salutano, prima
di uscire dallo Shohoku, e noi ricambiamo; ma quando mi volto verso di
lui, mi accorgo che il mio Hana sorride di un sorriso velato…
"Oi do’aho".
"Che c’è, stupida
volpe?" risponde con il nostro scambio di battute più famoso e
collaudato.
Io alzo appena il viso
verso il cielo: "Per tutti noi sta per iniziare un periodo
d’oro…abbiamo il mondo di fronte, con tutte le prospettive che può
offrire…" gli dico, in tono deciso.
Lo penso veramente:
finite le superiori, di fronte a noi si spalancheranno possibilità
infinite su come gestire la nostra vita, il basket…è così, per questo
te lo sto dicendo. Io non sono una persona che si volti indietro o che si
senta legata al passato, ma non credere che non ti capisca, amore mio…
O che non capisca Miyagi.
So che questa atmosfera
di aspettative e di nuovi orizzonti si mescola alla consapevolezza
malinconica dell’irreversibilità del cambiamento, di quel che è stato
e non sarà più…lo percepisco io e quindi mi rendo conto di cosa sia
per te, Hana… Ma in fondo lo sai anche tu che è così che deve essere,
che è il naturale corso del tempo. E tu sembri leggermi nel pensiero
quando dici a bassa voce, in quel tuo modo strano perché la tua voce non
è fatta per parlare piano: "E’ il tempo che passa, lo so…".
Anche se forse non è del
tutto corretto.
"Forse non è il
tempo a passare…" mormoro io, per non essere davvero udito; forse
non è il tempo a passare, forse sono le persone che lentamente se ne
vanno e lo so che è strano sentir parlare e pensare così due liceali, ma
noi l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle l’inesorabilità di momenti
troppo brevi per portare aiuto ad un padre sofferente e di altri troppo
lunghi per una malattia che non perdona… non mi piace pensare al tempo
che passa, inevitabilmente rivedo di fronte a me il volto di mia madre
com’era l’ultima volta che l’ho avuta di fronte, con i primi segni
di consunzione…
Io non penso spesso al
passato: per la mia famiglia significa brutti ricordi o rimpianti e io
odio entrambi…specie i rimpianti. Ho ripromesso a me stesso che non dovrò
mai rimpiangere niente nella mia vita, per questo voglio dare e ottenere
il massimo… Io non sopporterei mai di abituarmi a convivere con dei
rimpianti, come capita a coloro che poi si ritrovano a dover ripensare a
tutto ciò che non sono riusciti a trattenere nelle mani, alla felicità
intravista e sfiorata e lasciata andare per incuria o per debolezza.
Non è questo che voglio
per me. Per noi. E neanche tu.
Per questo ti dico che i
cambiamenti che stiamo vivendo sono positivi: questo è il nostro momento,
Hana, da qui costruiremo il futuro!
Sfioro leggermente il
braccio del mio do’aho; lui avverte il mio tocco, si volta verso di me e
mi sorride: "E’ tutto ok, kitsune, non credere!! Non mi piace
quando parlo così, sembro mio nonno…è indegno del tensai!!" e
ride nel suo modo più allegro, anche se oggi sembra stonato.
Non scusarti per essere
sensibile, Hana…
"Già… sei
lamentosissimo…" dico con un tono che vorrebbe essere pungente e
che invece è solo leggero e lui se ne accorge.
"Volpe artica!! Io
non sono lamentoso! È solo che…"e si stringe nelle spalle,
sorridendo un po’ imbarazzato mentre cerca le parole più adatte.
Ci fissiamo negli occhi.
"E’ solo
che…" ripete lui, bloccandosi di nuovo.
"E’ solo che"
dico io e la mia è un’affermazione che non ha bisogno di un seguito.
L’intervallo del pranzo è finito e noi ci avviamo in silenzio verso la
scuola, per tornare in aula. Le nostre mani si sfiorano nel camminare.
Lo so che è tutto ok,
Hana, e so anche che tu sei forte, ottimista e coraggioso e che non ti
tiri mai indietro; non è debolezza questo tuo momento di malinconia…la
avverto anch’io questa punta amara…il gusto agro-dolce di ciò che ci
si è lasciati alle spalle…
Parte seconda.- Il nuovo
capitano
"Cos’ha che non va
questo discorso?!" protesto vivacemente, di fronte all’ennesimo
foglio accartocciato da Kaede. E non solo!!!
Non contento, prende
anche la mira e lancia questa palla di carta dritta nel cestino, che è
all’angolo opposto della stanza!
Grr…
"Non ho intenzione
di imparare nessun tuo discorso" dice lui, con un tono un po’
indolente che però, non so perché, mi scombussola sempre quando lo
sento…
Be’, resta il fatto che
dovrà parlare!!! Incredibile, vero? Eheheheheh…
Qui, sul tavolo dello
spogliatoio, è ammonticchiata una pila di richieste di ammissione più
alta del solito: hanno presentato la domanda moltissime matricole,
attirate dal nuovo prestigio che il club ha acquisito vincendo il
campionato nazionale; senza contare che quest’anno il capitano sarà il
MVP Kaede Rukawa; e non dimentichiamo l’indubbio contributo che deve
certamente dare al club la mia presenza: sono o non sono il tensai? Sono
il miglior rimbalzista di tutto il Giappone, no? Logico che vogliano
giocare in squadra con me…
Ok, ora la questione è
un’altra!!!
"Allora che
dirai?" lo incalzo polemicamente, con ancora la speranza di potergli
dare qualche suggerimento.
Ma Kaede alza le spalle
come se la cosa non lo riguardasse, con il suo solito sangue freddo:
"Lo deciderò sul momento".
Sto per parlare di nuovo,
quando qualcuno bussa alla porta: un rumore quasi impercettibile, in
seguito al quale compare Haruko.
"Scusate…le
matricole sono già tutte in palestra…" dice e mi sembra agitata,
poi guarda la kitsune e arrossisce timidamente.
"Arriviamo"
risponde lui, atono e freddo e io annuisco.
Non ho ancora capito se
sappia di noi o no…cioè, io non gliel’ho mai detto apertamente e non
credo che l’abbia fatto il Gorilla…però, cavolo, bisognerebbe essere
davvero cretini per non capirlo!!!! Uhm…probabilmente non l’ha
capito!!!
Haruko sembra quasi
scusarsi mentre chiude la porta; Ayako ci avrebbe trascinati fuori senza
tanti complimenti…forse ha ragione Kaede, lei non è adatta a fare la
manager…comunque, il fastidio che mi dà il modo in cui guarda Kaede voi
non ve lo potete neanche immaginare!!!! Però…
Torno a osservare la mia
adorata volpe, che si sta sistemando sul braccio la sua inseparabile
fascetta nera; gli sorrido, perché mi piace tanto vedergli fare questo
gesto ormai familiare, e poi gli dico: "Se non fosse stato per lei io
non mi sarei mai avvicinato alla palestra di basket e se non fosse stato
per Hotta non sarei salito sulla terrazza della scuola, quel giorno, e
allora…" ma mi fermo, per un altro pensiero improvviso.
Ma che scemenza sto
dicendo?! Davvero voglio attribuire a queste due cretinate il potere di
avermi fatto i doni più belli della mia vita? Kaede e il basket…
"E allora?" mi
incita lui, fissandomi con quei suoi meravigliosi occhi di mare.
E allora niente.
"…allora, anche se
non mi fossi iscritto al club o se non fossi salito in terrazza, ti avrei
trovato lo stesso, kitsune!!" e rido, perché lui mi sorride.
Un sorriso piccolo,
leggero, luminoso, ma soprattutto SUO.
"Non mi saresti
sfuggito! Nulla sfugge al tensai…" proclamo, sfidandolo a negarlo.
E, giusto per ribadirlo, mi porto vicino a lui: gli cingo la vita e me lo
attiro contro. Kaede non dice niente, mi bacia sulla bocca e poi mi
mormora: "Andiamo in palestra?".
"Ok!" lo dico a
gran voce, ho ritrovato il mio entusiasmo dopo il momento di tristezza di
questa mattina; con passo deciso, mi avvio con lui.
Il nuovo anno di attività
del club di basket dello Shohoku ha ufficialmente inizio!!!
Il signor Anzai non è
ancora arrivato, si presenterà solo fra qualche giorno, come fece con
noi.
Me ne resto in piedi
davanti alla fila dei nuovi iscritti; accanto a me c’è Hanamichi, che
cerca di incutere timore alle matricole con il suo sguardo più feroce.
Poi c’è la Akagi, poco distante.
Loro hanno appena finito
di presentarsi dicendo nome, cognome, altezza e peso, ruolo di gioco, e
adesso aspettano che parli io.
Mi ricordo ancora
benissimo il mio primo giorno al club, il discorso di presentazione di
Akagi…il mio do’aho che mi diceva scemenze fin da allora…Di quella
squadra siamo rimasti io, Hanamichi, Ishi, Sasaoka e Kuwata. E ora io sono
il capitano e Hanamichi è il vice-capitano.
Alzo gli occhi sulle
matricole, facendo cessare il loro brusio. Ottimo, non ho dovuto neanche
parlare per ottenere questo risultato. E ora tocca davvero a me.
"Noterete ben presto
che io sono di poche parole, quindi ascoltate bene quanto sto per dirvi e
fate che vi rimanga impresso: l’obiettivo dello Shohoku è di vincere il
campionato nazionale per il secondo anno consecutivo!".
E io sarò nominato per
la seconda volta MVP: ma questo è il mio obiettivo personale e me lo
tengo per me.
"La squadra è molto
cambiata dall’anno scorso, ma non sarà questo a fermarci…non ci
accontenteremo di niente di meno e non ci sarà posto per chi non crederà
fino in fondo a questo traguardo" uhm…probabilmente è proprio il
discorso che avrei dovuto evitare, secondo Miyagi, ma non importa. Meglio
che sia tutto chiaro da subito…
Non avevo programmato
queste parole e non ne avevo parlato con Hana, ma mi accorgo che lui si
aspettava qualcosa del genere da me e mi rende tanto felice vederlo
grintoso ed esaltato fin d’ora…
"Giusto!!! Il tensai
vi porterà alla vittoria!!!" grida, con il suo atteggiamento più
fiero e sbruffone insieme.
Una mia gomitata gli
ricorda CHI porterà la squadra alla vittoria, ma ottiene anche di farlo
sbottare: "STUPIDA VOLPEEEEEEE!!!!!".
Le matricole ci guardano
con gli occhi spalancati, forse stupiti nel sentirmi dare della kitsune
dal do’aho, mentre noi ci fissiamo con sguardi scintillanti un po’ di
irritazione e un po’ d’altro. Soprattutto d’altro…
Posso sentirla così
bene, do’aho, l’adrenalina che ti scorre dentro più veloce…e tu
puoi sentire la mia?
Purtroppo dobbiamo
interrompere il nostro gioco di sguardi, visto che abbiamo un pubblico, ma
il resto della giornata scorre via tranquilla: tutti i nuovi iscritti
facevano parte del club di basket della loro scuola media e quindi nessuno
deve imparare i fondamentali; uno di loro viene dalla Tomigaoka, la cosa
mi diverte…
Noto che nessuno si
lamenta per i lunghi esercizi di riscaldamento, ma questo non significa
niente: è normale che ci sia entusiasmo nei primi giorni, sarà fra circa
due settimane che vedremo quanti di loro saranno effettivamente
rimasti…e altri scapperanno nel corso dell’anno, lo so. È così in
ogni club.
Facciamo provare loro i
tiri in corsa, per capire chi li sappia già fare bene e chi abbia bisogno
di ripetizioni; io e Hanamichi tiriamo per primi, poi ci fermiamo a bordo
campo per osservare le prove dei nuovi arrivati, per osservarli meglio. Ma
tanto so già come
risponderà lui, ad una certa domanda…
"Cosa te ne
pare?" gli chiedo; vediamo se è come penso…
"Bah, nessuno di
loro può aspirare ad essere il successore del tensai!" dice il mio
do’aho, squadrandoli dall’alto in basso e a me viene da sorridere alla
tua risposta, amore mio, perché avrei scommesso qualunque cosa che
avresti detto così…
Riportiamo il nostro
sguardo sul campo da gioco, quando la nostra attenzione viene attirata da
una lite scoppiata fra due matricole poco distanti da noi.
"Deficiente, non
starmi in mezzo ai piedi!!! Lo fai apposta, vuoi farmi distrarre!!".
"Imbecille, chi ti credi di essere?! Sei solo una schiappa!!!".
I due stanno decisamente
per venire alle mani.
Io e Hana ci scambiamo
una rapida occhiata e lui mi fa un gran sorriso: "Mi sembra di averla
già vista una scena simile…".
Vista e vissuta.
"A volte la storia
si ripete, do’aho" commento io e lui ride, ma poi si addolcisce nel
dirmi: "Non se ne ripeterà mai una come la nostra, però…Io e te
siamo la coppia più bella!!" e fa un passo per stare più vicino a
me, sfiorandomi appena. Il massimo che ci sia concesso di fronte alla
squadra. Vorremmo baciarci, ma non possiamo: dovremo aspettare che gli
altri se ne siano andati.
Quando questo accade, noi
restiamo da soli nello spogliatoio; io me ne sto vicino alla finestra a
leggere velocemente un foglio che mi ha lasciato Ayako: è un elenco delle
squadre della prefettura e vi scorgo due nomi nuovi. Evidentemente due
scuole hanno inaugurato quest’anno il loro club di basket e la cosa mi
fa piacere…sono altri avversari da battere, è vero, ma non posso non
gioire di una maggiore diffusione del basket nel mio Paese.
Mi scopro intento a
fissare i nomi di tre squadre in particolare e mi adombro leggermente.
Hanamichi è seduto su
una delle panche e come sempre è attento ad ogni più piccola espressione
del mio viso.
"Cosa c’è,
kitsune?".
"Niente…dai
un’occhiata qui…" e gli porgo il foglio, avvicinandomi a lui.
Lui lo prende e lo scorre
rapidamente, poi mi guarda: "Sono le solite squadre!" dice, ma
io scuoto subito il capo: "In un certo senso non lo sono più…"
e allora capisce cosa intendo e si acciglia un po’ anche lui, forse sta
riprovando le sensazioni di stamattina, di malinconia e tristezza…
Nel Kainan non ci sarà
più Jin; nello Shoyo già dall’anno scorso non ci sono più i membri
del quintetto che avevamo sconfitto due anni fa; nel Ryonan non ci saranno
più Sendoh, Koshino e Fukuda, che si sono diplomati…
D’accordo, lo sapevamo,
ma ora vederlo nero su bianco è qualcosa che fa male… non per amicizia,
perché nessuno di loro era un nostro amico, anzi di loro in sé non credo
che ce ne importi granché, ma loro come parte di quelle squadre sono un
altro discorso… è stato contrastandoli che lo Shohoku si è forgiato,
si è costruito a poco a poco come squadra, quando nessuno avrebbe
scommesso uno yen su di noi…
Spero che troveremo
avversari altrettanto validi anche quest’anno, giocatori che sappiano
spronare anche solo palleggiando; sarà senz’altro così, ogni anno ci
sono nuovi bravi atleti…nuove sfide, nuovi scontri…non aspettavo
altro!!!
Guardo il volto incupito
di Hanamichi, ci penso su e decido di rischiare la mia incolumità
dicendogli quello che penso: "Hana, non fraintendere quello che sto
per dirti, ma il Ryonan senza Sendoh non sarà più il Ryonan…".
Lui alza gli occhi verso
di me: "Non mi piace che lo dica proprio tu, Kaede…però è la
verità…" e mi piace tanto che rimanga calmo, che non si alteri,
perché anche se è geloso ora sa anche che sto parlando di Sendoh come
giocatore e non per altro…
Però non voglio che
abbia ancora quell’espressione triste, voglio vederlo allegro, così gli
accarezzo i capelli e gli dico in tono serio: "Non ti preoccupare,
do’aho! In fondo ci rimane Kiyota..." e ottengo la reazione che
speravo.
"ARGH! LA
NOBU-SCIMMIA!!!!! Ma perché il grande tensai si deve ridurre ad avere
Nobunaga Kiyota come rivale??!! Che sorte ingrata…" sbotta lui e le
ombre si allontanano dal suo volto, come volevo io, e lui comincia una
lunga tirata sul fatto che anche quest’anno stracceremo Kiyota, che il
Kainan scenderà dal trono definitivamente e che così la Nobu-scimmia avrà
un’ottima scusa per farsi consolare alla grande da Maki…
"E comunque nel
Ryonan ci sarà sempre Hikoichi Aida" aggiungo.
"AAAAAARGH!!!!!
Dimmele piano queste cose, kitsune!!!!" strepita, anche se so che in
realtà non ha niente contro quel petulante pseudo-giornalista.
Io fingo di non dargli più
retta: "Non devi più chiamarmi ‘kitsune’ davanti alla squadra:
ora sono il capitano. Sono anche il TUO capitano" gli ricordo, con
quel mio tono che lui trova tanto indisponente e che io mi diverto ad
usare per questo…
"Ti chiamo
‘kitsune’ quanto mi pare, stupida volpe!!- reagisce lui, alzandosi e
portandosi di fronte a me, carezzandomi una spalla nuda- Lo so che sei il
capitano…ma per me sei sempre e comunque il MIO Kaede!" e sorride,
prima di baciarmi con passione e dolcezza.
È una delle cose che mi
rendono più contento: sapere che per lui sono solo ‘Kaede’…
Parte terza.- One on one
Questi primi giorni di
scuola scorrono via tranquilli e così gli allenamenti del club; oddio,
tranquilli…a parte qualche lite furibonda tra me e la mia volpe, visto
che abbiamo metodi diversi per insegnare alle matricole…ad esempio, il
mio volpino non ha gradito che io abbia paragonato le finte ad una truffa
per spiegare meglio il concetto…
Ma la sua è solo invidia
per l’immensa fantasia del tensai, ci scommetto!!!
A parte questo, è tutto
a posto: il signor Anzai, che mi sembra un po’ più appesantito del
solito, è comunque in perfetta forma e Ayako ha mantenuto la sua
promessa. Ce la siamo ritrovata qui un paio di volte per dar man forte ad
Haruko, con grande sollievo di Kaede.
Anche oggi, come al
solito siamo rimasti solo noi due per un allenamento supplementare.
Torno in palestra dallo
spogliatoio, dove mi ero recato per bere, e trovo la mia kitsune al centro
del campo da gioco, che palleggia fissandomi negli occhi.
"One on one, do’aho?"
mi chiede, con voce profonda e con una traccia di malizia e un lampo di
sfida nello sguardo limpido. Era da tanto che non me lo chiedeva…
Gli sorrido apertamente,
sentendomi di nuovo carico di energie: "Ma certo, stupida volpe!!!
Preparati perché oggi ti straccerò, me lo sento…".
"Hn" lui alza
un sopracciglio con un’ironica espressione di incredulità.
Ho capito, la volpe vuole
la guerra…ed io di certo non mi tirerò indietro!!!!
Mezz’ora dopo abbiamo
terminato il nostro scontro e restiamo a guardarci, ansanti, sotto
canestro…La stupida volpe ha vinto per 20 a 14 e ora mi guarda in quel
suo modo così particolare: "Mi hai stoppato…" dice, con il
suo tono piatto, che potrebbe essere scambiato per indifferente da
chiunque tranne che da me: scommetto che la kitsune non sa se essere più
irritato per la stoppata subita o più contento per me che ci sono
riuscito, dimostrando la mia bravura.
Eheheheheheh…ebbene sì,
per una volta sono riuscito a stopparlo!!! Una volta soltanto, ma insomma,
cavolo, questa è la prova che ormai non sono più il principiante che ero
quando facevo il primo anno, no?! Ah, sono un mito!!!
"Però hai anche
colpito il ferro tre volte e mandato la palla due volte al di là del
tabellone" puntualizza lui, con fermo distacco.
Ah…ehm…sì, in
effetti è successo…
Vabbe’, che c’entra?!
Mi punto le mani sui fianchi, guardandolo biecamente, per proclamare:
"L’ho fatto di proposito, per non umiliarti, kitsune!! E’ stata
una prova della mia generosità, dovresti ringraziarmi…".
Ci crede? No, non ci
crede…sigh…
Però ora il suo viso
stupendo si distende divertito nel dirmi: "Stiamo andando bene, do’aho…dobbiamo
continuare con questo ritmo di allenamento: maggio non è poi così
lontano!".
Già, a maggio saranno
resi noti gli abbinamenti per le partite del campionato della nostra
prefettura.
"Saremo
prontissimi!- lo assicuro io per poi avviarmi verso lo spogliatoio-
Lasciamo pure tutto così, kitsune: ci penseranno domani le matricole a
mettere a posto…ah, quanto mi diverto a poterlo dire io,
finalmente!!!" se ripenso a quanto tampinava il Gorilla con le cose
da mettere a posto…
Quando arrivo
nell’altra stanza, infilo la testa sotto l’acqua e inizio a
rilassarmi. Mi sento davvero bene…
E la cosa strana è che
in questi giorni io sono il solito esagitato di sempre, però dentro di me
non mi sono mai sentito così tranquillo…oddio, io tranquillo?!
Uhm…non proprio…forse è più esatto dire che mi sento in pace, perché
va tutto bene: sono il vice-capitano dello Shohoku, i miei voti a scuola
sono di gran lunga migliorati e i professori sono più ben disposti,
diciamo che ora mi considerano un soggetto recuperabile…e poi ci sono i
due grandi amori della mia vita: Kaede e il basket!!! Dedicarmi con così
tanto impegno al mio sport mi dà una carica eccezionale! Come dite? Che
Kaede vi sembra ancora più preso di me da questo nuovo inizio? Be’ ma
è impossibile raggiungere i suoi livelli…e la cosa buffa è che lui se
ne stupisce, di questo, secondo lui tutti dovrebbero nascere con il
pallone già fra le mani e dire ‘basket’ come prima parola!!!
Però ora posso
capirlo…sì, ora che anche io ho uno spirito sportivo e che lo sport mi
è entrato nella testa come modo di vivere e di assaporare la vita, adesso
lo capisco. Rialzandomi mi stiracchio, ma quando mi guardo intorno scopro
che la kitsune non mi ha ancora raggiunto per cambiarsi.
COSA DIAVOLO STA
FACENDO?!
No, non ditemi che ha
intenzione di allenarsi fino a notte fonda!!! SIIIIIGH!!!!! Ne è
capacissimo…
Un po’ svogliatamente
torno in palestra, pronto a tutto, anche a trascinarmelo via: "Oi
stupida volpe, cosa…" uh? E ora cosa ha in mente?!
Kaede sta finendo di
chiudere le porte della struttura, poi si gira a fissarmi e mi chiede:
"One on one, do’aho?" con un tono basso e sexy che mi mette i
brividi e subito dopo si avvicina con il suo passo felino.
"Eh?" ma
come…di nuovo?! Cioè…abbiamo appena finito di allenarci e…uhm…però
il suo tono non era propriamente ‘da allenamento’…
Lui mi circonda il collo
con le braccia, sorride leggermente di fronte alla mia espressione
confusa, mi spiega: "Sto parlando di un altro tipo di one on
one…".
Ah, ecco, ora è chiar…un
momento!!!
"Vuoi farlo qui?! In
palestra?!" per un momento mi prende il panico! E se ci fosse
qualcuno degli altri club ancora in giro? E se ci sentissero? E se
arrivasse il custode? E se arrivasse il preside?!
Ma poi guardo Kaede ed è
uno spettacolo, perché mi sorride maliziosamente ma allo stesso tempo ha
anche le guance lievemente arrossate mentre mi mormora: "Sì, in
palestra…sai, un campo da gioco è il posto a cui tengo di più dopo la
nostra camera…mi piacerebbe fare l’amore con te proprio qui, almeno
una volta prima del diploma…ti ricordi quando, su questo pavimento, ci
rotolavamo per prenderci a pugni?" e il suo atteggiamento sensuale ma
anche così innocente da farlo arrossire mi manda in estasi, giuro…
Lui si protende e ci
baciamo con passione e il suo bacio fa svanire ogni mia remora, accendendo
subito il mio desiderio.
Quasi senza accorgermene,
mi ritrovo a terra, sdraiato su di lui, con le sue mani fra i miei capelli
e le mie sotto la sua maglietta, sulla sua pelle morbida e calda…Lo
bacio divorandogli le labbra, cercando la sua lingua con la mia,
eccitandomi per l’ardore con cui lui mi ricambia…
A fatica, mi separo per
un attimo dal suo sapore, gli bisbiglio: "Starai scomodo, così
premuto contro il parquet…" anche se in questo momento non saprei
trovare la forza per fermarmi e cercare di raggiungere lo spogliatoio.
"Non me ne accorgerò
nemmeno, Hana…" mormora Kaede, con un lieve sorriso.
Io mi sollevo da lui per
liberarmi della maglietta e lo guardo mentre si sfila la sua e resta a
torso nudo…e lui mi guarda a sua volta, invitandomi a prenderlo, e
davvero io non so resistere…
Kaede prende il mio viso
fra le sue mani, lo attira a sé, mi guida in un bacio languido e sensuale
e, quando ci separiamo, lo vedo ansante quanto me…ed io inizio ad
accarezzarlo, passo le mie mani sul suo torace, una, due, tre e poi
infinite volte, con infinite carezze sul suo corpo meraviglioso…mi chino
a baciarlo sul petto e lui geme, inarcandosi leggermente…
"Avanti, Hana…"
sussurra Kaede, un suono invitante ed irresistibile per la mia testa, per
i miei sensi, per tutto il mio essere che vuole soltanto trovare rifugio
nel suo… Velocemente, lo spoglio dei calzoncini e della biancheria, mi
spoglio anch’io e lo guardo mentre si offre a me e perdo la
testa…entro dentro di lui e ho la certezza che lo vorrò sempre, che non
ne avrò mai abbastanza, che non sarà mai abbastanza, no, non lo sarà
mai e ho deciso che non mi va più di sentirmi un hentai solo perché ho
continuamente voglia di fare l’amore con lui, sempre, a casa, dopo gli
allenamenti, anche dopo le partite…e lo desidero così tanto perché lo
amo così tanto… è un sentimento così totale, il mio amore per lui,
che ci sono momenti in cui mi sento il cuore scoppiare nel petto anche
senza sfiorarlo, momenti in cui mi basta stringerlo dolcemente a me per
trovare l’appagamento più totale, ad altri in cui mentre penso che lo
amo ho una tale percezione fisica di lui e del suo corpo da provare il
bisogno immediato di averlo…io sono un istintivo, ma in quegli attimi mi
devo trattenere, perché se seguissi l’istinto allora dovrei solo
trascinarlo a terra e possederlo, incurante del mondo intorno a noi…e so
che se, in preda alla follia, lo facessi sul serio lui non si tirerebbe
indietro e questo pensiero mi stordisce, mi fa diventare pazzo…o forse
già lo sono, ma non me ne frega niente…lo penetro più a fondo quando
sento le sue gambe serrarmi i fianchi e lo guardo in viso e Kaede non è
soltanto bellissimo, no, lui è una visione incantevole e desiderabile che
mi spinge a volerlo sempre di più e mi eccito sentendolo gemere sotto la
mia bocca, sotto le mie mani, sotto il mio corpo…ora è totalmente
abbandonato a me, il suo sguardo è languido, ma
la sua voce è decisa nel chiedermi di prenderlo ancora, di dargli
piacere, sempre di più…
Kaede grida…e io con
lui…
Hanamichi si scioglie
dentro di me, portandomi all’estasi…
Fa quasi impressione il
silenzio che cala sulla palestra, dopo le nostre grida, ma è anche
qualcosa di caldo e avvolgente, che a suo modo prolunga la passione di
poco fa…
Hanamichi si allontana da
me ma, prima che possa cercare di trattenerlo, mi tira contro di sé,
facendomi stendere addosso a lui, facendomi poggiare la testa sul suo
torace.
Sento la sua mano fra i
miei capelli.
"Così stai più
comodo, Kaede?" mi chiede affettuosamente, come se mi stesse
coccolando.
La mia risposta è un
sospiro di appagamento; strofino il volto sul suo petto, inspirando il suo
profumo, sentendo il calore della sua pelle accaldata, ascoltando il
battito del suo cuore che torna regolare in questi attimi di riposo e il
pensiero che sia accaldato per me,
che il suo cuore battesse freneticamente per l’ardore con cui mi
possedeva mentre facevamo l’amore mi provoca un nuovo brivido di
piacere…e torna anche il desiderio…
Inizio a baciarlo sul
torace…baci leggeri e altri più appassionati, quasi a lasciare il segno
delle mie labbra sulla sua pelle dorata…poi comincio a muovermi,
scivolando lentamente sempre più giù…sento subito i suoi gemiti, come
speravo, e mi eccita l’idea di portarlo nuovamente al culmine dopo tutta
la passione di poco fa, così come mi eccita la sua mano premuta sulla mia
nuca…
"Kaede…Kaede, tu
mi farai diventare pazzo…" mormora, dopo essersi ripreso, il mio
do’aho; io mi struscio sul suo corpo, fino a poggiare il capo sulla sua
spalla. Gli accarezzo lentamente le braccia, ci rilassiamo insieme, in
silenzio… Emetto un piccolo gemito quando Hanamichi mi cinge con forza,
si gira e mi fa finire di nuovo sotto di lui, quando si china a baciarmi
la bocca, la gola, il petto…
"Oi kitsune?"
perché deve parlare proprio ora…?
"Mm…".
"Hai altre fantasie
da voler realizzare qui in palestra?" mi chiede, divertito.
"Do’aho!!!"
è la mia eloquente risposta. Che cavolo di domande fa?!
Ma lui ride e poi dice più
dolcemente: "Perché in caso contrario potremmo andare a casa, Kaede…lì
lo faremmo più comodamente…" e la sua voce è gentile nel dirlo e
io provo un brivido per questa allusione alle ore di passione che ci
attendono, ma mi commuovo anche per la sua dolcezza…
"Forza, volpino!!
Recuperiamo i vestiti che abbiamo sparso qua intorno e catapultiamoci a
casa!!!" dice ancora lui, di slancio e facendo per alzarsi, ma io lo
trattengo dopo essermi reso conto di una cosa.
"Con calma, do’aho!
Guardati intorno…non possiamo lasciare il campo in queste condizioni!
Dobbiamo sistemarlo noi o domani alle matricole verrà un colpo…"
gli faccio notare, richiamando la sua attenzione sul parquet.
Lui lo fissa con aria
sconsolata, poi si lamenta: "Ma io volevo andare subito a
casa!!!" piagnucola.
Io mi infilo i boxer
mentre gli rispondo: "Resisteremo…intanto andiamo a farci una
doccia…".
"Oh, sì!!!!!"
si illumina lui, fraintendendo le mie intenzioni; io intendevo proprio una
doccia…quindi provvedo a smontarlo: "…così potremo iniziare a
sistemare la palestra" e ovviamente il mio do’aho non gradisce.
"SIIIIIIIIIIIIIIIIGH!!!!!!!!!!!!".
"Hn" meglio non
dargli spago quando fa così…
Alla fine sospira di
rassegnazione e si riveste anche lui della biancheria, alzandosi e
raggiungendomi mentre mi sto avviando verso lo spogliatoio; mi prende per
la spalla inducendomi a voltarmi e mi strizza l’occhio con complicità:
"Ok, è una scocciatura, ma ne è valsa la pena!!!".
E io gli lancio a mia
volta un’occhiata maliziosa: "Sicuramente, Hana. Ti risulta che io
faccia mai qualcosa che non valga la pena?".
Parte quarta.- Uno più,
uno meno…
È arrivato anche maggio.
Questo significa
principalmente che stanno per iniziare le eliminatorie per conquistarsi
l’accesso alle finali della prefettura e così finalmente sapremo chi si
dovrà scontrare con noi, che siamo la testa di serie del nostro
girone…probabilmente sarà lo Shoyo, che non naviga più in buone acque
da quando si è diplomata la formazione che avevamo battuto due anni
fa…già, ormai sono due anni…
È strano come si sia
ribaltata la situazione fra lo Shohoku e lo Shoyo, vero? Prima erano loro
quelli da temere e da sconfiggere, nel nostro girone…
In palestra va tutto
bene: la volpe è dispotica come capitano, però ad esempio non ha avuto
da ridire sul fatto che insegnassi io alle matricole il modo migliore per
prendere i rimbalzi!!! Eheheheheh…io sono il dio dei rimbalzi!!!
Insomma, è tutto a
posto: nonostante i molti elementi nuovi la squadra ha trovato subito un
suo affiatamento! Lo Shohoku funzionerà bene anche quest’anno,
vedrete...
E poi io e la kitsune
riusciamo a vederci abbastanza spesso con i nostri amici: siamo andati
davvero in sala giochi con Miyagi, Mitsui e Kogure e una volta siamo
riusciti a cenare
fuori tutti insieme; devo dire che questo ha fatto svanire un po’ la
malinconia che ho provato nei primi giorni e me la fa svanire anche vedere
questa luminosità sul viso del mio Kaede, che ora mi cammina al fianco
mentre torniamo a casa.
È contento di come vanno
le cose, lo percepisco bene: dal suo sguardo sempre concentrato, certo, ma
anche più limpido che mai; dalla rilassatezza che ha il suo corpo quando,
di notte, lo stringo fra le mie braccia.
Sorrido e mi avvicino
maggiormente a lui e il mio volpacchiotto mi guarda di sfuggita, come per
invitarmi ad accostarmi ancora di più. Eheheheheheheheh…a questi suoi
ordini sono sempre contento di obbedire!!!!
Camminiamo lentamente,
senza fretta, prendendocela comoda: decidiamo tacitamente di percorrere la
strada che costeggia il parco, ma io ho voglia di respirarla meglio
quest’aria di primavera, ho voglia di sentirmi nei polmoni il risveglio
della natura e quindi ho un’idea. Geniale, naturalmente!
"Oi kitsune, perché
non passeggiamo per un po’ nel parco?" anche se così allungheremo
il tragitto, ma che importa?
"Hn" è la sua
sola risposta, ma poi vedo che cambia anche lui direzione e che segue i
miei passi senza protestare.
Una volta circondati dal
riposante verde del parco, iniziamo a parlare: una conversazione pacifica
sugli allenamenti e sul campionato, anche se io non vedo l’ora di
tornare a casa per dedicarci ad argomenti più…uhm…diciamo ‘personali’!
Tanto avete capito, no?
Mentre la mia testa vaga
per questi piacevolissimi pensieri, però, lui si blocca di colpo e si
guarda intorno come se cercasse qualcosa o qualcuno.
Io lo fisso incuriosito:
"Oi Kaede, che ti prende?".
"Mi è sembrato di
sentire…" ma non finisce la frase e si fa ancora più attento, in
ascolto di qualche suono che io tuttavia non avverto. Be’, su questo non
rinuncio a prenderlo in giro!!!
"Ehi, credi di avere
davvero l’udito fino di una volpe? Ti stai immedesimando troppo, kitsune!"
e rido per la mia stessa battuta, ma lui si porta un dito alle labbra,
facendomi segno di tacere.
"Ssssh…sta’
zitto, do’aho! Da quella parte…" e ci si dirige subito,
afferrandomi per un polso e trascinandomi dietro di sé, incurante delle
mie proteste: "Stupida volpe, cosa diavolo puoi aver senti…to…"
oh, no!!!! No, no, no!!!
Con un luccichio di
trionfo negli occhi, come a dire io-ho-sempre-ragione-cosa-credevi?, il
mio Kaede mi indica le radici di un albero contro cui si sta riparando un
gattino tremante e miagolante…
Oooh…certo è proprio
carino!!! Un batuffolo di pelo bianco e grigio piccolissimo, che deve
avere solo un mese e mezzo…è tutto spaventato…che carin…NO!!! NON
DEVO ASSOLUTAMENTE PENSARLO!!!! O SARA’ UN DISASTRO!!!!
Quasi con terrore,
osservo Kaede che si china per prenderlo in braccio ma, prima che possa
dire una qualsiasi cosa, lo precedo e sbotto: "No!!! Toglietelo dalla
testa, idiotissima volpe!!! NO, NO E NO!!!!!!".
Kaede si acciglia:
"Perché urli tanto, do’aho?!" e mi fa il suo temuto sguardo
assassino.
Io abbasso la voce, ma
non cambio il mio tono imperioso: "Lo so che cosa hai in mente,
kitsune! Ma cinque gatti sono troppi…quindi NO!!! Sarò irremovibile,
volpaccia, e…NON PROVARE A CONVINCERMI COSI’!!!!!!" ma lo sapete
cosa ha avuto il coraggio di fare questa dannata e scaltra volpaccia??!!
Mi ha messo il gattino in braccio!!! E questo cosetto, come se non
bastasse, mi sta leccando la mano! È una congiura per intenerirmi,
approfittando dell’immensa sensibilità del genio Sakuragi!!! Con uno
scatto d’orgoglio, rimetto la palla di pelo fra le mani di Kaede,
neanche scottasse, poi gli ripeto: "Ho detto di no e quando dico no
è NO!!! Ricordati sempre che io sono Sakuragi il duro&puro e quando
dico una cosa è quella e…eh?".
Che faccia stupita, amore
mio…
Non te lo aspettavi,
vero?, che avrei posato a terra il micio…ma vedrai, ora, Hana, come
riuscirò ad ottenere quello che voglio, ossia portare il gatto a casa! Mi
accontenterai senza neanche accorgertene…
"E ora che stai
facendo?" mi chiede il do’aho, con gli occhi sgranati, osservando
le mie azioni.
Io lo guardo con la mia
faccia più inespressiva e alzo le spalle: "Hai ragione, do’aho:
cinque gatti sono troppi. Andiamo?" e, detto questo, mi avvio di
nuovo lungo il sentiero del parco.
"Ma...kitsune…"
è sorpreso, lo sento dalla voce, forse perché non è abituato a che io
gli dia retta o forse perché gli sembra troppo strano che io ceda così
facilmente. "Vieni, do’aho, si sta facendo tardi!" lo chiamo e
lui mi raggiunge, ma con la coda dell’occhio mi accorgo che ci segue
anche qualcun altro, proprio come volevo…
Hanamichi mi si affianca
continuando a parlare: "Mi fa piacere che stavolta tu abbia capito
subito che il tensai ha ragione. Cinque sarebbero stati veramente
troppi!".
Hn.
"MIAAAAAOOO!!!!".
Sorrido fra me e me a
questo miagolio, mentre guardo di sfuggita il mio do’aho che si blocca e
si volta bruscamente, per poi agitarsi: "Ma cosa…kitsune!! Il gatto
ci sta seguendo!!!".
Fortuna che per me non è
uno sforzo rimanere impassibile o in questo caso sarebbe davvero
difficile…ma io sono Kaede Rukawa e ci riesco benissimo, come riesco a
rispondergli con voce atona: "Ormai conosce il nostro odore, ma non
ti preoccupare: prima o poi si stancherà" e faccio per riprendere il
mio cammino.
Lui mi raggiunge di
nuovo, ma noto che non può fare a meno di voltarsi indietro ogni tanto.
"Kitsune, quel
cosetto continua a seguirci!!" mi sibila, vagamente angosciato,
tirandomi la manica della giacca.
"Vedrai che, non
appena usciremo dal parco, smetterà di venirci dietro" sentenzio.
"MIIIIIIIAAAAAOOO!!!".
"Kaede, prima non
miagolava così…" sbaglio o la voce di Hana ha un tremito? Uhm…
"Sta piangendo.
Sbrighiamoci ad uscire da qui e non lo sentiremo più" e affretto il
mio passo, anche perché sto facendo una fatica enorme per trattenermi dal
voltarmi e prendere in braccio il micio. Anche se dovrebbe mancare poco…
"MIAAAOOO!".
"AAARGH!!! Volpe
senza cuore!!!".
A queste parole mi volto
e vedo Hanamichi che si slancia sul gattino, raccogliendolo da terra e
puntandomi contro due furibondi occhi accusatori.
"Come puoi pensare
di lasciarlo qui?!- strepita, tutto alterato- Non vedi che ci si è già
affezionato?! E tu vorresti lasciarlo da solo nel parco? Basta, ho deciso:
ce lo portiamo a casa!!!" proclama in tono definitivo.
Proprio come volevo io…
"Massì, do’aho…è
vero che abbiamo già quattro gatti, ma a questo punto…uno più, uno
meno…" mormoro io, guardandolo di sfuggita e riprendendo a
camminare. Lo sento borbottare qualcosa al micetto, qualcosa tipo che è
stato fortunato ad incontrare sulla sua strada anche il tensai e non
soltanto una stupida volpe artica…e io sorrido, facendo in modo che lui
non mi veda…
Quando riusciamo
finalmente a tornare a casa, crollo sul divano e osservo il mio
volpacchiotto con la sensazione neanche tanto vaga di esserci caduto in
pieno… Riepiloghiamo: avevo detto che mai, per nessuna ragione al mondo,
sarebbe entrato qua dentro un altro felino e che sarei stato
irremovibile!!!
Risultato attuale: il
micetto miagola allegramente in braccio a Kaede.
Qualcosa non mi torna…
Sospiro sconsolatamente
mentre rifletto sul fatto che le mie capacità di persuasione o di
imposizione sul mio volpino sono pericolosamente vicine allo zero! Eppure
dovrei essere io la ‘parte forte’ della coppia, no?!
Uhm…considerando che già così Kaede fa sempre e comunque quello che
vuole lui, mi ritrovo a ringraziare di cuore la sorte di essere io il seme
fra noi due!!! Non oso neanche immaginare cosa ne sarebbe stato di me se,
oltretutto, fosse stato il contrario…
Riporto lo sguardo su di
lui, che si è cambiato ed è in calzoncini e maglietta, e lo guardo
mentre gioca con il gattino, dopo averlo posato sul tavolo del salotto; mi
sembra un cucciolo molto affettuoso…ora strofina il musetto contro la
guancia di Kaede, ora lo mordicchia affettuosamente e vedo che la mia
volpe è contento e rilassato e allora io sorrido e penso che non me ne
frega niente se non mi sono imposto su di lui e anzi sono caduto nella sua
trappola, perché tutto ciò che voglio è poter scorgere sempre quella
luce radiosa nei suoi occhi…
Lo sto ancora osservando
quando la mia kitsune si alza dalla sedia, prendendo in braccio il nuovo
arrivato.
"Eh? Dove vai?"
chiedo di riflesso io, quando vedo che fa per uscire dalla stanza. Vi
sembra che lo tampini? Nooooooo…è solo che voglio sapere dov’è, dove
va, che deve fare…
"A dargli da
mangiare" è la sua logica spiegazione.
Io mi accomodo meglio
contro i cuscini del divano e chiudo gli occhi, per riposarmi un po’,
chiedendomi distrattamente come reagiranno le altre quattro belve a questa
nuova intrusione…vabbe’, affari loro…mi arrivano dei rumori dalla
cucina, dev’essere Kaede che sta cercando qualcosa…pochi minuti e
arriva proprio lui, scuotendomi e mettendomi sotto il naso uno strano
aggeggio…
"Che diavolo è
questo?" gli chiedo, fissandolo con sospetto.
Lui mi guarda con
un’espressione da solo-tu-non-lo-sai-in-tutto-il-mondo, prima di
rispondermi: "E’ un biberon per cuccioli, do’aho…il gattino non
riesce ancora a bere bene dalla ciotolina…".
Io provo a scrutare
ferocemente l’animaletto: "Rompiscatole fin dal primo giorno,
eh?!" ma lui si strofina contro la mia mano e mi fa rinunciare ai
miei propositi bellicosi.
"E’ molto piccolo,
Hana…tieni: prova a dargli da mangiare!" mi esorta Kaede e io mi
ritrovo con il batuffolo di pelo in braccio e con il micro-biberon in
mano!
EH?! CHECCOSA?!
"Che dovrei
fare?!" mi agito, spaesato. Oddio…
"Imparare a dargli
da mangiare" mi ripete la kitsune, con un tono che non ammette
repliche. Per qualche secondo guardo alternativamente lui e il cucciolo,
poi scuoto la testa: "No! Ho…ho paura di…insomma, se inclinassi
male questo coso, il gatto potrebbe strozzarsi!!" dico, tutto d’un
fiato.
Kaede scuote la testa
irritato, facendo ondeggiare la sua bella frangia nera e sbuffando
leggermente: "Solo tu potevi pensare una cosa simile!!!- ma poi mi
fissa in silenzio per un po’, mentre io continuo a rimanere fermo ed
indeciso come un cretino, e alla fine mi toglie dalle mani gatto e
biberon, borbottando- Ripensandoci, un do’aho come te sarebbe capace di
farlo strozzare con il latte…".
A questo punto scatto
come una molla: "CHECCOSA STAI DICENDO, STUPIDA VOLPE?! SENTI,
FINCHE’ ME LO DICO DA SOLO VA BENE, MA NON PUOI ESSERE TU A DIRMELO!!!!
TU DEVI DIRE CHE IO SONO UN GENIO QUALUNQUE COSA FACCIA!!!" urlo,
paonazzo, recuperando il mio sguardo truce.
"Mpft!".
Mpft? MPFT?? Grrrr…
Senza pensarci, attiro il
suo viso al mio, affondando le mani nei suoi capelli, e SBONK!!! Una
testata, così impara!!! Leggera, però, eh! Anche se la voglia di
saltargli alla gola persiste, non ho più tanto cuore di fargli male! Le
nostre fronti sono ancora vicine, lui non si è allontanato più di tanto,
magari ora mi faccio perdonare con un bel bacio di quelli mozzafiato e…
SBONK!!!
"Ahiaaaaaaaaaa!!!
Maledizione, kitsune!!!" grido, furibondo. Non ci crederete, ma
questa malefica volpaccia mi ha restituito la testata!! E non solo…mi ha
fatto male!! Cioè, male…non esageriamo, al limite mi verrà un
bernoccolino…questo però non mi impedisce di imprecare, anche se Kaede
ignora le mie giuste proteste e addirittura se ne va in cucina per dare
finalmente da mangiare al gattino, che ha assistito a tutta la scena.
Speriamo che non gli venga un trauma…
Quando la volpe si decide
a tornare in salotto, io sto ancora borbottando, mortalmente offeso, con
le braccia incrociate sul petto e la faccia accigliata, pronto a protrarre
le mie rimostranze anche fino a domani, se necessario!!!
Ma tutti i miei propositi
svaniscono quando Kaede si avvicina con i suoi movimenti felini e
sensuali, si siede a cavalcioni su di me, mi prende il viso fra le mani
con il suo tocco lieve e mi bacia dolcemente là dove poco fa mi ha dato
quella dannata testata…
"Fa ancora male,
do’aho?" mi chiede con un tono che mi fa impazzire: dolce e
rocamente sexy nello stesso tempo.
Non aspetta neanche la
mia risposta; un altro bacio leggero, poi un altro, un altro e un altro
ancora…le mie braccia gli cingono la vita, stringono il suo corpo
stupendo, perfetto, coperto appena da questa inutile stoffa
fastidiosa…dalla mia fronte, le sue labbra passano sulla mia guancia,
sul mio collo…le mie mani si insinuano sotto la sua maglietta,
accarezzano la sua pelle calda…lui mi bacia l’incavo della spalla,
indugiando…
Io lo stringo più forte
e scherzo: "Kitsune, non mi sembra che tu mi abbia colpito anche lì…".
Lui preme e strofina il
volto contro la mia pelle: "Mm…sta’ zitto, Hana…ho voglia di
fare l’amore…".
Il mio cuore accelera i
battiti, basta questo suo mormorio per farmi morire di desiderio…gli
alzo il viso con la mano, chiudo la sua bocca con la mia, la esploro con
la lingua in un bacio che sembra durare ore…quando ci separiamo, abbiamo
entrambi il respiro affannato.
"Andiamo in camera,
Kaede…".
Ormai è scesa la notte
ed io ho sonno.
Torno in camera, dopo
aver sistemato tutti i miei gatti nelle varie ceste, compreso l’ultimo
arrivato; chiudo la porta della nostra stanza alle mie spalle e mi fermo
per un attimo a guardare Hanamichi: è disteso supino sul futon, con le
braccia incrociate dietro la nuca…ha gli occhi chiusi ed è a torso
nudo…
Credo proprio che
stanotte dormirò abbracciato a lui.
Lo osservo più
attentamente; Hanamichi non è bello, non l’ho mai considerato tale, ma
per me è molto di più…la sua allegria, il suo saper vivere con
entusiasmo e la sua grinta sono impressi a fuoco sulla sua faccia,
rendendola unica ai miei occhi…per niente al mondo rinuncerei alla sua
espressività…
Mi curvo su di lui, che
apre gli occhi fissandoli nei miei; passo una mano fra i suoi capelli
rossi e mi chino a baciarlo sulla bocca. Un bacio lungo, umido, languido.
Dopo cui mi rilasso su di lui, addossato a lui che mi abbraccia.
Adoro essere abbracciato
da Hanamichi e invece non dovrei sopportarlo, perché con ogni sua stretta
possessiva mi dice che io sono suo e appartengo a lui e questo andrebbe
contro ogni mio ideale di indipendenza e libertà.
Andrebbe.
Perché poi, in realtà,
mi fa impazzire essere soffocato dal suo calore, dalla sua energia che mi
fa scorrere il sangue più veloce nelle vene e allo stesso tempo mi dà un
senso di pace per la continua conferma del suo amore…
"Tutto a posto con
quei mostri, kitsune?" mi chiede lui, un po’ assonnato.
"Non chiamarli ‘mostri’,
do’aho!" protesto io, pizzicandogli un braccio per punirlo.
"Ahi! Hai sistemato anche il nuovo mostrino?" continua Hanamichi,
imperterrito, scherzoso.
Io mi stringo a lui:
"Hn. Dovremo trovargli un nome…" la mia voce si abbassa,
mentre il sonno prende il sopravvento. Chiudo gli occhi, sento le sue mani
che mi scivolano sulla schiena e, ancora più forte, avverto il sentimento
che ci lega scorrere a fior di pelle, sottopelle…
Ci addormentiamo sereni,
sapendo che ritroveremo intatta questa sensazione domattina.
Fine (per ora? ^^)
Cinque gatti possono
sembrare troppi…ma io , se potessi, ne vorrei anche dieci!!! ^^ e poi ho
scoperto che il sensei Inoue ha anche lui cinque o sei gatti!!!! ^^
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