Bene bene…ecco l’ultima fatica firmata Hira-chan il genio e Miyu la moffetta (moffetta a chi scusa??-___- NdMiyu)…ovviamente l’idea proviene da me (ma fin’ora ho lavorato solo io-__- NdMiyu)…come la schiavizzazio…cioè la collaborazione di Miyu…che anzi si è dichiarata entusiasta…(più o meno) e ora lasciatevi travolgere da questo nuovo mondo costruito su misura per i personaggi di Inoue! (ma tu guarda che poetica che sono a volte…)





X Dunk

parte I

di Hira-chan & Miyuki


Il mondo è strano.

Non si sa mai quali sorprese aspettarci da lui.

Io di certo non mi aspettavo di finire così.

Credevo di sapere tutto di me….sapevo che mi piaceva comportarmi da spaccone e certe volte da idiota, (la natura non si sopprime…NdH che vorrebbe dire?! NdS) sapevo di amare il basket come nessun’altra cosa al mondo, sapevo di non sopportare lo studio, anche se tentavo di impegnarmi per fare contenti gli altri…e sapevo che i miei genitori mi volevano bene ma allo stesso tempo non mi sopportavano. (sempre detto che con te uno psichiatra farebbe fior di milioni…NdH)

Voi direste che avevo una chiara idea di quello che ero e che volevo essere, o almeno sembrare. (e chi ha aperto bocca?! NdH)

Ma non ero a conoscenza della cosa più importante…..(hai già detto di essere idiota…che altro c’è di importante?! NdH Hira dacci un taglio…così non finiremo mai! NdMiyu …mi innervosisce quando dice cose ovvie…NdH)

E questo ha cambiato completamente la mia vita….perché questo mondo non accetta le stranezze o chi è reputato ‘diverso’.

Già…non avrei mai pensato che sarebbe finita così….

 

***************************************************

 

Era una tranquilla domenica pomeriggio. Il sole riscaldava con i suoi caldi raggi  l’aria, rendendola quasi afosa ed impossibile da respirare.

Nonostante il caldo di quelle prime giornate d’estate le strade, i giardini ed i negozi erano pieni di persone. In particolar modo, in un parco vicino alla costa, un gruppo di ragazzi stava disputando un’amichevole partita di basket per passare il tempo.

“Avanti! Forza! Non possiamo farci battere da quel branco di caproni! Difesa!” urlò uno dei ragazzi, rientrando nella propria metà campo.

“Branco di caproni a chi, razza di ameba insignificante che non sei altro!” rispose con rabbia uno degli avversari, che aveva un’insolita capigliatura rosso fuoco e stava avanzando con la palla in mano.

“A voi carotone! Non passerete mai!”

“A si? Non è quello che continui a ripetere da mezz’ora?” e con questo passò la palla ad uno dei suoi compagni, che fintò, ed una volta superato l’ostacolo gli restituì la sfera. Il rossino la prese e segnò da due.

“Cosa stavi dicendo prima?” chiese con un sorriso derisorio.

“Maledetto”

“Grande Hanamichi! Bel tiro!”

“Grazie Toshio! Ma che cosa ti potevi aspettare dal genio sublime!?” rise

“Su, ora prepariamoci a difendere ed a fregargli di nuovo la palla! Non devono avvicinarsi al nostro canestro!”

Il rossino corse alla propria posizione, seguito dai compagni. Faceva un caldo assurdo, era sudato da far schifo ma non si era mai sentito così bene. (sbaaavvvvvvvvv…NdHana_fanclub anche se puzza…basta che sia bagnato e lo trovano tutti sexy…NdH *ççççççççççççççç* NdHana_fanclub) Giocare a basket lo rendeva sempre felice e tranquillo. Gli faceva completamente dimenticare quello che accadeva attorno a lui. Percepiva soltanto il suo corpo in tensione, i suoi muscoli erano pronti a scattare in qualsiasi momento e l’adrenalina fluiva come un torrente in piena nelle sue vene.

Hanamichi sentì nuovamente la palla nelle proprie mani e senza pensarci schizzò in avanti, superando un avversario dopo l’altro, con lo scopo di arrivare a canestro. Non vedeva altro. Non sentiva altro. Era concentratissimo. Nessuno poteva fermarlo. (ehi! ma che scherzo è!? NdHira- come prego? NdMiyu- quello non è Hana! non gioca così bene quel carciofo! sembra Ru! NdHira- ehm…forse mi sono lasciata prendere la mano!^^;; NdMiyu- come osi!? io sono bravissimo!è_é NdHana- tzè…copione.. NdRu- Rukawa maledetto!è_é NdHana)

/E’ lì…lo vedo…ancora poco e l’avrò raggiunto….eccolo! Ora è mio!/ e pensando a questo spiccò un salto invidiabile e volò verso il canestro con il pallone in mano.

Sia i compagni che gli avversari trattennero il respiro di fronte al suo slam dunk. Era perfetto.

Hanamichi, dopo istanti che sembravano eterni, toccò il ferro del canestro con la mano e la sfera entrò con un lieve fruscio.

“Waaahh! Hanamichi sei stato grande!”

“Meraviglioso!”

“Quanto avrei voluto riuscirci io!”

Il rossino, però, percepiva le voci degli amici come suoni lontani mentre la sua mente cominciava a focalizzarsi di nuovo sulla realtà. Il suo cuore batteva all’impazzata e le sue vene sembravano inondate da fuoco liquido. (Hira posa la tanica di benzina…NdMiyu perché??? Vojo vedere i fuochi…ç_ç NdH te li fa vedere dopo Hana…porta pazienza…NdMiyu_conciliante ok…sigh NdH)

Proprio mentre la sua mano era ancora attaccata al ferro, questo cominciò a sciogliersi fino a sgretolarsi sotto il suo tocco, facendolo piombare di colpo a terra. Tutti i ragazzi rimasero allibiti di fronte a quella scena mentre Hanamichi atterrava di sedere sul cemento.

“Ahiaaaa! Porcaccia miseria che botta! Ma si può sapere che diavolo è successo!?” sbraitò quello furioso.

“Il…il…canestro…”

“Il canestro cosa!?” sbottò alzandosi in piedi e massaggiandosi il fondoschiena dolorante.

“Il canestro è….è scomparso….”

“Come sarebbe a dire ‘scomparso’?”

“Guarda là…” disse il ragazzo di nome Toshio, indicando quello che rimaneva del cerchio in metallo.

Hanamichi alzò la testa e rimase a bocca aperta. L’attaccatura del ferro al tabellone era  completamente distrutta, quasi ci avessero buttato sopra qualche acido altamente corrosivo o l’avessero segata. Ciò che rimaneva giaceva a terra sotto forma di polvere e colore scrostato.

“Ma….ma è assurdo? Com’è possibile?” chiese il rossino incredulo.

“E che ne so io!” rispose il ragazzo con cui si era messo a litigare durante la partita.

“Forse è stato il caldo….quel canestro era parecchio vecchio….ed il caldo cocente del sole e le varie intemperie degli anni devono averlo…uhm…danneggiato….” ipotizzò un altro.

“Beh….mi sembra un discorso sensato….”

“Si ma così non possiamo più giocare!” (il vero problema della vita! NdH)

“Dovremo aspettare che il comune lo faccia riparare” (allora stiamo freschi…NdH&Miyu)

“Ma ci metteranno un secolo! Noi intanto che facciamo!?”

Mentre i suoi amici discutevano sull’incidente e su dove trovare un altro campetto da basket dove giocare, Hanamichi lanciò una rapida occhiata al proprio orologio e lanciò un grido spaventoso.

“Oh noooooooooo!!! E’ tardissimoooo!!!!  Devo andare a fare la spesa prima di tornare a casa!!! Se faccio tardi mia madre chi la sente!!! Ciao ragazzi, è stato un piacere, ci vediamoooo!!!” e con questo raccolse a tempo di record la propria roba e schizzò fuori dal campetto sotto gli sguardi sbigottiti degli altri sette.

Correndo come un ossesso riuscì a comprare tutto quello che la madre gli aveva chiesto nel supermercato a qualche isolato dal parco e, nel giro di un’oretta abbondante, stava già facendo ritorno verso casa. Ormai, a forza di andare in giro a fare commissioni, era diventato un esperto in materia e sapeva sempre dove trovare quello che gli serviva.

Quel giorno ci era andato dannatamente vicino ma, ancora una volta, avrebbe evitato una bella ramanzina. Se non fosse successo quell’incidente con il canestro non avrebbe mai guardato l’ora e avrebbe rischiato per fare tardi e non portare a termine il lavoro assegnatogli dalla madre. Era felice di avercela fatta…ma il suo buon umore durò poco.

Man mano che si avvicinava alla sua abitazione, capì che la sua non sarebbe stata comunque una seratina piacevole. Infatti, già fuori dal cancello di casa, poteva chiaramente distinguere le urla adirate dei suoi genitori.

“Un’altra volta….”

Hanamichi sospirò sconsolato mentre avanzava verso la porta d’entrata. Mise a terra le due borse della spesa e tirò fuori le chiavi. Una volta dentro le voci dei genitori rimbombarono per le stanze come un martello pneumatico.

Passò davanti al soggiorno per rendere nota la sua presenza , anche se sapeva bene che era inutile. Quando quei due erano presi nelle loro liti poteva pure crollare il soffitto sulle loro teste che tanto non si sarebbero accorti di nulla. Quindi Hanamichi si diresse semplicemente verso la cucina, con la spesa in mano, senza dire una parola.

“Piantala di dire balle!! So benissimo che stai mentendo!!” urlò una donna dagli scuri capelli castani.

“Sei tu che sei la solita paranoica!! Ieri sera sono stato veramente a lavoro fino a tardi!! C’erano un sacco di documenti che dovevano essere catalogati, per questo mi sono fermato oltre l’orario d’ufficio!!” tentò di giustificarsi l’uomo.

“Ah si? Stronzate!!! Se davvero passassi tutte queste ore extra a lavorare saremmo già diventati ricchi sfondati! Invece non mi sembra che il nostro tenore di vita sia migliorato!!”

“Non mi sembra che tu ti sia mai lamentata del mio stipendio!! E poi non è colpa mia se la ditta paga una miseria gli straordinari!!”

“Di certo non è mia!! Anche io lavoro sai? E do anche io il mio contributo in questa famiglia!”

“Già…come se lavorare in un centro estetico fosse un gran impiego!”

Hanamichi sbatté sonoramente il portello del frigorifero, dove aveva appena finito di sistemare la spesa, poi si diresse in camera sua chiudendosi dentro.

Odiava quando i suoi genitori si comportavano a quel modo. Odiava sentirli litigare. Si continuava a ripetere che ormai ci doveva essere abituato. Quegli sfoghi di rabbia erano abbastanza frequenti, troppo per i suoi gusti, e le giornate di quiete erano dei veri e propri squarci di sole.

Il rossino si diresse verso la scrivania ed accese lo stereo, mettendo a manetta il volume. Ma le voci dei suoi avevano ancora la faccia tosta di farsi sentire sopra quella musica assordante. Non ce la faceva davvero più.

Si gettò sul letto e cercò di concentrarsi sulle parole della canzone. Per un po’ sembrò funzionare ma poi il suo cervello perse la concentrazione e tornò a sentire gli insulti e le accuse provenienti dal piano di sotto.

Certe volte era così facile isolarsi da tutto e da tutti ma ultimamente stava diventando sempre più difficile. Gli era insopportabile tutto quello e sentiva dentro di sé una rabbia ed una tristezza incontrollabile. Era spesso tentato di entrare in quel salotto ed urlare loro di smetterla una buona volta….ma sapeva che a nulla sarebbe servito se non a peggiorare la situazione.

Anche quel giorno la tentazione era forte ma si limitò ad afferrare il cuscino e sbatterselo sopra la testa, nel vano tentativo di tapparsi le orecchie. La rabbia era difficilmente tenuta sotto controllo.

“Tu non apprezzi minimamente i miei sforzi!! Le altre mogli sarebbero grate di avere un marito così dedito al lavoro come me!!”

“Si, nei tuoi sogni!! I mariti infedeli non hanno molto successo e lo so, lo so che tu mi stai mettendo le corna!!!”

“Stai farneticando!! Io non potrei mai……Yoko attenta!! La lampada!!”

“Cosa!? Oh santo cielo!! La lampada ha preso fuoco!! Stacca subito il cavo della presa! Ci deve essere stato un corto circuito!!!”

“D’accordo ma intanto prendi qualcosa per spegnere le fiamme!”

A questo seguirono dei rumori ma niente più urla. Hanamichi uscì da sotto il cuscino e fissò il soffitto sospirando. Il litigio sembrava essersi concluso ed il suo malessere interiore sembrò placarsi con esso.

/Che tipi i miei….ci voleva un tentato incendio per farli smettere….dovrò tenerlo presente la prossima volta che ricominciano…./

 

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Il giorno dopo a scuola Hanamichi raggiunse i suoi amici in cortile per il pranzo. Come al solito il suo gruppetto si era appropriato di un posticino all’ombra, sotto ad una serie di alberi.

“Ehi Hanamichi!!”

“Ciao ragazzi!” disse il rossino sedendosi sull’erba “Com’è finita ieri? Qualche novità sul canestro?”

“Qualcuna. Sospettiamo che siano stati alcuni tipi di una banda rivale….li abbiamo visti bazzicare attorno al parco dopo che te ne sei andato. Probabilmente ci hanno sabotato il campetto per divertirsi alle nostre spalle!” disse Toshio.

“Già…e noi stavamo giusto pensando di andarci a vendicare…che ne dici?” chiese un altro ragazzo dai capelli a spazzola di nome Keitaro.

“Mi sembra giusto! Loro hanno invaso il territorio del genio e si meritano una punizione!!”

“Ben detto!!”

“Cosa ne dici di andarli a cercare oggi pomeriggio?”

“Non posso….fino a mercoledì ho degli allenamenti intensivi col club di basket…la settimana prossima abbiamo una partita.”

“E la nostra vendetta?”

“Dovrà aspettare….tanto quelli mica scappano…e appena li becchiamo li conciamo per le feste! Lasciamoli vivere tranquilli ancora un po’ prima che si scontrino con la furia Sakuragi!” disse Hanamichi afferrando il suo pranzo e cominciando a divorarlo famelico.

“Ehi….caspita! Sei proprio affamato oggi”

“Devo accumulare forze per l’allenamento, oggi il capitano ci farà sudare sette camicie se lo conosco bene come credo!”

“Si ma se ti strozzi prima non ci arrivi neanche a mettere piede in palestra!” lo prese in giro Toshio “Toh, bevi questo prima che ti vada tutto di traverso!”

Detto ciò il ragazzo lanciò al rossino una lattina di tea ghiacciato. Hanamichi l’afferrò al volo.

“Grazie…avevo giusto dimenticato di comprarmi da bere!” così aprì la lattina e cominciò a sorseggiarla…..quando, all’improvviso, sputò fuori tutto il contenuto addosso ai compagni.

“Waaah…ma che schifo!!”

“Hanamichi che cavolo fai!! Ci hai lavati!” (Miyu tessoro…non ti ricorda niente questa scena??? NdH ehm……dovrebbe?? ^////^ NdMiyu)

“Bleah…provate voi a bere sto coso….è bollente! Mi sono ustionato la lingua!!” si giustificò il rossino, mentre afferrava la bottiglietta d’acqua di uno di loro e la trangugiava tutta d’un fiato.

“Come sarebbe a dire? Era fredda un attimo fa. L’ho appena comprata dal distributore!”

“Sarà taroccata quella macchinetta….ciò non toglie che il tea è bollente!”

“Certo Hanamichi che uno più sfigato di te non esiste!” e tutti ridacchiarono. (al momento il primato di sfiga lo detengo io…NdH we io sono il migliore in tutto!! NdS  ­.­... NdH)

“Zitti infami! Come osate insultarmi così! Volete una testata !?”

“Nonono…scherzavamo lo sai…” dissero tutti e quattro mettendosi sulla difensiva.

“Ah ecco…meglio per voi….”

Così il gruppetto continuò a pranzare tranquillamente, chiacchierando del più e del meno, fino a quando non suonò la campanella dell’inizio delle lezioni pomeridiane.

Più tardi Hanamichi si recò agli allenamenti dove lui ed i suoi compagni di squadra furono spremuti come un limone dal capitano Sorata, che sembrava sul piede di guerra dall’espressione che aveva sul volto. Fu per tutti un sollievo quando furono mandati a cambiarsi e a farsi una doccia.

Sfinito ma di ottimo umore si diresse a casa, sperando di non trovare i genitori alle prese con l’ennesimo litigio. Ultimamente stava capitando troppo spesso e la cosa a lui non piaceva per niente.

Durante il tragitto si fermò ogni tanto ad osservare le vetrine dei negozi sportivi. Gli servivano un nuovo paio di scarpe da ginnastica ed un giorno di quelli, non appena avesse ricevuto lo stipendio del suo ultimo lavoretto part-time, sarebbe andato a comprarlo.

Rendendosi conto di essersi imbambolato troppo davanti alle vetrine, decise di tagliare per dei vicoli secondari per arrivare a casa in tempo per l’ora di cena. Purtroppo la fortuna non sembrava girare dalla sua parte….infatti, in uno di quei vicoli, incontrò un gruppetto di teppisti di un’altra scuola, che si da il caso avesse giurato di vendicarsi dell’ultima batosta che Sakuragi aveva dato loro. I cinque ragazzi uscirono da un angolo buio e fissarono il rossino con uno sguardo soddisfatto.

“Guarda guarda chi abbiamo qui….il grande Sakuragi….” disse quello che sembrava essere il capo del gruppo.

“Guarda guarda chi abbiamo qui….il branco di caproni dementi dell’Onifuta….” fece eco Hanamichi “Ditemi, da quando in qua lasciano uscire voi animali dalle gabbie?”

“Molto spiritoso….piuttosto, cosa ci fai da queste parti tutto da solo? Ti sei perso o hai dimenticato che questo è il nostro territorio?”

“Strano….mi sembrava di aver chiarito questo particolare l’ultima volta che vi ho mandato all’ospedale….questo non è il vostro territorio e mai lo sarà! Tornatevene dalle parti della vostra scuola e non venite a rompere i maroni qui da noi!”

“Noi non siamo dello stesso parere.”

“Allora vi dovrò impartire un’altra lezione ma siete fortunati, oggi non ne ho voglia, quindi penso che vi lascerà andare via ancora sulle vostre gambe invece che strisciando!”

“Spiacente…ma saremo noi a darti una lezione….e proprio ora!”

Hanamichi sbuffò annoiato e lasciò cadere a terra la sacca da ginnastica. Certa gente non imparava davvero a tenere la bocca chiusa ed a starsene al proprio posto. Vabbè, non era sua intenzione menare la mani questa sera, non dopo un allenamento stancante come quello di oggi, ma visto che si erano fatti avanti così gentilmente non poteva rifiutare.

“Ve la siete cercata voi!” disse con tono di sfida e l’attimo dopo si trovò a combattere contro quel gruppo di idioti.

Nel giro di cinque minuti due di loro giacevano già a terra privi di senso mentre gli altri tre resistevano abbastanza bene, anche se era ovvio che non l’avrebbero mai avuta vinta. Hanamichi schivò un calcio e parò un pugno, restituendone uno all’avversario dritto nello stomaco e lasciandolo senza fiato. Poi afferrò il tipo del calcio per la testa e la sbattè contro il muro del vicolo.

Ora il suo unico avversario era il capo di quei dilettanti, che non sembrava più tanto sicuro di vincere come prima. Hanamichi si asciugò un rivoletto di sangue che gli usciva da un labbro.

“Ebbene? Io sto ancora aspettando che mi impartite questa lezione.”

“Non ti gasare troppo! Basto io per farti il culo!” urlò rabbioso l’altro ragazzo.

“Allora fammi vedere quello che sai fare!”

I due cominciarono a lottare, tirandosi pungi, calci e schivandosi a vicenda. Hanamichi si stava cominciando a stancare di quella situazione così decise di porre fine ai giochi. Afferrò un braccio dell’avversario e, ruotando con il busto, lo fece volare a terra di schiena. Quest’ultimo cercò di rialzarsi ma il massimo che riuscì a fare fu mettersi seduto.

“L’avete finita ora o ne volte ancora? Mi state facendo fare tardi per cena!”

“Sai quanto me ne frega della tua cena….tu non te ne vai di qui….con te non abbiamo ancora finito!”

“A si?” chiese il rossino con un tono derisorio “E come pensate di fermarmi se me ne volessi andare?”

“Intanto prova a fermare questo!!” urlò una terza voce alle sue spalle.

Hanamichi fece appena in tempo a voltarsi per vedere un piccolo coltello a serramanico venir lanciato contro di lui da uno dei tipi che pensava di aver steso per bene. Il suo primo pensiero fu quello di gettarsi di lato per schivare l’oggetto ma qualcosa prese il controllo del proprio corpo. Era una sensazione strana, era come se una forza a lui sconosciuta gli scorresse nelle vene.

Il suo braccio si mosse da solo, quasi per istinto. All’inizio pensò che stesse cercando di proteggersi con esso dal coltello che si stava avvicinando ma improvvisamente dalla sua mano partì qualcosa che andò a colpire l’arma, frantumandola in mille pezzi. Scintille rosse e frammenti di metallo caddero a terra mentre un cupo silenzio scendeva nel vicolo.

Hanamichi si fissò sbalordito la mano, non avendo ben capito quello che era successo ne come era riuscito a fare una cosa del genere. Che cos’era poi quello che aveva fatto? Aveva sentito uno strano calore irradiarsi nel suo palmo e l’attimo dopo l’arma era stata distrutta.

“Oh mio dio….non…non ci credo…non è possibile…” balbettò il capo dei teppisti, stranamente pallido e con l’espressione sconvolta.

“Cosa?” chiese Hanamichi, voltandosi verso di lui….solo non si sarebbe mai aspettato una simile reazione dal ragazzo.

“Noooo…non avvicinarti! Non farmi del male, ti prego!!” piagnucolo questo con sguardo terrorizzato mentre indietreggiava strisciando.

“Ma cosa……che hai adesso?” chiese il rossino non poco sorpreso, poi senti le urla e la fuga degli altri ragazzi.

“Waaahhh….Sakuragi è un mostro!!”

“Scappiamo presto prima che ci uccida!!”

“Non voglio morire!”

Hanamichi si guardò attorno allibito. Ma cosa stava succedendo? Che avessero tutti sbattuto la testa troppo forte durante la rissa e fossero diventati matti? Cos’avevano tutti da urlare e scappare a quel modo? Era stata una scazzottata come tante…..non gli sembrava di essersi comportato diversamente o averli spaventati più del solito….certo, quella cosa del coltello era stata alquanto insolita ma…..

Hanamichi sgranò gli occhi mentre un pensiero gli attraversava la mente….un pensiero per niente piacevole. Quel branco di teppisti non potevano aver pensato che lui…..no, non era possibile, era assurdo…fino ad allora non aveva mai fatto nulla di simile…era un ragazzo normale….lo conoscevano…eppure potevano aver creduto…..

Non poteva restare lì. Doveva andarsene.

Senza neppure accorgersene si ritrovò a correre verso casa con la sacca da ginnastica in mano. La sua era una corsa disperata perché quel pensiero continuava a martellargli nella mente mentre cercava di negarlo e cacciarlo via.

Aveva bisogno di un posto tranquillo dove riflettere e chiarirsi le idee. Si sarebbe chiuso in camera sua, magari avrebbe dormito un po’, ed una volta sveglio tutto gli sarebbe parso migliore. Solo che, come aveva temuto, neppure casa sua era un posto sicuro e tranquillo. I suoi genitori stavano di nuovo litigando e questa volta più ferocemente del solito. Quando aprì la porta senti qualcosa simile ad un piatto frantumarsi mentre le urla uscivano dalla cucina.

“E’ tutta colpa tua! Tua e delle tue stramaledette idee!!” gridò la donna scagliando un bicchiere contro la parete affianco al marito.

“Ah si, è così!? Non è colpa mia se i soldi  bastano a malapena per mantenerci tutti e tre e non ti è possibile spenderli in cretinate come le tue amiche! E poi sei stata tu a voler adottare quel marmocchio! Ora non ti lamentare!”

“Non potevo mica abbandonarlo! Aveva solo 5 anni per la miseria!!”

“Lo avrebbero affidato a qualcun altro che lo poteva mantenere meglio di noi!”

“Ma Tokiko aveva scritto noi come suoi tutori in caso di morte! Lei era la mia migliore amica, non potevo lasciare suo figlio nelle mani di chissà chi!”

“Beh non mi sembra che Hanamichi stia facendo molto per ringraziarci dell’ospitalità che gli offriamo! Va male a scuola, è un teppista che si caccia di continuo nei guai, si interessa solamente di quello stupido club di basket! Ed intanto noi spendiamo soldi per lui!”

“Ma non sarà sempre così! Tra qualche hanno Hanamichi sarà maggiorenne quindi il nostro compito di tutori finirà e lo potremmo buttare fuori di casa! Hanamichi è un ragazzo in gamba ed ha sempre fatto dei lavori part-time….se la caverà benissimo da solo….così noi potremmo ricominciare a vivere tranquilli!”

Hanamichi era rimasto allibito sulla porta della cucina. I ‘genitori’ non si erano ancora accorti della sua presenza.

Sentire quelle parole così crudeli nei suoi confronti era stata una vera pugnalata al cuore. Lui sapeva benissimo che la sua famiglia non era ricca, per questo si era trovato dei lavoretti che gli permettessero di comprarsi cose superflue come cd, libri, materiale sportivo e altro, senza dover contare sugli altri. Sapeva anche che Yoko ed Ureda lo avevano adottato per dovere nei confronti dei suoi veri genitori, morti durante un terremoto, ma pensava che tenessero a lui, nonostante non fosse il loro vero figlio….e non che lo considerassero un peso di cui si volevano sbarazzare al più presto.

Lui, in fondo, aveva imparato a volergli bene….ma ora capiva che il suo affetto era mal riposto. Sentì nascere dentro di sé un’improvvisa rabbia, tristezza e odio mentre fissava i due adulti litigare.

“Prima se ne va meglio è! Anzi, tanto vale fargli smettere di andare a scuola e mandarlo direttamente a lavorare! Che gli serve, si rifiuta d’imparare ed in questo modo potremmo risparmiare soldi!”

“Ma non possiamo! Cosa diranno quelli dell’assistenza sociale!!”

“Mamma….papà….” disse una voce lieve ma decisa.

I due smisero immediatamente di litigare e si voltarono di scatto verso la porta. Notando finalmente la presenza del ragazzo, che li stava fissando con sguardo duro e colmo di rabbia.

“H-Hanamichi…caro….sei…sei finalmente tornato. Ti stavamo aspettando per la cena” disse Yoko sfoderando uno dei suoi migliori – e falsi – sorrisi da genitore.

“Smettila di fare le moine, tanto non m’inganni più! Ho sentito ogni parola che avete detto.” mise piede dentro la stanza “E così mi avete preso in giro tutto questo tempo dicendomi che mi volevate bene….non vedete l’ora di sbarazzarvi di me, eh?”

“Hana….non è come credi….io e tuo padre stavamo solo…litigando…lo sai com’è…si dicono cose che non si pensano veramente….” tentò nuovamente la donna mentre il marito se ne stava in silenzio. Non tentava neanche di difendersi e non gli interessava farlo.

“Stronzate! Non sono così idiota da credere alle tue balle!”

“Ma caro…”

“Piantala Yoko. Che senso ha continuare a mentire.” poi si rivolse al ragazzo “Bene, ora sai quello che pensiamo veramente di te. Io qui non ti ho mai voluto ma ho accettato di tenerti in casa mia perché i tuoi erano dei nostri cari amici e perché me lo ha chiesto Yoko. Ora, per quanto mi riguarda, te ne potresti anche andare subito ma purtroppo sorgerebbero dei problemi con l’assistenza sociale….quindi dovrai rimanere con noi ancora per qualche anno. Vedi di non stare troppo tra i piedi e sopporteremo la tua presenza!”

“Pensate davvero che possa continuare a fingere di fare il bravo figliolo dopo aver sentito queste cose? Io mi ero stupidamente illuso che mi voleste davvero bene ma adesso il solo vostro pensiero mi da la nausea! Voi non siete i miei genitori e da questo momento in avanti non ne avrò altri se non quelli che mi hanno messo alla luce…..non posso neanche guardare le vostre facce senza sentirmi male. Mi fate schifo! Mi avete mentito! E questo non posso perdonarvelo…non posso….”

Hanamichi sentì la rabbia crescere sempre di più dentro di lui fino a quasi diventare viva nei suoi occhi. La sua mascella era serrata in un’espressione di puro disgusto. Il tutto sembrò quasi intimorire i due adulti, che si scambiarono un’occhiata nervosa. Purtroppo il rossino non riusciva a calmarsi. I sentimenti avevano preso il sopravvento su di lui.

Sentiva il proprio cuore battere sempre più velocemente ed il sangue scorrere freneticamente nelle vene mentre uno strano calore si irradiava nel suo corpo.

“Vi siete presi gioco di me per tutto questo tempo….” disse con voce profonda e vuota, cosa strana visto il tumulto interiore che lo affliggeva.

Qualche istante dopo Yoko urlò in preda al terrore mentre la stanza si illuminava di strani riflessi rossi ed arancio. Ureda afferrò la moglie per un braccio avvicinandola a sé mentre fissava con occhi sgranati la scena che gli prestava davanti. Hanamichi era circondato dalle fiamme. Lingue di fuoco gli vorticavano attorno al corpo come serpenti. I suoi occhi da castani erano diventati loro stessi rossi e luccicavano sinistramente.

“Quel moccioso bastardo….lo sapevo che c’era qualcosa di strano in lui….ed ora ne ho la conferma….”

“Tesoro co-cosa facciamo…ho paura…Hanamichi ci ucciderà!!” piagnucolò Yoko.

“Tranquilla….non glielo permetterò….” e con questo afferrò uno dei piatti appoggiati sul tavolo della cucina e lo scagliò contro il ragazzo. Le fiamme avvolsero l’oggetto e lo disintegrarono, facendo sussultare leggermente il rossino, che cominciò a focalizzare di nuovo quello che lo circondava.

“Vattene via mostro!! Non vogliamo mutanti in casa nostra!! Vattene o chiamo la polizia!!!”

Hanamichi registrò quelle parole al rallentatore ma quando il suo cervello comprese quello che gli era stato detto, la realtà lo colpì con ferocia e lo fece vacillare. La perdita di quella strana trance in cui si era inconsciamente trovato a causa dell’ira svanì e le fiamme si spensero lentamente.

Il rossino si guardò attorno terrorizzato da quella sconvolgente scoperta. Lui non lo sapeva. Non sapeva di essere un mutante! Ed ora cosa poteva fare!?

Beh…l’unica idea che gli venne fu quella di fuggire, di allontanarsi il più possibile da quel luogo. Quindi, dopo aver lanciato un’ultima occhiata ad i suoi ‘tutori’, corse fino in camera sua. Svuotò la sacca da ginnastica dalla roba da basket e la riempì con ogni vestito che gli capitava sotto mano. Aprì un cassetto, tirò fuori i soldi che aveva messo da parte dai suoi lavoretti e se li ficcò in tasca. Poi corse fuori da quella casa con la sua roba, per non farvi più ritorno.

 

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Era passata una mezzora da quando era scappato e stava ancora girando senza meta per la città, con l’unica differenza che ora aveva cominciato a piovere a dirotto. Maledetti acquazzoni estivi! Forti ed imprevedibili! Ora Hanamichi era fradicio fino al midollo ma non aveva il coraggio di mettere piede in un bar. Era un luogo troppo affollato e lui non aveva nessuna certezza di riuscire a controllare i suoi poteri, ne poteva essere sicuro che non sarebbero spuntati fuori all’improvviso generando il panico. Quindi aveva optato per un luogo deserto: il parco.

Si sedette su una delle panchine, infischiandosene della pioggia che gli cadeva addosso. Si prese la testa tra le mani e sospirò. Come si era potuti arrivare a questo!?

Lui non poteva essere un mutante…non poteva….perchè se così fosse la sua vita sarebbe stata un inferno! Persone con questo genere di ‘poteri’ erano viste con sospetto e paura dalla gente, venivano evitate e perseguitate….e lui non voleva!

Perché era successo tutto questo! Fino a qualche giorno fa era un ragazzo come tanti con una vita normale, invece oggi la sua vita è stata stravolta! Chissà cosa avrebbero pensato i suoi veri genitori se avessero saputo una cosa del genere…

Beh….una cosa di positivo c’era stata….era riuscito ad abbandonare quella falsa famiglia e la sua casa….già…ma ora dove poteva andare? Dai suoi amici era escluso, prima o poi avrebbero scoperto anche loro il suo segreto e lo avrebbero cacciato se non peggio. Meno gente sapeva di questa cosa meglio era.

Hanamichi si lasciò cadere con la schiena contro la panchina mentre chiudeva gli occhi ed alzava il volto al cielo. Avrebbe dovuto vivere alla giornata ed imparare in qualche modo a controllare questi suoi poteri…..di cui non sapeva nulla se non che riguardavano il fuoco…

“Che mondo infame….” borbottò con un filo di voce tremante, a causa del freddo della pioggia.

Passarono i minuti e lui non si mosse, si stava quasi per addormentare su quella panchina, stanco com’era. I suoi nervi avevano ceduto ed il silenzio di quel parco lo aveva fatto rilassare, forse un po’ troppo. Poi una voce attirò la sua attenzione.

“Ehi amico, tutto bene?”

Hanamichi aprì gli occhi ed abbassò il capo per vedere il suo inaspettato visitatore. Era una ragazzo dalla strana pettinatura a punta con un ombrello giallo in mano.

“Che domanda stupida! Secondo te?”

“Ehm….direi non troppo….ma perché te ne stai qui fuori sotto la pioggia? Non hai una casa dove andare….oppure potresti entrare in un bar, un negozio fino a quando non cala sto tempaccio.”

“E te farti i cazzi tuoi no, vero? Chi ti conosce! E comunque per tua informazione io non ho più una casa ed in un bar non ci entro!” e con questo, nonché una delle sue migliori occhiatacce, cercò di far capire a quello scocciatore che voleva essere lasciato in pace. Il ragazzo dai capelli a spillo però non sembrava intenzionato ad andarsene, anzi gli sorrise e si sedette con lui sulla panchina, condividendo l’ombrello.

“Io mi chiamo Akira Sendo…e tu sei?”

“Hanamichi Sakuragi, colui che ti spaccherà la faccia se non smammi!”  disse e l’altro rise di gusto.

“Vorrei proprio vederti! Ora dimmi…che ti è successo di così grave da rischiare una polmonite qui sotto la pioggia?”

“Perché mai dovrei venire a dire certe cose a te?” Hanamichi lo fissò malissimo.

“Beh…sai come si dice…parlare con un estraneo è più facile….ma se proprio non vuoi permettimi almeno di offrirti qualcosa di caldo in un luogo asciutto!”

“Ti ho già detto che in un bar non entro!!” disse infastidito e nervoso.

“E chi ha parlato di bar! Io mi riferivo alla mia roulotte! E’ parcheggiata non molto lontano da qui! Allora, ci stai? Giuro che non ti mangio!” e sorrise a trentadue denti, tanto che ad Hanamichi sembrò di andare in pasto al lupo cattivo di una favola. (AUTRICIIIII!!! CHE è STA NOVITà??!! NdRu_chiuso_in_gabbia )

“Vabbè, se proprio insisti. Almeno la finisci di rompermi l’anima!”

I due si alzarono dalla panchina e si diressero verso l’uscita del parco. Qualche centinaio di metri più in là c’era la roulotte di quel Sendo. Vi entrarono e si sedettero attorno ad un piccolo e sgangherato tavolino. Poi il padrone di casa prese a trafficare con i fornelli con l’intenzione di scaldare un po’ di tea.

“Maldetta ferraglia….funziona solo quando vuole….” borbottò Sendo, mentre accendeva un fiammifero.

“Che succede?”

“La fiamma non prende….questa roulotte è piuttosto sgangherata e certe cose danno un po’ di problemi…”

“Che meraviglia! Salvato dal Principe dei Poveri….tanto valeva starmene sotto la pioggia…” sbuffò ma poi si alzò dal tavolo “Su, lascia provare me.”

Sendo cedette il proprio posto vicino ai fornelli al rossino, che provò anche lui ad accedere la fiamma del gas con un fiammifero, ma senza risultato. Tentò un paio di volte ma niente ed alla fine gettò la scatoletta di fiammiferi in un cassetto.

“Oh dannazione! Perché non ti vuoi accendere!?” disse, sbattendo una mano sul mobiletto. Questo gesto ebbe un effetto inaspettato. Dalle sue dita partì una linguetta di fuoco che accese la piastra.

Ecco, lo aveva fatto di nuovo senza volerlo! Aveva usato i suoi poteri! Ora anche quel ragazzo aveva scoperto il suo segreto!

Hanamichi alzò lentamente lo sguardo per fissare Sendo e scoprire la sua reazione riguardo ai suoi poteri. Il ragazzo sembrava essere tranquillissimo, tanto che gli sorrise.

“Beh….questo è senza dubbio un metodo molto più rapido ed efficace! Ora siediti, tra poco sarà tutto pronto!” e con questo si mise a trafficare con la teiera e le spezie di tea.

Hanamichi fece come gli era stato ordinato, con espressione ancora perplessa. Come mai quel porcospino non si era spaventato vedendo quello che sapeva fare? Quel ragazzo era davvero un tipo bizzarro e curioso. Doveva tenerlo d’occhio.

Poco tempo dopo Sendo portò a tavola due tazze belle fumanti e cominciarono entrambi a sorseggiarle in silenzio.

“E’ per questo che non hai più una casa?” chiese infine il moretto, rompendo il silenzio.

“Come scusa?”

“E’ a causa dei tuoi poteri che non hai più una casa, vero? Hanno scoperto che sei un mutante?”

Hanamichi lo fissò sospettoso, poi fece un cenno d’assenso con la testa.

“Beh….ora capisco perché te ne stavi sotto la pioggia e ti rifiutavi di andare in un luogo affollato…” sorrise.

“E tu come mai non scappi? Non sei spaventato di quello che potrei fare?”

“Naaah….io non ho tutti i pregiudizi che ha la gente riguardo ai mutanti….vabbè…è vero che ci sono mutanti cattivi che usano le loro doti per fare del male, ma la maggior parte non è così quindi non mi faccio troppi problemi sulle persone…e poi tu di certo non mi fai paura!”

“Perché? Guarda che ti potrei trasformare in un porcospino arrosto!” disse cercando di suonare minaccioso.

“Provaci se vuoi! Ma so che non ce la farai…tu non hai controllo sui tuoi poteri! Non ancora almeno! Quindi non sei pericoloso!” sorrise sornione.

“Tu sai un po’ troppe cose….”

“Sono solo un povero ragazzo che sa come stare al mondo…” sorrise con aria innocente “Allora….ora ti va di raccontarmi la tua storia?”

Hanamichi era ancora un po’ titubante a parlarne con qualcuno ma alla fine si lasciò convincere. Così, si ritrovò a narrargli tutto quello che era successo negli ultimi giorni e di come aveva scoperto di essere ‘diverso’. Gli spiegò anche quello che aveva scoperto sui suoi genitori adottivi e di come quelli veri erano morti durante un terremoto quando lui era piccolo. In poche parole gli raccontò tutto!

“Senti Hanamichi….hai mai sentito parlare della Scuola per Mutanti? Anzi…forse sarebbe meglio dire Scuola per Giovani Dotati…..lì ti potrebbero insegnare come controllare i tuoi poteri e come farne buon uso.”

Hanamichi ci pensò su un attimo, vagliando tutte le possibilità di vita che poteva scegliere. Alla fine un sorriso di sfida gli comparve sulle labbra.

“Sembrerebbe la scuola adatta al Genio!”

 

Fine Prima Parte

 

Miyu- ahhhh finito….allora Hira che te ne pare?

Hira-chan- rooooonfffffffffffff

Miyu- ci risiamo…-_-

Hana- però forti quei poteri…wow sono un super uomo di nome di fatto e adesso anche di fama!

Miyu- fama?

Hana- tutti sapranno che ho poteri incendiari…infiammerò gli animi!

Hira-chan- …ma come può dire certe idiozie senza vergognarsi?!

Miyu- ben svegliata…allora rispondi…ti piace o no?

Hira-chan- cosa?

Miyu- la fic?

Hira-chan- quale fic?

Miyu- questa…

Hira-chan- eh?

Miyu- ma lo fai apposta?!

Hira-chan- *trasformazione in giovane attore di Zelig* BRAVISSIMA!

Miyu- ­­||

Hira-chan -^_^

Miyu- ora tocca a te…

Hira-chan- rooooonnnnnfffffffffff

Miyu- qulcosa mi dice che ci vorrà parecchio…

Hira-chan- zzzzzzzzzzzzzzz