Worshipper Parte
I – Gentle like a lamb di
Sakurazukamori6 tradotta da IrisAlba Non lo avevo mai
notato prima, ma Gato ha mostrato ultimamente la sua componente più ribelle. Sta diventando
testardo e a volte mi parla come se fossi un bambino. Un bambino! Dovrebbe
ben sapere qual è il suo posto e sicuramente lo sa. Spesso mi ha dimostrato di essere
consapevole del suo ruolo, ma ancora mi mette in discussione. Tutto ciò di cui ho bisogno è che lui mi
protegga. Lui mi protegge sempre. Me e me solo. Io sono la sola cosa che gli importi, tutto ciò
che ha al mondo. Io sono il suo mondo, la sua luce, la sua salvezza, la sua
redenzione, e proprio per questo non può disobbedirmi. Io sono… Il suo…. -Gato vuoi essere
cortese e sbucciarmi un’ arancia?-. Gli faccio fare questi umili lavori solo
per soddisfare il mio piacere. Nient’ altro che il mio piacere. Lui china la
testa e il solo osservare il modo in cui compie questo gesto fa aumentare i
battiti del mio cuore. Lui è l’ unico capace di trascinarmi fuori dai miei
soliti comportamenti ed allo stesso tempo l’ unico in grado di farmi tornare
in me. E’ perfetto. La sua sottomissione è perfetta e lui conosce così bene la
sua parte, e così bene riesce a
compiacermi. I suoi occhi mi guardano da sotto la bandana, un lungo sguardo
avente il colore di un fascio di luce, così diverso da quello degli altri (che
vedo in ogni città, in ogni strada), così forte e attento, così obbediente,
così elettrizzante. Lui china ancor
più il capo e i suoi occhi vengono nascosti dalle ombre. Le due lunghe linee sotto di essi sono poi
improvvisamente affilate dalla luce che si riflette al di sopra. Pericoloso. Posso avvertirlo
come se fosse un grido acuto nelle oscure tenebre dietro i miei occhi. Anche
lui sa. Lui sa che ho percepito qualcosa dentro di lui e proprio per questo
abbassa ancor più la testa in una conveniente parvenza di sottomissione. Il mio protettore.
Il mio personale cavaliere dalla scintillante armatura. Mi piace pensare che
sia nato per me ed in notti come queste, quando la luna è bassa e brilla come
una lucciola catturata in un vaso di vetro, io apro le braccia e lascio che
lui entri nelle mie grazie. Mi siedo sull’
orlo del letto ma non per molto. Lui si avvicina con fare serio (come fa
sempre, soprattutto quando ha a che fare con i miei capricci) e siede
a terra tra le mie gambe, cosa che riduce notevolmente la differenza di
altezza. Guarda verso di me
e la sua testa bruna si avvicina al mio collo. Sediamo silenziosi per alcuni
minuti, trovando piacevole rimanere in questa posizione (fuori il suono del
freddo vento e l’ ululare dei cani randagi che si mischia al rumore dell’
acqua piovana che gocciola dai tetti). Lui fa un lungo
respiro ed io sfilo i miei guanti aiutandomi con i denti. Prende la mia mano,
nascondendola completamente nella sua, come se la riparasse. Le sue dita,
rozze e dure come le anime dei demoni che uso per costruirle, gentilmente
avvolgono le mie, una delicatezza che usa solo nelle notti quando le pareti
sono spesse e silenziose. La tiene stretta innanzi al suo viso ed io gli do l’ ispirazione su cosa fare, toccandogli la fronte con la pelle liscia
del dorso della mano che ancora stringe. La bandana è un ostacolo, ma il mio
fastidio a causa di questa termina quando abilmente sciolgo i nodi che la legano
per poi vederla cadere a terra. Lui mi lascia fare e strofina la sua fronte
nuda contro la mia mano. “Mio, mio, tu sei
sempre così caro!”. I suoi occhi sono chiusi e lui muove il suo viso oltre la
mia mano, come se la pelle lì possa definire meglio la carne della mia mano
che la forza del suo sguardo. Non dico nulla. Il suo naso preme sulla mia
pelle, forte e caldo, ed io penso a quanto fedele Gato appaia a chi ci
guarda. Non sento più premere, il naso è stato sostituito da una bocca che
segue l’ andamento delle ossa sottili della mia mano. Mi lascio sfuggire un
sospiro compiaciuto e lui inspira. Mi da un bacio lì
mentre l’ altra mia mano, che non ha ancora ricevuto molte attenzioni, si
posa sopra il mio cuore. Posso sentirlo battere, muoversi come un piccolo animale ed io ho sempre
pensato che amo questi istanti in cui Gato mi dimostra la sua dedizione
attraverso molti modi. “Sei una persona
buona. Dolce e in cerca di perdono”. Come nessun altro. Lo afferro per la
nuca e gentilmente (gentile come lui sa essere) guido il suo viso verso la
piega del mio collo. Lui lascia andare la mia mano ed entrambe le sue braccia
(braccia che hanno spezzato ossa, lacerato la carne, versato sangue) avvolgono
ora la mia vita e la mia schiena. Lo abbraccio a mia volta, le mie mani
scivolano lungo la sua schiena, una si posa sulle sue larghe spalle mentre l’
altra scorre sino a posarsi sulla sua nuca. “Era da un po’ che
non mi concedevo questo”. Stringo una ciocca dei suoi capelli e Gato posa un
altro bacio questa volta sulla mia gola. “Oh, quanto fai
battere il mio cuore!”. La sua bocca vaga lungo la pelle delicata della mia
gola e le sue mani si stringono attorno alla mia schiena. Lui parla
raramente, anche durante notti come queste (lui parla solo quando ritiene che
abbia dimenticato cose che possono…nuocermi in futuro) ma quando lo fa quelli
sono i momenti che non sopporto. Sono quelli i momenti che odio. E’ in quei
momenti che Gato smette di essere il mio cavaliere, smette di essere il mio
cane da guardia ed inizia a mettere in discussione le mie ragioni e la mia
autorità. E’ durante tali occasioni che lui mi tratta come…un bambino. Intreccio le mie
dita tra i suoi capelli e li tiro sino a quando vedo che mi sta guardando. “Voglio che tu
vada avanti e che rammenti una cosa”. Mi interrompo e questa volta la mia
mano scivola via dalla sua testa e si posa sulla sua guancia. “Tu fai tutto
questo per me, vero?”. Lui fa si con la testa ed io sono compiaciuto di
fronte alla prontezza della sua fiducia in me. “Ogni qual volta
una domanda ti salta in testa” la mia mano abbandona la sua guancia per
muovere lentamente un dito lungo la sua faccia, fermandomi sulla sua tempia. Do
un colpetto per due volte in modo da enfatizzare le mie parole “Fai in modo
che non passi oltre questa” poso il mio dito sulla sua bocca e sorrido. “Shh”. Amo la
calma che irradia quest’ uomo. I giorni passati sono stati così caotici e
confusi per avere un po’ di assoluto silenzio tutto per me. Mi siedo in modo
da poter essere ancora più stretto tra le sue braccia, quindi lo bacio sulla
guancia. “Oh Gato, non c’ è
un momento in cui io non ringrazio Dio per la tua forza e la tua correttezza!
Così gentile, così abile”. Mi piace adularlo
perché a differenza di tutti coloro che mi rivolgono falsi complimenti, lui
non dice nulla, si limita a starmi vicino con quel suo sguardo simile a
quello di un animale (così premuroso e calmo) e annuire con la testa. E a
differenza di tutti quei falsi complimenti, quelli che gli faccio sono sempre
sinceri.
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