With a little help from my friends

Parte IX

di Francine

 

- Traduci questa frase, Ryota… "If you need somebody to love, just look into my eyes…"-

- Mm… dunque, Ayacuccia, suona così, no? "Se hai bisogno di qualcuno da amare, guarda solo nei miei occhi..."-

- Prova a renderla in maniera più elegante…- insistette la ragazza.

- Ok, vediamo… fece Ryota scribacchiando qualcosa su di un quaderno per poi leggerlo alla sua insegnante- Allora, senti se ti piace! " Se tu senti il bisogno di avere qualcuno da amare, basta solo che tu guardi dentro i miei occhi…"-

- Bravo! Ma allora le cose le sai!!!- si complimentò Ayako, facendo arrossire il ragazzo fino alla punta delle orecchie.

 

- Vediamo un po’… che cosa recita il teorema di Pitagora?- chiese Kogure scorrendo le pagine del libro di Geometria del terzo anno.

- Dunque… " In ogni triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma dell’area dei quadrati costruiti sui cateti"…- rispose l’ex-teppista dopo averci pensato un po’ su.

- Esatto! Passiamo ad altro. Chi ha scritto il "Nanshoku Ohkagami"?-

- Beh, questo dovresti chiederlo a Rukawa e Sakuragi…- commentò malizioso il ragazzo.

- Rispondi…- fece Kogure impassibile.

- Uff… non si può più scherzare! E va bene! Lo ha scritto Chikamatsu Monzaemon…-

- Mitsui! Concentrati! Chikamatsu ha scritto delle opere per il teatro dei burattini! Ti do una mano: fa parte dei Chonin-mono….- riprese l’altro stupefatto dall’ignoranza dell’amico.

- Ah! Se me la metti così è più facile! Ihara Saikaku!- rispose Mitsui schioccando le dita.

" Sarà più complesso del previsto…" pensò Kogure massaggiandosi le tempie.

 

- Ma è mai possibile che tu sia ancora su quella pagina? La stai leggendo da venti minuti!!!!!!!!!!-

Akagi si era assunto il gravoso compito di visionare lo studio di Sakuragi e Rukawa; il primo sognava ad occhi aperti non appena poteva guardare il volto dell’altro; quanto a Rukawa, dormiva della grossa sopra il libro di chimica e neanche le cannonate sarebbero riuscite a svegliare quella specie di ghiro umano.

- Forza, Sakuragi! Dimmi la formula del Cloruro di Sodio!-

- NaCl?- rispose questi sparando la prima formula che gli veniva in mente.

- Esatto! E come si chiamano gli isotopi dell’Idrogeno?- continuò Akagi depennando la domanda dalla lista.

- Mmm… Ryoma, Hayato e Musashi?-

Hanamichi si beccò l’ennesimo pugno sulla testa.

- Prozio, Deuterio e Trizio…- rispose ringhiando il capitano.

- Dai, Gorilla, lo sai che in Chimica faccio schifo…- cercò di giustificarsi il ragazzo, una mano dietro la testa.

- Così come in Storia, Letteratura, Matematica, Inglese e Geografia…- commentò Akagi inarcando un sopracciglio- Se tu fossi stato bravo in Chimica, non saremmo qui a ripassare tutto il programma del primo trimestre!-

Dopo tre ore passate a studiare, Akagi, guardato l’orologio, si consultò con Kogure ed Ayako.

- Sono le nove, per quanto ne hanno quei due?-

- Ryota deve ripassare ancora Storia e Matematica..- disse Ayako.

- Idem per Mitsui…- le fece eco Kogure.

- E va bene! Per questa sera resterete qui! Domani avete l’esame, meglio far tardi per ripassare piuttosto che rischiare di aver dimenticato qualcosa…- disse il ragazzo incrociando le braccia al petto.

- Ma non ti diamo fastidio?- gli chiese Rukawa emergendo dal suo sonno catalettico.

- No, tanto i miei non ci sono…- rispose Akagi alzandosi- Voi avvertite casa, io chiedo ad Haruko di prepararci qualcosa per cena- aggiunse uscendo dalla stanza e dirigendosi dalla sorella.

Mitsui fu il primo che abbandonò il tavolo del salotto di casa Akagi per guadagnare il telefono.

- Mamma? Sono io… Questa sera non torno… no, sono a studiare a casa di un compagno, domani ho l'esame … Certo che è la verità!!!!!! Volete fidarvi di me? Va bene, va bene, ciao!-

Riattaccò con veemenza la cornetta, imprecando contro la mancanza di fiducia che i suoi genitori nutrivano nei suoi confronti.

- Forse te lo meriti…- lo punzecchiò Hanamichi, mentre Rukawa lo fissava preoccupato per la sua incolumità.

- Senti chi parla!!!!- ringhiò l’altro indicando il compagno.

- Avanti, mettetevi a studiare!- li esortò Ayako con fare deciso.

Dopo cena, Hanamichi e Kaede si appartarono quatti quatti in cucina, per rubare attimi di tenerezza solo per loro due.

- Non ne posso più…- sbuffò Hanamichi sedendosi su uno sgabello della cucina di Akagi.

- Lo so…- gli fece eco Kaede avvicinandosi a lui e sedendosi alla sua destra.

-Dobbiamo far attenzione, Kacchan…- lo ammonì Hanamichi lanciando occhiate furtive verso la porta della cucina, le orecchie tese a captare qualsiasi rumore in avvicinamento.

- Lo so, la Babbuina non lo deve sapere!- rispose Rukawa stiracchiandosi- Che seccatura, ma non poteva andarsene con le sue amiche da qualche parte?-

- Ma Kacchan, questa è casa sua…- lo riprese Hanamichi scuotendo la testa.

- Già… se solo fossimo riusciti a finire prima, adesso saremmo a casa mia a riposarci……- la buttò lì il ragazzo, scrutando le reazioni dell’altro con la coda dell’occhio.

Hanamichi, come Kaede aveva immaginato accadesse, era diventato rosso come e più di un peperone.

- Sei tenerissimo, Hacchan…- gli sussurrò all’orecchio il ragazzo dai capelli neri, prima di alzarsi e tornare in salotto con assoluta noncuranza.

" Ma come fa?- si chiese Hanamichi- Prima mi provoca e poi riesce ad essere così freddo e distaccato... Che soffra di schizofrenia?"

A malincuore, si alzò e tornò al tavolo della tortura.

Nel corridoio incontrò Haruko che stava dirigendosi in cucina con una pila di piatti sporchi.

- Ti serve una mano?- le chiese il ragazzo con modi gentili.

- No, grazie, tu va di là e pensa solo a studiare, ok?- rispose la ragazza sorridendo.

- Ok…- le disse Hanamichi poco persuaso dalla stabilità della pila, che ondeggiava ad ogni passo fatto da Haruko.

Trovò Akagi che dava dei compiti a Kaede, mentre Ryota e Mitsui erano immersi nella risoluzione di un complesso problema di matematica.

- Avanti, Hanamichi…- lo invitò il capitano indicandogli la sedia posta davanti a lui.

- Bastaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!-

La voce di Akagi era rimbombata per tutta la casa.

- Adesso tu vieni di sopra, in camera mia, così vediamo se la smetti di fissare Rukawa!!!!- ringhiò Akagi trascinando di peso Hanamichi su per le scale e legandolo letteralmente alla sedia della sua scrivania.

- Ma Gorilla…-

- E non chiamarmi Gorilla!!!!- tuonò il ragazzo assestando l’ennesimo pugno sulla zucca vuota di Hanamichi- Studia, imbecille, io mi stendo un po’ a riposare.-

Scostò il lenzuolo e se ne coprì, piombando presto in un sonno profondo.

" Maledetto scimmione!!!!" pensò il ragazzo mentre riusciva a sciogliere di poco la corda dell’accappatoio che Akagi aveva usato per legarlo.

Si voltò verso il capitano, già tra le braccia di Morfeo.

" Guarda come dorme! E io, invece, sto qui a sudare sette camicie!"

Si voltò verso il libro aperto davanti a lui e prese a studiare, o almeno a provarci.

" La produzione letteraria alla corte Heian era strettamente in mano alle dame di corte, le nyobo, che per esprimersi utilizzavano esclusivamente l’hiragana, dato che la scrittura per mezzo di ideogrammi era una peculiarità maschile. Se un uomo, stanco di dedicarsi alla poesia in cinese, desiderava scrivere un monogatari, si creava un’identità fittizia spacciandosi per donna, in modo da poter scrivere in kana senza suscitare un vespaio di polemiche. Il capolavoro di questa produzione è senza dubbio il Genji Monogatari, attribuito alla dama Murasaki Shikibu e scritto a cavallo tra il nono e il decimo secolo dopo Cristo…"

- Che palle!!!!!!!- esclamò Hanamichi scansando il libro di testo e sdraiandosi sulla scrivania.

Il ritmico russare di Akagi lo fece innervosire ancora di più.

- Maledetto scimmione! Dormi della grossa, eh?- fece Hanamichi urtando qualcosa con la mano destra.

Si voltò, scoprendo di aver inavvertitamente fatto cadere dal portapenne un pennarello nero.

Sorrise.

Ridiscese dopo pochi minuti, il libro sottobraccio, in tempo per vedere Haruko fissare il suo Kacchan: la ragazza guardava l’altro che dormiva sdraiato sul tavolo del salotto, mentre Mitsui e Miyagi riposavano sul divano.

- Ah… Ayacuccia, quanto sei bella…- biascicava Ryota nel sonno, mentre Mitsui era intento ad inveire contro Tetsuo.

- Aspetta, Tetsuo… non così…-

Hanamichi posò il libro sul tavolo e si avvicinò alla sedia di Rukawa.

- Eh? Cosa dici? Davvero?- faceva il ragazzo scuotendo la testa dell’altro- Sul serio preferisci studiare con Ayako? Bene, ti accontento subito!!!- e così dicendo spostò di peso il ragazzo sull’altra sedia.

Ayako sorrise e si sedette proprio davanti a Rukawa.

- Adesso pensa a studiare, Hanamichi…- disse la ragazza, mentre il bell’addormentato si destava dal suo sonno.

- Certo, mia signora!- la prese in giro il ragazzo, tuffando la testa nei libri.

 

La mattina seguente Hanamichi scoprì che il suo Kaede se l’era svignata nottetempo, approfittando del fatto che tutti dormissero profondamente.

" Grazie di tutto. Vedrò di non deludere le vostre aspettative. Kaede Rukawa."

Quelle parole, tanto fredde quanto cortesi, il ragazzo le aveva scritte su un biglietto che aveva attaccato allo schienale della propria sedia con un pezzo di scotch.

- Ci ha fregato…- commentò Ayako staccando il biglietto dalla sedia.

- Allora, siete pronti?-

I presenti si voltarono a guardare attoniti il viso di Akagi, appena sveglio e già pronto per la quotidiana sessione d’allenamento: il ragazzo non si era accorto di aver disegnati sulla faccia un paio di occhiali ed un nasone, oltre a dei baffi da gatto.

- Beh, che avete da guardare?- chiese poco istanti prima che la casa esplodesse in una risata fragorosa.

- Ma ti sei visto?- gli rispose Ayako con le lacrime agli occhi, mentre Mitsui faticava non poco per evitare che la mascella gli si sganciasse dal gran ridere.

Akagi, grattandosi la testa si diresse in bagno per urlare pochi minuti dopo.

- SAKURAGIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-

Piombò in salotto come un fulmine, prendendo per il bavero Hanamichi e strattonandolo per benino.

- Che hai fatto, idiota?!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- urlava il capitano scuotendo il compagno come uno straccio da spolvero- Ti rendi conto che forse non verrà più via?-

- Che c’è, Gorilla, non sai stare agli scherzi?- rispose Sakuragi non accorgendosi di stare rischiando la vita.

- Io ti uccido…- lo minacciò serio il capitano, con uno sguardo non propriamente rassicurante.

Ayako intervenne a salvare la situazione.

- Avanti, vatti a lavare, Akagi, questi tre teppisti hanno un esame da fare…- disse la ragazza cercando di dividerli.

Il capitano posò a terra Hanamichi senza tanti complimenti e si diresse in bagno bofonchiando qualche imprecazione diretta allo sciagurato che gli aveva giocato quel tiro.

- Avanti, andiamo…- disse Ayako sistemandosi i capelli ed aprendo la porta di casa.

 

Nel pomeriggio, Akagi, che con uno scrub con tutti i crismi era riuscito ad eliminare le tracce di pennarello dal viso, faceva roteare tra le mani un pallone, aspettando che Ayako gli portasse notizie dell’esame di quei quattro scriteriati.

- Ancora nulla?- gli chiese Yasuda raccogliendo dei palloni da terra.

- Nulla…- rispose Akagi scuotendo il capo- Sto aspettando che Ayako mi porti notizie…-

- Figuriamoci! Hanamichi che riesce a sfangarla…- commentò acido Takamiya addentando un panino al curry.

- Già, scommetto dieci a uno che non passa neanche in una materia…- rincarò la dose Noma.

- Siete ingiusti!- intervenne Haruko seccata- Hanamichi ha studiato per tutta la notte, si è impegnato al massimo e sono sicura che i suoi sforzi verranno ripagati!-

- Se lo dici tu… ma io fatico ad immaginarmi Hanamichi seduto a studiare…- fece Okosu portando le braccia dietro la testa.

In quel momento, Ayako arrivò in palestra, il fiato corto per la folle corsa fatta.

- Allora?- le chiese Akagi stringendo un pallone tra le mani.

La ragazza si mise in equilibrio sulle gambe e formò un cerchio con le braccia sopra la testa.

La palestra esplose in un boato di gioia.

- Che vi dicevo?- fece Haruko sorridendo.

Frattanto, Hanamichi e i suoi compagni stavano avvicinandosi verso la palestra.

- Che strizza…- disse Ryota asciugandosi il sudore che gl’imperlava la fronte.

- Ai pivelli capita…- rispose Mitsui ostentando una finta sicurezza.

- Ma se prima di entrare avevi le ginocchia che ti facevano giacomo giacomo…- lo punzecchiò Miyagi.

- Come osi?- ringhiò Mitsui facendo roteare un pugno sopra la propria testa.

I due si allontanarono per il corridoio, lasciando indietro Hanamichi e Kaede.

- Uff… che stress…- mormorò Hanamichi mettendosi le mani in tasca ed avviandosi assieme all’altro verso la palestra- Avremo mai un attimo di pace?-

Rukawa alzò le spalle.

- Potresti anche dirmi una parola gentile, non credi?- rimbrottò Hanamichi mettendo il broncio.

- Non finché una certa persona ci starà intorno…- rispose Kaede continuando a guardare fisso davanti a sé.

- Cosa?-

- NON VOLTARTI!- intimò continuando come se niente fosse- Mari ci sta spiando dal giardino ed ha in mano una telecamera…-

Hanamichi bestemmiò tra i denti.

- Che consigli di fare?- chiese all’altro allontanandosi di poco.

- Discrezione…- rispose questi scostando una ciocca dalla fronte- Finché siamo a scuola non possiamo far altro. Non voglio rischiare che quella pazza vada dritta dritta dal preside a sputtanarci…-

- Mmmm… - fece Hanamichi sbuffando- Quante complicazioni!!!-

- Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile, Hacchan…-

- Lo so, lo so, non mi sto lamentando, né tantomeno tirando indietro- chiarì il ragazzo volgendosi verso il muro- Solo che mi secca che una rompiscatole ci renda la vita ancor più difficile di quanto essa non sia già!!!-

- Mi dispiace…- disse Kaede con una nota triste nella voce.

- Non è certo colpa tua, se sei così bello…- lo rassicurò Hanamichi sorridendo- Andiamo, Kacchan, facciamo una corsa! A chi arriva primo negli spogliatoi!- gridò prima di lanciarsi per il corridoio.

- Così non vale!!!!!!- sbraitò Rukawa, niente affatto sorpreso dalla poca sportività del compagno.

Il pavimento del corridoio rimbombò sotto i passi di quei due bestioni lanciati a folle velocità.

Hanamichi non riuscì ad arrestarsi, finendo per fermarsi poco dopo la porta degli spogliatoi, cosicché Kaede lo raggiunse ed entrò per primo.

- Fregato…- ansimò il ragazzo piegato sulle ginocchia per riprendere fiato.

- Non vale…- si lamentò Hanamichi, anch’egli col fiato mozzo.

- Perché la tua partenza era regolare, vero?- ribatté Rukawa chiudendo gli occhi e prendendo una bottiglia di plastica dal proprio armadietto.

- Che roba è quella?- chiese Hanamichi indicando il liquido azzurro contenuto nella bottiglia.

- Un integratore ai frutti di bosco..- rispose Kaede dopo averne bevuto un po’- Vuoi?-

L’altro prese la bottiglia con fare perplesso e ne annusò il contenuto.

- E’ buono…- lo rassicurò Kaede guardandolo come si fa con un gattino alle prese con qualcosa di nuovo.

Hanamichi bevve una lunga sorsata e passò la bottiglia al compagno.

- Mi fa impressione… sembra il detersivo per la lavatrice che usa mia madre…-

- In effetti…- costatò Kaede riponendo la bottiglia nell’armadietto.

- Sai…- fece Hanamichi svestendosi ed infilandosi una canotta nera- prima… è come se ci fossimo baciati, seppure indirettamente…-

- Sei diventato improvvisamente una ragazzina?- gli chiese l’altro con noncuranza.

- Sei impossibile!!!!!!- ruggì Hanamichi avvicinandosi pericolosamente.

- E tu sei un idiota…- rimbeccò l’altro- Non ti sei accorto che Mari ci sta ancora osservando?- aggiunse indicando la finestra degli spogliatoi, da cui faceva capolino un ciuffo di capelli viola.

Hanamichi, per tutta risposta, prese un secchio dall’armadio delle scope, lo riempì d’acqua e si avvicinò alla finestra, facendo cenno a Kaede di restare in silenzio.

Questi lo guardò perplesso, continuando a cambiarsi.

Hanamichi aprì di colpo la finestra e riversò il secchio d’acqua sulla testa del guardone di Mari.

- Ah!!!!! I miei capelli…- si lamentò al ragazza fradicia- Ma sei scemo?-

- Io sarò anche scemo, ma tu sei solo una guardona!!!!! Non ti vergogni?!!!!! Aspetta che lo sappia il preside!!!!!!!!!!!!- ruggì Hanamichi facendo roteare il secchio come se fosse un arma.

A Mari non restò che darsela a gambe, facendo propositi di vendetta nei confronti del ragazzo.

" Aspetta e vedrai, Sakuragi, aspetta e vedrai…"

 

- Potete andare!!!- disse Akagi mettendo la parola fine agli allenamenti.

Subito, Hanamichi e Kaede si diressero verso l’Armata Sakuragi che aveva assistito agli allenamenti a bordo campo.

- Ce l’ho fatta!!!!!!!- sbraitò Hanamichi mimando il segno della vittoria con la mano destra.

- Bravo, Hanamichi…- disse Haruko, facendo innervosire Kaede- Sei stato bravissimo! E anche tu, Rukawa…- aggiunse la ragazza arrossendo.

- Grazie…- rispose il diretto interessato guardando oltre la testa della ragazza.

- Grazie Haruko! Anche per gli spaghetti di ieri sera!- aggiunse Hanamichi lanciando un’occhiata rassicurante a Mito.

- Figurati… A proposito, ma quella Mari vi da ancora fastidio?- chiese Haruko lasciando di stucco i presenti.

- Beh, no, l’abbiamo messa a posto!- spiegò Sakuragi arrossendo, mentre Kaede aveva sgranato gli occhi dalla sorpresa- Figurati, aveva fatto un fotomontaggio e voleva usarlo per ricattare Rukawa…voleva andare dal preside a dirgli che Rukawa ed io stiamo insieme…-

- Già..- gli venne in aiuto Mito- ci pensi, Haruko? Che assurdità!!!-

La ragazza li guardò con aria poco convinta.

- Mi avete preso per scema?-

La domanda gelò il sangue nelle vene dei ragazzi.

- So benissimo che per Rukawa esiste solo il basket… e so che ama questo sport più di se stesso…- prese a dire la ragazza chinando la testa- Per quanto io faccia, non riesco a farmi notare da lui: mi sono persino tagliata i capelli, ma non se n’è accorto… Io sono trasparente ai tuoi occhi, vero, Rukawa?- chiese Haruko guardando il ragazzo con occhi pieni di lacrime.

- Ma non te ne faccio una colpa…- riprese a dire con voce triste, ma serena- Credimi, preferisco che tu passi la tua vita accanto ad un ragazzo che ami il basket come te, piuttosto che con una ragazza frivola, che ti vuole solo come trofeo da esibire…-

- Ma come…- chiese Rukawa perplesso.

- …vi ho sentiti ieri…- disse Haruko tra un sospiro e l’altro- … mi dispiace, non volevo… ma mi sono accorta che quello che hai detto circa l’amore è vero: se io ti amo, accetto anche ogni più piccola sfumatura di te. Io invece maledicevo il tuo carattere impossibile… se per dimostrarti quanto tengo a te, devo rinunciare a te… allora, che tu e Hanamichi possiate essere felici..- aggiunse la ragazza prima di scoppiare in lacrime e scappare via.

- Haruko!!!!!!!!- le gridò dietro Mito, facendo per andarle dietro, ma venne fermato da Rukawa.

- Devo andare io…- gli disse impassibile- Glielo devo.-

Yohei annuì; Kaede si voltò verso Hanamichi ed il ragazzo gli fece cenno di aver capito le sue intenzioni.

Haruko era andata a rifugiarsi sulla terrazza della scuola; si era arrampicata su per le scale ed aveva aperto la porta verde a fatica. Si era diretta verso la ringhiera ed era esplosa in un pianto liberatorio.

Dopo qualche minuto, Rukawa fece capolino dalla porta e si avvicinò alla ragazza, porgendole un fazzoletto di carta.

La ragazza guardò verso l’alto.

- Rukawa?- chiese sorpresa.

- Non sono molto bravo a parole…- disse il ragazzo sedendosi accanto a lei- Ma credo di capire quello che stai provando…-

Haruko si asciugò gli occhi ed ascoltò le parole di Rukawa.

- Poche avrebbero fatto marcia indietro davanti ad una situazione come quella che sto vivendo…- iniziò a dire a testa bassa- Anzi, molte avrebbero agito come Mari, andando dritte dal preside, sputtanando me e Hanamichi...-

Alzò la testa ad osservare il cielo che volgeva ormai al tramonto.

- Forse ti farò anche schifo…- continuò senza staccare lo sguardo dal paesaggio screziato di viola e rosso- ma non me ne curo. Ti chiedo solo di accettare questo lato di me, che neanche io riesco a spiegarmi. Anche se amo un altro ragazzo, sono pur sempre Kaede Rukawa… capisci?-

- Credo di sì…- rispose Haruko dopo qualche minuto di silenzio.

- Mi dispiace, non volevo che al mia felicità fosse costruita sull’infelicità altrui…- ammise il ragazzo guardando dritto davanti a sé.

- Sai, preferisco aver perso contro un uomo, è meno umiliante…- disse Haruko dopo aver espirato lentamente- Come ragazza mi sarei chiesta cosa avesse l’altra più di me…con un ragazzo so di aver perso in partenza, quindi non ho nulla di cui colpevolizzarmi…-

- Credo di aver capito…- disse Rukawa guardandola da sotto le ciglia scure.

- Ti prego solo di permettermi di essere ancora amica di Hanamichi…-

Rukawa annuì.

- Mi pare il minimo…-

- Grazie…- gli fece Haruko- E adesso.. potresti lasciarmi sola per favore?-

Rukawa non se lo fece dire due volte: si tirò in piedi, si spolverò i pantaloncini azzurri e porse alla ragazza un pacchetto di fazzoletti.

- Grazie…- gli fece Haruko guardandolo varcare di schiena la porta della terrazza e richiuderla al suo passaggio.

 


 

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