With a little help from my friends

Parte VII

di Francine

 

La stanza di Rukawa era pressappoco come Mito se l’aveva immaginata.

Un letto all’occidentale, un grande armadio a muro ed una scrivania preda del caos assoluto.

Le pareti, tinte di bianco, erano spoglie, eccezion fatta poster un poster di Michael Jordan alla parte ed un piccolo canestro sul retro della porta.

Rukawa aveva sistemato due cuscini per terra, sulla moquette, e aspettava il suo ospite a gambe incrociate.

Mito posò la camicia che usava come giacca sul letto di Kaede, senza che questi gli avesse dato esplicito consenso, e si accomodò sul cuscino lasciatogli dal ragazzo.

- Scusami per l’ora insolita, ma avevo bisogno di saperti libero dagli allenamenti…- disse Mito abbozzando un sorriso imbarazzato.

- Di che cosa devi parlarmi?- chiese Rukawa entrando subito in argomento.

L’altro sorrise.

- So che Hanamichi ha combinato uno dei suoi soliti casini…- esordì tastando il terreno.

Rukawa non si scompose.

- … e so anche che tu, adesso, sai che io sono innamorato di Haruko…-

Una smorfia appena percettibile si dipinse sul volto del ragazzo.

- … quindi ti pregherei di non provarci con lei…-

Rukawa sgranò gli occhi dalla sorpresa.

- Scusa?- gli disse, certo di non aver capito bene.

- Hai capito bene… vorrei che tu non ci provassi con Haruko… avrei intenzione di provarci io.-

Il silenzio calò nella stanza: Mito osservò il volto del ragazzo spaziare dallo stupore alla sorpresa.

- Credevi che fossi venuto qui per parlarti di Hanamichi?- gli chiese con finta ingenuità.

- No, no…-

- Sai, so che adesso stai con la Kawaii… e a quanto si dice a scuola siete già molto ‘intimi’…- riprese a dire Mito guardandosi le unghie con noncuranza- Tuttavia…-

- Tuttavia…- disse Rukawa terminando la frase volutamente lasciata in sospeso dall’altro.

- Tuttavia- riprese Mito- vorrei essere ben certo che non ti venga il ghiribizzo di provarci con Haruko: io con lei faccio sul serio, e mi roderebbe non poco che me la soffiasse uno che può avere tutte le donne della scuola…-

- Per me, puoi prendertela quando vuoi…- rispose Rukawa freddo.

- Benone, così, adesso che tu stai con la Kawaii, mi sarà più facile agganciarla… sai, la parte dell’angelo consolatore funziona sempre…- rispose Mito alzandosi e lisciandosi le pieghe dei pantaloni.

- Ecco… non per essere menagramo..- fece Rukawa guardando un punto imprecisato del pavimento- .. ma dovrai vedertela con Hanamichi; anche lui è innamorato di Haruko…-

Yohei si mise le mani in tasca ed assunse un’espressione seria.

- Mi stai prendendo in giro?- gli chiese con una nota nella voce che non prometteva nulla di buono.

Rukawa alzò la testa , sorpreso del tono usato dal ragazzo.

- Vieni a fare il bullo a casa mia?- gli rispose alzandosi in piedi e sovrastandolo con la sua altezza.

- No. Vengo solo a dirti che Hanamichi non è un problema, per conquistare Haruko. E sai perché? No? Beh, te lo dico io: Hanamichi è innamorato perdutamente di un’altra persona!-

Mito si voltò e fece per andarsene, quando fu bloccato dalla voce, e le braccia, di Rukawa.

- Chi è?-

L’altro si voltò del tutto verso l’ospite.

- Chi è?- ripeté Rukawa con una nota isterica nella voce.

- Uno stronzo …- rispose Mito liberandosi dalla stretta.

- Uno stronzo, chi?- continuò l’altro serrando i pugni.

- Uno che corrisponde al nome di Kaede Rukawa…- disse Mito prima di chiudersi la porta dietro le spalle.

L’eco dei passi del ragazzo arrivò attutito alle orecchie di Kaede, spegnendosi poco dopo.

" Maledizione!!!!!" si disse il ragazzo aprendo la porta e rincorrendo il suo ospite per il corridoio.

- Aspetta!-

Lo raggiunse all’ingresso, mentre si stava rinfilando le scarpe.

- Che vuoi?- gli rispose senza guardarlo in faccia.

- Ho bisogno di parlarti…- disse con un tono che suonava come una disperata richiesta d’aiuto.

 

- Mmm… non c’è che dire, sei nella merda fino al collo, amico.-

- Questo lo sapevo già…-

Mito e Rukawa, braccia conserte e gambe incrociate, rimasero in quella posizione per un bel pezzo.

- Sei sicuro che quella pazza abbia del materiale che ritrae te ed Hanamichi in atteggiamenti equivoci?- chiese Mito emergendo dalle sue elucubrazioni.

- Non so né cosa abbia, né cosa non abbia…- rispose Rukawa guardandosi le ginocchia- ma non voglio rischiare che quella deficiente rovini la vita di Hanamichi e la mia.-

- Sì, la situazione è seria…- commentò Mito.

- Hacchan non deve saperlo!- intimò Kaede serio- Farebbe un casino e allora sì che sarebbero guai!-

L’altro scosse la testa.

- So quanto sappia essere impulsivo Hanamichi… pensa che l’altro giorno avrebbe linciato delle ragazze che gli avevano chiesto di recapitarti delle lettere d’amore…- disse Mito cercando di trattenere una risata.

Rukawa lo fissò con aria interrogativa.

- Sul serio…- continuò l’altro- ma avrebbe tute le ragioni di cambiare i connotati a quella Mari. Anche se è una ragazza.-

- Non dirglielo…- continuò l’atleta seri, battendo i pugni sulla moquette.

- Hanamichi ha il diritto di sapere in che guaio tu ti sia cacciato- disse Mito fissando l’altro dritto negli occhi- Ci penseremo noi a farlo ragionare, anche a suon di pugni…-

- Noi? Intendi voi quattro?-

- Non solo noi dell’Armata… ma anche Miyagi, Mitsui, Kogure e Ayako…- rispose Mito con un sorriso.

Rukawa sgranò gli occhi dalla sorpresa.

- Ma perché fate tutto questo?- chiese guardando l’altro alzarsi e dirigersi verso la porta.

- Perché siamo amici, Rukawa… Noi dell’Armata siamo uniti come fratelli, mentre gli altri, per quanto lo considerino un rompipalle, sono molto affezionati a quel casinista di Hanamichi.-

Mise la mano sulla maniglia a cilindro della porta.

- E poi, se non sta con te, chi lo regge Hanamichi?- chiese Mito sorridendo- Lascia fare a me, ne parlerò agli altri e troveremo una soluzione. Tu, intanto, fa come se io non fossi mai stato qui. E mi raccomando: non chiamare Hanamichi!-

Rukawa annuì ed accompagnò il suo ospite alla porta d’ingresso.

- Bene, io vado. Grazie dell’ospitalità.- disse Mito accomiatandosi.

- Grazie a te…- rispose Rukawa abbozzando un mezzo sorriso che lasciò l’altro spiazzato.

- Allora siamo intesi: ti chiamo domani sera, alla stessa ora.-

- A domani.-

 

Mari camminava per il corridoio sentendo le occhiate d’odio puro che le altre ragazze le stavano lanciando.

Incurante del pericolo che incombeva su di lei, si addentrò nel corridoio che portava alla decima sezione: man mano che si avvicinava all’aula di Rukawa, sentiva il livore delle altre ragazze crescere in maniera esponenziale.

" Rodetevi pure il fegato, cretine…- pensava camminando a testa alta per il corridoio- Io sola sono riuscita laddove voi tutte avete clamorosamente fallito. Credevate sul serio che un fan club potesse indurre un figo come Rukawa ad interessarvi di voi brutte cessone?"

Sorrise della sua astuzia: era riuscita a far capitolare Rukawa e poco importava che per farlo avesse usato mezzi poco leciti.

" Chissà che faccia farebbe Rukawa se sapesse che in mano non ho un bel niente!!!!! Ma si può essere così scemi? Poco importa che sia gay… riuscirò a fargli cambiare gusti…"

Si fermò davanti alla porta dell’aula che stava cercando e guardò dentro: di Rukawa nessuna traccia.

" Che sia già andato in terrazza?" si chiese Mari mettendosi un indice sotto il mento.

Si avvicinò al primo ragazzo che le capitò a tiro e lo fermò.

- Scusa…- gli disse con uno dei suoi migliori sorrisi- Hai per caso visto Rukawa?-

- No, mi dispiace, ma oggi non è venuto a scuola…- rispose questi alzando la testa da un libro di test.

- Grazie…- fece Mari perplessa, tornando verso la sua aula a spron battuto.

" Poco male, lo vedrò agli allenamenti. E se non andrà neanche a quelli, vorrà dire che è malato sul serio! E quale miglior occasione per andarlo a trovare a casa?"

La campanella annunciò l’inizio delle lezioni pomeridiane.

- Ah, le cose stanno così…- commentò Mitsui strizzando come un limone un brik di succo di frutta- Quella piccola…-

- Sta’ calmo, Mitsui!- gli disse Kogure mettendogli una mano sulla spalla.

- Sta’ calmo un par di palle!- gli rispose strattonandolo- Ma lo capisci che quello che ha fatto quella stronza è grave?-

- Mitsui ha ragione!- commentò Ryota seduto su una panca, gli occhi bassi, mentre palleggiava nervosamente- Poteva succedere lo stesso ad ognuno di noi…-

- Di sicuro non a te, tappo!- lo canzonò l’ex teppista, suscitando le ire del playmaker.

- Tappo a chi?- gli ruggì contro Ryota- Guarda che anche tu sei piuttosto bassino per essere un giocatore di basket!!!-

- Come osi? IO sono stato nominato MVP!- rispose Mitsui tenuto da Kogure.

- Quella era preistoria, caro mio…- continuò Miyagi con un’espressione divertita.

- Piantatela! Litigare non risolve il problema!- cercava di calmarli Kogure, senza esser ascoltato da nessuno.

Il ventaglio di Ayako si abbatté sulle loro teste, inesorabile.

- AVETE FINITO DI FARE I CRETINI?- intimò loro la ragazza, le mani sui fianchi.

- Ma… Ayacuccia…- pigolò Ryota massaggiandosi la testa.

- Silenzio! Non dobbiamo dare nell’occhio per non insospettire Mari, e voi che fate? Urlate come se vi trovaste al mercato?!!!!!-

- Siete ancora qui?-

La voce di Akagi fece sobbalzare i ragazzi.

- Si può sapere cosa state confabulando?-

" Se Akagi venisse a saperlo, sono sicuro che spezzerebbe le ossa a Mari personalmente! Se c’è una cosa che lo fa arrabbiare è chi gioca sporco… e non possiamo permetterci che Mari s’insospettisca: Akagi è negato in quanto a fingere indifferenza!" pensò Kogure in un lampo.

- Niente, i soliti litigi tra questi due…- disse per giustificare la loro presenza negli spogliatoi.

- Non sono sordo, Kogure, non ancora…- rispose Akagi inarcando un sopracciglio- Possibile che io debba essere sempre all’oscuro di tutto?-

- Te ne parlerò alla fine degli allenamenti. Abbi fiducia in me!- disse Kogure con aria seria, dirigendosi verso la palestra.

In palestra, intanto, Hanamichi stava facendo degli esercizi per sciogliere i muscoli.

" Yohei ha detto che deve parlarmi, dopo gli allenamenti… chissà cosa avrà da dirmi?" pensava il ragazzo flettendo il busto in direzione delle ginocchia.

Si voltò a cercare l’amico, trovandolo mentre parlava con Haruko a bordo campo: sorrideva come sempre, mentre ascoltava le chiacchiere della ragazza, ma questa volta i suoi occhi erano pervasi da una strana luce.

" sei proprio cotto, amico…" pensò Hanamichi riscontrando nell’espressione dell’amico gli stesi sintomi che aveva quando fissava anche solo di sfuggita il suo Hacchan.

Sorrise, augurando all’amico maggior fortuna di quella che aveva avuto lui.

Mentre faceva di questi pensieri, notò con la coda dell’occhio Rukawa, che, anch’egli a bordo campo, parlava con Mari.

In realtà parlava solo la ragazza, poiché Rukawa si limitava a rispondere a monosillabi.

- Ma perché oggi eri assente?- insisteva la ragazza, non ritenendo esaurienti gli " Hn" che l’altro le dava come risposta.

- Sono andato dal medico.-

- Niente di serio, vero?- chiese lei allarmata, prendendogli le mani tra le sue e portandosele al viso.

Rukawa sentì il sangue gelarglisi nelle vene.

- Nulla, e adesso scusami, ma devo andare.- rispose sottraendosi in modo brusco a quella stretta ed entrando in campo.

- Vai, amore, fai vedere a questi pivelli di che stoffa è fatto un vero campione!-

" Ma non si strozza mai?" si chiese il ragazzo dirigendosi verso un angolo ed allacciandosi le scarpe, mentre sentiva addosso gli occhi della ragazza non perderlo di vista neanche per un istante.

L’allenamento iniziò con il solito giro di corsa lungo io perimetro del campo, per poi passare a provare schemi e marcature.

Rukawa evitava Hanamichi come la peste, e lo stesso faceva l’altro, ancora visibilmente scosso per la scena del giorno prima.

Le urla da stadio che Mari lanciava all’indirizzo di Rukawa non contribuivano certo a migliorare la situazione.

- Vai, Kacchan!!!! Fagli vedere chi sei!!!- urlava la ragazza sbracciandosi e saltando come un’invasata.

" Ci mancava anche l’invasata ufficiale…" commentò Ayako tre sé e sé , volgendo gli occhi verso l’alto.

- Vai Kacchan!!!-

" E non chiamarlo con quel nomignolo!!!" ruggiva dentro di sé Hanamichi scoccando occhiate di fuoco verso la sua rivale.

" E sta zitta, idiota!" era il tenore dei pensieri che Rukawa lanciava alla pazza che l’aveva incastrato.

- Tu sei Mari Kawaii?-

La voce di Mito sorprese la ragazza, che abbassò le mani e si voltò verso il ragazzo.

- Io sono Yohei Mito. Devo parlarti…-

 

Mari seguì docilmente Mito sul retro della palestra, finché questi non si fermò in un angolo appartato.

- Si può sapere che vuoi? Il mio ragazzo si sta allenando e ci tiene che io lo osservi!- sbraitò la ragazza piantandosi le mani sui fianchi.

Mito si voltò, con un sorriso indecifrabile stampato sul viso.

- Vorrei che tu mi spiegassi perché Rukawa ha scelto di stare con te…- disse il ragazzo con calma.

- Eh? Saranno fatti miei, non credi?- rispose acida arrossendo.

- No, non hai capito… Prima che si mettesse con te, girava voce a scuola che Rukawa fosse gay… vedi, siccome vorrei provarci con una ragazza cotta di lui, se avessi la certezza che è gay potrei provarci senza remore…-

- Con lui?!- chiese Mari perplessa.

- No!- rispose Mito alzando la voce- Con lei!!! Se anche lei sapesse che Rukawa è gay, si metterebbe l’anima in pace, ed io potrei provarci!!!-

- Ma tu non sei amico di quel Sakuragi?- chiese la ragazza incrociando le braccia davanti al petto.

- Si, perché?-

- Mi hai preso per scema? Se io confermassi la tue parole, andreste a dirlo ai quattro venti!- rispose Mari facendo per voltarsi.

- Una mano lava l’altra…- disse Mito bloccandola - Se tu dicessi a Haruko cosa sai, ti leveresti una rivale, ed io uno ingombrante come Rukawa.-

- Ma…- fece per protestare lei.

- Tranquilla: solo Haruko saprebbe che è vero, mentre le voci sarebbero smentite da voi stessi, stando insieme… A quel punto, Rukawa non potrà permettersi di certo il lusso di essere tacciato come gay… penso che lo sbatterebbero fuori dalla scuola, e dalla squadra in un nanosecondo…-

Mari soppesò le parole del ragazzo una per una.

- Come posso fidarmi di te?-

- Semplice: abbiamo entrambi un medesimo scopo! Tu vuoi Rukawa tutto per te, mentre io voglio che Haruko dimentichi lui e pianga sulla mia spalla…- le spiegò Mito assumendo un’espressione il più sincera possibile.

- Cosicché tu possa subentrare al posto di Rukawa al momento giusto…- terminò la ragazza al posto suo- Ingegnoso, non c’è che dire… va bene, ci sto!-

- Dirai quello che sai a Haruko?-

- Sì, le dirò che ho delle foto di Kacchan assieme a Sakuragi…- disse Mari con un sorrisetto subdolo.

- CHE COOOOSA??!!!!- urlò Mito sgranando gli occhi- Hana…michi… e … Ru..-

La ragazza annuì.

- In realtà non ho nulla tra le mani, ma so che al tuo amico piaceva lei, no?- disse Mari ravviando una ciocca di capelli che le cadeva davanti agli occhi.

- Sì, ma adesso ha perso la testa per un’altra…-

- Sì, Rukawa…-

- No, no- si affrettò a dire Mito- Quello era tutto uno scherzo…-

- Che?- chiese Mari sgranando gli occhi e restando a bocca aperta come una triglia.

- Sì… avevamo pensato che se avessimo fatto vedere a Haruko una foto in cui Rukawa e Hanamichi erano in atteggiamenti equivoci, lei l’avrebbe lasciato perdere e io avrei avuto campo libero. – le mentì clamorosamente, pregando di essere stato convincente nel raccontare una balla cui non avrebbe creduto neanche un bambino di tre anni.

Mari sembrò credere alle parole del ragazzo, che si sedette per terra e riprese a parlare.

- Ti confesso che il tuo intervento ci ha lasciati un po’ spiazzati…- proseguì nella sua farsa- così non sapevamo che pesci pigliare… Allora mi sono detto ‘ Perché non chiedere a lei? Al massimo ti manderà a quel paese…’-

- Ho capito… Se le cose stanno così, sarò ben lieta di aiutarti!- gli rispose la ragazza profondendosi in un ampio sorriso.

" Io dovevo fare l’attore…" pensò Mito ricambiando il sorriso della ragazza.

 

- Così, questa sera verrete tutti e quattro a studiare a casa mia! Non ammetto scuse: domani avrete gli esami di recupero e non possiamo permetterci il lusso che veniate sbattuti fuori squadra. Vi aspetto a casa mia subito dopo gli allenamenti! Intesi?-

Le quattro pecore nere della squadra annuirono con un cenno del capo.

- Bene. Ed ora, potete andare! Ci vediamo qui domani mattina!- disse il ragazzo con voce chiara e sicura.

- Ma capitano… domani è domenica…- provò a ribattere Yasuda, che per poco non fu incenerito dallo sguardo di Akagi.

- Lo so, ma il campionato è vicino… e noi dobbiamo utilizzare il nostro tempo sfruttando ogni singolo istante per allenarci!- ribatté il ragazzo squadrando i suoi uomini come un caporale che passa in rivista il proprio reggimento – E adesso, andate pure!- concluse il ragazzo battendo le mani e avviandosi verso gli spogliatoi.

Hanamichi aveva un diavolo per capello.

" Merda! Non solo devo andare a studiare dal Gorilla, ma anche con Rukawa!!!" pensava avanzando e calciando ogni pallone che gli capitava a tiro.

Vide Mito fargli un cenno convenuto, di cui solo loro due capivano il significato e s’impose di restare calmo: probabilmente, Mito aveva scoperto qualcosa circa Rukawa e quella pazza tinta di viola.

" Calmo… calmo…" si ripeteva come un mantra, imponendosi di mantenere il sangue freddo.

Vide Yohei prendere sottobraccio Haruko, parlarle brevemente e portarla con sé fuori dalla palestra.

" Sta a vedere che almeno a lui le cose vanno bene…" si disse Hanamichi sorridendo.

- Hai finito?-

La voce di Rukawa fu come una doccia fredda: si voltò e vide l’altro passare lo straccio sul parquet della palestra senza gettargli uno sguardo.

- Se non raccatti tutti i palloni, non finiremo più!- continuò Rukawa , sempre senza guardarlo.

Hanamichi rispose con uno "Sgrunt" e prese a radunare tutti i palloni che c’erano sul pavimento.

 

Mari aspettava Mito sul retro della palestra, appoggiata al muro della costruzione.

Dopo pochi minuti, vide arrivare il ragazzo seguito dalla sorella del capitano del club di basket.

- Scusa il ritardo…- le disse Mito non appena arrivarono.

- Fa niente…- rispose lei sorridendo ad entrambi- Mito mi ha detto che volevi sapere qualcosa circa Rukawa e me…-

Haruko annuì, pregando di essere convincente nel suo mutismo.

- Immagina che tu sappia che girino voci che vogliano che Rukawa sia gay e comportati di conseguenza… capito, topolina?- le aveva detto Mito mentre la accompagnava a parlare con quella ragazza che nel giro di un paio di giorni aveva fatto capitolare Rukawa.

" Per lui non è mai esistito nulla oltre al basket… Com’è possibile che gli piaccia lei! E com’è possibile che un giorno la mandi a quel paese e il giorno dopo entri in palestra con lei sottobraccio?" si chiedeva Haruko stringendosi forte le mani.

- Bene..- le disse Mari alzando il viso in segno di vittoria- Sappi che ho una foto in cui Rukawa abbraccia teneramente Sakuragi…-

- No! Non è possibile!!!- gridò Haruko dilatando le pupille e portandosi le mani alla bocca per la sorpresa.

" Se non altro è convincente…" pensò Mito guardando la sorella del capitano di sottecchi.

- Già.. guarda qua…- le disse Mari estraendo dalla tasca della gonna una fotografia che ritraeva i due in atteggiamento più che intimo: Hanamichi era tra le braccia di Rukawa, sotto di lui, mentre l’altro fissava i suoi capelli corti, accarezzandoli con una mano.

Ci mancò poco che Haruko svenne.

- Questa… quando è stata scattata?- chiese alla ragazza non riuscendo a staccare gli occhi da quella foto.

- Una settimana fa… più o meno…- disse Mari con un sorriso, strappandola di mano a Haruko.

- Capisco…- fece lei incurante del fatto che le lacrime le rigavano il viso senza che lei se n’accorgesse.

- Io sto con lui per evitare che le voci a riguardo crescano e lo costringano ad essere buttato fuori dalla squadra… Tu non vuoi che questo accada, vero?- le chiese Mari incrociando le braccia.

Haruko si limitò a scuotere il capo.

- Brava bambina…- le disse l’altra prendendole il viso tra le dita ed alzandoglielo verso il proprio- Allora tieni la bocca chiusa e dimentica Rukawa… Intesi?-

- Sì… ho capito…- rispose la ragazza prima di scappar via in lacrime.

Mito la guardò col cuore che gli si stava spezzando; poco male, l’avrebbe consolata dopo, adesso doveva agire!

- Mi avevi detto di non avere nulla tra le mani…- disse restando a guardare Haruko correre per il giardino.

- Infatti…- rispose Mari…- questo è solo un comune fotomontaggio… La moderna tecnologia permette questo ed altro.- concluse soddisfatta, tronfia come un tacchino.

Qualcuno le strappò di mano il prezioso documento.

- Che scherzi so…-

Non terminò la frase: davanti ai suoi occhi, Rukawa e Sakuragi la guardavano furiosi.

 


 

Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions