With a little help
from my friends
Parte IV
di Francine
Hanamichi, dirigendosi in palestra alla
fine della giornata scolastica, vide alcune ragazze formare dei capannelli
e guardarsi l’un l’altra con aria affranta ed attonita.
Ovunque si girasse era sempre la stessa
solfa: fanciulle che piangevano e si rimpallavano l’un l’altra le
stesse domande.
Esclamazioni come " Dimmi che non è
vero!!" oppure " Non può essere!!!" si rincorrevano
nell’aria, mentre Hanamichi si grattava la testa cercando di capirci
qualcosa.
" Ma che cazzo succede?" pensò
entrando in palestra ed accoccolandosi in un cantuccio per allacciarsi le
scarpe.
Mitsui e Miyagi, che facevano degli
esercizi per sciogliere i muscoli, guardarono il nuovo arrivato con aria
preoccupata.
- Lo saprà già?- chiese Ryota indicando
Hanamichi con un cenno della spalla.
- Mmm… non saprei… credo di no,
altrimenti non credo proprio che sarebbe entrato qui dentro con tanta
naturalezza…- commentò Hisashi squadrando il compagno.
- Eppure è strano, a scuola non si parla
d’altro…- ribadì quest’ultimo ponenedosi una mano sotto il mento.
Hanamichi, accortosi che lo stavano
fissando da un bel pezzo, si voltò verso di loro di scatto.
- CHE CAZZO AVETE DA GUARDARE, EH?-
sbraitò con aria minacciosa ai due, facendo prendere un colpo al povero
Kogure che lo stava aiutando con i piegamenti.
I due fecero spallucce, ignorando le
grida del ragazzo e riprendendo i loro esercizi.
- HEI!!!!!!!! Nanerottolo!!!!
Baciapiselli!!!!!!!! Parlo con voi, chiaro?!!!!!!- continuò imperterrito
Hanamichi anche dopo la ventagliata che Ayako gli diede per farlo tacere.
Frattanto, anche gli altri componenti
della squadra erano entrati in palestra, mentre i tifosi della squadra
prendevano posto, chi a bordo campo, chi sugli spalti.
- TUTTI A RAPPORTO!!!- tuonò con voce
stentorea il capitano.
I giocatori obbedirono all’ordine
ricevuto, disponendosi attorno alla figura del Centro della squadra.
- Ci siamo tutti?- chiese Akagi passando
in rassegna la sua truppa.
- Manca solo Rukawa…- disse Kogure
cercando il ragazzo tra gli altri- Non è ancora arrivato….-
- Cominceremo senza di lui, allora…-
decise il ragazzo iniziando a correre attorno al campo di gioco.
Hanamichi rimase in coda al gruppo,
pensando ai fatti suoi, non curandosi del ritmo imposto da Ayako, che, a
bordo campo, variava la velocità del battito delle mani per far compiere
degli scatti in corsa ai ragazzi.
" Chissà perché Kacchan non c’è…
Ma chi se ne frega!!!! Quello che fa lui non mi riguarda più!- pensava
Hanamichi con un lampo d’odio negli occhi- Anzi, se deciderà di non
venire più non mi farà che un favore! Così la mia genialità non verrà
più castrata dal suo egocentrismo, eh,eh,eh…"
Un pugno ben assestato del Gorilla fece
tornare Hanamichi alla realtà.
- Imbecille che non sei altro, la vuoi
piantare di distrarti?- lo sgridò Akagi, la solita vena sulla tempia che
pulsava a velocità impressionante.
Hanamichi stava per ribattere, quando dei
gridolini attirarono l’attenzione di tutti sulla porta che dava verso
l’esterno: Kaede Rukawa aveva fatto il suo ingresso in palestra
sottobraccio a Mari, che sorrideva felice, incurante degli sguardi
inceneritori che le lanciavano le altre ragazze.
- Io vado…- fece Rukawa staccandosi da
lei senza guardarla negli occhi.
- Allora buona fortuna, Kacchan…- disse
Mari staccandosi da lui e scoccandogli un bacio su una guancia.
La palestra sembrò crollare su se stessa
dal boato che si levò a questa scena.
Le fan del giocatore erano distrutte,
piangenti in ginocchio: chi si strappava letteralmente i capelli, chi
piangeva stretta alle altre, chi chiedeva al ragazzo " lei cos’ha
più di noi…", strappando i fazzoletti ricamati che tenevano tra le
mani.
Anche Hanamichi era rimasto a bocca
aperta: per quanto gli costasse ammetterlo, gli aveva fatto male vedere
una ragazza strusciarsi languida sul suo Kacchan e prendersi tanta
confidenza con lui.
Figuriamoci, poi, quando l’aveva vista
baciare la guancia del suo, SUO ragazzo.
" Io l’ammazzo!!!" aveva
pensato in un primo momento; poi, però, si era ricordato di cosa aveva
detto la sera precedente a Rukawa.
" In fondo, avrei dovuto
aspettarmelo, no?- si disse Hanamichi stringendo i pugni fino a farsi
male- Ma allora perché fa così male, dannazione?- concluse mordendosi le
labbra dalla rabbia.
Rukawa, cui non era sfuggita la reazione
di Hanamichi, rientrò in campo dopo pochi minuti, andando a scusarsi con
il capitano del ritardo.
- Scusami, Akagi, non succederà più…-
disse il ragazzo quasi in un sussurro chinando la testa davanti
all’esterrefatto capitano.
" Devo essere ubriaco, oppure
impazzito!- Pensò il ragazzo- Rukawa che flirta con una ragazza e che
chiede scusa?!!!"
Akagi si volse a cercare lo sguardo del
suo vice che scosse il capo perplesso.
- E’ quello che voglio sperare, Rukawa!
Raggiungi gli altri, farai cinquanta giri di campo per punizione al
termine degli allenamenti.-
Kaede annuì e si diresse placidamente al
fianco di Sakuragi, che dovette trattenersi dal cambiargli i connotati a
suon di pugni.
Gli allenamenti ripresero in un clima
irreale: tutti, Rukawa Fan Club incluso, erano piombati nel silenzio
assoluto; la stessa Ayako osservava i ragazzi in come se si trattasse di
fantasmi e non di giovani promesse del basket in carne ed ossa.
Frattanto, Mari osservava sorridente la
scena: la sua entrata al braccio di Rukawa aveva sortito l’effetto
sperato e programmato dalla ragazza. Un sorriso divertito si delineò
sulle labbra tinte da un delicato lucidalabbra rosa.
Sentiva, di tanto in tanto, le occhiate
omicide che le altre ragazze scoccavano al suo indirizzo, ma si comportava
come se la cosa non la riguardasse.
" Prenderò due piccioni con una
fava!- pensava la ragazza osservando Rukawa andare elegantemente a
canestro ed infilare la palla con forza ed irruenza all’interno
dell’anello- Avrò l’intervista da Rukawa e sarò la ragazza più
ammirata ed invidiata di tutta la scuola… E se poi riuscirò a farlo
innamorare di me… i piccioni saranno tre!"
Frattanto Mitsui, che aveva l’obbligo
di marcare stretto l’ala piccola, scivolò sul parquet umido, cosicché
Kaede riuscì a saltarlo e ad infilare prepotentemente l’ennesimo
canestro.
Un boato da finale dei play off accompagnò
l’azione del ragazzo e il suo elegante atterraggio sulla superficie in
legno.
Mitsui ringhiava tra i denti, imprecando
contro le matricole che avevano pulito male il parquet.
" Adesso si fa sul serio,
carino…" pensò fulminando l’avversario con uno dei suoi sguardi
da teppista.
Rukawa si asciugò il sudore dal viso con
la sua inseparabile fascetta nera.
"Deve essere mio… Costi quel che
costi!" pensò Mari fissandolo intensamente.
Finiti gli allenamenti, Hanamichi si
fiondò a bere ai lavandini esterni alla palestra.
- Uff… come sono stanco…- disse Ryota
aprendo un rubinetto ed infilando la testa sotto il getto d’acqua.
- Oggi il Gorilla ci ha massacrato…-
commentò Mitsui affiancandosi al compagno e dissetandosi ampiamente.
- Già è stata una giornata dura…-
ammise il playmaker chiudendo il rubinetto e scrollandosi l’acqua di
dosso come fanno i cani.
- Per non parlare della carica che
avevano Hanamichi e Rukawa…- aggiunse Mitsui riacquistando la posizione
eretta.
- Ho notato che ti ha dato del filo da
torcere oggi, vero?- chiese malizioso Ryota.
- Non diciamo stronzate!- l’ammonì il
compagno- Io ho più esperienza di lui e sono più completo. -
- E allora perché lo hai fatto segnare?-
proseguì Miyagi aggiustandosi i capelli bagnati.
Mitsui alzò la testa a guardare i
cumulonembi estivi che ricamavano il caldo cielo estivo.
- Oggi era scatenato…- ammise il
ragazzo- Era come se avesse trovato un motivo che lo spinga a dare anima e
corpo in campo.-
Il tossicchiare nervoso di Hanamichi fece
interrompere il discorso ai due.
L’ultimo arrivato scoccò loro
un’occhiata omicida, dirigendosi verso i lavandini ed aprendone uno al
massimo della portata; infilò la testa sotto il getto e rimase immobile
sotto l’acqua, come per ritemprare lo spirito.
Chiuse il rubinetto e lasciò correre
sulla pelle le gocce d’acqua.
Con la coda dell’occhio vide il suo
acerrimo nemico avvicinarsi anch’egli ai lavandini.
- Spostati…- gli disse Rukawa prendendo
il suo posto senza tante cerimonie.
- Hei, tu!!!- ringhiò Hanamichi alzando
la voce.
- Ti vuole Akagi, idiota…- aggiunse
Kaede senza guardarlo, strizzando la propria maglietta celeste nel
lavandino di pietra grigia.
- Tzè… guarda il sudore di un vero
Genio!!!!- disse Hanamichi togliendosi la maglia, e facendo venire un
infarto al compagno, ed imitando il gesto dell’altro.
Uno "strapp" non proprio
rassicurante avvertì Hanamichi di aver torto eccessivamente la maglia,
lacerandone il tessuto.
- No… la mia maglietta preferita…-
pigolò il ragazzo osservando il risultato del proprio operato, mentre
Ryota commentava l’accaduto dandogli dell’idiota, e Mitsui del "coglione".
La voce di Ayako ed il suo fido ventaglio
che s’abbatté sulla sua testa, fecero voltare Hanamichi verso la
manager.
- Avanti, Hanamichi, hai qualcosina da
fare, vero?- gli disse la ragazza sorridendo.
- No, non mi va, non voglio!!!- protestò
Hanamichi mentre veniva portato di peso da Ayako a fare esercizio sui
fondamentali.
- Niente storie! Sai che sei scarso nei
fondamentali e che devi migliorare!!!- lo riprese la ragazza tirandolo per
un orecchio, incurante dei lamenti di Hanamichi.
Miyagi seguì i due in palestra,
osservando il compagno esercitarsi con il pallone, mentre Mitsui stava per
andarsene quando venne fermato dalla voce affannata di Rukawa.
- Senti…-
" E’ da molto che non mi rivolge
la parola…" pensò il ragazzo voltandosi verso il proprio
interlocutore.
- Volevo chiederti…- iniziò a dire
Rukawa cercando le parole adatte.
- Si?- cercò di aiutarlo Mitsui
dimostrandogli la propria disponibilità.
- Pensavo… Non è che ti andrebbe di
fare due tiri a canestro? Uno contro uno…-
Il volto dell’ex teppista s’illuminò
a quella richiesta.
- Ma certo, vediamo un po’ cosa sai
fare…- rispose entrando in palestra e posizionandosi nella lunetta dei
tiri liberi.
- Ho vinto io!!! Era un tiro da tre!!!-
protestò Mitsui, rosso in viso.
- Hai calpestato la linea! Era un tiro da
due!- ribatté Rukawa convinto ed impassibile come al solito.
- Non è vero, non l’ho fatto! E poi,
anche se fosse, non eri nella posizione per vederlo!!!- rispose inviperito
la Guardia.
- L’ho visto con la coda
dell’occhio…- puntualizzò l’altro senza scomporsi.
- Ma figuriamoci!!! Stai accampando delle
scuse ridicole solo perché non ci stai a perdere!!! Non ti facevo così
subdolo, Rukawa!!!- sbottò Mitsui protendendo l’indice destro tra sé
ed il compagno.
- Hai calpestato la linea. L’ho visto!-
proseguì imperterrito l’altro.
I due andavano avanti con questo
battibecco da un bel pezzo; Mitsui aveva effettuato l’ultimo tiro a
disposizione tirando da fuori area, sorprendendo la difesa di Rukawa che
non si aspettava un tiro da quella distanza.
La palla era entrata nel canestro come da
copione, decretando la vittoria del ragazzo sul compagno, il quale,
tuttavia, sosteneva che il tiro non fosse da tre punti, ma da due poiché
Mitsui aveva inavvertitamente calpestato la linea della lunetta.
- Risolverò io la situazione…- disse
ad un certo punto Hanamichi avvicinandosi ai due contendenti, i quali lo
lasciarono fare.
Il ragazzo si posizionò tra i due,
quindi, dopo aver lasciato passare qualche secondo, alzò il braccio
sinistro di Mitsui, decretandone la vittoria.
- Non hai le capacità di decidere…-
disse Rukawa allontanandosi dal terreno di gioco.
" E io che avevo sperato che
prendesse le mie difese…- pensò il ragazzo dirigendosi verso gli
spogliatoi- A tal punto mi odi, Hacchan? Mi hai già dimenticato per
quella sciacquetta? Allora io ero solo un capriccio del momento…"
Nel nanosecondo successivo a quello
impiegato da Rukawa per formulare foschi pensieri, Hanamichi gli lanciò
una proposta.
- Hei, volpastro! Che ne dici di batterti
contro di me?-
Kaede si voltò verso l’altro,
gelandolo con lo sguardo.
- Se non sbaglio noi non ci siamo mai
confrontati… non credi che sarebbe ora di stabilire chi di noi due è il
migliore?- propose il ragazzo dai capelli rossi facendo roteare il pallone
su un dito.
In pochi minuti Mitsui e Miyagi fecero
sgombrare il campo, chiudendo i due nella palestra.
- Che state facendo qua?- chiese loro
Kogure di ritorno dal bagno.
- Pensiamo che sia meglio che Hanamichi
non venga umiliato pubblicamente da Rukawa…- rispose Mitsui, le spalle
appoggiate alla porta scorrevole verde.
- Ne ha già avute abbastanza, per
oggi…- aggiunse Ryota, l’orecchino verde che scintillava nel buio.
Kogure si tolse gli occhiali, pulendo le
lenti con un lembo della sua maglietta grigia.
- Già… chissà cos’è successo tra
quei due. Non mi sembra possibile che si siano lasciati così presto!-
disse rimettendosi gli occhiali e guardando la porta chiusa.
- E’ vero…- commentò Ryota, gli
occhi a seguire una fila di formiche sul terreno.
- Chissà cos’è successo…- proseguì
Kogure, le mani sui fianchi.
- Non sono affari nostri…- rispose
sbuffando Mitsui- Qualunque cosa sia successak, devono vedersela tra
loro…-
- Non credi che potresti essere TU la
causa del loro litigio?- chiese l’altro con voce irata.
L’ex teppista alzò la testa verso il
compagno.
" E se avesse ragione?"
Il dubbio di aver esagerato qualche
giorno prima passò per la mente del ragazzo, che si ripromise di vederci
chiaro, quantomeno appurare quale potesse essere la sua responsabilità in
tutta quella storia.
Frattanto, Hanamichi palleggiava
baldanzoso fissando dritto negli occhi il suo avversario.
" Adesso te la faccio vedere io,
Kacchan… Ti straccerò sul campo, e tu scoprirai di nuovo che mi ami…
farò lo stesso slam dunk che tanto ti colpì… e allora vedremo CHI
popolerà di nuovo la tua mente, se IO o quella squinzia dalle labbra
rosate…"
Kaede fissava Hanamichi dritto negli
occhi, chiedendosi dove mai volesse andare a parare con quella sparata.
" Mi ti mangio in quattro e
quattr’otto!- pensò a sua volta soffermandosi sulle labbra carnose
dell’altro- Anche se vorrei ricoprirti di baci fino a farti chiedere di
smettere… ma solo per passare ad altro…"
Hanamichi scattò verso destra, seguito
dall’altro come se fosse la sua ombra.
Dieci minuti dopo, la porta della
palestra si apriva, permettendo il passaggio di Kaede.
- Non l’hai fatto per fargli un favore,
vero Rukawa?- chiese Ryota guardando in faccia il ragazzo.
- Assolutamente no…- rispose questi
madido di sudore dirigendosi verso le docce.
Le stelle illuminavano la volta celeste
mentre una fresca brezza levantina correva sulla pelle di quattro ragazzi
appoggiati al muro della palestra del liceo Shohoku.
- E’ normale che ti abbia stracciato,
tu giochi solo da tre mesi, lui da anni…-
Ryota cercava di consolare come meglio
poteva l’amico, che, uscito dalla palestra, si era chiuso in un ermetico
mutismo.
- Anche Mitsui è stato battuto da Rukawa,
cosa mai potevi fare tu?-
- Ma non diciamo stronzate, Miyagi!!!-
sbraitò il diretto interessato punto sul vivo- La mia era un’azione
pulita! Capito? PU-LI-TA!-
Hanamichi guardava in terra con
l’espressione assente.
- Che ne dici di vuotare il sacco?- gli
chiese Mitsui alzando al testa ad osservare le costellazioni estive.
Quando posò nuovamente gli occhi su di Hanamichi, vide che aveva iniziato
a tremare e a piangere in silenzio.
- Sakuragi...ma cosa?-
- Tutto bene?- chiese preoccupato Kogure
inginocchiandosi davanti al ragazzo.
- Avanti!- l’incitò Ryota- vuota il
sacco e ti sentirai meglio…-
- Io giro per di qua… - disse Rukawa
voltando la bicicletta nella direzione indicata.
- Io, invece, proseguo per altri cento
metri.- rispose Mari sorridendo.
- … a domani…- la salutò il ragazzo,
fermandosi allorquando si sentì tirare per la camicia.
- Non mi accompagni sotto casa?- gli
chiese con occhi supplichevoli, quegli stessi occhi che facevano
capitolare tutti i ragazzi ai suoi piedi.
- No.-
Il suo charme sembrava far cilecca con
quell’orso polare di Rukawa.
- Dammi almeno il bacio della buonanotte,
no?- insistette lei mettendogli il broncio.
" Tutti dicono che sono tanto carina
quando sorrido, ma che divento irresistibile quando gioco a fare
l’offesa! Sono sicura che mi da un bacetto, almeno sulla fronte!"
pensò sicura delle proprie tecniche di seduzione.
- No.- rispose Rukawa saltando in sella
alla bici e pedalando verso casa.
Il castello di carte di Mari crollò
immediatamente, lasciando di sale la ragazza.
" Sei un tipo difficile da
conquistare, eh, Rukawa?- pensava la ragazza voltandosi verso casa e
camminando tra le vetrine illuminate- Meglio così, sarà ancora più
divertente farti mio!"
- Hanamichi, mi spieghi una cosa?- chiese
Mitsui dopo aver ascoltato il racconto del compagno.
- Dimmi Mitsui…- rispose il ragazzo
soffiandosi il naso con un fazzoletto di carta.
- Ma come, COME fai a cacciarti sempre
nelle situazioni più assurde?- chiese ponendosi una mano davanti agli
occhi.
- Fai poco lo spiritoso!!!- sbraitò
questi alzando il dito medio contro il compagno.
- Comunque sia, devi far pace con
entrambi!- disse Kogure cercando di mettere pace tra i due.
- Ma và? Non ci avevo pensato, sai
quattrocchi?- rispose acido incrociando le braccia al petto.
- Sul serio! Devi fare le tue scuse ad
entrambi e chiarire i tuoi dubbi con Yohei!- disse Miyagi, ginocchia al
petto- Anche io mi sarei incazzato al posto di Rukawa…-
- Però.. bisogna anche vedere che cosa
vuole quella tizia da Rukawa…- commentò Mitsui alzandosi- E’ chiaro
che a lui non interessa un fico secco di lei…-
- Come puoi dirlo?- chiese Hanamichi
stupito.
- Rukawa è un tipo freddo e scostante,
che tiene ben celati i propri sentimenti, è vero; tuttavia, i suoi occhi
non mentono...- rispose l’altro lanciando un’occhiata allegra al
compagno.
- Eh?- chiese questi piegando di lato la
testa.
- Quando guarda te gli si illuminano gli
occhi, anche se è freddo e scostante…-
- Davvero?-
Mitsui annuì e raccontò ad Hanamichi
della luce che vide negli occhi di Rukawa il giorno della partenza per il
ritiro a Izu.
- Quando tu arrivasti tutto trafelato
alla stazione, i suoi occhi s’illuminarono al punto tale da farmi capire
tutto all’istante. Credimi, quello sguardo lo ha fatto anche oggi ed era
diretto solo a te…-
- Già, secondo me avrebbe voluto fare a
pezzi quella cretina per averlo baciato…- disse Miyagi con aria di chi
la sa lunga.
- Ha ragione, Hanamichi; lo vedrebbe
anche un cieco che a Rukawa non importa un fico secco di lei!!!- aggiunse
Kogure sorridendo.
- Già, ma allora perché oggi è entrato
a braccetto con lei?- piagnucolò Hanamichi piegando la testa di lato.
- Per farti ingelosire, è chiaro!-
rispose Mitsui passandosi una mano sotto il mento- Quello che non è
chiaro…- s’interruppe chiudendo gli occhi per un secondo- … è cosa
spinge LEI a prestarsi a questa ridicola pagliacciata. Mi ci gioco le
palle che gliel’ha suggerito lei di farti ingelosire a questo modo…-
- Cosa dovrei fare?- chiese Hanamichi.
Kogure gli mise una mano sulla spalla.
-Parla con Mito, prima di tutto. Rukawa
non scappa, mentre l’amicizia con Mito si sta lentamente sgretolando.
Sono sicuro che anche Rukawa vorrebbe che tu dessi la precedenza al tuo
amico…-
" Su questo ho qualche dubbio… Non
credo che tu conosca Kacchan come lo conosco io, quattrocchi…" pensò
Hanamichi fissando il viso sorridente del compagno.
- Ok, è ora di andare a parlare con
Mito…- disse alzandosi da terra e spolverandosi i calzoncini bianchi.
Kaede si lasciò cadere stremato sul
proprio letto.
" Dovrei farmi la doccia, ma non
riesco a tenere gli occhi aperti…"
Il contatto con le lenzuola risveglio
prepotente in lui io ricordo di Hanamichi, del suo profumo, della sua
pelle, di lui.
Strinse le mani a pugno, trattenendo nei
palmi la candida federa.
" Dio, Hana, quanto ti amo!!!"
gridò con se stesso premendo la faccia sul guanciale finché non sentì
l’impellente bisogno di respirare.
- Kaede? Tesoro, tra mezz’ora è pronta
la cena… Vatti a fare una doccia, caro…-
La voce di sua madre, appoggiata allo
stipite della porta della camera da letto, richiamò Rukawa all’ hic et
nunc,; il ragazzo riemerse dal cuscino senza accorgersi di avere gli occhi
umidi di pianto.
- Tesoro, ma tu hai pianto!- gli disse
sua madre avvicinandosi e spostando premurosamente una ciocca di capelli
dalla fronte del ragazzo- Non avrai la febbre, per caso?-
- No, mamma, sono solo un po’ stanco.
Oggi abbiamo avuto degli allenamenti pesanti, tutto qui…- cercò di
rassicurarla.
- Vedi di non ammalarti per correre
dietro al tuo adorato pallone…- lo ammonì dolcemente la donna prima di
depositare un amorevole bacio sulla fronte del ragazzo.
- Sì…-
- E adesso vatti a fare una doccia! E non
fare tardi a cena, ok?- disse la donna scompigliando la pettinatura del
figlio.
Come uscì dalla stanza, Kaede si mise a
sedere in fondo al letto e si fece coraggio.
" Avanti! Ho bisogno di una doccia,
puzzo come un muflone!"
Accese la luce in bagno ed aprì il
rubinetto della doccia; mentre l’acqua raggiungeva la temperatura
desiderata, Kaede si specchiò, poggiando le mani sul lavabo.
" Mmm… sono più pallido del
solito… sembro sul serio malato." Pensò esaminando la pelle
diafana che strideva piacevolmente con il nero intenso dei capelli.
All’improvviso ebbe un’illuminazione.
- Ma certo!!!!- strillò schioccando le
dita- Adesso so cosa fare per far avvicinare Hacchan!-
- Kaede, tesoro, tutto ok? Stai bene?-
- Mai stato meglio, mamma, mai stato
meglio!- rispose Rukawa rimirandosi nello specchio, mentre un sorriso
diabolico si dipingeva sul suo volto.
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