With a little help from my friends

Parte II

di Francine

 

La pioggia batteva sulle tese nere dell’ombrello malandato che teneva tra le mani nel vano tentativo di ripararsi dall’acqua.

Non c’era un cane per strada, solo lui, la pioggia e quel povero ombrello, reduce dalla Seconda Guerra mondiale.

" Credo di aver trovato il regalo di Natale per Kacchan…" pensava il ragazzo avanzando eroicamente verso la sua meta.

Un auto gli passò accanto, schizzandogli addosso l’acqua di una pozzanghera grande come un lago, inzuppandolo per bene.

" Rettifico: glielo regalerò DOMATTINA stessa…" pensò imprecando contro l’incivile che aveva accelerato in prossimità della pozzanghera.

La luce soffusa del pub lo avvolse non appena varcò la soglia del locale: al suo interno, una musica soffusa rilassava e riconciliava con il mondo.

Tappezzeria rosso scarlatto ornava le pareti, mentre dai tavoli di legno scuro proveniva un forte odore selvatico, come se ci si trovasse nel bel mezzo della Foresta Nera.

Rivestì l’ombrello con una pellicola di cellophane che trovò all’ingresso, accanto al portaombrelli, e si avvicinò verso il bancone.

- Mi scusi, sto cercando un ragazzo sui sedici, diciassette anni, alto così, con i capelli scuri e l’aria da fesso…- chiese Hanamichi rivolgendosi all’uomo nerboruto dietro al bancone, mimando l’altezza e le fattezze di Yohei- E’ già arrivato?-

L’uomo fissò il nuovo arrivo arricciando il naso: non si era accorto che era zuppo al punto da lasciare una scia d’acqua dietro di sé.

- Sarebbe meglio se lasciassi la giacca nel retro, prima di allagarmi il locale…- disse indicando il pavimento su cui riluceva una scia corposa d’acqua.

Hanamichi, per tutta risposta, si sedette al bancone e poggiò i gomiti sul tavolo.

- Posso aspettare qui il mio amico?- chiese fissando l’uomo dritto negli occhi.

- Certo… che cosa vuoi che ti porti?-

- Un caffè lungo per favore…-

Dopo solo una decina di minuti, Yohei entrò nel pub avvicinandosi all’amico seduto al bancone.

- Scusami per il ritardo…- disse il ragazzo affiancandosi a Hanamichi- E’ da tanto che mi aspetti?-

L’altro scosse il capo, continuando a stringere tra le dita forti la tazza di caffè nero che stava bevendo da un po’.

- Andiamo a sederci altrove…- suggerì Yohei alzandosi e cercando un tavolo appartato dove poter parlare con calma.

Hanamichi si alzò lentamente e seguì l’amico verso un tavolo rotondo posto di rimpetto ad una grande vetrata.

La pioggia batteva ancora forte sui vetri, regalando un paesaggio luccicante e pulito.

- Immagino che tu vorresti essere altrove, e non qui…- disse Yohei con noncuranza, come se volesse cercare un modo brillante per entrare in argomento: sotto al legno scuro del tavolo si torceva le mani nervosamente, ben sapendo che una spada ben affilata pendeva sulla sua testa.

- Sputa il rospo…- disse con fare deciso Hanamichi- Ho promesso a Kacchan che sarei tornato presto da lui…-

- Ma tua madre non ti dice nulla?- chiese curioso Yohei, sviando l’argomento.

- Sa che sto a casa sua per preparare un fantomatico compito in classe d’inglese.- rispose Hanamichi fissando la pioggia oltre la vetrata- Ma non cambiare argomento e rispondi alla mia domanda…-

Yohei fece un profondo respiro e trattenne il fiato per alcuni secondi.

L’altro si volse per guardarlo rimanendo in silenzio: tra di loro, solo il ticchettio della pioggia sul vetro e la musica di "Hello, Goodbye" in sottofondo.

- Prima che io cominci…- disse Yohei rompendo l’incanto- devo chiederti una cosa…-

- Spara!-

- Mi trovo in una situazione strana…- confidò mettendosi una mano sotto una guancia e osservando anch’egli la pioggia.

- Cioè?- chiese Hanamichi fissando con curiosità l’amico.

- Vedi, un mio amico ha un mezzo casino con una ragazza…-

- E chi è? Uno che conosco anch’io?- chiese Hanamichi alzandosi di poco sullo sgabello di legno su cui era seduto.

- Sì, lo conosci bene…- ammise Mito sospirando.

- E chi è? Noma? Okosu? Oppure Takamiya?- lo subissò il ragazzo dai capelli rossi, curioso come un gatto di sapere a chi mai stesse facendo riferimento Yohei.

- Non te lo posso dire, l’ho promesso…-

Hanamichi mise il broncio, deluso di non riuscire a strappare un pettegolezzo concreto dalle labbra dell’amico.

- E in ogni caso, non è questo il punto…- riprese Yohei riportando l’attenzione sul discorso principale- Questo mio amico è innamorato di una ragazza che piaceva ad un altro suo amico.-

- Mh? Hai detto "piaceva"? Quindi adesso quest’altro tizio non prova più niente per la ragazza…-

- Esatto..-

- E allora dov’è il problema?- chiese Hanamichi fissando Yohei.

- Il problema è che questo mio amico crede che se raccontasse il fatto all’altro, passerebbe un brutto quarto d’ora…-

Il ragazzo dai capelli rossi piegò la testa di lato.

- Ma il tuo amico… o meglio, l’altro tizio, è ancora innamorato di quella ragazza, sì o no?-

- No, pare che adesso stia con un’altra…- rispose Yohei.

- E dov’è il problema?- ripresentò la medesima domanda serrando le braccia all’altezza del petto.

Mito sospirò.

- Possibile che tu non capisca? Se questo tipo volesse provarci con lei, il suo amico lo verrebbe a sapere e allora si chiederebbe da quanto tempo questo tizio provasse questo tipo di sentimenti per la ragazza in questione...-

- Ma questo tuo amico… senti, diamogli un nome o divento pazzo!- disse Hanamichi grattandosi la zazzera con fare nervoso.

- Ok, il mio amico sarà Tetsuya… lei sarà Jun e l’altro sarà… Shiro…- disse Yohei sorridendo.

- E Juzo e Boss quando arrivano?- chiese Hanamichi storcendo il naso.

- Insomma, Tetsuya ama Jun… ma Jun piaceva a Shiro, che adesso sta con un’altra. Se Tetsuya volesse provarci con Jun, per forza di cose Shiro lo verrebbe a sapere, e si chiederebbe da quanto tempo il suo migliore amico fosse cotto e stracotto di Jun.-

Hanamichi fissò il tavolo lucido su cui aveva poggiato la tazza arancio.

- Fossi in Shiro, mi chiederei perché Tetsuya non mi abbia mai detto nulla…-

- Beh- rispose Yohei- Perché Shiro era fuori come un balcone per Jun e pensava che avrebbe messo in pericolo un’amicizia decennale per una gonnella.-

- Ma Tetsuya ama davvero Jun?-

- Ne è innamorato cotto…- sussurrò Yohei, come se stesse confessando un segreto di Stato.

- Ma allora parlasse con il suo amico e la facesse finita!- disse Hanamichi battendo un pugno sul tavolo- Tanto se lui è innamorato dell’altra, non dovrebbe fregargliene nulla di Jun, o sbaglio?-

- Ma se Tetsuya avesse contribuito a far mettere Shiro con l’altra?-

Hanamichi rimase a bocca aperta.

- Vuoi dire che Tetsuya… ha… fatto intenzionalmente conoscere l’altra tipa per togliersi un rivale?-

- NO!!!!!!!!- sbraitò Yohei sbattendo entrambe le mani sul tavolo.

Hanamichi si voltò intorno: gli altri avventori, un uomo ed un paio di ragazzi, fissarono i due per qualche secondo.

- Che avete da guardare, eh?- intimò loro Hanamichi con una furia omicida negli occhi.

Tutti i presenti si volsero verso il proprio tavolo, mentre l’uomo dietro al bancone continuò a lucidare un boccale di vetro.

- Tetsuya ha capito che Shiro non amava Jun, bensì l’altra ragazza… Per questo, solo per questo ha fatto aprire gli occhi all’amico…-

La voce di Yohei sembrava tremare accompagnando lo scorrere della pioggia sul vetro.

- Tu ne sei sicuro?- chiese Hanamichi piegando la testa da un lato- Io so che in guerra e in amore è tutto permesso…-

- Io credo al mio amico Tetsuya…- concluse Yohei abbassando il capo e specchiandosi sulla superficie del tavolo.

- Bene, allora dì a Tetsuya di spiattellare tutto a Shiro, usando le stesse parole che hai usato tu con me.- rispose Hanamichi alzandosi dal tavolo.

- Tu dici?- fece Mito trattenendolo con la propria voce.

Sakuragi annuì vigorosamente.

- Se non devi dirmi altro, io vado, Yohei.-

- Buonanotte, Hana! E scusami con Rukawa per aver interrotto la festa!- sorrise maliziosamente l’altro.

- Figurati!- rispose allontanandosi di schiena e salutando l’amico con un cenno della mano.

Come Sakuragi uscì dal locale, Yohei sprofondò sullo sgabello tappezzato di velluto rosso.

Una cameriera sui venticinque anni gli si avvicinò silenziosamente.

- Vuoi che ti porti qualcosa di forte?- gli chiese specchiandosi negli occhi del ragazzo.

- Un caffè forte… credo proprio di averne bisogno…-

 

Hanamichi rincasò zuppo come un pulcino.

Kaede gli aveva preparato il bagno ed un po’ d’asciugamani puliti accanto alla vasca in stile occidentale che c’era nel bagno degli ospiti.

- A che cosa ti ho dato a fare l’ombrello?- lo rimproverò fissandolo con i suoi occhi blu mentre Hanamichi lasciava una scia d’acqua per tutta la casa.

- Il tuo "ombrello" è buono per farci il fuoco! E’ tutto rotto e stracciato!- rispose l’altro entrando nella vasca e riscaldandosi un po’- Non capisco proprio cosa lo teniate a fare!-

Rukawa, chiusa la porta di casa, era apparso sulla soglia del bagno e fissava Hanamichi con una strana luce negli occhi.

- Credo che mi debba far perdonare…- sussurrò mentre si avvicinava con fare seducente alla vasca straripante di schiuma.

Ad un passo dalla sua preda, Kaede iniziò a slacciarsi la camicia chiara che portava fuori dai jeans: ogni bottone era liberato dall’asola con una lentezza esasperante, mentre Hanamichi non riusciva a staccare gli occhi da ogni centimetro di pelle rivelata alla luce artificiale.

Slacciato anche l’ultimo bottone, Rukawa lasciò scivolare sulle spalle l’indumento, che si avvolse attorno ai suoi piedi come un manto.

Passò poi a giocare con il bottone dei suoi pantaloni, introducendo l’indice destro sotto la cintura e muovendolo avanti e indietro.

- Che stai facendo, sadico?- gli chiese Hanamichi sul punto di esplodere.

- Lo hai detto tu, il sadico…- rispose Rukawa con un sorrisetto bramoso dipinto sulle sue rosse labbra.

In un istante, Sakuragi balzò fuori dall’acqua, prese l’altro per un polso e lo trascinò con sé nella vasca.

 

Il mattino seguente la pioggia aveva lasciato il cielo limpido e pulito.

Le strade conservavano ancora residui di pioggia sotto forma di piccole pozzanghere da cui faceva capolino l’arcobaleno.

Hanamichi e Kaede camminavano appaiati verso scuola: i loro visi portavano i segni di una notte sicuramente non spesa a godere il sonno del giusto. Il ragazzo più alto sbadigliava vistosamente, mentre l’altro camminava come se fosse sonnambulo, spingendo per inerzia la propria bicicletta rosa.

Hanamichi fissò l’intelaiatura rosa mentre aspettava che un semaforo diventasse verde.

- Non ti sembra che il rosa non si addica ad un uomo?- chiese senza pensiero attraversando le strisce pedonali assieme ad altri ragazzi diretti verso lo Shohoku.

- Beh, me l’ha regalata mio padre…- rispose Rukawa sempre in trance- Lui voleva una femmina, per questo mi ha messo nome Kaede…-

Hanamichi si fermò di botto, come se una secchiata d’acqua gelata l’avesse investito in pieno.

" Ma è orribile! Kacchan si è sempre sentito rifiutato dai suoi! Per questo ha quel carattere impossibile!!!"

La schiena ampia e dritta di Rukawa si allontanava sempre più, mentre il ragazzo procedeva a testa china verso il cortile della scuola. Hanamichi si decise a raggiungerlo ed entrò poco dopo di lui, accolto dalla vocetta allegra di Haruko Akagi.

- Buongiorno, Sakuragi!- lo salutò la ragazza attorniata dalle inseparabili amiche, Matsui e Fuji.

- Ah, buongiorno Haruko!- rispose sorridendo alla ragazza e pregando che Rukawa non lo stesse vedendo- Scusami, ma devo incontrare Yohei…- le disse salutandola e sparendo a tutta velocità all’interno dell’edificio.

 

Quel giorno, Yohei sembrava più strano del solito.

Durante la pausa per il pranzo, aveva guadagnato la porta dell’aula come un ninja, sfuggendo a Hanamichi e agli altri ragazzi.

- Ma che cos’ha Mito?- chiese Okosu agli amici con aria preoccupata.

- Questioni di donne…- sentenziò Noma lisciandosi i baffetti.

- Davvero?- chiese Takamiya mangiucchiando un panino al curry.

L’altro annuì vigorosamente.

- In effetti, so che è preoccupato per un suo amico…- disse Hanamichi soprappensiero.- Un certo Tetsuya, voi lo conoscete?-

Gli altri ragazzi scossero la testa.

- Davvero? Eppure mi ha descritto così bene questo tizio…- commentò Hanamichi fissando fuori dalla finestra dell’aula.

- Yohei non ha che noi…- rispose Takamiya con la bocca sporca di curry- Che io sappia, non esiste nessun Tetsuya.-

- Hanamichi, non è che Yohei si stesse riferendo a se stesso?- propose Okosu.

- Eh?-

- Sì, magari ha inventato quella balla di Tetsuya per tastare il terreno…- propose Noma portandosi una mano sotto il mento.

 

 

Hanamichi faticò un po’ a capire il senso delle parole di Noma.

" Yohei che mi dice una balla? No, è più probabile che Kacchan mi faccia una scenata di gelosia in pubblico…" pensava il ragazzo cambiandosi nello spogliatoio del club di basket.

Entrò in palestra con le scarpe sotto il braccio ed una mano sul fianco, immerso nei suoi pensieri.

Mitsui, che si stava allenando ai tiri da tre punti, notò l’espressione seria del ragazzo e decise di divertirsi un po’ alle sue spalle.

Si avvicinò a lui con fare silenzioso e si sedette sui talloni proprio in faccia a Hanamichi.

- Che ti succede?- gli chiese con voce flautata, facendo sobbalzare il cuore in petto al ragazzo- Rukawa ti ha forse trattato male?-

- No… ma che vai a pensare, Mitsui?- rispose Hanamichi balbettando e pregando che il suo Kacchan non entrasse in quel momento.

- mm, non me la conti giusta…- continuò Mitsui poggiando la sua fresca fronte su quella rovente dell’altro- comunque, sappi che saprò "consolarti" a dovere semmai Rukawa dovesse farti piangere…- concluse lasciando allibito Hanamichi e gli altri ragazzi del club che erano entrati in quel momento.

Mitsui scoccò loro un’occhiata complice e ritornò ad allenarsi sotto canestro: raccolse un pallone da terra e si portò in posizione di tiro, quando due ampie mani lo presero per le spalle e lo voltarono a forza.

Incontrò il freddo sguardo di Rukawa: era come se un fuoco ardente stesse bruciando in fondo a quei due pozzi blu mare che il ragazzo aveva al posto degli occhi.

Rukawa prese Mitsui per il bavero della maglietta, se lo portò a pochi millimetri dal viso e sibilò gelido: - Prova ad avvicinarti ancora al mio Hacchan, e giuro che ti stacco le palle a morsi!-

- Ehi, pivello stavo solo scherzando…- rispose Mitsui tentando di liberarsi dalla stretta con cui l’altro lo teneva immobilizzato.

- Falli a qualcun altro questi scherzi del cazzo, chiaro, mister MPV? Non me ne frega niente se sei un pezzo utile per la squadra, tu rifallo e io ti faccio a pezzi con le mie stesse mani…- lo minacciò Rukawa prima di farlo precipitare a terra sotto il proprio peso.

Mitsui si rialzò di scatto, pronto a menare le mani con la matricola dai capelli neri.

- Brutto piccolo…- disse agguantando un polso dell’altro e tentando di storcerlo.

- Ma che vuoi fare?- gli chiese Rukawa liberandosi dalla stretta- Se non sbaglio è bastato Mito per farti passare la voglia di alzare la cresta..- lo provocò con un sorrisetto ironico.

Frattanto Anzai era entrato in palestra.

- Che sta succedendo qui?- chiese dopo essersi schiarito la voce con un colpo di tosse.

I due litiganti cessarono immediatamente ogni ostilità.

- Uno scambio di vedute, signore…- rispose Kogure cercando di salvare quelle due teste calde da un’altra punizione.

- Bene, sono curioso di sapere anch’io il motivo del contenzioso…- disse l’uomo chiamando a sé i due ragazzi con un cenno del dito.

Mitsui e Rukawa seguirono l’allenatore nel suo ufficio, sparendo nel corridoio.

Hanamichi rimase basito, senza trovare il coraggio di aprire bocca.

" Sta a vedere che Noma aveva ragione…" si disse il ragazzo rialzandosi lentamente e fissando il parquet lucido.

Le ombre della sera stavano iniziando ad allungarsi sulla città: Hanamichi aveva lasciato Kaede nello spogliatoio della scuola assieme a quell’idiota di Mitsui.

A nulla era valso cercare di parlare con Anzai per perorare la causa del suo Kacchan: l’allenatore era stato irremovibile.

" Quei due devono chiarire da soli le divergenze esistenti tra di loro. E’ indispensabile affinché si crei la giusta armonia in squadra!"

Le parole dell’allenatore riecheggiavano nella mente di Hanamichi mentre si dirigeva verso casa.

Ad un tratto, ripensò al discorso fatto da Noma nel primo pomeriggio: che Yohei stesse parlando di se stesso sotto le spoglie del fantomatico Tetsuya?

" Ma allora…!!!"

Hanamichi ebbe un’illuminazione: possibile che Yohei si riferisse a lui e alla sua scuffia per la sorella del Gorilla?

"Se le cose stanno così… Yohei è innamorato di Haruko!" concluse il ragazzo lasciando che la sacca degli allenamenti cadesse a terra accanto ai suoi piedi.

La rabbia cieca s’impadronì del ragazzo: raccolse le sue cose e si diresse a spron battuto verso la casa di Mito.

Si attaccò al campanello di casa, finché Yohei non venne ad aprire la porta: come il ragazzo mise il naso fuori di casa, ricevette un pugno in faccia senza tanti complimenti.

- Ma che cazz…?- fece Mito portandosi una mano sul naso sanguinante.

- Questo è niente…- sibilò Hanamichi minaccioso- sei solo uno stronzo, Mito..-

- Hanamichi, ma che?-

- Che bisogno avevi d’imbastirmi tutta quella storia, eh? Non hai le palle per dirmi che mi volevi soffiare Haruko sotto il naso?-

- Hanamichi, ascolta…-

- Un par di palle, Yohei! Perché non me lo hai detto?!! Hai preferito aspettare che mi levassi dalle palle, eh?, così da avere un rivale in meno, vero?-

- Aspetta…- l’implorò Mito con il sangue scesogli fin sul bavero della camicia.

- No, Yohei, io non aspetto un bel niente! La nostra amicizia finisce qui!-

Dette queste parole, Hanamichi girò sui tacchi e se ne andò nel rossore del tramonto.

- Hai capito che razza di stronzo, Kacchan? Mi ha fatto innamorare di te per avere campo libero con Haruko!!!-

Rukawa aveva ascoltato lo sfogo di Hanamichi stando sdraiato sul terrazzo della scuola; alle ultime parole del ragazzo, aveva aperto gli occhi ed aveva fissato cupamente il proprio ragazzo.

- Vorresti dire che se non fosse stato per Yohei, tu non ti saresti mai innamorato di me…- disse Rukawa con tono gelido.

- No, se tu non mi avessi mai fatto i complimenti per il mio Slam Dunk, io non avrei mai capito che cosa provo per te!- ribatté Hanamichi con lo stesso tono.

- Ma se non fosse stato Mito a dirmi di farmi avanti, non ti avrei mai fatto alcun complimento, né ti avrei raggiunto sotto la doccia! A questo hai pensato prima di aprire bocca?- aggiunse l’altro strizzando i propri occhi fino a ridurli ad una fessura sottile sottile.

Hanamichi non riuscì a spiccicare mezza parola.

- Dato che ti da così fastidio il fatto che Mito sia innamorato della Akagi, ti lascio libero di andare a riprenderti la tua bella… che per inciso, non ti si è mai filata più di tanto, dato che è pazza del sottoscritto…- concluse Rukawa sibilando pericolosamente contro il proprio ragazzo.

- No, Kacchan, non prenderla così…- cercò di dire per risollevare la situazione.

- Ah.. e COME dovrei prenderla? Dimmelo tu! Io mi becco una punizione esemplare per averti difeso da quel coglione di Mitsui e mi sento dire che se non fosse stato per Yohei, non solo noi non staremmo assieme, ma che ti rode anche il culo perché lui è innamorato della Akagi… MA COME CAZZO DOVREI SENTIRMI!!!???????!!!- tuonò Rukawa prima di varcare la porta della terrazza e sbatterla al proprio passaggio.

Hanamichi rimase immobile, mentre un rivolo di sudore freddo gli attraversava la schiena.

" Ho fatto una cazzata enorme…" si disse continuando a fissare un punto indefinito sulla porta di ferro verde.

 


 

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