DEDICHE unt RINGRAZIAMENTI: beh, per il momento la dedico alle mie sisters Silene e Lucy, senza le quali sarei persa, e a Lal tesora!!! Poi vedremo chi se la meriterà ^^

DISCLAIMERS: i personaggi sono tutti di Takehiko Inoue, la storia è tratta dal manga omonimo (meraviglioso oltre ogni dire) delle CLAMP; cercherò di attenermi alla trama il più possibile, ovviando con le dovute licenze dove necessario, chiaramente.

Il numero dei capitoli del progetto iniziale è pari a quelli del manga, ma magari potrò accorparne più di uno se la lunghezza del mio capitolo me lo permette! Quindi il numero è indicativo!

ATTENZIONE: CHI NON CONOSCE IL MANGA NON VADA A CERCARLO!!!

Vi rovinereste tutta la sorpresa!!!

NOTE 01: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle eventuali canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma!

NOTE: come sempre è tutto buttato a caso, non cercate riferimenti né temporali né di luogo né di nessun altro tipo!!! Stavolta meno che meno, essendo AU…

NOTE 02: visto che oggi mi sento buona...lieto fine per tutti!!!! FORSE…

NOTE 03: ho deciso di mantenere i nomi originali.

Quindi troverete qui un prospetto con le equivalenze ok?

Mano a mano che proseguiremo nel racconto aggiungerò i personaggi.

Hisui (arcangelo del vento): Kiminobu Kogure

Ryuki (arcangelo del fuoco): Takenori Akagi

Kokuyo: Hisashi Mitsui

Koryu: Nobunaga Kiyota

Kohaku: Hanamichi Sakuragi

Ruri: Shinichi Maki

Hari: Soichiro Jin

Shuichiro Kudo: Kaede Rukawa

Coral/Perla: Akira Sendoh (non chiedevi chi o cosa è…tutto a tempo debito! Diciamo che è il narratore ^^)

ARCHIVIO: se Ria o Erika o Benni (o chi per loro) la vogliono...la

pubblichino pure! Mi faranno solo felice! Ma solo quando sarà finita! Se la finirò e se incontrerà il vostro favore…

Spero vi piaccia, fatemi sapere, io tengo moltissimo a questo progetto!

 

 


Wish (I will do anything in my power for you)

parte III - Il primo inviato

di Marty


 

Canterellando tra sé, Kohaku stava rastrellando le foglie del giardino.

Appena finito di affastellare l’ultimo mucchio, si asciugò il sudore sorridendo felice. “Ho lasciato il cortile come quelli dorati del paradiso” notò l’angelo.

Gli uccellini si complimentarono con lui per l’aspetto pulito e ordinato del giardino, ma una folata improvvisa distrusse in pochi attimi il lavoro svolto.

Kohaku si ritrovò a terra.

Mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime, il rossino mormorò “Non solo posso aiutarlo solo con le pulizie, ma riesco a fare male anche questo!” gli uccellini cercarono di consolarlo, dando la colpa al vento per la confusione, ma l’angelo indispettito aggiunse “È grave che un angelo non riesca a schivare un po’ di vento!” per poi scappare via piangendo disperato.

Una volta arrivato di fronte all’ingresso, si risollevò deciso a pulire almeno la casa, ma entrando la trovò così splendente da accecarlo.

“Evidentemente ci ha già pensato Shuichiro” si disse mestamente.

Poi vide un pacco avvolto accuratamente in un asciugamano sul tavolo del salotto.

Appena lo prese in mano si rese conto che si trattava del pranzo del moro.

“Molto bene, glielo porto!” annunciò felice agli uccellini che stavano per cavargli gli occhi, furiosi per non aver potuto neppure assaggiare la squisita cucina di Shuichiro.

Non appena Kohaku fu in volo sulla città, richiamò a sé uno spiritello dell’aria per farsi indicare il percorso per raggiungere l’ospedale. Lo spirito fu felice di accompagnarlo.

Ma da un palazzo poco distante Koryu aveva visto tutto, e con il suo solito ghigno ferino lo seguì dappresso. “Gliela faccio vedere io, a quell’angelo piagnone” pensò.

Nel cortile dell’ospedale, intanto, i bambini erano tutti intorno a Shuichiro; gli tiravano il camice, gli saltavano al collo, lo abbracciavano ridendo senza smettere di chiamarlo. Sembrava proprio che lo adorassero.

Ma lui non se ne dava per inteso, cercava qualcuno con gli occhi.

Finalmente la vide, una bimba di circa dieci anni, con la carnagione chiara e dei grandi occhi verdi. I lunghi capelli castani legati in due trecce le ricadevano sulla casacca del pigiama color lavanda stampato a piccolissimi fiori amaranto. Era seduta sotto un grande albero frondoso e stava leggendo. Appena lo vide, la bambina gli sorrise.

“Buongiorno, dottore!” lo salutò chiudendo il libro.

“Ti è scesa la febbre?” domandò Shuichiro passandole la mano sulla fronte.

“Sì, sì” lo rassicurò lei “L’operazione è domani, vero? Ma ci sarà lei con me, quindi andrà tutto bene! Ne sono sicura!”

Il dottore le scompigliò i capelli con fare giocoso.

“Ecco, era proprio di questo che volevo parlarti…”

 

********************************

 

Kohaku era arrivato, e già vedeva la sua testa scura tra i rami dell’albero. Ma proprio mentre stava per planare una meteora di fuoco gli incendiò le ali candide, facendolo gridare di dolore e precipitare al suolo. Per sua fortuna, cadde tra le braccia del medico, che istintivamente se lo strinse contro con fare protettivo. Come si stava bene in quell’abbraccio, pensò l’angelo per un momento, prima di riscuotersi sentendo su di sé lo sguardo interrogativo del ragazzo.

“Stai bene? Cos’è successo?” domandò Shuichiro con il solito tono brusco.

“Scusa!” rispose lui arrossendo furiosamente “ti ho solo portato…” mentre parlava aprì l’involto: il cibo si era riversato fuori dai contenitori, e l’insieme aveva un aspetto deprimente e poco invitante.

Quando se ne accorse l’angelo sentì un gran dolore nel petto.

“Ho pensato che ne avresti avuto bisogno…e così…”mormorò mentre una lacrima silenziosa testimoniava il suo pentimento.

Il cuore di Shuichiro diede un balzo quando vide il capo della fiera creatura piegarsi pieno di vergogna, e allungò una mano per accarezzare la massa rossa che ondeggiava appena, ma la voce dell’infermiera che lo chiamava a gran voce lo riscosse.

“Torno subito” si scusò affrettandosi verso la struttura, chiedendosi ad ogni passo cosa diavolo gli stesse accadendo.

 

********************************

 

Kohaku lo vide allontanarsi sospirando.

Non ne faceva mai una giusta.

“Sai, mi è sembrato che tu cadessi dal cielo…come un angelo” disse una vocetta vicino a lui. Si voltò e vide la bambina sorridergli.

Ma il suo viso era così triste che la piccola gli afferrò un braccio costringendolo a sedersi accanto a lei.

“Che succede?!” chiese preoccupata.

“Pur essendo un angelo, sembra che io non riesca proprio ad essergli d’aiuto…”rispose Kohaku con un sorriso amaro.

La bambina tirò fuori un fazzoletto e gli asciugò accuratamente il viso.

“Non piangere e raccontami!” lo pregò sedendosi a sua volta.

“Ho pensato che Shuichiro avesse dimenticato il pranzo, quindi gliel’ho portato, ma ho fatto un danno…”

“Il dottore non si arrabbia mai!”lo rassicurò la bimba “Parla poco e non ride mai, ma è buono. Se ti scusi con lui, vedrai che capirà” aggiunse strizzando l’occhio al rossino, che finalmente rispose al sorriso.

Dopo qualche minuto di silenzio, come seguendo un pensiero improvviso, la bambina gli chiese se fosse davvero un angelo.

“Sì, mi ha ordinato Dio di venire qui…” iniziò a spiegare Kohaku, ma un vento terribile coprì la sua voce.

“Non è vento benevolo questo…”si disse il rossino, prima di stendere la mano sulla piccola e farla cadere addormentata visto che sapeva purtroppo chi sarebbe apparso di lì a poco.

E infatti, come risposta, si stagliò contro il cielo mattutino l’ombra scura di Koryu.

“Era ora che capissi che erano tutti scherzetti!”lo provocò il demone.

“Ma quali scherzetti!” si infuriò Kohaku “avresti potuto fare del male a questa bimba!”

“Beh, ti dico la verità…non mi sarebbe dispiaciuto prendermi la sua anima, nel caso.”

Questa frase fece infuriare l’angelo, che si mise in posizione d’attacco.

Koryu sbadigliò.

“Non ho voglia di combattere, adesso, vincerei come sempre. E poi se Dio è invecchiato tanto da mandare in missione un angelo che non sa neanche tenere dritto un contenitore con del cibo dentro vuol dire che le cose si faranno interessanti.

Ah, comunque” aggiunse incurvando sensualmente le labbra “la folata di vento del giardino non l’ho causata io, sei tu che sei un imbecille! E sappi che ti renderò la vita impossibile.

Anzi, vorrei provare il tuo amichetto” concluse con un lampo negli occhi scuri.

“Non ti azzardare a toccarlo” rispose a denti stretti Kohaku.

“Oh, come siamo coraggiosi oggi! Non riesci neppure a proteggere te stesso dai miei attacchi…ma pretendi di proteggere lui!

Beh, forza allora, piagnone!” gridò con scherno prima di sparire.

L’angelo riprese il controllo di sé e poi risvegliò la bambina. “Ti fa male da qualche parte?” le domandò.

“No…ho solo sentito un vento fortissimo soffiare all’improvviso…”

In quel mente Shuichiro li raggiunse.

Il suo sguardo si fermò sul ramo più grosso dell’albero tranciato di netto.

Non chiese nulla. Prese la piccola tra le braccia e poi si voltò verso Kohaku. “Stai bene?”

L’angelo annuì.

“Signor angelo…?” gli ricordò discretamente lei.

“Ah!”saltò su il rossino arrossendo.

Poi abbassò lo sguardo, mentre mormorava “mi dispiace moltissimo di aver rovinato il tuo pranzo. Non avrei dovuto toccarlo”.

Shuichiro lo guardò, sentendo di nuovo dentro di sé quel calore nuovo nato pochi minuti prima.

“Non importa, non mi serviva più” rispose quindi.

“L’avevo preparata per te” continuò rivolto alla bimba “dato che dopo l’operazione dovrai stare a dieta per un po’, ho pensato di cucinarti i tuoi piatti preferiti…” alzando una mano zittì il rossino che sembrava voler dire qualcosa e concluse “sono riuscito a far posticipare l’operazione di una settimana, così tua madre potrà essere presente.” La piccola rise abbracciando il medico, poi corse via. Il moro spostò le ciocche carminio dal volto abbronzato dell’angelo, gli asciugò le lacrime e poi gli sollevò il mento.

“Non hai motivo di preoccuparti” disse guardandolo negli occhi nocciola.

Non appena si allontanò per raggiungere la bambina, Kohaku si accarezzò la fronte, sorpreso dal brivido che lo aveva attraversato al contatto.

“Sono così inutile che per Shuichiro deve essere solo una grossa seccatura avermi tra i piedi…” disse fra sé.

“Torni a casa?”gli chiese la voce del moro.

Lo guardò un istante, poi annuì.

“Ora mi dirà che non dovrei…che sono una seccatura…” pensò.

“…mi aspetti? Per oggi ho finito, e se ti va possiamo tornare insieme”.

Il volto di Kohaku si illuminò tutto.

“C-certo!”rispose felice.

 

* tsuzuku *

 

che dire?

Fatemi sapere come vi sembra!

Marty