DEDICHE unt RINGRAZIAMENTI: beh, per il momento la dedico alle mie sisters Silene e Lucy, senza le quali sarei persa, e a Lal tesora!!! Poi vedremo chi se la meriterà ^^

DISCLAIMERS: i personaggi sono tutti di Takehiko Inoue, la storia è tratta dal manga omonimo (meraviglioso oltre ogni dire) delle CLAMP; cercherò di attenermi alla trama il più possibile, ovviando con le dovute licenze dove necessario, chiaramente.

Il numero dei capitoli del progetto iniziale è pari a quelli del manga, ma magari potrò accorparne più di uno se la lunghezza del mio capitolo me lo permette! Quindi il numero è indicativo!

ATTENZIONE: CHI NON CONOSCE IL MANGA NON VADA A CERCARLO!!!

Vi rovinereste tutta la sorpresa!!!

NOTE 01: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle eventuali canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma!

NOTE: come sempre è tutto buttato a caso, non cercate riferimenti né temporali né di luogo né di nessun altro tipo!!! Stavolta meno che meno, essendo AU…

NOTE 02: visto che oggi mi sento buona...lieto fine per tutti!!!! FORSE…

NOTE 03: ho deciso di mantenere i nomi originali.

Quindi troverete qui un prospetto con le equivalenze ok?

Mano a mano che proseguiremo nel racconto aggiungerò i personaggi.

Hisui (arcangelo del vento): Kiminobu Kogure

Ryuki (arcangelo del fuoco): Takenori Akagi

Kokuyo: Hisashi Mitsui

Koryu: Nobunaga Kiyota

Kohaku: Hanamichi Sakuragi

Ruri: Shinichi Maki

Hari: Soichiro Jin

Shuichiro Kudo: Kaede Rukawa

Coral/Perla: Akira Sendoh (non chiedevi chi o cosa è…tutto a tempo debito! Diciamo che è il narratore ^^)

ARCHIVIO: se Ria o Erika o Benni (o chi per loro) la vogliono...la

pubblichino pure! Mi faranno solo felice! Ma solo quando sarà finita! Se la finirò e se incontrerà il vostro favore…

Spero vi piaccia, fatemi sapere, io tengo moltissimo a questo progetto!

 

 


Wish (I will do anything in my power for you)

parte II - Una giornata da angelo

di Marty


 

POV Coral

 

Il rumore del coltello sul tagliere è il primo a risuonare a casa Kudo.

Shuichiro (credo abbia 28 anni) si sveglia presto, è abituato a occuparsi da solo di tutto e quindi cerca di avere sempre a disposizione il tempo necessario.

Però…l’angelo Kohaku si è svegliato prima di lui, e la prima cosa che Shuichiro vede quando apre gli occhi è il riverbero del primo sole sull’acqua che obbediente si riversa sul suo giardino.

È passata già una settimana da quando i due hanno iniziato a vivere sotto lo stesso tetto. Il sorriso dolce di Kohaku, che sembra quasi risplendere nella sua tunica bianca aperta sul petto bronzeo, e i suoi capelli rossi che ondeggiano mentre fluttua da un albero all’altro per dare il buongiorno agli uccellini sono qualcosa di davvero incantevole.

Non sembra una creatura che si arrende.

Ha deciso di restare a casa di Shuichiro finché quest’ultimo non troverà qualcosa da chiedergli.

Si affaccia all’ingresso della cucina.

“Ho finito di annaffiare, posso fare qualcos’altro per aiutarti?” chiede con la sua voce calda e squillante.

Shuichiro si volta verso di lui, che impallidisce e fa un passo indietro.

Negli occhi tempestosi del moro passa un lampo violetto, mentre torna a occuparsi della colazione e gli risponde “No, vai pure” con tono vagamente seccato.

Sentendo già le lacrime pungergli al lato degli occhi, l’angelo vola fuori gridando “Poi metto a posto io!”

Vi starete chiedendo cosa possa aver spaventato tanto Kohaku.

Beh, è semplice.

Kohaku è un angelo, e non può mangiare.

Quel che è commestibile per noi proviene da esseri viventi, che siano animali o vegetali, e per gli angeli è un peccato inammissibile privare qualunque di essi della vita.

L’angelo ora è sdraiato su un ramo, piagnucolando come al solito.

Al solo pensiero dell’uovo rotto è quasi svenuto.

 “Non servo a nulla…Shuichiro fa tutto da solo” ripete, mentre i suoi amici pennuti cercano invano di tirargli su il morale.

 “Comincio a pensare che forse non sarei neppure in grado di esaudirglielo, il desiderio, se mai ne avrà uno…”

Ma cinguettando, gli uccellini gli ricordano che non deve arrendersi, ma insistere e farsi coraggio.

Rinfrancato, Kohaku si alza. “Avete ragione! Devo insistere!”

Bravo…penso tra me e me sorridendo.

Poi il suo stomaco gorgoglia. Eh, sì, ha fame.

Si volta verso oriente e si lascia bagnare dalla luce del sole.

Gli basta questo per saziarsi, e f a molta fatica ad accettare e comprendere il fatto che invece Shuichiro debba cucinare ed uccidere per vivere.

La porta d’ingresso scorre.

Il moro si allaccia le scarpe, vestito di tutto punto.

Kohaku gli vola incontro.

“Buona giornata” lo saluta sorridendo.

Gli occhi blu del ragazzo lo sondano, prima di chiedere “Anche oggi rimani?”

Il cioccolato delle iridi di Kohaku ribolle per un istante, ha paura di essere mandato via.

Il senso di inutilità lo assale. Annuisce.

Shuichiro allora si fruga in tasca e tira fuori un qualcosa di lucente che gli depone in mano.

“È la chiave di casa” spiega il medico “se vuoi uscire, ricorda di chiudere”

L’angelo la solleva per osservarla meglio.

È davvero bella.

“Per me?” domanda titubante “La posso tenere?”

“Certo!” risponde Shuichiro mentre si incammina lungo il vialetto; così gli sfugge la profonda gioia che si dipinge sul volto del rossino.

“La terrò da conto!” gli grida quest’ultimo mentre lo perde di vista.

Poi si volta corrugando la fronte verso gli uccellini: “Ma…a cosa serve?!”

Questi non riescono ovviamente a fargli capire molto, quello che però è sicuro è che Shuichiro gli sta dando una prova di fiducia, insieme al permesso di rimanere in casa sua fino a quando vorrà.

E questo gli scalda il cuore.

“Coraggio!” si ripete, mentre vola via per andare a cercare in città il modo per rendere felice Shuichiro.

Ovviamente, senza chiudere a chiave.

Io scuoto la testa e me ne torno a casa.

 

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Kohaku si guardò intorno curioso.

Bambini che giocavano nel parco, massaie con grembiuli variopinti che andavano a fare la spesa.

“Dato che sono appena arrivato, non ne sono completamente sicuro, però…mi sembra che siano tutti vestiti diversamente da me…” disse tra sé, guardando con sospetto una ragazza col viso pallido pieno di spunzoni metallici ed i capelli rosa evidenziatore sparati per aria.

Poi il suo sguardo si posò su un cartellone pubblicitario con una modella ritratta.

L’angelo sorrise, batté le mani e i suoi vestiti gli si trasformarono addosso. Ora era esattamente identico alla modella.

Un paio di jeans verde militare con le tasche sui lati, una maglia abbastanza aderente color azzurro carta da zucchero con uno scollo particolare, un cappello a basco e delle comode scarpe da ginnastica.

Molto soddisfatto, guardando sotto di sé vide un semaforo che passava al rosso.

Si diede una pacca sulla fronte: “Ma certo! Gli uomini non hanno neppure le ali!”

Le fece sparire schioccando le dita, ed atterrò in piedi.

Un uomo lo guardò con aria sognante.

Ed era normale: già solo il fatto di essere un’entità divina lo rendeva almeno mille volte più bello di qualsiasi umano, maschio o femmina che fosse.

Kohaku si voltò a guardarlo, e sorridendogli lo salutò per poi proseguire per la sua strada.

Ma l’uomo rimase per un bel pezzo imbambolato continuando a balbettare “è caduto dal cielo…che bello…”

L’angelo si guardava intorno confuso.

“Devo scoprire qualcosa in più degli umani…altrimenti non potrò aiutare Shuichiro!” si disse entrando risoluto in un’edicola.

Alcuni studenti delle medie, con le divise e tutto, stavano chiacchierando animatamente ma s’interruppero di colpo appena lo videro entrare. Kohaku si accorse che su uno scaffale c’erano varie riviste con uomini nudi o seminudi, e così ne prese una, iniziando a sfogliarla curioso.

Nel frattempo i ragazzi continuavano a fissarlo ad occhi spalancati.

“Ma quella è una rivista porno gay!” sussurrò uno.

“Come riesce a leggere una cosa simile mantenendo un’aria così tranquilla?”

“Cosa diavolo avrà nella testa?”

“Sarà un maniaco…”

“Non è possibile! È troppo bello!”

La loro concitata conversazione fu interrotta da Kohaku che, con il suo solito sorriso, li interruppe mostrando una pagina con un’illustrazione…ehm…diciamo pesante >_< e chiedendo loro “Vi piacerei di più se fossi così?”

 

*************************************************

 

“Chissà perché non mi hanno risposto, quei ragazzi” si domandò Kohaku sulla via del ritorno.

Il vociare chiassoso del mercato lo metteva di buonumore.

Improvvisamente si trovò davanti un banco di pescheria. Si sentì mancare, ma prese un bel respiro e riprese a camminare.

“Devo resistere! Cammino facendo finta di nulla…ecco…ce l’ho quasi fatta…”

“Oggi il salmone è in offerta, bellezza!” la richiamò allegramente il pescivendolo agitandogli un grosso salmone proprio sotto il naso.

Questo era troppo per i nervi dell’angelo, che svenne sul colpo.

“Ehi! Tutto bene! Mi risponda!” la preoccupazione del commerciante lo intenerì, ma poi si accorse che brandiva ancora il cadavere, quindi balzò in piedi ringraziando e si allontanò di gran carriera.

“Ah ah ah!” una risata inquietante la gelò. “Non cambierai mai, Kohaku!”

“Chi sei? Fatti vedere!” rispose l’angelo cercando il proprietario della voce.

Ma non vide nessuno.

“Sarà la mia immaginazione…” pensò, ma voltandosi si trovò di fronte un diavoletto cicciottello dai lunghi capelli neri a coda.

“Koryu!” gridò riconoscendolo.

Il diavoletto rise ancora più sinistramente.

“Il corvo che mi ha attaccato ieri era un tuo inviato, non è vero?” chiese furibondo Kohaku.

Sul volto del diavoletto spuntò un sorriso di scherno.

“Quanto gli sarebbe piaciuto papparsi la tua ciccia!” lo motteggiò.

“Quale ciccia!” strillò Kohaku arrossendo d’imbarazzo “in questo momento sei tu quello grasso!” ribatté con aria di sfida.

“Come ti permetti sciocco insolente! Sono uno dei demoni più belli dell’inferno! Su cosa diavolo ti baseresti per dire una cosa simile?!”

“Sulla pancia! E sulle guance!” insistette Kohaku.

Koryu ribolliva di rabbia, ma poi si controllò e riprese a parlare con tono saccente.

“Non mi spiego a chi sia venuto in mente di inviare sulla terra te, l’angelo più stupido del paradiso…mi sembra che Dio inizi a perdere i colpi…”

“Non parlare male di lui!”

“Ma se ho constatato io stesso mille volte che sei mezzo scemo!” insistette il diavoletto “e se poi aggiungi che sei l’angelo di cui tutti si fanno beffe, davvero non capisco cosa tu ci faccia qui…”

Nei suoi occhi scuri passò un bagliore, mentre richiamava a sé il suo potere.

“Almeno così non mi annoierò. Raggio dorato!” gridò Koryu lanciandogli contro un attacco demoniaco.

Kohaku innalzò una barriera protettiva a fatica.

“Guarda guarda” lo prese in giro il diavoletto “stai perfino imparando ad usare i tuoi poteri…ti serviranno, perché non ti lascerò in pace!” lo avvisò preparandosi ad un altro attacco.

Kohaku si alzò in volo, e poté vedere il sole che tramontava all’orizzonte.

“Oh, no!” si disse terrorizzato “è ora! Il sole sta tramontando! Se con questa forma riesco a difendermi…quando mi sarò trasformato non ce la farò più!”

E mentre Koryu lo colpiva di nuovo, il maestoso angelo si rimpicciolì fino a ritrovarsi cherubino, delle stesse dimensioni del diavoletto.

Indebolito dalla lotta, si accasciò a terra.

Il diavoletto gli si avvicinò e con un piede gli diede piccoli colpetti alla pancia.

“Chi è più ciccione, adesso, eh?” lo canzonò.

“Raggi di potere, venite a me!” richiamò il fulmine dal cielo, ma questo invece di concentrarsi nel suo pugno si scaricò su un ombrello caduto lì accanto.

“Ma cosa…” Koryu si voltò furibondo, e si ritrovò davanti Shuichiro i cui occhi mandavano lampi.

“Maledizione” mugugnò tra i denti prima di sparire.

Kohaku era ancora a terra.

Il moro gli si avvicinò.

“Non mi piace che facciate simili stranezze di fronte all’intero vicinato” lo riprese burbero, per nascondere l’ansia provata quando non lo aveva trovato a casa.

Gli occhi nocciola di Kohaku si riempirono di lacrime, mentre con un frullo d’ali gli volava tra le braccia.

“Scusa, scusa, scusa” disse l’angelo che ora si sentiva al sicuro. “E grazie di nuovo”.

Shuichiro guardò il cielo ancora rosso.

“Non dovresti uscire quando inizia a scendere la sera” rispose.

Kohaku annuì, sedendoglisi sulla spalla. “Come mai sei tornato prima?” domandò acciambellandosi.

La voce morbida di Shuichiro, che gli rispondeva che quel giorno non c’erano operazioni da eseguire, lo cullò fino ad addormentarlo.

Gli occhi tempestosi del moro si fissarono su di lui, ed i suoi lineamenti si addolcirono mentre gli accarezzava i capelli rossi.

Tuttavia il giorno in cui Kohaku avrebbe potuto aiutare Shuichiro era ancora molto, molto lontano.

I due entrarono in casa, senza accorgersi dell’ombra scura che li aveva seguiti.

Non appena l’ultimo raggio di sole lasciò la volta celeste, anche il corpo tozzo di Koryu si trasformò recuperando le forme flessuose ed aggraziate della sua figura originale.

Le sue grandi ali nere lo avvolsero, mentre incrociava le braccia e guardava verso il giardino di casa Kudo.

“ Che fastidio!” si lamentò.

Poi Shuichiro uscì in cortile per annaffiare le piante, visto che Kohaku era stanco, e il demone rimase folgorato dal suo aspetto.

Portava una semplice t-shirt da casa, e un paio di pantaloni di cotone, e sembrava uscito da un book fotografico.

“Però” disse Koryu tra sé “questo umano non è proprio niente male!

E Kohaku vive a casa sua…”la risata demoniaca inasprì l’aria.

“Molto bene” concluse socchiudendo gli occhi “gliela farà vedere io.”

 

* tsuzuku *

 

spero vi piaccia!

Commentate!!

Marty