La
prima storia che scrivo su Rayearth è molto corta e abbastanza cupa… e
volendo anche senza troppo senso. Diciamo che Eagle era il soggetto ideale, in
questo caso.
Non
sono brava col rating… facciamo PG/S?
È
un ipotetico monologo interiore collocato dopo la conclusione del manga,
ispirato in parte a quella favolosa illustrazione del secondo artbook: Lantis e
Eagle seduti sull’albero… non so, mi è venuta fuori così.
Va
da sé che i personaggi sono delle bravissime CLAMP: li prendo solo in prestito,
e li restituisco intatti (più o meno).
Buona
lettura.
Wish di
Stella
A
volte vorrei che lei fosse morta.
Credo
che sarebbe stato meglio per tutti. Per me, di sicuro.
A
volte vorrei che quell’essere che afferma di essere il creatore dei
nostri mondi non l’avesse aiutata e l’avesse lasciata morire… anzi,
avesse lasciato morire entrambi. Questo sarebbe stato ancora meglio.
Ma
lei è diversa da tutti noi, non solo perché proviene dall’altro mondo.
Lei è unica. La sua anima è trasparente come cristallo, non c’è
traccia alcuna di corruzione. Te ne sei accorto anche tu, probabilmente
prima di me.
Nello
stato in cui sono riesco a percepire i pensieri ma le emozioni, quelle più
profonde e inconsce (e dunque più vere) mi giungono sotto forma di
colori, e quando lei si avvicina al mio letto è una calda luce dorata
quella che mi avvolge. L’oro è il colore perfetto, quello più raro.
Nessun altro, qui dentro, emana la stessa dolce forza. Lei è luminosa,
quasi accecante. Attrae a sé con la stessa intensità di un incantesimo,
di un arcobaleno.
Le
voglio molto bene, farei qualsiasi cosa per lei. Ha salvato il mio mondo,
il tuo… ha salvato tutti noi. A volte penso che, in un certo modo, sia
riuscita a salvare anche tuo fratello. Ed è per questo, temo, che tu sia
indissolubilmente legato a lei. Ed è per questo che, nonostante tutto,
non riesco a odiarla.
La
sua ingenuità è disarmante. Non si rende neanche conto del potere che ha
su di me, e su di te. Lei tiene in mano le nostre vite.
Che
cosa vedo quando ti avvicini tu? Molti, troppi colori… che non riesco ad
armonizzare, a riconoscere, a capire, specialmente quando è lei ad
accompagnarti qui. In quelle occasioni il contrasto è totale, non un
banale bianco e nero ma un vorticare ininterrotto di toni che sfumano
l’uno nell’altro senza soluzione di continuità. Quello che c’è
stato tra noi non è facile da dimenticare, che tu lo voglia o no, che ti
piaccia o no, e questo caleidoscopio che non riesci a celarmi ne è la
conferma. A volte il mio cuore si ubriaca di questo delirio, ma altre non
fa che ferirmi perché non capisco, non capisco, non capisco… e magari
non voglio nemmeno provarci, spaventato come sono. Capire può essere distruttivo.
A
volte mi soffermo a guardarla e mi chiedo come sia stata in grado di fare
quel che ha fatto. E’ così minuta, e fragile… ho sempre pensato di
essere forte, il più forte anzi, ma questa ragazzina è stata in grado di
farmi a pezzi senza neanche accorgersene.
Avrà
capito? Mi ha parlato di te come se sapesse tutto, come se fosse in grado
di leggermi nel cuore. Non mi stupirebbe, è diventata la colonna di
Sephiro per una ragione ben precisa. Vede le cose come
sono, non come appaiono. E il tuo compito adesso è quello di
proteggerla, ma sembra piuttosto che sia lei a proteggerti. Da te stesso,
principalmente; dal tormento che ti porti dentro.
Di
che cosa parlate, quando siete soli? So che lei ti parla del suo mondo e
che tu le racconti di Sephiro, di tuo fratello, di Emeraude… non le
parli mai di te stesso, non le parli mai di me. In un certo senso questo
dovrebbe lusingarmi, perché significa che il ricordo di noi due è ancora
qualcosa di prezioso, che non vuoi dividere con nessuno… almeno spero.
Perché al contrario, potrebbe essere qualcosa di cui stai cercando di
liberarti, qualcosa che stai tentando di seppellire quanto più a fondo
possibile…
È
questo ad azzannarmi il cuore, a tradimento, notte e giorno: non riuscire
a sapere, non riuscire a vedere, non riuscire a parlare… non riuscire a chiarire.
Per
questo a volte vorrei che lei fosse morta.
Sarebbe
stato tutto più semplice. Silenzio, e sonno eterno.
E
sogni, infiniti sogni.
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