Didsclaimers: I personaggi sono
miei ^_^
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White Heart
di Bombay
parte V
Atras
Finalmente è arrivata la primavera, qui nelle nostre terre la primavera e
l'estate durano molto poco e non sono eccessivamente calde, per questo
motivo ho intenzione di godermi a pieno questi giorni di sole.
Come è consuetudine ormai da anni, appena la stagione si apre, si
organizza una giornata all'aperto con tutta la mia famiglia. Le mie
sorelle non stanno più nella pelle, mentre siamo qui ad aspettare i nostri
genitori.
Abigaille ci ha preparato due cesti con tante cose buone da mangiare.
Finalmente mia madre e mio padre ci raggiungono, carico la più piccola sul
mio cavallo poi monto a mia volta, Nerek mi affianca sorridendomi, i miei
genitori aprono la fila, in mezzo ci sono Frida e Beria mentre Nerek,
Nodia ed io chiudiamo il corteo.
Raggiungiamo a piccolo trotto il luogo dove avevo portato Nerek questo
stesso inverno, il paesaggio è completamente diverso, pieno di fiori e
coloratissime farfalle, Nodia scalpita volendo a tutti i costi scendere da
cavallo e rotolarsi tra i fiori, l'accontento, lasciandola scivolare a
terra.
Dopo poco scendiamo tutti da cavallo, togliamo loro le selle e i finimenti
e li lasciamo liberi di pascolare nei dintorni, le mie sorelle ridono,
giocano ed intrecciano collane di fiori, mentre mia madre e mio padre
distendono una coperta sotto un albero, Nerek ed io facciamo altrettanto,
sotto un albero poco distante.
Mangiamo le pietanze preparate da Abigaille e dopo il lauto pasto ci
sdraiamo a digerire sotto la fresca ombra di un albero.
Nerek è disteso a terra, gli occhi chiusi una dolce espressione beata
disegnata sul viso, le guance lievemente arrossate dal sole, è
incantevole; non resisto, mi chino su di lui ed a pochi centimetri dalle
sue labbra bisbiglio "Dormi?"
Sorride, colmo la piccola distanza fra noi dandogli un bacio.
Spalanca gli occhi, si solleva su gomiti continuando a sorridere si guarda
intorno "Atras!" esclama
"Potrebbero vederci"
Scuoto divertito la testa "Non credo, mia madre mio padre stanno facendo
altro ed anche le bambine"
Nerek si guarda intorno costatando che ho ragione, corruga la fronte
accigliandosi
"Dov'è Nodia?"
"Con Frida e Beria..."
Mi volto verso le bambine ma Nodia non è con loro.
Mi alzo in piedi guardandomi freneticamente intorno e la vedo... è salita
sullo stallone nero di mio padre.
"NODIA!" grido correndo nella sua direzione
Lei si volta e scuote la mano in segno di saluto.
"Scendi da lì" la voce forte di mio padre mi giunge chiara alle spalle...
poi succede tutto troppo in fretta.
Per non so quale motivo, il cavallo nero si agita e parte al galoppo...
Nodia si piega in avanti aggrappandosi alla criniera scura, senza sella è
un miracolo che riesca a stare in groppa all'animale, piccola com'è.
Senza rifletterete salgo sul mio cavallo e mi lancio all'inseguimento.
Il mio animale è veloce ed in breve raggiungo Nodia, lascio le redini, mi
allungo verso la bambina, l'afferrò per un braccio e la tiro sul mio
destriero, grida spaventata e si dibatte, il mio stallone scarta un
ostacolo sul terreno, questo mi fa perdere l'equilibrio e cadere dal
cavallo in corsa.
L'impatto con il terreno è violento, duro, doloroso.
Stringo Nodia al petto cercando di proteggerla il più possibile... un
dolore lancinante mi attraversa il fianco, rotoliamo per qualche metro...
La voce di Nerek e quella di mio padre che gridando il mio nome ed il
pianto sommesso di mia sorella sono le ultime cose che sento prima di
perdere conoscenza.
Nerek
In pochi istanti questa meravigliosa giornata si trasforma in un incubo.
Senza che nessuno di noi se ne accorgesse Nodia è salita sul cavallo del
re e quando Atras ha cercato di raggiungerla, l'animale è partito
inspiegabilmente al galoppo.
Atras sale al volo sul proprio agile destriero e rincorre disperatamente
la bambina che è aggrappata convulsamente alla criniera dello stallone,
suo padre ed io prendiamo i cavalli e li seguiamo.
Non distolgo lo sguardo da Atras che afferra Nodia per un braccio e la
trascina al sicuro sul suo cavallo. Tiro un sospiro di sollievo, è tutto
finito... ma il cavallo di Atras scarta di lato facendo perdere il
precario equilibrio al suo cavaliere.
Trattengo il fato guardandoli ruzzolare a terra.
"Atras" grido fermando il mio cavallo e saltando a terra, la bambina
scoppia a piangere stringendosi il polso destro al petto... Atras invece
non si muove...
Mi precipito al suo fianco, mi inginocchio a terra, una macchia scarlatta
si sta allargando sulla sua camicia... ha il viso sporco di sangue e
terra...
Strappo un lembo della mia camicia e cerco di tamponargli la ferita come
meglio posso.
I cavalli si sono fermati non troppo lontano da noi.
"Nerek"
La voce del re mi riporta alla realtà lo guardo in volto è teso e
preoccupato, solleva piano il figlio tra le braccia, lo aiuto a montare a
cavallo...
"Occupati di Nodia... mia moglie e le mie figlie stanno arrivando"
Annuisco prendendo Nodia tra le braccia, guardo il re allontanarsi al
galoppo verso il castello.
Cullo la bambina che piange sommessamente tra le mie braccia, cerco di
rassicurarla dicendole che andrà tutto bene, ma è difficile, terribilmente
difficile, prego in silenzio gli dei che salvino Atras... che salvino il
ragazzo che amo...
La regina e le principesse mi raggiungono, la donna mi prende la bambina
dalle braccia, poi ordina alle figlie più grandi di recuperare i cesti e
le altre cose.
Resto immobile per lunghi istanti mentre la regina si allontana e le
ragazzine tornano indietro, il mio cuore batte all'impazzata, sto tremando
leggermente è successo tutto così in fretta che non ho avuto nemmeno il
tempo di spaventarmi... raggiungo Frida e Beria e le aiuto anche se la mia
mente è altrove, non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di Atras
privo di sensi e sanguinante...
Monto a cavallo ed insieme alle principesse torno al castello.
Chiuso nella mia stanza, nessuno mi da notizie, c'è un andirivieni di
persone, nessuno si preoccupa di dirmi qualcosa, devo sapere come sta...
oramai è scesa la notte da molte ore... e nessuno è venuto a dirmi
nulla...
Sobbalzo quando qualcuno bussa, Abigaille entra senza aspettare la mia
risposta, tiene un vassoio tra le mani.
"Ti ho portato la cena"
"Non ho fame" rispondo brusco "Scusa" sussurro
La donna sospira e posa il vassoio sul letto, "Come sta, ti prego devo
saperlo..." sussurro, sull'orlo delle lacrime.
Scuote la testa mestamente "Non bene, ha una brutta ferita al fianco e
cadendo ha battuto la testa... i guaritori dicono che dobbiamo aspettare
ma hanno detto hai sovrani di non sperare troppo che sopravviva"
All'improvviso vedo tutto nero e quando torno a vedere il mobilio della
mia stanza, sono in seduto sul pavimento, ed Abigaille mi stringe al seno
come una madre affettuosa.
"No..." singhiozzo "No..." dopo poco mi calmo
"La bambina... Nodia" balbetto...
"Sta bene, ha solo un polso slogato ed terribilmente spaventata, ma sta
bene..."
Mi asciugo il viso con la manica della camicia "Posso vederlo?"
La nutrice scuote la testa... "Ma appena sarà possibile ti farò andare da
lui... ora mangia qualcosa e va a riposare"
Scuoto la testa, lei mi guarda con uno sguardo severo che non ammette
proteste "Va bene farò come vuoi tu"
Passano quattro lunghissimi giorni... al castello la tensione è palpabile,
Abigaille mi ha portato da lui... il mio cuore si è stretto in una morsa
dolorosa è pallido e sudato, è fasciato alla testa ed al fianco e le bende
sono sporche di sangue e unguento... gli prendo una mano, me la porto alle
labbra, gli parlo a lungo, dicendogli tutto quello che mi passa per la
testa.
Sono disperato, più passano i giorni e più le speranze di tutti si
affievoliscono, il corpo di Atras brucia per la febbre, lottando contro
l'infezione...
Con un tremulo sospiro lascio la stanza e mi chiudo nella mia... ogni qual
volta mi addormento, anche se per poche ore ho dei terribili incubi, ma al
risveglio non li ricordo...
Mi sono appena svegliato da uno di questi incubi, ed è appena l'alba,
quando Abigaille entra nella mia stanza... per un istante temo il peggio.
"Si è svegliato... ha aperto gli occhi... è confuso ma pare stia
migliorando..."
Aspetto con impazienza che i sovrani lascino la stanza entro e mi siedo
sul bordo del letto
"Atras..." lo chiamo piano... socchiude gli occhi voltando la testa verso
di me me, fa un pallido sorriso e sembra fare una grande fatica...
I mie occhi si riempiono di lacrime che lentamente scendono lungo le mie
guance.
"Non piangere..." bisbiglia posandomi la mano sulla guancia; vorrei
abbracciarlo, stringerlo a me, ma non faccio nulla resto immobile a
piangere in silenzio, lacrime di gioia e commozione.
Le giornate diventano via via più calde ed Atras si sta rimettendo
abbastanza in fretta, è impaziente ed irrequieto ma deve stare a riposo se
vuole guarire completamente...
Quando finalmente può lasciare il letto mi trascina fuori dal castello
appena dietro dove c'è un piccolo bosco ombroso.
Ci sediamo li all'ombra delle piante e mentre Atras legge io suono per
lui... è ancora pallido, ma sta meglio, non mi sembra vero di essere qui
accanto a lui, lo osservo assopirsi con il libro appoggiato al petto che
si alza e si abbassa al ritmo del suo respiro.
Sono nella mia stanza, quando un bussare deciso mi fa sollevare lo sguardo
dal libro che sto leggendo.
Atras entra e si chiude la porta alle spalle... mi sorride sedendosi sul
bordo del letto... una folata di vento, che entra dalla finestra aperta,
gli scompiglia i capelli neri... mi toglie il libro dalle mani e si piega
su di me, la sua bocca incontra la mia...
"Ho voglia di fare l'amore con te..." mi sussurra all'orecchio facendomi
rabbrividire... "Anch'io" mormorò e la mia voce è più roca di quel che
pensavo...
Si sdraia su di me... indossa solo un paio di pantaloni aderenti, neri,
che modellano le sue gambe e i suoi glutei, inarco la schiena e le nostre
eccitazioni si toccano attraverso i calzoni che ancora indossiamo... le
sue mani percorrono la mia pelle sotto la camicia mi sfiora con la punta
delle dita, sollevo le braccia invitandolo a togliermela... e così fa...
le sue labbra lasciano una scia umida sul mio ventre e risale fino ad un
capezzolo lo succhia e lo prende tra i denti... passo le mie mani tra i
suoi capelli neri ed oscillo i fianchi entrambi gemiamo.
Atras spinge il bacino contro il mio pube, mi mordo le labbra, lo fa
ancora chiudo gli occhi, la sua bocca sul mio collo...
Percorro la sua schiena scivolo sotto i pantaloni gli afferro i glutei e
lo spingo ancora verso di me...
Le nostre bocche si incontrano e fanno l'amore tra lo loro, si solleva da
me e mi toglie i calzoni poi si libera dei suoi, mi divarica le gambe...
"Ti voglio..." bisbiglio sollevando il bacino offrendomi a lui... mentre
entra dentro di me mi bacia con passione e trasporto. Mi avvinghio con le
gambe alla sua vita... mi mordo le labbra per non gridare... per giorni ho
temuto per la sua vita... di non poter più abbracciarlo, parlagli,
toccarlo, fare l'amore con lui... adesso che sono qui ed Atras è dentro di
me... e quei giorni tristi è come se non fossero mai esistiti.
Gemo nella bocca del mio amante... il mio seme si sparge tra noi... Atras
si solleva e mi sorride dolcemente... si spinge nelle profondità del mio
corpo e viene dentro di me.
Si sdraia al mio fianco restiamo a lungo in silenzio, beandoci solo della
nostra vicinanza, paghi del piacere che ci siamo donati.
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