Didsclaimers: I personaggi sono
miei ^_^
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White Heart
di Bombay
parte IV
Atras
Abigaille entra nella mia stanza annunciandomi un ospite importante, mi
intima di sbrigarmi e di recarmi nella sala del trono.
Sguscio fuori dal letto facendo attenzione a non svegliare Nerek, che
dorme placidamente al mio fianco.
Mi vesto in fretta e lascio la stanza, percorro i corridoi fino alla sala
del trono, dove oltre a mio padre ci sono altre due persone.
"Oh Atras, vieni, questo è re Duncan del regno di Kanak e suo figlio Enor
sono il padre ed il fratello di Nerek"
Mi avvicino a mio padre ponendomi al suo fianco, con un cenno del capo
saluto i nuovi venuti e li fisso attentamente mentre mio padre continua a
parlare.
Scruto freddamente il genitore di Nerek, ha capelli castano scuro che gli
arrivano alle spalle... spettinati ed arruffati, ed avrebbero anche
bisogno di una bella lavata, gli occhi dello stesso colore e la barba
incolta...
Sposto la mia attenzione su Enor, il fratello di Nerek, tiene lo sguardo
basso è magro e pallido, sembra quasi sofferente, ha i capelli corti scuri
come il padre, gli occhi non glieli vedo coperti dalla folta frangia.
Enor solleva lo sguardo su di me, due occhi nocciola profondamente tristi,
né lui né re Duncan assomigliano a Nerek.
Gli sorrido e lui abbassa nuovamente lo sguardo.
Di li a poco Nerek mi raggiunge si accosta a me
"Padre" sussurra piano
Con due grandi passi l'uomo si avvicina a Nerek, è molto più alto ed
imponente di lui.
"Duncan, perché non mi hai detto di avere un altro figlio?" domanda mio
padre sorridendo.
Il re di Kanak si volta verso mio padre e scoppia a ridere in maniera
sprezzante e disgustosa.
"Io non ho un altro figlio"
Trattengo il fiato, che sta dicendo, guardo Nerek, impallidisce e sgrana
gli occhi.
"Come?" sussurra mio padre
Re Duncan avanza verso Nerek, che indietreggia spaventato, lo afferra per
i capelli e gli tira indietro la testa "Padre..." geme, ma l'uomo non lo
lascia.
"Lasciatelo, gli state facendo male" grido, mio padre si alza dal trono e
ripete il mio stesso ordine.
Re Duncan lascia Nerek spingendolo tanto forte da farlo cadere sul
pavimento.
"Tu hai portato la sventura nel mio feudo" ringhia, mi frappongo fra i due
allargando le braccia "Con che cos'hai ripagato il buon cuore di mia
moglie"
"Basta!" la voce di mio padre rimbomba nella sala "Dacci delle
spiegazioni, Duncan, adesso!" ordina mio padre ed il suo tono di voce non
ammettere obiezioni da parte di nessuno.
Nerek si alza sostenendosi alla colonna, pallido e tremante, resto
immobile dove sono, incapace di fare o dire qualcosa, guardo Enor che a
sua volta sta fissando Nerek, che cosa c'è nel suo sguardo... pietà, forse
o comprensione... la mia attenzione viene catturata dal racconto di Re
Duncan.
"Diciannove anni fa, in una fredda notte d'inverno, mia moglie trovò un
bambino abbandonato davanti alla porta del castello, era avvolto in una
sudicia coperta ed aveva solo quel medaglione d'argento al collo.
Appena lo vidi o meglio vidi il suo aspetto cappii che ci avrebbe portato
solo guai... dissi a mia moglie che dovevamo liberarcene in un modo o
nell'altro; se lo avevano abbandonato doveva pur esserci una ragione... mi
moglie si oppose con tutte le sue forze... così rimase...
In pochi sapevano, dissi che era mi figlio e come tale l'ho allevato... è
cresciuto... è sano, forte, molto intelligente... bello"
I suoi occhi si posano famelici e vogliosi su Nerek che si fa piccolo
piccolo, stingendosi nelle spalle.
"Non è nemmeno riuscito a salvare la donna che lo ha amato come un figlio,
se non di più... non lo rivoglio nella mia casa, per me può anche morire,
non mi interessa" freddo, crudele, spietato.
Nerek indietreggia verso la porta, gli occhi colmi di lacrime trattenute,
si volta e scappa via da questa sala, via da questa crudeltà.
Resto immobile, i pugni stretti, se nella stanza non ci fosse mio padre
avrei già estratto la spada e fatto scorrere il sangue...
"Potete restare qui questa notte" mi volto di scatto, mio padre alza una
mano prevenendo ogni mia protesta "Solo questa notte"
Con un cenno della testa mi indica la porta, annuisco, a grandi passi
attraverso la sala, appena fuori corro verso la stanza di Nerek.
Entro senza nemmeno bussare, mi guardo intorno la stanza è vuota... no...
dei singhiozzi sommessi "Nerek" lo chiamo, nessuna risposta, chiudo la
porta con il chiavistello e faccio il giro del letto "Nerek..."
E' rannicchiato contro il letto, la testa tra le ginocchia, le spalle
scosse dai singhiozzi, mi inginocchio davanti a lui, gli poso una mano sui
capelli accarezzandoglieli piano.
"Sono qui" mormoro.
Nerek
Non può essere vero... no è tutto un incubo... un terribile incubo...
Chiudo la porta della mia stanza sbattendola, arrivo fino al letto, crollo
a terra... mi rannicchio su me stesso.
Quello... tutto quello in cui credevo non esiste più... crollato...
distrutto... per sempre...
Chi sono io? Non lo so. Non lo saprò mai.
Che cosa ho fatto di male per meritarmi di soffrire così... desidero solo
un po' di calore, un po' di affetto, un po' di felicità...
Le parole di mio padre... no... non posso più chiamarlo padre... lo odiavo
per quello che mi faceva... ma mi sentivo in colpa... per me era pur
sempre mio padre...
Porto davvero sventura come dice... forse si... forse no... come fa a
dirlo... il mio aspetto, i miei occhi, i miei capelli d'argento... sono
stanco di soffrire.
Una mano mi sfiora la testa
"Sono qui"
Sollevo piano il viso, Atras mi sorride dolcemente, mi abbraccia, mi fa
posare la testa sul suo petto, sento il suo cuore battere forte, chiudo
gli occhi, c'è ancora qualcuno per cui vale la pena vivere.
"Sono qui" ripete "Non ti lascio... qualunque cosa dicano sul tuo conto
sono solo menzogne"
Il suo calore mi avvolge, le sue braccia mi cingono stretto, le sue parole
leniscono le ferite del mio cuore....
"Ti amo" sussurra al mio orecchio mi solleva il viso, mi bacia le guance
umide... poi le labbra...
in un bacio pieno d'amore che mi scuote l'anima.
"Resterai qui, con me... con noi... saremo noi la tua famiglia"
Poso nuovamente la testa sul suo petto, mi lascio cullare...
Esco dalla mia stanza, Atras è stato convocato da suo padre, sono rimasto
solo per un po'... ho fame e sete, quindi decido di andare alle cucine,
forse là riesco a distrarmi un po'.
Cammino a testa bassa sprofondato nei miei tristi pensieri, urto qualcuno.
"Scus..." le parole mi muoiono in gola... mio padre... anzi no... re
Duncan... mi fissa con odio, un sorriso cattivo gli increspa le labbra...
mi afferra per il bavero della tunica mi sbatte con violenza contro il
muro... il colpo è tanto violento che mi stordisce, devo gridare... ci
sono guardie e servitori nel castello, qualcuno mi sentirà... ma lui è più
veloce di me, mi chiude la bocca con la sua mano grande e callosa; mi
dibatto cercando di liberarmi ma con scarso successo, so che cosa mi
accadrà ma non voglio... non voglio con tutto me stesso.
"Lascialo stare..."
Chi ha parlato?
"Non ti immischiare, Enor"
La mano lascia la mia bocca, il suo corpo si allontana dal mio, scivolo
lungo il muro... fissando padre e figlio... sono così simili eppure così
diversi...
Re Duncan se ne va mentre Enor si avvicina a me... allunga una mano.
"Non mi toccare" sibilo "Vattene... lasciami in pace..."
Si fa triste "Hai paura anche di me? Ma io non sono come lui" sussurra
sedendosi al mio fianco.
"Quello che mio... nostro padre ha detto è stato molto crudele" sospira
poi continua "Desideravo tanto avere un fratello e quando sei arrivato
tu... avevo sei anni... non puoi immaginare quanto sono stato felice, non
mi sono posto il problema di come mai dalla mattina alla sera ci fosse un
neonato al castello... non sapevo ancora come funzionava la cosa" sorride
"Lui mi ha detto la verità qualche anno dopo... proibendomi di avere con
te un qualunque rapporto umano... fraterno... quando non ubbidivo mi
puniva duramente" tace per un lungo istante, il suo viso si incupisce,
posa una mano sul mio viso facendomi voltare verso di lui, mi fissa negli
occhi.
"Dimmi, Nerek, ti ha mai messo le mani addosso?"
Trattengo il respiro... un groppo mi serra la gola, mi mordo le labbra ed
annuisco piano.
"Che bastardo"
"Enor..." la voce mi esce sottile incerta... "Lui... l'ha fatto anche con
te?"
"Si, quando ha smesso ho ringraziato gli dei... ma poi ho capito... aveva
trovato qualcun altro... te, ero solo un ragazzo e tu un bambino, mi
dispiace non ho potuto proteggerti, avrei voluto essere un fratello per
te... ma non me ne è mai stata data l'opportunità, ma tu sarai sempre mio
fratello"
Lo abbraccio, come avrei voluto fare tante e tante volte, Enor mi stringe
a sé, un dubbio mi colpisce come un colpo di frusta.
"Lo fa ancora?" domando in un sussurro, dopo una lunga pausa risponde "Si,
di tanto in tanto"
"Perché non ti opponi, sei più grande e più forte di me"
"E' pur sempre mio padre" sussurra tristemente... comprendo perfettamente
i suoi sentimenti "...e poi mi andava bene, bastava che lasciasse stare
nostra mandre e te..."
Trasalisco, non posso crederci... non avrei mai immaginato che... che...
"Ti voglio bene" mormora stringendomi a sé.
Atras
E' molto tardi, Nerek è tranquillo anche se non dorme ancora, è venuto da
me a raccontarmi quello che gli ha detto il fratello.
Ho parlato con mio padre ed ha convenuto con me che per Nerek la cosa
migliore sia restare qui, fin quando lo desidera.
"Atras..."
"Si?"
"Stringimi"
Gli circondo la vita con un braccio intreccia le sue dita con le mie.
"Chi sono? Non ho nulla che mi leghi al passato"
"Hai questo" gli dico sfiorando il medaglione che porta al collo "E' da
qui che dobbiamo partire"
Sospira raggomitolandosi su se stesso.
"Cerca di dormire un po', resterò con te tutta la notte, non hai nulla da
temere"
Resto ad osservarlo a lungo, dormo solo qualche ora di un sonno inquieto;
all'alba mio padre mi sveglia... i nostri ospiti stanno lasciando il
castello.
Mio padre guarda Nerek con dolcezza "Vuoi svegliarlo?"
"Si, credo sia giusto"
Sveglio Nerek, che si stropiccia gli occhi, è pallido da far paura,
profonde occhiaie solcano i suoi occhi chiari.
"Re Duncan e suo figlio Enor stanno partendo, vuoi... vuoi salutarli?"
Scuote la testa debolmente i capelli gli coprono arruffati il viso, mi fa
una grande tenerezza, scende dal letto si affaccia alla finestra, mi
accosto a lui, osserva in silenzio Enor e Duncan montare a cavallo, il
principe di Kanak alza lo sguardo e sorride dolcemente a Nerek, che a sua
volta fa un pallido sorriso che scompare appena Duncan solleva il volto e
lo fissa crudelmente.
Nerek sostiene il suo sguardo anche se sta stringendo i pugni tanto forte
da far sbiancare le nocche.
Resta immobile fino a quando i due viaggiatori non scompaiono dietro le
mura allora tira un debole ed incerto sospiro appoggiandosi alla finestra
come se non avesse più forze per sostenersi.
"Nerek..." solleva una mano
"Lasciami solo, per favore"
"Sei sicuro?"
Annuisce.
Titubante lascio la stanza.
Nerek resta tutto il giorno chiuso nella sua camera. Ha permesso solo ad
Abigaille di entrare, per portagli il pranzo e la cena, non ha toccato
cibo comunque, ma almeno sta bene, ho temuto che facesse qualche
sciocchezza.
Sono uscito a cavalcare per qualche ora, ma non sono riuscito a distrarmi
ho continuato a pensare a lui, a tutto quello che è stato detto e fatto,
ora sono qui nella mia stanza steso sul letto e fisso il baldacchino di
velluto blu... le mie palpebre sono pesanti, ma non voglio assopirmi, devo
alzarmi e fare qualcosa per rimanere sveglio... ma i miei sforzi sono vani
ed alla fine mi addormento stremato.
Nerek
Ho detto ad Atras di lasciarmi solo, ma... mi tolgo il medaglione e lo
fisso... "Chi sono?" sussurro a mezza voce fissando l'argento lucido,
sfioro con il dito il rilievo del disegno, un unicorno, sotto di esso
un'incisione, ma non so in che lingua è scritto...
Ricordo ancora quando mia madre me lo ha dato, era un giorno d'estate, mi
ha chiamato nella sua stanza, poi mi ha messo al collo questo e mi ha
detto che era molto prezioso... che non dovevo mai toglierlo o donarlo a
qualcuno, ora comprendo il significato delle parole di mia madre... mia
madre... quella splendida donna che ho amato come una madre... i suoi
occhi che mi guardavano con dolcezza, le sue labbra che mi sfioravano la
fronte... le sue mani dalle dita lunghe ed affusolate che ricamavano senza
sosta nelle lunghe sere d'inverno.
"Madre..." sussurro tra un singhiozzo e l'altro... le parole di Enor
tornano alla mia mente... non voglio crederci... non posso crederci...
Un bussare deciso mi fa sussultare "Chi è?"
"Sono Abigaille, posso entrare?"
"S... si"
La nutrice entra regalandomi un caldo sorriso, si siede sul bordo del
letto e mi asciuga le lacrime con il grembiule.
"Vuoi mangiare qualcosa?"
Scuoto la testa "No, non ho fame il solo pensare al cibo mi nausea..."
Sorride "Come preferisci..."
"Abigaille, me lo faresti un favore?"
"Certamente"
"Puoi tagliarmi i capelli?"
Mi guarda sorpresa "Si sono allungati molto e mi danno fastidio... lo
faceva sempre mia madre..." mi mordo le labbra, i ricordi affollano la mia
mente...
"Certo vado a prendere quello che mi serve..."
La donna lascia la stanza e torna poco dopo e procede...
Mi guardo allo specchio, scuoto la testa sentendola più leggera "Grazie"
sussurro...
Abigaille sorride e mi lascia nuovamente solo... vado alla porta e la
chiudo con il chiavistello....
Mi spoglio lentamente restando nudo davanti allo specchio... mi tolgo il
medaglione e lo poso sotto lo specchio...
Sono sempre io, eppure mi sento diverso... prendo la camicia da notte la
indosso e vado a letto, spengo le candele non riesco a prendere sonno, mi
giro e rigiro nel letto... mi alzo... raggiungo la stanza di Atras e
busso... nessuna risposta sicuramente starà già dormendo... spingo la
porta che docile si apre... la richiudo alle mie spalle avanzo fino al
letto... Atras è steso supino, con indosso solo i pantaloni... salgo sul
letto e mi inginocchio al suo fianco...
Ho voglia di lui ma mi dispiace svegliarlo, poso le mie labbra sulle
sue... mi scosto si muove e socchiude gli occhi...
Sorrido mi passa una mano tra i capelli... "Nerek..."
"Scusa non volevo svegliarti..."
"Che hai fatto ai capelli?"
Scrollo le spalle "Li ho tagliati"
Scuote lentamente la testa poi sorride e mi bacia, mi metto sopra di lui.
Le sue mani percorrono le mie gambe fino ai fianchi... sollevo le braccia
e gli permetto di togliermi la camicia da notte, gli tolgo i pantaloni...
sorrido strusciandomi su di lui come un gatto.
Si inarca venendomi incontro... intreccio le mie mani con le sue ai lati
del suo viso. Sento la sua crescente erezione solleticarmi... lo accolgo
dentro di me...
Lascio le sue mani libere, mi afferra per i fianchi chiudo gli occhi... mi
sospinge sotto di lui un lamento mi esce dalle labbra...
"Scusa..."
Sorrido... rallenta le sue spinte... tremo... il mio sesso è teso e
dolorante... poso la mano su di esso ed un istante dopo quella di Atras si
unisce alla mia... chiudo gli occhi lasciandomi andare concentrandomi solo
sulla nostra unione, dimenticandomi di tutto e tutti perfino di me
stesso...
Il piacere mi travolge come un onda, afferro i glutei di Atras e lo spingo
ancora più verso di me.
Affonda un ultima volta e viene con un sospiro, mi crolla addosso, lo
stringo forte, un brivido mi percorre quando esce da me sistemandosi al
mio fianco....
All'improvviso una profonda tristezza si impadronisce di me,
rabbrividisco, il sudore mi si sta asciugando addosso.
Atras traffica con le coperte e mi ci avvolge "Va tutto bene?" mi chiede
preoccupato.
Se gli dicessi si mentirei... "No... mi sento strano... diverso..."
Mi accarezza il viso... il collo... "Dov'è il medaglione?"
"L'ho tolto è di là, nella mia stanza" sussurro stringendomi a lui "Credo
che quello sia il punto di partenza se vuoi scoprire qualcosa del tuo
passato"
Mi irrigidisco "Non... non voglio pensarci... non adesso almeno"
"Certo, scusa..."
Scuoto la testa... "Non preoccuparti, grazie per tutto quello che fai per
me..."
Mi bacia la fronte e sorride chiude gli occhi e finalmente riesco ad
addormentarmi.
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