Didsclaimers: I personaggi sono
miei ^_^
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White Heart
di Bombay
parte I
Nerek
Corro.
Corro in questa landa desolata e fredda.
I polmoni mi bruciano per l'aria troppo fredda, le gambe mi dolgono
terribilmente... non posso fermarmi... se loro mi prendono è la fine...
Mi inoltro nel bosco, è pericoloso ma non ho scelta, inciampo e cado nella
neve, a fatica mi rialzo e riprendo a correre, percorro solo qualche metro
e cado ancora, non riesco ad alzarmi, non è ho più la forza... sono
stanco, la neve ha ricominciato a cadere, meglio così cancellerà le mie
tracce... chiudo gli occhi... se mi addormento per me è finita... ma
meglio morire così, che in mano loro...
Afferro il medaglione che porto al collo, lo stringo forte. "Perdonatemi
madre..." sussurro lasciandomi andare al freddo abbraccio della neve.
Atras
Tiro fuori il cavallo dalla stalla e lo sello.
Per oggi ho fatto il mio dovere... ho studiato, ho tirato di scherma e
d'arco, ho perfino aiutato le mie sorelle... ora voglio dedicarmi a quello
che mi piace di più e cioè cavalcare!
Non mi importa se sta nevicando, meglio mi è sempre piaciuta la neve.
Il mio maestro mi raggiunge e mi fa notare che presto si scatenerà una
vera e propria bufera di neve.
"Farò solo un giretto" mormoro salendo a cavallo "Starò qui nei dintorni"
"Ma... ma... principe..." protesta lui, mi conosce fin troppo bene.
Do' di sprone al cavallo senza più stare ad ascoltarlo.
Il mio cavallo galoppa... chiudo gli occhi... è una sensazione magnifica,
lascio le redini, stando in sella solo con la forza delle gambe, allargo
le braccia... se mi vedesse mia madre di sicuro sverrebbe; sorrido il
vento gelido mi fa cadere il cappuccio sulle spalle, la neve che cade mi
colpisce il viso...
Riapro gli occhi e riafferro le redini inoltrandomi nel bosco, rallento di
poco l'andatura, e mi chino un poco in avanti.
Delle voci mi giungono alle orecchie sotto l'ululato del vento, un gruppo
di uomini è sparso attorno il sentiero principale... sono cinque in tutto,
sembrano cacciatori.
Mi avvicino a loro a piccolo trotto e mi fermo davanti a quello che deve
essere il capo.
"Salve, stranieri, siete nei territori di Re Ogar, la caccia è severamente
punita" esclamo con un tono che non ammettere repliche.
"Voi chi siete?"
Socchiudo gli occhi riducendoli a due fessure, scruto quell'uomo e poi
rispondo "Il mio nome è Atras sono il figlio di Re Ogar, vi sarei grato se
ve ne andaste" sibilo
Parlano tra loro ed il capo alza la mano facendoli tacere "Non siamo qui
per cacciare... non animali almeno"
"Non mi interessa" ribadisco "Tutto ciò che c'è in questo territorio e di
mio padre e quindi mio... vi ordino di andarvene"
Parlano nuovamente tra loro, il capo fa un lieve inchino e con un sorsetto
ironico mormora "Ai vostri ordini principe"
Finalmente se ne vanno... li osservo allontanarsi fino a quando scompaiono
alla mia vista.
La neve sta continuando a cadere sempre più fitta è meglio se torno al
castello ed in fretta anche. Faccio voltare il mio cavallo e noto delle
tracce semi cancellate dalla neve… incuriosito scendo da cavallo, le seguo
tenendo il mio destriero per le briglie, mi sollevo il cappuccio per
ripararmi dalle sferzate di neve gelida...
Una sagoma e stesa al suolo semisepolta dalla neve... mi avvicino
accucciandomi accanto alla figura, scosto un po' di neve... è un uomo... o
meglio è un ragazzo avrà più o meno la mia età.
Si confonde nella neve, poiché è completamente vestito di bianco, così
come i suoi capelli, sono candidi e lisci...
Indossa un pesante mantello di ottima fattura bordato di pelo, molto
simile al mio...
Poso due dita sul suo collo... è ancora vivo...
Lo sollevo e con un po' di fatica riesco a farlo salire su mio cavallo,
salgo poi a mia volta dietro di lui, stringendolo a me ed avvolgendolo
anche nel mio mantello, sprono il mio cavallo al galoppo e rientro al
castello.
Nerek
Riprendo conoscenza lentamente, non sento più freddo, al contrario, sono
avvolto in un dolce calore. Socchiudo gli occhi...
Dove sono?
Le ultime cose che ricordo sono... la foresta... i mie inseguitori... la
neve.
Scatto a sedere come una molla... mi hanno catturato... no, non sono in
una cella, anzi questa è una stanza...
"Accidenti mi hai spaventato"
Mi volto verso la voce che ha parlato, un ragazzo mi osserva e mi sorride
seduto su una poltrona, chiude il libro che teneva aperto in grembo... lo
posa si alza sedendosi poi sul bordo del letto.
"Non aver paura, non voglio farti del male, mi chiamo Atras..."
"Il mio nome è Nerek..." sussurro fissandolo sospettoso
"Sei nel regno di Goran, fino a quando starai qui nessuno potrà farti del
male. Riposa, ti farò portare qualcosa da mangiare..."
Mi ridistendo sui cuscini sospirando piano, non riesco a togliergli gli
occhi di dosso, ha degli splendidi occhi viola, in netto contrasto con i
suoi capelli neri corti e leggermente arruffati e la sua pelle chiara,
tutto ciò e messo ancor più in evidenza visti gli abiti scuri che indossa.
"Qualcosa non va..."
Mi riscuoto dalla mia contemplazione abbassando lo sguardo.
"I tuoi occhi..."
"Oh, insoliti vero? Però anche tu non sei da meno i tuoi occhi sembrano
d'argento tanto sono grigi e poi i tuoi capelli..." allunga una mano e mi
sfiora i capelli.
Annuisco, sembra che stia per aggiungere qualcos'altro ma la porta si apre
ed entrano tre ragazzine.
"Possiamo entrare?" chiede la più grande con voce squillante e vivace!
"Veramente siete già dentro... la prossima volta provate a bussare"
La ragazzina lo ignora e posa i suoi occhi su di me "Oh siete sveglio, che
bello, chi siete, da dove venite?" mi domanda a raffica, la più piccola
certa inutilmente di arrampicarsi sul letto, ma con scarso successo, il
fratello la solleva e la deposita sul materasso ammonendo l'altra sorella
di non farmi tutte quelle domande.
"Queste, come avrai capito, sono le mie sorelle Frida, Beria e Nodia...
sono tre piccole pesti"
"Non è vero" protesta Frida
"Hanno rispettivamente quattordici, dodici e cinque anni" mi spiega
indicandole ad una ad una la più piccola, Nodia, si sporge verso il
fratello che la prende in braccio "La più tranquilla è Nodia, vero
piccola?"
La bimba annuisce posando la testa sulla sua spalla "E' ora che voi tre
andiate a dormire"
Una donna robusta entra con un vassoio tra le mani "Immaginavo che le tre
principesse fossero qui, o pare proprio che il mio intuito non abbia
sbagliato, vi siete svegliato, vi ho portato qualcosa di caldo e
sostanzioso"
Deposita il vassoio su una cassapanca e prende in consegna le tre
ragazzine "Torno più tardi ci pensate voi Atras"
Atras
"Quella è Abigaille, è stata la mia nutrice e poi delle mie sorelle, è una
donna fantastica se hai bisogna puoi sempre fare affidamento su di lei"
spiego a Nerek sistemandogli i cuscini dietro la schiena, posandogli, poi
il vassoio sulle gambe.
Mi siedo sulla poltrona e lo osservo mangiare lentamente, si scosta
distrattamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, più lo guardo è
più mi rendo conto di quanto sia bello.
I suoi occhi d'argento si possano su di me "E tu?"
"Oh Abigaille ha già provveduto mentre tu dormivi"
Annuisce pensieroso continuando a mangiare in silenzio
Abigaille ritorna con una brocca di vino e una coppa per me la riempie e
me la porge
"Era di vostro gradimento" domanda prendendo il vassoio
"Si, era molto buono grazie"
La mia nutrice lascia la stanza, sorseggiando il vino caldo mi avvicino
alla finestra.
"Sta nevicando..." mormoro pensieroso è una vera e propria bufera. La neve
cade creando mulinelli... è bella, ma essere la fuori ora significherebbe
morte certa.
"Se non ti avessi trovato saresti morto" mi volto verso Nerek, si è
addormentato mi avvicino a lui lo copro bene; spengo le candele l'unica
luce è quella del camino, mi risiedo sulla poltrona e resto a guardarlo.
Nerek
Attendo immobile.
Sono al cospetto del re e della regina di Goran
"Parla ti ascoltiamo"
Tiro un profondo sospiro "Sono il figlio di re Duncan, vengo dal regno di
Kanak mio padre e mio fratello sono parti sei mesi fa per le terre oltre
il mare, di loro non si sa più nulla. Mio zio ha preso il posto di mio
padre al quale ambiva da tempo… mia madre ed io ci siamo opposti ma..."
faccio una pausa un nodo mi serra la gola, stringo il medaglione che ho al
collo e proseguo "mio zio l'ha uccisa e poi ha cercato di uccidere anche
me, sono fuggito... ha messo al mio inseguimento i migliori cacciatori di
uomini... ho vagato per giorni fino a ieri... l'ultima cosa che ricordo
sono il bosco ed i miei inseguitori. Poi vostro figlio mi ha trovato."
Abbasso lo sguardo e resto in silenzio ed in attesa.
"Potrai resta qui tutto il tempo che vorrai, anni fa conobbi tuo padre,
lottammo fianco a fianco, sono molto dispiaciuto per quello che mi hai
riferito, e poi qui l'inverno è inclemente."
"Grazie altezza" mormoro
Torno nella stanza a me assegnata, dopo poco Atras mi raggiunge, si siede
a gambe incrociate sul letto.
"Mio padre mi ha lasciato al castello per proteggere mia madre ed io
invece non ci sono riuscito ho potuto solo stare a guardare mentre quel
porco la violentava e poi poi..."
Stringo forte i pugni e serro forte gli occhi, non devo mettermi a
piangere, non davanti a lui."
Una mano si posa sulla mia spalla, mi scosto bruscamente "Non toccarmi..."
sibilo.
Atras ritira la mano sorpreso "Scusa" sussurro disperato mentre lacrime
bollenti mi solcano il viso, inesorabilmente contro la mia volontà.
"Piangi, poi ti sentirai un po' meglio credimi" sussurra allargando le
braccia.
Mi appoggio a lui, che timidamente mi abbraccia mi accarezza la schiena ed
i capelli, posso lasciarmi andare, non devo fingere di essere forte.
Atras
Si aggrappa a me e scoppia a piangere, le mia parole sembrano aver rotto
un sigillo…
Lo stringo a me e lo cullo, gli accarezzo i capelli, morbidi fili
d'argento, insoliti ma splendidi.
Dopo lunghi ed interminabili minuti lo scosto un po' da me "Va meglio?"
Annuisce tirando su con il naso, sembra un cucciolo, gli asciugo le
lacrime con il dorso della mano.
"Scusa" mormora sfregandosi gli occhi arrossati
"E di che cosa, di mostrare i tuoi sentimenti"
Lo sto ancora abbracciando, è una bella sensazione, posa la testa sulla
mia spalla, sospira
"Perché mi hai salvato?"
"Non potevo certo lasciarti nella tormenta a morire per il freddo"
"Forse sarebbe stato meglio per tutti"
Lo scosto da me bruscamente "Ma che dici?"
Solleva lo sguardo verso di me i suoi occhi grigi sono colmi di tristezza
e dolore.
"Guardami" sussurra sfiorandosi i capelli "Mio padre e mio fratello hanno
entrambi i capelli e gli occhi castani, così come mia madre... io... io
invece..."
Le lacrime hanno ripreso a solcare le sue guance chiare, le asciugo
prendendogli il volto tra le mani "Tu... sei bellissimo" mormoro a mezza
voce rendendomi conto di aver detto ciò che pensavo.
Mi guarda stupito e china la testa di lato. "Grazie" sussurra.
Restiamo in silenzio per un po' è raro che stia così bene con una persona
che non è della mia famiglia "Per il momento starai qui, poi si vedrà"
Nerek
Resto solo, guardo la mia immagine riflessa nello specchio davanti a me,
arrossisco ripensando a quello che mi ha detto, sospiro sdraiandomi sul
letto, fuori continua a nevicare, è bella la neve anche quando cade così
violenta.
Rabbrividisco, forse è meglio se mi muovo un po'
Esco dalla mia stanza e mi avvio lungo i corridoi gironzolando qua e la,
scambiando qualche parola con le guardie, finendo poi nelle cucine, le
donne stanno parlando e lavorando tra loro, mentre gli uomini portano
grandi ceste o fasci di legna... dei bambini giocano davanti al fuoco,
riconosco tra loro la più piccola delle principesse con il viso sporco di
fuliggine.
"Salve, come siete finito qui"
Abigaille mi fissa pulendosi le mani sul grembiule "Ero stanco di stare da
solo con i miei pensieri così ho esplorato il castello e sono finito qui"
"Venite, ho appena sfornato dei biscotti e scaldato del vino" mi spiega
invitandomi a sedermi accanto al fuoco.
Resto li tutto il pomeriggio ridendo e scherzando con la servitù,
sentendomi felice ed accettato.
Atras
E' tutto inutile non riesco a concentrarmi, continuo a pensare a lui, ai
suoi occhi d'argento tristi e misteriosi, al suo viso rigato di lacrime al
suo corpo premuto contro il mio.
Scuoto la testa muovendomi a disagio sopra lo sgabello.
"Qualcosa vi turba principe"
"No... no... balbetto"
"Chiudete quel libro e andate su, su... via..."
Non me lo faccio certo ripetere due volte, mi avvio alle cucine, se non
sbaglio Abigaille aveva promesso di fare dei biscotti.
Mi fermo sulla soglia ed osservo, non visto la scena: Nerek a gambe
incrociate su una stuoia accanto al camino, con una mano regge una coppa
con l'altra un biscotto e sta ridendo per qualcosa che ha detto il figlio
del cuoco, resto incantato dalla sua risata, fresca e tintinnante. Beve un
sorso di vino e una goccia sfugge alle sue labbra, scivola rossa come un
rubino sulla sue pelle, la raccoglie con un dito e se lo porta alla bocca,
in un gesto tanto sensuale quanto innocente, un brivido mi percorre la
schiena e mi provoca un'imbarazzante formicolio al basso ventre.
"Avete intenzione di stare ancora per molto sulla soglia? Intralciate il
passaggio" sobbalzo per lo spavento, Abigaille è davanti a me le mani sui
fianchi che mi scruta indagatrice"
"Oh... eh... si ecco... io... avrei fame... si fame ero venturo per... i
biscotti"
Abigaille mi squadra dall'alto in basso, avvicina il suo viso al mio,
abbasso lo sguardo "Siete strano..." mormora; beh non posso darle torto,
così resto in silenzio.
Mi guarda, si volta e guarda Nerek e sul suo viso si allarga un sorriso
"Oh ora è tutto chiaro"
"Che cosa ti è chiaro? Non capisco" mormoro
Mi da una pacca sulla spalla "Capirete, capire... venite a riempirvi lo
stomaco di biscotti adesso"
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