Jingle bell, jingle bell…..ehm,
scusate, è l’aria natalizia che mi ha dato alla testa!!^^
Io adoro il Natale, al punto che
lo faccio festeggiare anche ad Hana e Ru! Vi avverto preventivamente che non ci
sono accenni a Gesù bambino, Santa Claus etc. non dimentico che sono
giapponesi, non abbiate paura! Approfitto di questa fic per fare gli auguri di
un buon Natale a Nausicaa, a Ria, a Greta, a Dream, a Cily, ad Angie
White Christmas.
Di Calipso.
I’m dreaming
of a white christmas
Just like
the ones i used to know
Where the
treetops glisten
And children
listen
To hear
sligh bells in the snow.
I’m dreaming
of a white christmas
With every
christmas card i write
May your
days be merry and bright
And my all
your christmased be white.
Io adoro il Natale! Mi piace da
morire la mia città piena di lucette luminose, la gente che affolla le strade
alla ricerca di regali, se poi nevica……bè, allora è perfetto!! Voi sicuramente
siete lì che malignate: che diavolo ne sa un giapponese del significato del
Natale?! Bè, intanto so che voi festeggiate la nascita di un bambino speciale,
che addobbate gli alberi di Natale, questo lo facciamo anche noi però, e che la
notte del ventiquattro dicembre andate nei vostri……come si
chiamano……templi….ah, ecco! Chiese……su avanti, chiedetemi perché sono a
conoscenza di tutte queste cose! Ovviamente la ‘ colpa ’ è del volpino! Visto che abbiamo stabilito che
il nostro futuro è negli States, Kaede ha deciso che bisogna sapere più cose
possibili riguardanti il modo di vivere occidentale e poi la nostra televisione
trasmette tante immagini provenienti dall’altra parte del mondo! Tutta questa
introduzione, per dirvi che tra due giorni è la vigilia di Natale e proprio
oggi sono riuscito a mettere a punto il regalo per il mio volpino preferito, nonché unico! Dovete
sapere che qualche tempo fa, Kaede mi ha raccontato come passava il Natale
quando era ancora in vita sua madre e lui aveva una famiglia come tutti gli
altri: suo padre affittava una casa sulle montagne a *** e a lui quel posto è
rimasto sempre caro……no, questo non lo ha detto, ovviamente, ma volete che il
tensai non lo abbia intuito?! Sono pur sempre un genio, eh! Così, questa estate ho fatto qualche lavoretto
e con un piccolo aiuto di mia madre, sono riuscito a mettere insieme il
necessario per portare il mio amore nello stesso posto di quando era bambino. Questo
sarà il mio regalo per il Natale di quest’anno. Ieri mentre Kaede era sotto la
doccia ho telefonato per confermare la prenotazione e ho saputo che lì sta già
nevicando: perfetto! Avrei voluto che la sorpresa fosse totale e portarlo lì
senza nessuna spiegazione, ma capite da soli che è praticamente impossibile,
no?! Però, non gli dirò la destinazione del nostro week end, lo capirà quando
saremo arrivati. Entro nel salotto della sua casa, che ora è anche un po’ mia,
visto che ci sosto spesso e volentieri, uhm….a dire la verità torno a casa a
dormire molto raramente, ma insomma…..e lo trovo intento a scrutare il cielo da
una finestra, con il naso praticamente incollato sul vetro.
“Oi, kitsune, che cerchi nel
cielo, una slitta volante trainata da renne? Non sapevo che credessi a certe
cose!”
“Do’aho!” è la sua immancabile
risposta alla mia provocazione!
Arrivo dietro di lui prima che si
volti verso di me e lo stringo in un abbraccio, lui si rilassa appoggiandomi la
testa sulla spalla e posandomi un bacetto sulla mascella. Uhmmmm, atteggiamento
molto sospetto, come mai è così tenerone stasera?! Qui gatta ci cova, anzi
volpe ci cova! Non che Kaede non sia un tipo coccolone, intendiamoci, anzi,
scommetto che nessuno crederebbe ai suoi occhi se vedesse quanto sia diverso il
mio volpacchiotto in versione casalinga dal ragazzo duro e poco incline alle
gentilezze sul campo, ma non ci dovrebbe volere molto a capire che il
comportamento che noi giocatori teniamo in campo non corrisponde perfettamente
a quello che teniamo nella vita di tutti i giorni, no?! Bè, qualcuno non ci
riesce e si ferma a considerazioni superficiali e non corrette!! Vabbè,
lasciamo perdere non mi và di essere polemico, come ho sentito dire in un film:
a Natale siamo tutti più buoni!! Questo ultimo pensiero mi induce a parlare al
mio volpino dei miei progetti natalizi, prendendo ovviamente il discorso alla
larga.
“Kitsune, tu hai impegni per il
24?” non specifico a lui quello che da noi è ovvio, perché lo sa, ma a voi
tocca darvi un aiuto: dunque, da noi la vigilia di Natale c’è l’usanza di
chiedere un appuntamento alla persona che si ama, una specie di anticipo di San
Valentino!!
“Non mi pare…..anche se forse
Akira deve avermi chiesto qualcosa in
proposito e…..”
Ovviamente il volpino non finisce
la sua frase perché si ritrova spiaccicato contro il vetro con le mie mani
intorno alla sua gola.
“Vuoi morire, amore mio?! Non hai
che da dirlo!!”
Kaede alza gli occhi al cielo e
mi prende il viso tra le dita.
“E’ mai possibile che non capisci
mai niente?! Quando senti il nome di….”
“Ok, ok ho capito!! Non dire quel
nome, non lo sopporto!!!” mi precipito a dire, perché è la pura semplice
verità, quelle poche sillabe hanno il potere di farmi prudere le mani e andare
il sangue al cervello e la cosa più bella, ironicamente parlando, intendo, è
che è stato così dalla prima volta che ho visto quel porcospino ebete!!! Odio a
prima vista!! Bè, torniamo al volpino adorato.
“Allora sei ufficialmente
invitato da me, avrai l’onore di passare il Natale con il tensai, non sei
contento, kitsune?!”
“Io veramente non ho ancora
accettato…..”
“KITSUNE!!!!!” lo ammonisco e lui
torna a fare le fusa come un gatto, abbracciandomi e sfregando la guancia sul
mio collo.
“Dove vorresti portarmi?”
“In montagna!” gli comunico
contento e lui alza un viso curioso su di me.
“Hn?”
“Invece di farti un regalo, ho
pensato di organizzare due giorni io e te, che ne dici?”
“Non ho niente di meglio da
fare…..” mi risponde lui, passandomi le mani tra i capelli.
“Scemo!” gli sussurro contro io.
“Do’aho!” mi risponde lui,
offrendomi la sua meravigliosa bocca da baciare.
I’m dreaming
of a white christmas
Just like
the ones i used to know
Where the
treetops glisten
And children
listen
To hear
sligh bells in the snow.
I’m dreaming
of a white christmas
With every
christmas card i write
May your
days be merry and bright
And my all
your christmased be white.
Hanamichi è stato molto riservato sulla destinazione dei nostri due
giorni in montagna, arrivando al punto di impedirmi di leggere la destinazione
del treno su cui mi ha fatto salire! Guardo il panorama scivolare velocemente
dal finestrino, impedendomi di cogliere i particolari, ma più passa il tempo e
più una sensazione di familiarità con questi posti mi invade, come se stessi
percorrendo una strada già fatta. Ma che vado a pensare?! Io non ci vado mai in
montagna, o meglio, non ci vado più da parecchi anni, ma quando ero piccolo
ricordo che il Natale lo passavo sempre
a *** dove mio padre affittava una casa: mia madre adorava la neve e lui
era disposto a fare qualsiasi cosa per renderla felice. Io facevo un enorme, o
forse lo era per il me di allora, pupazzo di neve con tanto di cappello e
sciarpa! Mi viene da ridere se ripenso a che sgorbi ero capace di creare! Abbandono
la visuale del finestrino e mi volto verso Hanamichi: ha la testa appoggiata
allo schienale,gli occhi chiusi, ha le mie cuffiette nelle orecchie e
tamburella con le dita sul ginocchio il ritmo della musica che sta ascoltando.
Dove diavolo mi stai portando, Hana?! Non che mi interessi particolarmente
sapere il posto, ma per essere così misterioso, mi sta nascondendo
qualcosa…..bè, tanto quando arriviamo lo scopro! Visto che lui si è preso il
mio walkman, a me non resta che dormire…..
Chi è che mi scuote?! Ora lo mordo! Mi avvento contro la mano molesta
ancora ad occhi chiusi.
“AHIOOOOO, MA SEI SCEMO, STUPIDA VOLPE?!”
Ops, è Hana….bè, ma lo sa che non vado svegliato in questo modo, no?!
Apro gli occhi e lui è davanti a me che si guarda l’arto offeso.
“Sei diventato cannibale, kitsune?! Mi hai quasi staccato in dito!”
“Esagerato! Allora, che c’è?”
“Che c’è cosa?!”
“Perché mi hai svegliato?”
“Ah, già, è che la prossima fermata è la nostra.”
“Hn.” così finalmente saprò dove sto per passare il Natale! Raduniamo
le nostre cose e ci avviciniamo alle porte che di lì a poco si aprono, essendo
il treno arrivato alla stazione. Non appena scendo mi volto verso il cartellone
che riporta il nome della località……non ci posso credere! Mentre realizzo che
sono nel paese in cui ho trascorso i Natali della mia infanzia, mi ricordo che
una sera Hanamichi mi chiese quale era stato il posto in cui ero stato più
felice e io senza neanche pensarci avevo risposto questo e lui ha voluto
portarmici nuovamente! Mi volto verso di lui che ha gli occhi scintillanti e
l’espressione da ‘te l’ho fatta, volpacchiotto!’. Sì, stavolta mi ha veramente
stupefatto, perché mai avrei immaginato di tornare qui, tantomeno esserci
portato da LUI! Ma il do’aho è fatto così, gli piace tentare le cose più
difficili e in questo credo di essergli di grande aiuto, perché essendo una
persona poco incline allo stupore o alla meraviglia, lui tenta in ogni modo di
scuotermi, come dice lui! E devo dire che la vita accanto a lui comporta
innumerevoli sorprese! Una più bella dell’altra devo ammettere: come quella di
oggi. Mi chiedo da quanto tempo ci stava lavorando su e gli concedo una certa
bravura nel non avermi fatto accorgere di nulla….e bravo il mio do’aho!
“Allora, volpino, non sei colpito dalla trovata del tensai?!”
“Hn.”
“Un po’ più di soddisfazione no, eh?!” borbotta lui, dirigendosi verso
l’uscita. Fa pochi passi, poi mi guarda da sopra una spalla: “allora, ti muovi,
stupida volpe o vuoi restare lì a ghiacciarti?!”
Raccolgo il mio zaino e lo raggiungo. Appena fuori la stazione però, il
mio tensai si guarda intorno spaesato, tira fuori un foglietto dalla tasca del
giaccone e chiede informazioni ad un signore che gli passa davanti e che lo
guarda un po’ stranito, non credo girino molte persone con il colore di capelli
di Hanamichi da queste parti! Comunque dopo l’iniziale sorpresa del passante,
sembra ricevere le indicazioni giuste, perché annuisce tutto contento: che
altro ha in mente?! Si volta verso di me con uno dei suoi famosi sorrisi a
trentadue denti e mi prende la mano: “andiamo, volpino, ti porto al nostro
albergo, il signore ha detto che non è molto distante.”
Effettivamente non impieghiamo molto tempo a raggiungerlo: è una bella
costruzione in legno, non molto grande,
ma molto accogliente. Le camere danno
idea di calore e intimità, sono contento di essere qui, qui con il mio Hana che
mi abbraccia stretto non appena chiudo la porta dietro di me. Ci baciamo
dolcemente per qualche minuto, poi dopo esserci lavati le mani scendiamo al bar
dell’albergo e ci prendiamo una cioccolata calda: ci sediamo ad uno dei
tavolini vicini alla finestra che da all’esterno e mi accorgo che ha cominciato
nuovamente a nevicare. Tiro la manica del maglione di Hana per fargli vedere i
soffici fiocchi che cadono dal cielo.
“Ohhhhhhhh, la vigilia di Natale con la neve!!! Non è bellissimo,
Kaede?!”
“Perché mi hai portato proprio qui, Hana?” lo so che non c’entra niente
con la sua domanda, ma vorrei sentire da lui il perché di questo viaggio
proprio nel paese dove trascorrevo i miei natali da bambino, c’è qualcosa di
più che un semplice desiderio di farmi ricordare dei momenti belli della mia
infanzia, ne sono sicuro. Hana mi guarda e arrossisce un po’: “ non sapevo che
regalarti per Natale, perchè non volevo niente di banale e scontato, così alla
fine mi sono ricordato di quella conversazione in cui tu mi dicesti di essere
particolarmente legato a questo posto, così ho pensato di trascorrere qui
questi due giorni per dare modo a te di ritrovare un po’ di quella atmosfera
della tua infanzia, inoltre ho fatto di rimando un regalo a me stesso….” si
interrompe quasi imbarazzato, ma io voglio saperne di più: “Cioè?!”
“Questa nostra venuta qui mi da modo di conoscere una parte della tua
vita che non conosco, che non ho potuto condividere con te. Vorrei che tu mi
raccontassi come trascorrevi quei giorni qui, se te ne ricordi……”
Se avessi bisogno di chiedermi perché mi sono innamorato del do’aho,
comincerei con il ricordarmi che Hanamichi è la persona che mi fa sentire più amato e importante! Sfioro le
sue dita con le mie e gli sorrido: “potremo cominciare con il cercare la casa
che affittava mio padre, che ne dici?”
Lui mi sorride di rimando, così appena finiamo di bere la nostra
cioccolata, prendiamo guanti e cappello e usciamo. Ai bordi della strada la
neve è ammonticchiata e alcuni bambini ne approfittano per ingaggiare una
guerra di palle di neve. Hanamichi non è da meno e comincia a tirarmi la neve a
manciate che io cerco di schivare, preparando la mia vendetta. Non appena ci
avviciniamo ad un albero, aspetto che lui passi sotto i rami e con un calcio al
tronco gli faccio cadere la neve addosso! Quando si riprende dalla sorpresa io
sono già lontano perché so che ora comincerà a rincorrermi giurando vendetta,
tremenda vendetta per aver innevato il tensai!!!
“Stupidissima volpe vieni qui!!!!!”urla infatti lui cominciando a
correre verso di me. Urge ritirata strategica!!!
Dopo qualche strada sbagliata e molte indicazioni chieste sull’onda dei
miei ricordi, imbocchiamo finalmente la stradina che portava a quella che era
la mia casa delle vacanze natalizie. Non so perchè, ma me la ricordavo più
grande o forse sono io che la vedo adesso per le sue misure reali!
Una ghirlanda alla porta ci fa capire che è stata affittata e un po’ mi
dispiace, perchè avrei voluto vederne l’interno, magari guardandolo da una
finestra per scoprire se qualcosa di quello che ricordo è cambiato. Mentre ne
osserviamo l’esterno dal cancello che delimita la proprietà, la porta si apre e
ne esce un bambino di cinque o sei anni che comincia ad accumulare la neve con
le sue manine nude e dopo un po’, quella che deve essere sua madre esce e,
rimproverandolo dolcemente gli infila i guanti. In un attimo mi tornano in
mente le tante sensazioni legate a questo posto e per un attimo riesco anche a
ricordare la risata di mia madre, la sua voce che mi chiama…..
Prendo la mano di Hanamichi e volto le spalle a quella scena. Mentre
torniamo al nostro albergo non ci scambiamo neanche una parola, soltanto quando
siamo nella nostra camera, lui mi parla.
“Kaede, mi dispiace, forse la mia non è stata una grande idea……volevo
che questa visita qui fosse piacevole per te, invece ti ho intristito e non era
mia intenzione.”
Hanamichi ha frainteso, io non sono triste, anzi….questo viaggio qui è
stato importante per me, mi ha dato modo di ricreare nella mia mente ricordi
che mi stavano sfuggendo lentamente……gli chiedo di sedersi vicino a me sul
letto e subito le sue braccia mi avvolgono, facendomi poggiare la testa sulla
sua spalla.
“Mi hai fatto un regalo bellissimo, invece, quella scena davanti a
quella casa non mi ha reso triste. Mi ha fatto rivivere attimi della mia
infanzia ed è consolante che anche ora lì ci sia un bambino felice, come lo ero
io allora e come lo sono da quando sto con te….”
Hanamichi mi stringe forte a sé e dal salone dell’albergo salgono le
note di una canzone natalizia americana,
White Christmas ed è bellissima ascoltarla abbracciato a chi mi ha
donato nuovamente un bianco natale perduto
da molto tempo……
FINE