Disclaimer: I diritti di Slam Dunk non sono miei, ma questo non è un segreto, essi appartengono al magico Maestro Inoue, io i personaggi li prendo solo in prestito, per farli impazzire un po'. Buona lettura!.

 

I personaggi risentono molto dell'ambientazione e saranno spesso OOC.

Questa fic vuole essere il mio personale regalo di compleanno alla mia amica Anna.

 

 

 


White Snow

parte X

di Shaka

 

Quella mattina Re Sakuragi si svegliò con un grande mal di testa.

Era già l'alba, e non riusciva più a dormire.

Aveva trascorso la notte ubriaco...chiuso nel buio di una delle stanze del piano inferiore, a fare sesso con una donna.

E poi, dopo svariati rapporti l'aveva pregata di andare via, per rimanere solo.

 

 

Aveva poi riposato appena qualche ora. Rigirandosi nel freddo di quel letto, come un animale in gabbia.

 

 

Ripensava incessantemente alla notte appena trascorsa..

 

A quella donna.

A quei rapporti veloci in cui si era perso. In cui si era sfogato.

A quelle mani decise ed esperte, che si eran prese cura di lui, e che lo avevano lasciato sfinito.

 

 

Un' ottima distrazione. Pensò.

 

Piacevole.

Come le sensazioni che aveva sentito.

 

Sensazioni che dopo averlo abbandonato, avevano però lasciato il posto alla desolazione del suo animo, per ciò che aveva fatto.

 

Aveva successivamente iniziato a pensare a tutto ciò che era accaduto quella notte..............lasciandosi divorare dai suoi fantasmi........

 

 

                             ............prigioniero poi di una densa malinconia........ aveva ordinato d' essere lasciato solo.

 

In quella piccola stanza, confinata in un angolo nascosto del gigantesco castello di Caleydon.

 

Su quel letto bianco, ora macchiato dai segni di quegli amplessi.

 

Tra quelle lenzuola macchiate di un tradimento sofferto.

 

Macchiate da quelle lacrime che aveva versato, durante gli apici di un piacere che lo aveva distrutto.

 

 

 

Solo.

 

Perché al suo fianco non voleva nessuno.

 

Solo.

 

Perché adesso si sentiva tale.

 

Solo. E deciso.

Deciso a non tornare più indietro sui suoi passi.

 

 

 

Si alzò dal letto, raccogliendo i suoi abiti, sparsi ovunque.

Si rivestì lentamente, per poi uscire.

 

 

 

 

**************

 

 

 

 

 

 

Kaede fissò un ennesima volta il cuscino bianco vicino a sé.

Rannicchiato sulle coperte di quel grande letto si era addormentato la scorsa notte.

 

Adesso, dopo essersi svegliato,  fissava passivamente quel lato del letto rimasto intatto e freddo.

Hanamichi non aveva dormito in quel letto.

Non era tornato la scorsa notte.

E lui era rimasto da solo. Nell'immensità di quella stanza silenziosa......

 

Ad un tratto un lieve bussare lo fece trasalire.

 

- Mio signore...la colazione è pronta.- comunicò il maggiordomo sulla soglia, - Volete consumarla nella vostra camera?- chiese gentilmente.

 

- Vi ringrazio Yoehi, ma scenderò tra poco...- rispose il principe, tirandosi a sedere sulle lenzuola bianche.

 

Il giovane dai capelli neri annuì congedandosi.

 

 

 

 

 

 

Kaede entrò nella grande sala da pranzo poco dopo. Si accorse di essere solo.

Il maggiordomo osservò lo sguardo che  il principe rivolse alla stanza.

 

- Il vostro consorte è già andato via, mio signore...- comunicò, cogliendo i pensieri del proprio signore.

 

- E' andato all'accampamento?- chiese il principe accomodandosi su una delle vistose poltrone a capo tavola.

 

- Non saprei dirle signore.....stranamente sua maestà ha richiesto la sua armatura questa mattina...- Kaede annuì non aggiungendo altro.

 

Chiudendosi nelle sue riflessioni consumò la sua colazione. Silenziosamente.

 

Dopo, cavalcò fino all'accampamento, dove lo attendeva l'ultimo giorno di preparativi per organizzare la distribuzione del grano.

 

Attraversò il campo di soldati, lasciando il proprio cavallo alle stalle, e raggiungendo a piedi la tenda.

Entrato nella grande struttura, Kaede si accorse che era vuota.

 

Una candela spenta e fredda sul tavolo, lasciava intendere che nessuno era stato lì quel giorno.

 

- Re Sakuragi non è qui...- disse il Comandante Noma, palesando la propria presenza sulla soglia della tenda.

 

- Ha già lasciato il castello questa mattina...- osservò Kaede, ma l'uomo di fronte a lui si affrettò a rispondere,

 

- E' stato qui...ha dato disposizione che vi fosse accordato tutto ciò di cui avevate bisogno....poi è partito....per il vallo, l'accampamento rimasto ai confini di Torehod ha richiesto la sua presenza....-

 

Kaede annuì. E il soldato si ritirò.

 

Il principe sedette sullo sgabello in legno vicino al tavolo. Di fronte a sé la grande mole di carte da riesaminare, ma nella sua mente un pensiero fisso..............le immagini di ciò che era avvenuto la notte scorsa.....

 

Pensò al suo sposo.........”l'esercito a Torehod aveva richiesto la sua presenza.....”.........quelle parole gli avevano riportato alla mente le fredde montagne di Torehod........la neve.....i boschi.......e ciò che quel luogo aveva rappresentato per loro.....................

 

................................................il loro primo avvicinarsi...l'uno all'altro......................l'abbattersi di barriere fin troppo solide...............per lasciar posto a qualcosa che era diventato pian piano importante............................per entrambi........................

 

...........................qualcosa che aveva fatto breccia nel cuore freddo e crudele del suo sposo......................qualcosa che gli aveva permesso per la prima volta....di vedere..........vedere oltre la superficie delle cose....................vedere oltre................tutto........................

 

.........................Ma adesso era tutto finito........egli stesso aveva messo fine a tutto.....................aveva messo fine alle speranze.............aveva messo fine ad ogni tentativo di rendere quel matrimonio vero...........................di rendere  quel legame profondo.............................

 

 

................”non doveva affezionarsi al suo carnefice....” era questo che si era ripetuto più volte .................non doveva provare affetto per quell'uomo.........perchè avrebbe significato accettare tutto ciò che gli era stato fatto..........perchè gli avrebbe permesso di rubare anche la sua anima oltre al suo corpo.............perchè avrebbe significato accettare una sofferenza senza fine..........................

 

......................................................eppure dentro sé avvertiva un pungente dolore per il male che gli aveva fatto......per le parole che gli aveva rivolto....................................era come se uccidendo quegli occhi scuri......aveva perso un po' di sé.....................................un po' del suo cuore...........................

 

Sospirò, fissando le mappe sul tavolo.

Vista l'assenza del proprio consorte, avrebbe dovuto finire da solo i progetti in corso.

 

E così fece.

Chiuso in quella tenda, lontano dai propri pensieri e dal mondo esterno.....

 

 

 

************************

 

 

 

Nella tarda sera, Kaede abbandonò la sala da pranzo, apprestandosi a raggiungere le proprie stanze. Solo.

 

Hanamichi non aveva cenato con lui nemmeno quella sera.

Erano giorni che non lo incontrava.

 

Giorni che il Re sembrava essere scomparso.

 

Troppo impegnato nei suoi affari di guerra anche per tornare a dormire al castello.

Troppo  impegnato per dedicargli del tempo.

 

 

Quel lato del letto era rimasto intatto a lungo.

E quella sera, quando Kaede  rientrò nella sua camera, fissò con lieve rassegnazione quelle federe perfettamente stese. E quella stanza vuota.

 

Ancora un volta.

 

Vuota e silenziosa.

 

Si svestì lentamente, perdendosi nei pensieri che da giorni lo tormentavano, poi si sdraiò sotto quelle coperte fredde.

Girandosi su un fianco, a  fissare quel cuscino vicino a sé.

 

Si chiese fino a quando sarebbe andata avanti quella situazione.

 

 

La distribuzione del grano era già iniziata da parecchi giorni, e sarebbe durata ancora una settimana. Ma il Re non era intervenuto alla cerimonia di apertura.

Né si era presentato alle udienze di quella settimana.

 

Aveva comunicato banali scuse, tramite i suoi soldati, per motivare la sua assenza. Ma nulla più.

 

Eran stati giorni di silenzi. Di assenze e silenzi.

Insopportabili.

Infiniti.

 

Rigirandosi nel letto Kaede tornava a fissare lo sguardo sul cuscino del suo sposo, composto e colorato di una tenue luce rossa, riflesso del fuoco che ardeva nel camino della loro camera.

 

 

Quei giochi di fiamma sembravano rapirlo.........incantarlo..................e la sua mente volò via........nei ricordi............

 

Rimembrò le notti trascorse in quello stesso letto, stretto tra le braccia forti dell'uomo che lo aveva salvato............di quel nuovo Hanamichi che lo aveva rapito, aprendogli il cuore e i pensieri..................................

 

........................rimembrò tutte quelle notti.................... di parole sussurrate....... di baci rubati...............di calore regalato.... e ricevuto..........

 

 

...................rimembrò timide e dolci carezze..................................che avevano avuto il potere di scacciare la solitudine dal suo cuore................la solitudine che lo aveva accompagnato tutta una vita.....................................compagna.........complice..........padrona.........

 

 

Era infine scomparsa, quella cupa signora, lasciando posto a desideri......sogni......immagini lontane che scaldavano il cuore.....che coltivavano speranze ...........................

 

Ma adesso .................. lontano dall'unico uomo che aveva saputo strapparlo al suo destino.........................impietosa e spessa, quella cupa compagna era tornata, come una coltre di fitta nebbia....che ottundeva i sensi e lasciava il vuoto intorno a sé.

 

Kaede strinse con le mani le coltri di quel letto, avvolgendosi di quel profumo divenuto così tristemente familiare ai suoi sensi............inspirandolo.................. ed immaginando involontariamente che il calore che provava fosse quello delle braccia del proprio sposo...........................................

 

 

............... improvvisamente aprì gli occhi.......e...............

 

................................................resosi conto del suo desiderio, avvertì una fitta al ventre......un profondo contrarsi allo stomaco.................................

 

 

 

Perché non riusciva più a sopportare quel freddo vuoto intorno a sé?

 

Perché il silenzio di quella stanza sembrava ucciderlo e ferirlo?

 

Perché quella solitudine prima compagna, adesso sembrava torturarlo...?

 

Perché ogni domanda terminava con lo stesso identico pensiero? Lo stesso identico nome...?

 

.............Hanamichi..............................Hanamichi..............................Hanamichi ............................ Hanamichi......

 

 

Hanamichi aveva riscaldato la sua vita.....................

 

Hanamichi aveva interrotto il cupo silenzio intorno a sé.............

 

Hanamichi gli aveva fatto compagnia.............

 

Hanamichi non lo aveva più fatto sentire...............SOLO.....................

 

 

Ma adesso, nel silenzio assordante della camera vuota, le parole di quell'ultima conversazione che avevano avuto, continuavano a ripetersi nella sua testa. Rievocando altri ricordi......

 

                                        ........................ altre frasi accompagnate dal nome del suo consorte.....

 

 

Hanamichi lo aveva costretto a sposarlo...........

 

Hanamichi lo aveva violentato.....................

 

Hanamichi lo aveva picchiato...............

 

Hanamichi lo aveva umiliato..........

 

 

 

Un vorticare di forti emozioni ciclicamente si ripeteva nella sua testa................combattendo dentro al suo cuore...........

 

La sua mente riviveva ogni singolo istante..........ripeteva...incessante..........ogni singola frase.....

 

...........Nella tristezza di quei ricordi, Kaede tentò di sopire il dolore che avvertiva dentro............

 

E pensò che forse, nemmeno quella notte avrebbe sentito il proprio sposo tornare in quel letto. Tornare vicino a lui.

 

Si portò una mano al viso, per ricacciare lontano quelle calde lacrime che premevano ai suoi occhi.....................per farsi forza, ed accettare nuovamente il peso di un destino........... che gli aveva imposto un ennesima scelta.

Una scelta che aveva rubato la sua vita.

Una scelta che adesso doveva affrontare con coraggio.

 

 

 

 

*********

 

 

 

 

 

 

Intanto, in quella piccola camera, nascosta nelle oscure trame di quel castello, Hanamichi chiudeva la porta alle sue spalle, voltandosi poi verso il suo accompagnatore.

 

Erano già tante le notti trascorse in quella stanza.

In compagnia di concubine o amanti casuali.

 

Adesso, in quella oscurità che lo circondava... aveva condotto con sé un giovane uomo. Un soldato.

Incontrato nelle stanze dei suoi comandanti.

 

 

 

 

............Si erano fissati per lunghi minuti.....

 

............... finché non gli aveva fatto cenno di avvicinarsi, e di seguirlo.

 

.......................finché nel buio di un corridoio deserto lo aveva baciato....

 

 

.....Lo aveva sedotto.

 

Avevano poi percorso in silenzio quegli antri di pietra.

Guidati dalla flebile luce delle torce.

 

Fino alla porta in legno di quella stanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La loro destinazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hanamichi si avvicinò alla sedia, abbandonata vicino al muro, appoggiandovi il proprio mantello, mentre osservava con gli occhi il giovane di fronte a lui, che si spogliava.

Denudando la propria pelle bianca.

 

Dei riccioli biondi ricadevano scompostamente sulla sua fronte, incorniciando una bellezza immatura ma affascinante.

 

In pochi passi si portò di fronte a lui.

Alzò le mani, slacciando le vesti di quel giovane. Con decisione, e urgenza.

 

Portò le labbra a ricoprire di baci e lappate quel collo, scoperto dalle sue mani, curiose e avide.

Il ragazzo rivolse la testa all'indietro, lasciandosi alle dita sapienti del proprio signore.

 

Ansimando a tratti, si lasciò spogliare dei propri abiti. Si lasciò toccare con bramosia. Con audacia.

 

Pochi attimi ancora e le loro pelli nude si sfiorarono.

Hanamichi afferrò il giovane per un braccio,

 

- Voltatevi...- ordinò premendolo al muro, in piedi.

 

Portò due dita alla bocca, suggendole. Poi velocemente le utilizzò per preparare quel corpo di fronte al suo.

 

Movimenti rapidi.

Profondi. Urgenti.

 

Troppo brevi.

Troppo violenti.

 

Brevi gemiti di fastidio raggiunsero il suo udito.

 

Ma egli non vi badò, impegnato nella scoperta di quelle consistenti forme ....

 

La sua mano si ritirò velocemente, impazientemente...e dopo...... un grido si udì.

 

Hanamichi improvvisamente, con un movimento deciso e fluido,  si era immerso in quella carne calda, prendendola fino in fondo.

 

Dopo, furono solo movimenti veloci.

Grida.

Piacere.

Follia.

 

 

 

Smarrito in una sensazione di necessità Hanamichi si mosse verso quel corpo........ in quel corpo.

Ferocemente.

 

Spinte.

 

Senza riguardi.

 

Spinte.

 

Affondi.

 

Gemiti...

 

Rincorrendo il proprio piacere personale si perse nelle pieghe di quell'intestino, raggiungendo un apice violento ed ammaliante.

 

 

 

Dopo, ansimante, si separò dal suo amante, ritraendosi senza molta cura da quel corpo.

Raggiunse il letto.

 

Si sdraiò, sfinito.

Sospirò. Portandosi le mani al volto, nel vano tentativo di portare sollievo alle sensazioni di spossatezza che avvertiva in sé.

 

Il giovane soldato si appoggiò al muro, respirando pesantemente, poi si voltò verso di lui.

 

- Venite...- lo invitò il rosso con la propria voce, tendendogli una mano.

L'altro accettò, sdraiandosi con lui.........

 

 

 

 

******************

 

 

Kaede uscì dalla propria camera, pronto a dirigersi alla sala per la colazione.

Si inoltrò per i corridoi, percorrendo le scale che conducevano al primo piano, perso nei suoi pensieri.

 

Improvvisamente, nell'opprimente silenzio di quel passaggio, udì dei mormorii.

Si fermò, incuriosito da quei suoni.

 

Girò lo sguardo, rivolgendolo verso quel varco interno che aveva di fronte, colorato dalle ombre di lunghe torce accese.

 

S' incamminò lungo quell' andito nascosto. Passo dopo passo.

Voltando l'angolo intravide due ombre, unite nell'oscurità.

 

Nascondendosi nella tenebra che copriva quel varco, riconobbe la figura del proprio sposo, addossata a quella di un giovane uomo.

 

Lo baciava, premendolo alla parete.

Con enorme passione.

 

I loro visi vicini.

A sussurrarsi parole che le sue orecchie non riuscirono ad udire.

 

Kaede fissò la scena, sorpreso, ma forse nemmeno tanto.

 

Dopo qualche attimo vide Re Hanamichi separarsi dalla figura di quel giovane uomo, e  incamminarsi  lungo il corridoio opposto, riordinando gli abiti.

 

Rimase a fissarlo. Gli occhi persi nel nulla.

 

Fissava Hanamichi mentre muovendosi lentamente scompariva ai suoi occhi.

 

Avvertì una strana sensazione dentro sé, come una contrazione interna, allo stomaco.

 

Ma si chiese che senso avesse quel malessere............infondo, era stato lui a consigliare al suo sposo di trovarsi un amante.............

 

Per sollevarsi dal fardello di un obbligo non voluto.

Di un dovere troppo pesante per essere sopportato dalle sue spalle.

 

Eppure...vederlo baciare qualcun altro gli aveva acceso dentro una fievole scintilla di fastidio......di nostalgia.................................

 

......nostalgia di quelle labbra.......che fino a qualche giorno prima eran state sue......ma che adesso poteva solo ricordare...come un sogno lontano...

 

..........nostalgia di quelle braccia....che adesso stringevano un' altra persona.....

 

..............nostalgia di quel calore.........che prima lo riscaldava nel freddo di quel letto .....ed ora era donato a qualcun altro.........

 

....nostalgia di tutto ciò che in quei mesi, nonostante tutto, quel giovane dai capelli rossi gli aveva donato.......

 

                ...................strappandolo alla sua solitudine. Alla profonda amarezza in cui giaceva........succube di una vita decisa da altri..............

 

 

 

Kaede abbassò il volto, fissando il suolo. Attese che anche il soldato si fosse allontanato.

 

Percorse i lunghi passi che lo separavano dall'ingresso di quella stanza...poi................si fermò sulla soglia.

 

La porta era socchiusa.

Allungò la mano. Sfiorando la maniglia di quell' uscio.

Esitando un attimo.

 

Infine entrò.

 

Le mura, in fredda pietra, eran illuminate dalla una tenue luce che entrava dalla piccola finestra in fondo.

 

Non riconobbe i tratti di quella camera.

 

Una delle tante nel loro castello.

 

Quegli occhi cobalto si guardarono intorno, soffermandosi sulla visione di un piccolo letto, con  bianche lenzuola sfatte.

 

Kaede fissò quel talamo, sentendo un brivido serpeggiargli lungo il corpo.

 

Un lieve rumore rapì la sua attenzione. Voltandosi, le sue iridi incontrarono quelle scure di Yoehi, sulla soglia.

 

Il maggiordomo teneva in mano della biancheria pulita.

Il cambio, intuì, per quel letto protagonista del segreto incontro del proprio sposo con quel giovane soldato.

 

 

 

Era chiaro perché Re Sakuragi nei scorsi giorni non era tornato a dormire nella loro camera nuziale.

Adesso era tutto chiaro.

 

 

 

- Principe...cosa fate voi qui...?-

 

- Voi sapevate...vero Yoehi?- una domanda bassa, lenta. Incolore. Una domanda di cui conosceva già la risposta. Yoehi lo fissò, poi abbassando il capo, annuì, senza pronunciare altro.

 

Kaede si voltò nuovamente fissando ancora una volta quel giaciglio freddo.

Sembrò riflettere brevemente su ciò che aveva appena scoperto, poi, in silenzio si voltò, e con passi veloci, attraversò la soglia di quella camera.

 

Percorrendo quel lungo corridoio si impegnò  ad allontanarsi il più possibile da quel luogo.

 

Si sentiva scosso, ma la sua mente gli ripeteva che doveva esser felice per ciò che aveva appena visto.

Felice.

 

Adesso poteva mettersi da parte...

Adesso era tutto finito........

 

Nella sua testardaggine si ripeté che era giusto così. Che finalmente era libero............

 

Infondo, era questo quello che voleva....che aveva sempre voluto............

 

Se lo ripeté ancora una volta mentre chiudendosi la porta alle spalle si appoggiava ad essa, respirando pesantemente.

 

Non era forse questo quello che voleva?

Non era forse questo quello che aveva chiesto al proprio sposo?

 

Nella sua mente parole confuse lo lasciarono nell'ombra di ricordi indefiniti e sensazioni lontane..........

 

Una sola verità in tutto ciò.

Era tutto finito.

 

 

 

 

Owari...

 

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Bene bene, rieccomi!! Mi scuso per la mia scomparsa, ma come ho detto a chi mi aveva scritto contattandomi via mail, ero presa da un esame assassino e quindi seppellita in facoltà!! Adesso che la sessione esami è finita rieccomi tutta per voi, nell'impegno di aggiornare al più presto, così mi faccio perdonare le due settimane di assenza ^_^

 

Un saluto a tutti quelli che hanno commentato e si sono disperati per il tristissimo capitolo 9. Non ho visto pomodori nella casella di posta, e la cosa mi ha rallegrato parecchio ^^

 

Come siete buoni con me Sigh!

 

Un grande abbraccio a Siz, Hinao85, Alexiel83, Silvì76, Pierre, Mel e Ria .

 

Grazie anche a quelli che hanno apprezzato la mia mini fic di san valentino ^^ .

Aspetto numerosi i commenti per questo capitolo!! Mi raccomando ^^

Un Super KisS `ShaKa`