Disclaimer: I diritti di Slam Dunk non sono miei, ma questo non è un segreto, essi appartengono al magico Maestro Inoue, io i personaggi li prendo solo in prestito, per farli impazzire un po'. Buona lettura!.

I personaggi risentono molto dell'ambientazione e saranno spesso OOC.

Questa fic vuole essere il mio personale regalo di compleanno alla mia amica Anna.

 



White Snow

parte IX

di Shaka


Il nascere del giorno vide Caleydon morbidamente avvolta dalla neve che, dalla scorsa notte, continuava a cadere.

 

Avvolto dalle trame silenziose dell'alba Hanamichi si svegliò. Lentamente.

 

Sbattendo le palpebre più volte, riprese coscienza del proprio corpo.

 

Muovendo la testa, strofinò la guancia sui setosi capelli corvini del proprio sposo che, disordinati, gli solleticavano la guancia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sorrise.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scorsa notte avevano cavalcato per ore.

Stretti su quel cavallo.

Nella neve.

 

 

 

 

Poi, stanchi, erano rientrati a palazzo. L'uno vicino all'altro. In silenzio.

 

Quei passi leggeri, lungo i corridoi silenziosi, si erano susseguiti, complici. Annientando la necessità di spezzare quel silenzio, quasi sacro, testimone di quella notte.

La prima.

 

In cui entrambi avevano abbandonato la ferrea corazza che li proteggeva, per sfiorarsi .... Toccarsi....

 

Non fisicamente. Ma spiritualmente.

Per la prima volta.

 

Re Sakuragi aveva rischiato. Aveva sfidato la sorte, abbandonando il suo cieco egoismo. Il suo cieco orgoglio.

 

Kaede aveva rischiato. Aveva abbandonato la sua ostinata indifferenza. La sua insofferenza, nei confronti di quello sposo.

 

Si erano riscoperti entrambi capaci di provare un sentimento diverso dall'odio reciproco.

Capaci di parlare. Di avere un dialogo.

Capaci di raccontare sé stessi.

 

Di condividersi.

 

 

Poi, teneramente avvolti nel calore di quella nuova sensazione di benessere, si erano stretti, nel bianco di quelle lenzuola, per condividere il calore di un abbraccio già vissuto.

 

Di una stretta  rassicurante, che aveva portato con sé il sonno, e poche altre parole.

 

Dette piano.

 

Appena sussurrate..................................tra i loro visi vicini, che ancora si sfioravano, in piccoli, desiderati baci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hanamichi abbassò gli occhi, sfiorando con la mano, la seta di quei capelli neri. Per alcuni minuti.

Kaede mugolò nel sonno, infastidito da quei movimenti leggeri.

 

- E' già...ora di sve.gliarsi?- una domanda appena sussurrata su quel petto largo e forte,

 

- Io devo andare..........- Sakuragi mosse leggermente il viso, accarezzando con la guancia la testa del principe, appoggiata a lui, - voi dormite ancora un po'................raggiungetemi più tardi.........- continuò staccandosi appena, e allontanandosi dal proprio sposo.

 

Lo fissò ancora un attimo chiudere nuovamente gli occhi e lasciarsi catturare dalle trame del sonno. Poi, vestendosi, si avviò verso i suoi doveri di quel giorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Io non posso crederci, Maestà! Non è possibile che abbiate concesso al principe di portare avanti la sua idea.....- si lamentò il comandante Takamiya.

 

Re Sakuragi, seduto su un pesante sgabello di legno, fissava il proprio adepto, ascoltando le sue lamentele.

 

- Re Akira si avvicina al Regno, entro la nuova primavera saremo costretti a scendere in campo....- disse il Comandante Noma, - abbiamo bisogno delle nostre riserve di cibo.................non avete mai concesso nulla ai Regni finiti sotto la nostra dominazione...........perchè questa decisione improvvisa?!?........-

 

Hanamichi ascoltò quelle parole con animo inquieto. Stava per rispondere ai suoi uomini, quando il  un soldato entrò nella tenda.

 

- Mio signore, è arrivato il vostro consorte....-

 

- Bene, conducetelo qui...- ordinò alzandosi dal suo seggio. Pochi attimi dopo la figura di Kaede apparve all'apertura della tenda.

 

Hanamichi gli andò incontro.

 

- Kaede .............- sussurrò cercando il suo sguardo, - ......seguitemi...vi spiegherò ogni cosa....- disse poi facendogli cenno con la mano di seguirlo.

 

I due sovrani rimasero a lungo insieme.

 

Re Sakuragi spiegò al proprio consorte il proprio progetto per la suddivisione del grano, e poi si consultò con lui. Per averne suggerimenti, idee.

Valutando attentamente  il tutto.

Ascoltando con enorme interesse i suggerimenti proposti da quello sposo. Riconoscendone l'utilità e la fondatezza. E stupendosi, per come il proprio consorte, pur privo di esperienza di comando, risultò scaltro e molto preparato.

 

 

 

Dopo alcune ore.

 

 

 

 

 

- Mio signore, il gran consigliere vi attende nella tenda nera...- annunciò il Comandante Noma. Re Sakuragi alzò lo sguardo dagli incartamenti in cui era impegnato.

 

- Bene....arrivo subito-  disse, voltandosi poi verso Kaede, - consorte, rimanete qui, non tarderò a far ritorno da voi...- e si allontanò. Lasciando il proprio sposo ad attenderlo.

 

Il comandante Kyota fissò il giovane principe, mentre questi  tornava a fissare le mappe sul tavolo.

Sorrise ironicamente, poi

 

- Nessuno di noi è favorevole a questo progetto...- disse, attirando inevitabilmente lo sguardo di Kaede, - siete stato un abile manipolatore principe...- concluse il soldato con astio mal celato.

 

Il Comandante Takamiya si mosse, affiancando il compagno, aspirando dalla sua cicca, - molto abile...- confermò. Kaede si drizzò, fissando in silenzio i soldati di fronte a sé.

 

Takamiya proseguì.

 

- Dite principe....come sta la vostra famiglia rinchiusa nella torre Est?- chiese, Kaede strinse le labbra, di fronte a quella provocazione. A quella velata insinuazione.

 

- Non capisco, soldato, a cosa alludiate.........-

 

- Nessuna allusione maestà.................ma conosciamo tutti cosa vi preme................e non è entrando nelle grazie del Re che l'otterrete.......Sakuragi non è un ingenuo.............-

 

- Se non vi fosse chiaro, Altezza.........noi crediamo ciecamente che il nostro esercito venga prima dei popoli che soggioghiamo ................immagino voi non siate dello stesso parere....- lasciò cadere il soldato dai lunghi capelli neri.

 

- E' così....-

 

- Pensate che l'esercito possa combattere senza viveri e sostentamenti? - chiese ancora, - Re Sakuragi è un Re di enorme capacità, voi invece, non siete uomo d'armi, Altezza..............................è un Re che non sa usare le armi....... che non sa abbracciare una spada e farne uso..........ben poco valore ha per il suo Regno..............................................diteci..........................come pensate di proteggere la vostra amata Caleydon...........con le preghiere??-

 

Kaede spalancò gli occhi sorpreso e colpito, da quella tagliente affermazione.

 

- Adesso basta!!- la voce pesante e furente di Hanamichi invase la stanza. I soldati si volsero verso l'entrata della tenda, scorgendone sulla soglia il Re ,

 

- ...mio signore.........- pronunciò sconnessamente il Capitano, sorpreso ed imbarazzato.

 

Hanamichi avanzò, a passo pesante, e rabbioso. Afferrò il soldato per la divisa.

 

- Fuori di qui...subito!- ringhiò. Strattonandolo poi verso la porta.

Questi obbedì immediatamente, allontanandosi dalla tenda, seguito dagli altri soldati presenti.

 

 

Kaede, nel frattempo, era rimasto silenziosamente a fissare l'intera scena.

 

La sua mente ripeteva incessantemente le parole che aveva ascoltato.

Le accuse che aveva ricevuto.

 

Hanamichi furioso scostò con un calcio il pesante sgabello di legno, venutogli d' intralcio nel suo cammino.

Si sentiva furioso per ciò che i propri uomini avevano detto.

Come si erano permessi di muovere un attacco simile?

Perché poi lo avevano fatto?

 

Alzando il viso notò il fissarlo di Kaede. Con volto impassibile. Freddo.

I suoi tratti si rilassarono, mentre entrambi si scambiarono uno sguardo.

 

- Mi dispiace.......- disse poi, con tono basso. Kaede scosse il capo.

 

- Non vi preoccupate maestà...............- una breve risposta. A cui seguì un silenzio pesante.

 

Ad un tratto Hanamichi scorse Kaede muoversi per la stanza, indossando il proprio mantello.

 

- Tornate al castello?- chiese con una lieve nota di tristezza nella voce.

 

- Nh!- un lieve annuire. Mentre a passo veloce raccoglieva le proprie cose.

 

Sakuragi lo osservò allontanarsi dalla tenda.

Non si oppose al suo desiderio di tornare a palazzo.

 

Aveva chiaramente percepito il disagio di Kaede, a causa delle parole dei propri uomini.

Aveva visto i suoi lineamenti, sempre imperturbabili e composti, incupirsi.

 

Ma sapeva che Rukawa non era uomo da arrendersi o scoraggiarsi per un cosa del genere.

Conosceva la consistenza del suo orgoglio.

Della sua forza.

E sapeva che non si sarebbe fermato.

 

 

 

 

 

 

 

Quando si decise a far ritorno anch'egli a palazzo era già sera inoltrata.

Dopo esser rientrato, si diresse lungo i corridoi del palazzo.

 

Decise di non cenare. Si sentiva privo d'appetito.

 

Voleva solo andare in camera. Ove sapeva di trovare il proprio sposo.

Desiderava vederlo.

Desiderava appurare con i propri occhi che stesse bene.

E quando entrò lo vide. Lì, dove ogni notte lo attendeva.

 

Kaede dormiva già. Disteso su un fianco.

 

Il giovane Re dai capelli rossi lo fissò, con sguardo raddolcito ancor più dall'espressione di quel viso addormentato. Lo raggiunse poco dopo sotto le coperte di pesante pelliccia.

Avvicinandosi a lui.

 

Kaede gli dava le spalle.

Sembrava riposare tranquillamente.

 

Hanamichi si mosse, sotto il pesante vello, stringendolo a sé.

La schiena muscolosa del principe contro il suo torace.

 

Affondò piano il viso nell'incavo di quel collo di fronte a lui. Strofinando la guancia contro la pelle accaldata del proprio sposo.

 

Questi mugolò nel sonno. Disturbato dall'abbraccio possessivo, in cui era cinto.

 

Lentamente aprì gli occhi.

 

- ....sie.te...tornato....-

 

- .........Perdonatemi..............se vi ho svegliato....- la voce lenta di Sakuragi lo raggiunse, nella semi incoscienza del sonno.

 

- mmmm- mugolò rilassandosi fra quelle braccia. Conosciute e calde.

 

Sakuragi lo strinse a sé. Inspirando quel profumo di fiori che saliva alle sue narici.

 

L'intenso profumo di quella pelle diafana.

 

L'intenso profumo di quel corpo premuto al suo. Forte. Gentile.

 

L'intenso profumo.........che ebbe il potere di risvegliare i suoi sensi..........

 

Depositò un piccolo bacio sulla guancia del proprio sposo........un bacio...seguito da un altro...........ed un altro..............sulla pelle di quel volto..........................

Avvertì un intenso calore, mentre le sue labbra si appoggiavano sulla pelle sensibile dietro l'orecchio, solleticandola leggermente................................................................vezzeggiandola a tratti.........

 

Un lieve ansimo sfuggì alle labbra di quel consorte stretto tra le sue braccia........................... il cui corpo era scosso da lunghi brividi..................................intensi.............

 

Hanamichi udì quel suono.....eccitandosi.........

Lasciò scivolare la sua bocca lungo quel collo, bianco e morbido.

Importunando la pelle nascosta di quell'incavo.

 

Risalì poi lungo il viso, rubando quelle labbra per un ennesimo bacio.....................lento...e profondo....................Kaede insonnolito si abbandonò a quella stretta, ingenuamente.

Permettendo a Sakuragi di violare la sua bocca. Ripetutamente.

Possedendola con intenso impeto.

Intrecciando le loro lingue.

 

Sentì quelle braccia forti cingerlo, e girarlo, per stenderlo sotto di sé.

Sentì il calore di quel corpo sul suo......................calore....................passione.......................mentre quelle mani lo accarezzavano.....

 

Nell'intimo tocco di quelle mani Kaede incrociò lo sguardo del proprio consorte...............e vi riconobbe ........................desiderio..........totale.........................intenso ......................................un desiderio che riconobbe e  temé...........

 

Portò le sue mani tra i loro corpi. Appoggiandole contro il torace di Re Sakuragi.

 

- N...n...o......................no...........- riuscì a mormorare staccandosi appena da quelle labbra, - ferma..tevi..........-.

 

Hanamichi percepì quei palmi tra di loro. Percepì la forza con la quale quelle braccia tentavano di  allontanarlo.

 

- Non voglio...-

 

Una frase quasi disperata.

Che lo bloccò.

 

La sua bocca si staccò da Kaede.

 

Con lo sguardo annebbiato dall'eccitazione, Hanamichi incrociò il freddo di quelle iridi blu. E quelle saette di terrore che le riempivano.

 

I loro respiri continuarono a mescolarsi. Pesanti.

 

Kaede si sentì perso.

Impaurito.

Per sé, e per ciò che adesso sarebbe successo.

 

Nel ricordo delle lunghe notti trascorse vittima di una violenza senza fine, attese la sua condanna. Attese..........che Hanamichi reagisse.

 

 

Quello sposo dai capelli rossi, rimase immobile...a fissarlo. In un silenzio confuso.

Un silenzio che sembrava strappargli il cuore.

 

Kaede cercò ancora una volta quegli occhi scuri, e profondi  con i propri.

 

- Non vo.glio.....- ripeté inconsciamente con ancora i palmi bianchi poggiati contro quel petto largo steso su di lui.

 

A quelle parole, Hanamichi si staccò da lui. Definitivamente.

 

Facendosi quasi violenza.

 

Senza pronunciare una singola parola.

 

Si allontanò e basta.

Stendendosi poi sulle coperte freddo del suo lato di quel letto. Dandogli le spalle.

 

Kaede chiuse gli occhi. Stravolto. Provato. Sorpreso.

 

Sentiva il proprio cuore battere come impazzito. E il terrore crescente che aveva avvertito...allentarsi.

 

 

 

Hanamichi si era fermato.

 

 

 

 

 

Hanamichi non lo aveva violentato.

 

 

 

 

 

Hanamichi non lo aveva picchiato.

 

 

 

 

Hanamichi lo aveva sorpreso.

 

 

 

 

Quelle parole si susseguirono continuamente nella sua mente.

Come prova tangibile che il suo sposo..... aveva mantenuto la sua promessa.

 

Nonostante il suo desiderio....

Nonostante fosse eccitato e deciso a reclamare i suoi diritti di sposo sul suo corpo..........

Nonostante tutto...........

 

Lo aveva lasciato andare.

 

 

 

Forse in cuor suo Kaede aveva sperato di non dover più affrontare una simile situazione.

Ma sapeva.

Sapeva che avrebbe dovuto aspettarsi questo momento.

 

Aveva conosciuto fin troppo bene la passionalità e i desideri del suo sposo.....per illudersi che egli ...........non lo desiderasse........

 

Che non lo cercasse.........

 

 

Si sentiva colmo di una sensazione di pressante disagio.

 

Tirò a sé la coperta, lasciata scomposta poco prima, ed affondò maggiormente il volto nel cuscino, soffocando un ansimo di sofferenza.

Ed un grido che avvertiva salirgli dal profondo.

 

Nel buio di una notte gelida, sentì nuovamente freddo, avvolto in quelle pesanti coperte.

 

Al fianco di un corpo troppo lontano da lui per stringerlo.

 

Troppo distante da lui per colmare il vuoto che sentiva dentro.

 

 

 

 

 

**********

 

 

Nei giorni seguenti i due sovrani si impegnarono a organizzare la distribuzione del grano.

 

Entrambi non avevano fatto parola di ciò che era successo quella notte tra di loro. E si erano mantenuti ad una cauta distanza. Per evitar di farlo.

 

Ma era chiaro il disagio che entrambi avvertivano. Anche il gesto più semplice sembrava diverso adesso. Anche ciò che negli ultimi giorni era divenuto così piacevolmente familiare veniva visto ed interpretato con occhi diffidenti.

 

Sakuragi era sempre più frustrato per quella situazione.

Kaede era sempre più a disagio per quello sguardo, che avvertiva su di sé ogni istante.

 

 

 

**********

 

 

 

 

Fuori nevicava già. La sera era ormai giunta.

 

Hanamichi si sfilò la maglia pesante, indossando l'abito da camera, mentre Kaede si puliva il viso al mobile da bagno.

 

- Tra qualche giorno avremo visite...- annunciò ad un tratto il sovrano. Kaede si rialzò. Asciugandosi il volto con un morbido asciugamano, - Una delegazione del Regno del Ryonan verrà da noi.....vi sarà anche Re Akira....-

 

Kaede fissò Hanamichi, indeciso se parlare o meno.

 

- Vi informo di ciò unicamente per ammonirvi .......so che conoscete il sovrano Akira...........ma voglio che vi teniate alla larga da lui......- fu una frase categorica quella del giovane dai capelli rossi.

 

- Io e Re Akira ci conosciamo da molti anni prima che egli divenisse Re del Regno di Ryonan...- disse allacciandosi la cintura della sua vestaglia, - ...trovo ingiustificato questo vostro ordine......-

 

Hanamichi si avvicinò, ponendosi di fronte a lui.

 

- Conosco anche io Re Akira, ed anche molto bene................! E non voglio che discutiate i miei ordini!-

 

Kaede serrò le labbra, istintivamente indisposto da quella risposta.

 

- I sovrani di Ryonan hanno sempre tentato di rovinare la dinastia Sakuragi............- pronunciò ancora il sovrano, fissando un angolo imprecisato di fronte a lui. Poi, spostando i suoi occhi su Kaede, sentì la voce tremargli, - io...non voglio.....che si avvicini a voi...........- quelle iridi blu si dilatarono di stupore, per quella frase.

 

- Io...- provò a parlare il principe, ma tacque subito, quando Hanamichi con la mano sfiorò la   guancia, osservandolo con sguardo indecifrabile.

Dopo, sentì solo le braccia del sovrano stringerlo a sé. Ed un calore intenso.

 

Rimase rigido tra quelle braccia, non sapendo cosa aspettarsi da quel gesto. Poi una frase

 

- .........Voi...siete mio......non permetterò a nessuno di portarvi via da me......- , Hanamichi chiuse le proprie labbra su quelle di Kaede. In modo violento. Convulso.

 

Kaede si trovò impreparato a quell'assalto. Afferrò le braccia di Hanamichi, tentando di allontanarlo da sé. Ma questi lo strinse.

Spingendolo contro il muro, e cominciando a baciargli il collo, con rinnovata e travolgente passione.

 

- Lasc..ciatemi!- una protesta, - ...lasc.iatem.i! ...Non voglio......lasciatemi!- con un'ennesima spinta Kaede si liberò da quelle braccia.

Rimasero entrambi a fissarsi. Con il fiato corto.

 

- Io non ho bisogno di essere difeso da voi....io sono un uomo.......- disse subito dopo il principe, - ..........e non sono un uomo debole, come forse pensate voi, e i vostri uomini!-

Hanamichi si ricompose davanti a quelle parole.

 

- Temete di essere considerato un debole? Per questo mi rifiutate?-

 

- No.........quello non c'entra........-

 

- E allora da cosa dipende Kaede? Ditemelo...perchè io non capisco................pensavate che avremmo vissuto come sposi, amandoci di un amore spirituale? ................Nella vostra visione del nostro sposalizio non era compreso il rapporto carnale?-

 

- Non offendetemi con le vostre parole, maestà......sapete cosa mi ha spinto ad accettare il matrimonio con voi.............io non sono come voi.......................io non traggo alcun piacere ad essere posseduto da un uomo..................-

 

Gli occhi di Hanamichi di fronte a quelle fredde e basse parole si incupirono.

Kaede abbassò il volto.

 

- Allora cosa vi permette di trarre piacere ? Illuminatemi!- una domanda dura e tagliente.

 

Il principe alzò gli occhi,

 

- Non lo so.......io.....non lo so..........so solo che io non vi amo....e non potrò mai amarvi come volete.........-

 

Hanamichi serrò le labbra, e si voltò. Dandogli le spalle.

Fissò il muro di fronte a lui. Con una tempesta nell'animo.

E nel cuore...................

 

Sperava forse che non guardando la fonte del suo dolore........ quella tempesta si sarebbe placata...

 

Ma le parole che seguirono sembrarono lame taglienti, che si conficcarono in quel muscolo già sfibrato e dolente....

 

- Io non riesco a dividere il letto con voi.......se non sapete controllare le vostre pulsioni......... trovatevi un amante......- gli sembrò di aver udito male, di aver solo immaginato quelle parole, ma quando si voltò, gli occhi fissi e decisi di Kaede gli confermarono che era tutto vero, - io non mi opporrò a tutto ciò........-

 

 

 

Hanamichi fissò Kaede alcuni istanti, tremando nervosamente poi, si mosse velocemente, uscendo dalla stanza, infuriato.

Senza voltarsi indietro.

 

Senza chiedersi perché la voce di Kaede lo chiamasse.

 

Senza chiedersi perché sentiva un dolore forte al petto. Come una lancia conficcata nelle carni.

 

Senza chiedersi perché il suo orgoglio era ferito.........quello stesso orgoglio che si era piegato davanti al suo sposo con tanta fatica.

 

Non si chiese nulla. Pensò solo di allontanarsi il più possibile da quelle stanze.

Il più lontano possibile da quegli occhi blu, che sembravano divorargli l'anima.

 

 

 

 

Camminò per i corridoi del castello. Senza meta. In testa solo le parole che quello sposo gli aveva rivolto.

 

E una convinzione.

 

Aveva sbagliato.

Aveva sbagliato a lasciarsi andare.

Aveva sbagliato a concedere la sua fiducia.

 

 

Ed adesso faceva male......faceva terribilmente male.........scoprire che l'uomo di cui si era nonostante tutto........innamorato...........non avrebbe mai potuto amarlo..............

 

Né voleva farlo.......

 

 

 

Si portò una mano al viso, per impedire a quelle maledette lacrime che premevano ai suoi occhi, di uscire.

 

S' impose di non soffrire.

Tentando di far ricorso a quella forza che aveva sempre dimostrato, anche per controllare sé stesso e i suoi sentimenti.

 

Eppure voleva solo gridare.

Prendere a pugni un muro e gridare.

Di dolore. Di sofferenza. Di frustrazione.

 

 

 

 

 

Una piccola fiammella scossa dal vento attirò la sua attenzione.

Quegli occhi scuri si guardarono attorno. E riconobbero la periferia del lato Nord del castello.

 

Aveva camminato fino alle stanze dell'esercito.

 

- Maestà!- ad un tratto una voce lo fece sussultare. Nel voltarsi Hanamichi scorse il Comandante Noma, - Come mai siete qui mio Re...?- chiese. Hanamichi lo fissò, accorgendosi istantaneamente della stranezza del proprio soldato. La puzza di alcool che gli giunse alle narici glielo confermò.

 

- Son giunto qui per ...- ma si bloccò . Il soldato sorrise.

 

- Venite con me maestà...........non importa come siete giunto qui.............ormai ci siete .....................divertitevi con noi!!!- esclamò tirandolo nella sala.

 

Re Sakuragi, seguendo il proprio comandante, osservò i suoi soldati, comodamente riversi nella sala. Erano ubriachi fradici. In compagnia di svariate concubine.

 

Sorrise Sakuragi.

Sorrise ripensando alle notti passate, negli accampamenti con i propri uomini, nelle stesse identiche condizioni.

 

Si sedé vicino ad un soldato, che gli porse un calice di vino.

 

Hanamichi fissò quel contenitore di vetro, indugiando.

Poi, dopo qualche attimo di riflessione, accettò.

 

Infondo bere poteva fargli dimenticare gli avvenimenti di quella notte. Poteva aiutarlo a superare quel malessere che sentiva ancora pulsare alle tempie..

 

E così fece.

Svuotando la mente, bevve. Molteplici calici di vino rosso, e chiara acquavite.

 

Bevve, per dimenticare.

Bevve per annullare la propria volontà, e rendersi libero, almeno una notte.

 

Libero di soffrire. Libero di star male................

 

Solo una notte..........nella consapevolezza che il giorno dopo avrebbe dovuto indossare nuovamente quella sua maschera dura, e intollerabile.

Nella consapevolezza che non sarebbe più stato tutto come prima.

 

E così si abbandonò ad un senso di profonda liberazione, e tristezza.

Lasciando la mente vagare, e perdesi nell'incoscienza dell'alcool.

 

 

 

Ad un tratto sentì un lieve sfiorarlo sulla coscia, ed alzò lo sguardo. Una delle concubine era vicino a lui, a fissarlo.

 

- Sire credo attenda le vostre gentilezze...- rise il comandante Takamiya, seduto sulla poltrona a fianco in compagnia di una donna anch'egli.

Sakuragi ascoltò quelle parole, poi fissò la donna, in ginocchio di fronte a lui. Le fece cenno con la mano di avvicinarsi.

Questa, alzandosi, si chinò poi su di lui, baciandolo.

 

 

Hanamichi si lasciò vezzeggiare da quelle labbra. Fissando la donna che aveva di fronte.

 

I suoi baci erano ammalianti e sensuali.

Ma quel sapore era diverso da quello che ripetutamente aveva conosciuto.

 

Sentì quella bocca sottile baciarlo ancora, lungo il collo. Mentre stendendosi tra le sue braccia, la donna iniziò ad eccitarlo con lievi carezze.

 

Hanamichi sentì un violento impulso. Quello di rifiutare quelle attenzioni.

Di allontanarsi.

 

Ma la sua volontà era annientata........dall'alcool........ma soprattutto dalla sua mente................che continuava a vedere, al posto di quel volto femmineo, i tratti delicati e nivei del proprio sposo...................

 

Rivedeva i suoi occhi.............il suo volto..........................e mentre avvertiva la bocca di quella donna posarsi sulla sua pelle tesa, rovesciò il capo all'indietro, fissando il tetto bianco.

 

Con gli occhi velati di calde lacrime, e la mente piena di intenso disgusto per sé stesso.........Hanamichi si lasciò andare.........

 

Chiudendo gli occhi, diede inizio alla fine di un qualcosa a cui non aveva mai voluto dare un nome. Qualcosa che gli aveva fatto battere il cuore e sperare.

 

Sperare in una sorte “migliore”..........

 

Sperare “d' essere migliore”...........

 

 

 

Quelle speranze si erano  infrante............e tutto era giunto alla fine.........

 

...........rimaneva solo quel sentimento, che non sarebbe mai dovuto esistere........

 

.....................rimaneva la rabbia, per quella debolezza d'animo che non avrebbe dovuto mai e poi mai concepire ..........

 

.............................rimaneva quel dannato dolore che aveva i contorni di quegli occhi blu.............e che lo straziava dentro.....come una bestia che si nutre delle carni della sua vittima..........

 

 

........rimanevano le sensazioni di quel rapporto che adesso consumava.........nel disperato tentativo di dimenticare.............

 

 

 

E mentre il suo corpo raggiungeva un piacere vile e liberatorio, Hanamichi chiuse gli occhi.........affondando in un limbo dal cui avrebbe preferito non tornare.

 

 

 

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Al solito piccolo angolo dei ringraziamenti, che vanno innanzitutto a tutti quelli che hanno letto e continuano a leggere White Snow.

Vi ringrazio per le email, e le recensioni (siete davvero tutti fantastici).

 

So che mi meriterò il linciaggio per i prossimi capitoli..............ma non fatelo, vi rovinereste di leggere l'end della story ^^

 

Un grande saluto e ringraziamento va a Gaia: per le sue preziosissime e precise correzioni dei miei testi, e dei consigli che mi da (soprattutto per il supporter mentale ^^ ' ).

 

Per Alexiel83: non sei ripetitiva mia cara, adoro quando dici che ti piace la mia fic ^______^

Renderla reale e osservabile è uno dei miei obiettivi. Son felice di riuscirci.

 

Per Siz: Non cantare vittoria....dopo il dolce c'è sempre l'amaro, non dimenticarlo!!

 

Per hinao85: Grazie per i complimenti che mi fai sempre...ma io sono solo una ragazza come tante, che scrive per mostrarvi il mondo dal mio punto di vista....dando sempre il meglio, e anche tu lo fai. Quindi non abbatterti, sei una fanwriter in gamba anche tu !!^^

Come ti ho detto in mail...la strada verso la comprensione di Hana e Ru sarà molto difficile, i due han caratteri molto diversi, e soprattutto come ben sappiamo son testardi....se riesco a non farli uccidere prima della fine vedrai come finisce!

 

Per Silvì76: i complimenti son d'obbligo, per una mia lettrice così assidua. Un grande abbraccio quindi.

 

Per Crazydoc: mi rendi onore con la tua recensione:-P Grazie mille!!

 

Per Kasumi e Kiriko un grande abbraccio.

 

Per questa volta spero sia tutto. Ovviamente per commenti ed opinioni la mia mail rimane sempre quella. Attendo vivamente di sapere la vostra.

Baci `ShaKa`