Disclaimer: I diritti di Slam Dunk non
sono miei, ma questo non è un segreto, essi appartengono al magico
Maestro Inoue, io i personaggi li prendo solo in prestito, per farli
impazzire un po'. Buona lettura!. I
personaggi risentono molto dell'ambientazione e saranno spesso OOC.
White Snow parte VIII di Shaka
Sakuragi si avviò nella grande sala. Il gran consigliere lo attendeva. - Sire!- lo accolse l'anziano, andandogli in contro. - Gran consigliere...quale pericolosa sventura ci minaccia...per meritare la vostra presenza qui...in queste sperdute lande del Nord?- chiese ironico il giovane sovrano. - vostra madre mi ha incaricato di assicurarmi della vostra incolumità, mio Re...al Sud è giunta notizia dell'agguato che vi è stato teso nei boschi di Caleydon.- - Come potete vedere, consigliere, il mio stato di salute non desta preoccupazioni...ben altri sono i miei problemi adesso......- L'anziano consigliere annuì. - Sono stato informato, mio signore.........volevo inoltre comunicarle che il Re Akira si è portato ai confini del regno del Nord. Da quanto ci è stato comunicato appena giunta la primavera ha intenzione di invadere Caleydon.- Hanamichi trasalì a quella notizia. - Dunque Akira ha deciso di porre fine ai suoi giorni....che sbruffone...- sorrise ironico, - Che intenzioni avete mio Re?- - Radunate i giovani valorosi del Regno, e poneteli a difesa del Regno del Sud. Qui al Nord non avremo certamente problemi a difenderci dagli attacchi. La mia legione è praticamente al completo.............- un breve sguardo, - ... Il mio esercito non dorme sugli allori, consigliere........ho intenzione di trovare chi ha ordito contro di me....e giustiziarlo.........i miei uomini stanno conducendo le dovute indagini...............- - Non siate precipitoso mio signore...chi trama nell'oscurità dell'inganno è sempre un pericolo....- - Ne sono cosciente gran consigliere, ne sono cosciente............ma io non sono mio padre........non dimenticatelo...- rispose deciso Hanamichi, fissando con espressione dura l'anziano uomo di fronte a sé. - Vostro padre è stato un Re il cui nome era stimato ed onorato.......- rispose l'anziano. Hanamichi strinse gli occhi, riducendoli a delle sottili lame.... - Tanto ammirato da essere tradito dal suo stesso sangue............- rispose a tono. Tagliente. Carico di risentimento. L'anziano consigliere fissò il sovrano. Poi, annuì, abbassando il capo. - Confido nella vostra saggezza, altezza.....- esclamò poi, - tornerò al Sud, riferendo a vostra madre che state bene......e che vi preparate alle battaglie che vi attendono........con scrupolo e astuzia............- Hanamichi annuì. Dopo. Quando il Consigliere si fu ritirato il Re rimase nella sua stanza. Mito, alle sue spalle, raccoglieva le tazze utilizzate nell'incontro appena avvenuto. - Mito, le condizioni del principe?- Yoehi si fermò. - Buone mio signore....la febbre è ormai scesa...- rispose riponendo meticolosamente le tazze sul vassoio. Re Sakuragi, si sedette sulla sua grande poltrona, sospirando. Almeno un buona notizia. Una sola, per cui valeva la pena avere un pensiero positivo quel giorno. Dopo, si recò nuovamente all'accampamento dell' esercito. E vi rimase fino all'imbrunire. Discusse dei piani di guerra con i suoi comandanti. Decidendo di porre ai confini del regno drappelli di soldati, a proteggerne la sicurezza. Le ore volarono. Veloci. Quando ebbe finito, Hanamichi si congedò, tornando al castello. Seguito dalla sua scorta. Cavalcò a lungo, sui sentieri innevati. Mentre il cielo diventava cupo e nero. Preparando l'aere ad un ennesima bufera di neve. Giunto a palazzo, rientrò a passo lento. Nel silenzio di corridoi vuoti. La camera nuziale era scura. La principessa Ayako era sicuramente tornata nella torre Est, e il suo sposo probabilmente già dormiva da ore. Si mosse nell'oscurità. Ma....con grande sorpresa, appena chiuse la porta, Hanamichi si trovò ad affrontare lo sguardo sveglio del suo consorte. Avanzò. Pacatamente. - E' tardi............non riuscite a dormire?- pronunciò sfilandosi la maglia e riponendola sulla poltrona vicino al muro. - avete riunito l'esercito?- chiese senza tanti preamboli Kaede. Hanamichi lo fissò, annuendo subito dopo. Ma poi voltandosi, tacque. Gli affari di guerra e del regno non erano di competenza del proprio consorte. Era stato chiaro fin dall'inizio. E non aveva intenzione di cambiare questa sua convinzione. Kaede capì. E non pose altre domande. Quando, quella mattina, la sorella gli aveva comunicato che a palazzo era giunta una visita dal sud. Si era interrogato sulle motivazioni di tale visita. Arrivando alle ovvie conclusioni.....................................la guerra era nuovamente vicina. E questa volta anche Caleydon avrebbe dovuto combattere. Quando il suo sposo era rientrato........gli aveva poi rivolto quella domanda. Con quei pensieri nel cuore. Con quell'ansia che lo attanagliava. Con timore. Hanamichi aveva risposto, tacendo subito dopo. Confermando le sue paure. L'interruzione del loro dialogo aveva lasciato posto a un grave silenzio. Il sovrano continuò a cambiarsi per la notte. Quando ebbe finito di vestirsi si avvicinò al letto. Kaede, sdraiato, lo fissò. Hanamichi si sedette sul bordo del letto. - Voi come vi sentite?- chiese poi con voce lenta. Kaede alzò le spalle con noncuranza - Sto bene....- rispose, Hanamichi piano, alzò una mano, portandola al viso di quello sposo dai capelli scuri, accarezzandogli una guancia. Il giovane principe trattenne il respiro, sorpreso. Lievemente spaventato Si guardarono. Sakuragi fissò quegli occhi blu, fissò quel viso bianco...quelle labbra rosee.......si trovò inconsciamente a pensare che erano giorni che non le baciava................giorni che non sfiorava quella bocca....................e il desiderio di farlo si fece larga in lui. Prepotentemente. Piano si chinò su quello sposo, sfiorando appena la sua pelle umida. Kaede incrociò i suoi occhi scuri, fissi e aperti su di lui. E lasciò che quelle labbra si impadronissero delle sue. In modo dolce. Lento. Quel tocco trascinò entrambi in un turbinio di emozioni.... Hanamichi si sentì rimescolare dentro. Vibrare. Kaede si sentì impotente. In balia delle sensazioni. Impaurito. Quello sposo dai capelli rossi premé maggiormente le labbra su quelle del proprio consorte. Il sapore di quella bocca piccola e calda lo faceva impazzire. Letteralmente. Si chiese come aveva potuto rinunciarvi per alcuni giorni...era stato un folle................................................................un imperdonabile folle............................. Mosse la sua mano lungo la pelle di quel collo niveo, sfiorandolo con i polpastrelli. Quasi solleticandolo. Sensualmente. E sentì il corpo sotto al suo irrigidirsi un attimo. Continuò con qualche lenta carezza. Poi, con enorme sforzo, si ritrasse. Intuendo il disagio di Kaede. Allontanandosi dal calore di quelle labbra, Hanamichi sentì un grande vuoto dentro di sé. E lo percepì ancora di più fissando le iridi di Kaede, fredde e prive di emozioni. Fisse su di lui. Sul suo viso. Si scostò definitivamente. Staccando lo sguardo da quegli occhi blu. Sospirò. Alzandosi dal talamo e muovendosi silenziosamente per la stanza. Per ridarsi un contegno. Per superare quel disagio che avvertiva dentro sé. Per sovrastare quella confusione che provava sconvolto da quelle sensazioni. Spense le candele. Poi si stese. In quel suo lato del letto. Vuoto. Freddo. Kaede intanto, era rimasto immobile, a fissare il soffitto. Ripensando a pochi attimi prima. In un primo momento aveva temuto quel bacio. Aveva temuto il dolce cercarlo del proprio consorte. Temuto che quel gesto avrebbe preteso altro. Avrebbe preteso troppo. Ma poi quella bocca lo aveva incantato, facendo svanire ogni sgradevole sensazione. Ogni dubbio. Quella lingua ipnotica e calda aveva un sapore buono. Rassicurante. Quasi quanto quello di tutte quelle notti passate tra le braccia di suo marito. Ma Kaede l'aveva temuta ugualmente. E Hanamichi aveva capito. Si era allontanato da lui, silenziosamente. Ferito. Da quella reazione. Da quella paura.................. Dal disagio che aveva percepito tra loro................. Ed adesso entrambi, vicini, in quel freddo letto, erano sdraiati, ma svegli. E non riuscivano a dormire. Stretti in quelle coperte si perdevano in pensieri lontani. Si perdevano in quell' incomprensione che dilagava tra di loro.... Hanamichi cavalcò con celerità, tornando a palazzo. Di ritorno dall'accampamento. Giuntovi, guidò il proprio stallone nelle stalle. Al compartimento reale. Scese da cavallo. Raggiungendo Mito, che lo attendeva appena fuori dalla costruzione. - Siete di ritorno molto presto oggi, mio signore...- - Ho adempiuto ai miei doveri prima del previsto...- - Bene mio signore...- I due si diressero a passo veloce verso l'interno del castello, attraversando il grande viale, in mezzo al giardino. Ad un tratto Hanamichi si fermò. Improvvisamente attratto dalla visione di qualcosa. - Mio signore...cosa succede?- si avvicinò curioso Yoehi, scorgendo l'oggetto a cui il sovrano guardava con tanto interesse. - Sono fiori del Nord mio signore...noi le chiamiamo “rose d'inverno”, ma il loro vero nome m'è sconosciuto....- spiegò il maggiordomo accostandosi al sovrano. Questi ascoltò in silenzio, fissando quei fiori bianchi, resi lucidi dai riflessi del sole, che giocavano a rincorrersi sull' umido velo di neve sciolta..............che copriva quei delicati petali.......... Yoehi rifletté su un dettaglio, indeciso se renderne o meno a conoscenza il Re, - .....sapete...mio signore....questi sono i fiori preferiti dal vostro consorte...........- Sakuragi si girò, fissando il giovane Mito con sguardo sorpreso, poi tornò a fissare quei boccioli. Sorrise. ******** Poco tempo dopo. - Yoehi.....per tutti i numi..........ma cosa...significa tutto ciò?- chiese la principessa Ayako, fissando il grande mazzo di fiori bianchi che Mito teneva in mano. - Ordine del Re principessa, per il principe Rukawa- Kaede fissò la sorella, sorpreso. Mito si avvicinò, ed egli, disteso tra le coperte del grande letto, distinse nettamente i colori dei suoi fiori preferiti. - Rose d'inverno...- sussurrò piano, mentre ammirava Ayako gentilmente riporre quei bianchi boccioli nel vaso posto sopra il mobile basso, accanto al letto. - Yoehi.............. voi non sapete proprio tacere, vero?- redarguì poi il suo maggiordomo con un lieve sorriso sulle labbra. - Se questo serve a farvi stare meglio...no. Non so proprio farlo, mio signore...- rispose il moretto sorridendo ampiamente. Ayako rise piano. Kaede girò il capo, tornando con lo sguardo al vaso pieno di fiori. Bianchi. Come piacevano tanto a lui. Bianchi, candidi. Profumati. Aveva sempre amato quei fiori, fin da piccolo. Fin da quando con Yoehi, nei giardini del castello, rimanevan ore a osservarli incantati. Quei fiori gli avevano sempre riportato alla mente il ricordo della sua defunta madre. Un ricordo gentile..................di cui non rimembrava i tratti.....ma di cui percepiva da sempre la presenza, e la benevola sensazione di pace...................... Sorrise. Avvertendo dentro sé un infinita tenerezza. E un dolce sentimento di affetto...............verso il suo sposo..............per quella gentilezza......... Un lieve calore dentro al petto lo riscaldò, mentre le sue iridi, rese lucide da una velata emozione, vagavano su quei petali nivei....... ************ Re Sakuragi osservava dalla finestra la neve cadere leggera sul sentiero. Era appena pomeriggio, eppure nevicava già. Si girò, fissando quel fiore bianco, che delicatamente ornava il suo tavolo, in un piccolo, elegante vaso. Era stato attratto da quel fiore poche ore prima in giardino. Ne era stato incantato. Rapito. Perché gli aveva riportato alla mente Kaede. Kaede... Quello sposo che riempiva i suoi pensieri............ Ormai da tanti giorni. Continuamente. Quel viso, quegli occhi..........gli erano entrati dentro................prepotentemente..................e quando la sua mente richiamava a sé il ricordo di quei tratti, il suo giovane cuore vibrava d'emozione......................di una sensazione indefinita................a cui non sapeva dare un nome....... o a cui, forse.........non voleva..............dare un nome. Si mosse per la stanza. Come un animale in gabbia. Combattendo con sé stesso. Con la sua impazienza. Quel giorno era tornato presto dall'accampamento. Non perché poteva. Non perché aveva adempiuto ai suoi doveri. La verità era altra.......................era tornato perché in cuor suo non vi era posto per altri pensieri.......................non vi era posto per altro............... se non per il proprio consorte. Ed era tornato perché avvertiva in sé la necessità di vedere quel giovane dagli occhi di profondo cristallo marino................di vederlo..........accarezzarlo con lo sguardo......fare proprie le immagini di quel corpo, di quella bocca.......proprie. Gelosamente.............. .....................ed adesso, si chiedeva se questa sua irrequietezza e impulsività non fosse un danno per sé stesso.................se fosse soggiogato dalla sua stessa ingenuità.........a mostrarsi....rendersi debole, vulnerabile. Sembrava ossessionato dalle sue paure. Ossessionato. Ma forse, più che altro, intimorito. Tante volte si era ripromesso di non cedere. Di non lasciare il passo a sentimenti inutili e pericolosi. Eppure non aveva saputo evitare di affezionarsi a quel giovane..............................non aveva saputo evitare di provare emozioni. Forti. Illuminanti a volte. Non aveva saputo tirarsi indietro, davanti alla prospettiva di qualcosa di profondo. Di importante. Guardò un ultima volta quel fiore bianco. E decise. Lasciando il proprio studio, si recò per i corridoi. A passi veloci. Percorrendo quello spazio vuoto che lo separava dai suoi pensieri. Dall'oggetto dei suoi pensieri. Bussò alla porta della camera nuziale. Annunciando la sua presenza. Poi lentamente, entrò. Avanzando verso l'interno della stanza, volse uno sguardo veloce ai fiori bianchi, ben in vista sul tavolo basso. Vicino al letto. Vicino Kaede. Soffermò poi lo sguardo sul proprio sposo. - Principessa Ayako...- disse, fissando la donna, in piedi vicino al letto, - mi allieta vedervi ancora qui...la vostra presenza giova molto al mio consorte...........- La principessa chinò il capo. - Vi ringrazio Sire- una risposta breve. Così come da abitudine. - Il medico mi ha comunicato che da oggi avete il suo permesso.......e potete riprendere a camminare, sposo........................- - Si, il principe sta molto meglio- confermò la sorella. - Bene, son venuto personalmente a constatare la veridicità delle parole del medico.........e delle vostre condizioni.........- Dopo un breve attimo di silenzio, Kaede, lentamente si mosse, alzandosi a sedere fra le federe bianche del letto. Ayako fece per avvicinarsi, ma Hanamichi la fermò con un lieve cenno della mano. Poi si mosse, portandosi di fronte al letto. Sotto lo sguardo attento della principessa. Distese la sua mano verso Kaede. - Venite...provate ad alzarvi...vi sosterrò...- Quelle parole provocarono stupore. Ma Hanamichi non si tirò indietro. Mosso da sincere intenzioni. Voleva egli stesso condurre il suo sposo nei primi passi....verso la sua guarigione................abbattere pian piano quel muro che aveva costruito tra loro..........all'alba di quel matrimonio, di quel legame....................e sperò che quella volontà fosse reciproca. Kaede fissò per un attimo quella mano grande e forte, aperta verso sè. Poi allungò la sua, stringendola. Si sedé vicino ai bordi del materasso. Poggiando i piedi per terra. Sakuragi incontrò il suo sguardo, e piano lo incoraggiò a far forza. Ad alzarsi. Ayako osservò sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata che Re Sakuragi si spingesse a tanto. Che si avvicinasse a Kaede con tanta dedizione. Fissò a lungo la sua figura, mentre con le braccia tirava a sé Kaede, sostenendolo. Il principe appoggiò le sue braccia sulle spalle del suo sposo, e si alzò. Le sue gambe tremarono violentemente, facendolo barcollare. Ma Hanamichi lo strinse, appoggiandolo a sé, aiutandolo a non cadere. - Su...piano...non abbiate fretta........- sussurrò, gentile. Kaede tentò di staccarsi da quelle braccia, per camminare da solo. E vi riuscì. Tenendo saldamente le mani di Hanamichi, si mosse per la stanza sotto gli occhi felici e commossi di Ayako. A lungo, dolcemente guidato da suo marito. Guidato da quelle mani forti. E da quello sguardo, profondo. Fisso al suo. Che gli infondeva coraggio....e calore. Sembrava esistessero solo loro in quella stanza. Sembrava che il mondo fosse stato chiuso fuori. Fuori dalle loro menti. Fuori da tutto. E dolcemente Hanamichi strinse quelle mani tra le sue. Inconsciamente sperando che anche le loro anime potessero udire quel leggero vibrare dei loro cuori. Delle loro menti. Dopo, Kaede sedé sul letto, sfinito. - Siete stato bravissimo Kaede....- sussurrò Ayako sorridendo. Hanamichi rimase in piedi, di fronte ai due fratelli, osservando il proprio consorte . Lo guardò sentendosi sereno. E stranamente con il cuore e la mente leggeri. ********* Pochi giorni dopo quei primi passi, il principe tornò ad alzarsi. A partecipare attivamente alla vita del castello. Ed Hanamichi lasciava spesso presto l'accampamento, e i suoi obblighi per passare del tempo con lui. A volte brevi momenti. Altre, lunghe ore. Trascorrevano il tempo insieme godendo di quella presenza reciproca. Molto spesso chiusi nello studio di Hanamichi. Di fronte al camino acceso. Seduti sulle poltrone di velluto, calde ed accoglienti. Kaede a leggere antichi testi. Sakuragi a leggere e firmare decreti e nuove leggi. A vagliare piani di guerra. Molte volte il principe si addormentava su quella poltrona scura. Ed Hanamichi era costretto a portarlo in camera in braccio. Altre volte, entrambi stanchi, rimanevan lì. Accoccolati su quei seggi. Davanti al fuoco del camino. Insieme. Vicini... Quel nodo di incomprensione che li aveva attanagliati in quei lunghi mesi sembrava sciogliersi.......lasciar posto ad altro. I silenzi sembravano densi e complici, non più vuoti e pesanti. Quella presenza reciproca non era più solo desiderata. Era vera. Consistente. Vissuta. Viveva
di silenzi Hanamichi. Quelli del proprio consorte. Viveva
di sguardi Kaede. Quelli caldi e profondi di quegli occhi di densa e scura
cioccolata. Vivevano. Conoscendosi. Comprendendosi. Finalmente. ********** Il giorno delle udienze, i due sovrani si recarono nella grande sala. Dopo ore a ricevere i sudditi, Hanamichi, sul trono, ascoltava annoiato l'ennesima richiesta d'aiuto di un giovane contadino. - mio signore, le valanghe hanno distrutto le nostre riserve di cibo...la nostra gente sta patendo la fame.............abbiamo bisogno di cibo...o i nostri bambini non sopravviveranno.........- Kaede, seduto sul trono a fianco quello del re, si voltò a guardare il proprio sposo. La sua espressione era indifferente e distaccata. Disinteressata. Capì che doveva fare qualcosa, per rendere Hanamichi capace di ascoltare quelle suppliche. La voce di quel popolo che aveva bisogno di lui. Aveva bisogno del proprio Re. Così, mentre il contadino attendeva, ne approfittò per rivolgersi al proprio consorte. - E' l'ennesima richiesta che ci rivolgono...non potreste ascoltarla con un minimo di interesse?- - Non posso dar conto alle loro richieste....ai loro patimenti...anche perché non posso nulla per aiutarli......- - potete...- Hanamichi fissò Kaede sorpreso, - Ad Ovest del castello vi è una torre, utilizzata come granaio. Le riserve in essa conservata sono riserve di emergenza, non vengono mai utilizzate....mancano pochi mesi alla mietitura...quel grano è in eccesso, potreste darlo ai contadini....- Hanamichi rifletté. Poi rivolgendosi al contadino. - Mi dispiace...non possiamo far nulla per i vostri problemi, mio giovane suddito....- pronunciò infine, ignorando le parole del principe. Kaede tacque. Offeso. Da quella reazione. Da quell'ignorare volutamente le sue parole. Chiudendosi nel proprio silenzio trattenne la sua inquietudine, il suo nervosismo. Fino alla fine delle udienze. Al termine di queste si alzò, uscendo dalla sala. Velocemente. Come una furia. Hanamichi lo seguì con gli occhi. Pensoso. Sapeva di averlo ferito. O almeno quella sensazione di disagio che avvertiva dentro gli ripeteva di averlo fatto. Forse una volta non avrebbe tenuto conto della cosa più di tanto. L'avrebbe ignorata forse. E basta. E se Kaede si fosse in qualche modo opposto alla sua parola, lo avrebbe picchiato...trattato male.... Ma adesso ............................adesso le cose erano diverse. Forse a causa della sua promessa. Forse a causa del nuovo sentimento che avvertiva in sé. Forse con gli occhi di una consapevolezza diversa....di una coscienza ora sveglia e vigile.... Continuò a dedicarsi ai suoi doveri. Recandosi a firmare i decreti e le concessioni date quel giorno. Quando tornò alle sue stanze, nella tarda serata, trovò Kaede già pronto per la notte. Sdraiato a letto. Nell'intento di leggere un libro. Appena il principe lo vide, chiuse il suo manoscritto, riponendolo sul tavolo basso vicino al letto. E si stese. Hanamichi, dopo essersi preparato per la notte, lo raggiunse. Sdraiandosi vicino a lui. Avvertendo una strana sensazione di disagio riempirgli l'animo. Sapeva di aver sbagliato. Sapeva di non pensare davvero ciò che stupidamente aveva lasciato credere al suo sposo. Ma come farlo capire a Kaede? Come convincerlo? Rimasero sdraiati a lungo. Finché Hanamichi, incerto, stese la sua mano, sotto le coperte calde, cercando e trovando quella del suo sposo....la strinse...parlando........ - Kaede...- sussurrò, senza però ottenere risposta. Scostando la sua mano, il principe lo ignorò. E forse in quel momento lo odiò pure. Ma non rispose. Si voltò dandogli le spalle. Hanamichi sospirò, inclinando la testa sul cuscino. Non sapeva cosa fare. Come comportarsi con il suo consorte. Fin dall'inizio era stato chiaro, su quello che sarebbero stati i loro ruoli di governo. Ma quel principe era testardo. Tanto da annientarlo a volte. - Sentite...non posso offrire quel grano al popolo......- - quel grano è in eccesso....viene utilizzato per le emergenze...e questa lo è...- ribatté improvvisamente Kaede. - E se scoppiasse la guerra e vi fosse necessità di risorse...? Come farei con l'esercito...- - Il vostro popolo è il vostro esercito...ed un popolo senza cibo è un esercito morto....- Hanamichi sospirò. Il suo consorte non sbagliava. Lo sapeva. Ma il suo stupido orgoglio gli impediva di ammettere quel suo errore. Di mostrarsi debole. - Kaede, io speravo di essere stato chiaro...voi non dovreste occuparvi di soldati e guerre....-, a quelle parole Kaede si tirò a sedere. Lo sguardo visibilmente irato. Piantato su di lui. - E di cosa volete che mi occupi, sposo? Di aprirvi le cosce, adesso? Mentre lasciate il mio popolo morire di fame? ................Siete così immorale da chiedermi ciò?!...........- Hanamichi si sentì ribollire, all'improvviso afferrò Kaede per le spalle, trascinandolo sotto di sé. Con forza. Kaede si ribellò. Combattendo. Ma non riuscì ad opporsi. Si ritrovò premuto al materasso. Gemé per colpa di quella stretta forte e feroce che avvertiva sulle sue spalle. Fissò i suoi occhi in quelli scuri del Re. I loro visi a pochi palmi l'uno dall'altro. - Mi basterebbe poco per dimostrarvi quel'è il vostro posto...sposo....- gli occhi di Kaede si fecero cupi, - .......però...ho promesso di non farvi più del male...e manterrò la parola data........................nonostante ciò ................non vi ho concesso di peccare di arroganza, né tanto meno di influire sulle mie decisioni..........- lasciò la presa sulle sue braccia, -........adesso dormite....siete ancora convalescente, non dovreste alterarvi.......- disse poi tornando a sdraiarsi tra le coperte tiepide. Nel suo lato del letto. Kaede rimase in silenzio. Premuto su quelle coperte. Troppo adirato per pronunciare qualcosa. Violentemente scosso da un senso di impotenza. Hanamichi gli diede le spalle. Nervoso. E in un silenzio grave, quella notte, dormirono lontani. Senza sfiorarsi. Divorati dal risentimento. Divorati dall'incomprensione. ****** Nei giorni seguenti, il loro rapporto subì una violenta rovina. Era stato come tornato indietro. Indifferenza. Distacco. Tristezza. Amarezza. Hanamichi passava le giornate all'accampamento. Kaede rimaneva da solo nelle sue stanze. Ognuno a rifugiarsi lontano da ciò che li aveva feriti. Li aveva offesi. Li aveva sfidati. Ognuno a leccarsi le ferite. Quelle ferite che facevano male. Dentro. **************** Era il primo pomeriggio di un giorno di sole, quando Kaede decise di muoversi dalle sue stanze e recarsi nella torre Est del palazzo. A trovare la sua famiglia. Da molto non li vedeva. E nonostante Ayako portasse sempre loro notizie, sentiva in sé una grande solitudine lontano da quei cari, costretti a un' indesiderata segregazione..........in quella austera torre in pietra. - Figlio mio...- esclamò Re Rukawa abbracciando il figlio. - Padre...- sussurrò quest'ultimo lasciandosi alla sua stretta. - Kaede, fratello!- Haruko sulla soglia della porta si mosse, andando in contro al giovane principe. Abbracciandolo. Forte. Kaede chiuse gli occhi, godendo il calore di quell'abbraccio gentile. - Ayako mi ha informato del ... giovane erede in arrivo....- lasciò scivolare nell'orecchio della sorella, - le mie felicitazioni .......- pronunciò stringendola a sé e baciandole una guancia. Haruko sorrise........... Il tempo volò veloce, inafferrabile. Kaede si ritrovò sereno nel trascorrerlo con la propria famiglia. Molte domande gli furono poste. Dal padre. Dal fratello, Hisashi, che lo interrogò a lungo sulla vita che conduceva, e sul regno. E lui rispose, mentendo, a tratti. Piccole bugie. Si consolava. Per evitare inutili dispiaceri ai propri cari. Per non far loro più male di quanto non avesse già fatto. L'unica persona che sapeva era Ayako. Che lo guardava. Ascoltando silenziosamente le sue parole. Tacendo volutamente sulle quelle mezze verità. Complice. Era quasi sera, quando il principe lasciò la torre Est per tornare al versante nord del palazzo. Attraversò il lungo sentiero esterno. Il giardino. Coperto di neve. Spento dal freddo. Ad un tratto udì dei rumori. Passi. Di un cavallo. - Cosa fate qui?- pronunciò una voce a lui familiare. Voltandosi incontrò l'immagine del Re Hanamichi, che lo fissava sorpreso, in sella al suo stallone. - Non pretenderete che trascorra tutti i miei giorni chiuso nelle mie stanze....- una risposta secca. Ostile. Hanamichi fu profondamente infastidito da quella frase. Ma dové ammettere che non poteva pretendere tanto. Tenerlo chiuso nelle sue camere............sarebbe stato meglio chiuderlo in una cella e buttare via le chiavi....... - No, non pretendo tanto ..................- una breve pausa, -....dovrei discorrere con voi........- continuò poi. Kaede lo fissò, in attesa. Ma Hanamichi non sembrò intenzionato a dargli soddisfazione. Non prima del tempo. - ...............vi va di cavalcare?- Quello sguardo blu si fermò sul proprio sposo. Sorpreso. - Il mio cavallo è nelle stalle....- rispose spiazzato, ma Hanamichi sorrise, scuotendo il capo. Allungò una mano verso il basso. Verso di lui. - Cavalcate con me...- Una richiesta. Diretta. Inaspettata Kaede lo fisso. Sorpreso. - Sul...vostro cavallo..?- chiese quasi in trance. Hanamichi sorrise, annuendo. - Non abbiate paura....Lo avete già fatto una volta....- Il volto di Kaede si contrasse in un espressione seria e tirata. - Non ho paura!- un tono difensivo. Freddo. Muovendosi verso il cavallo, afferrò la mano di Hanamichi, salendo in sella. Tra le braccia del suo sposo. Hanamichi sorrise, soddisfatto. Con il suo braccio gli circondò il fianco. Con movimenti lenti. In previsione di proteste. Che però, non avvennero. Un lieve disagiò scese tra loro. Il sovrano spronò il proprio stallone, inducendolo a muoversi lungo il sentiero interno. Sui sassi gelati di quel giardino morto. I due giovani, fissavano la neve intorno a loro. Kaede taceva. Visibilmente a disagio, per quelle braccia che lo stringevano. Riscaldandolo. Hanamichi invece sembrava cercare le parole.... - Oggi...- cominciò ad un tratto, - .....Ho dato ordine di fare un sopralluogo alla torre Ovest....- Kaede si girò appena, guardando sorpreso il proprio sposo. Hanamichi continuò a fissare il sentiero. - Ho dato ordine di utilizzare il grano della torre...e di distribuirlo al popolo...............- quegli occhi blu si dilatarono infinitamente, increduli, - ..............ma ad una condizione....- ancora una breve pausa, che gli rubò il respiro, - ...........voglio che siate voi a seguirne la distribuzione e deciderne la messa in atto....- - Io...- balbettò il principe. - Accettate?- chiese Hanamichi, dileguando in sé ogni indecisione, e volgendogli uno sguardo interrogativo. Kaede annuì. Deciso. Poi, fissando Hanamichi, si sporse verso di lui.....improvvisamente........istintivamente..............incorniciandogli il volto con le mani.................................e lo baciò. Fu un divampare di emozioni. Hanamichi sentì il suo cuore perdere un battito. Per la sorpresa. Per quel gesto innaspettato..........e.........................per la prima volta........................ spontaneo. Un lieve silenzio si fece largo tra loro, quando le loro bocche si allontanarono. Ma fu Hanamichi a spezzarlo. - Ho sempre creduto che la vostra ....idea...fosse valida.....perdonatemi se vi ho fatto credere diversamente.....- sussurrò Hanamichi sulle sue labbra. Mentre i loro occhi si rincorrevano, e i loro respiri si mescolavano........ La voce uscì lentamente....perdendosi in bianche nuvolette di condensa. Parole sincere. Una dolce confessione.................... Sul volto di Kaede apparve un piccolo, stupendo sorriso. Un sorriso vero. Regalato a quegli occhi di scura cioccolata, che avevano saputo donargli quella meravigliosa sensazione di serenità, ricacciando quella cieca impotenza che da tanto, gli attanagliava l'anima................... Hanamichi mosse il viso, strofinando le loro fronti.................i loro nasi........l'uno con l'altro.........Dolcemente...... - Sapete...sposo....è la prima volta...che vi vedo sorridere ......da quando vi conosco.......- ammise, guardando incantato quel viso di fronte al suo. Con un espressione .... totalmente rapita. - E' meraviglioso il vostro sorriso Kaede...........illumina i vostri occhi di una luce intensa............- pronunciò ancora attirando verso sé quel corpo esile, ed unendo nuovamente le loro labbra, in un contatto casto e delicato. Un bacio... Seguito da un altro............... ..........................................ed un altro............piccoli baci....................piccoli tocchi, dolci. I loro occhi persi gli uni negli altri. - Siete meraviglioso Kaede....baciarvi lo è ancor di più....................le vostre labbra hanno il sapore del miele......- sussurrò ancora sfiorando con il naso la sua guancia. E la pelle di quel viso............ improvvisamente arrossita. Inspirando il profumo di quel giovane ragazzo moro, Hanamichi lo strinse a sé. Perdendosi in quell'attimo di intimità......... Affondò le narici nella seta di quei capelli neri......che delicatamente gli solleticavano la pelle. - Il vostro odore mi ricorda l'odore dei campi del sud........dei suoi fiori............- Kaede mosse il volto, nascondendolo nell'incavo di quel collo ambrato. - Sono belli i fiori che crescono nei campi del sud?- chiese piano. - Bellissimi...............di mille colori..........................e profumi..........- - ....qui a Caleydon..............c'è solo neve..............- - Non avete mai viaggiato lontano da qui?- chiese Hanamichi, inducendo il proprio cavallo a muoversi nuovamente. - No..................ero molto piccolo quando fui condotto al monastero....................non ci era mai permesso uscirne fuori ..............- Silenzio. Poi una domanda. - Sarebbe vostro desiderio .........un giorno...............vedere quei campi........................con me?- Kaede accolse quella richiesta con sorpresa....inconsciamente, con la mano, strinse la stoffa del mantello bianco di Hanamichi...............e ripensò............. ai suoi sogni............a quei campi lontani......che da piccolo intravvedeva nelle sue fantasie............ Alla pace che quella visione infondeva in lui. Al suo desiderio di libertà....... Annuì. Senza pronunciare alcuna parola. Sarebbero state inutili in quel momento.......... Sconvenevoli. Sakuragi mosse la mano, poggiandola sotto al mento del suo consorte. Piano, lo ingiunse ad alzare il volto, e fissarlo. - Vi prometto che un giorno..... vedremo insieme quei campi..................... vedrete le terre ove sono nato.............dove splende solo il sole.....Kaede................e il profumo di campi verdi ti inebria i sensi................- Kaede sorrise. Ancora una volta. Sentendo il proprio cuore battere forte. Tanto, da temere che il petto gli scoppiasse d'emozione. Hanamichi sorrise. Dolce. Mentre le loro labbra si unirono ancora una volta. In un lungo bacio. Profondo. Condiviso. Un bacio che che rubò loro il tempo, e la ragione. Che rubò le loro anime. Regalandogli qualcosa di più importante. Un sentimento. Puro. Terso di sensazioni. D' emozioni....................................... ...................... In quella notte, appena iniziata........................................Sotto i fiocchi di una neve bianca, che leggera, cadeva dal cielo............due sposi cavalcarono nel buio di un sentiero.......... *************************************** Piccolo angolo per i ringraziamenti. Grazie. A Siz (simpatica e partecipe) , Maddalena (dal nome stupendo, come lei del resto ^^ ), Anna (sono felice puccina che ti piaccia il tuo regalo ^^ ), kiriko (sempre presente, ed entusiasta), hinao85 (molto tenera), Silvì76 ( dolcissima e profonda). Grazie particolarmente a Mel, per le sue belle parole ^^ E grazie a tutti quelli che mi seguono, da ormai tanto, in questo mio “folle” cammino. Che mi mandano tante email ( è emozionante vedere la mia casella traboccante di mail simpatiche e piene di parole ) e condividono con me l'amore per White Snow. Il mio indirizzo è sempre lo stesso, per chi voglia farmi sapere la propria anche questa volta non esitate! Un abbraccio forte a tutte/i. Al prossimo capitolo, `ShaKa`
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