Ovviamente disclaimers di rito: I diritti di Slam Dunk non sono miei, ma questo non è un segreto, essi appartengono al magico Maestro Inoue, io i personaggi li prendo solo in prestito, per farli impazzire un po'. Buona lettura!.

 

I personaggi risentono molto dell'ambientazione e saranno spesso OOC.

Questa fic vuole essere il mio personale regalo di compleanno alla mia amica Anna.

Spero vi piacerà ^^

 

 



White Snow

parte VI

di Shaka


Mito vide la grande porta della sala aprirsi, e con sorpresa scorse di fronte a sè, sulla soglia, una figura conosciuta.

 

- Sire, già di ritorno?- nemmeno il tempo di pronunciare quelle poche parole, che i suoi occhi si mossero, riconoscendo, in quella figura stretta tra le braccia del sovrano, il corpo di Kaede.

 

- Chiamate il medico di corte!!- gridò Re Sakuragi precipitandosi per i corridoi, diretto ai piani superiori con quel peso premuto al petto , - che sia condotto qui subito!!!-

 

Mito si precipitò nelle sale adiacenti, senza fare altre domande, ed eseguì l'ordine impartitogli velocemente.

 

 

 

 

Il medico giunse a corte in breve tempo.

 

Dopo aver visto il principe in quelle condizioni si  era subito chiuso in camera con lui.

 

Re Sakuragi era stato costretto a lasciare la stanza.

 

Ed ora, in quel stretto, e freddo corridoio, era lì.

 

Ad attendere e pensare.

 

Pensare ed attendere.

 

Si agitava, muovendosi come un animale in gabbia per il corridoio deserto.

Sconvolto.

Distrutto.

 

.............................“ Voglio...morire...” ................

 

 

Le parole disperate di quel giovane dai capelli scuri continuavano a ripetersi nella sua mente come una triste cantilena di dolore.

La morte...

 

Lui aveva pensato spesso alla morte, dopo che suo padre era stato assassinato, ma mai aveva pensato di desiderarla, nemmeno quando era stato prigioniero di guerra...

 

 

.....nemmeno quando era stata davvero l'unica soluzione per essere liberi......

 

 

.......ed adesso che quel giovane sposo l'aveva chiesta a lui.....la morte....per liberarsi...da quei tristi obblighi...........

 

 

Hanamichi si soffermò a riflettere.......

 

Cosciente dei propri sbagli.

Cosciente del male che aveva fatto a quel principe dagli occhi blu.

Cosciente. Dolorosamente.

 

Fin dove si era spinto, pieno della sua follia? Pieno di sé. E delle proprie ragioni.

Fino a dove?

 

Se lo chiedeva, mentre ancora una volta fissava quella porta che non voleva aprirsi.

 

Mentre ripensava a quella pelle fredda che aveva accarezzato durante quel lungo e disperato vagare nel bosco.

 

Mentre ripensava a quel respiro lento e debole...

E dentro di lui si faceva largo un' opprimente sensazione di sofferenza.

Di perdita.

 

.............................“ Voglio...morire...” ................

 

Si sentì gelare al rimembrare ancora una volta quelle parole.

 

Ad un tratto,

 

- Mio signore...- la voce di Mito gli giunse facendolo sussultare. Alzò gli occhi scuri, fissandoli in quelli del suo servo.

 In silenzio.

 

 

Mito fissò il giovane Re Sakuragi. Da quando era giunto al castello, con Kaede ferito, non si era allontanato un attimo dal suo capezzale. Nemmeno uno.

 

Era rimasto al suo fianco, tentando di donargli calore.

Tentando di svegliarlo.

Tentando di essergli vicino, mentre attendevano impazientemente il medico.

 

Ed adesso attendeva, fuori da quella porta. In silenzio.

 

Potevano ancora scorgersi sul suo viso i segni della battaglia, e delle ferite.

 

 

- Sire, desiderate che vi prepari un bagno caldo, nell'attesa?- chiese, ma il sovrano scosse il capo.

 

Mito tacque, poi fissò la porta silenzioso.

 

Pochi minuti di silenzio. Poi,

 

- Mito...- il giovane maggiordomo spostò lo sguardo. Fissò il sovrano.

 

- Dite...mio signore.....-

 

- sono stato un folle vero?- una domanda, concisa, breve.

 

- Temo di non...aver compreso...signore...- balbettò sorpreso il maggiordomo.

 

Hanamichi volse gli occhi, fissandoli in quelli del giovane uomo di fronte a sé.

 

- Sono stato un folle ... lui...mi ha salvato la vita....- sussurrò con voce bassa ed affranta, - e io...io...invece...gli ho reso la vita un inferno....-.

 

Mito sembrò comprendere.

 

- Voi credete che potrà mai perdonarmi?- chiese ancora Hanamichi. Con un filo di apprensione nella voce.

 

- Mio Re...avete tutta una vita per aspirare al suo perdono...-

 

I loro occhi si fissarono, e Yohei sorrise, lievemente.

 

Una vita per farsi perdonare.

Una vita per cambiare...

ma lui lo voleva davvero?

 

Doveva fidarsi?

Poteva fidarsi ?

Voleva fidarsi?

 

Quando il padre era morto egli aveva ripromesso a sé stesso di non rendersi mai vulnerabile.

Di non concedere mai nulla di sé.

Tanto meno il potere di nuocergli.

 

E sapeva che se avesse concesso a Kaede ciò che davvero gli spettava....si sarebbe reso .... indifeso. Vulnerabile al dolore.

Debole.

 

Voleva davvero tutto questo?

 

 

 

Mentre stava per porsi quella scelta la porta della camera da letto si aprì.

 

Hanamichi sentì un furioso contrarsi interno...

Un istante lungo. Quello dell'attesa. Lungo come l' infinito.

 

La figura del medico uscì.

Un breve cenno.

 

- Altezza....-

 

- Sta bene?-

 

Il medico fissò il sovrano. Sospirò. Ed annuì.

 

- Le frecce che lo hanno colpito hanno provocato una perdita consistente di sangue, ma non abbastanza per ucciderlo. Ha molto bisogno di riposo, è vittima di un principio di assideramento... ma lo abbiamo soccorso in tempo.... Vi ho lasciato sul mobile delle erbe medicinali per combattere le infezioni che ha in corpo....per qualche giorno potrebbe avere le febbri...ma se si nutre in modo corretto,  e riposa adeguatamente, sua altezza il principe si riprenderà....presto ...-

 

Hanamichi sentì un brivido scuoterlo. Dopo quelle parole si mosse, scansando il dottore, e entrando nella camera.

 

Attraversò la soglia. Frettolosamente. Impulsivamente.

E si bloccò, intravedendo la figura di Rukawa nel letto.

 

Piano coprì la distanza che lo separava da lui. Fermandosi ai piedi del talamo.

Fissò il suo volto.

Era leggermente colorito.

Arrossato certamente dalla febbre.

 

Ma sembrava riposare tranquillamente.

I suoi lineamenti sembravano totalmente rilassati.

 

Lo fissò. Lo fissò per attimi che sembrarono lunghi ed infiniti.

 

Una sensazione di sollievo si fece largo nella sua mente, nel constatare della salute di quel ragazzo moro. Poi si avvicinò, chinandosi vicino al letto. Vicino a quello sposo.

 

Kaede aveva gli occhi socchiusi. In preda alle febbri era semi cosciente. Fissava vacuamente in fronte a sé.

 

- Kaede.. ...come sta.te?- chiese quel giovane dai capelli rossi, allungando una mano, e poggiandola delicatamente su quel viso pallido.

 

Il principe inizialmente non sembrò reagire, poi piano si voltò a guardarlo. Sakuragi si avvicinò...e quelle iridi blu scandirono la sua figura ...

 

Debolmente, quelle membra calde si mossero, tentando di allontanarlo...

 

- N.on.. m.i tocc.ate!!- le mani si poggiarono contro quel petto.

 

Hanamichi rimase immobile. Gli occhi sorpresi e spiazzati.

 

- Rukawa...sono io....state calmo....-

 

- Toglietemi...le ma.ni di ...dosso....andate via!! Andate via!!!- continuava a gridare. Quasi senza voce. Agitandosi privo forze per allontanare quell'uomo da sé. In preda al terrore.

Re Sakuragi lo avvolse in un abbraccio gentile, tentando di calmarlo, di rassicurarlo...ma inutilmente.

 

Non capiva Sakuragi quello che stava succedendo.

O forse si rifiutava di capire.

 

 

- Sire, lasciatelo...- una voce dalle sue spalle lo tolse ai suoi pensieri. Mito si era avvicinato.

 

- ... lasciate che mi occupi io di lui...- disse interponendosi tra loro, per poi prendere Kaede tra le braccia e allontanarlo dal giovane dai capelli rossi.

 

- Andate a prepararvi per la notte mio signore, penserò io al vostro consorte...- disse Mito con tono cordiale. Sakuragi si allontanò, rialzandosi. Fissò poi Mito girarsi, e occuparsi del principe Rukawa.

 

Osservò come Yoehi, abilmente tranquillizzò il suo consorte.

Osservò come Kaede chiuse gli occhi affidandosi a quel ragazzo. Smettendo di gridare.

Osservò.

 

E pensò.

 

Pensò che non avrebbe mai potuto avere un rapporto simile col proprio sposo.

 

Pensò al senso di fastidio che aveva sentito dentro, mentre si allontanava dalla stanza con rabbia.

 

Pensò.

 

Chiedendosi cosa fosse quella sensazione opprimente che sentiva nel petto e nella testa, vedendo Kaede tra le braccia di quel giovane servo.

Cosciente che sue avrebbero dovuto essere quelle braccia ove il proprio sposo era stretto.

 

Sue.

Sue e di nessun altro.

 

 

 

 

 

 

Si immerse nella grande vasca di acqua calda appoggiando le spalle alla parete.

Tentando di cacciare quel malessere che si sentiva dentro.

Tentando di non dare un nome a quello che sentiva. Nonostante dentro di sé lo conoscesse bene.

 

Alzò il volto fissando per un attimo il soffitto, dopodiché rilassandosi e cullandosi nel tepore dell'acqua, chiuse gli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fu quasi sulla soglia della sua camera, Hanamichi, quando vide Mito uscirne e inchinarsi, in saluto.

 

- Il Vostro consorte riposa... ho somministrato le medicine e gli infusi che il medico  ha prescritto....- Hanamichi annuì, - durante la notte, in caso di necessità.... chiamate pure mio signore....- disse, poi inchinandosi, - vi chiedo il permesso di ritirarmi...-  e Sakuragi, annuendo, glielo concesse.

 

 

Quel giovane dai capelli rossi entrò nella sua camera, semi oscura.

Fissò il letto.

La figura di Kaede che vi riposava.

 

Si sfilò la vestaglia rosso carminio che indossava, riponendola sulla poltrona in raso vicino al muro, poi si avvicinò al letto.

 

Scostò le lenzuola con la mano, e sedendosi sopra il letto fissò il muro in fronte a sé, mentre sistemava le sue vesti per la notte.

Nessun pensiero nella sua mente. Nessuna sensazione particolare.

Si stese, udendo il respiro pesante de suo consorte che riposava vicino a sé.

Si girò su un fianco, fissandolo.

 

Kaede era steso su un fianco. Addormentato.

Il viso pallido, raddolcito dal sonno.

 

Quelle iridi scure rimasero a guardarlo per molto tempo, nel buio soffuso di quella camera, illuminata solo dalla luce rossastra del camino, che bruciava...

 

E mentre il silenzio della notte rapiva i sensi di quel Re stanco e provato, fuori iniziava nuovamente a nevicare....

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aprì gli occhi, Sakuragi...notando il rossore del fuoco riflesso sulle pareti bianche....si era svegliato...ma  era ancora buio, era ancora notte.

 

Eppure non riusciva più a dormire.

 

Girò la testa, e un basso mormorio si schiarì alle sue orecchie. E ricordò...si era svegliato perché aveva udito dei lamenti...bassi ... sofferenti.

 

Kaede.

Si agitava, tra le lenzuola. Il viso contratto in una smorfia di sofferenza.

 

Hanamichi si alzò su un gomito, sporgendosi verso il suo consorte.

 

- ...state be.ne...?- sussurrò piano, senza toccarlo.

 

Kaede socchiuse appena gli occhi, non focalizzando bene la figura di Hanamichi a causa del buio della stanza.

Questi lo fissava, poi piano stese la mano, toccandogli la fronte.

Sentì il suo palmo inumidirsi di sudore, e quella pelle sotto le sue dita scottare. Calda.

 

- ho fre.d.do...-, il giovane dai capelli rossi annuì. La febbre era salita nuovamente.

 

Velocemente si girò a fissare la stanza. Pensò al da farsi.

Poi, piano si alzò dal letto, dirigendosi all'armadio in massiccio legno di fronte a sé.

 

Ne tirò fuori una coperta, in pesante lana.

La guardò. Sarebbe andata certamente bene.

 

Si avvicinò al letto, dal lato ove riposava il principe.

Stese il largo vello sul letto. Sul corpo rannicchiato sotto le coperte del suo giovane consorte.

 

Coprendolo più che poteva.

 

Poi, si abbassò, vicino al letto.

 

- Attendete qualche attimo, adesso andrà meglio..- sussurrò strofinando con la mano la coperta sopra quelle spalle scosse da lenti tremiti, nel tentativo di infondergli calore.

 

Kaede lo fissò...febbricitante. Poi spostò il suo sguardo sul mobile vicino al letto.

Aveva sete.

Ma sentiva di essere troppo debole per muoversi.

 

Sakuragi seguì i suoi occhi, e ne colse il desiderio.

 

Prese la brocca piena d'acqua, versandone un bicchiere.

Dopo, piano, prese tra le braccia Kaede, facendogli poggiare la testa alla sua spalla, e gli diede da bere.

 

Appoggiandosi debolmente al vetro di quel calice che gli era offerto, quelle labbra pallide e morbide si inumidirono, bevendo.

Dissetandosi di quel liquido fresco.

 

Hanamichi appoggiò nuovamente tra le coperte Kaede. Poi piano si staccò.

 

 

Cercò e trovò dell'acqua fredda.

Un panno bianco.

Inumidendolo, lo pose su quella fronte calda, nel tentativo di far scendere quella febbre alta. Troppo alta.

 

A quel contatto fresco Kaede aprì gli occhi. Una lieve sensazione di sollievo si fece largo in lui.

 

Sospirò.  Rabbrividendo.

 

- Avete ancora freddo?- chiese Hanamichi, sussurrando appena quelle parole al suo orecchio.

 

Kaede annuì, mentendo.

 

Una bugia. Innocente.

Nell'inconscia ricerca di altro.

Nell'inconscio bisogno di calore...che non fosse però il calore di un caldo e pesante vello di lana...

 

Hanamichi fissò il proprio sposo, confuso.

 

Indeciso sul da farsi.

 

 

Pensò di chiamare Mito. Chiedergli aiuto.

 

Ma la sua mente negò questa soluzione. Con forza.

Non voleva dover affidare nuovamente il suo sposo a quel giovane servo.

Non voleva.

No.

 

Si rese conto di essere di fronte ad un bivio...una scelta.....continuare come aveva fatto fin ad allora, nella sua cieca crudeltà, oppure ....mettersi in gioco....

 

Affrontare quello sposo.

Affrontare tutto quello che “essere sposo” significasse.

 

Dentro di sé il suo orgoglio premeva, ricordandogli la sua promessa. La sua volontà di non rendersi debole.

Di non tradirsi con le sue stesse mani.

Rasserenandolo che le scelte prese fino ad allora gli erano state imposte dalle circostanze, e che non aveva commesso errori.

Di non rammaricarsi quindi, per ciò che i suoi occhi dovevano vedere.

 

Ma dall' altra parte, la sua coscienza premeva, nel ricordargli che quel giovane uomo inerme di fronte a sé, aveva scelto di condividere la vita al suo fianco....una vita che lui aveva reso un inferno...fino a costringerlo a cercare la morte, come unica via di libertà e sollievo.....

 

E fu silenzio.

 

Profondo ed opprimente silenzio.

 

Dura era la scelta. Per la sua mente. Per la sua ragione. Per il suo cuore....

 

Poteva egli rischiare il suo regno, la sua forza, la sua vita....per quelle iridi blu, profonde come un oceano di passioni di cui  non conosceva il fine...?

Poteva quella passione, calda e intensa essere sua? Sua. E di nessun altro?

 

Tante domande. Poche risposte.

Poche, ma chiarificatrici.

 

Silenziosamente Hanamichi si chinò.

Cosciente di ciò che stava per fare. Cosciente della barriera che stava per abbattere.

 

Piano scostò le coperte, sedendosi sul bordo di quel grande letto.

Si fece posto, sdraiandosi vicino  a Kaede. In quelle coperte calde.

In quel lato del letto.

 

Allungò le braccia, cingendo le spalle larghe del suo consorte.

 

Lo strinse a sè. Lentamente.

Coprendo entrambi.

 

Ad un tratto sentì le mani di quel giovane sul suo petto.

 

- No...fer.m.o...co.sa..fate...?- un debole negarsi, - non..mi..t.o.cc.ate...- Un debole rifiuto di quelle braccia.

 

- il freddo...passerà....su...state tranquillo....su..su....smettete di agitarvi....- sussurrò con voce consolatrice quello sposo dagli occhi di cioccolata, - state..tranquillo Kaede...non vi farò del male.....non vi farò più del male.......-

 

..... una carezza su quel viso piegato da una lieve smorfia di sofferenza.

 

I loro occhi fissi, gli uni negli altri. Dolcemente persi. In un muto e dolce dialogo.

 

Hanamichi lasciò che il suo sguardo vagasse su quel viso. Pallido e sudato.

Strofinò piano la sua guancia a quella calda del suo sposo. Depositando un leggero bacio su quella pelle.

Sussurrando parole di conforto a quel giovane.

Parole dolci. Che nessuno potè udire, all'infuori di quelle due anime, strette nel calore di quel letto...

 

Kaede respirò pesantemente, chiudendo gli occhi.

Rilassando le braccia.

Cedendo.

.......Al tepore di quell'abbraccio.

..........All'intensità di quel profumo....conosciuto, intenso che proveniva dalla pelle di Hanamichi.

..............Alle sensazioni che quelle parole, dolcemente sussurrate al suo orecchio, gli infondevano...

 

Cedendo...................... ad un sonno leggero..........

 

 

 

Re Sakuragi, udendo il caldo respiro del proprio consorte sulla pelle del suo collo, chiuse gli occhi.

Allontanando dalla sua mente ogni preoccupazione. Ogni timore.

 

Kaede era tra le sue braccia.

Kaede stava bene.

 

Kaede...Kaede.....Kaede....

 

Hanamichi si addormentò con quel nome nella mente, e nei pensieri.

Sorridendo. Finalmente sereno.

 

 

 

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Volevo ritagliarmi un angolino e ringraziare tutti quelli che continuano a scrivermi, manifestandomi il loro interesse per la mia fanfic.

Ringrazio per le critiche, in molti casi fonti preziose per le mie correzioni, e per la mia maturazione da fanwriter.

E ringrazio per i complimenti che continuano ad arrivarmi. Grazie di cuore, davvero. ^^

 

Un grande saluto ad Anna, a Maddalena, kodochasuper, hinao85. E soprattutto a tutti quelli che leggono la mia fic. ^^

 

Per kodochasuper: La tresca che sta dietro a tutto presto si districherà, non temere ^^

 

Per hinao85: si è vero, i personaggi scavano dentro di sé nel tentativo di comprendere ciò che provano l'uno per l'altro. Ma io direi che sia già chiaro ^^

 

Per chiunque volesse inviarmi un email, e lasciare detta la propria, potete farlo al solito indirizzo. Sarò felice di leggervi e sapere come la pensate sulla mia storia.

 

Grazie a tutti, al prossimo capitolo.