Ovviamente
disclaimers di rito: I diritti di Slam Dunk non sono miei, ma questo non
è un segreto, essi appartengono al magico Maestro Inoue, io i personaggi
li prendo solo in prestito, per farli impazzire un po'. Buona lettura!. Attenzione!!!
Si consiglia di astenersi dalla lettura i deboli di cuore e/o
stomaco. I personaggi risentono molto
dell'ambientazione e saranno spesso OOC. Questa fic vuole essere il mio
personale regalo di compleanno alla mia amica
Anna. Spero
vi piacerà ^^
White Snow parte V di Shaka
Le ore trascorsero velocemente.... Il lungo viaggio verso il sobborgo a cui erano diretti cominciò all'alba del nuovo giorno.... I due sovrani sellarono i loro cavalli. Insieme ai soldati dell'esercito del fuoco, partirono poi alla volta di Tauryon. Era quest'ultimo un isolato borgo oltre il bosco di Caleydon, nascosto dai monti e dai verdi alberi perenni. Molto piccolo, ma con una vasta popolazione. La spedizione si mosse velocemente. Attraversando radure, sentieri. Cavalcando per ore nei boschi. Con passo sostenuto. Re Sakuragi, sul suo stallone nero guidava il piccolo gruppo di soldati. Cavalcava con passo deciso. Espressione dura e concentrata. Cavalcava seguito dal proprio consorte. Nulla sembrava essere cambiato dopo la notte precedente tra di loro. Almeno così sembrava..... Entrambi galoppavano immersi nei loro pensieri. Indifferenti. Come sempre. Imperturbabili. Come sempre. Distanti, nei loro gesti. Come sempre. Distanti nei loro pensieri........ Almeno così sembrava...... Ma i loro occhi...................................... ............................quelle profonde pozze d' acqua cristallina e blu....... ..................................................................quelle scure e calde braci ardenti............. ........................quegli occhi........................ ...............................................sembravano insofferenti....nel cercarsi........................ .........................sempre pronti a concedersi una carezza ....... un dolce sfiorarsi... ....................................................veloci........impalpabili............. ........Come quei sentimenti, che irrequieti, sentivano mescolarsi dentro...nell'anima.... nel rimembrare quel solo...singolo, prezioso attimo condiviso..... Quel bacio. Che aveva lasciato un sapore diverso nelle loro bocche....e forse...anche nei loro cuori..... E mentre le ore fuggivano inesorabilmente via, quel gioco di sguardi e desideri continuò a lungo tra quei sposi.... ........rincorrendosi.......ma senza sfiorarsi...cercandosi .....ma senza trovarsi........ durante un viaggio che sembrava interminabile... Nelle tarde ore del mattino i cavalli rallentarono, prossimi al superamento del bosco. Il Re si guardava intorno. Quel luogo lo rendeva inquieto. Era come se il bosco avesse mille occhi. E in battaglia aveva imparato che un luogo con mille occhi, era un luogo di mille trappole. Mille insidie. Continuò a guardarsi intorno. Guardò in alto, osservando il filtrare del sole attraverso i fitti rami degli alberi che li sovrastavano. Il suo sguardo si mosse, e dopo qualche attimo sfiorò la figura del suo consorte, che cavalcava lentamente al suo fianco. Osservò lentamente i lineamenti di quel viso bianco, cadendo quasi istintivamente sulle sue labbra..... ............un lieve brivido scosse Hanamichi...e una piacevole sensazione di calore lo invase....... ..... un attimo....uno soltanto.....poi....la sua mente riportò la sua attenzione sulla strada che stavano percorrendo.....tentando di cacciare quei pensieri inutili....... ..........inutili perchè impossibili...... ..........inutili perchè faceva male illudersi... ..........inutile... sperare che quel bacio potesse significare qualcosa per loro........... Kaede fissò piano il tragitto che stavano percorrendo. Istintivamente si volse, a fissare il viso del proprio consorte. Lo fissò per un attimo, pensoso. Per un attimo gli era sembrato di aver sentito lo sguardo del proprio sposo su di sé, ma quegli occhi non avevano tempo per lui. Ben altri erano i pensieri del Re Sakuragi. E lui, poteva solo tentare di non illudersi..... Tornò a fissare il sentiero....cacciando dalla sua mente ogni altro desiderio.... Adesso eran ben altri i loro doveri. Dopo poche ore giunsero a destinazione. Il conte Uozumi, a cui era affidata la cittadina di Tauryon, accolse i sovrani. E questi lo seguirono lungo le strade innevate. I sentieri che percorsero con i cavalli furono lunghi e impervi, ma ad un certo punto del vallo, si interruppero, spazzate via dalla neve. - Qui non si può più procedere oltre...la neve ha spazzato via le strade...- comunicò il conte. - La gente che viveva oltre questa zona?- chiese il principe dagli occhi blu, il conte Uozumi scosse il capo, - Morti, mio principe...quasi tutti...i pochi susperstiti sono al mio castello...la valanga non ha avuto pietà per quelle povere anime....- Kaede fissò le montagne di neve di fronte a lui. Senza chiedere altro. Re Sakuragi sorrise amaramente, per poi spostare il suo sguardo sulle colline innevate che circondavano la zona ove erano fermi. Si guardò in giro. Percependo il silenzio irreale di quei luoghi. Sentiva i suoi sensi inquieti. E questo non era un buon segno. Non lo era mai. Tirò le redini del suo cavallo, - Torniamo indietro...qui non vi è nulla da vedere...- disse apprestandosi a spronare il suo stallone per un celere ritorno alle sue truppe. Kaede fissò Hanamichi allontanarsi, e dopo un attimo di riflessione, lo seguì. Tornati a palazzo, il Conte Uozumi innoltrò le sue richieste al sovrano. Richieste di soccorso per la sua gente. Parlò a lungo l'anziano conte. Hanamichi ascoltò, ma appena uscì dalla sala, si dedicò al suo unico pensiero: tornare a Torehod, per i prepararsi al proprio ritorno a palazzo. Kaede seguì il proprio sposo, fino ai cavalli. - Perchè siete andato via dalla sala?- chiese il giovane fermandosi alle sue spalle. - Torniamo al rifugio, dobbiamo attraversare il bosco, e non voglio farlo di notte...- disse il Re avvicinando il proprio cavallo. - Non mi avete risposto!- Re Sakuragi caricò la sua sacca sulla sella, indirizzando al suo sposo uno sguardo indifferente. Kaede si avvicinò, afferrandolo per il braccio, - E' proprio necessario andare via? Potremmo rimanere ad aiutare questa gente...e riposare qui questa notte...- propose Kaede. Sakuragi lo guardò. Guardando poi la sua mano, ferma sul suo braccio. Kaede seguì il suo sguardo e mollò la presa. Intuendo d'aver reagito d'impulso. Troppo precipitosamente. Sakuragi tornò a fissare i suoi occhi in quelli del principe dai capelli neri. -Vi converrebbe, mio sposo, preparare le vostre cose.... In mancanza di ciò mi vedrei costretto ad agire ....di conseguenza....- disse poi sfiorandogli la guancia con l'indice, scivolando lungo il volto fino al collo in un gesto leggero. Kaede si tirò istintivamente indietro. Allontanandosi. E Hanamichi sorrise. Ironicamente....e forse un po'.... amaramente.... avanzò di appena un passo, trovandosi di fronte a quei zaffiri blu. La sua mano poggiata sul collo bianco del suo sposo si strinse, quasi in una morsa. Kaede si sentì il respiro bloccarsi in gola. Hanamichi forzò la presa, incrociando i loro occhi, e spingendo quel corpo contro il legno della parete di quella stalla umida e scura. -...Vi ho già avvertito di non sfidarmi...e non contraddirmi....non fatelo di nuovo...odio sprecare fiato, e potrei scegliere di non farlo questa volta....- sussurrò con voce bassa e penetrante. Kaede sostenne quello sguardo senza proferire alcunchè. Hanamichi fissò il volto del proprio sposo, scorgendovi le macchie, ormai sbiadite, dei lividi che il loro ultimo scontro aveva lasciato. Poi lasciò la presa. Kaede si toccò il collo, tornando a respirare, mentre osservava quelle spalle girarsi e tornare a risistemare la propria sella. ***** Il gruppo ripartì nelle prime ore del pomeriggio verso Torehod. Procedevano a passo veloce, lungo i sentieri , attraversando sterpi, e boscaglie innevate. Sakuragi spronava il proprio cavallo senza risparmargli forze. E i soldati lo seguivano. Unico suo interesse tornare al villaggio prima dello scendere della notte. Prima dell'arrivo della bufera che avvertiva nell'aria. Kaede, seguiva anch'egli il passo veloce del proprio consorte, percependo la sua inquietudine. Ma non comprendendone la causa. Ad un tratto, mentre attraversavano la folta boscaglia, il drappello di cavalieri fu costretto a fermarsi. Hanamichi frenò il proprio cavallo, tirandone le redini. Degli alberi erano pericolosamente caduti sul sentiero, bloccandone il passaggio. I soldati della scorta si fermarono intorno ai propri sovrani. Hanamichi si guardò intorno, tentando di scorgere un varco alternativo al loro passaggio. Kaede fermò il proprio cavallo bianco, accostandosi a lui, e guardandosi anch'egli intorno. - Sire, la via è bloccata...- - Lo vedo da me..- precisò con fastidio - Come procediamo?- chiese uno dei soldati. Hanamichi mosse alcuni passi, con il proprio cavallo, avanzando verso le querce cadute. Passo lento. Ed attento. Kaede, accanto a lui si guardava intorno. Ad un tratto, attratto da uno strano fruscio provenire dagli alberi..... nell'atto di volgere gli occhi verso l'alto scorse uno scintillio tra le foglie dei sempreverdi sopra di loro.... E fu un attimo. Un attimo per capire... Un attimo per reagire.... - Sakuragi!!- un nome gridato. Un solo richiamo. Due frecce, scoccate da un arco nascosto, colpirono la loro preda. Hanamichi sbattè le palpebre......si risollevò dalla neve in cui era caduto, scrollandone una grande quantità dalle sue vesti....Alzò gli occhi.....appena in tempo per udire i suoni della battaglia in corso... I suoi soldati erano impegnati in combattimento. I suoi soldati erano stati attaccati di sorpresa. Lui era stato attaccato. Una trappola. Un agguato. “Come era stato possibile? Come??” Fu questa la sua prima domanda... “ma ...perchè non era sul suo stallone?” la seconda..... I suoi occhi ebbero appena il tempo di abbassarsi, e scorgere la neve..... Bianca. Bianca e rossa. Rossa di sangue. Sangue caldo e liquido...che colava sul candore di quel latteo manto di gelo ..... Per un attimo pensò di essere stato colpito. Ma subito capì che si sbagliava. I suoi occhi calarono ancora, avvertendo un peso sulle proprie membra. Riverso sulle sue gambe, ansimante...Kaede......... sanguinava.......due frecce.... penetrate nelle sue carni........ Era stato colpito. Colpito alle spalle. Colpito per proteggere lui... Colpito.... Improvvisamente... Hanamichi ricordò quel grido.... Ricordò la caduta sulla neve.... Ricordò l'espressione di Kaede mentre lo afferrava......e insieme a lui precipitava da cavallo.... - Ru...ruk.......Kaede...- sussurrò incredulo, sconvolto.....Ma il principe non rispose. Era privo di sensi. Hanamichi si guardò intorno, un soldato si avvicinava, spada in mano. Capì che non aveva scelta. Scostando Kaede, si rialzò. Sfoderando la spada si preparò alla battaglia. Allo scontro. Che non si fece attendere... I colpi che si susseguirono furono veloci, determinati. Hanamichi non diede scampo al proprio avversario, pochi colpi. Ed egli capitolò al suolo, trafitto da quella lama, forgiata in duro acciaio. Il re dai capelli rossi si volse, avvicinandosi velocemente alla figura del principe Kaede, curvo, al suolo. Lo sollevò di peso, caricandoselo in spalla. E poi velocemente si mosse verso i boschi, tentando di allontanarsi dal campo di battaglia. L'attacco era stato massiccio. I suoi soldati avrebbero retto ancora per poco la battaglia. Affrontarli sarebbe stato un suicidio. E così, carico del peso del principe si mosse, correndo tra la neve e i cespugli di rami secchi, alla ricerca di un sicuro nascondiglio. Alcuni soldati intraviddero il Re scappare, e gli furono subito alle costole. Il passo di Sakuragi era determinato e lungo, sulla fredda neve che solcava il cammino. Ma non fu sufficiente. Era lento. Troppo dannatamente lento, per sperare di fuggire ai suoi attentatori. I soldati lo raggiunsero presto. - Rimanete qui...torno subito...- sussurrò il Re poggiando Kaede vicino ad una quercia. Un nascondiglio sicuro, per permettergli di combattere senza dover temere per la sua incolumità. Il principe gemé dal dolore. Sakuragi sguainò la spada, ed attese i propri inseguitori, che non tardarono a raggiungerlo e circondarlo. A colpi di spada, senza incertezza, il sovrano delle terre del Sud affrontò i propri nemici. Senza indietreggiare. Senza abbassare la guardia egli dimostrò la sua esperienza nelle armi. La sua scaltrezza con la spada, e la sua ferocia. Colpendo. A fondo. Senza risparmiare nessuno dei corpi in fronte a lui. Le lame si scontravano. Le scintille si alternavano al fragore del metallo. Molti erano morti, ma altri continuavano ad arrivare. Erano tanti. Troppi. Affrontarli quasi impossibile...non da solo almeno.... L'unica speranza era fuggire nei boschi, e nascondersi....ma il suo consorte non poteva di certo correre. E lui non avrebbe mai acconsentito ad abbandonarlo lì. Non avrebbe potuto. Non avrebbe mai voluto. Un colpo di elsa lo raggiunse alla spalla, e cadde, temendo il peggio. Ma una spada corse in suo aiuto. Liberandolo dalla minaccia di quella spada nemica. Volgendo gli occhi al suo fianco, Hanamichi scorse Rukawa. Era in piedi. Spada
in mano. - Siete folle?? Dovevate rimanere nascosto!- gli gridò. Ma Kaede non gli prestò ascolto e si buttò nello scontro anch'egli. E la battaglia proseguì, fianco a fianco. Lottando insieme per la loro vita. Proteggendosi a vicenda. Fu un duello lungo, duro. Quando anche l'ultimo uomo cadde, Sakuragi abbassò la sua spada. Era cosparsa di sangue. I sangue di quei nemici. Dei suoi nemici. Si girò a fissare Kaede. Il suo sposo era al suo fianco. Il volto macchiato di sprazzi di sangue. Gli occhi blu che vagavano sugli uomini che giacevano al suolo. Privi di vita. Per un attimo Sakuragi sembrò scorgere una luce diversa in quelle iridi cristalline.... Una luce che non aveva mai intravisto.... - Dobbiamo fuggire....i miei uomini saranno tutti morti...l'unica speranza è attraversare il bosco...e tornare al palazzo...- - Nh!- annuì Kaede. I due si mossero a piedi. In mezzo alla bianca neve....e al gelo....cercando rifugio. La notte cominciava a scendere, e il gelo calava inesorabile. Sakuragi osservò la neve cominciare a cadere. La temperatura sarebbe scesa di parecchi gradi durante la notte. Sarebbe stato un miracolo poter sopravvivere.... E chi aveva teso quell'agguato lo aveva fatto appositamente conoscendo tutto ciò. Sapeva che, anche se fossero fuggiti dalla furia di quei soldati, non sarebbero sfuggiti a quello del freddo.... Si volse a guardare Kaede. Aveva visto, man mano che proseguivano, il suo passo farsi lento. E il suo volto impallidire. Le sue vesti erano inequivocabilmente macchiate di sangue, all'altezza della spalla sinistra. E quelle frecce spezzate conficcate ancora nella sua carne. Ad un tratto il principe cadde. Re Sakuragi si avvicinò, prendendolo tra le braccia. - ...come state...?- chiese piano, - Dov.e.te estra.rr.e le fre..cce...- sussurrò. Hanamichi fissò quelle cuspidi conficcate nelle scapole del proprio sposo. Annuì. - Necessitate l'intervento di un cerusico...- Kaede scosse la testa, - No...Dov.ete fa.rlo voi...forza...- lo incoraggiò. Lui dai capelli rossi annuì, piano, inginocchiandosi, vicino al suo consorte lo appoggiò al suo petto. Strappò un lembo delle sue vesti, ed utilizzandolo per avvolgere un ramo, raccolto vicino a lui, glielo porse. - Stringetelo tra i denti...- sussurrò ponendolo nella sua bocca. Dopo lo osservò. Kaede chiuse gli occhi, appoggiandosi al suo sposo. Attendendo il dolore che sapeva prossimo. Hanamichi si mosse. Strinse forte a sé il giovane Rukawa, poi con decisione afferrò l'asta della prima freccia. E tirò. Lui dagli occhi blu ansimò violentemente. Le sue spalle tremarono. Sentì i sensi quasi lasciarlo dal forte dolore. Con la mano si strinse maggiormente ad Hanamichi. Questi accostò la bocca al suo orecchio. - Adesso estraggo la seconda...- nemmeno il tempo di finire quella frase, e tirò, con forza. Kaede gridò. Lasciando poi ricadere il ramo che teneva tra i denti. Perdendo conoscenza. Hanamichi lanciò via quei dardi insanguinati. Lentamente scoprì le ferite, allargando gli strappi nelle vesti, e vi depositò della neve fredda. Avrebbe favorito la coagulazione, e quindi il cessare della perdita di sangue. Dopo varie applicazioni, strappò dei lembi del suo mantello, premendoli alla ferita, e comprimendo sui tagli. Nella speranza che l'emorragia si bloccasse. Poco più tardi, caricando il proprio consorte sulle sue spalle, proseguì alla ricerca di un rifugio per la notte. Appena la bufera fosse passata avrebbero tentato di attraversare il bosco e tornare al castello. Ormai non potevano più tornare a Torehod. Era chiaro che erano stati traditi. Sperava solo che Kaede riuscisse a resistere. Che le sue condizioni non peggiorassero.... Dentro sé sentiva preoccupazione...... Una strana preoccupazione.... Non avrebbe mai pensato di provare un sentimento del genere per il suo sposo. Forse non avrebbe mai pensato di poterlo provare per nessuno.... Ma si sentiva sconvolto dalle sensazioni che gli si rimescolavano dentro. Sconvolto e inquieto. Tormentato. Da quella loro situazione. Dalle domande che il suo cervello continuava a porsi. Dalle sensazioni che sentiva, mentre portava sulle sue spalle il corpo inerme del suo sposo. Avvertiva uno strano calore provenire dal quel peso gentile.... Un calore che gli entrava dentro...sfiorandogli l'anima.... Un
calore che sembrava fargli quasi male..... La tempesta aumentava, ma finalmente, tra i rami caduti di alcune querce Hanamichi scorse una caverna oscura. Vi entrò, notando come fosse rifugio perfetto dal vento e dalla tempesta. E decise che sarebbe stato il loro nascondiglio per la notte. Poggiò Kaede contro la parete, e controllò il suo respiro. Era vivo. Il suo cuore batteva ancora, anche se la sua respirazione era così debole. Lo coprì con il suo mantello, poi si alzò, ed uscì alla ricerca di legna. Se avessero voluto anche una sola speranza di passare la notte, dovevano tentare di trovare una fonte di calore. E l'unico modo era accendere un fuoco. Non poteva attendere, tra qualche ora la tempesta sarebbe stata nel suo pieno. Dopo un lungo girovagare nelle zone attigue, Sakuragi tornò nella grotta, con l'ultimo carico di legna che aveva ritrovato. Poggiò al suolo i ceppi che teneva tra le mani, poi infreddolito e pieno di neve si avvicinò al piccolo focolare, antecedentemente acceso nel tentativo di riscaldare un po' l'aria di quell'antro freddo e scuro. Vi gettò un grande ramo, per alimentare la fiamma. Dopo, si riscaldò le mani, crogiolandosi in quelle tiepide emanazioni. Ad un tratto dei flebili gemiti giunsero al suo udito. Si volse. Notò gli occhi di Kaede fissi su di lui. Lo guardò. Si guardarono. Intensamente. Fu Hanamichi a parlare per primo. - Siete sveglio....- disse, in una banale constatazione, - Nh..- sussurrò l'altro muovendosi appena, - Come vi sentite..?.- sussurrò, inginocchiandosi vicino a quel corpo ferito, - ho acceso un fuoco, dovrebbe aiutarci a non morire assiderati durante la notte...- , Kaede annuì. - Sto...b.ene...- sussurrò poi. Hanamichi lo fissò senza aggiungere altro. Si sedette di fronte alle fiamme, calde e rosse, pensoso. A disagio. E vi rimase per molto tempo. In silenzio. Mille erano le domande che la sua mente si poneva...mille i tormenti..... I suoi uomini erano morti... Qualcuno li aveva traditi... Il suo sposo era ferito per colpa sua.... Erano in quella situazione per colpa sua... La sua mente rivedeva i fatti appena avvenuti. Costantemente. Finchè... - Sem.brate sorpre.so...- Hanamichi sussultò, - ..dov.ev.ate aspetta.rvelo....- le parole del principe erano dette piano, con calma....nonostante fossero taglienti ed incisive, - Voi credete?- - Siete un illuso ...Re Sakuragi...- a quelle parole quegli occhi scuri si volsero di scatto verso il proprio sposo. Kaede se ne stava appoggiato al muro, stringendosi la spalla con la mano. Gli occhi fissi su di lui. Occhi profondi ed accusatori. - Siete stato...un illuso a...sfidare i conti di Caleydon...- - Non potete dirmi questo...sono io il re di questo regno ormai!- - Vi illudete... di avere tutto... nelle vostre mani...ma non avete saputo condurre.. le redini del gioco nel ...modo giusto...- Kaede respirò profondamente, nel tentavo di recuperare fiato. Hanamichi si avvicinò,ponendosi di fronte a lui. Sospirò, - Non dovreste parlare...vi affaticate...- disse estraendo dalla sua sacca la borraccia piena di acqua. Quelle iridi blù lo fissarono, socchiudendosi stanche. Hanamichi appoggiò quel fiasco freddo sulle sue labbra. E il principe bevve, lentamente. Il Re lo fissò preoccupato. Ed in un attimo sentì la tensione e l'attrito di pochi attimi prima scivolare via...in quel strano sentimento........ - riposate...ne avete bisogno...- - Sapete..mi avete sorpreso...pensavo mi... avreste abbandonato ...per salvarvi...- Sakuragi abbassò gli occhi, sorridendo amaramente...si dispiaceva di quelle parole...ma sapeva che infondo aveva fatto tutto il possibile per meritarle. Il principe notò l'amarezza della piega di quelle labbra.... Piano, mosse la sua mano, poggiandola su quella del giovane dai capelli rossi, che se ne stava ferma, poggiata al suolo. Un gesto gentile. Di appoggio. Sakuragi sussultò a quel contatto. E Kaede lo fissò. Nulla fu pronunciato dalle loro labbra. Ma i loro occhi seppero capire...seppero leggere fin dove la voce non poteva arrivare......laddove solo il cuore poteva ......e dialogarono in un muto osservarsi.... Dopo altri pochi minuti Kaede piegò lentamente la testa, e chiuse gli occhi. Cadendo in un sonno leggero... Hanamichi, seduto al suo fianco lo fissò, con espressione contrita. Guardando quelle mani che si toccavano. E chiedendosi cosa era quella sensazione di tristezza e malinconia che sentiva dentro di sé... ********* Passò il tempo. Nel silenzio, Re Sakuragi fissava le sottili lingue di fuoco disegnare cerchi e forme in quel caldo focolare, in fronte a lui. Come in una danza ipnotica, i suoi occhi si persero in quelle luci, si persero nei propri pensieri... Era rimasto seduto. Appoggiato a quel muro freddo. Vicino a Kaede, che riposava privo di sensi. A fissare quella figura sottile. Le loro spalle si toccavano. Lievemente in un contatto involontario. Ad un tratto Kaede si mosse, reclinando la testa e poggiandola sulla spalla del suo sposo. Questi fissò quella testa nera, e quei capelli, che delicatamente gli sfioravano il collo, solleticandolo appena. Sorrise. Piano. E rimase fermo. Godendo il tepore di quel dolce contatto. Altro silenzio. Altro tempo che scorreva. Hanamichi fissava l'entrata della caverna... Fuori si intravvedeva la bufera in piena. Quasi sicuramente quei mercenari avevano smesso di cercarli. Con quella tempesta sarebbero certamente morti. Ma questo pensiero non serviva a dargli sollievo. Non serviva a cancellare tutto quello che aveva visto....o tutta l'inquietudine che si era accesa in lui.... Sospirò lievemente. - Non dor.mite...?- un voce profonda, bassa, quella di Kaede, gli giunse. - no... come vi sentite?- Nessuna risposta, ma Hanamichi potè ben udire il suo respiro stanco. - Vole.te che mi sco.sti.. da voi...?- una domanda, diretta. La voce stanca...quasi un sussurro... Disagio. Tra loro. In Hanamichi. Che riflettè un attimo a quella domanda... - n.n.o...rimanete pure..così...- Quella testa nera si mosse lievemente, strofinando la guancia sulla stoffa tiepida che copriva quella spalla. Il Re alzò piano una mano, sfiorando la sua fronte, e si sorprese, scoprendola calda. - Avete la febbre...- sussurrò - Nh..- Altro disagio. Incertezza... Preoccupazione....per quella febbre improvvisa... Timore...di non saper trovare le parole giuste... Imbarazzo...nel trovarsi per la prima volta fuori da un letto...fuori da un mondo che fino ad oggi li aveva separati...messi al sicuro da loro stessi.... Per la prima volta costretti a confrontarsi...insieme...soli...
Con la mano gli sfiorò il viso, e sentì Rukawa tremare lievemente. - Avete freddo?- chiese piano. Rukawa fissò quelle iridi scure...rimembrando un altra occasione in cui tali parole erano state pronuciate....e ricordando che allora, dopo la sua risposta, quello sposo lo aveva ignorato...pensando solo a sé stesso.... Cosa avrebbe potuto convincerlo che sarebbe stato diverso questa volta? Solo il fatto che non vi fosse un altra camera ove rifuggiarsi? Solo il fatto che qui Mito non potesse arrivare per fargli carico di quella scomoda responsabilità? Guardò nuovamente quegli occhi che lo fissavano....le parole appena appena sulle labbra......... parole che però....non vollero uscire.... E nel silenzio si udirono solo i loro respiri... Hanamichi sembrò capire... Lo fissò, poi piano si mosse, scostando Kaede dalla parete, e appoggiandosi dietro di lui, al muro, lo fece sedere tra le sue gambe. Piano lo appoggiò a sé. - Appoggiatevi a me....staremo più caldi....- Kaede chiuse gli occhi, e mentre le braccia di suo marito lo stringevano al suo petto, egli poggiò la testa nell'incavo del suo collo. Strofinando la pelle fresca del suo viso contro quella dorata di quel corpo forte. Hanamichi coprì entrambi con i mantelli, sentendo quell'esile corpo che teneva tra le braccia rilassarsi... Si sentiva strano Kaede, racchiuso nel calore di quelle braccia. Sorpreso per quel gesto. Confuso. Quante notti, e in quanti momenti aveva desiderato quelle braccia intorno a sé...quante?...Ed adesso...mentre sentiva il profumo forte e conosciuto di Sakuragi inondargli le narici....si chiedeva perchè?...Perchè proprio alla fine gli era stata concessa quella possibilità? Possibilità di avere un vero contatto, che non fosse solo puramente carnale, ma spirituale, con l'uomo che da tante notti ormai era il suo sposo...ma che infondo...non lo era mai stato veramente... Proprio adesso... Mentre i sensi fuggivano...e così la speranza di vedere un nuovo giorno.... La sua voce delirante si levava alle orecchie di quel giovane dai capelli rossi, che teneramente lo stringeva a sé...cullandolo tra le proprie braccia... - Siate forte...passerà....- - ...io vog.lio..m.mo.ri.re..- Un sussurro. All'improvviso... Gli occhi scuri e profondi del sovrano aperti e sorpresi. - Cosa dite...?- una domanda bassa e sconvolta. - non..voglio più..v.viv.er co.sì...- un delirio, - vo.gl..m.o..i..r..e...- . Un folle delirio. Un folle desiderio di morte. Un folle desiderio di pace. Ad Hanamichi sembrò di cadere nel vuoto. Sentì un dolore al petto. Un acuto e doloroso contrarsi allo stomaco. Ferito. Per la prima volta. Profondamente. Non dall'orgoglio. Non dall'arroganza. Non dalla spada. Ferito dal timore. Ferito dal pensiero di perdere Kaede. Ferito dal pensiero di perdere il proprio sposo. E fu un gelido risveglio per quella coscienza sopita. - Voi...non dovete morire...- sussurrò istintivamente, colto da un brivido,- voi ce la farete Kaede...dovete farcela...- le mani che incorniciavano quel volto pallido. Fissando quegli occhi chiusi e stanchi. Una carezza delicata su quella guancia rosea e calda. Due labbra piene e fresche su quella pelle scottante. Baci, leggeri. Dolci....sulla fronte...sugli occhi....sul naso...sulle labbra... - Vi porterò a casa Kaede...vi prego resistete....vi porto a casa....- Una promessa. Con sé stesso. Una promessa. A quell'uomo che giaceva tra le sue braccia. E così, all' alba di quel freddo, nuovo giorno, Re Sakuragi partì. Con il principe carico sulle sue spalle, verso la loro destinazione. Verso palazzo. Verso casa. Il freddo sembrava non voler cessare. La neve cadeva ancora, mentre i flebili raggi di sole illuminavano i sentieri del bosco. Camminava Sakuragi. Camminava senza sosta. Stanco. Infreddolito. Ma con un unico obiettivo: raggiungere il castello. Salvare il proprio uomo. Vagò a lungo. Immerso nella neve. Cadendo, ma rialzandosi. Mosso solo dalla sua volontà. E da una promessa. Finchè, in lontananza, durante quell' infinito vagare, scorse un immagine. Un cavallo. Bianco. Il cavallo di Kaede. La sorte era stata clemente. Salì sulla sella. Il principe poggiato a lui, tra le sue braccia. Privo di sensi. Lo coprì come potè, per ripararlo dal gelo. Dopo, fu un lungo cavalcare. Nella tormenta che non dava tregua. *************************** Il cavallo, sfinito, rallentò il passo. Sakuragi cercava con gli occhi un appiglio familiare per guidare i propri passi verso la salvezza, ma la fitta nebbia di gelo copriva ogni cosa. Si sentì ad un passo dal cedere. Abbassò gli occhi. Il viso di Kaede era così pallido. Lo sfiorò con il palmo della mano. Freddo. Irrimediabilmente e pericolosamente, freddo. Sembrava quasi aver smesso di respirare. Strinse quel corpo a sé. Con sgomento. - Resistete Kaede...vi prego...- un sussurro disperato, mentre di fronte ai suoi occhi appariva l'imponente torre del castello di Caleydon.....e la follia del suo dolore scivolava via in una flebile speranza......... “ Kaede...siamo...a casa....” Owari.. ****** Finito
anche questo capitolo!! Fiuuuuu non sapete che faticaccia!!! Volevo
ringraziare tutti quelli che mi scrivono e commentano, dimostrandomi
grande partecipazione, in particolare hinao85, siz (grazie mille delle tue
preziose osservazioni!!), Mirra, Kiriko, Strawberry, Silvì76 (un
grandissimo abbraccio! ), Lara, parsifal,ashlynx88, Silene, Mel Ringrazio
in particolare bluejusttooblue e hinao85. Spero
di non aver dimenticato nessuno!!! Per
chi me l'ha fatto notare: questa versione stronzissima di Hanamichi sta
risquotendo parecchie antipatie, ma vi prego non uccidete il mio puccino,
che infondo lo sappiamo che non cattivo :) (è solo l'autrice che è un
po' malata di mente nd. Saku ^__________________^
) Alla
prossima, un bacio a tutti `ShaKa`
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