Rating: VM-17,
penso...
Commento: Ehm... questa è stata la
prima ficcy yaoi che abbia mai scritto! Difatti risale all'agosto dell'anno
scorso, circa... di solito non scrivo questo genere di yaoi, comunque, spero
vi piaccia!
Whisper
di Snowrain
Aaaaahhhh...
anf...
anf...
anf...
Maximilian Poison, detto Turbo, si accasciò sul corpo della ragazza dal viso
angelico ma eccessivamente truccato, sotto di lui. Gli sorrise
maliziosamente sfiorandogli le carnose labbra rosse di rossetto sbavato.
-...Piaciuto, razza di troia?- le sussurrò fra gli ansimi di entrambi.
La donna non badò all'insulto e ricambiò il suo sorriso in cenno di assenso.
-Quello che ti devo è in sala- gli rispose, alludendo alla piccola camera
dove le clienti sceglievano i ragazzi che desideravano. Maximilian era uno
dei più noti, fra quelli. E anche il più ricercato. Da quattro anni oramai
lavorava in quel bordello, dentro una discoteca piena di gente a qualunque
ora. E ricordava ancora la sua prima volta, a 17 anni, quando sua madre
l'aveva venduto dopo aver perso tutto. Preso da uno dei suoi soliti scatti
di rabbia, uscì bruscamente dalla ragazza facendole esalare un gemito di
dolore. Lui gli schiacciò l'occhio maliziosamente. -Il mio lavoro è finito,
bye Baby...- e uscì di fretta dalla camera.
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Vivien Aron si guardò intorno, spaesato, coi grandi occhioni nocciola da
cucciolo che si aprivano e chiudevano increduli. I cinque ragazzi dietro di
lui, tre maschi e due femmine, gli sorrisero raggianti e compiaciuti. -Che
ne dici, Pet? Buon compleanno!- esclamarono in coro, sentendosi molto poco,
sovrastati dal chiasso pazzesco della musica dance da discoteca. 'Pet' era
il nome che a scuola gli avevano affibbiato dato il suo straordinario viso
femmineo da cucciolo.
-E voi mi avete svegliato alle 2 di notte, il giorno del mio compleanno,
per... portarmi in discoteca?!- borbottò sdegnato Vivien, voltandosi
bruscamente verso i compagni. I suoi boccolosi capelli castani gli
accarezzarono dolcemente il viso.
-Noooo!- lo smentirono i due gemelli della compagnia, Kaylee e Mickol.
-Questa non è una discoteca comune... e noi abbiamo un regalino per te!- si
scambiarono un occhiolino malizioso. Vivien iniziò a preoccuparsi. Venne
accarezzato teneramente da Fiche, la ragazza più perversa del gruppo, che
gli leccò un orecchio. -Avanti Baby-Pet, è ora che tu perda la verginità...
Sei l'unico nella nostra Crew che cel'ha ancora...- gli mordicchiò il collo
e gli stampò un succhiotto sulla candida pelle vellutata come quella dei
bambini, assolutamente senza imperfezioni.
Vivien rimase di sasso, SERIAMENTE preoccupato. -C-che...- balbettò -...Cosa
volete farmi?-.
Fiche lo abbracciò da dietro, continuando il suo lavoro di lingua sul suo
collo. Sapeva che Vivien era incapace di ribellarsi a qualsiasi azione, di
qualunque genere. -Oh, noi niente! A te ci penserà Turbo!- rise la prima dei
due gemelli. -Hai visto come siamo bravi? Ti abbiamo anche scelto il
migliore! Ovviamente è il nostro regalo, non ci devi nulla!-.
Vivien li scrutò sconcertato. -'Turbo'?- chiese con voce strozzata.
Iniziavano a tremargli le gambe.
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Maximilian aspettava fuori dalla porta azzurro scolorito della camera, dove
avrebbe consumato la sua prossima vittima. Aveva addosso solo dei pantaloni
di pelle lucidissima neri, molto aderenti alle gambe. Forse anche perché era
sudato dall'attività precedente. Inoltre aveva dovuto farlo anche col capo,
che ogni volta che lo vedeva andava su di giri e si eccitava da matti.
Proprio quando fece per tirar fuori una sigaretta dalla tasca, vide un
gruppo di ragazzini spingere oltre la porta dello stretto corridoio un
ragazzo e chiuderlo dentro. Il ragazzino cadde a terra, sbattendo il naso.
Si alzò massaggiandoselo. Maximilian rise. Si, doveva essere lui! Gli si
avvicinò, facendolo alzare bruscamente, girando la chiave nella serratura
della porta appena sbattuta e inchiodando il ragazzino al muro, una volta
bianco. L'adolescente lo guardò terrorizzato. Lui gli sorrise
maliziosamente. -Sei tu Vivien?- gli chiese.
Vivien annuì a stento, deglutendo con forza. Maximilian gli rivolse un altro
ghigno divertito, e i suoi occhi aurei e grandissimi presero a brillare e a
risaltare sulla candida pelle e i lunghi capelli neri. -Vivien è un nome da
femmina... Si addice perfettamente ad un bimbo effeminato come te!-, gli
prese il mento fra il pollice e l'indice e portò il suo viso al suo,
sfiorandogli le fini labbra rosee.
Il ragazzino fra le sue braccia era a dir poco terrorizzato. Per darsi un
contegno serrò le palpebre, celando i profondi e impauriti occhi nocciola.
Maximilian si espresse in un sorrisetto lussurioso. Prese in braccio il
ragazzo, trascinandoselo fino in camera. Entrò e si chiuse a chiave la porta
alle spalle. Scaraventò Vivien sul letto, sdraiandoglisi sopra. Gli scostò
una ciocca castana di capelli dal viso candido e puro come la neve.
-Io sono Turbo, penso che tu lo sappia... I tuoi 'amici'- pronunciò quest'ultima
parola con tono sarcastico -mi hanno pagato per stare con te ben due ore!
Devono essere molto ricchi! Sei contento?- rise diabolicamente iniziando ad
accarezzare vogliosamente il corpo leggero ed infantile del ragazzo, che
emise un mugolio strozzato. Gli strappò la camicia di dosso, avido del
momento in cui avrebbe infangato la sua innocente purezza. Il ragazzino
iniziò a tremare, socchiudendo le labbra e serrando di più le palpebre.
Maximilian, che gli stava leccando e mordendo passionalmente il collo, salì
alle sue labbra e con uno scatto violento le catturò in un bacio. Lo scatto
fu però tanto violento da provocare al piccolo una ferita al labbro
superiore, che iniziò a sanguinare. Maximilian parve compiaciuto da quella
novità e prese a baciarlo con più foga, bevendo il suo dolce sangue, che
usciva copioso rigandogli il mento e contrastando la sua pelle diafana. Nel
frattempo le mani del prostituto scesero sui jeans a tre quarti del ragazzo,
sfilandoglieli di fretta, concentrando così l'attenzione sui boxer, che però
non sfilò subito, ma attese di essersi spogliato anche lui. Poi con uno
scatto veloce tolse anche quelli. Si allontanò dal viso sporco di sangue e
lacrime del ragazzino, ammirando il suo bel corpo, snello, piccolo e
infantile, ma candido come le nuvole. Iniziò a passare il dito medio lungo
il collo, il petto, fino agli addominali molto poco scolpiti rispetto ai
suoi, accarezzandogli l'interno coscia e poi prendere tra le mani il suo
sesso, e accarezzandolo vogliosamente. Il ragazzino non poté trattenere un
gemito di piacere. Poi si morse le labbra, che sanguinavano ancora.
Maximilian sorrise compiaciuto, chinandosi sulla sua virilità e leccandone
circolarmente la punta, maliziosamente. Nel frattempo osservava di sottecchi
il ragazzino che ansimava stringendo le lenzuola nei pugni serrati.
Max prese a leccarlo e mordicchiarlo lentamente per tutta la sua lunghezza,
accarezzandogli bramoso i fianchi snelli e l'interno coscia. Un forte
brivido di piacere ed eccitazione passò lungo la schiena di Vivien, fino ad
arrivargli al sangue stesso. Il ragazzino ansimava sempre più forte
aggrappandosi alle coperte color crema. D'un tratto lanciò un forte gemito
di piacere, sentendo Max che si infilava in bocca il suo sesso, continuando
a leccarlo con foga.
Max lo osservava compiaciuto mettendo, come sempre, tutto sè stesso in
quello che faceva. Poi sentì uno strano calore in bocca e ingoiò. Vivien era
venuto in fretta. Aveva un sapore delizioso, tanto che decise di farglielo
assaggiare. Risalì lungo il suo candido petto, ricatturando le sue labbra in
un voglioso bacio e facendogli assaggiare il suo stesso sapore, che si unì
al suo sangue scarlatto. Poi si staccò e lo osservò. Adesso il ragazzo aveva
socchiuso gli occhi e lo fissava, come un cucciolo bastonato. Non vi badò,
pensando invece di essere arrivato finalmente al punto cruciale, il più
bello, eccitante e divertente. Gli sorrise subdolamente, sadicamente. Il
ragazzino sbarrò gli occhi, pieni di lacrime.
Max gli prese le gambe, snelle e slanciate come quelle di una ragazzina, e
le spalancò accavallandosele sulle spalle.
Vivien prese a singhiozzare convulsamente.
Max rise compiaciuto, alzando il busto verticalmente e, di conseguenza,
alzando anche il bacino del ragazzo verso di lui. Senza attendere oltre lo
penetrò.
Vivien lanciò un urlo soffocato, richiudendo gli occhi, mordendosi
violentemente le labbra e serrando i pugni fino a farsi male.
Maximilian iniziò ad entrare e uscire dall'apertura del ragazzo, con fare
meccanico, ansimando anche lui dal piacere. Il piacere di aver rubato ad un
ragazzino la cosa più preziosa e rara che aveva. Prese ad accarezzargli le
gambe liscie e i fianchi, sempre più eccitato, sentendolo gemere di dolore e
piacere sotto di lui. Sentiva il loro caldo sudore unirsi, come loro stessi
stavano facendo, in quell'emozione che neanche i martiri possono
raggiungere. L'emozione di avere un corpo nudo sotto il proprio, sentirlo
gemere, ansimare. Quell'emozione che Max conosceva meglio di ogni altra cosa
al mondo, e che tante, innumerevoli volte aveva provato e che ancora
provava.
Poi venne dentro il ragazzo, che lanciò un altro strillo.
Uscì da lui, bruscamente, lasciandogli andare le gambe che scivolarono lungo
le sue braccia. Si accasciò sul suo corpo, sentendo il suo sangue, le sue
lacrime e il suo sudore a contatto con la sua pelle. Quel ragazzino l'aveva
fatto eccitare tantissimo. Bramava ancora le curve di quel corpo infantile,
caldo e morbido.
Sentiva il petto dell'adolescente scoppiare convulsamente sotto di lui in
singhiozzii isterici. Vivien non si era ancora calmato, anzi, piangeva più
forte, nel rendersi conto di quello che gli si era appena stato fatto, a
quel prezioso modo di essere che non avrebbe potuto riavere mai più, a
quella profonda e rara purezza strappatagli via in un istante.
Maximilian si appoggiò sui gomiti per tirare su il busto e osservare meglio
il cucciolo ferito che aveva sotto. Guardò con melanconicità i suoi grandi
occhioni nocciola, colmi di grosse lacrime cristalline, che gli solcavano le
guance piene, arrossate dagli ansimi. Quanto era bello... Gli accarezzò
piano una guancia umida, quasi sfiorandola dolcemente. Gli sembrava tanto
piccolo e fragile da aver paura di romperlo se l'avesse anche solo sfiorato.
Vivien gli rivolse un'occhiata di misto dolore e disprezzo. -...P-perché...?-
gli chiese con voce flebile, tra i singhiozzi. -...Perché mi hai fatto
questo?...-.
Maximilian venne assalito da un gran senso di colpa come non ne aveva mai
provati. Fissò gli enormi occhi d' ambra di Vivien, incapace di rispondere
alla, solitamente, semplice sua domanda.
Perché si sentiva in colpa? Perché le parole gli erano rimaste in gola?
Perché la sua mente aveva fermato tutti i suoi pensieri in quell'attimo, su
quel semplice corpicino infantile e quel dolce visino d'angelo, ormai
decaduto e sporcato, violato. Un angelo che senza le sue candide ali era
ormai incapace di volare, ed era proprio lui ad avergliele strappate.
D'un tratto capì il senso dei sentimenti che quel ragazzino gli stava
provocando. Era la sua stessa immagine riflessa a 17 anni, quando per la
prima volta conobbe anche lui quel mondo, quell'inferno, proprio lì su quel
letto macchiato di sangue, violenza e lacrime.
Si chinò a baciarlo sulla fronte, ma il ragazzino si scostò, ripetendo a
stentoni la stessa domanda alla quale Max non sapeva rispondere.
-Mi dispiace, piccolo...- si scusò, riuscendo lo stesso a sfiorargli la
fronte con le labbra. -...Il lavoro è lavoro...-. Chiuse gli occhi aurei,
per celare il loro luccichio acqueo. Che merda di scusa. Poi sentì le magre
braccia del ragazzo avvinghiarsi al suo collo, e la sua testolina, nascosta
sulla sua spalla.
Max mantenne gli occhi chiusi, portando una mano ad accarezzargli dolcemente
i capelli, e l'altra a cingergli il fianco.
-Scusami, ti prego...- gli sussurrò all'orecchio, supplicandolo. -...Non
piangere...-.
Ma Vivien non accennava a smettere di singhiozzare. -...Non sarà mai più
niente come prima... Come potrò ancora farmi vedere in giro dopo aver
subito...questo!?- urlava.
Max lo strinse più forte a sè. -No, ti prego, non piangere, per favore
perdonami, se puoi, ti scongiuro...-. Non sapeva neanche lui da che cosa
venivano quelle parole. Non erano le sue, di solito non avrebbe mai parlato
in quel modo, specialmente ad un bambino!
-...Come...?- Vivien si era nuovamente spostato, per guardarlo negli occhi.
Max non potè resistere alla tentazione di baciarlo, e accarezzarlo in un
caldo abbraccio, mentre la sua lingua si intrecciava con quella di Vivien,
che oramai non aveva neanche più la forza di sottrarsi. Quando finì, Max lo
guardò profondamente negli occhi, prendendo il suo visino umido fra le mani.
-C'è un modo, bimbo, per affievolire la colpa di questo sporco atto...- gli
sussurrò -...Sai qual'è?-.
Il ragazzino scosse a stento la testolina, sconsolato.
-Dobbiamo innamorarci seriamente l'uno dell'altro-.
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