When the
sun comes parte
II
di Hotaru
"Ti
vuoi dare una mossa, sì o no?!" le parole di Tetsuo risuonavano
nella testa di Mitsui come un martello pneumatico.
"Ma..ma...tu
cosa farai?" la guardia dello Shohoku non riusciva ad interpretare la
situazione.
"Ti
sei rincretinito, Mitsui?! E’ ovvio: me la caverò come sempre!!"
ciò che diceva il teppista non aveva molte probabilità di realizzarsi.
Tuttavia egli doveva rendere il favore a Mitsui: se una volta era stato
l'intervento fortuito del giocatore con l'armata Sakuragi a salvargli la
vita, ora era Tetsuo in
debito
Lo
stesso Hisashi non credeva alla parole sprezzanti dell'amico.
La
rissa si scatenò e Tetsuo cominciò a riempire di pugni e schiaffoni
tutti quelli che gli capitavano a tiro. Quel pomeriggio era proprio in
forma, nemmeno la pioggia poteva ostacolarlo.
Dopo
l'ennesimo rimprovero del teppista, Mitsui si mosse verso la rete più
bassa da scavalcare, ma fu fulmineamente fermato da un paio di ragazzi dai
calci facili.
"Dove
credi di andare, tu?! Con te la festa non è ancora cominciata!!".
Mitsui
indietreggiò e scivolò su di una pozzanghera, bagnandosi ulteriormente.
"Ah-ah-ah!!
Guardatelo!! Come ti sei ridotto, povero Hisashi Mitsui!! E pensare che un
tempo eri il nostro leader... che schifo!!".
"Ora
basta!! - si alzò di scatto- E va bene... io non vi potrò picchiare, ma
nessuno mi potrà accusare di alcunché se voi non sapete evitare un
pallone da basket, vero?!" sul viso di Mitsui comparve un ghigno
perfido.
"Ma
cosa inten..".
Il
teppistello non riuscì nemmeno a finire di completare la frase che si
ritrovò una palla di basket piantata con una certa forza nello stomaco.
La palla rotolò nuovamente nelle mani della guardia dello Shohoku che,
presala in mano, la fece roteare con abilità su un dito: "Ora si
capisce cosa volevo dire?!"
"Sei
solo uno stronzo!" ma anche il secondo ostacolo alla sua fuga fu
subito azzittito con un abile rimbalzo della palla sul terreno, che si
infilò proprio sotto il mento dell'avversario, che non riuscì ad evitare
l'impatto, cadendo goffamente all'indietro.
"E bravo il
nostro campione... hai sempre avuto una mente eccezionale per saper
fregare il tuo nemico, vero?!- le parole compiaciute di Tetsuo facevano da
sottofondo ad un potente schiaffone che colpiva in pieno il volto di Ryu -
Dai, ora vedi di andartene, prima che quelli si rialzino!! Agli altri ci
penso io... sono solo delle mezze seghe!!".
("Ehm...
linguaggio!!" N.d.Hanamichi / "Scusa... ^v^...
parla Mr.-ho-studiato-a-Oxford!!" N.d.Hotaru
/ "Ah-ah-ah. Senti
un po’... ma non doveva essere una ff a tre? O sbaglio?!"
N.d.Hanamichi / "Eeeee... porta pazienza!!! In questo capitolo non
compari ancora!!" N.d.Hotaru / "Che palle!!" N.d.Hanamichi
/ "Appunto.... w la finezza!!" N.d.Hotaru)
Mitsui
ringraziò l'amico, ma prima di andarsene fece rimbalzare la palla
arancione sulle teste dei suoi rivali, che caddero svenuti a terra:
"...Canestro!!" pronunciò sorridente, riprendendo il suo
pallone fra le mani e stringendolo come un dono prezioso e
incommensurabile.
Presa
la rincorsa, si apprestò a saltare la rete metallica, sotto una pioggia
scrosciante e un cielo furioso e pregno di tensione.
Fuori
dal campetto, iniziò a correre lontano, lasciandosi alle spalle le voci
dei suoi ex-compagni e i sonori ceffoni di Tetsuo.
Voleva
andarsene da un passato ricomparso così all'improvviso, voleva andarsene
dalle risse inutili. Tutto ciò che gli importava era lì, nelle sue mani.
E ancora una volta gli aveva salvato la vita.
La
pioggia, che per tutti gli anni passati l'aveva aiutato a dimenticare, a
cancellare tutti gli errori che dentro di lui sentiva di compiere, ora
invece, sembrava rallentare il suo cammino. Le gocce gli si abbattevano
contro come tanti proiettili. Più correva, più la densità di schegge
umide che lo colpivano aumentava.
E
ciò non lo faceva stare bene.
Non
sapeva nemmeno dove stava andando.
Non
guardava la strada di fronte a lui: imboccava solo la prima via
percorribile, senza esitare, pur di fuggire per sempre da quel posto.
Capiva solo che si stava allontanando da casa sua... ma ora dov'era
veramente la sua casa?
Dov'era
il suo cuore?
Possibile
che nel giorno in cui aveva deciso di rimettere piede nel luogo dove aveva
trascorso la sua infanzia giocando a pallacanestro gli dovesse capitare di
scontrarsi con quel gruppo che così
tanto era riuscito a togliergli?
Possibile
che fosse un segno del destino?
Possibile
che lui ... che lui dovesse smettere di giocare a basket?! No, non ci
credeva!! Non poteva accadere!!
Lui,
Hisashi Mitsui, nominato il migliore giocatore, non poteva, non voleva
smettere!!!
A
quel pensiero si mise a correre ancora più forte, col viso basso, per
nascondersi dalla pioggia e per nascondere agli altri le lacrime che stava
versando, a chiunque stesse passando per quelle strade, se sempre qualcuno
poteva aver avuto la pazza idea di avventurarsi in giro con quel
tempaccio.
Erano
svariati minuti che correva alla cieca per le strade di Kanagawa... poteva
trovarsi ovunque: magari ancora dietro casa sua, magari in un'altra
prefettura. Ma nulla gli importava, era diventato tutt'uno con la pioggia,
da quanto era inzuppato d'acqua.
E
l'acqua si infiltra ovunque, in ogni fessura aperta, in ogni piccola crepa
... l'acqua è sempre l'acqua. Ora, invece, Hisashi Mitsui faceva fatica a
riconoscere se stesso; poteva essere in un qualunque posto, in un
qualsiasi tempo che nulla sarebbe cambiato: era confuso e disorientato,
non solo per quanto concerneva le strade.
Lo
era nell'anima.
"Forse
è il caso che mi fermi... ho corso abbastanza... chissà dov..".
Caboom!!!
Uno
schianto. Una bicicletta distrutta. Due corpi doloranti a terra.
"Ma
porca ...!!! Dannazione, potresti essere più attento quando ti muovi con
la bicicletta???!!! Non mi hai visto arrivare correndo?!" ci voleva
anche questo ciclista per completare la giornata.
"...".
Mitsui
non ottenne risposta, vide solo un corpo di spalle alzarsi e raccogliere
l'ombrello volato qualche metro più in là.
"Ehi,
senti tu!!! Sto parlando con te!! Datti una svegliata e rispondimi!!"
disse mentre lentamente si rialzava.
L'altra
figura si avvicinò, chiuse l'ombrello, raccolse la bicicletta, o quello
che ne rimaneva, appoggiò il tutto al muro di una casa limitrofa e sibilò:
"Io non perdono chi disturba il mio sonno... nemmeno se sto pedalando
in bicicletta con l'ombrello in una mano!!" e si preparò a colpire
il volto di Mitsui.
("Eh
già, e poi??!! In bici, con l'ombrello, sotto la pioggia..."
N.d.Hanamichi / "Che c'è?! Sei per caso geloso delle abilità di
Ka-chan?!" N.d.Hotaru / "No, certo che no!! Io saprei fare di
meglio!!" N.d.Hanamichi-spocchioso
/ "Ah sì?!" N.d.Hotaru-perplessa / "Ahahahahahah!!!
Sono o no il tensai per eccellenza, io?!?! Quel baka di Rukawa lo batto
come e quando voglio... non solo nel basket, ma anche a fare
l'equilibrista sulla bici!!!" N.d.super-Hanamichi / "Se lo dici
tu..." N.d.Hotaru-un-po'-ma-solo-un-pochino-scettica).
"Ma
che....Rukawa?!?!" gridò appena in tempo Mitsui per evitare il colpo
del ragazzo.
A
sentire pronunciare il suo nome da una voce forse famigliare, il volpino
drizzò le orecchie e spalancò un po' gli occhi per vedere meglio chi
fosse la sua preda: "...Mitsui?!" la risposta di Rukawa aveva in
sè la stessa meraviglia che aveva appena dimostrato il numero 14 dello
Shohoku nel rendersi conto che si era scontrato con il numero 11!!
Rukawa
lasciò la presa e riaprì l'ombrello.
"Ma
cosa diavolo ci fai qui tu?!" la sorpresa era evidente nelle parole
dell'ex-teppista, ma nel suo sguardo si poteva notare un po’ di sollievo
perché aveva incontrato un suo compagno di squadra... e non un perfetto
sconosciuto.
"Io
qui ci abito" fu la risposta lapidaria della matricola.
"Ma
qui ci abito io!!! Cioè, no... aspetta un attimo: hai detto che qui ci
abiti tu?!"
"...".
"Lo
prenderò per un sì...; se qui c'è casa tua... allora non può esserci
casa mia.... ma questo non è il mio quartiere... questo è ..questo è...
che quartiere è questo?!" Mitsui non si raccapezzava più.
"Il
quartiere residenziale".
"Il
quartiere residenziale.... . Il quartiere residenziale???!!! Oddio.... ma
quanti chilometri ho fatto??!! Ero così immerso nei miei pensieri da non
rendermi conto della strada che mi lasciavo alle spalle!!! Senti, non è
che saresti così cortese da indicarmi la strada più veloce per
tornarmene a casa?! sai com'è... in queste condizioni ho buone possibilità
di beccarmi una broncopolmonite livello 10!!".
"Non
so dove abiti".
"Ah,
beh... giusto. Mmm... hai presente il quartiere F. ? Ecco,
accanto alle medie Takehishi".
Rukawa
stette zitto per qualche secondo e poi riprese: "Prendi la mia
bici".
"Veramente
me la presteresti?! Beh, sono senza parole!! Domani te la riporto a
scuola... sempre se sarò ancora vivo con tutta la poggia che ho preso!! -
Mitsui fissò il trabiccolo - Però sei sicuro che resisterà fino a casa
mia... non vorrei trovarmi a metà strada con un rottame in mano...".
"Prendi
la mia bici e seguimi" specificò.
"...
ma cosa??!".
Rukawa
iniziò ad incamminarsi verso un cancello metallico poco distante, prese
dalle tasche un mazzo di chiavi e spalancò le porte di ferro, facendo
cenno al compagno di seguirlo all'interno. Sebbene quel comportamento
suonasse piuttosto indecifrabile alle orecchie di Hisashi, egli decise di
assecondarlo: preferiva trovarsi lì con una persona che conosceva,
piuttosto che lanciarsi nuovamente sotto un acquazzone infernale per
tornarsene solo verso casa .
Il
proprietario della villetta fece appoggiare la ferraglia in un angolo del
giardino d'ingresso e proseguì verso la porta d'entrata. Mitsui era
piuttosto divertito dalla situazione, anche se non vedeva lo scopo dei
gesti di Rukawa.
"Si
può sapere cosa diavolo hai intenzione di fare con me?! Ti ho
semplicemente chiesto se sapevi indicarmi la strada per arrivare a casa
mia... e tu mi hai completamente ignorato!!" sbottò il senpai quando
Kaede era riuscito finalmente ad aprire la porta e stava varcando la
soglia di casa.
"Tu
sei arrivato fin qui. Tu devi sapere come tornarci" fu la replica
diretta.
Mitsui
sgranò gli occhi: "La tua scortesia arriva a tanto?! Ho avuto una
giornataccia...sono già abbastanza innervosito, senza che tu e la tua
innata accoglienza possiate peggiorare il mio umore... quindi vediamo di
finirla qui. Ci si
vede".
Fece
per apprestarsi al cancello, quando: "Se esci ancora ti prenderai una
broncopolmonite davvero."
Cosa?
Avevano udito bene le sue orecchie? Rukawa si stava interessando a lui? Il
giovane grondante d'acqua si fermò di scatto e senza nemmeno voltarsi
disse: "E avanti, sentiamo: cosa mi consiglieresti di fare?! Prendere
una Spider nuova fiammante e arrivare in un batter d'occhio a casa mia...
senza saper nemmeno come giungerci?!" sarcastico.
"Ti
stavo offrendo un riparo. Ma se non vuoi..."
Questo
era troppo: ora capiva i piani di Rukawa, ma... non era possibile!! Si
stava superando ogni più ardita immaginazione!! Però... non poteva
perdere un'occasione come quella!!
"Accetto!!"
disse, infilandosi velocemente al riparo dalla pioggia.
Il
proprietario si tolse le scarpe e l'ospite accennò a fare lo stesso, ma
fu improvvisamente bloccato: "Ti prendo delle pantofole
asciutte".
"Cos'è
che fa?!-pensò attonito Mitsui con una scarpa in mano e l'altra ancora
indosso- No, probabilmente sto solo sognando... sì, mi devono aver dato
tanti di quei pugni da farmi svenire e fra poco mi sveglierò sul campetto
di gioco sporco di acqua e sangue. Non vedo altra spiegazione!!".
Poco
dopo Rukawa tornò con in mano delle pantofole e un asciugamano: "Al
piano di sopra, nella prima porta a sinistra, c'è un bagno; se vuoi puoi
farti una doccia".
"Fradicio
come sono, se non mi faccio subito una doccia calda, rischio di finire al
pronto soccorso..." pensò trasognante il ragazzo.
"Gr...grazie,
se non disturbo..." si rivolse al compagno, che come risposta, lasciò
cadere gli oggetti che portava con sè nelle mani dell'altro.
Owari
capitolo 2.
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