What if...

di Cassandra

 

La prima parte della storia è una semplice trasposizione di alcune scene della 39° puntata di Saiyuki dopo le quali, il racconto si modifica acquisendo un corso diverso dalla serie televisiva.

A questo proposito, dopo la prima parte, il racconto è da considerarsi quasi un universo alternativo ( oltre ad un delirio completo ) dove accadono eventi completamente indipendenti.

Questo determina anche il titolo in quanto, le parole inglesi WHAT IF … vengono tradotte E SE …

Normalmente, questa dicitura è usata per segnalare racconti dove gli eventi, a un bivio presente nelle serie regolare, prendono strade molto diverse ( Es. Lady Oscar, al famoso ballo, invece di presentarsi in alta uniforme, asseconda i desideri paterni e veste come una donna ).

Ovviamente, i personaggi di Saiyuki non appartengono a me ma a Kazuya Minekura

 

Introduzione

( si ricorda che questa parte, tranne qualche licenza, ricalca fedelmente l’episodio 39 )

 

Il monaco era seduto scompostamente sulla lunga panca, la gamba destra piegata in modo da potervi appoggiare distrattamente il braccio e l’altra a penzoloni giù dal legno.

La parte superiore della veste cerimoniale, abbassata sino alla vita, permetteva di vedere il nero top fasciare il busto del Venerabile Genjo Sanzo Hoshi.

Guardando, senza vedere, il mondo al di fuori della finestra, l’uomo aveva la mente lontana … persa nel tempo … persa a una distanza di quasi dieci anni … perso in una giornata di pioggia come quella.

Il suo umore rispecchiava il cielo, tetro e portatore dei ricordi che tanto avrebbe voluto cancellare … ricordi del giorno in cui aveva perso per sempre la sua infanzia ed il suo adorato maestro.

Aveva iniziato a piovere durante la notte e, nonostante fossero trascorse parecchie ore, l’acqua non sembrava intenzionata a smettere di cadere.

Sanzo aspirò l’ennesima boccata di fumo dalla sigaretta che teneva fra le labbra: l’ultima di una lunga serie i cui, mozziconi avevano ormai riempito il posacenere.

Era completamente solo nella casa che avevano affittato per la notte: i suoi compagni lo avevano lasciato con il pretesto di andare a fare provviste … una scusa patetica per uscire dal suo raggio d’azione ma  a cui lui si era guardato bene dall’obbiettare.

Preferiva che si allontanassero … che non potessero vederlo in procinto di leccarsi le ferite come quel debole individuo che era … che non vedessero mentre si contemplava le mani, nei suoi ricordi ancora sporche del sangue del Venerabile Komyo Sanzo Hoshi.

L’uomo che era stato il suo maestro … l’uomo che era stato padre … l’uomo che era morto per salvare la sua inutile vita.

Goku era stato l’unico del gruppo ad apparire titubante all’idea di lasciarlo solo.

Tzè, come se lui avesse avuto bisogno della compagnia di qualcuno.

Assurdo che, dopo quattro anni di convivenza, la scimmia non avesse ancora imparato ad allontanarsi quando vedeva il cielo annuvolarsi.

Stupido animale!

Come evocata dai suoi pensieri, la creatura eretica irruppe nella stanza:

“Sanzo, ti sei svegliato. Ah, ma cosa fai? Perché non rimani sdraiato? … E smettila di fumare … Ah, guarda cosa ti ho comprato: delle caramelle per la gola, una mascherina e anche delle pesche sciroppate …”

Durante questo fiume di parole, Goku era entrato in casa , aveva posato il sacchetto di carta che teneva fra le mani ed aveva iniziato ad estrarne il contenuto per poi aggiungere, dopo una breve pausa per riprendere fiato:

“Senti, vuoi mangiare adesso?”

“Non ho il raffreddore” puntualizzò freddamente il monaco senza nemmeno voltarsi verso il suo interlocutore.

In quel momento l’unica cosa che Sanzo desiderava era stare solo con il suo dolore, possibile che quell’essere petulante non riuscisse a comprendere il suo stato d’animo?

Possibile che Goku dovesse stargli sempre appiccicato?

Il diciottenne, sorpreso dalla durezza nella voce del suo sole, alzò il capo per osservarlo con gli immensi occhi dorati: il biondo monaco aveva gli occhi lucidi e la pelle era di un pallore allarmante.

“Però non hai il colorito di una persona sana” osò mormorare prima di accorgersi che l’altro stava accendendosi l’ennesima sigaretta.

D’impulso, il demone si avvicinò al bonzo strappandogliela di bocca: “Insomma, vuoi capirlo che non devi fumare?” e poi, più dolcemente avvicinando la propria mano alla fronte dell’uomo “Voglio sentire se hai la febbre …”

Questo era decisamente troppo per il biondo monaco che scostò, in maniera violenta, la mano del ragazzo.

Gli occhi viola dell’uomo, lanciavano lampi di furia all’indirizzo di Goku:

“Ti ho già detto che non sono malato”

“E all’ora cos’hai?” domandò l’altro che, anche se conosceva gli effetti del maltempo sul suo mentore, non era ancora riuscito a rassegnarsi a vederlo ogni volta ridotto in quello stato.

Quattro anni … avevano vissuto insieme quattro anni eppure, la persona che per lui era più importante non si era mai degnata di dargli la minima spiegazione sul motivo del suo tormento.

“Non mangi niente, non parli … Ti comporti in modo strano … Che cosa ti è successo? Se c’è un motivo parla …” ora Goku si sentiva sul punto di scoppiare in lacrime ma, aveva imparato che queste riuscivano solo ad irritare maggiormente l’uomo che adorava e che ora lo guardava senza vederlo.

“A te non deve interessare” la voce di Sanzo sembrava provenire da un luogo molto lontano, un luogo distante dieci anni.

“Non è vero che non mi deve interessare! Avanti, dimmi cosa c’è che non va? Ho forse fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare?” tornò alla carica.

Il tono petulante della scimmia fece infuriare il monaco:

“Fai silenzio!”

“Oh, che ho detto …” mormorò il giovane ma il suo compagno aveva già raggiunto il limite della sua sopportazione.

Sanzo non era mai stato un tipo molto paziente ed in quel momento, il suo umore che risentiva anche del maltempo lo spinse a rovesciare, con un calcio, il tavolo e le cose su di esso appoggiate.

 Goku osservò, come ipnotizzato, il barattolo delle pesche rotolare sino ad un angolo della stanza.

Il giovane dagli occhi dorati sentiva una bruciante sensazione di sconfitta: non era la prima volta che la rabbia di Sanzo si riversava su di lui ed avrebbe dovuto, ormai, essersene abituato ma, ogni volta che pioveva, gli pareva che la situazione fosse ancora peggiore della precedente.

“Ma … cosa ti prende … e pensare che io mi stavo solo preoccupando per te …” mormorò il demone.

“Nessuno te l’ha chiesto” ribatté l’altro dandogli il colpo di grazia.

L’essere eretico si irrigidì rendendosi tristemente conto di quanto fosse vero, il monaco non aveva mai chiesto di preoccuparsi per lui … erano le persone a cui si voleva bene a cui si domandavano tali attenzioni e Sanzo non voleva certo impegolarsi con uno sporco demone come Goku.

Il monaco non aveva mai nascosto i suoi sentimenti verso gli youkai ( si scrive così demoni in giapponese?_Nd.Cassandra )

Il suo sole non aveva bisogno di lui e, anche le sue ultime parole rimarcavano questo concetto:

“Mi sembra di averti detto di andartene!”

Era decisamente troppo per il ragazzo che corse fuori dalla costruzione quasi travolgendo Gojyo e Hakkai.

I due, che rientravano in quel momento dalla spesa, lo osservarono allibiti.

“Che c’è Goku?” gli domandò il demone gentile.

Il volto dell’essere eretico appariva stravolto: gli occhi dorati, pieni di un’incommensurabile tristezza, sembravano essere stati privati della loro luce e le labbra, serrate in un’espressione desolata, tremavano leggermente  dimostrando quanto il giovane fosse sul punto di prorompere in una crisi di pianto.

Le lacrime però non arrivavano: un groppo alla gola di Seiten Taisei Son Goku impediva loro di sgorgare e di attenuare il dolore del diciottenne.

Il demone scappò via sottraendosi ai loro sguardi indagatori mentre la voce di Gojyo, gli risuonava ancora nelle orecchie:

“Hey, scimmia, dove vai?”

Già, dove stava andando?

Nemmeno lui sapeva darsi una risposta.

Semplicemente, non se la sentiva di dare spiegazioni su un sentimento che nemmeno lui riusciva a comprendere e quindi scappava.

Scappava incurante della pioggia che cadeva incessante … incurante dei richiami dei compagni … incurante del mondo intero che ancora una volta lo stava rifiutando.

 

Goku non avrebbe saputo dire per quanto la sua folle corsa era durata, semplicemente, ad un certo punto, si era ritrovato sulla riva di un fiume ingrossato dalla pioggia.

Poco distante, una cascata si immetteva in esso rendendo ancora più suggestivo l’ambiente su cui, poco distante, vegliava la gigantesca statua di un Budda.

Eppure, nonostante la bellezza della scena fosse notevole, questa non riusciva a raggiungere il cuore del demone su cui, implacabile, la pioggia continuava a scendere, infradiciandogli gli abiti che gli si attaccavano alla pelle.

 “C’era bisogno di parlarmi così? Io non …” mormorava tra sé, ripensando alla scena di poco prima ed alla sua stupidità.

Sì, perché lui era uno stupido se cercava ancora l’affetto di Sanzo …

Se sperava ancora di essere, per lui, qualcosa di diverso da una seccatura … da una responsabilità che si era accollato e da cui non si poteva liberare.

Anche sapendo che il suo sole lo considerava, in base ai casi, una Bakasaru … un animale domestico … uno sporco demone ... anche sapendo che mai, Sanzo lo avrebbe ritenuto una persona da amare, Goku continuava ad adorarlo quanto la sua personale divinità.

Fino a poco tempo prima, rimanergli accanto, anche subendo il suo disprezzo, gli era bastato … perché ora si trovava a desiderare disperatamente qualcosa di diverso?

Forse la soluzione era liberarlo della sua incomoda presenza, anche se l’idea di lasciare il suo sole gli straziava il cuore.

Almeno Sanzo sarebbe stato felice di non averlo più tra i piedi e lui era pronto a qualsiasi cosa pur di non arrecargli ulteriori disagi.

Avrebbe dovuto farlo da tempo … se non fosse stato tanto egoista, lo avrebbe fatto durante il secondo anno trascorso a Cho’An.

Ricordava ancora il monaco anziano che, sogghignando malignamente, gli aveva fatto notare che stava crescendo velocemente e, molto presto, non essendo più bisognoso della protezione del Venerabile Sanzo, questo lo avrebbe finalmente allontanato.

Temendo questa eventualità, Goku aveva ripreso le abitudini che stava lentamente perdendo e che dipendevano in gran parte dalla lunga prigionia: una volta uscito dalla grotta, infatti, gli era difficile esprimere i propri pensieri a parole ed era quindi obbligato a frasi semplici tipo ‘Ho fame’.

Dopo 500 anni di reclusione doveva anche imparare a riconoscere nuovamente oggetti, luci e suoni tanto da apparire, almeno mentalmente, come un bambino piccolo.

In seguito, ripresa confidenza con il mondo esterno, questi atteggiamenti stavano lentamente venendo meno ma, le parole del monaco lo avevano indotto a ‘fare marcia indietro’ riprendendo nuovamente far ammattire il bonzo corrotto con le sue petulanti richieste.

Non gli importava se Sanzo, esasperato, lo picchiava: l’importante era che continuasse a considerarlo la sua Stupida Scimmia.

Poi avevano iniziato quel lungo viaggio e Goku, ogni tanto, aveva tentato di comportarsi da adulto ma, quando questo accadeva, i suoi stessi compagni apparivano tanto preoccupati da spingerlo a riprendere i soliti atteggiamenti.

Accidenti, persino quando voleva semplicemente riflettere doveva fingere di dormire per non essere subissato dalla loro apprensione … o almeno da quella di Hakkai e Gojyo dato che Sanzo se ne fregava altamente.

Al monaco era mai importato di lui?

Il demone non era in grado di rispondere o, se fosse stato sincero con sé stesso, avrebbe ammesso di non voler conoscere la risposta.

“Sei tutto solo, Son Goku?” la voce, che aveva interrotto i pensieri del demone, apparteneva ad un giovane uomo seduto a gambe incrociate sulla testa del Budda e che lo osservava con un’espressione indolente.

Il ragazzino alzò il capo per guardare Homura, il potente Dio della Guerra che più di una volta si era trovato ad affrontare venendone miseramente sconfitto.

“Stà lontano … Ti consiglio caldamente di non avvicinarti: sono di pessimo umore” gli fece notare il castano giovane.

Homura sorrise in cuor sua a quella bellicosa frase e per nulla impressionato, balzò dalla statua per poi galleggiare dolcemente, sino a terra.

“Dico sul serio … non mi prendo responsabilità” ripeté il demone con un tono che stranamente, indusse Homura ad osservare meglio il suo avversario.

Improvvisamente, il dio si era reso conto del tono stanco, sconfitto,  che il demone stava usando.

Chiaramente, doveva essergli accaduto qualcosa di brutto e, i numerosi mesi che l’uomo aveva passato osservando il quartetto di Konzen, lo spinsero a pensare che quest’ultimo, nella sua stupidità, avesse nuovamente ferito il giovane.

Quel bastardo non si meritava l’affetto ingiustificato che Son Goku riversava su di lui … non meritava di essere il suo sole …

Nonostante questi pensieri  riempissero la mente dell’uomo, ad alta voce si limitò a chiedere:

“Hai lo sguardo di chi sta per piangere. Ti hanno trattato male?”

“Fa silenzio!” gli urlò l’altro dandogli la conferma dei suoi sospetti e gettandosi sul dio con una furia disperata.

Homura si limitò a scostarsi prima di rispondere al colpo gettando il suo avversario nel fiume.

“Sei debole … troppo debole …” constatò mentre Goku si rialzava e tornava ad attaccare.

“Sta zitto!” urlò  durante l’assalto.

Homura avvertì nella sua voce tutta la disperazione dell’essere eretico che parve lacerargli l’animo.

“Che ti succede, Son Goku? La tua forza non dovrebbe essere tanto insignificante” disse mentre lo sbatteva nuovamente in acqua.

Stavolta, tramortito, Goku non si alzò dando il tempo a Homura di avvicinarsi ed afferrarlo per la collottola.

 “Avanti, devi ricordarti chi sei realmente, Seiten Taisei Son Goku” gli disse rafforzando in cuor suo la decisione che, non molto tempo prima, aveva preso.

Sarebbe diventato il sole di Son Goku … avrebbe pensato lui a proteggerlo da tutto e da tutti.

Si sarebbero costruiti un nuovo mondo … un mondo in cui gli esseri eretici come loro non avrebbero più dovuto temere la prigionia ed il dolore.

In effetti, questo piano era molto diverso da quello elaborato all’inizio … quello in cui, il demone sarebbe dovuto diventare la causa della sua dipartita durante uno scontro all’ultimo sangue …

Quello che aveva in mente ora, non prevedeva più la ricerca di una morte onorevole bensì, della felicità dovuta ad un mondo ed un amore perfetti … due cose che 500 anni prima gli erano state negate.

Il dio si sentì invadere da un prepotente istinto protettivo mentre osservava il fanciullo ormai svenuto.

Sebbene avesse diciotto anni ( senza contare i 500 di prigionia durante i quali, il tempo non era trascorso per Son Goku ) non aveva raggiunto ancora l’apice della sua altezza, i tratti infantili erano ancora ampiamente presenti sul suo volto e non vi era la minima traccia di barba.

In pratica, si rendeva conto il dio, il demone dagli occhi dorati aveva inconsciamente arrestato il suo sviluppo, fisico e probabilmente mentale, per rimanere in eterno la stupida scimmia di Konzen Doji.

Poco male, lontano dal suo mentore, il demone avrebbe velocemente recuperato il tempo perduto.

Homura abbassò quindi il giovane ( fino a quel momento trattenuto per la collottola ) facendogli adagiare il capo sulla sua spalla, sino a sfiorargli la morbida guancia, per poi farlo semisdraiare fra le sue braccia.

Goku era così bello ed innocente nel sonno, le sue labbra socchiuse erano un chiaro invito che il dio accolse baciandolo.

 


 

Cap. 1

Sogni

 

Si ricorda che, parte dell’introduzione è stata cambiata contemporaneamente con l’immissione del suddetto capitolo e, pertanto, si consiglia di rileggerla.

Ringrazio per il sostegno dimostratomi Annamirka-chan, Kairi84, Selina ( che mi ha fatto notare il grosso errore presente nella spiegazione dell’introduzione ), Egotchan, Hisoka e Black_Angel che hanno messo seriamente a repentaglio la loro salute mentale leggendo questa fic.

 

Goku giaceva sveglio e solo.

Homura si era allontanato dalla torre durante il giorno precedente perché doveva svolgere le sue mansioni di Dio della Guerra.

Il demone pensava, con rammarico che, se lo avesse avuto accanto, quella notte sarebbe trascorsa in maniera molto diversa per lui che forse, non si sarebbe ritrovato davanti alla finestra per veder sorgere il sole e il cielo colorarsi di un rosso acceso.

Uno spettacolo che, almeno in parte, lo avrebbe ripagato di quella notte inquieta e quasi insonne appena trascorsa.

Gli incubi lo tormentavano ormai con esasperante frequenza, spingendolo a svegliarsi urlando e a non chiudere occhio, durante il resto della nottata, per paura di ricaderci.

I due sogni più frequenti li aveva persino battezzati: ‘Grotta’ e ‘Uomo senza volto’.

Sorrise, pensando che probabilmente era l’unico giovane, sulla soglia dei diciannove anni, che esorcizzava in questo modo i propri incubi.

Anche se in fondo ‘Grotta’ non era un incubo bensì un ricordo, uno dei pochi ancora in suo possesso, tanto nitido da farlo ancora tremare di paura.

Paura di trovarsi nuovamente solo, prigioniero in una minuscola grotta e legato da pesanti catene.

Nel suo sogno, ‘lui’ non giungeva a liberaro … nel sogno, il suo sole non aveva voluto ascoltare il suo richiamo … nel sogno vi erano solo un’assordante silenzio e una desolante solitudine.

Goku si riscosse a fatica: era inutile rimuginare sopra uno stupido incubo quando il suo sole era, nella realtà, giunto a liberarlo donandogli un mondo di luce e suoni.

Semmai avrebbe dovuto ridere di sé stesso: doveva proprio essere rincretinito dalla reclusione per paragonare ‘lui’, che non aveva proprio nulla del sole, al lucente astro!

Con uno sbuffo, Goku  si alzò ed iniziò il suo ’sport mattutino’ ovvero, la caccia agli abiti che, prima di coricarsi gettava qua e là per la stanza.

Shien, solo alcuni giorni prima, aveva affermato, con la sua consueta calma che, l’irruente demone doveva essere completamente ‘allergico all’ordine’.

Nonostante il tono serio del samurai, Homura e Zenon avevano riso sino alle lacrime alla battuta continuando a punzecchiarlo per tutta la sera mentre Goku aveva riflettuto intensamente.

Gli piaceva la pulizia ma, non riusciva a tollerare un ambiente troppo ordinato: le cose perfette lo facevano sentire fuori posto.

Lui era un demone … una creatura dagli occhi dorati … un essere eretico …

Se fosse stato lì, Homura lo avrebbe certamente rimproverato ricordandogli che loro erano migliori di tutta quella plebaglia umana e agli dei che vivevano nel Tentaki.

Sospirando, Goku indossò i propri vestiti e si guardò allo specchio: un paio di jeans neri contrastavano con una maglietta, priva di maniche, dal vivace color fucsia mentre, anfibi e un giubbino di pelle completavano l’abbigliamento.

Sebbene molto diversi dal suo precedente stile, il suo nuovo aspetto non gli dispiaceva.

Non che avesse molta scelta: i vecchi abiti gli andavano ormai troppo stretti.

Negli ultimi mesi, la sua crescita era stata sorprendente: si era alzato raggiungendo la ragguardevole altezza di 1,70 m ( Si ricorda che Sanzo è 1,77 m. mentre, nell’anime, Goku è 1,62 m._Nd.Cassandra ) ed il suo viso si era allungato perdendo molti dei suoi tratti fanciulleschi, in cambio di un affascinante volto dagli occhi dorati.

Solo questi ultimi non avevano subito variazioni ed apparivano limpidi come quelli di un bambino, come valutò il dio che si era appoggiato allo stipite della porta da qualche minuto.

Aveva preferito celare la propria presenza alfine di osservare Goku: il demone appariva pensieroso e turbato.

Quei stramaledetti sogni erano tornati a tormentarlo, non aveva dubbi!

Imprecando tra sé, Homura valutò fra sé il da farsi: doveva consolarlo o fingere di non essersi accorto di nulla?

“Sei già sveglio?” esordì mentre l’altro si girava sorridente.

“Homura, bentornato!” lo salutò Son Goku gettandosigli addosso e facendogli perdere l’equilibrio.
Entrambi si trovarono quindi a terra, avvinghiati in un caldo abbraccio che spazzava via tutte le paure che attanagliavano il cuore del demone anche se, solo per poco.


 

 Cap. 2

Ordini non voluti

 

Spero che i miei deliri non abbiano sconvolto troppo violentemente nessuno e che la mia vita non sia a rischio ( anche perché dopo aver passato gli ultimi giorni a fuggire da Homura, non ho più l’energia per difendermi ).

Hisoka mi ha fatto notare che Goku non ha potuto crescere in maniera ‘naturale’, nonostante l’età dello sviluppo, in poche ore ed in parte è vero.

Vorrei quindi precisare che dall’introduzione al cap. 1 sono passati circa 6 mesi durante i quali, il corpo del demone ha recuperato il tempo perso nei due anni precedenti ( quando un monaco gli aveva fatto notare che stava crescendo e presto, Sanzo avrebbe potuto abbandonarlo ).

Ringrazio anche Selina ed Egotchan per l’aiuto datomi ( la prima correggendomi le parole giapponesi che sistematicamente sbaglio e la seconda dandomi dei suggerimenti sulle virgole dell’introduzione ) e tutti coloro che hanno avuto la forza di leggere i miei deliri.

 

 

Momentaneamente appagato dalla sensazione di calore che invadeva il suo bronzeo corpo, Goku tentava di dimenticare i sogni che gli avevano fatto visita.
In qualche modo, ancora avvinti l’uno all’altro, erano riusciti a raggiungere il letto dove Homura gli aveva scostato i castani capelli e con un gesto secco aveva aperto il diadema che cingeva la fronte del demone.
Subito, l’aspetto di quest’ultimo era sensibilmente mutato ma entrambi erano troppo occupati per prestare alla cosa grande interesse: dopo i primi mesi, quando il dio faceva allenare il proprio amante togliendogli improvvisamente il gioiello e causandogli la trasformazione in un demone sanguinario, il giovane aveva infine imparato a mantenere ugualmente viva la propria coscienza.

Ormai, a meno che fosse lo stesso Seiten Taisei a desiderarlo, non costituiva il minimo pericolo nemmeno in quella forma.

Goku mordicchiava quindi in tutta tranquillità, con le micidiali zanne,  il collo del proprio amante quando, qualcuno bussò alla porta.

Con un moto di disappunto si staccò dal suo amato, a sua volta irrigiditosi all’infausto suono, che si tirò a sedere sul letto chiedendo:

“Cosa c’è?”

“Sono Abel, principe Homura. La Divina Kanzeon Bosatsu è appena giunta alla torre e chiede di conferire con voi, i generali e Son Goku, nella cattedrale”

Per un lungo secondo, Homura tacque, fin troppo consapevole del motivo del richiamo.

Erano giorni che un’enorme fonte d’energia si era concentrata in una torre, ad ovest, facendo presagire movimenti tuttaltro che rassicuranti da parte delle forze demoniache.

La rinascita di Gyumao era imminente e Homura, in qualità di Dio della Guerra, avrebbe dovuto impedirlo tuttavia, non era tanto la missione a preoccuparlo quanto, il supervisore assegnato loro: Kanzeon Bosatsu … colei che, quasi 500 anni prima, aveva affidato Goku a Konzen.

Anche se dichiarava di averlo fatto solo per il proprio divertimento, era evidente che desiderava scuotere il nipote dal torpore in cui, all’epoca era avvolto … ed era stata ancora lei, in tempi più recenti, a riunire il ‘catorcio assemblato a caso’ e a metterlo sulle tracce di Gyumao, in un viaggio pluriennale ancora in pieno corso.

Alla luce di questi eventi, Homura aveva più di una ragione per temere un’opposizione, dell’ermafrodita, alla sua relazione con Goku.

Fino a quel momento, il Dio della Guerra aveva sperato di evitare qualsiasi contatto fra i due ma, la Dea della Misericordia pareva tutt’altro che propensa ad assecondare il suo volere.

“Informala che sarò lì fra qualche minuto!” ordinò Homura con voce atona che mascherava la sua preoccupazione prima di girarsi verso il compagno.

Goku, scorgendo la fronte agrottata di Homura, comprese che qualcosa non andava e istintivamente, gli prese la mano nella propria.

La calda stretta del demone parve ridare un po’ di fiducia al dio.

Homura abbozzò un sorriso di risposta pensando che, qualsiasi cosa avesse in mente Kanzeon Bosatsu, non sarebbe riuscita a separarlo dal suo compagno.

 

Homura entrò nel salone  che, a causa dei rosoni con cui era adornato, veniva famigliarmente chiamato ‘la cattedrale’.

Al lato opposto della stanza, a cui si poteva accedere attraversando un corridoio di colonne, un trono di pietra costituiva l’unico mobilio della stanza dove luci colorate, proiettate dai vetri, danzavano sul pavimento.

Kanzeon Bosatsu, appropriatasi del sedile, appariva completamente a suo agio in tale frangente mentre, discuteva animatamente con Zenon e Shien. I due generali non tentavano nemmeno di celare il malcontento che la situazione inculcava loro.

L’arrivo della dea costituiva una sgradita sorpresa, anche se non del tutto imprevista: l’Imperatore Celeste aveva acconsentito che Goku si unisse a loro ( allo scopo ufficiale di preparare l’essere eretico a diventare il futuro Dio della Guerra ) ma lei si era opposta strenuamente all’idea di dividere la ‘scimmia’ dal suo padrone.

Poco importava se questo trattava Goku in maniera indegna facendolo soffrire immensamente: cosa poteva importare, ad una divinità, di una creatura impura?

Homura fissò con astio il volto dell’ermafrodita dopo un’infanzia trascorsa in prigione, non provava molta simpatia per un’arrogante divinità che giocava con le vite altrui ed il sorriso enigmatico, vagamente divertito, sulle labbra di lei, gli pareva un’orrenda smorfia.

“Principe Homura che piacere rivedervi … e c’è anche la scimmia! Sono felice di vederti tanto cresciuto, Goku” li salutò Kanzeon Bosatsu.

Il demone non parve gradire troppo le parole dell’ospite.

Goku non era un tipo permaloso ma non amava essere insultato dagli sconosciuti: quello di prendersi in giro a vicenda, era un privilegio riservato ai membri della stessa famiglia.

“Mi spiace signora, temo che mi confondiate con qualcun altro. Non ho la più pallida idea di chi siate e vi faccio notare che non sono una scimmia” rispose risentito.

 “Invece noi ci conosciamo da tanto e tu non dovresti rispondere tanto sgarbatamente … probabilmente ti sei inselvatichito … dovremo riaddomesticarti …” dicendo questo, la dea sorrise ancora di più ed, alzatasi, iniziò ad avviarsi verso il diciannovenne ma, prima che potesse raggiungerlo, Homura le si parò davanti.

Kanzeon ed il Dio della Guerra si fronteggiarono per qualche secondo …. uno scontro silenzioso ma intenso a cui, la risata dell’ermafrodita mise fine:

“Accidenti, sei davvero geloso! Comunque sono solo venuta a ricordarti l’importanza capitale che riveste l’eliminazione di Gyumao”

“Lo so bene” rispose il dio senza accennare minimamente a spostarsi.

Kanzeon Bosatsu finse di non notare la sfida implicita nel suo sguardo e continuò:

“Lo sa e non lo sai … Purtroppo, la spia che siamo riusciti ad introdurre fra le loro file, ha scoperto che 500 anni fa, i demoni sono riusciti a prelevare un campione di tessuti da Nataku. In questi anni, hanno compiuto un numero imprecisato di esperimenti per riuscire ad unire il suo DNA a quello di Gyumao e per risvegliarlo anche senza i sutra”

“Vuoi dire che rischiamo che lo abbiano già risvegliato e che abbia il potere di Nataku?” nella voce di Zenon c’era un’ansia piuttosto insolita per lui e, proprio per questo, ancora più preoccupante.

Kanzeon gli rispose senza nemmeno voltarsi:

“Se riuscissero nel loro intento, il potere di Gyumao sarebbe di molto superiore a quello di Nataku dato che vi unirebbero anche i poteri demoniaci …. nemmeno la forza di tutti gli Dei riuniti potrebbe arrestarlo ma, fortunatamente, non sono ancora in grado di far nulla senza tutti i sutra” a questo punto, l’ermafrodita fece una pausa per guardare dietro le spalle di Homura dove, l’essere eretico era rimasto immobile “per questo motivo, Goku dovrà diventare la guardia del corpo del possessore del Sutra del Cielo Demoniaco …. il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi”


 

 Cap. 3

Una scomodA SITUAZIONE

 

Accidenti, non mi aspettavo una vostra reazione tanto violenta all’unione Goku/Homura.

Mi dispiace di avervi sconvolto tanto ( soprattutto perché ora mi devo nascondere realmente anche da voi oltre che da Sanzo ed Homura ) ma, mi sembrava opportuno dare una meritata scossa ai personaggi della serie.

La scimmia, in particolare, doveva crescere sotto tutti gli aspetti per avere delle reazioni adeguate a quello che le sto preparando ( trema Goku … trema ).

Tra una fuga e l’altra per scappare alle pulsioni omicida di Hisoka, ringrazio Black angel, Kairi84, Nacochan, Annamirka-chan ( che mi ha permesso di correggere il colore degli occhi di Kanzeon Bosatsu ) e Nefertari82.

Arigato anche a Vitani, A-june ed Egotchan ( che oltre a commentarmi, mi hanno segnalato un errore di battitura nello scorso capitolo ).

Hisoka mi ha inoltre fatto notare che, forse non mi sono spiegata bene su un punto: Goku mantiene la propria coscienza quando si trasforma ma, questo è indipendente da Homura dato che, sarebbe avvenuto in qualsiasi caso con lo sviluppo fisico del demone.

Il Dio della Guerra, avendo vissuto in prima persona questa esperienza ( anche lui è un essere eretico ) sapeva semplicemente come agevolare il processo già in atto ( ovvero facendolo esercitare ).

 

Kanzeon Bosatsu rimase in silenzio per qualche istante, osservando i volti dei presenti.

Homura e i suoi seguaci sarebbero stati meno sconvolti se fosse esplosa una bomba che davanti alla notizia che Goku avrebbe dovuto diventare la guardia del corpo di Konzen … e probabilmente, fra le due eventualità, avrebbero preferito di gran lunga l’ordigno esplosivo.
Non che la dea si aspettasse qualcos’altro, ammise con sé stessa sorridendo e pregustando il divertimento che quella situazione le avrebbe fornito.

Homura fu il primo a riaversi dallo shock e a reagire: in preda ad una furia cieca, il Dio della Guerra colpì l’ermafrodita che venne sbalzata contro una colonna.

Shien, Zenon e persino Goku si precipitavano ad afferrare il loro signore, per impedirgli ulteriori eccessi: anche se la vittima non era molto apprezzata da nessuno di loro, sapevano fin troppo bene che non era saggio inimicarsi la Dea della Misericordia.

Per nulla turbata dalla violenza del dio, Kanzeon si era intanto rialzata e, con un gesto lento, si era ripulita il labbro tagliato dal sangue che vi colava.

I suoi occhi viola, si puntarono su Goku che, ansioso, si affaccendava intorno ad Homura.

Il ragazzo era del tutto diverso dalla scimmietta rumorosa che, 500 anni prima, era stata portata alla dea e che lei aveva affidato a Konzen … un mutamento mentale, ancor prima che fisico …  come se l’anima dell’essere eretico fosse invecchiata e nei suoi occhi dorati si fosse spenta parte della luce che li animava …

effettivamente, questo era proprio quello che era avvenuto: Goku aveva perso la luce del suo sole … un processo lento ma inesorabile, avvenuto negli ultimi anni.

La prigionia, la solitudine, la paura della sua natura demoniaca, il timore di aver commesso qualcosa di terribile di cui non aveva il minimo ricordo e infine, la convinzione di non essere amato, avevano contribuito a spegnere parte dell’esuberanza del ragazzino.
Nemmeno Goku si era reso pienamente conto di questo mutamento, semplicemente, era diventato un maestro nel mentire persino a sé stesso.
La maschera di spensieratezza che portava non era molto diversa dal sorriso di Cho Hakkai tranne per una sostanziale differenza: l’essere eretico non era cosciente della propria situazione.

Anche adesso, mentiva a sé stesso cercando di convincersi di amare Homura ma, quello che provava per lui era solo affetto e un vago senso di colpa.

Senso di colpa, per non riuscire a pensare a lui come al suo sole ed, anche se l’ermafrodita non avrebbe mai voluto usare una tale arma, sapeva di doverlo ferire ulteriormente per ottenere il suo aiuto:

“Noto che la notizia non ti rallegra di certo, Homura ma, in ogni caso non spetta a te decidere bensì a Son Goku. La situazione è troppo grave per permettermi di accontentare i tuoi capricci”

“Osi definire il mio amore per Goku un capriccio? Che diritti hai stramaledetta dea dei miei stivali? Tu e i tuoi pari non ci avete mai considerato come individui ma solo come armi da sfruttare a proprio piacimento quindi, evita di venire qui con quella tua aria virtuosa a dirmi cosa provo!” fu la decisa risposta del dio.

Kanzeon Bosatsu finse però di non averlo udito e, rivolgendosi direttamente al demone, precisò:

“Naturalmente, Seiten Teisei Son Goku, potete anche rifiutare … se non vi pesa avere sulla coscienza le vittime di Gyumao.
Cosa importa d’altronde qualche migliaio di morti in più o in meno? Potreste averne già uccise centinaia sotto la vostra forma demoniaca”
Queste parole mozzarono il respiro a Goku dando voce alla sua paura più grande.

Ora conservava la propria coscienza durante la trasformazione in  Seiten Taisei ma prima?

Quale atroce colpa aveva commesso per essere imprigionato per 500 anni, solo e legato da pesanti catene, in una grotta?

Alzò gli occhi verso la dea e, per un attimo, sentì di odiarla.

Perché continuava a sorridere nonostante gli stesse strappando dalla sua tranquillità mettendolo di fronte a quelle sgradevoli verità?

Rideva forse di lui?

Persino l’uso della terza persona, molto diversa da quella usata precedentemente dalla divinità, gli sembrava un modo per schernirlo eppure, nonostante la rabbia che invadeva il giovane corpo e lo spingeva a stringere i pugni fino a farsi male, Goku sapeva di non poter tollerare che qualcuno morisse, per colpa sua, sotto i colpi di Gyumao.

Impedire che rubassero il Sutra del Cielo Demoniaco avrebbe, almeno per il momento, impedito la rinascita di quel mostro.

Ormai, il demone aveva preso la sua decisione, tuttavia, formulò ancora una domanda:

”Perché io?”

”Semplice! Sei l’unico che quel bonzo testardo potrebbe accettare come guardia del corpo! No … non farmi altre domande … se cerchi delle risposte dovrai trovarle altrove …” rispose la dea prima che il demone potesse porre altri quesiti.

Fu solo allora che la voce di Homura proruppe indignata:

“Non puoi obbligarlo se non vuole! Possiamo benissimo annientare noi Gyumao senza coinvolgere Goku od inviarlo a servire quella sottospecie di bonzo! E’ un essere abituato alla venerazione di un dio … freddo, arrogante e spietato che vive solo per sé stesso … non ha alcuna considerazione degli altri e certo, non ne avrà per Goku … per lui sarà solo uno sporco youkai … un essere eretico da disprezzare e maltrattare!” urlò Homura.

La voce del dio riecheggiò per l’intera cattedrale mentre, questo si sporgeva verso Kanzeon Bosatsu con fare minaccioso.

Era pronto a tutto per difendere il compagno e nemmeno tutti gli dei del Tenkai avrebbero potuto convincerlo a riconsegnarlo a Konzen.

 “Dimmi Homura, sei tu che parli o la tua paura che Goku possa smettere di amarti?” domandò ironica dell’ermafrodita.
“Io non smetterò mai di amare Homura!” la interruppe deciso Goku portandosi davanti alla Dea della Misericordia “ma non permetterò nemmeno che qualcuno muoia per il mio mancato intervento. Accetto la missione, Kanzeon Bosatsu”.
 




 


 

Cap. 4

Legami di sangue

 

Nel capitolo si fa riferimento alla ‘chimica proibita’ e al personaggio di Shouryu.

Entrambi, compaiono nella serie regolare ( episodio 33 – Lacrime Seccatesi ) dove, il giovane era stato potenziato, sino all’estremo, da un talismano consegnatogli da Gyokumen Koshu ( matrigna di Kougaji e madre di Lirin ).

Sebbene non si diano spiegazioni approfondite, la ‘chimica proibita’ pare turbare enormemente Sanzo & C.

Ho deciso di motivare questo sentimento con una classica tesi da anime: chi fa uso di tale potere, finisce per essere controllato dalle forze oscure evocate diventando sadico ed oltremodo pericoloso ( abbiate pazienza finchè non trovo un’idea maggiormente originale_Nd.Cassandra ).

La battaglia a cui Kougaiji pensa è ovviamente quella presentata negli episodi 21 e 22 della serie animata ( in cui Goku, per affrontare il nemico, si toglie il diadema perdendo completamente il controllo ).

La scena del ritrovamento di Lirin, è un po’ “splatter” ma, avendo decisamente meno talento di Dark00 in questi ambiti, vi tocca accontentarvi di quello che sono riuscita a mettere insieme ( in ogni caso, se avete consigli per migliorarla sono ben accetti ).

Prendo l’occasione per ringraziare tutte le anime pie che hanno corretto i miei errori di “giapponese” ( Egotchan, Hisoka, Vitani e Ameria ) e coloro che hanno dato prova di molto coraggio leggendo ( A-june e Nacochan ).

 

Kougaiji era in piedi davanti ad un’immensa vetrata ad osservare la valle rocciosa che si stendeva sotto di loro con un’espressione accigliata.

La sua postura rigida, con le braccia incrociate sul petto, tradiva una furia a malapena repressa, scaturita in lui quando la sua matrigna lo aveva informato di aver inviato un nuovo demone contro il gruppo di Sanzo.

L’incarico di rubare il Sutra del Cielo Demoniaco gli era stato tolto da tempo ma, questa situazione, acuiva solo la vergogna per il proprio insuccesso.

Ricordava perfettamente le disastrose conseguenze di quando Son Goku, il giovane demone al servizio di Genjo Sanzo, si era tolto il dispositivo di controllo trasformandosi in una belva assetata di sangue.

In quell’occasione, la reale forza dell’essere eretico lo aveva sopraffatto, costringendolo a ritirarsi dopo una disastrosa sconfitta di cui, avrebbe voluto rifarsi annientando il gruppo del bonzo e sconfiggendo, in un leale combattimento, Goku.

Con questa vittoria, Kougaiji avrebbe potuto dimostrare a tutti, e soprattutto a sé stesso, di essere più forte di quel ragazzino.

Formulò questo pensiero giusto un istante prima che Dokugakuji entrasse nella stanza e, il giovane potesse intravederne il viso riflettersi sul vetro.

Quello che Kou vide non gli piacque per nulla: il bronzeo volto del demone era solcato dalla preoccupazione che pareva accentuare la cicatrice alla base del naso.

L’uomo si sedette sul letto, che apparve ridicolmente piccolo per la sua mole, rimanendo in silenzio svariati minuti a osservare colui che, nel corso degli anni, era diventato una sorta di fratello minore.

Kougaiji aveva, in un certo senso, sostituito Gojyo nel cuore del gigantesco demone diventando, automaticamente, la sua famiglia e, proprio per questo, Dokugakuji riusciva a comprendere pienamente quali sentimenti provasse il suo Principe.

Non poterlo aiutare, lo faceva star male ma, tutta la sua forza abilità non bastavano contro Gyakumen Kushu … la spietata ed incontrastata regina di quel luogo … l’ultima moglie di Gyumao e, anche se nessuno lo avrebbe mai ammesso, colei che lo aveva mosso come una marionetta durante gli anni precedenti alla sua sconfitta.

Era una donna astuta quanto spietata che, non avrebbe avuto la minima remora a distruggere il figliastro se questo si fosse rivelato di ostacolo ai suoi piani.

Dokugakuji aveva più di una ragione per temere che Gyakumen Koshu attaccasse Kougaiji.

“L’arpia ha già deciso chi mandare?” chiese a bruciapelo il principe.

La sua voce lasciava trasparire una profonda amarezza, unita ad una sorta di resa: ormai si era rassegnato all’idea di essere stato sostituito e nemmeno reagì davanti al nome pronunciato dal proprio sottoposto.

Akito, questo era il nome dell’inviato di Gyokumen Koshu, acquistò nella mente di Kou la forma di un quindicenne dai lunghi capelli bianchi e lo sguardo di ghiaccio … uno dei tanti bambini “adottati” dalla matrigna e potenziati tramite la chimica proibita.

Il giovane era molto più forte di Shouryu e il principe si rendeva conto che stavolta, i quattro sarebbero periti senza possibilità di salvezza.

Kougaiji sospirò ricordando a sé stesso che tutto era finalizzato a riportare in vita suo padre … il demone Gyumao … il divoratore di esseri umani … un essere che conosceva solo la violenza e che non aveva mai esitato a picchiare la moglie ed il figlio.

Anche se era solo un bambino, Kou aveva gioito quando lo avevano informato che Nataku, il Principe della Guerra proveniente dal Mondo Celeste, l’aveva sconfitto.

Non sapeva ancora che la vita del padre e della madre erano legate anche se, avrebbe dovuto immaginarlo quando, Gyumao aveva imprigionato la moglie.

Per quale altro motivo l’avrebbe rinchiusa senza ucciderla?

L’unico modo per salvare la propria genitrice era resuscitare il padre e Kou si stava impegnando al massimo per riuscirvi sebbene, questa idea lo ripugnasse.

D’altronde, quale altra scelta aveva?

Si sentiva in trappola … privo di ogni possibilità di scelta …

“Dov’è Lirin?” chiese sia per occupare la mente con altri pensieri, sia per accertarsi che la sorellina non si fosse nuovamente recata ad affrontare da sola il gruppo di Sanzo.

Doku, visibilmente a disagio, distolse gli occhi da quelli del suo signore che, pronunciando la domanda, si era finalmente girato.

“E’ stata convocata al cospetto di Gyakumen Koshu” rispose il grosso demone.

A questa dichiarazione, Kougaiji inarcò le sopracciglia, improvvisamente preoccupato: era raro che la ragazzina venisse convocata dalla madre.

La regina non amava trascorrere il suo tempo con l’esuberante figlia che, in risposta alla freddezza del genitore, si era legata in maniera quasi morbosa al fratello maggiore.

Cosa poteva volere quella donna dalla bambina?

Che Lirin fosse in pericolo?

Anche se erano consanguinee, il principe non faceva troppo affidamento sull’affetto materno della matrigna e avvertiva in sé una sorta di presentimento che gli faceva rizzare i capelli.

Un improvviso senso di urgenza lo invase mentre l’ansia prendeva possesso del suo respiro mozzandoglielo.

Nemmeno lui era in grado di spiegare chiaramente queste sensazioni ma, prima ancora di rendersene conto, si trovò a correre a perdifiato, prima verso le stanze della matrigna e poi, mentre la paura si trasformava in terrore, verso i laboratori dove i suoi tecnomaghi compivano gli esperimenti più abbietti.

Dietro di lui, Dukugakuji correva senza nemmeno comprendere cosa fosse preso improvvisamente al suo signore che, alle sue domande aveva risposto con incomprensibili spezzoni di frase.

Di tanto in tanto, il grosso demone tentava di fermarlo e farlo ragionare: era pericoloso fare irruzione in quel modo nei laboratori controllati da Gyokumen Koshu ma, Kougaiji non lo ascoltava.

Ormai, Kou ne aveva la certezza: Lirin era in pericolo mortale.

Fu in un tecno-santuario, un luogo di culto dove magia e tecnologia erano unite in maniera indissolubile, che la trovò.

L’atrocità della scena colpì il giovane come una pugnalato in pieno petto: una tenue luce azzurrina, proveniente dai monitor di alcuni computer, illuminavano un tavolo di pietra nera su cui era stesa Lirin.

Cinghie di cuoio trattenevano ancora il giovane corpo, nudo e ricoperto di sangue, a cui era stato aperto lo sterno per estrarne il cuore per darlo al genitore.

Il volto era stravolto dal dolore degli ultimi istanti, con i grandi occhi sbarrati: Kou sapeva che la procedura, per avere successo, era stata attuata in modo da recare il maggior sofferenza possibile alla vittima sacrificale.

In un angolo della mente, Kougaiji ricordò che il dolore fisico crea un’enorme quantità di energia … energia che, unita al cuore della bambina, aveva consentito di dare nuova vita al loro padre a discapito della vita di Lirin.

Il principe cadde in ginocchio, annientato dal dolore che lo aveva oramai sopraffatto mentre un urlo straziante gli saliva alle labbra.

 

 

 


 

Chiedo scusa per il madornale errore che, nel precedente capitolo ( Legami di sangue ) mi ha portato a postarne solo metà ( Già faceva schifo di suo se poi, non lo posti nemmeno intero_Nd. Sanzo    Zitto tu!_Nd. Cassandra ).

In ogni caso, ne ho approfittato anche per correggere la parte postata e per chiedervi perdono ç_ç.

Accortami dell’errore, ne ho approfittato per riscrivere anche la parte precedente Ringrazio per i loro commenti Nefertari82, Annamirka-chan, Black angel, Hisoka, Vitani ( che mi ha anche inviato alcune correzioni da immettere ), Ameria, Kairi84 ed Egotchan.

Ripresento ( finalmente ) i Sayiuki Boys che, dopo una prolungata assenza, riappaiono in tutto il loro splendore.

Cassandra: Si fa per dire

Sanzo: Guarda che sei stata tu a ridurci in questo stato pietoso

Cassandra cantando: La verita mi fa maleeeeee, lo sooo!

Data l’ intonazione dell’autrice, tutti i personaggi decidono di smetterla di minacciarla purchè taccia.

 

Cap. 5

Solitudine

 

Con gesti lenti, Gojyo si accese una sigaretta e aspirò una boccata del denso fumo nella vana speranza che questo potesse schiarirgli le idee.

Erano mesi che faticava a ragionare con chiarezza … lui e gli altri galleggiavano in quello stato di irrealtà che era diventato consueto da quando mancava la stupida scimmia.

Non avrebbe mai pensato che Goku potesse sparire senza lasciare tracce eppure, quando lui ed Hakkai lo avevano cercato, avevano trovato solo i resti di uno scontro e i leccapiedi di Homura, pronti ad insinuare che il ragazzino non sarebbe mai più tornato.

Che Goku li avesse traditi come volevano far credere le parole di Shien e Zenon?

Respinse con decisione questa idea: nella mente della stupida scimmia non c’era posto per concetti difficili come il tradimento o il passare al nemico.

Che fosse morto?

No, nemmeno questa era un’idea che voleva prendere in considerazione: quell’animale non poteva aver tirato le cuoia … era troppo stupido per morire … non poteva essere morto e poco importava se questa era la spiegazione più razionale! … lui non era un tipo razionale e Goku era vivo!

Con noncuranza, fece un gesto alla cameriera perché gli portasse dell’altro sakè: nell’ultimo periodo aveva aumentato notevolmente sia le sigarette che l’alcol e, aveva iniziato a fare delle esperienze anche con l’oppio.

Quest’ultima sostanza era altamente nociva ma, la cosa non aveva molto importanza dato che gli davano il sollievo tanto anelato permettendogli di sfuggire alla tensione quasi palpabile che ora attanagliava l’intero gruppo.

Ognuno di loro aveva reagito a proprio modo per affrontare gli ultimi sei mesi … sei mesi senza litigare con un’idiota dagli occhi dorati …

Alzò appena gli occhi quando Hakkai gli si sedette di fronte con il suo consueto, quanto falso, sorriso.

Quel sorriso che ora appariva a Gojyo come terribilmente irritante e lo induceva a parlargli con un tono decisamente tagliente.

“Il bonzo corrotto si è chiuso nuovamente nella sua stanza?” chiese il rosso sebbene, conoscesse già la risposta.

Sanzo aveva iniziato ad evitare la compagnia degli altri esseri viventi, assumendo perennemente quell’atteggiamento prima riservato solo ai giorni di pioggia.

Il monaco aveva chiuso fuori di sé il mondo intero diventando, se possibile, ancora più freddo ed impassibile di quanto non fosse mai stato in passato.

Aveva persino proibito loro di pronunciare il nome di Goku da quando, la scimmia era sparita.

Gojyo ricordava ancora quando aveva detto che la stupida scimmia non poteva averli traditi per il semplice fatto che fra loro non sussisteva il minimo patto … era stato poco dopo che l’essere eretico era scappato correndo dalla casa che avevano affittato.

Allora, il mezzo demone non aveva dato importanza alla cosa, catalogandola come uno delle solite “discussioni” ( anche se normalmente era solo il bonzo ad urlare ) ingaggiate da Sanzo e Goku nei giorni di pioggia.

Non si sarebbe mai perdonato quella leggerezza … non si sarebbe mai perdonato di non aver fermato il ragazzino prima che potesse correre via … prima che potesse lasciarli così disperatamente soli …

Chinò il capo perchè i lunghi capelli color sangue potessero celare le lacrime che stavano facendo capolino nei suoi occhi.

Se Hakkai se ne accorse, finse cortesemente di non vedere quel momento di debolezza nell’amico e si apprestò a riempirsi a sua volta il bicchiere.

Inesorabilmente, il gruppo si stava sgretolando e solo la disperazione li teneva ancora uniti in quell’assurda missione durante la quale, avevano perso uno dei suoi membri.

Non che non avessero preventivato una possibile morte, quello era sempre stato considerato un incarico ad alto rischio eppure, Goku non era morto ma semplicemente scomparso.

Che li avesse traditi?

Nonostante la sicurezza di Gojyo, il demone gentile non avrebbe biasimato Goku per aver scelto di allontanarsi da Sanzo … allontanarsi dall’uomo che amava ma che pareva deciso a non ricambiarlo.

Hakkai aveva visto molto spesso, in quei grandi occhi dorati, il dolore ed il turbamento che attanagliava il giovane demone.

Lo aveva visto annientato dalle parole crude di Sanzo che, a sua volta, si rifiutava ad ammettere quell’affetto che avrebbe modificato radicalmente il suo modo di essere … che lo avrebbe costretto ad avere dei legami.

Forse, lontano da loro, l’essere eretico avrebbe potuto trovare la sua strada … lui sarebbe stato contento di sapere Goku felice anche se, l’assenza del giovane gli pesava terribilmente.

Con un gesto deciso, l’ex umano si alzò puntando gli occhi di smeraldo su Gojyo che iniziava a risentire degli effetti dei suoi vizi: aveva un colorito giallognolo e malaticcio, i lunghi capelli avevano perso la lucentezza che gli era propria, le rosse pupille apparivano contratte e la mano, che ancora stringeva il bicchiere, tremava leggermente.

Non che Sanzo fosse in condizioni migliori dato che cercava disperatamente la morte in battaglia, obbiettivo che tentava do portare a termine mettendosi nelle situazioni più rischiose ed esponendosi durante le battaglie.

Lasciati in quello stato, entrambi si sarebbero autodistrutti entro breve tempo ed Hakkai era l’unico a poter limitare i danni … o almeno sperava di riuscirci mentre fermava la mano del mezzo demone che si stava avvicinando al pacchetto di droga abbandonato sul tavolo:

“Non dovresti usare quella roba … frigge il cervello”

Alla frase del demone gentile, l’altro fu tentato di ribattere in maniera violenta come raramente aveva mai fatto con il suo inseparabile amico … persino durante i due anni di convivenza, non aveva mai provato una rabbia tanto forte verso il compagno … eppure ora … no, non poteva sfogare la sua rabbia su nessun’altro … era stato lui a non fermare Goku ... lui ne era il colpevole.

Come unica risposta alla dichiarazione di Hakkai, il rosso fece spallucce … cosa importava ormai se si stordiva a forza di sostanze stupefacenti?

“Andiamo a fare provviste … domani dobbiamo partire e non attraverseremo zone abitate per diversi giorni” riprese il demone dagli occhi di smeraldo afferrando con decisione il braccio di Gojyo e, obbligandolo ad alzarsi.

In quell’istante, un uomo si precipitò all’interno della locanda.

“Cerco il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi … stavamo attraversando la foresta … c’è un demone … deve fermarlo …” urlò trafelato ormai completamente in preda ad una crisi isterica.

“Si calmi, la prego …si sieda e ci dica da che parte dobbiamo dirigerci” cercò di intervenire Hakkai ma l’uomo era troppo agitato per dargli retta e continuò a urlare disperato finché un colpo di pistola attirò la sua attenzione.

Il demone gentile evitò di commentare la plateale entrata in scena di Sanzo che, in fondo, era riuscito a calmare l’uomo … o almeno a terrorizzarlo al punto di farlo tacere …

I passi del biondo giovane apparivano eleganti e misurati, esattamente come ci si attendeva da un sant’uomo anche se, non ispirava la pace che i suoi pari avrebbero dovuto donare.

In effetti, i suoi occhi viola apparivano come fredde lame pronte a colpire chiunque avesse l’ardire di porsi sulla sua strada e la sua voce tagliente mentre poneva un unico quesito:

“Dove?”

Troppo spaventato per rispondere a voce, l’uomo puntò il dito sulla mappa che, provvidenzialmente, Hakkai aveva aperto sul tavolo proprio a quello scopo.

Sanzo osservò, con malcelato disprezzo, la mano tremante dell’informatore prima di avviarsi a recuperare i propri bagagli con un unico “Tzè” stizzito.

 


 

Cap. 6

Confronti

 

Lo scontro a cui pensa Gojyo, notando la velocità di Goku, è quello contro Kougaiji ( episodi 21/22 ) mentre, l’occhio destro di Hakkai è stato leso da lui stesso durante la sedicesima puntata ( dove appare la seconda parte del primo incontro fra i nostri quattro eroi ).

Ringrazio per i loro commenti Black Angel, Egotchan, Hisoka, A-june, Vitani ed Annamirka-chan

Arigato anche Selina che mi ha fatto notare alcuni madornali errori: l'imprigionamento della madre di Kou, avviene per mano della matrigna di questo mentre io ne parlo come se fosse venuta per mano di Gyumao.

Se dovessi correggerla adesso però, rischierei di stravolgere parecchi punti e di dover riscrivere il cap. 4 ( Bhè, almeno non potresti farlo più schifoso di quanto è già_Nd.Sanzo ) pertanto, chiedo ai lettori di considerarlo una 'licenza poetica'

 Ma non sono solo i poeti a poterne usufruire?_Nd.Hakkai  

Maledizione, ma questo non potrebbe proprio essere un pochino più ignorante e al mio livello intellettuale?_Nd.pensiero di Cassandra 

Livello decisamente basso in ogni caso_Nd.Sanzo che per l’occasione è diventato un telepate

 °\\\°_Nd.Cassandra colta in fallo

Sempre Selina mi fa notare che Shoryu e sua sorella non erano malvagi o sadici come, nella mia testa bacata ho deciso di far accadere a chi usufruisce della chimica proibita ma, dal mio punto di vista, il cambiamento della personalità non avviene immediatamente ma, solo dopo un certo periodo pertanto, non aveva ancora avuto il tempo di agire sui due fratelli.

 

Il silenzio della notte, privata del canto dei grilli e dei numerosi rumori che la pervadevano normalmalmente sino all’alba, era quasi assordante ed il buio rendeva praticamente impossibile, per un semplice essere umano, osservare la scena che si stava svolgendo al limitare della foresta.

Goku però, non aveva il minimo problema a distinguere le forme di quella notte dove la luna, nascosta dalle nuvole, pareva decisa a negare il suo chiarore.

Lui, un essere eretico nato da una roccia, non temeva quella sinistra atmosfera e si era arrampicato su un albero secolare per osservare in tutta comodità il combattimento che avrebbe avuto luogo di lì a poco.

Non intendeva intervenire: a meno che il trio di Genjo Sanzo Hoshi si fosse trovato in reale pericolo, preferiva attendere ed osservare il giovane che aveva osato sfidare il bonzo.

Percependo le sue intenzioni, Akito, sebbene lo avesse visto, si era limitato ad ignorarlo lasciandogli tutto l’agio di studiarlo e di avvertire la loro similarità: nel corpo di entrambi, si celava un enorme potenziale distruttivo che, anche se al momento era riposto nelle profondità delle loro anime, sarebbe riemersa al minimo cenno di pericolo.

Goku si scoprì a pensare che l’emissario di Gyokumen Koshu, non sarebbe parso tanto pericoloso senza i cadaveri che lo circondavano e gli abiti inzuppati del sangue delle sue vittime.

Queste giacevano a terra, completamente squarciate dai lunghi artigli del demone che aveva assaporato ogni istante della loro agonia.

Un sorriso soddisfatto era stampato sul suo volto che, ad una prima occhiata, sarebbe parso quello di un semplice, per quanto affascinante, adolescente umano.

Solo la sua aura, avvertibile da un ristretto numero di persone, tradiva i suoi legami con la chimica proibita.

Akito era al servizio di Gyokumen Koshu da molti anni ed era ormai totalmente succube alla scheggia di diamante che, dopo essere stata intrisa di potere proibito, gli era stata impiantata nel petto.

Con noncuranza, Goku distolse lo sguardo per osservare il gruppo che stava sopraggiungendo in quel momento: un umano e due demoni a bordo di una sgangherata jeep.

Quest’ultima, non appena i suoi occupanti scesero, prese le sembianze di un draghetto bianco e si affrettò a volare lontano.

Fu l’individuo al centro del gruppetto a catalizzare l’attenzione dell’essere eretico, in complicità con la luna che, uscita in quel momento dal proprio nascondiglio, aveva fatto risplendere i suoi biondi capelli.

Un chakra ( si ringrazia Hisoka per la correzione_Nd.Cassandra ) scarlatto ed un sutra appoggiato alle sacre vesti non lasciavano dubbi sull’identità del Venerabile Genjo Sanzo Hoshi.

Goku sentì mozzarsi il proprio respiro davanti a quella visione quasi sovrumana ma la voce di Akito, che ordinava loro di consegnargli il Sutra del Cielo Demoniaco, lo obbligò a riportare la sua attenzione alla realtà.

Davanti al secco rifiuto, una smorfia di disappunto comparve sul viso del quindicenne causando un incresparsi delle labbra di Sanzo … un sorriso malinconico che ebbe il potere di sconvolgere Gojyo e Hakkai.

Il bonzo rideva raramente prima della scomparsa della Stupida Scimmia e mai lo aveva fatto dopo la sua sparizione eppure, ora, aveva indubbiamente sorriso.

Hakkai lo osservò per qualche istante prima di scuotere tristemente la testa: non c’era la minima gioia nell’espressione del monaco ma solo una disperazione mal celata che lo induceva a temere la ripetizione della scena che, puntualmente, aveva avuto luogo in tutti gli ultimi attacchi.

In ogni combattimento, così come Gojyo diventava sempre più lento e distratto a causa degli effetti dell’oppio, Sanzo era sempre più temerario.

Il bonzo combatteva senza nessuna precauzione alla ricerca di una morte che avrebbe potuto dargli finalmente sollievo dalla sua solitudine: il bambino che aveva scelto la Shoreiju come arma perché sarebbe stato facile puntarsela alla tempia, era riapparso prepotentemente.

Solo il senso del dovere teneva in vita il monaco ma, il subconscio dell’uomo aveva trovato nel correre tutti i rischi possibili, una valida ed onorevole alternativa.

Nonostante le loro mancanze, Akito non prevaleva sui propri nemici e si limitava a difendersi senza contrattaccare: come un gatto che gioca con un topo prima di mangiarlo, il quindicenne si stava divertendo con le sue vittime prima di eliminarle.

C’era una gioia sadica nei suoi gesti quando, infine, cominciò a colpire i propri nemici infierendo su di loro con colpi perfettamente calibrati per causare solo ferite non mortali.

Di tanto in tanto, i suoi occhi grigio-azzurri si posavano sull’albero dove era appollaiato Goku: una chiara sfida che, sebbene riluttante, l’essere eretico si rese conto di dover raccogliere.

Con un sospiro, il diciannovenne saltò giù dall’albero con grazia felina:

“Sono Seiten Teisei Son Goku ed ho intenzione di sostituire questi uomini come tuo avversario. A proposito, come ti chiami?”

“Sono Akito, servo di Gyokumen Koshu” fu la risposta dell’altro mentre, con un gesto della mano, faceva emergere dal terreno delle lunghe liane che iniziarono ad attorcigliarsi alla caviglie dell’essere eretico.

 

Hakkai era stremato a causa della battaglia che, praticamente, si trovava ad ingaggiare completamente solo.

Iniziava a temere di non avere più il minimo scampo: Gojyo non era più in grado di combattere né di difendersi ed il demone gentile si diede dello stupido per non essersi precedentemente reso conto delle disastrose condizioni del compagno.

Sebbene accortosi della debolezza fisica a cui, il rosso era ormai perennemente soggetto, non lo avrebbe mai immaginato incapace di difendersi.

D’altro canto, anche Sanzo si dimostrava più un impiccio che un aiuto portandosi nel bel mezzo della battaglia con quella foga di chi sta cercando la morte … perché era quello che il bonzo anelava disperatamente, ormai Hakkai ne era certo ma, dato che il demone gentile non era per nulla concorde con le sue pulsioni suicide, si sforzava di coprirgli le spalle.

Impedire ai due amici di ferirsi e contemporaneamente tenere a bada il loro avversario, non era un’impresa facile per il giovane dai capelli castani che ben comprendeva il gioco che stava facendo il loro nemico.

L’idea che questo si stesse divertendo un mondo alle loro spalle, prima di eliminarli, non era molto rassicurante ma i piani per impedire un epilogo tanto tragico scarseggiavano nella mente dell’ex professore.

Per un istante, il suo pensiero andò a Goku e, per la prima volta da quando il giovane era scomparso, si sentì grato che non fosse con loro a condividerne il fato.

Prima, sebbene comprendesse le ragioni che lo avevano fatto allontanare dal gruppo, non riusciva ad accettarne totalmente la scomparsa anche se, per il bene dei compagni, sapeva di non potersi lasciare annullare dal dolore.

Loro lo avevano aiutato ad affrontare la morte di Kanan e lui, doveva aiutare loro a sopportare la mancanza dell’essere eretico.

Ora, Hakkai era felice della mancanza del giovane: Goku sarebbe sopravvissuto ed avrebbe avuto una vita felice … ne era certo … altrimenti che senso avrebbe avuto tutta la loro sofferenza?

La comparsa di un ragazzo che si pose fra loro ed Akito, prese il demone dagli occhi di smeraldo, totalmente di sorpresa.

Era balzato da uno dei rami più alti di un albero con un gesto deciso che, ad un essere umano, sarebbe certamente costato la vita ed ora, si era posto tranquillamente fra loro ed il nemico che stavano affrontando.

La sua figura slanciata ed i suoi movimenti baldanzosi erano in un certo qual modo famigliari ad Hakkai che si trovò, quasi senza rendersene conto, ad ascoltarlo mentre si presentava tranquillamente con il nome di Goku.

Hakkai cercò di osservarlo più attentamente nonostante, la tenebra che li circondava e l’occhio leso ( si parla del destro, ferito dallo stesso Cho Gono  nella sedicesima puntata_Nd.Cassandra ).

In effetti, sebbene molto più adulto di quanto avrebbe potuto essere il loro compagno, il nuovo arrivato assomigliava incredibilmente al loro amico.

Gli occhi dorati ed diadema poi, non erano cose tanto comuni ed Hakkai non conosceva nessun’altro, oltre all’essere eretico, che le possedesse.

Che quello fosse realmente il loro Goku?

Qualunque fosse la sua identità comunque, sapeva combattere in maniera magistrale ed appariva decisamente più forte di loro tre messi insieme ( Data la situazione ci voleva poco_Nd.Cassandra che però, trovandosi le armi di tre personaggi a caso puntate contro, si dichiara pronta a ritrattare il suo commento ).

Akito ordinò a delle liane di emergere dal terreno ed imprigionarlo ma, il nuovo venuto, per nulla impressionato, si limitatò a gettare ai vegetali uno sguardo distratto e a balzare fuori dalla loro portata.

Il servo di Gyokumen Koshu, per la prima volta da quando era apparso, appariva in difficoltà mentre Goku faceva scomparire il Nyoi Bo ( che aveva brandito sino a quel momento ) e si avventava a mani nude verso il proprio avversario.

Akito, tentò di parare il nemico con una barriera ma il suo rivale vi passò attraverso gettandolo a terra.

Il servo di Gyokumen Koshu trovò a malapena il fiato per chiedere:

“Perché lo fai? Tu sei un demone, dovresti unirti a noi per garantire la supremazia della nostra razza su questi inutili esseri umani” e poi accennando con il capo ad Hakkai e Gojyo “Loro non sono veri demoni ma tu sì!”

“Io lotto solo per me stesso e per il mio sole” fu la decisa risposta di Goku prima di sbalzare il nemico lontano di parecchi metri ed aggiungere “Ora vattene: non ho tempo da sprecare con gli stupidi”

 

Gojyo faticava a difendersi dai colpi di quello strano ragazzino che trasudava il potere della chimica proibita da tutti i pori.

Appariva ancora più forte di quanto, a suo tempo, era stato Shouryu, un altro giovane sicario appartenente a coloro che volevano risvegliare Gyumao o forse, erano i suoi recenti stravizi a causargli questa impressione.

Nonostante apparisse del tutto incurante delle parole di Hakkai, sapeva di aver intrapreso una strada che lo avrebbe portato velocemente alla morte … l’unico dubbio era se sarebbe stato ucciso prima da un demone o dalla droga.

D’altronde, a cosa serviva vivere quando la vita faceva semplicemente schifo: sua madre lo aveva sempre odiato e Gyen, il suo fratellastro, aveva dovuto ucciderla per impedirle di ammazzarlo.

Il dolore di questo gesto, aveva infranto il rapporto preesistente fra i due fratelli conducendo Gyen a partire lasciandolo solo. 

Gojyo non si era perso comunque d’animo e aveva continuato a lottare ma ora, quando finalmente credeva di aver trovato una nuova famiglia, per quanto singolare e pazzesca poteva apparire la loro combriccola, uno dei suoi membri era scomparso nel nulla perché lui era stato tanto stupido da non fermarlo quando avrebbe dovuto.

I suoi pensieri furono interrotti dalla comparsa di un misterioso giovane di cui, fino a qualche secondo prima, non si era nemmeno accorto.

Quella sagoma gli appariva famigliare ma solo quando ne udì il nome e vide il diadema che gli circondava la fronte intuì di chi si trattava.

Ma era davvero il loro Goku?

Non era un po’ troppo cresciuto per essere la Stupida Scimmia?

Sebbene, nel vedere la figura slanciata del ragazzo, il suo cuore lo avesse riconosciuto immediatamente come il suo fratellino, la mente era stata lesta a rammentargli che il giovane non poteva essere cresciuto tanto in soli sei mesi.

Eppure, quanti individui dagli occhi dorati esistevano al mondo?

No, ne era certo, QUELLO ERA GOKU!

Gojyo sentì lacrime di felicità scorrergli copiose lungo le guance perché, anche se non lo avrebbe mai ammesso, ormai era certo che la Stupida Scimmia fosse morta … ed invece eccola lì, a conversare come se nulla fosse contro un loro nemico, probabilmente compiaciuta di aver trovato un avversario tanto forte!

Fu con l’avidità di un fratello che aveva ritrovato un congiunto che temeva ormai perduto per sempre che scrutò il giovane: decisamente più adulto di quanto non era stato sei mesi prima, Goku aveva ancora una zazzera di capelli perennemente spettinati che gli ricadevano sulla fronte e, anche se si era notevolmente irrobustito, continuava ad avere una corporatura esile a confronto di un normale uomo.

Fra le mani, ad ulteriore conferma della sua identità, aveva fatto la sua comparsa il Nyoi Bo con cui, fendeva portentosi colpi che mettevano seriamente in difficoltà Akito.

Invano, il giovane sicario aveva fatto emergere dal terreno delle liane perché imprigionassero l’essere eretico.

Quest’ultimo aveva osservato i vegetali per qualche istante, apparentemente annoiato dalla battaglia, prima di allontanarsi con un balzo.

I loro movimenti erano tanto veloci da rendere praticamente impossibile ai tre spettatori seguirli, in effetti, solo un’altra volta Goku si era mosso con tanta rapidità con esiti a dir poco disastrosi eppure, ora n0n si era tolto il gioiello che gli cingeva la fronte e non sembrava aver perso il controllo.

Gojyo riuscì, a malapena, a distinguere quando Goku fece scomparire la propria arma e si gettò sul nemico.

Le sue mani erano diventate artigliate e due lucenti canini erano cresciuti in pochi secondi.

“Perché lo fai? Tu sei un demone, dovresti unirti a noi per garantire la supremazia della nostra razza su questi inutili esseri umani” domandò Akito prima di accennare con il capo ad Hakkai e Gojyo continuando “Loro non sono veri demoni ma tu sì!”

“Io lotto solo per me stesso e per il mio sole” fu la decisa risposta di Goku prima di sbalzare il nemico lontano di parecchi metri ed aggiungere “Ora vattene: non ho tempo da perdere con gli stupidi”.

 

Sanzo riconobbe immediatamente Goku nel giovane che si era calato dal secolare albero: per quanto l’aspetto della Stupida Scimmia fosse stato modificato, il bonzo lo avrebbe riconosciuto ovunque.

Per la prima volta da quasi sei mesi, il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi si senti bene mentre meditava su come punire il suo animale domestico per il periodo di ansia che gli aveva causato.

Ma cosa diceva: ansia?

Assurdo, lui non era preoccupato per la scimmia ma semplicemente seccato che si fosse allontanato senza permesso!

Il suo orgoglio stava già cercando delle scappatoie per non ammettere quanto gli era mancata la chiassosa presenza del giovane perché, se avesse riconosciuto di aver sentito la mancanza di Goku, avrebbe dovuto confessare a sé stesso di aver infranto la promessa fatta al suo maestro.

Non avere legami era sempre stato il suo imperativo … la sua regola di vita … la promessa fatta a Komio Sanzo Hoshi … qualcosa a cui non poteva venir meno.

Osservò in silenzio il combattimento e la nuova forza che Goku aveva acquisito, chiedendosi dove avesse trascorso gli ultimi sei mesi e crescere in quel modo abnorme.

Che quello non fosse la sua Stupida Scimmia ma solo un demone travestito da lui?

Era già accaduto ( anche se non mi ricordo in quale episodio_Nd.Cassandra ) ma allora aveva avvertito subito che quel demone non era Goku.

No, quella era la SUA Baka Saru, non aveva dubbi in proposito tuttavia, solo quando lo udì dire che combatteva per sé stesso e per il suo sole, Sanzo si sentì veramente tranquillo: niente era cambiato.

Il bonzo corrotto non prestò la minima attenzione ad Akito che, approfittando della loro disattenzione, aveva prudentemente deciso di defilarsi ma osservò invece con molta attenzione Goku.

Quest’ultimo si stava avvicinando tranquillamente, senza nessuna fretta di aggregarsi a loro, notò con crescente irritazione il monaco che, appena lo ebbe a tiro, lo flagellò di sventagliate:

“Stupida Scimmia! Dove diavolo ti eri cacciato?”

 


 

Cap. 7

Di nuovo insieme

 

Ringrazio per i loro commenti Kairi84, Egotchan, Annamirka-chan, Iourusgra, Ameria, Nefertari82,  e A-june

Mi state davvero dando un grande sostegno gnare_Nd.Cassandra

Non fare ‘scaricabarile!_Nd.Sanzo   

Non fare ‘scaricaberile’?_Nd.Cassandra  

La responsabile di questo scempio sei tu. Quelle povere anime pie che incautamente hanno letto la tua fic, non hanno colpa!_Nd.Sanzo

Ma se ti ho pure ridato Goku!_Nd.Cassandra indietreggiando mentre estrae la W&S   

E questa Baka Saru troppo cresciuta la chiami Goku?_Nd.Sanzo sparandole contro.  

Sempre meglio che fare il tuo lecchino a vita_Nd.Goku  

Sanzo non risponde ma cambia la traiettoria della propria arma mirando contro la Baka Saru …. il colpo distrugge il piatto di cibo che l’essere eretico ha in mano inducendolo a reagire … il bonzo blocca l’attacco afferrandolo per i polsi e fermando un suo morso bloccandogli la bocca con la propria … la lotta si fa più serrata e i due iniziano a strapparsi i vestiti nella foga della rissa … ehm, dicevo della rissa …_Nd.Cassandra

Strano, quando io faccio certe cose con una donna, lo chiamo sesso sfrenato!_Nd Gojyo

Zitto tentai!… E voi due la volete smettere? … cazzo, ma non hanno bisogno di respirare? … Ah, sì, i lettori! Dunque, la trasmissione viene interrotta per motivi … Ehm, diciamo ‘tecnici’_Nd.Cassandra ^^;;;;;;

Mille grazie anche ad Hisoka per il suo prezioso aiuto nella correzione del precedente capitolo e per le sue fic che leggo quando devo migliorare il mio umore ( Hisoka! Razza di disgraziata! Come riesco a farla suicidare se tu continui a pubblicare?_Nd. Sanzo ).

Selina mi ha fatto inoltre notare che alcune reazione dei personaggi sono quantomeno esagerate e, vorrei quindi dare a tutti chiarimenti in proposito:

-         per Gojyo, la sparizione di Goku è stata la classica ‘goccia che fa traboccare il vaso’ colmo a causa delle disgrazie infantili a cui è stato soggetto.
Forse, esasperato un po’ troppo la sua reazione
( Forse?! Ma se mi hai trasformato in un drogato!_Nd.Gojyo) ma, almeno per lui, sono convinta di quanto ho scritto;

-            per Sanzo, la scomparsa di Goku ha ‘solo’ avuto l’effetto di riportarlo allo stato emotivo di quattro anni prima ( antecedente alla liberazione della sua Baka Saru ) ovvero, ad un periodo che sarebbe culminato, secondo il mio punto di vista, con il suo suicidio.
Il commento mi ha fatto riflettere molto e ammetto che, cercare tanto repentinamente la morte in battaglia, rende il mio Sanzo parecchio OCC (
sempre lode a Sely per la sua pazienza nel darmi chiarimenti_Nd.Cassandra ) e per questo chiedo il parere dei lettori e, se concordano con Seli, mi impegno a correggere i capitoli incriminati.

Poveri loro, ora sono anche coinvolti in prima persona …_Nd.Goku  

Ma tu non pensavi solo a mangiare?_Nd.Cassandra  

Non nella tua versione_Nd.Goku  

Accidenti a me!_Nd.Cassandra  

Il karma prevede che il male fatto ci si ritorca contro_Nd.Sanzo  

Cosa ho fatto per meritarmi tante cattiverie … sig … sob … snif …_Nd.Cassandra

Aspettate, ho qui l’elenco completo_Nd. Hakkai srotolando una pergamente scritta in caratteri piccolissimi e lunga una ventina di metri.

Come ultima cosa, chiedo umilmente perdono a Gokuzzola dato che, senza rendermene conto, ho reso questo capitolo molto simile al 6° della sua fic. UN IMPERDONABILE EQUIVOCO ( Non l’ho fatto apposta çç !?_Cassandra ) e la ringrazio per avermi ugualmente permesso di mantenerlo immutato onde evitarmi di riscrivere e modificare l’intero seguito ( E peggiorarlo ancora? Gokuzzola grazie anche da parte nostra per averle impedito ulteriori abusi_Nd.Sanzo )

 

L’attenzione di Sanzo si concentrò su Goku.

Il biondo si era aspettato che la Stupida Scimmia avanzasse correndo per poi saltargli al collo, ma il ragazzo si stava avvicinando tranquillamente, senza nessuna fretta di aggregarsi a loro.

Questo suo inusuale atteggiamento, fece pulsare, in maniera preoccupante, la vena sulla fronte del monaco che, appena lo ebbe a tiro, lo flagellò di sventagliate:

“Stupida Scimmia! Dove diavolo ti eri cacciato?”

L’essere eretico rimase immobile per alcuni lunghi secondi, gli occhi dorati puntati sull’uomo che doveva proteggere prima che la sua mano si muovesse fulminea per privarlo del suo harisen ( termine esatto?_Nd.Cassandra ) e gettarlo di lato.

“Il mio nome è Son Goku e non Stupida Scimmia quindi, vi prego di non usare assurdi epiteti.  Sono stato inviato da Kanzeon Bosatsu per accompagnarvi nella vostra missione e proteggervi ma, se provate a darmi ancora quel coso in testa, potrei dimenticarmene e farvi molto male.  Come ultima cosa, non credo che i miei ultimi domicili siano affare vostro, signore” disse Goku chiaramente scocciato dal benvenuto ricevuto ( si ricorda che il demone è cresciuto sia mentalmente che fisicamente e quindi, per la prima volta davanti a Sanzo & C., parla come un adulto_Nd.Cassandra ).

Il tono del ragazzo sorprese Sanzo: mai la sua Baka Saru gli si era rivolta in maniera tanto fredda e dandogli del Voi.

L’uomo non riusciva a comprendere: forse Goku voleva vendicarsi per lo scatto d’ira che aveva avuto durante il loro ultimo incontro?

Assurdo: la Stupida Scimmia non si era mai comportata in quel modo.

Ancora una volta gli venne il dubbio che quello non fosse Goku ma gli bastò un’occhiata a quelle iridi dorate per fugare ogni incertezza: quella era la sua Baka Saru.

Il bonzo ripensò alle altre frasi pronunciate dal castano diciannovenne mentre, le sottili labbra si stringevano sino a scomparire e gli occhi si riducevano a due fessure: nemmeno quelle parole gli erano piaciute.

Kanzeon Bosatsu gli aveva ordinato …

Ciò significava che altrimenti non sarebbe tornato?

No, non lo credeva.

Fin da quando lo aveva liberato, lui era stato tutto per quel demone.

Lui era il suo sole, Goku glielo aveva ripetuto spesso e, in quel momento, Sanzo voleva credergli a tutti i costi.

Il demone stava volutamente fingendo che non gli importasse niente di lui e, ammise con rabbia, lo stava anche facendo in maniera magistrale!

E pensare che lui si era anche preoccupato!

Sì, era inutile mentirsi ancora perché aveva avvertito la mancanza del rumoroso ragazzo e della possibilità di sfogarsi su di lui … cosa che istintivamente avrebbe fatto in quel momento cancellandogli quell’espressione indifferente dal volto!

Ciò nonostante non gli avrebbe dato la soddisfazione di vedere quanto il suo tono lo aveva ferito … in fondo, anche tale sentimento era sbagliato: lui non doveva avere legami … era meglio così: adesso non lo avrebbe più avuto attaccato alla veste tutto il giorno!

“Molto bene, Son Goku” Sanzo pronunciò il nome del ragazzo in maniera sprezzante, lasciando trasparire che, anche se lo chiamava come una persona, l’eretico era e rimaneva una Stupida Scimmia “in questo caso è meglio muoverci”

Sotto gli sguardi esterrefatti di Gojyo ed Hakkai, i due si diressero verso la radura dove, Hakuryu li stava aspettando, appollaiato sui bagagli che avevano lasciato poco prima.

I due demoni, avevano udito lo scambio di battute fra i due compagni ed osservato Sanzo che come prima cosa, aveva colpito Goku.

Ciò non li aveva sorpresi, per quanto inopportuno, un comportamento del genere era normale per lui ma la risposta che la Baka Saru aveva dato all’uomo, che per lui aveva sempre contato più della sua stessa vita, era sconvolgente.

Difficile per loro comprendere il cambiamento avvenuto nel più giovane del gruppo: non avevano mai udito la Stupida Scimmia usare quel tono con Sanzo né le avevano mai visto un’espressione tanto decisa e intensa.

Cosa poteva essergli accaduto in quei sei, lunghissimi, mesi in cui era stato tanto lontano da loro?

Da dove gli veniva tutta quella sicurezza?

Dovevano ammettere che, almeno fisicamente, il cambiamento era stato enorme e faticavano non poco a riconoscere, nel giovane uomo che avevano davanti, il più piccolo del gruppo.

Nonostante i suoi quasi diciannove anni, Goku era sempre stato per loro un bambino, un fratellino minore perennemente affamato e spesso, troppo ingenuo.

Quel ragazzo invece, aveva una sicurezza e un’arroganza che era sempre mancata all’essere dagli occhi dorati anche se, ormai non dubitavano più che fosse il loro compagno.

Quella situazione non piaceva a Gojyo: Sanzo aveva assunto un’espressione imperscrutabile che non permetteva di comprendere cosa gli passava per quella testaccia dura ma, chiaramente, non era intenzionato ad interrogare la Stupida Scimmia.

Il rosso era, però, di tutt’altro avviso.

“Si può sapere cosa diavolo intendi andare, Stupida Scimmia? Fermaci e dacci una dannatissima spiegazione!” intimò Gojyo strattonandolo per un braccio.

L’essere eretico si liberò dalla stretta gettando il rosso a terra e guardandolo freddamente:

“Mi pareva di avervi già chiesto di non chiamarmi con strani epiteti e non vedo perché dovrei darvi una qualsivoglia spiegazione”

“Perché eravamo molto preoccupati, Goku …” disse Hakkai mentre aiutava l’amico a rialzarsi.

“Preoccupati? … E perchè …” rispose il ragazzo aggrottando leggermente la fronte ma, prima che qualcuno potesse rispondergli, un’enorme onda di energia percorse l’intero pianeta mozzando il respiro a chiunque fosse in grado di avvertirla.

Sanzo ansimò portandosi le mani alla testa, in un disperato tentativo di disperdere il lancinante dolore che lo aveva colpito.

Le gambe del monaco cedettero mentre il sangue prese a colargli dal naso, imbrattandogli la sacra veste.

Goku, più vicino degli altri, istintivamente afferrò l’uomo prima che rovinasse a terra, privo di sensi e con un’unica certezza: Gyumao si era destato.

 


 

Cap. 8

Gelo

 

Ringrazio per i loro commenti Egotchan, Hisoka, Nacochan, Nefertari82, Ameria e Black Angel.

I personaggi sono di Kazuya Minekura ma, come vi sarete accorti, mi sono presa la libertà di mutarli ( Soprattutto Goku.Nd.Cassandra    Ma và, non ce n’eravamo accorti.Nd.lettori ).

Dopo aver letto il commento di Hisoka, vorrei precisare che fra la fine del combattimento con Akito e il colasso di Sanzo, trascorre troppo poco tempo ed è questo a non permettere ai Sayiuki Boy’s di indagare sull’assenza di Goku ( io veramente ho tentato ma quell’animale mi ha atterrato e poi, quando stava per entrare in gioco Hakkai, il bonzo corrotto ha avuto la bella idea di svenire_Nd.Goyo ç_ç ).

 

L’esercito di Gyumao era stato formato, quasi 500 anni prima, con i demoni più potenti e spietati che avessero percorso la terra.

Il loro potere, appariva inferiore solo a quello del loro signore che, fortunatamente per l’umanità, avevano seguito nel suo sonnellino di mezzo secolo.

Risvegliatosi il loro comandante, anche loro si erano destati e si erano messi sulle tracce del Sutra del Cielo Demoniaco in possesso, in quel dato momento, di un essere umano chiamato Genjio Sanzo Hoshi.

Gyumao che aveva uno strano senso dell’umorismo, avrebbe di lì a poco ordinato ai suoi seguaci di non attaccare in forze il gruppo del bonzo.

Sarebbero andati solo dei volontari che ritenevano di poterli battere, senza il minimo aiuto.

Chi avesse vinto questa ‘gara’, consegnando il sutra a Gyumao, avrebbe ricevuto grandi onori e ricchezze mentre, coloro che fallivano, avrebbero fatto la fine di Akito ( affidato alle tenere cure del Dott. Ni Jienji come sua cavia ).

Questi fatti erano ancora sconosciuti ai membri del ‘catorcio assemblato a caso’, la cui attenzione, in quel momento, era concentrata su Sanzo che giaceva svenuto sul retro della jeep, diretta alla locanda dove avevano trascorso la precedente nottata.

Il volto dell’uomo era di un pallore spettrale e, alcune macchie rosse sulla veste, testimoniavano l’emoraggia, arrestata poco prima che fosse adagiato sul retro dell’autovettura.

Hakkai guidava ed il posto al suo fianco era stato occupato da Gojyo mentre Goku li seguiva a poca distanza su una moto nera di cui nessuno aveva osato chiedergli spiegazioni dato che, tutti i quesiti che stavano per porre, erano stati rimandati a tempi migliori.

Contro ogni logica, il giovane demone aveva avvertito una strana sensazione quando Genjo Sanzo Hoshi gli era svenuto tra le braccia, come un dolore sordo al petto che lo aveva indotto a stringere a sé il corpo esanime del bonzo.

Ricordava ancora il suo odore, un misto di tabacco e polvere da sparo, che impregnava gli abiti del biondo monaco e gli appariva estremamente famigliare.

Era come se, nonostante si fossero trovati da solo qualche ora, un filo rosso avesse sempre legato le loro anime e, durante il loro incontro il suo cuore avesse riconosciuto quel singolare individuo.

Che gli stava accadendo?

Cos’erano tali emozioni?

Lui non aveva niente da spartire con quell’egocentrico sacerdote, non appena finita quella pagliacciata che rappresentava la sua missione, sarebbe corso fra le braccia del suo Homura.

Senza quasi rendersene conto, il giovane essere eretico si trovò a confrontare il carattere dolce e protettivo del Dio della Guerra, a quello collerico e manesco di del 31° Genjo Sanzo Hoshi: Goku scosse la testa per liberarsi di tali, assurdi, pensieri.

Non aveva la minima ragione di paragonare i due individui dato che, mentre il primo era il suo amante, il secondo era per lui solo  qualcuno con cui Kanzeon Bosatsu lo aveva obbligato a convivere.

Da quando aveva battuto Akito, l’essere eretico aveva scambiato solo poche parole con il sacerdote ma, se ‘il buongiorno si vede dal mattino’, che qualcuno venisse in suo aiuto contro quel bonzo corrotto!

 

Sanzo riacquistò conoscenza solo diverse ore dopo il tramonto: avvertiva una profonda spossatezza e i muscoli gli dolevano in tutto il corpo tuttavia, era finalmente tornato lucido.

Quasi immediatamente, incontrò gli occhi color smeraldo di Hakkai e quelli rossi di Gojyo ma, nonostante l’avesse istintivamente cercata al suo fianco, certo che sarebbe stata lì, non riuscì a scorgere immediatamente la sua Baka Saru.

Ci vollero alcuni secondi perché la vedesse appoggiata alla parete più lontana dal letto, con uno sguardo indolente, come se non gli importasse niente del suo stato.

L’indifferenza in quegli occhi dorati ferì indicibilmente il monaco che si obbligò a mascherare la propria confusione mentre udiva Hakkai domandargli se stava bene.

Sanzo non poté far altro che annuire, ricordandosi improvvisamente il motivo per cui era collassato e la certezza che Gyumao si era risvegliato.

Stancamente, si tirò a sedere informando i compagni del fallimento del loro piano primario ( fermare il demone prima che potesse destarsi ) e la sua decisione di portare a termine almeno quello che prevedeva l’uccisione del loro avversario.

“Bene, andiamo a prendere a calci in culo quel bastardo! Allora Scimmi … Goku, che ne dici di una bella scazzottata?” chiese Gojyo nascondendo la sua preoccupazione dietro un tono scanzonato.

Sia il rosso che Hakkai, erano a disagio non avevando ancora avuto la possibilità di interrogare il giovane: quando erano arrivati alla locanda, l’essere eretico si era infatti eclissato tornando solo qualche minuto prima del risveglio del bonzo.

“Un po’ di movimento non mi dispiacerebbe dato che in qualsiasi caso dovrò accompagnarvi per difendere Sanzo” rispose Goku avvicinandosi al giaciglio con fare allegro non dissimile da quello ben conosciuto dai suoi compagni.

Ciò nonostante, le sue parole urtarono il monaco.

“Dato che in qualsiasi caso dovrò accompagnarvi …” ripetè il bonzo imitando il tono del ragazzino prima di proseguire, con voce rabbiosa “Maledizione scimmia, se non ti va di accompagnarci puoi anche andartene! Nessuno ti obbliga a venire … fra noi non sussiste il minimo patto!”

Il monaco stava tremando, le mani strette a pugno mentre tutto il dolore provato in quei stramaledetti sei mesi pareva investirlo in un colpo solo.

Fino a quel momento, l’uomo si era costretto a mantenere la calma rifugiando nel suo smisurato ego, convinto che Goku stesse solo fingendo ma, quando lo aveva sentito dire che lo accompagnava come se, per lui fosse stato solo un dovere da assolvere, il monaco aveva sentito qualcosa spezzarsi nella sua anima.

Non era la prima volta che il monaco si sentiva dilaniato dalla sofferenza, già tempo prima aveva perso una persona cara … aveva perso suo padre … il padre che gli aveva insegnato a non avere legami … poteva ancora sentire le sue parole:

 

“Non avere nulla.

Se incontri un Buddha uccidilo.

Se incontri un antenato uccidilo.

Non avere legami, non essere schiavo di nessuno.

Vivi semplicemente per la tua vita."

 

Ma se lui non aveva legami … se non era schiavo di nessuno … se viveva semplicemente per la sua vita, perché ora si sentiva annientato davanti all’indifferenza della Stupida Scimmia?

Il demone gentile si accostò a Sanzo e gli pose una mano sulla spalla, nei suoi occhi di smeraldo era possibile intravedere la comprensione per lo stato emotivo del monaco ma questo, lo scostò bruscamente: non voleva la pietà di nessuno!

Hakkai sospirò mentre la sua attenzione si spostava sul giovane dagli occhi dorati, per dirgli:

“Ora basta giocare Goku, devi dirci dove sei stato in questi ultimi sei mesi …darci una spiegazione … non puoi scappare per sempre!”

“Io non sto scappando da nessuno, solo non capisco cosa vi possa interessare” rispose il castano giovane mettendo il broncio “In ogni caso ero con la mia famiglia”

 

Appena giunti alla locanda, Goku aveva preferito allontanarsi dai suoi nuovi compagni nel tentativo di fare chiarezza nei suoi pensieri: aveva gironzolato nei dintorni prima di rientrare ad ordinare all’albergatore un’ingente quantità di cibo e dirigersi verso la camera del bonzo.

Il giovane non si era avvicinato immediatamente al giaciglio, la vicinanza del monaco gli suscitava strane senzazioni che lo mettevano a disagio e lo smarrimento era aumentato quando quegli splendidi occhi viola si erano aperti.

“Bene, andiamo a prendere a calci in culo quel bastardo! Allora Scimmi … Goku, che ne dici di una bella scazzottata?” la voce del kappa appariva tesa mentre, all’ultimo momento sostituiva il suo nome al soprannome che gli aveva attribuito ma, in quel momento la cosa non infastidì il giovane.

nascondendo la sua preoccupazione dietro un tono scanzonato.

Cercando di adeguarsi al suo tono scanzonato, Goku si obbligò ad avvicinarsi al giaciglio e ad assumere un tono gioioso:

“Un po’ di movimento non mi dispiacerebbe dato che in qualsiasi caso dovrò accompagnarvi per difendere Sanzo”

Nulla aveva preparato il giovane alla reazione di Sanzo.

“Dato che in qualsiasi caso dovrò accompagnarvi …” ripetè il bonzo imitando il tono del ragazzino prima di proseguire, con voce rabbiosa “Maledizione scimmia, se non ti va di accompagnarci puoi anche andartene! Nessuno ti obbliga a venire … fra noi non sussiste il minimo patto!”

Il monaco stava tremando, le mani strette a pugno per attenuare una rabbia intensa che faceva sfavillare di luce omicida quegli occhi viola, spingendo l’essere eretico a ritrarsi da quella collera prima di osservare la reazione degli altri demoni presenti.

Gojyo taceva e passava lo sguardo da uno all’altro dei contendenti, i suoi occhi rossi contenevano pena e il chiaro messaggio che non sapeva cosa fare mentre, il demone gentile si accostò a Sanzo e gli pose una mano sulla spalla.

Negli occhi verdi di quest’ultimo era possibile intravedere la comprensione per lo stato emotivo del monaco ma questo, lo scostò bruscamente, deciso a rifiutare qualunque conforto.

Goku sentì Hakkai sospirare mentre si arrendeva ai desideri del biondo e la sua attenzione si spostava su di lui.

La voce dell’uomo era tranquilla mentre gli parlava:

“Ora basta giocare Goku, devi dirci dove sei stato in questi ultimi sei mesi …darci una spiegazione … non puoi scappare per sempre!”

“Io non sto scappando da nessuno, solo non capisco cosa vi possa interessare” rispose il castano giovane assumendo un’espressione corrucciata, non gli piaceva la piega che aveva preso la discussione e fu con una certa sfida che aggiunse “In ogni caso ero con la mia famiglia”

“La tua … famiglia?” ripetè titubante il rosso che pareva aver finalmente riacquistato l’uso della parola “Tu non hai famiglia, Stupida Scimmia!”

“E tu che diavolo ne sai, scarafaggio rosso?” ribattè il ragazzo aggiungendo volutamente l’insulto e guardando con occhi fiammeggianti il suo interlocutore.

“Calmati Goku e dicci i loro nomi, per favore” li interruppe il demone gentile con tono pacato mentre il suo sguardo correva a spiare la reazione di Sanzo che non aveva ribattuto in alcun modo.

“Homura, Shien e Zenon … dovreste già conoscerli o almeno così mi è stato riferito … mi hanno anche detto che fra voi non corre buon sangue” rispose con una smorfia Goku.

“Homura! … Non ci posso credere, scimmia! … Ci hai davvero traditi!” sbraitò il rosso con gli occhi fuori dalle orbite.

“Traditi? … Sono qui per ordine di Kanzeon Bosatsu e non intendevo cerco nascondermi le mie origini, solo sapendo che voi non avete buoni rapporti con la mia famiglia, non mi è sembrato opportuno citarli immediatamente …” ribattè il ragazzo “D'altronde ci siamo appena conosciuti”

“Tzè, Goku ha ragione: fra noi non c’è mai stato il minimo patto” ricordò Sanzo con voce mentre si alzava in piedi.

“Lo dici proprio tu che hai vissuto con lui quattro anni!” ribattè scandalizzato Gojyo.

“Quattro anni? Ma di che diavolo state parlando?” li interruppe Goku completamente spiazzato “Io non ho mai conosciuto nessuno di voi prima di qualche ora fa!”

“Vuoi dire che non ricordi nulla?” indagò Hakkai “Goku, con chi hai vissuto prima degli ultimi sei mesi?”

“Esattamente con chi ho vissuto fino a ieri: Homura, Shien e Zenon … Ah, ho capito …” ribattè il ragazzino sorridendo “Homura mi aveva avvertito … tentate di destabilizzare il vostro avversario convincendolo che è un vostro compagno sotto qualche influenza esterna …”

“Non è così! Goku ascolta …” iniziò a spiegare Hakkai.

“Ho già sentito anche troppo … avvertitemi quando il bonzo corrotto sarà in grado di partire: prima facciamo la pelle a Gyumao prima torniamo a casa … ci vediamo a cena” rispose l’essere eretico uscendo dalla camera.

 

 

 

 


 

Cap. 9

Uomo o divinita’?

 

In questo capitolo ricompare il personaggio di Homura e, per la prima volta, si dà un’occhiata anche allo stato di Nataku e del Tenkai in generale tuttavia, non essendo io l’autrice di questo meraviglioso manga, avverto che potrebbero comparire numerose imprecisioni su questi soggetti.

Se si verificasse tal eventualità, prego i lettori d’avere pazienza e di evidenziarmi gli sbagli affinché possa correggerli o, almeno, segnalarli con delle adeguate note.

Nel frattempo, ringrazio per i loro commenti Ameria, Hisoka, A-june, Annamirka-chan, Kairi84, Iorusgra, Black Angel, Selina, Egotchan, Iry-chan, Vitani e Nacochan.

 

Quell’ala del palazzo era insolitamente silenziosa se paragonata al resto del Tenkai dove, ogni dio era letteralmente impazzito alla notizia del risveglio di Gyumao.

Il rischio che lo sbilanciamento di forze, che questo evento aveva causato, influisse sui poteri degli augusti abitanti del Regno Celeste acquisiva sempre maggiore forza.

I problemi, che 500 anni prima avevano privato le divinità “più deboli” delle loro capacità, stavano iniziando a ripetersi colpendo anche chi apparteneva alle caste superiori.

Tutti gli dei, Imperatore Celeste compreso, avrebbero potuto ritrovarsi, da un momento all’altro, ridotti allo stadio di semplici esseri umani ma, nemmeno questi disastrosi eventi potevano influire sull’assenza di qualsiasi rumore che, come un velo impalpabile, circondava la stanza.

Un silenzio innaturale che, nel cuore di Shien si trasformava nelle urla di un bambino privato della propria infanzia …

nelle urla di un essere impuro obbligato a compiere atti impuri …

nelle urla del precedente Dio della Guerra …

nelle urla di Nataku ….

Il samurai si avvicinò al giaciglio dove era disteso il fanciullo.

Sprofondato in un sonno che durava da 500 anni, Nataku era stato, prima allievo di Shien e in seguito, suo diretto superiore.

Per il samurai, all’epoca suddito fedele dell’Imperatore Celeste che non scorgeva altro il proprio dovere, vedeva la maggior parte degli individui come scocciatori che lo distraevano dai suoi compiti ma, quell’essere eretico aveva rotto il suo isolamento guadagnandosi affetto e rispetto.

“Che cosa devo fare, Nataku?” chiese semplicemente sedendosi sul bordo del grande letto ed osservando con gli occhi della mente ( dato che quelli veri sono perennemente chiusi_Nd.Cassandra ) quel volto immobile, come se da lui potessero emergere tutte le risposte ai suoi dubbi.

Il samurai dai capelli d’argento temeva si ripetesse la storia di mezzo secolo prima, una storia sordida di sfruttamento di un innocente che era culminata in una tragedia …

La stessa tragedia che aveva indotto il bambino a cedere alla disperazione e fuggire alla vita …

Se quei maledetti dei ai vertici, interessati solo ad acquisire maggior potere, avessero messo le mani su Goku, la storia si sarebbe ripetuta.

L’essere eretico sarebbe stato solo uno strumento per perseguire i loro ipocriti scopi finché, diventato ormai inutile, il giovane sarebbe stato sapientemente eliminato … non che lo avrebbero ucciso naturalmente … gli dei non possono uccidere ma possono far desiderare la morte.

Erano maestri in questo e, quasi sempre, riuscivano a sospingere verso il suicidio, tutti gli individui ormai inservibili.

500 anni prima, Shien aveva visto gli eventi scorrere sotto i suoi occhi senza intervenire in alcuna maniera.

Si era detto che ciò che stava succedendo, essendo stato deciso dalle divinità appartenenti all’elite dell’imperatore, era giusto e che lui doveva solo eseguire gli ordini.

Aveva annullato la propria coscienza … aveva chiuso occhi e orecchie per non vedere né sentire … si era comportato da codardo, ma stavolta le cose sarebbero state diverse … stavolta, non sarebbe stato solo a guardare!

“Grazie, Nataku!” mormorò il samurai che, dopo aver optato per questa decisione, si era alzato con una mossa fulminea dirigendosi verso la porta.

Shien non si accorse del leggero sorriso che, per un secondo, era comparso sulle labbra del suo silenzioso interlocutore.

Il dio dagli occhi perennemente chiusi era ormai deciso a fare di tutto perché, il mondo perfetto previsto da Homura diventasse finalmente una realtà dove, forse, anche lui avrebbe trovato una ragione per cui vivere.

Non aveva protetto Nataku ma, in sua memoria, avrebbe impedito che qualcuno potesse ferire Goku.

Con questi presupposti, il dio raggiunse la ‘cattedrale’ dove, Homura sedeva scompostamente sul trono di pietra.

Lo sguardo del Dio della Guerra era perso nel vuoto mentre il suo silenzio inducevano a credere che la mente fosse decisamente distante dal corpo.

Al suo fianco, preoccupato per la piega presa dalla situazione, Zenon dava il loro silenzioso sostegno per affrontare quel momento nero.

Il risveglio di Gyumao e del suo esercito li aveva presi di sorpresa, facendo cadere l’intero Tenkai nel panico: nessuno si aspettava che il demone potesse risorgere senza l’ausilio del sutra eppure, questo era ciò che era avvenuto, ed ora, l’umanità avrebbe dovuto affrontare nuovamente il pericolo rappresentato da esso.

La consapevolezza che Gyumao avrebbe mandato i suoi fedelissimi a recuperare il sutra, riduceva notevolmente le possibilità che il gruppo di Konzen potesse farcele e quindi, anche Goku con loro.

“E’ assurdo! … Andiamo a riprendercelo!” la voce di Zenon era alterata, non riusciva a comprendere come i suoi compagni avessero permesso che quella stramaledetta ermafrodita li manovrasse a suo piacimento mettendo in pericolo il ragazzino a cui, anche se lo ammetteva a denti stretti, si era molto affezionato.

Comprendeva il pericolo che incombeva su di loro ma, era fermamente convinto che, insieme potessero annientare Gyumao senza l’aito del gruppo di Konzen.

Homura, riemerso dai propri pensieri, non si degnò nemmeno di rispondergli lasciando a Shien il compito di rammentargli che non potevano opporsi a quel demone, solo Goku fra di loro ne aveva la capacità, e probabilmente avrebbero perso quanto prima i loro poteri diventando più deboli del ‘catorcio assemblato a caso’.

Rimanere con le mani in mano non era tuttavia prerogativa del Dio della Guerra che, se proprio doveva diventare semiumano, voleva almeno vivere e sostenere la persona amata.

Voleva impedire che il biondo monaco riuscisse nuovamente a penetrare nel cuore del ragazzino rubandogli il suo amore e, a questo scopo, si alzò dallo scranno con un’espressione decisa sul volto: ordini o non ordini intendeva raggiungere Goku ed unirsi al gruppo di Konzen.

“Aspettate, veniamo anche noi” disse il samurai intuendo le sue intenzioni e spiegandole a sua volta a Zenon ma Homura scosse il capo:

“Qui siamo in un luogo protetto ma, dove sto andando, mi trasformerò immediatamente in un essere umano: non posso chiedervi di seguirmi”

“Dove vai tu, io ti seguirò. Ti ho giurato fedeltà e non mi rimangerò la parola data!” ribattè l’uomo dalla benda su un occhio.

“Affronteremo ciò che ci attende come abbiamo sempre fatto, Principe Homura: insieme” aggiunse Shien con un vago accenno di sorriso.

 

Pochi secondi dopo, il trio si ritrovò a poca distanza dal villaggio dove l’essere eretico avrebbe trascorso la notte ma qualcosa non andava: c’era una strana atmosfera … un pericolo non ancora dichiarato ma quasi certamente in agguato … qualcosa che stava per attaccare il villaggio … qualcosa che avrebbe potuto far molto male a Goku …

L’intera zona era avvolta in una fitta nebbia e carica di una strana energia che faceva impazzire le loro percezioni divine convincendo i tre dei che, in caso di necessità, non avrebbero potuto usufruire dei loro poteri.

“Mostratevi: solo i codardi si nascondono dagli occhi dei propri avversari!” asserì Homura avvertendo un’insolita aura che tentava di celarsi a loro ma, per quanto si sforzasse, non riuscì ad individuarne la provenienza.

Cercò di volare e di teletrasportarsi ma, entrambi i tentativi si rivelarono infruttuosi mentre comprendeva di essersi trasformato in un essere umano e udiva le imprecazioni che, la scoperta, aveva indotto Zenon a pronunciare.

La situazione non era imprevista, sapevano che il risveglio di Gyumao avrebbe causato alcune variazioni nei normali assetti di potere e, gli dei del Tenkai, molto sensibili a tali mutamenti, si sarebbero improvvisamente trovati ad essere dei comuni mortali.

Sconcertante era pensare che non solo loro ma, contemporaneamente anche tutti gli annoiati e subdoli numi del Tenkai si dovevano essersi trovati in quella situazione.

Fortunatamente armi, tecniche di combattimento e conoscenze erano rimaste immutate dandogli una minima possibilità di difesa.

Con un semplice gesto della mano, Homura diede ai propri sottoposti l’ordine di seguirlo: voleva raggiungere al più presto Goku … assicurarsi che quest’ultimo stesse bene e, cosa non meno importante, avesse ignorato le spiegazioni di Sanzo e dei suoi compagni.

Spesso si sentiva in colpa per averlo ingannato ma, ‘in amore ed in guerra tutto è permesso’ e lui era abbastanza disperato da ricorrere a misure drastiche per legare a sé il giovane essere eretico.

Non avrebbe mai pensato che qualcuno potesse sostituire Rinrei eppure, il giovane demone dagli occhi dorati si era insinuato nel suo cuore ed ora, il Dio della Guerra, non era in grado di concepire la propria esistenza senza di lui.

Non gli piaceva per nulla stargli lontano: sebbene davanti alle altre persone, Homura si mostrasse deciso e sicuro di sé, il dio si sentiva indifeso davanti all’ipocrisia del mondo in cui era costretto a vivere.

Questa ipocrisia era però totalmente assente nelle pupille dorate del diciannovenne ed il semidio si era aggrappato a lui , consapevole che quella era la sua ultima speranza di felicità.

Il semidio camminò con passo spedito e deciso finché, si rese conto che i suoi compagni riuscivano a malapena ad arrancargli dietro: accidenti, lui era un essere eretico ed era riuscito a conservare un minimo di forza ma, Shien e Zenon erano chiaramente in maggiori difficoltà!

Rallentò l’andatura permettendo loro di affiancarlo mentre spiava i loro volti provati e si chiedeva come avrebbero fatto a tornare indietro.

Non che avrebbero avuto difficoltà a vivere come esseri umani per un certo periodo: disprezzando il Tenkai, il Dio della Guerra veniva spesso sulla terra ed aveva imparato ad avere una discreta riserva di denaro e proprietà facendosi, più di una volta, passare per un nobile principe … in fondo il titolo di Principe lo aveva realmente, no?

Sospirò, consapevole che era meglio trovare Goku il prima possibile e spiegargli la situazione senza che Sanzo & C. si accorgessero dei loro problemi dato che, senza la protezione dell’amante, i demoni avrebbero avvertito la loro aura divina e se li sarebbero mangiati a colazione

 

 

 


 

Cap. 10

cambiamenti

 

 

Ringrazio per i loro commenti Hisoka, Black Angel, Nefertari82, Vitani, Iorusgra, Kairi84 ed Egotchan le quali, stanno dimostrando una perseveranza incredibile ( Io lo chiamerei autolesionismo_Nd.Sanzo ).

Sono molto sorpresa delle reazioni di amore/odio scatenate da Homura & C. [ Credevo che alla maggior parte di voi stesse antipatico_Nd.Cassandra    Mica mi chiamo Konzen_Nd.Homura    Comunque io ho più fans_Nd.Sanzo     Su ragazzi, non litigate_Nd.Cassandra che ha la pessima idea di far da paciere al posto di Hakkai ( impegnato in un incontro di ‘lotta’ con Gojyo)     Tu a chi tieni?_Nd.Sanzo e Homura in coro mentre puntano le rispettive armi alla gola dell’autrice     Gulp! O____O!!!!_Nd.Cassandra].

Nel seguente capitolo, viene presentata la situazione, vissuta dai Saiyuki Boys, a qualche giorno dal ritorno di Goku e contemporaneamente agli eventi visti nel cap. 9.

Questa tempistica varia per le parole in corsivo ( speriamo che venga: è la prima volta che ne faccio uso_Nd.Cassandra ) inerenti ad un flash back della notte del ritorno dell’eretico.

 

La situazione, all’interno della locanda dove dimoravano il monaco ed il suo seguito, non era delle migliori.

Dopo le parole di Goku e i vani tentativi dei compagni di dissuaderlo da quelle che riteneva inconfutabili verità, il clima era rimasto teso: Sanzo appariva cupo ed agitato mentre, i loro pensieri vagavano dal risveglio di Gyumao alla situazione dell’essere eretico.

Hakkai sospirò mentre porgeva un pacchettino a Gojyo, la sua razione giornaliera di droga che, d’ora in poi avrebbe erogato il demone gentile riducendone man mano le dosi.

Non era stato molto difficile convincere l’ex convivente ad accettare una tale soluzione: gli eventi più recenti avevano fatto capire al rosso che stava diventando un pericolo, non solo per sé stesso ma anche per i suoi compagni e il kappa non voleva rischiare di perdere qualcuno della propria famiglia … non ora che si era finalmente riunita.

Il demone gentile ripensò la discussione fra Sanzo e Goku, la sera del ritorno di quest’ultimo, dopo che lui e Gojyo avevano fallito miseramente il tentativo di riportarlo alla normalità.

 

“Maledizione! … Stupida Scimmia, possibile che non riesca a ricordare nulla? Anche se negli ultimi mesi sei stato con Homura, non puoi avere dimenticato Cho’an e gli stramaledetti monaci che ci attorniavano da mane a sera” Sanzo urlava e sebbene il suo tono di voce fosse ‘normalmente’ furioso, Hakkai poteva avvertirne la disperazione che si stava impadronendo di lui.

Tutto il suo mondo era crollato.

Durante l’assenza di Goku, il monaco aveva inconsapevolmente cercato la morte, ritornando ad essere il tredicenne Koryu che si colpelizzava per la morte del proprio maestro.

Aveva ritenuto più facile tornare indietro a quei ricordi che affrontare la mancanza della sua Baka Saru la quale, era stata relegata in un angolo inaccessibile della sua mente ma, la piccola parte di Sanzo che non riusciva a scordare Goku, si era appigliata alla sicurezza che il ragazzino sarebbe tornato da lui.

Il monaco, non aveva certo preventivato che la sua Stupida Scimmia si fosse trovata un altro sole.

“Peccato che io non ho mai vissuto a questo … come lo avete chiamato? Ah, sì … Cho’an” fece di rimando il ragazzo

“Ah, no? E secondo te dove ti ho condotto dopo averti liberato dal Monte Goyo … almeno ti ricordi della grotta dove eri prigioniero?” chiese il bonzo

“Mi ricordo perfettamente la grotta dove ero prigioniero” disse Goku mentre i suoi occhi dorati adombravano al ricordo “come ricordo quando Homura mi ha liberato”

 

Anche Gojyo pensava a quella sera ma, nonostante l’umore nero del bonzo e l’abbattimento di Hakkai, il rosso era fiducioso che la Stupida Scimmia avrebbe presto riacquistato i suoi ricordi mandando il Dio della Gurra al diavolo.

Certo, il fatto che la mente del ragazzino fosse piena di memorie completamente fasulle, avrebbe potuto rappresentare un serio ostacolo ma, avrebbero trovato una soluzione, come accadeva sempre.

Per un attimo, il kappa lasciò cadere lo sguardo sulla Stupida Scimmia, impegnato a ‘spazzolare’ la dispensa dell’albergo con il suo consueto appetito, che aveva letteralmente sconvolto tutti coloro che lavoravano in quel luogo.

Con il viso tutto impiastricciato di marmellata, miele e qualsiasi altro ingrediente che riempiva le 57 brioche che aveva appena divorato [ coadivate da nikuman, onigiri ( L’onigiri è la classica polpettina di riso che si vede negli anime e manga_Nd.Cassandra ) e qualsiasi altro piatto aveva potuto ordinare, in quantità industriale ], Goku non appariva molto diverso dal moccioso che aveva conosciuto per oltre tre anni e con cui stava allegramente viaggiando da quasi due ( I calcoli sono esatti?_Nd.Cassandra ).

Certo, con vestiti tanto diversi da quelli che era solito portare e un aspetto tanto ‘cresciuto’ faceva quasi impressione ma, l’uomo si era accorto che, quando era rilassato, anche il suo modo artefatto di parlare scompariva e li chiamava semplicemente per nome ( anche se i suoi discorsi e punti di vista, apparivano molto più maturi di prima ).

Gojyo doveva ammettere che appariva quantomeno strano sentirlo parlare di cose diverse dal cibo e non vederlo adorare Sanzo ma, in fondo non era troppo diverso dal loro Goku.

Il soggetto dei suoi pensieri d’altro canto, finita la sua improbabile ‘missione’ di ingurgitare tutto ciò che aveva ordinato, si era intanto alzato dal tavolo e si stava dirigendo verso di lui:

“Hai intenzione di passare tutto il giorno a guardarmi?”

“Perché no! Non si vede tanto spesso una Stupida Scimmia che riesce ad ingurgitare un elefante e poi richiede anche il dessert” disse in tono canzonatorio mentre lo prendeva per il collo scompigliandogli i castani ciuffi.

Goku, ormai arresosi al soprannome, decise di stare al gioco e, invece di atterrarlo, gli diede qualche colpo di circostanza modulandoli per non fargli del male.

La Baka Saru rideva mentre asseriva:

“Non sono una Stupida Scimmia … Scarafaggio Rosso in perenne calore …”

“Come mi hai chiamato, Stupidissima Scimmia?” domandava il kappa fingendosi arrabbiato.

“Scarafaggio Rosso … guarda … hai pure le antenne!” continuò il castano giovane.

“Ti distruggo!” ribadì l’uomo spintonando l’essere eretico.

Goku rispose alla sollecitazione dando inizio ad una scherzosa lotta mentre valutava la possibilità di trovare degli amici in quello strano assembramento di pazzi, in fondo, non erano antipatici e, per quanto poteva apparire assurdo, si sentiva a suo agio con loro, come se li conoscesse da una vita.

Certo, si era leggermente scocciato quando avevano tentato di convincerlo che lui era un loro compagno ma Homura lo aveva avvisato che era un giochetto che tentavano spesso e quindi, aveva deciso di fingere di non aver udito quelle parole.

In quanto al soprannome, non gli dispiaceva troppo, anche questo gli sembrava ‘normale’ come se Gojyo facesse parte della sua famiglia e quindi in pieno diritto di trattarlo in quel modo così come stava iniziando a far lui: era stato semplice abituarsi a chiamarlo Scarafaggio Rosso o Kappa Pervertito, gli veniva spontaneo.

In quel momento, il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi decise di degnarli della sua augusta presenza scendendo lentamente le scale sotto lo sguardo del ragazzo che, ancora una volta, ne studiò attentamente il profilo: la pelle aveva uno splendore ed un candore quasi innaturale, gli occhi parevano due ametiste profonde come la notte ed i capelli parevano raggi di sole che gli incorniciavano il viso.

Quell’uomo avrebbe potuto essere un angelo sceso sulla terra, tanto i suoi lineamenti erano perfetti, peccato che il suo carattere fosse quello di un diavolo, da quanto Goku aveva potuto vedere eppure, l’essere eretico non riusciva a rimanere totalmente indifferente davanti alla sua figura, snella e vagamente eterea.

Il giovane aveva ricevuto l’ordine di proteggerlo ma, per un attimo si ritrovò a pensare che lo avrebbe fatto in qualsiasi caso: si sentiva profondamente protettivo nei confronti bonzo corrotto … un sentimento che andava oltre il rispetto che la carica dell’uomo richiedeva ... un affetto che lo spingeva a cercare lo stesso calore avvertito quando lo aveva tenuto fra le braccia.

Il colore dei suoi capelli era proprio lo stesso del sole e la luce che pareva emanare non era dissimile da quella dell’astro.

Il ragazzino si riscosse improvvisamente.

Cosa avrebbe detto Homura se avesse scoperto che lo tradiva con tanta facilità?

Lui amava un caldo sole dai capelli neri come le ali di un corvo e non, per quanto il colore delle chioma del bonzo richiamasse il brillante corpo celeste,  un monaco che emanava una luce bellissima ma totalmente fredda.

Goku nascose il proprio disagio con un sorriso di circostanza che, il monaco notò con irritazione, completamente diverso da quello che la Stupida Scimmia gli aveva sempre riservato.

Sanzo lo vide quindi riprendere a litigare con il kappa ignorando la sua presenza mentre, il biondo si avvicinava alla finestra per osservare la fitta nebbia che da giorni avvolgeva il villaggio costringendoli a quella sosta coatta.

I quattro compagni convenivano che non era naturale e, in agguato e pronto a colpire, vi era un pericolo che la pesante cappa non erano ancora in grado di definire.

Nessuno di loro rimase troppo sorpreso quando, alcuni secondi dopo, un immane boato attirò la loro attenzione ed una luce biancastra li accecò per vari secondi.

Non ebbero il tempo di reagire, prima di poter fare qualsiasi cosa, si sentirono attirare verso il terreno da una forza di gravità notevolmente aumentata che li schiacciava mentre una bambina avanzava verso di loro.

 


 

Cap. 11

La bambina

 

Ringrazio per i loro commenti Annamirka-chan ( che mi ha segnalato un errore all’interno del capitolo precedente permettendomi di correggerlo ), Hisoka, Chronos, Iorusgra, Nacochan, Selina ( cui purtroppo condivido il punto di vista sui cattivi scemi e a cui, evidentemente, il mio tentativo di spiegazione non è andato a genio. Perdonatemi ma, non avevo altre idee per far ‘bondare’ i nemici senza ricorrere subito allo scontro con il Gyumao ç_ç ), Kairi84, Nefertary82, Eternal Fantasy e Black Angel.

Arigato anche ai miei numi protettori che mi hanno illuminato sull’uso del corsivo ( Egotchan e Vitani ).

 

Sebbene parte dei loro poteri fossero ottenebrati, il Dio della Guerra e i suoi seguaci avvertirono immediatamente la variazione di energia che, come epicentro, aveva la locanda dove dimoravano Sanzo ed i suoi.

Trattenendo il fiato, Homura iniziò a correre verso quel luogo dove, intravedeva l’aura di una bambina dalla pelle ambrata e le trecce nere.

La piccola girò a malapena il capo per osservare i nuovi arrivati, lasciando che questi vedessero il chakra scarlatto che ne indicava l’origine semidivina e gli occhi.

Questi ultimi erano due pozze dorate che scrutavano rabbiosamente il mondo, in contrasto con l’infantile sorriso che lei ostentava tranquillamente verso coloro che aveva riconosciuto come nemici.

Sciamio, frutto dell’illecita relazione fra un dio ed un demone, aveva sempre vissuto come una reietta, rifiutata da entrambi i popoli a causa della sua condizione, solo Gyokumen Koshu l’aveva accettata senza riserve trattandola come una diletta figlia finchè, i recenti sconvolgimenti che avevano privato le altre divinità dei loro poteri, avevano invece accresciuto i suoi rendendola incredibilmente potente.

Aveva accettato di buon grado la missione che la ‘madre’ le aveva affidato ed era partita allo scopo di recuperare il Sutra del Cielo Demoniaco bloccando il gruppo del bonzo con la nebbia.

Sorrise davanti all’insperata comparsa di tre divinità … tre dei suoi torturatori ora ridotti alla condizione umana … sarebbe stato delizioso eliminarli facendoli soffrire sino a quando non avessero implorato la sua pietà …

Fu con questa improvvisa decisione che richiamò a sé uno stuolo di giganteschi felini che non promettevano nulla di buono fino a quel momento nascosti nella nebbia, e fece loro cenno di attaccare Homura ed i suoi compagni.

Questi ultimi, sebbene potevano ancora usufruire delle loro armi, non si erano ancora adeguati alla nuova situazione e, anche se si erano privati dei loro sigilli ( Homura liberandosi dalle catene, Shien aprendo gli occhi e Zenon togliendosi la benda ), ben presto si trovarono in difficoltà davanti al soverchiante numero dei nemici fino a quando, una belva feroce non subentrò nel combattimento.

Il Dio della Guerra, sospirò di sollievo riconoscendo, in quella saetta che annientava i loro avversari, Seiten Taisei Son Goku il quale, con precisione chirurgica, mandava in polvere i propri nemici.

Negli occhi del fanciullo era comparsa una luce omicida propria di quei momenti di lucida follia mentre i capelli, privati del diadema ed allungatesi, ondeggiavano al vento notturno accrescendo il suo aspetto animalesco.

Fu una battaglia breve ma intensa dove, Goku potè saziare ampiamente la sua sete di sangue e violenza prima di girarsi verso la causa di tutto quel trambusto.

Stizzita dalla piega presa dagli eventi, la fanciulla osservò il proprio nemico senza tradire il minimo timore: Goku era un eretico come lei anche se, non pareva provare orgoglio per la sua razza ed aveva chinato la testa davanti ai loro nemici.

Lo sguardo sprezzante di Sciamio si posò quindi sulla vittima primaria che stava lentamente riacquistando conoscenza ed aveva riaperto gli occhi d’ametista con un lieve gemito.

Approfittando della disattenzione della bambina, il trio di Homura tentò di colpirla ma la fanciulla, senza nemmeno girarsi, li bloccò contro una barriera di energia sbalzando indietro il samurai e dirigendosi poi, con passo deciso, verso Sanzo.

Goku si frappose però fra i due: gli occhi dorati del demone si illuminarono di furore mentre tentava di colpirla con poderose zampate ma questa, le evitò con agili movimenti.

Poi, con un sorriso che le rischiarava il volto, Sciamio balzò dietro di lui e gli afferrò i lunghi capelli castani sbilanciandolo all’indietro.

Goku cadde di schiena lanciando un sordo ringhio sotto gli occhi di Sanzo che, nel frattempo, era riuscito ad afferrare la Shoreiju e a puntarla contro l’eretica bambina.

Questa si limitò a bloccare la pallottola con un gesto della mano mentre la bocca, fornita di zanne poderose, si avvicinava sempre più, al collo del ragazzo che, solo all’ultimo momento, riuscì a bloccarle i sottili polsi invertendo le posizioni.

Homura riuscì a mettere a fuoco le due figure comprendendo che il vantaggio del suo amante era solo momentaneo e, mentre il Seiten Taisei appariva ormai stremato e faticava a respirare, la bambina non risentiva della fatica.

Il Dio della Guerra portò la mano alla tempia avvertendo il  rivolo di sangue che gli usciva dalla fronte e il dolore che provava per le fratture riportate tuttavia, sapeva che il fattore rigenerante divino, su cui normalmente tutte le divinità potevano contare, in quelle condizioni avrebbe impiegato ore ad attivarsi e lui si sentiva venir meno: se voleva aiutare il suo compagno doveva sbrigarsi.

Si sentì toccare la spalla e comprese che Zenon e Shien erano al suo fianco pronti ad aiutarlo dopodiché, urlò con tutto il fiato che aveva in gola:

“Goku, tieni giù la testa!”

Il colpo che raggiunse Sciamio fu un connubio del potere delle tre divinità e riuscì a sbilanciare la fanciulla dando il tempo al suo avversario di liberarsi ed afferrare Sanzo e Hakkai.

Fulmineo, Shien raccattò Gojyo mentre Shien sosteneva Homura in quella che era una precipitosa fuga.

 

 

 

 


 

Cap. 12

nascosti

 

In origine, questi dovevano essere due capitoli ben distinti ma, le proteste di Hisoka sulla brevità delle parti mi hanno convinta a riunirli allungando la vostra agonia ( Quindi se avete proteste in tal senso dovete aggredire lei_Nd. Cassandra altamente maligna ).

Si ricorda che Zenon:

Ø      è figlio di un dio e di una demone;

Ø      aveva una moglie umana ( Mirei ) ed un figlio.

Questi sono stati massacrati dal demone Suei su ordine dell’Imperatore Celeste.

Ø      non ha mai tollerato le regole del Tenkai.

Oltre ai sopraelencati dati, tutta la storia della divinità ed il titolo del padre è pura invenzione e quindi, totalmente estraneo alla storia originale.

Ringrazio per i loro commenti Hisoka, Vitani, Iorusgra, Nefertari82, Black Angel, Egotchan e Nacochan ( pregando che non pretendano la mia testa dopo aver letto il seguito ç_ç_Nd. Cassandra ).

 

Goku si sedette contro la parete rocciosa della caverna lasciando calmare il proprio respiro affannoso prima di indossare, con gesti lenti e misurati, il diadema.

Al suo fianco, con le ferite rimarginate dal fattore rigenerante proprio delle divinità ma ancora fortemente indeboliti, sedevano Homura, Zenon e Shien.

Le tre divinità erano stremate, i tratti del loro volto esprimevano tutta l’indignazione che provavano contro sé stessi e la vergogna di essere fuggiti davanti ad un nemico.

Avevano lasciato il bonzo ed i due demoni suoi compagni in una grotta poco lontana, per riaversi mentre spiegavano al demone dagli occhi dorati la loro difficile situazione e gli richiedevano di nascondere il loro handicap agli altri.

Il discorso era quindi finito sul loro nemico, identificato come il frutto di uno scandalo che aveva impregnato il Tenkai vari secoli prima.

Sciamio, sebbene non ne fosse consapevole, era nata per volere di Gyokumen Koshu la quale, avendone predetto la comparsa, aveva fatto rapire la figlia dell’Imperatore Celeste.

Questa aveva generato, insieme a Gyumao stesso, la bimba.

Sciamio era stata quindi affidata, fin dalle prime ore di vita, alla matrigna che aveva instaurato con lei un’insano legame di dipendenza reciproca.

Gyokumen Koshu aveva instillato, nella fanciulla, un forte disprezzo per gli dei e gli esseri umani ( entrambe le razze incapaci di capirla e dedite a catalogarla come un mostro ).

In seguito alla vittoria di Nataku su Gyumao, la bambina era stata portata nel Tenkai dove, come Goku, era stata rinchiusa in un limbo dimensionale.

In  quel luogo, il suo disprezzo si era tramutato in un feroce odio concretizzatosi in un vilento desiderio di vendetta.

Recentemente la matrigna era riuscita a liberarla, in tempo perché, i poteri della bambina, già molto forti ma non paragonabili a quelli di un dio purosangue venissero accresciuti dalle recenti vicissitudini, fino a formare quel piccolo mostro dalla pelle ambrata e le trecce nere.

“Dovremo faticare parecchio per liberarci della mocciosa” disse Zenon con una smorfia mentre, si passava la mano fra gli ispidi capelli castani.

Il dio era visibilmente a disagio ed il motivo era chiaro: la bimba non era molto diversa da lui e, la divinità si ricordava fin troppo bene che solo il caso gli aveva impedito di essere imprigionato come era accaduto a Sciamio, Goku ed Homura.

Solo il titolo di suo padre, membro della famiglia reale dell’ovest, lo aveva salvato da tale destino.

Purtroppo, la moglie ed il figlio non erano stati altrettanto fortunati: il demone Suei li aveva uccisi e, anche se non c’erano prove a riguardo, il dio sapeva che l’ordine era partito dall’Imperatore Celeste.

Non c’era nulla che lo obbligava a continuare a servire gli assassini della famiglia tranne la lealtà che doveva a Homura e la consapevolezza che la fanciulla era spietata.

Zenon se ne era reso conto durante la battaglia: come un lupo che aveva già assaporato il sangue, la bambina non avrebbe avuto remore ad uccidere nuovamente.

“Avremo bisogno di un piano che ci permetta di annientarla … allo stato attuale temo che nessuno di noi sia abbastanza forte … Goku è stato l’unico che sia riuscito a tenerle testa” questi deprimenti dati di fatto furono messi in evidenza da Shien che aveva richiuso gli occhi e riacconciato i propri capelli riacquistando il suo aspetto serio e posato.

Nulla, nel samurai, lasciava trapelare il suo reale stato d’animo o che parlasse di una situazione tanto grave eppure, ai suoi compagni, sarebbe apparso anomalo un qualsiasi altro atteggiamento.

Avevano impiegato le ultime ore a calibrare le loro armi sulle frequenze di Sciamio sperando di accrescere le loro possibilità di vittoria.

Non era molto ma sempre meglio di niente!

“Per il momento, è meglio tornare dal bonzo corrotto e dagli altri due: ormai si staranno svegliando” fece notare Goku alzandosi cautamente in piedi.

L’essere eretico era ancora dolorante per i colpi subiti ma non era questo a turbare il suo compagno.

“Ti preoccupi parecchio per Konzen” notò Homura con un cipiglio assassino che però, non parve turbare minimamente il giovane.

“Il suo nome è Sanzo e non sono tanto male come me li avevi descritti. Vedrai, alla fine andrete persino d’accordo” rispose il fanciullo dagli occhi dorati sorridendo.

“Non ne sono convinto” borbottò il Dio della Guerra preparandosi a seguirlo.

Homura si sentiva teso davanti alla prospettiva di dover viaggiare in compagnia del bonzo corrotto anche se, era sempre meglio che lasciarlo solo con Goku.

Incurante dei suoi dubbi, l’altro lo prese per mano e gli indicò il sole nascente.

“Gurda Homura … guarda come è bello!” strillò Goku acquisendo l’aria di un innocente bambino e strappandogli un sorriso.

 

zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

 

Gojyo sapeva di stare sognando.

Rivedeva la stanza principale della casa dove aveva trascorso la sua infanzia e la madre, china su di lui con le sue mani che lo privavano dell’aria.

Poi il colpo di un’ accetta, fiotti di sangue caldo che gli schizzavano sul volto ed il fratello che troneggiava sul corpo senza vita della loro genitrice.

Fu un attimo poi, la scena cambiò e lui si ritrovò a combattere con i propri compagni contro un’orda di demoni particolarmente agguerriti che, improvvisamente, attaccaronono contemporaneamente Goku.

Questi crearono un cappello intorno al giovane demone nascondendolo alla vista del rosso che, spaventato, iniziò a menare colpi con la precisa intenzione di raggiungerlo.

Prima però di poter portare a termine la sua missione, la risata del Dio della Guerra attirò la sua attenzione ed, alzando lo sguardo, Gojyo vide il dio troneggiare sopra una rupe, insieme ai suoi due scagnozzi mentre, ai piedi della divinità, sedeva Seiten Taisei Son Goku.

 

Gojyo si risvegliò improvvisamente, senza sperimentale il piacevole dormiveglia che normalmente avrebbe anticipato tal evento.

L’immagine di Goku che, in forma demoniaca, sedeva ai piedi di Homura lo riempiva d’orrore come se, quell’essere abbietto potesse effettivamente piombare fra loro e privarli nuovamente della Stupida Scimmia.

Si tirò su a sedere per accertarsi che l’amico non si fosse allontanato per raggiungere quel dannato ma un incipiente mal di testa lo spinse ad afferrarsi il capo.

Non capiva cosa stesse accadendo e come mai non si trovavano più alla locanda ma, appena tentò di ricordarsi quanto era accaduto, le scene che avevano preceduto il suo svenimento giunsero ad assalirlo aggravando l’emicrania.

Spaventato si guardò attorno riconoscendo, poco distanti, le sagome esanimi di Hakkai e Sanzo, il cui ritmico muoversi dei petti confermava che erano ancora in vita, ed i contorni di quella che sembrava una grotta.

Dove fosse Goku o come fossero giunti in quel luogo, il rosso non era in grado di stabilirlo e questi pensieri furono rapidamente accantonati quando, il kappa avvertì un forte senso di nausea che lo spinse ad alzarsi sulle gambe ancora tremanti per andare a vomitare dietro un cespuglio.

“Stai bene?” la domanda, decisamente assurda da fare ad una persona in quelle condizioni, non poteva giungere che da Goku il quale, era nel frattempo giunto a fianco del rosso e gli sorreggeva la testa.

L’espressione preoccupata del ragazzo rincuorò Gojyo mentre annuiva e si tirava il piedi con un sorriso stentato tuttavia, il suo buon umore venne meno non appena riconobbe le figure dietro l’amico.

Il kappa si pose in posizione di difesa guardando con odio Homura e i suoi compagni che avevano riacquistato tutta la loro arroganza di divinità e sembravano ridere di lui.

“Cosa diavolo ci fanno loro qui?” ringhiò il rosso.

“Ci accompagneranno nel nostro viaggio verso ovest” rispose sorridendo Goku come se non vi fosse nulla di strano nell’intera situazione.

“Non puoi dire sul serio! … Ti devi essere bevuto il cervello, Scimmia!” sbraitò Gojyo contro il ragazzino.

“Cosa c’è? … Hai forse paura di noi, Kenren?” domandò con un sogghigno Zenon mentre guardava, con l’unico occhio non celato, il suo avversario.

“Brutto … ti faccio vedere io quanto paura ho di te!” ribattè Gojyo avventandosi sull’altro e, nella foga, gettandolo a terra.

“Basta!” implorò Goku afferrando Gojyo per allontanarlo mentre Homura riservava lo stesso trattamente al suo sottoposto.

“Non dovrò subire le frecciate di questo borioso imbecille, vero?” domandò Zenon quando si fu calmato a sufficienza da normalizzare il proprio respiro.

“Dato che dovremo viaggiare insieme sarebbe auspicabile una tregua” fu la laconica risposta di Shien mentre Homura allentava la presa.

“Col cavolo! Noi non faremo un passo con voi!” fu la decisa risposta di Gojyo.

“Non credo che abbiate molta scelta: vi accompagneremo con o senza il vostro benestare” fu la decisa risposta del Dio della Guerra mentre, si avvicinava a Goku prendendogli la mano.

Questo gesto non sfuggì a Gojyo che immediatamente fu addosso alla divinità sbalzandola verso terra.

“Non osare mai più toccarlo, bastardo” ringhiò il rosso.

“Homura!” Goku si precipitò accanto al compagno per aiutarlo ad alzarsi prima di girarsi verso il kappa e domandare “Ma che ti è preso? Sei impazzito?”

“Io? E tu, allora. Come puoi difendere quel fottuto …” iniziò il mezzo demone ma il giovane si alzò guardandolo dritto negli occhi rossi.

“Homura è il mio compagno” la sua voce era ferma mentre pronunciava queste parole ed aggiungeva “Non osare mai più offendere né aggredire qualcuno della mia famiglia, se non vuoi pentirtene amaramente!”

Il giovane si diresse quindi verso la grotta seguito dai suoi ‘famigliari’ incurante della presenza di Hakkai e Sanzo che, risvegliatisi a loro volta, avevano seguito le concitate voci degli altri ed assistito all’intera scena.

 

 

 

 

 

 

 


 

Cap. 13

riflessioni

 

Ringrazio per i loro commenti Vitani ( che fra l’altro mi ha permesso di correggere l’arma usata da Jien quando ‘accoppa’ la madre ), Black Angel, Egotchan, A-june, Nefertari82, Kairi84, Nacochan, Iorusgra e Hisoka.

Sperando di riuscire a trovare un dispositivo di controllo abbastanza potente da farvi indossare ( in modo di non diventare vittima di qualche Seiten-lettrice ) inizio a correre, in modo che non mi raggiungano nemmeno i protagosti della mia fic ( Se t’à ciape, t’à cope_Nd.Sanzo in versione dialetto bresciano il quale, mi informa gentilmente che, se mi prende, mi uccide ).

Termino con un appello: potete darmi il nome ‘divino’ di Cho Hakkai?

 

La locanda dove alloggiavano era squallida ed arredata in maniera scarna.

Molto al di sotto dei normali standar a cui, il bonzo si sarebbe adattato, rifletteva la miseria del villaggio dove avevano deciso di soggiornare.

D’altronde, cos’altro ci si poteva attendere da una dittatura?

Il monaco aveva solo i discorsi della gente che veniva alla locanda ma ciò era stato sufficiente per fargli delineare il carattere del despota: un avventuriero alla guida di un piccolo esercito di mercenari che, quando i demoni avevano perso il controllo, li aveva sterminati divenendo un eroe.

Approfittando di questo momento di gloria, aveva attuato un colpo di stato avvalendosi dell’appoggio di qualche autorità locale ed acquisendo il controllo sulla regione.

In pochi anni, il suo potere era diventato illimitato e le sue tasse avevano ridotto alla fame buona parte della popolazione, reprimendo nel sangue qualsiasi tentativo di rivolta.

Non che la cosa avesse molta importanza per il bonzo.

Non più dell’irrilevante fatto che si trovavano nei guai sino al collo: anche se Sciamio aveva gentilmente evitato di aggredirli nuovamente, la presenza di Homura e dei suoi scagnozzi aveva sconvolto gli assetti appena riformati del gruppo.

Gojyo e la Stupida Scimmia erano ai ferri corti e i tentativi di Hakkai di ricondurli alla ragione erano stati completamente vani mentre Sanzo …

Già, cosa avvertiva il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi?

Il biondo non era in grado di dirlo anche se, sapeva cosa avrebbe dovuto provare: indifferenza.

 

“Homura è il mio compagno … Non osare mai più offendere né aggredire qualcuno della mia famiglia, se non vuoi pentirtene amaramente!”

 

Le parole di Goku continuavano a riecheggiargli nella mente come una cantilena studiata per farlo impazzire completamente.

Erano solo poche ore che le aveva udite eppure, nonostante si continuasse a ripetere che lui non doveva avere legami e che non gli importava nulla della Stupida Scimmia, il monaco si sentiva lacerato.

Lui, che non avrebbe dovuto avere sentimenti verso quel servo dagli occhi dorati, si sentiva completamente annientato davanti alla freddezza della Stupida Scimmia, ma ne aveva realmente diritto?

In fondo non poteva nemmeno rimproverargli di averlo tradito con Homura: fra il Venerabile Sanzo e il giovane demone non sussisteva il minimo patto senza contare che il dio ne aveva alterato i ricordi.

Alterato i ricordi …

Anche questo era un nodo dolente: Goku avrebbe provato la dedizione smisurata che gli aveva sempre riservato per chiunque lo avesse liberato?

Era solo ciò a legarlo a lui?

Pensò al giovane, l’unico che più volte aveva rischiato di incrinare il suo autocontrollo e il muro di ghiaccio che il monaco si era creato intorno.

La Baka Saru era l’unica che, in dieci lunghi anni, era riuscita a strappargli qualche sorriso o a farlo sentire a proprio agio eppure, ora sembrava che tutto questo non avesse più nessuna importanza.

Goku si era gettato fra le braccia di Homura e, anche se Sanzo non lo avrebbe mai ammesso, questo fatto gli faceva male.

L’uomo ripetè lentamente le parole del proprio maestro:

 

“Non avere nulla.

Se incontri un Buddha uccidilo.

Se incontri un antenato uccidilo.

Non avere legami, non essere schiavo di nessuno.

Vivi semplicemente per la tua vita."

 

Durante l’assenza della Baka Saru aveva riflettuto a lungo su quest’inflessibile legge comprendendo che Komyo Sanzo Hoshi era stato il primo a ignorarla raccogliendo e allevando un trovatello portato dal fiume.

 

“Koryu… credo che sbagli chi dice che gli uccelli sono liberi perché possono volare.

Se non avessero un posto su cui atterrare, se non ci fosse un ramo su cui posarsi per riposare, essi maledirebbero le loro ali.

La vera libertà consiste nell'avere un luogo in cui tornare."

 

Un luogo dove tornare …

Sanzo aveva dovuto riflettere a lungo per comprendere che, il posto dove atterrare … il luogo dove tornare, per lui era una Stupida Scimmia dagli occhi dorati.

La mente del monaco viaggiò veloce al giorno in cui aveva lo trovato … all’insistente voce che lo aveva obbligato a liberarlo … al modo in cui, fin dall’inizio, la Baka Saru si era aggrappata a lui … e ai momenti passati insieme in quei quattro, lunghi anni.

Certo, molto spesso era stato costretto a udire lamentele sulla presenza di Goku al tempio e quella scimmia gli aveva causato un considerevole numero di fastidi eppure, quell’animale rumoroso e insaziabile era riuscito a lenire, almeno in parte, le sue ferite … a convincerlo che c’era ancora qualcosa di puro al mondo e che, per proteggerlo, valeva la pena di vivere … vivere per proteggere la Stupida Scimmia … proteggere la SUA Stupida Scimmia … perché GOKU ERA SUO E NESSUN ALTRO AVEVA IL DIRITTO DI TOCCARLO!

Risoluto, Sanzo raggiunse la sala da pranzo, nonostante fosse a malapena l’alba.

Sapeva che Homura e la scimmia si alzavano di prima mattina e quindi si apprestò a scendere.

Il bonzo stava eretto, con un’espressione seria che non riusciva tuttavia a nascondere i suoi lineamenti quasi perfetti: biondi capelli gli incorniciavano il volto, un corpo agile e asciutto era messo in evidenza dall’assenza della veste cerimoniale ( sostituita da jeans e camicia ) mentre, penetranti occhi viola scrutavano Goku e Homura che sedevano vicini.

La famigliarità fra i due uomini lo infastidiva ma aveva deciso di desistere dal tentativo di far ricordare alla Stupida Scimmia gli anni passati, un po’ perché consapevole che non vi sarebbe riuscito ed un po’ perché voleva che il demone lo scegliesse.

Il dubbio che il ragazzo si sarebbe aggrappato a chiunque lo avesse liberato era ancora vivo nella sua mente e il monaco era deciso a fugarlo a qualsiasi costo.

Questo spingeva Sanzo a procedere con cautela, senza gettarsi fra i due riprendendosi ciò che gli apparteneva anche se, era ciò che l’istinto lo avrebbe spinto a fare.

Ora ricordava fin troppo bene perché aveva tentato di rifiutare i propri sentimenti verso il ragazzino per quattro anni: l’amore aveva il potere di indebolire un uomo forte, di spogliarlo di ogni difesa e persino di piegarlo.

Forte della sua decisione, Sanzo si diresse, con passo sicuro, verso il tavolo occupato dagli altri due e vi si sedette con tranquillità.

Homura alzò gli occhi bicolore su di lui e per un lungo attimo, le pupille viola dell’altro incrociarono il suo sguardo in una silenziosa battaglia di volontà mentre, con voce sicura, il monaco domandava notizie sulla prossima partenza.

Nel suo tono non c’era nulla che lasciasse trasparire il suo reale stato d’animo e questo spiazzava leggermente il Dio della Guerra: sarebbe stato più facile mettergli contro Goku se, Konzen si fosse comportato da pazzo furioso, ma chiaramente il biondo non gli avrebbe fatto questo favore.

La divinità si costrinse a rispondergli gentilmente, sapendo perfettamente che qualsiasi altro comportamento avrebbe messo in allarme il ragazzo seduto accanto a loro.

Sarebbero passati per Ashet, la mistica via che solo i più temerari intraprendevano dato che troppi non erano tornati dal suo sentiero che fungeva da barriera con altri mondi.

Non era un tragitto consigliato ma avrebbe abbreviato considerevolmente il loro viaggio, sempre che riuscissero a sopravvivere.

 

 


 

Cap. 14

Dittatura

 

Ringrazio per il loro provvidenziale intervento Hisoka, Iorusgra ed Eternal Fantasy.

Queste pie donne, oltre a continuare la lettura, mi hanno fornito il nome divino di Hakkai salvandomi dalle querele che mi avrebbe mandato in caso contrario il personaggio.

Benedico anche A-june, Nefertari82, Konzen Douji, Black Angel, DemonAngel e Nacochan, le quali stanno mostrando il loro enorme coraggio continuando a leggere ( Sono commossa çç_Nd.Cassandra    Lei è commossa ma noi siamo disperati! Aiutateci çç_Nd.personaggi fic in lacrime).

Vitani mi ha inoltre fatto presente di un grosso errore: gli anni che Sanzo e Goku hanno trascorso insieme dopo la sua liberazione sono 7 ( dato che la scimmia ne aveva 11 quando è stato scarcerato ) pertanto, scusate il madornale sbaglio della Baka Cassandra ç_ç.

 

Zenon si sentiva nervoso quella mattina.

La situazione non era delle migliori: Sciamio pronta ad aggredirli, loro ridotti alla stregua d’esseri umani e alloggiati in una città che come libertà faceva concorrenza al Tenkai!

L’unica speranza del dio era l’arrivo dei loro mezzi di locomozione, che avrebbe migliorato la situazione.

L’idea di lasciarsi alle spalle quel buco di villaggio e dirigersi verso la tana di Gyumao era decisamente allettante, tanto da indurre lui e Shien ad entrare con passo deciso nell’officina dove, un vecchio meccanico si fece avanti ossequioso.

Zenon gettò uno sguardo esasperato al samurai che, silenzioso e con gli occhi chiusi, era al suo fianco a subire i salamecchi a cui l’uomo li stava sottoponendo ( l’addetto alla manutenzione non doveva essere avvezzo ad avere clienti tanto benestanti e pronti ad acquistare vetture molto costose senza peraltro discutere sull’esorbitante prezzo ).

Ad onore del vero, i veicoli erano stati ordinati da Homura solo qualche giorno prima e avrebbero dovuto attendere molte settimane il loro arrivo, ma il denaro operava questo ed altri miracoli nel mondo terrestre.

Due moto, una per Zenon e l’altra per il Dio della Guerra, erano state caricate sul retro di una jeep nera ( non molto dissimile da quella su cui viaggiava il gruppo del bonzo ) destinata a Shien e le chiavi erano rapidamente passate nelle mani delle due divinità.

Fu allora che dieci miliziani che “garantivano l’ordine e la sicurezza dei civili” gli si accostarono.

Zenon li osservò per qualche istante, rendendosi immediatamente conto che la conversazione non sarebbe stata amichevole.

Impressione, evidentemente, condivisa dal meccanico che si sbrigò a svignarsela.

“Vedo che avete deciso di fare acquisti senza pagare la tassa, stranieri” esordì il soldato a capo della compagnia.

Le due divinità ne studiarono, con aperto interesse, i tratti: non molto alto ma robusto, l’uomo aveva un viso rubicondo e due piccoli occhi porcini, accesi da un profondo odio verso gli stranieri che non si inchinavano al loro cospetto.

 “Non mi era stato detto che c’erano tasse da pagare” ribattè Shien mentre Zenon, con malcelata irritazione, stringeva la presa sul mitra.

“Se mi direte a quanto ammontano, sarò lieto di pagare tutte le imposte dovute” continuò imperterrito il samurai.

I miliziani sghignazzarono:

“Decisamente tardi per pensarci. Ora dovremo requisire la merce come risarcimento: avanti, fuori le chiavi!”

“Cosa?!” la voce di Zenon sembrava un ringhio mentre nella sua mente si faceva strada la certezza che stavano tentando di rubare le loro vetture: un comportamento relativamente normale per i miltari del borgo.

I soldati ora li osservavano torvi:

“Avete sentito benissimo! Avanti feccia, non abbiamo tutto il giorno!”

“Temo di non potervi accontentare” li informò tranquillamente Shien.

“Zitto, cieco!” ordinò l’uomo spintonando il samurai.

Le parole di Shien erano come la benzina sul fuoco per il suo carattere tutt’altro che conciliante.

“Anche con gli occhi chiusi riesco a vedere perfettamente ciò che mi circonda compreso, purtroppo, le vostre brutte facce” spiegò il guerriero.

“Come osate …” sbraitò il capo del gruppo colpendo il dio, con il calcio del suo fucile, in pieno stomaco.

L’altro non diede segno di aver avvertito il colpo e rispose con un salto che gli permise di innalzarsi di parecchi metri e colpire sul ghigno del soldato.

Questo cadde a terra con il labbro spaccato e un paio di denti in meno ma riuscì ugualmente a biascicare l’ordine di ucciderli.

I miliziani, in gruppo, aggredirono gli stupidi che avevano osato porsi sulla loro strada ma, ben presto, dovettero pentirsi della loro decisione ( Vi lascio immaginare il motivo ^_^.Nd.Cassandra ).

Pochi istanti dopo, i militari giacevano a terra, gonfi di botte e con varie ossa rotte.

Quella vista non riusciva però a placare Zenon che aveva preso a sfogarsi su di loro, anche per scaricare il nervosismo che lo aveva assillato negli ultimi giorni.

“Fermo! Così li ammazzi!” urlò Gojyo che, comparso dal nulla, si era affrettato frapporsi fra il dio e le sue vittime.

“Levati, Kenren! Questi non sono affari tuoi!” protestò stizzito Zenon mentre tentava di aggirarlo.

Il rosso però non si scostò e colpì, in pieno viso, il dio.

Quest’ultimo, sorpreso dal colpo che, non avendo la sua consueta velocità, non fu in grado di evitare, scrutò il kappa.

Gojyo stava fremendo: gli occhi rossi lanciavano lampi di odio e le mani, strette a pugno, tremavano leggermente mentre Zenon si rialzava.

Il dio dalla benda sull’occhio, gli si gettò addosso ed entrambi si ritrovarono a rotolare per terra come, due monelli in una rissa di strada.

Solo dopo svariati minuti che i due si ‘menavano’ scambiandosi epiteti poco lusinghieri, Shien decise di intervenire dando uno schiocco di frusta a pochi centimetri da loro.

L’arma divina emise uno schiocco deciso mentre, attorniato da una luce blu, il terreno colpito esplodeva lasciando solo un cratere ( Il solito megalomane_Nd.Cassandra ).

Ottenuta in questo modo l’attenzione degli altri due, il dio disse:

“Ora basta! Ad entrambi …” precisò, lanciando un’occhiataccia a Zenon ( O almeno lo avrebbe fatto se gli occhi fossero stati aperti. Non so come gestire la frase quindi, se qualcuno ha qualche suggerimento, lo accetto volentieri_Nd.Cassandra ), prima di continuare “Non trarremo alcun giovamento a litigare fra di noi e la cosa migliore, a questo punto, è tornare alla locanda per recuperare gli altri e partire verso la torre di Gyumao”

 

Due ore dopo, un gruppo decisamente disarmonico era partito verso ovest e il dio con una benda sull’occhio si era trovato finalmente a tirare un sospiro di sollievo: finalmente dicevano addio a quel merdoso paesino ed ai suoi irritanti soldati!

Non che, in viaggio, la tensione covata dal gruppo si fosse allentata: la comitiva di Konzen era decisamente contraria dalla loro presenza a nemmeno lui aveva perdonato l’interferenza di Kenren.

Accidenti, saranno stati pur affari suoi se gonfiava quei fottuti miliziani! … E ci si era messo pure Shien a trattarlo come un moccioso!

Di sicuro la tranquillità non era una prerogativa di quell’insolito gruppo se persino il samurai lasciava perdere la propria usuale neutralità!

Tempou, d’altronde, non era da mano: l’impassibile Generale d’Armata, aveva sul volto un sorriso forzato e stringeva con troppa forza sia il volante sia il cambio.

Il bonzo appariva invece calmo, troppo consideranto quanto era successo e, ricordando che anche quando viveva nel Tenkai era famoso per il suo carattere irascibile, Zenon si attendeva qualche spiacevole scherzetto da lui.

Gli appariva quasi incredibile che il biondo non avesse fatto il matto per recuperare quello che considerava il proprio animale domestico: anche se di Goku non gli importava nulla, Konzen avrebbe dovuto comunque tentare di proteggere le sue proprietà!

Ma d’altro canto, Zenon era molto più preoccupato all’idea di dover attraversare Ashet, una tragitto mistico a cavallo di varie dimensioni ricolme di trappole mortali che dei malumori di un ex dio.

Deciso a bandire questi pensieri, la divinità affincò la jeep guidata da Shien chiedendosi quali pensieri attraversassero la mente del samurai ed invidiando, come spesso accadeva, il suo self control.

Il loro mondo era stato sconvolto ed i loro poteri quasi completamente annientati ma l’uomo non sembrava nemmeno essersene accorto.

I pensieri di Zenon furono interrotti da un gruppo di demoni decisi ad attentare alla loro vita: un classico per il gruppo del bonzo ed un’interessante novità per le ex divinità.

A essere spietatamente sinceri, il dio non avvertì la loro presenza fino a quando non se li trovò davanti.

Non era demoni normali ma il frutto delle più avanzare ricerche dei tecno-maghi di Gyokumen Koshu : il loro aspetto era identico a quello di un essere umano mentre la loro aura risultava abilmente dissimulata da incantesimi.

Ciò nonostante, la loro forza ed agilità erano di molte volte superiore a quella di un normale demone dato che portavano in loro alcuni geni ( il gene è un’unità biologica elementare, cui si devono i caratteri ereditari, contenuti nei cromosomi_Nd.Cassandra con vocabolario in mano ) di Nataku.

Se a questi dati si aggiungeva una vivace intelligenza ( normalmente assente negli altri esseri delle tenebre ), il potenziamento tramite la chimica proibita ed il condizionamento che li rendeva totalmente fedeli al loro padrone, rappresentavano il sogno di ogni condottieri.

Gyokumen Koshu li aveva selezionati appositamente perché venissero modificati in coadiuvassero Sciamio durante le missioni.

Come a confermare questi dati, Kenren iniziò a trovarsi in serie difficoltà e, colpito da un calcio volante, si ritrovò a terra.

Il suo avversario si apprestava a colpirlo alle spalle, ma Tempou intervenne in suo aiuto con una sfera energia che vaporizzò il loro antagonista e permise al rosso di sfuggirgli.

Nel frattempo, anche Zenon era stato circondato dagli avversari e costretto a ricorrere al proprio mitra ( una decisione che lo avrebbe indebolito per parecchi giorni dato che l’arma richiedeva una grande energia che un umano avrebbe avuto difficoltà a ripristinare ).

Fortunatamente, il gruppo riuscì a disimpegnarsi e i pochi demoni sopravvissuti furono costretti alla fuga.

Immediatamente, lo sguardo di Goku saettò verso i compagni per controllarne lo stato di salute: si sentiva responsabile, non solo nei confronti del bonzo ma anche delle divinità che non erano molto più potenti.

Trattenne il respiro vedendo Homura a terra e si precipitò al suo fianco, pronto a soccorrerlo.

“Tutto bene?” gli sussurrò porgendogli la mano che il Dio della Guerra prese senza esitazioni annuendo rialzandosi con un’elegante mossa, ma subito la sua attenzione fu attirata da qualcosa che si muoveva alle spalle del demone.

Gli occhi bicolori dell’uomo si dilatarono mentre avvertiva il pericolo che stava sovrastando il suo amore.

Con un’azione veloce, la divinità invertì le rispettive posizioni facendo comparire la sua spada e trapassando il demone che, rialzatosi, aveva tentato di aggredire l’essere eretico.

Zampilli rossi imbrattarono lui ed il giovane che aveva protetto.

Homura si rivolse allora verso Goku e, passandogli il dito indice sulla guancia, dove vi era una linea rossa e lo ripulì dallo schizzo di sangue.

Quel tenero gesto fece fremere la scimmia, che rimase immobile, mentre il Dio della Guerra lo baciava sotto gli occhi degli esterefatti compagni.

 


 

Cap. 15

reazione

 

La prima parte, ricalca l’ultima del cap. 14 ,ma stavolta viene messa in primo piano la visione di Goku.

In questo modo, spero di chiarire alcuni punti sul comportamento della scimmia ( che vi avverto, potrebbe apparire OCC ) e salvarmi da Hisoka, Nacochan e Iorusgra.

Nel frattempo, ringrazio per i loro commenti Eternal Fantasy, Iribri e Black Angel [ Che fortunatamente paiono approvare il mio operato e non essere intenzionati a menarmi ( almeno loro ^^;; )_Nd.Cassandra             Non temere, rimediamo noi_Nd.Sanzo che brandisce la W&S con, dietro di lui, il trio ( Hisoka, Nacochan e Iorusgra ) armato        °____°!?! Gulp! _Nd.Cassandra ].

Un grosso bacio anche a Nefertari82 e Konzen Douji.

 

Lo sguardo di Goku saettò verso i compagni per sincerarsi del loro stato di salute: si sentiva responsabile non solo nei confronti del bonzo, ma anche verso gli altri.

In quel breve lasso di tempo, Gojyo ed Hakkai erano diventati suoi amici e, in quanto agli altri, come avrebbe potuto non preoccuparsi per loro?

Erano la sua famiglia!

Vedere in quella situazione le tre divinità non era facile per lui, si rendeva perfettamente conto di quanto fossero inermi senza i poteri e che, l’uso delle loro armi era diventata un’ardua prova per loro.

Era strano vedere le parti invertite, lui che si occupava di Homura, Zenon e Shien, invece del contrario …

Si sentiva quasi in colpa per come, in un certo senso, aveva desiderato quel ribaltamento per ripagarli del bene che gli avevano fatto …

Aveva sempre sperato di diventare colui che consolava ed aiutava invece di rimanere sempre il moccioso bisognoso di aiuto ma ora che vedeva, i compagni, in quello stato pietoso, non era sicuro che fosse stato un bene.

Gli occhi dorati del demone si posarono sulla forma di Homura che, a terra, tentava faticosamente di alzarsi.

Il giovane si precipitò al suo fianco, pronto a soccorrerlo.

“Tutto bene?” nella voce di Goku c’era una nota di preoccupazione mentre gli porgeva la bronzea mano.

Il Dio della Guerra la prese senza esitazioni annuendo debolmente prima di rialzarsi, ma subito la sua attenzione fu attirata da qualcosa che si muoveva alle spalle del ragazzo.

Gli occhi bicolori della divinità si dilatarono mentre, con una mossa fulminea, invertiva la propria posizione con quella del compagno e, fatta comparire la spada, trafiggeva il loro nemico.

Zampilli rossi imbrattarono i due esseri eretici.

Homura si volse quindi verso Goku mentre tentava disperatamente di calmare il suo cuore che batteva all’impazzata: c’era mancato poco che il ragazzino venisse ucciso!

Il dio passò il dito indice sulla guancia del diciannovenne, dove vi era una linea rossa, e lo ripulì dallo schizzo di sangue.

Quel tenero gesto fece fremere leggermente Goku che, anche se avesse voluto, non sarebbe riuscito a muoversi, tanto era turbato.

Seppur non ricordanto nulla del periodo antecedente la sua prigionia sul monte Gojo, sentiva di aver sempre anelato a quel genere di contatto umano.

Eppure, da quando aveva conosciuto il bonzo e i suoi compagni, molti dubbi avevano iniziato ad assillarlo.

Se era quello che aveva sempre desiderato perché sentiva la presenza di qualcosa di terribilmente sbagliato?

Incurante dei suoi pensieri, il dio si staccò e sorridendo, alzò gli occhi verso Sanzo.

Il bonzo non aveva ‘battuto ciglio’ nonostante il turbamento che quella scena gli aveva causato: era la prima volta che vedeva questo genere di effusioni fra il dio e l’essere eretico.

L’istinto di fiondarsi a dividerli era fortissimo, ma il biondo monaco sapeva di dover essere forte se non voleva perdere la sua scimmietta per sempre e quindi, i suoi occhi viola non mostrarono altro di un’assoluta freddezza.

Lanciò un irritato ‘Tzè’ mentre si girava e, con passi decisi, si dirigeva verso la jeep.

Nessuno di loro si accorse della bambina che, celata la sua aura e resasi invisibile, li osservava dall’alto.

Sciamio sorrise al pensiero che, quegli stupidi non si fossero resi minimamente conto che non avevano vinto la battaglia: era stata lei ad ordinare ai suoi demoni di ritirarsi.

Dopo aver combattuto con Goku, si era resa conto dell’enorme potenza del Figlio della Terra e lo aveva riferito alla madre.

Gyokumen Koshu, a sua volta, era parsa molto interessata alla notizia, tanto da modificare lo scopo della missione di Sciamio ordinandole di studiare accuratamente il soggetto.

 

La città dove il gruppo si era fermato dopo la ‘ginnastica pomeridiana’ era la capitale di una fiorente regione ed offriva una vasta gamma di servizi ai cittadini più abbienti.

Questo aveva facilitato la ricerca di un hotel di lusso dove, nonostante alla vista dei loro abiti il concierge ( Portiere/custode in francese_Nd.Cassandra sempre col dizionario fra le mani ) li avesse invitati a trovare un alloggio più adatto alle loro finanze ( Intendi forse che ha preso il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi per uno straccione?_Nd.Sanzo con la vena pericolosamente pulsante.   Esatto!_Nd.Cassandra ),era diventato improvvisamente servizievole alla vista delle loro carte di credito.

La sala era ghermita da gentiluomini e nobildonne che conversavano amabilmente sorseggiando cocktail multicolori.

Goku socchiuse gli occhi davanti a quella fastidiosa luce artificiale e ai fastosi arredi che lo rendevano nervoso.

Uno sguardo, a Zenon e Gojyo, avrebbe convinto l’essere eretico che gli amici erano a disagio quanto lui ma era troppo agitato per badarvi e solo una mano che si posava gentilmente sulla sua spalla riuscì a placarlo.

Il demone si girò convinto che fosse Homura ma, con sua sorpresa, vide che l’uomo che lo stava guidando abilmente verso il tavolo era Sanzo.

Il Dio della Guerra osservò il gesto compiuto dal suo rivale e si sentì invadere dalla rabbia tuttavia, decise di celare il suo disappunto nella secca richiesta di un’abdorme quantità di cibo su cui, vide il giovane fiondarsi.

“Mettete tutto sul mio conto!” ordinò una voce femminile al cameriere che aveva portato i piatti.

Tutti si girarono ad osservare la donna che aveva parlato: una ventenne dalla pelle candida e i biondi capelli raccolti in un’elaborato chignon sul collo che, li guardava sorridendo.

“Sono la Baronessa Elisabeth Monteclaire, ospite del vostro albergo e vostra estimatrice” disse porgendo la mano a Goku.

Questo, decisamente inesperto per quanto riguardava il baciamano, rimase a fissarla fino a quando, Gojyo giunse a salvarlo.

Il kappa subentrò alla scimmia e si portò le affusolate dita alle labbra per baciarle prima di sussurrare:

“Perdonatelo milady, ma è solo una Stupida Scimmia e non è in grado di apprezzare la vostra travolgente bellezza”.

La donna accettò il complimento inclinando dolcemente la testa e sussurrando:

“Voi dovete essere Gojyo. Un vero rubacuori … esattamente come mi avevano assicurato”

“Troppo gentile, mia bella fanciulla. Posso sapere chi vi ha parlato di noi?” domandò il rosso.

“I Sambutsushin” ribattè lei senza la minima esitazione aggiungendo “Temo di essere la vostra nuova compagna di viaggio”

A questa scoperta, Zenon imprecò prima di affermare, stizzito:

“Questa è un’altra idea di quella maledetta ficcanaso di Kanzeon Bosatsu!”

Per nulla turbata dalle bestemmia della divinità, Elisabeth continuò a sorridere anche quando avvertì il tocco del potere di Shien.

Il samurai stava tentando di decifrare l’aura della nuova venuta, ma i suoi poteri si erano troppo indeboliti per consentirgli di ottenere un qualsiasi risultato.

La ragazza avvertì un vago senso di onnipotenza: tutti loro non potevano far altro che fidarsi della sua parola.

“Bene! Ora vogliamo parlare della prossima meta? … Mi sembra che vogliate raggiungere il tunnel che conduce ad Ashet …” riflettè la donna.

“Esattamente ma, sebbene non conosca il tragitto, temo che saraà un viaggio altamente scomodo e rischioso, signorina” le annunciò Hakkai studiandola attentamente.

Se davvero quella ragazza era giunta per ordine di Kanzeon Bosatsu, forse li avrebbe aiutati a far tornare alla normalità Goku: la Dea della Misericordia li aveva agevolati spesso in passato.

Il demone dagli occhi di smeraldo lo sperava ardentemente, anche perché la situazione stava diventando decisamente insostenibile.

Inconsapevole di queste riflessioni, la ragazza fece un cenno al cameriere che subito portò nove bicchieri contenenti un liquido ambrato.

“Temo che qui non servano sakè ma mi auguro che questo Whisky  Stravecchio Riserva Limitata sia un degno sostituto” e così dicendo si porto alle labbra il bicchiere.

 


 

Approfitto di questo spazio per rispondere ad alcuni quesiti posti nei commenti:

 

Ø      il mio Saiyuki ( e forse anche quello di Kazuyka Minekura ) è ambientato in una sorta di futuro ( jeep e accendini non erano presenti nel medioevo cinese ) dove le culture si sono un po’ confuse.
Per questo, Sanzo & C. hanno potuto ritrovarsi in una cittadina non dissimile dalla Londra ottocentesca;

 

Ø      I Sayiuki Boy’s non credono ad Elisabeth sulla parola: Shien tenta di controllare e nemmeno gli altri si fidano del tutto.
Nonostante questo, non hanno altra scelta che accettare il nuovo elemento ( che gode di questa loro incertezza );

 

Ø      lo chignon  è una crocchia.
In parole povere, una
treccia di capelli avvolta a cerchio e fermata sopra la nuca ( la pettinatura nostre bisnonne ).

 

In aggiunta a questo, avverto che nella seconda parte vengono ripresi i pensieri di Hakkai propri del 6^ capitolo ( quando non si sapeva dove fosse Goku ) per spiegare meglio quelli attuali.

Finita questa nenia, ringrazio Demon Angel, Nacochan, Vitani, Egotchan, Black Angel, Eternal Fantasy, Iorusgra, Nefertary82 e Hisoka ( Per la cronaca, Iorusgra e Hisoka mi stanno ancora rincorrendo: se qualcuno fosse così gentile da venirmi a salvare gliene sarei grata_Nd.Cassandra     Se ti aiuto mi lasci Goku?_Nd.Homura         Evviva la solidarietà disinteressata! =_=’’. Ma nessuno mi vuole un po’ di bene?_Nd.Cassandra       No! _Nd.Tutti )

 

 

 

 

 

Cap. 16

Preoccupazioni divine

 

Kanzeon Bosatsu sedeva nella veranda, davanti al laghetto dove ninfee dai colori pastello galleggiavano quietamente.

Con uno sbuffo irritato, la dea si appoggiò allo schienale del suo trono con un leggero broncio: ora che, a quanto pareva, il suo nipotino si era deciso a fornirle un po’ di sano divertimento mettendosi in moto per recuperare la scimmia, non poteva vedere quanto stava accadendo sulla Terra!

Come se ciò non bastasse, l’intero Tenkai era ormai nel panico: sei città densamente popolate erano state rase al suolo, le divinità che non si erano riparate sotto la cupola d’energia costituita intorno al Regno Celeste, avevano perso quasi completamente i loro poteri e quelle al sicuro non potevano collegarsi con il mondo umano.

L’unica speranza era in quei quattro e nella loro capacità di rimettere le cose a posto.

Ormai era tutto nelle loro mani.

“Calmati!” la voce di Nataku giunse dalla camera alle spalle della divinità richiamandola all’ordine come una bambina irrequieta.

La Bambola Assassina, come fin troppo spesso era stato battezzato il fanciullo, sedeva appoggiato alla spalliera del letto.

Il suo volto pallido ed emancipato testimoniava la debolezza che ancora lo pervadeva, ultimo residuo di un sonno durato 500 anni e da cui, i turbamenti nell’equilibrio dell’universo lo avevano strappato.

Il principe aveva ascoltato il succinto resoconto degli ultimi decenni, avvenuto per bocca della Dea della Misericordia, non proferendo alcun giudizio e limitandosi a poche, lapidarie, parole.

Nemmeno Kanzeon Bosatsu osava fare congetture sui pensieri del convalescente essere eretico e si limitava ad osservare lo scorrere degli eventi.

In fondo era giusto così: agli dei non era richiesto di intervenire ma solo di osservare.

“Gyumao era molto forte quando l’ho affrontato … sono andato molto vicino ad esserne sconfitto e, nemmeno coloro che mi accompagnavano avrebbero potuto aiutarmi. Ne sarebbero stati spazzati via anche se lo avessero attaccato tutti insieme” esordì il fanciullo parlando più a se stesso che all’ermafrodita.

“Anche Shien?” chiese la dea con voce annoiata.

“Anche Shien” rispose il principe “Non dobbiamo farci illusioni … Ora è molto più forte … ha integrato il suo DNA con il mio … il DNA creato in laboratorio per creare una macchina assassina … il DNA della Bambola Assassina …”

Ci furono alcuni secondi di silenzio in cui, il giovane si osservò le mani prima che Kanzeon parlasse con voce atona:

“Forse è giusto così! … Ci siamo spinti troppo oltre elevandoci come giudici supremi sull’universo e annientando indiscriminatamente tutto ciò che non potevamo piegare al nostro volere … Tu, Homura e Goku siete solo gli ultimi di una lunga lista” poi il suo tono divenne più deciso “Ciò nonostante, arrenderci significa permettere a quel bastardo di spadroneggiare sulla Terra e di ridurre in schiavitù gli esseri umani”

Nataku ribattè con un sorriso stanco:

“Non è degli esseri umani che si preoccupano l’Imperatore Celeste o le alte sfere”

“Lo so, dovrei essere stupida per pensare il contrario” ammise lei “ma una volta tanto potrebbero fare la cosa giusta anche se per i motivi sbagliati”.

L’essere eretico annuì ma i suoi occhi si velarono di tristezza pensando al futuro che lo attendeva: quando il Tenkai fosse tornato alla normalità, le alte sfere ( con suo padre al primo posto ) lo avrebbero usato nuovamente come una marionetta senza anima.

Prima degli eventi che lo avevano spinto a cercare l’oblio, forse il fanciullo, perennemente alla ricerca dell’approvazione paterna, avrebbe accettato di continuare quella vita, ma ora?

Lui era molto cambiato dopo gli eventi di 500 anni prima ma sapeva che questo non sarebbe importato a Litou Ten ( si scrive così? ) o agli altri dei.

Loro avrebbero rivoluto la loro marionetta e lui … lui sarebbe stato davvero in grado di opporsi al genitore?

 

Il sentiero dove transitavano in quell’uggioso pomeriggio s’incespicava per una montagna rocciosa dove, secondo le loro fonti, avrebbero trovato il tunnel dimensionale che attraversava Ashet.

Hakkai, che guidava quel corteo di due jeep e tre moto, approfittò dello specchietto retrovisore per osservare l’ultima aggiunta al gruppo mentre, ancora una volta, si domandava se era stata inviata da Kanzeon Bosatsu.

La singolare dea, in effetti, non perdeva occasione per impicciarsi dei loro affari anche se, a volte il suo intervento era davvero provvidenziale e risolutivo.

Il demone gentile sperava ardentemente che Elisabeth fosse stata inviata per aiutarli nel gestire la difficile situazione fra Sanzo e Goku sebbene, nel suo cuore, il ragazzo iniziasse a provare numerosi dubbi.

Elisabeth era un enigma per tutti loro.

Hakkai la osservò mentre, con noncuranza, la donna si toglieva le forcine dai capelli, facendoli ricadere come una cascata d’oro.

Era bella … una bellezza disarmante che incantava chiunque la guardasse.

Ben consapevole di questa sua arma, la donna teneva un comportamento disinibito, quasi sfacciato, davanti ai compagni e, soprattutto, a Goku.

Questo atteggiamento non mancava di avere ripercussioni, sull’umore di Homura e Sanzo, oltre ad accrescere gli attriti all’interno del gruppo

Reprimendo un sospiro rassegnato, il demone gentile ascoltò le frasi galanti che Gojyo riservava a qualsiasi fanciulla, vagamente rassicurato che il rosso si fosse dimostrato immune alle moine di Elisabeth.

Sapeva perfettamente che l’amico, nonostante amasse trascorrere la notte in dolce compagnia, raramente provava qualcosa di più profondo del piacere carnale e non era solito far pazzie ( non troppo spesso almeno ), ma  era contento che apparisse particolarmente lucido nei confronti della donna.

Purtroppo, i timori del guidatore non erano ancora del tutto sedati e si ritrovava a sbirciare continuamente l’uomo che sedeva al suo fianco.

Possibile che Sanzo avesse rinunciato a Goku?

No, anche se il bonzo non era ancora intervenuto radicalmente, Hakkai era convinto che si sarebbe ripreso la sua scimmia.

Il demone ripensò a quando il ragazzino era sparito e lui pensava li avesse traditi.

L’ex insegnante non avrebbe biasimato Goku per aver scelto di allontanarsi da Sanzo … dall’uomo che amava ma che pareva deciso a non ricambiarlo.

Hakkai aveva visto molto spesso, in quei grandi occhi dorati, il dolore ed il turbamento che attanagliava il giovane demone.

Lo aveva visto annientato dalle parole crude di Sanzo che, a sua volta, si rifiutava ad ammettere quell’affetto che avrebbe modificato radicalmente il suo modo di essere … che lo avrebbe costretto ad avere dei legami.

Ma ora che il monaco aveva sperimentato la sua assenza e lo aveva visto fra le braccia di Homura, sarebbe stato certamente più attento a come si comportava con il diciannovenne!

Certo, se l’essere eretico avesse abbandonato volutamente Sanzo, lui non avrebbe interferito … ma le cose stavano ben diversamente!

Il Dio della Guerra lo aveva circuito modificandone persino i ricordi!

Quella non era la libera scelta di Goku!

Come suoi amici avevano il dovere di intervenire!

O forse no … forse stava agendo da egoista perché desiderava che il fanciullo si ricordasse di loro e tutto tornasse alla normalità … che Goku tornasse a essere il loro fratellino minore …

Già, fratellino minore perché, al pari di Gojyo, era così che aveva sempre pensato al diciannovenne e vederlo così … così adulto lo spiazzava totalmente.

Cosa doveva fare?

Cosa era meglio per Goku?

Mentre ancora queste domande indugiavano nella sua mente, il demone vide un gruppo di esseri semi-umani che sbarravano la loro strada.

Immediatamente arrestò la vettura e rimase ad osservare il folto gruppo di splendidi adolescenti forniti di candide ali e di armature che scintillavano alla luce del sole.

Un rapido sguardo intorno informò Hakkai che, esseri identici a questi ultimi erano atterrati alle loro spalle mentre, altri li sorvolavano.

Erano circondati senza la minima possibilità di fuga eppure, il demone gentile non avvertì la minima minaccia provenire da loro.

“Cosa vi ha condotto tanto lontano dal dominio degli uomini, stranieri? Questo non è luogo per gente comune bensì il cancello per i mille regni di Ashet: allontanatevi da esso finchè potete ancora farlo” disse facendosi avanti quello che pareva essere il loro capo.

 

 

 


 

Cap. 17

Ali di ghiaccio

 

Ringrazio per i loro commenti Vitani, Hisoka, Nacochan, Ameria, Eternal Fantasy, Demonangel, Iorusgra, Arkanta, Invader, Kairi84, Black Angel, Egotchan e Selina ( che leggendo più capitoli in un solo colpo a ha messo a serio rischio la sua sanità mentale ).

I commenti ricevuti, oltre che conferirmi una sferzata di energia, mi hanno indicato alcuni errori e lacune presenti in questa fic permettendomi di migliorarmi ( o almeno di tentare ).

In questo senso provo a dare alcune delucidazioni:

v     nella mia versione, Gyumao è tanto potente da causare uno sconvolgimento delle normali forze naturali e a mettere progressivamente in pericolo i poteri divini.
Gli dei intervengono allo scopo di arrestarlo solo perché temono tale mutazione e non per affetto verso gli uomini ( di cui gli importa poco o nulla ).
Secondo la mia versione, questa è la vera motivazione per cui, 500 anni prima, gli abitanti del Tenkai si erano precipitati ad inviare Nataku.
Con queste premesse, entrambe le apparizioni di Gyumao azzerano i poteri divini rendendo, gli episodi, privi di incongruenze;

v     nel capitolo 11, mi si presenta sempre lo stesso problema evidenziato precedentemente ovvero, perché la pescia non usa immediatamente le sue armi migliori?
Premettendo che nonostante sia un’ottima domanda ( che mi rassicura sulla salute mentale di Sely ) non ho ancora trovato una valida risposta, non posso che prostrami ai vostri piedi pregandovi di sopprasedere;

v     la presentazione di Sciamio è in effetti un riassunto ( simile fra l’altro alla breve presentazione che troverete in questo capitolo per Nako ) ed era vista secondo le nozioni delle tre divinità presenti.
Fa così schifo? ( Vi prego rispondetemi sinceramente! );

v     ammetto di averci capito poco sulla faccenda degli occhi dorati e di averli dati a Sciamio senza rifletterci attentamente ( chi li ha o li dovrebbe avere? Zenon li ha normali o l’occhio celato è dorato? @_@  QUALCUNO MI AIUTI A CAPIRCI QUALCOSA!!!);

v     la variazione di poteri a cui vanno incontro i personaggi è disuguale ( infatti non tutte le divinità stanno perdendo le loro capacità nella stessa tempistica e non tutti i demoni hanno ottenuto un’elevazione degli stessi ).
Non escludo di aumentare in futuro i poteri di Zenon, Gojyo e Hakkai ( anche se la cosa al momento è improbabile ).
Goku invece rimane invariato in quanto, immune alle leggi naturali che vincolano umani, demoni e dei;

v     ultima precisazione sul capitolo 11, la fuga a fine capitolo avviene in pochi secondi ovvero, prima che Sciamio possa riprendersi ed inseguirli;

v     nel capitolo 12, gli dei prendono la decisione di non avvertire il resto della compagnia dell’assenza dei loro poteri perché, in fondo, li ritengono loro nemici.
I leciti sospetti che le divinità non siano al top sono a dire il vero una cosa a cui non avevo ancora pensato … mubble mubble …. grazie Sely, sei un genio!;

v     mi scuso con coloro che hanno ritenuto OOC la zia Kanzy.
Rileggerò le parti incriminate ( ma in un tempo ancora da determinarsi perché ora ho troppi impegni ) e vedrò di rimediare.

Ricordo che i personaggi appartengono alla loro legittima autrice ( Kazuya Minekura ) e che la storia non è stata scritta a fini di lucro.

Passiamo quindi  al capitolo che, incuranti del rischio, vi apprestate a leggere:

·        nel testo faccio uso del vocabolo ‘ronin’ che significa, secondo i dati in mio possesso, samurai privo di un padrone e pertanto non vincolato ad un signore.
Considerando tale termine, sebbene non completamente, adatto ai miei angeli rinnegati mi sono permessa di prenderlo in prestito;

·        prendo ‘in prestito’ anche gli angeli ovvero gli esseri creati da Dio, e operano come messaggeri, guerrieri, e servitori.
Nella Bibbia, gli angeli sono descritti come <i>creature spirituali e come tali non hanno dei corpi di carne e ossa, sebbene possano apparire sotto sembianze umane (Gen. 19:1-22). I ruoli svolti dagli angeli sono molteplici: essi lodano Dio (Salmo 103:20), hanno fatto da messaggeri al mondo (Luca 1:11-20, 26-38; 2:9-14), vegliano sui veri credenti (Salmo 91:11-12), e Dio può servirsi di loro per eseguire i Suoi giudizi (Matteo 13:49-50)</i>
Nel mio racconto invece, queste creature alate sono decisamente fisiche e soggette alle normali pulsioni umane ( ammetto di aver risentito enormemente dell’influenza di Angel Sanctuary ).

Confidando che mi perdonerete queste licenze, vi auguro una buona lettura declinando ogni responsabilità per eventuali problemi psicofisici.

 

L’uomo che si fece avanti aveva un’armatura d’argento decorata con disegni dorati.

L’elmo gli copriva parzialmente i capelli castani che, gli incorniciavano il volto facendo risaltare i penetranti occhi azzurri che, simili due schegge di cristallo, si fissarono sui viaggiatori per leggere nei loro cuori.

La sua voce apparve decisa quando recitò la formula rituale:

“Cosa vi ha condotto tanto lontano dal dominio degli uomini, stranieri? Questo non è luogo per la gente comune bensì il cancello che conduce ai mille regni di Ashet. Allontanatevi da esso finchè siete ancora in tempo!”

L’idea della ‘lettura’ non era solo un’immagine poetica infatti Nako, Guardiano Supremo dei Cancelli di Ashet, era un potente telepate: nemmeno un dio poteva ingannare la sua seconda vista e la divinità della guerra tremava al pensiero che scoprisse la verità sul diciannovenne.

La paura di perdere Goku era più che mai presente nel cuore di Homura il quale, rifletteva su quanto sapeva del guardiano.

Molte storie si narravano sul capo degli angeli: nato da uno stupro e rinnegato dalla sua stessa madre, era stato preso al servizio del precedente guardiano.

Potente quanto depravato, quest’ultimo non aveva esitato ad abusare del corpo ancora acerbo di Nako.

Ogni notte, quello che all’epoca era l’equivalente di un bambino umano avente dieci anni, piangeva ed implorava il suo persecutore perché la smettesse, ma mai era stato ascoltato … almeno fino a quella notte …

Durante l’ennesima tortura, in risposta alle sue suppliche, il padrone di Nako si arrestò: gli occhi divennero vitrei mentre, per la prima volta, il futuro capo degli angeli scoprì di poter imporre la propria volontà alle altre persone.

Ben presto, il tutore divenne una docile marionetta nelle mani del fanciullo ed eseguendone gli ordini, lo dichiarò suo erede prima di cimentarsi in un suicidio a cui ben pochi credettero.

Fu l’inizio di un lungo periodo di terrore: sadicamente, Nako traeva piacere dalla sofferenza altrui in una sorta di bieca vendetta che non gli permetteva di provare rimorso.
Il suo unico credo era il potere che, l’alleanza con l’Imperatore Celeste aveva fatto lievitare notevolmente.

Nako si sarebbe svagato facendo soffrire anche il grande Dio della Guerra?

Homura sperò del contrario contando sulla generosa mancia che gli aveva lasciato ma consapevole che quando c’era di mezzo l’angelo non si poteva mai essere sicuri di nulla.

Nel frattempo, Zenon si sorprese a trattenere il fiato e a stringere i pugni.

La castana divinità provava un istintivo ribrezzo per Nako da cui, nonostante la bellezza tipica della razza angelica, avvertiva doppiezza e brama di potere che trasudavano dallo statutario corpo.

Sicuro che l’essere alato avrebbe rivelato i suoi sentimenti, ma deciso a non farsi sopraffare, il dio-demone non distolse lo sguardo continuando a scrutare le iridi di ghiaccio.

Ci furono alcuni secondi di tensione prima che Homura rispondesse, a sua volta, come richiedeva il rito:

“E’ il Signore del Tenkai, il Divino Imperatore Celeste, a volere il nostro passaggio in tale loco. In suo nome, ordino a te, Nako, Guardiano dei Cancelli di Ashet, di lasciarci passare”

Il capo degli angeli scrutò l’insolita compagnia prima di invitarli, con un gesto secco del capo, a procedere.

Velocemente, le divinità fecero scomparire bagagli e vetture ( che al pari delle armi sarebbero riapparse con un ordine mentale ) prima di entrare, in fila indiana, in una fenditura nella montagna.

Molti pensieri si stavano movendo nelle menti dei vaggiatori, compresi quelli di Hakkai.

L’ex insegnante non aveva espresso la minima opinione sull’attaccamento che Goku provava per Homura tuttavia, era certo che nemmeno Sanzo gli fosse indifferente.

Forse non tutto era perduto … se avesse parlato con Goku …

Per qualche minuto, il demone gentile fu invaso da un senso di euforia che si smorzò non appena si ricordo che, per il diciannovenne, loro non erano che compagni occasionali con l’abitudine a mentire.

Homura aveva diretto ad arte il suo inganno, pensò Hakkai mentre la compagnia sbucò in una vallata circondata da rocce altissime.

In cima a queste, un gruppo di angeli li stava attendendo con aria minacciosa eppure totalmente diversa da quella di Nako e dai suoi sottoposti.

I nuovi arrivati apparvero trasandati, con gli abiti laceri e la pelle rovinata dal sole, che ben si adattavano alla stanca luce nei loro occhi.

La luce di chi arrancava ogni giorno nel tentativo di sopravvivere … di chi si era ribellato all’autorità pagando a caro prezzo i suoi ideali … di chi portava il titolo di ‘ronin’.

Quelli erano gli angeli che avevano rifiutato obbedienza all’autorità dell’Imperatore Celeste e che combattevano ogni giorno per la libertà.

Zenon conosceva le loro ragioni: aveva lottato spesso al loro fianco nei precedenti secoli e poteva ben comprendere la loro disperazione quando, improvvisamente gli dei avevano iniziato a ritenerli una minaccia.

La proverbiale fierezza di quel popolo e la loro attitudine alla guerra avevano indispettito gli abitanti del Tenkai.

Non volevano rivali che potessero oscurare il loro diritto a governare l’universo!

La fazione di dei che professava questa ideologia si era rapidamente ampliata e diffusa incentivando l’intolleranza verso gli esseri alati.

Il cambiamento fu lento ma progressivo e, in capo ad alcuni decenni, gli sporadici casi di razzismo si moltiplicarono divenendo sempre più gravi.

Nacquero Leggi razziali  che limitarono la libertà degli angeli e legalizzarono un’accanita repressione.

Chi rifiutò di accettare limitazioni ed umiliazioni venne prontamente imprionato, fatto sparire nel nulla o morire in un provvidenziale incidente.

La situazione spinse molti a diventare ‘ronin’ ed a lottare per la loro gente.

Zenon  li capiva, ma conosceva il proprio dovere e non si sarebbe sottratto ad esso.

Mentre valutava le forze in loro possesso e le confrontava con quelle degli avversari, sospirando, il dio-demone gettò un’occhiata distratta al gruppo di Sanzo rammaricandosi ancora una volta di non poterli avere come amici.

L’occhio libero dalla benda si posò su Elisabeth: la ragazza era ancora un’incognita dato che non aveva mai combattuto, ma l’imminente battaglia non sembrava preoccuparla.

Indomita, la donna stava eretta in un silenzioso gesto di sfida e guardava apertamente i propri avversari mentre questi, alzatisi in volo, si dirigevano in picchiata contro di loro.

L’ultimo pensiero del dio, prima che lo scontro iniziasse, fu chiedersi chi l’aveva inviata: se era una dea, perché non ne aveva mai sentito parlare?


 

Cap. 18

Angeli caduti

 

<i>In questo capitolo riprendo il personaggio di Lucifero (letteralmente, "portatore di luce").

La Bibbia spiega che questa creatura, in origine nato come il più glorioso di tutti gli angeli ( la concezione del suo aspetto orrendo viene dal paganesimo dove è identificato come il dio Pan ), orgogliosamente, aspirava a divenire simile a Dio e, per questo, cadde.

Molti studiosi della Bibbia concordano sul fatto che un terzo degli angeli seguirono l'inganno di Satana divenendo ‘angeli caduti’ tuttavia, non conoscendo a fondo la leggenda, invito i lettori a perdonarmi in anticipo gli eventuali errori ed a inviarmi i dati in loro possesso per permettermi le correzioni adeguate.

Lo stesso discorso vale per Lilith: in alcune leggende è vista come la donna angelo che, per un breve periodo, è stata la compagna di Adamo con cui ha generato dei giganti ( ha poi lasciato il compagno per nostalgia del cielo ).

A volte identificata come un vampiro ( miti babilonesi ), Lilith, in un altro racconto, era la prima donna creata da Dio per Adamo ma, dato il suo rifiuto a sottomettersi alla divinità e al consorte, fu sostituita da Eva.

Questa storia ( da cui prendo spunto ) prosegue con l’esilio di questa prima femmina e la sua congiunzione con Lucifero.

Nella realtà, si pensa che Lilith rappresentasse la Madre Terra venerata nel paganesimo, poi demonizzata dal cristianesimo come il dio Pan.

 

Per rispondere alla domanda di Arkanta [quote] all’inizio Homura teme che Nako scopra la verità su Goku. A cosa si riferisce?[/quote]  ricordo che il Dio della Guerra sa che Nako legge nella mente ed è un bastardo che si diverte a far male alla gente.

Pertanto, una volta scoperto che il dio ha alterato la memoria di Goku, nulla impedirebbe all'angelo di informarne il demone.

Questo darebbe parecchio fastidio alla divinità in quanto, Goku scoprirebbe di non essere stato liberato da Homura e che l’amante gli ha mentito.

 

Tornando alla storia, mi scuso per chi non ha apprezzato la variazione dei classici temi delle fic su Sayuki ma volevo tentare qualcosa di nuovo.

Nella lotta fra Seiten Taisei e gli angeli, avrei voluto emulare Dark00 ed il suo Saingelion, ma avendo miseramente fallito, vi chiedo di accontentarvi.

Non conoscendo Bastard temo di non potermi essere ispirata ad esso, ma le interferenze di Angel Sanctuary sono evidenti.

Preavverto che, anche se torno sul triangolo Goku/Sanzo/Homura non ho intenzione di ripercorrere binari consueti e pertanto, invito chi non gradisce tali variazioni a non leggere ( o perlomeno a lasciarmi un tempo adeguato per una precipitosa fuga ).

Confidando che nessuno di voi sia fornito di porto d’armi, ringrazio per i loro commenti Hisoka, Nacochan, Iorusgra, Kairi84, Vitani, BlackAngel, Mahochan, Nefertari82 ed Eternal Fantasy ( che mi ha fornito un’esauriente spiegazione sugli occhi delle creature eretiche ).</i>

 

 Il sentiero attraversava un canyon di roccia sulla cui cima, un gruppo di angeli dagli abiti laceri e la pelle rovinata dal sole, guardava con sufficienza l’insolito gruppo.

Per alcuni lunghi istanti, le due compagnie si scrutarono a vicenda valutando le forze dell’avversario poi, come se qualcuno avesse rotto l’incantesimo, gli esseri alati attaccarono dimostrando, a dispetto dell’aria trasandata di essere organizzati e pronti alla battaglia.

Gli ordini, impartiti con estrema precisione, provenivano dal loro capo: una donna alata, dalla pelle pallida evidenziata dall’assenza degli abiti, che catturò immediatamente l’attenzione dei propri avversari.

Un sorriso stanco increspò le labbra di Zenon mentre si rendeva conto che, almeno qualcosa era rimasto immutato: Lilith combatteva ancora vestita solo delle proprie armi, come voleva la tradizione.

Il dio la osservò dirigere un drappello verso Sanzo il quale, impugnava la sua W&S mettendo in seria difficoltà i propri avversari.

Di sicuro, l’uomo non faceva economia di pallottole anche se, i suoi antagonisti non stavano dando del loro meglio … come se non volessero fargli realmente male …

Un dubbio atroce si insinuò nella mente di Zenon che, con ansia, si girò verso il monaco.

Sanzo, nonostante la mira infallibile, si trovava in una situazione difficile: la superiorità numerica dei suoi avversari lo stava sopraffacendo.

Hakkai, resosi che il bonzo era accerchiato, tentò di raggiungerlo ma un gruppo di angeli gli sbarrò la strada.

Bastò un rapido sguardo ai dintorni per far comprendere, al demone gentile, che anche gli altri erano nella medesima situazione.

Capendo di essere ormai isolato,  il monaco pensò con amara ironia che questo doveva essere il suo destino: dalla morte del maestro sino alla comparsa dell’eretico, il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi era stato sempre solo, come ora.

Anche Goku si era staccato da lui preferendogli Homura.

Dopo otto anni di convivenza, il bonzo aveva finito per dare quasi come scontata la presenza della scimmia e solo quando era scomparso ( Vedi prologo_Nd.Cassandra ) aveva iniziato a nutrire dei dubbi sul loro legame.

Nella sua mente risuonarono le parole pronunciate da qualcuno che non ricordava: <i>Credi di poter rimanere per sempre il sole di quel bambino?</i>( Se le parole sono diverse, vi prego di correggermi_Nd.Cassandra ).

La frase, ora, gli appariva quasi profetica.

Questo fu il suo ultimo pensiero coerente prima che, la donna alata gli si parasse davanti con gli occhi contenenti un’immensa desolazione.

Le sue labbra pronunciavano un’unica richiesta:

“Perdonami”

“Tzè, il perdono non cancella ciò che si è fatto o il dolore delle persone a cui è arrecato danno. E’ solo un espediente dei benpensanti per rimettersi in pace la coscienza ed ottenere clemenza dai loro giudici” ribattè poco caritevolmente il bonzo.

Queste crude parole fecero sussultare la donna che, turbata da un responso tanto impietoso da colui che avrebbe dovuto essere un sant’uomo, per qualche secondo, abbassò il capo vergognandosi di incontrare quegli occhi color ametista, ma non durò molto.

Consapevole di non potersi permettere la minima esitazione, Lilith rialzò la testa e si costrinse a guardare le fredde pupille dell’uomo prima di dare, ai suoi sottoposti, l’ordine di accerchiarlo e disarmarlo.

Il monaco tentò di opporsi, ma erano in troppi perché potesse effettuare una reale resistenza e ben presto si ritrovò immobilizzato davanti alla Signora dei Ronin.

Lilith gli prese il volto fra le mani ed avvicinò il viso a quello del biondo.

La bellezza della creatura era abbagliante: i corvini capelli erano stretti in una treccia che le ricadeva sulla schiena e gli occhi, di un azzurro tanto chiaro da sembrare di cristallo, animati da un’intensa luce interiore.

Le labbra risultarono piene e calde quando incontrarono quelle del bonzo.

Fu un lungo bacio durante il quale, il narcotico che la ragazza aveva sulle labbra passò attraverso l’epidermide di del monaco penetrandogli direttamente nel flusso sanguigno.

Sanzo avvertì il proprio battito divenire più frequente, il respiro smorzarsi in gola e gli arti intorpidirsi rendendogli impossibile trattenere la pistola che, rovinò a terra.

L’uomo arrancò in cerca d’aria mentre, la ribelle lo accoglieva, con fare protettivo,  fra le proprie braccia sussurrandogli di non preoccuparsi.

Il capo degli angeli stava per alzarsi in volo con la sua vittima quando Goku, intuendone le intenzioni, tentò di frapporsi fra lei e Sanzo.

Lilith osservò l’eretico: negli occhi iniettati di sangue intravedeva la paura di perdere una persona cara e nel suo respiro affannoso, la stanchezza che iniziava a farsi sentire.

Quella vista le fece male tuttavia, la consapevolezza di non potersi permettere alcun atto di pietà, la spinse ad ordinare ai suoi soldati di trattenerlo … a qualunque costo.

La Signora dei Ronin spiccò il volo mentre, in risposta alla ‘vivacità’ dell’itan ( che aveva atterrato da solo 15 angeli ) un’altra ventina di esseri alati si unì al festino.

Prima che potesse agire, Goku vide un muscoloso angelo dalla pelle nera che, unta di olio, rifletteva i raggi del sole pomeridiano.

Fra le mani, l’uomo alato teneva una frusta che, con un gesto secco del suo proprietario, si attorgliò al Nyoi Bo strappandolo dalle mani del ragazzo e facendolo cadere a parecchi metri di distanza.

Il giovane si lanciò per recuperare la propria arma, ma altri due individui approfittarono della situazione per aggredire l’eretico alle spalle bloccandolo contro la parete rocciosa: le pietre graffiarono la pelle ambrata tramutando il viso del fanciullo in una maschera di sangue.

Con le braccia trattenute dietro la schiena e le gambe immobilizzate da alcuni degli aggressori, il demone tentò disperatamente di liberarsi scatenando l’ilarità dei suoi aggressori.

In risposta alle loro sguaiate risa, Goku sputò in faccia all’angelo di colore che, con un gesto adirato, passò il braccio sul volto per pulirselo: come osava quel semplice demone?

Non sapeva di avere a che fare con l’elite dei ronin?

Lilith aveva ordinato di non far loro del male se non fosse stato espressamente necessario, ma ora lei non c’era per giudicare le loro azioni e quell’insolente meritava una solenne punizione …

Un sadico sorriso si fece strada sul volto dell’essere alato mentre valutava come ottenere godimento dal giovane ed estremamente bello, corpo dell’avversario.

“Avanti ragazzi, divertiamoci un po’” disse ad alta voce attirando l’attenzione di un’altra decina di angeli.

Questi, cogliendo al volo l’allusione, si avvicinarono pronti ad abusare di quello splendido essere eretico.

Il diciannovenne cadde in ginocchio sotto i colpi e le mani rapaci che tentavano di privarlo degli abiti.

Il volto dell’itan appariva sanguinante e deturpato dagli ematomi, ma gli angeli, impietosi, lo trascinarono in piedi continuando a colpirlo strappandogli gemiti di dolore.

Goku si piegò in due, annaspando in cerca d’aria: sentiva i polmoni in fiamme ed il sapore metallico del proprio sangue che gli riempiva la bocca, le energie scemare dal suo corpo …

I contorni delle immagini persero definizione ed il buio calò su di lui a poco a poco.

Attraverso il velo nero che gli stava scendendo sugli occhi, il demone poteva ancora vedere i compagni tentare di raggiungerlo, ma venire puntualmente bloccati dagli avversari.

<b>“Alzati immediatamente, Stupida Scimmia” </b>

La voce del monaco raggiunse la mente dell’eretico scotendolo dal suo stato.

Come se un argine fosse stato rotto, i ricordi di otto anni di convivenza affluirono alla mente del demone.

Nuova forza pervase le membra di Goku che si rese improvvisamente conto di non potersi arrendere … non prima di aver salvato Sanzo … di aver salvato il suo sole …

L’itan cercò di divincolarsi cogliendo di sorpresa i suoi antagonisti e, con una mossa fulminea liberò il braccio destro portandoselo alla fronte.

Le sue dita si strinsero intorno al freddo metallo del diadema che, senza la minima esitazione, si sfilò.

Il gioiello cadde a terra mentre, il Seiten Taisei faceva la sua comparsa.

 

Gojyo osservò allibito la mano di Goku avvicinarsi al gioiello e sfilarselo.

Il suono dell’oggetto che cadeva a terra non era minimamente distinguibile nel caos che pervadeva il campo di battaglia tuttavia, al kappa parve di udire un tonfo assordante mentre, un brivido di terrore gli scorreva lungo la schiena.

Sotto i suoi occhi, l’amico inarcò la schiena lanciando contemporaneamente un ringhio che rimbombò nel canyon.

Senza il dispositivo di controllo, il corpo dell’eretico mutò rapidamente trasformandolo in una macchina di morte e distruzione.

I denti divennero letali zanne e le unghie si allungarono sino ad apparire come lunghi artigli pronti a brandire qualsiasi individuo abbastanza stupido da mettersi sulla sua strada.

Il volto ambrato, alla luce del sole pomeridiano, appariva deformato da un ghigno di divertimento davanti agli avversari trucidati dai micidiali fendenti.

Angoscianti urla di agonia riempirono l’aria confondendosi con la risata del Seiten Taisei.

Non c’era più nulla di umano nel Figlio della Terra: strappava lembi di carne inebriandosi all’odore del sangue che scorreva sempre più copioso mentre, con i capelli castani che svolazzavano al vento e gli abiti di pelle macchiati del sangue delle sue vittime, sembrava un messaggero di morte e distruzione giunto ad annunciare la fine del mondo.

Ancora una volta, il ricordo dell’ultima volta che il giovane si era tolto il gioiello e le nefaste conseguenze del suo gesto si fecero strada nella mente del rosso: in quell’occasione né lui, né Hakkai erano stati in grado di arrestare la furia distruttiva del più giovane del loro gruppo.

Solo l’intervento di Sanzo li aveva salvati da morte certa ma stavolta, il bonzo era stato rapito da quella stramaledetta donna e non poteva intervenire … non avevano scelta, dovevano fermare da soli quella creatura che fino a pochi minuti prima era il loro Goku.

Le dita del Seiten Taisei  si serrarono attorno alle candide piume di un angelo  che, il demone aveva sbattuto a terra prima di passare il dito sul ‘costone’ ( non ne conosco il nome specifico, ma intendo l’osso dell’ala. Se qualcuno mi aiuta fornendomi il termine, avrà tutta la mia gratitudine_Nd.Cassandra ) giungendo sino all’attaccatura.

L’ennesimo urlo si innalzò in cielo quando il Seiten Taisei afferrò con una morsa d’acciaio l’attaccatura delle ali e le strappò con un gesto secco.

Uno striato e rosso muscolo si mostrò a coloro che osservavano inorriditi la scena mentre, l’itan teneva ancora fra le mani, le ali ( non conosco un sinonimo adatto alla parola “ali” quindi ho dovuto ripetere il termine. Come al solito, se qualche anima pia mi viene in aiuto, questo risulterà molto apprezzato_Nd.Cassandra ).

Gojyo deglutì mentre queste furono gettate a terra dove, le parti insanguinate s’imbrattarono di sabbia.

L’agghiacciante spettacolo che convinse il rosso che non c’era più tempo e lo indusse a raccogliere tutto il suo coraggio per gettarsi nella mischia, ben consapevole che difficilmente stavolta sarebbe potuto uscirne vivo.

Tuttavia, prima che potesse agire, la mano di Shien gli si posò sulla spalla in un chiaro invito a non intervenire.

“Non è necessario cercare di fermare Son Goku, non appena avrà ucciso tutti gli avversari si calmerà da solo” lo informò pacatamente il samurai.

“Ma ti ha dato di volta il cervello? Voi non sapete come quello stupido diventa quando si toglie il diadema!” sbraitò il rosso visibilmente agitato mentre Homura, dopo aver fatto a pezzi la sua ventina di nemici, si avvicinava con tutta calma.

Il corvino dio aveva sul volto un sorriso serafico* che faceva vibrare di rabbia repressa il mezzo demone: come potevano non comprendere la gravità della situazione?

Non si rendevano conto che Goku perdeva totalmente il controllo senza dispositivo?

Che da un momento all’altro avrebbe potuto rivolgersi contro di loro?

I suoi occhi rossi si posarono nuovamente sul diciannovenne ed un involontario brivido scosse il suo corpo.

“Il coraggioso Kenren che trema davanti ad un suo stesso compagno? Se me lo avessero detto non vi avrei creduto!” il Dio della Guerra appoggiandosi con indolenza alla spada infuocata godendosi lo spettacolo del suo amante che faceva scempio degli angeli rimasti.

Homura non provava la minima pietà per questi ultimi, aveva avvertito troppe volte su di sé la cattiveria degli altri per provare compassione verso chiunque si fosse incautamente posto sulla sua strada, rimase quindi immobile sino a quando Goku, terminato il suo ‘compito’ rimase solo, nel mezzo di una distesa di cadaveri e piume imbrattate dello stesso sangue che ancora gli grondava dagli artigli.

Il Seiten Taisei si portò una delle mani alla bocca ed iniziò a leccarne il sangue che la lordava con gesti lenti e vagamente inquietanti che fecero gelare il sangue nelle vene di Hakkai e Gojyo.

Gli dei demoni fissavano il compagno con apprensione e turbamento che strapparono un sospiro di esasperazione a Zenon:  indubbiamente, volevano bene a Goku ma erano terrorizzati dalla sua doppia natura.

Come potevano sperare di essere i compagni adatti all’eretico?

Non erano nemmeno in grado di comprenderlo!

Il giovane terminò la macabra pulizia per poi, alzare gli occhi dorati e squadrare, per alcuni lunghi istanti, i compagni.

La mano di Gojyo si strinse convulsamente attorno la Shakujyo: per un lungo momento, la tensione parve tangibile, almento fino a quando il castano demone stornò la propria attenzione dai compagni per dirigersi dove giaceva il diadema ed indossarlo nuovamente.

Solo allora, nei suoi occhi dorati, riaffiorò la piena consapevolezza e con essa, il rancore, il dolore e la solitudine.

Non provò rimorsi alla vista di quello scempio: già mentre viaggiava con Sanzo aveva appreso la regola <i>uccidere per non venir ucciso</i>, ma la rabbia per essere stato manipolato lo invase come un fuoco che si mescolava alla consapevolezza di essere stato tradito da una persona di cui si fidava ciecamente.

Sopraffatto da queste emozioni e con buona parte della sua energia arrestata dal gioiello, il demone barcollò e solo le mani di Homura gli si posarono sulle spalle per sostenerlo.

L’aiuto del dio, gli impedì di rovinare a terra, ma lo costrinse anche a nascondere il volto contro il petto della divinità.

Il giovane tentò di scostarsi ma Homura lo trattenne in quella posizione da cui, troppo indebolito, l’itan non riuscì a sottrarsi.

Colto da rabbia e frustrazione per la propria impotenza, Goku scoppiò in lacrime.

“Shh … va tutto bene … è finita …” mormorò il Dio della Guerra fraintendendone il comportamento.

Homura lo condusse lontano dal campo di battaglia e lo aiutò distendendersi sul sacco a pelo che Shien aveva spiegato sul terreno.

Troppo stremato dallo sforzo e dalle ferite per opporre la minima resistenza, Goku si lasciò avvolgere in una calda coperta mentre, inesorabilmente, il mondo intorno a lui diventava indistinto e buio.

 

L’alba stava facendo nuovamente la sua comparsa, tingendo il cielo di un rosso infuocato, senza tuttavia rischiarare gli oggetti del bivacco che i suoi compagni avevano disposto il giorno prima o le figure addormentate all’interno del sacchi a pelo.

Il fuoco, ormai ridotto a poche braci, non riusciva a contrastare il freddo di una giornata che si preannunciava uggiosa.

Goku non sperimentò il piacevole dormiveglia che normalmente avvertiva al mattino ma riaprì gli occhi di botto mentre i ricordi del giorno prima affollarono la sua mente.

Nel gelo che lo accolse, il suo urlo riecheggiò fra le pareti di roccia:

“SANZO!”

Tiratosi a sedere, il ragazzo iniziò a tremare visibilmente, come in preda ad un insopportabile brivido di freddo che lo spinse a raggomitolarsi su sé stesso stringendosi le gambe al petto.

I suoi occhi dorati erano vuoti e fissi, inconsapevoli della presenza dei compagni che lo attorniavano, svegliati dal suo grido, preoccupati ed ansiosi.

“Hey moccioso, tutto OK?” chiese Zenon allungando una mano per toccare il diciannovenne, per nulla preparato all’isterica reazione di quest’ultimo.

Goku si scostò urlando, ma Homura, incurante del suo stato, si accostò all’eretico abbracciandolo con forza come per proteggerlo da ogni male.

L’odore pungente del dio, completamente diverso da quello di sandalo misto a tabacco di Sanzo, colpì le narici del demone instillandogli sentimenti contrastanti: da un lato avrebbe voluto abbandonarsi fra le braccia della divinità, inebriandosi del suo profumo, ma dall’altro provava una profonda rabbia nei suoi confronti.

 “Goku, stai bene?”

La voce di Homura gli giunse come da una distanza incolmabile, tanto che il ragazzo faticò a comprenderne il significato e, anche in seguito, non diede cenno di aver udito la domanda.

I suoi occhi dorati rimasero fissi verso il vuoto anche mentre le sue labbra formularono il quesito che lo stava assillando:

“Perché?”

“Cosa?” la voce di Homura apparve incerta mentre, il dio lo scostò leggermente, per guardarlo in volto.

La faccia di Goku apparve inespressiva e il Dio della Guerra  non riuscì immediatamente ad afferrare il senso del quesito posto dal suo amante.

“Perché … perché mi hai fatto questo?” ora  le lacrime scendevano lungo le guance ambrate e la voce dell’eretico divenne un urlo “Mi fidavo di te … e tu per tutto questo tempo non hai fatto altro che mentirmi … mi hai usato per i tuoi sporchi fini …”

Homura sentì il mondo crollargli adosso: Goku aveva riacquistato i ricordi.

“Non è come pensi …” esordì il Dio della Guerra.

L’altro non era tuttavia disposto ad ascoltare le sue scuse e, con un gesto brusco, si liberò dall’abbraccio della divinità allontanandosi di alcuni passi e dandogli la schiena.

Per qualche istante, il fanciullo rimase totalmente immobile: solo i pugni si aprivano e chiudevano spasmodicamente in risposta allo sforzo che il giovane stava compiendo per riacquistare un minimo di controllo.

Senza il minimo preavviso, tornò a girarsi verso i compagni:

“Andiamo! Dobbiamo trovare Sanzo!” dichiarò Goku con voce ferma che mascherava il tumulto interiore che lo attanagliava.

“Ben detto, scimmia! … Era ora che il tuo cervellino riprendesse a funzionare!” esordì Gojyo.

L’eretico lo ignorò tornando a rivolgersi ad Homura:

“Hanno preso Sanzo per consegnarlo a Gyumao?”

“Goku … io …” mormorò il dio dagli occhi bicolori ma venne interrotto dalla voce secca del diciannovenne.

“RISPONDIMI: lo consegneranno a Gyumao?” ordinò i demone tremando visibilmente.

Era la prima volta che si trovava in uno stato simile: il suo cuore batteva all’impazzata mentre, i ricordi inerenti alle sofferenze ed alle ingiustizie subite, tornati prepotentemente a galla, parevano reclamare vendetta.

Stava lottando disperatamente per non essere sopraffatto dalla sua natura più oscura e dall’ancora più terrificante, voglia di cedervi.

Sarebbe stato facile richiamare la sua forma demoniaca ed annullarsi nella coscienza del Seiten Taisei …

“E’ più probabile che vogliano usare Sanzo per risvegliare Lucifero” intervenne Shien  che, compreso lo stato in cui versava il diciannovenne, cercava di evitare l’imminente crisi.

“Lucifero? E chi sarebbe?” domandò ancora l’eretico riacquistando un poco di calma.

Incerto davanti ad un Goku così provato, Hakkai si chiese se era il caso di rispondere ai suoi quesiti magari, agitandolo maggiormente ma un’occhiata alle pupille dorate lo convinse a parlare:

“Secondo il cristianesimo, questo è il nome del principe degli angeli il quale, ribellatosi a Dio, fu precipitato nell’inferno dove divenne capo dei demoni. In pratica è il diavolo della chiesa occidentale ma non credevo che esistesse realmente …”

“Ogni leggenda ha un fondo di verità … Lucifero fu il primo condottiero dei ronin … il primo che si ribellò al Tenkai quando questi decisero di sottomettere gli angeli. Combattè per numerosi secoli finchè, al termine di una cruenta battaglia, fu catturato dagli dei e rinchiuso in un limbo simile a quello in cui era imprigionato Goku …” spiegò Shien con voce atona.

Il samurai provava una profonda pena per Goku di cui, comprendeva la rabbia ed il turbamento.

Il dio sapeva cosa significava perdere tutte le proprie certezze, lo stesso sentimento che aveva provato lui davanti al coma di Nataku.

Quello non era tuttavia il momento di perdersi nei ricordi.

Con uno sforzo, Shien tornò a seguire il discorso accorgendosi che ora era Gojyo a parlare.

“Ed ora gli angeli ribelli vogliono liberare questo Lucifero … quello che non capisco è perché, oltre al sutra, si siano anche presi il bonzo corrotto … non certo per la sua piacevole compagnia …”

“Ma ha una forza mistica sufficiente per diventare il ricettacolo di Lucifero …” notò Zenon.

“Che cosa intendi?” nella voce di Goku c’era una nota di panico che incrementò mentre Shien s’intromise nuovamente spiegando che, essendo il corpo dell’angelo diventato inservibile a causa della lunga prigionia, avrebbe avuto bisogno di un nuovo involucro.

Questo doveva essere dotato di una potente aura come, appunto, quella di Sanzo ( saggiamente la divinità ‘scordò’ di dire che tali capacità erano l’eredità di un ex-dio ).

“Dove hanno intenzione di portarlo?” chiese con foga il dicinnovenne.

“Probabilmente nella Torre di Cristallo” riferì Zenon.

 

L’eretico serrò le labbra accelerando.

La moto correva ad una velocità folle, cavalcata dal giovane ancora sopraffatto dalle emozioni che si muovevano in lui dopo le rilevazioni delle divinità e i ricordi riemersi nella sua mente.

Aveva recuperato il suo normale aspetto ma, sotto il casco nero, gli occhi dorati sfavillavano ancora di furia repressa e sensi di colpa.

Non osava incrociare lo sguardo di nessuno dei compagni, sia di quelli che sino a quell’infausta mattinata aveva creduto di conoscere da anni, sia quelli dei demoni che si erano rivelati i suoi veri amici.

Si era lasciato ingannare facilmente permettendo ai ronin di catturare Sanzo: era solo un incapace!

La solo idea che potesse capitare qualcosa all’uomo che aveva sempre rappresentato il suo sole lo sconvolgeva nonostante, poco prima della partenza, Elisabeth gli si fosse avvicinata per sussurargli di non preoccuparsi, che tutto sarebbe andato bene.

La donna, rimasta in disparte per tutti gli avvenimenti che avevano seguito il rapimento di Sanzo, sedeva ora compostamente nella jeep dei demoni in attesa di raggiungere il covo degli angeli ribelli.

Taceva, in risposta alla reazione di Gojyo che, vistola avvicinarsi all’eretico si era frapposto fra i due indispettendola con una serie di proposte oscene che, a giudicare dallo sguardo di disprezzo dirette al kappa, la ragazza non aveva ancora perdonato.

Non che i loro litigi potessero penetrare lo strato di depressione che aveva circondato Goku e che perdurò fino a sera quando, giunsero alla torre dove dimoravano i ronin.

Questa era di un materiale simile al cristallo e si stagliava nel mezzo di una verde pianura, apparentemente priva di qualsiasi protezione eppure, pervasa dall’energia di centinaia di creature alate.

Era stata edificata da architetti fedeli a Lucifero che, l’avevano costruita con la forma di un pentagramma** racchiso da possenti mura dello stesso materiale ( quindi la costruzione è un pentacolo_Nd.Hakkai   Non stiamo a sottilizzare!_Nd.Cassandra ).

Questa sua inconsueta struttura, permetteva di focalizzare l’energia della terra fornendo un valido supporto vitale a Lucifero ( il cui corpo, era stato secoli prima trafugato dalla prigione dove gli dei l’avevano posto ), ma non era stata sufficiente a riportarlo in vita.

Ora, con il Sutra del Cielo Demoniaco, il potere sarebbe stato sufficiente a ripristinare le funzioni vitali dell’angelo e di trasferirlo in Sanzo.

Un evento che i viaggiatori avrebbero dovuto impedire ad ogni costo prima di riprendere il loro viaggio ed eliminare Gyumao.

La conferma che la missione non si sarebbe rivelata facile, stava volando sulle loro teste: Lilith atterrò a pochi metri da loro, con l’eleganza insita nella razza alata, e ridusse la distanza che li separava avvicinandosi con andatura felina.

 “Immagino siate venuti per Genjo Sanzo Hoshi ed il sutra del Cielo Demoniaco” esordì sorridendo dolcemente.

Della furia alata di poche ore prima non vi era più alcuna traccia, il suo posto era stato preso da una donna abbigliata in maniera impeccabile e disinvolta.

Lilith sembrava perfettamente a sua agio, come se fosse sua abitudine ricevere sgangherate compagnie in assetto di guerra.

“Al vostro amico non è stato fatto, né sarà fatto, il minimo male” assicurò avvicinandosi ad un altare di pietra dove giaceva un giovane biondo.

Per un attimo, la donna alata fissò quel volto immoto prima di accarezzarlo: nel sonno, il pallido volto era privo della consueta espressione accigliata e molto simile ai perfetti tratti somatici di un angelo, solo il chakra scarlatto stonava ricordando alla donna i loro nemici giurati ( ovvero gli dei_Nd.Cassandra ).

Al tocco della Signora dei Ronin, l’uomo aprì gli occhi di ametista e si tirò a sedere.

Un brivido di freddo percorse la schiena di Goku che osservò sempre più agitato Sanzo: avevano fallito, non sapeva come, ma era certo che quello non fosse il suo sole … non più.

Il ragazzo fece alcuni passi esitanti verso il biondo che, lo guardò con interesse prima di allungare la mano posandola sulla guancia ambrata del ragazzo.

Goku sentì il tocco di quelle dita … forti e sottili … le dita di Sanzo.

L’angelo gli parlò con la voce del monaco:

“Tu sei Son Goku. Ti ho riconosciuto subito, la tua immagine pervade la mente di Koryo .…”

“Lascialo stare, Lucifero!” intimò Homura.

Non gli importava della missione o di Konzen, voleva solo che quel bastardo non informasse il diciannovenne di ciò che il monaco provava … perché ormai, al Dio della Guerra era chiaro che Konzen amasse Goku, ma era pronto a lottare per il demone dagli occhi dorati … voleva rimanere il suo sole … ma davvero avrebbe potuto ora che il diciannovenne ricordava?

Gli eventi di quella mattina parevano segnare la fine della loro relazione.

In ogni caso, l’eretico lo ignorò parlando direttamente all’ospite del suo sole:

“Non ti permetterò di rimanere in Sanzo!”

“Lungi da me una tale idea: per quanto ritenga forte Koryu, non voglio diventare un uomo. Contrariamente a quanto si crede, posso entrare in un corpo estraneo solo temporaneamente e, in questo caso, lo faccio solo per evitare di diventare pazzo. La mia mente cederebbe se rimanessi nel mio corpo mentre questo viene riparato! Non devi preoccuparti, Goku: entro qualche giorno riavrai il tuo sole!”

 “Chi mi assicura che tu non stia mentendo?” domandò bruscamente Goku.

“Nessuno, ma anche in caso contrario non potreste farci nulla” disse Lucifero indicando con un gesto enfatico i suoi seguaci.

 

 

<b> NOTE:</b>

 

*serafico = angelico, estasiato; imperturbabile, tranquillo

 

**pentagramma = simbolo sacro/magico/religioso costituito da una stella a 5 punte e presente in innumerevoli culture.

Associato al satanismo durante l’inquisizione, ha tuttora un’immeritata e dubbia fama.

Nella realtà simboleggia ( fra le altre cose ) il dominio dello Spirito sul mondo materiale costituito dai 4 elementi ( terra, acqua, fuoco e aria ).

Secondo altre teorie, le sue cinque punte simboleggiano i 5 sensi oppure la sessualità ( dato che unisce il 2, in numerologia associato al femminile ed il 3 del maschile ).

Se il pentagramma è racchiuso in un cerchio, diventa un <b> pentacolo</b> e simboleggia unità e completezza.

In questo caso, la sua energia è focalizzata e circoscritta ( come nella fic._Nd.Cassandra ).

 


 

cap. 19

paradiso ed inferno

 

Quello che troverete in questo capitolo, è il mio primissimo tentativo di lemon per cui, ho provato a studiare le altre fic, ma senza molto successo.

 

In effetti, il risultato è pietoso. Homura è un buono a nulla_Nd.Sanzo

Osservo una punta di gelosia nelle tue parole. E’ per Goku?_Nd.Cassandra

Razza di fallita! Maledetta autrice del c…azzo!_Nd.Sanzo

Ho colpito nel segno_Nd.Cassandra con un paio di corna da diavoletto.

Muoei!_Nd.Sanzo che punta la W&S verso Cassandra

Ho il giubbotto antiproiettili e ti conviene essere gentile: un colpo di tastiera e posso farti qualsiasi cosa_Nd.Cassandra che, con un ghigno malefico, si siede al PC

Ha ragione Sanzo, senza contare che ucciderla è perfettamente inutile_Nd.Hakkai

Grazie, Hakkai! Sapevo che in fondo mi volevi bene_Nd.Cassandra *_*

Veramente io mi riferivo al fatto che, una volta ripresisi dallo schock causato dal capitolo, saranno i lettori stessi ad eliminarvi_Nd.Hakkai  O_^

Mubble … Mubble … Appunto mentale: far accadere qualcosa di veramente brutto ad Hakkai_Nd.Cassandra

 

Se il lemon, dovesse presentare incongruenze o problematiche ( organiche, stilistiche o altro ) vi prego di avvertirmi in modo da permettermi di rimediare.

Ringrazio per i loro commenti Hisoka, Anna-chan, Demonangel ed Eternal Fantasy in questo che è l’ultimo atto di What is…

La scelta di terminare questo racconto, è dovuta al drastico calo di interesse da parte dei lettori ( e che quindi rende assurdo postare la fic che farebbe da diretto seguito ) che mi spinge a chiedervi un favore: inviatemi le vostre impressioni o critiche sull’intera storia permettendomi di comprendere i miei errori e non ripeterli ).

Vorrei terminare rendendo lode a:

·        Victor, autrice del primo lemon che abbia mai letto e che mi ha fatto appassionare al genere;

·        Dark00, le cui scene splatter mi hanno letteralmente incollato allo schermo;

·        Selina, la santa per eccellenza che non ha mai mancato di postare storie stupende e si è assunta l’ingrato compito di commentare la mia fic segnalandomi gli innumerevoli errori.

 

 

L’appartamento occupato da Goku era arredato con il gusto squisito proprio degli angeli che, glielo avevano messo a disposizione senza la minima esitazione.

Questi non serbavano il minimo rancore per la morte dei compagni.

Popolo guerriero da tempo immemorabile, conoscevano i rischi delle loro scelte e non imputavano ai nemici il decesso dei loro commilitoni.

Chi aveva combattuto erano soldati che avevano seguito la propria strada per poi, perire come avevano scelto ( compreso quelli che lo avevano aggredito ).

Questa concezione, dovuta alla volontà, degli esseri alati, di onorare dei degni avversari come il diciannovenne e i suoi compagni, gli avevano evitato la condanna morale per l’uccisione degli angeli e, contemporaneamente, aveva forgiato un tacito accordo fra le parti per insabbiare il tentativo di stupro.

In fondo, nemmeno l’itan stava pensando a quanto successo od ai morti: aveva spento le vite di tanti demoni mentre viaggiava con Sanzo che, la vista di qualche cadavere non poteva certo impressionarlo e spingerlo a guardare, dal balcone della sala centrale, la luna piena che rischiarava dolcemente il paesaggio circostante.

Il ragazzo sentì che, come tutto il resto del creato, anche il satellite derideva la sua stupidità ... e a ragione.

Ora che la rabbia era scemata si sentiva attanagliato da numerosi pensieri, molti contrastanti fra loro, che gli davano un vago senso di nausea e spossatezza.

L’eretico contrasse la mascella e strinse i denti mentre si trascinava nuovamente nella lussuosa camera: sul tavolo troneggiavano prelibate pietanze, ma stranamente nemmeno il cibo era il grado di distrarlo dai suoi crucci.

Si lasciò cadere su una poltrona: si sentiva distrutto e non per i massacranti eventi di quella giornata.

Solo quella mattina tutto gli appariva chiaro e semplice: Homura era il suo sole e lui avrebbe vissuto con il dio per tutta l’eternità.

Poche ore prima, l’attrazione provata nei confronti di Sanzo era qualcosa di sbagliato che doveva sopprimere, mentre ora …

Goku rimase seduto dov’era per parecchi minuti.

Non era sicuro di avere la forza di alzarsi … non era sicuro di volerlo …

Un lieve bussare lo obbligò a tornare alla realtà.

Per un attimo fu tentato di non rispondere, sapendo chi c’era dietro la porta, avvertì l’impulso di evitare l’angosciosa discussione che lo attendeva una volta aperto.

Rimandare avrebbe però reso le cose più difficili di quanto già non fossero e lui non poteva permetterselo.

“Vieni avanti, Homura” invitò il proprio ospite.

Il dio si introdusse nella camera: aveva recuperato l’aria di fredda sicurezza che lo caratterizzava, ma Goku sentiva che era solo una facciata molto diversa dalla realtà.

In un certo senso comprendeva il desiderio del Dio della Guerra … il suo disperato tentativo di non rimanere solo … lo stesso che aveva invaso lui negli ultimi otto anni …

Fino a dove si sarebbe spinto per non perdere Sanzo?

Goku non osava rispondersi.

“Mi dispiace. Non ho mai avuto la minima intenzione di usarti, ma volevo che tu mi amassi … volevo essere il tuo sole …” esordì Homura.

“Non hai esitato ad ingannarmi per avere ciò che volevi … non mi pare ti sia curato di cosa potessi provare io” osservò l’eretico.

“Quale altra scelta avevo? Tu eri completamente succube di Konzen perché non conoscevi altro rapporto … un sentimento decisamente morboso e unilaterale … lui non ti ama, Goku … per lui non sei altro che una seccatura …” disse il dio dai capelli corvini.

“Tu non sai nulla di ciò che mi lega a lui …” rispose il ragazzo senza troppa convinzione.

Quante volte si era chiesto se Sanzo gli fosse affezionato almeno un pochino?

“Davvero? Dimmi Goku, perché credi non abbia insistito per farti recuperare prima la memoria? Credi che ti vorrà ancora vicino, ora che hai fatto l’amore con me?” chiese la divinità sapendo di toccare un punto dolente “Per lui non sei mai stato altro che un diversivo … una bestia da compagnia …”

“E per te invece cosa sono?” la domanda di Goku emerse dalle profondità dell’animo dell’itan.

“L’uomo che amo più della mia vita … non ti chiedo nulla, solo di poterti rimanere accanto e proteggerti … resta con me, io ho bisogno di te”

L’eretico non rispose, le dichiarazioni del dio lo avevano toccato in profondità lasciandolo senza fiato per ribattere.

Homura aveva ragione: era sempre stato una terribile seccatura per il monaco che aveva detto più volte di non aver bisogno di lui e ora, lo avrebbe certo disprezzato per il suo rapporto con la divinità.

Il dio aveva bisogno di lui … lo amava, almeno quanto lui amava Sanzo … perché l’amore doveva essere tanto ingiusto?

Perché due persone non potevano amarsi vicendevolmente?

Le regole dell’amore erano troppo crudeli, ma lui aveva ora il potere di cambiarle se voleva.

Qualsiasi fosse stata la sua scelta, non poteva tornare indietro … il suo mondo e coloro che lo popolavano, erano molto diversi da sei mesi prima … lui era cambiato …

Anche se Sanzo lo avesse nuovamente  accettato, ormai Goku non avrebbe potuto rimanergli semplicemente accanto … non gli sarebbe più bastato … non ora che si era reso conto di amare il monaco.

L’itan comprendeva che il suo amore era impossibile e questo, forse, era un bene: rendeva più facile la sua scelta.

Il giovane guardò il dio che, ritto nel mezzo della stanza, attendeva la sua risposta e, prima ancora di rendersi conto di quanto faceva, annuì impercettibilmente.

Un sorriso illuminò il volto della divinità che si affrettò ad avvicinarsi: le loro labbra si incontrarono in un bacio tenero ed incerto.

Homura lo strinse forte a sé prima di sospingerlo verso il letto per fissare con tutta calma gli occhi dorati.

“Ti amo da impazzire” sussurrò Homura, avvolto da un sentimento tanto forte e doloroso da farlo tremare.

Prese nuovamente le labbra di Goku ma stavolta, non ci fu nulla di tenero o incerto nel suo bacio: l’apprensione dovuta al timore di averlo perso era mutata in una passione avida ed esigente.

Accarezzò i lunghi capelli castani assaporandone il profumo, prima di aprire il pesante diadema ed osservare Goku trasformarsi in Seiten Teisei.

Il respiro del giovane divenne affannoso mentre i denti si trasformavano in zanne e le unghie diventarono artigli.

Questi ultimi si muovevano in cerca della nuda pelle: voleva assaporare il dio, non i suoi indumenti.

Con gentile decisione, l’itan sospinse l’amante verso il letto iniziando a carezzargli con gesti esperti l’inguine, per poi scendere verso il pene che sentì fremere al suo tocco.

“Goku …” sussurrò in tono pressante il dio mentre gli affondava le mani nella schiena ambrata e lo girava dolcemente.

Le labbra della divinità tempestarono di baci la schiena del demone, scendendo sino al sedere.

Piccoli morsi stuzziacarono le sode chiappette del giovane finchè, tremando di desiderio, Homura scostò le due natiche* per scorgere l’ano del compagno ed iniziare ad allargarlo con le dita.

Goku inclinò la testa all’indietro: era in preda all’eccitazione ed alla senzazione che il suo corpo non gli appartenesse più … che il suo organismo fosse diventata del Dio della Guerra … che la sua stessa anima fosse del corvino compagno.

Questa consapevolezza fu come una secchiata d’acqua gelida per l’itan anche se, in un primo momento non ne comprese il motivo: aveva sempre desiderato appartenere a qualcuno ed ora il suo desiderio si era avverato.

Perché non provava gioia?

Perché si sentiva morire?

Con un moto di stizza si rese conto di non aver mai voluto essere di ‘qualcuno’ ma di una persona ben precisa … dell’uomo che era e sarebbe sempre stato il suo sole … di Sanzo.

Homura inserì il proprio membro ma stavolta, a Goku, parve un’insostenibile intrusione.

Il demone si morse il labbro per non urlare dal dolore mentre, la divinità acquistava un ritmo sempre più veloce.

Era la prima volta che il giovane sperava in una rapida conclusione dell’atto … la prima che si sentiva violato.

Il demone si girò per abbracciare l’amante e appoggiare la testa sull’ampia spalla in modo nascondergli le lacrime che stavano riempiendo gli occhi dorati.

Il dio lo amava e voleva essere il suo sole mentre, Sanzo non desiderava certo legarsi ad un demone eretico.

Semplicemente, doveva riuscire ad accettare queste verità ed imparare ad accettare l’amore del Dio della Guerra.

Homura gli stava offrendo tutto e non meritava di vedere il proprio compagno piagnucolare per un altro uomo!

Con un gesto irritato, approfittando di un attimo di distrazione da parte del dio, il diciannovenne si asciugò il viso e si costrinse a sorridere a Homura.

L’itan posò le labbra sul ventre dell’altro e percorse, piano, le lunghe gambe della divinità.

Il Dio della Guerra gemette, rendendosi conto di non poter più attendere mentre il ragazzo iniziava a succhiargli il simbolo della virilità per poi, lasciarlo andare per cingergli la vita da dietro.

Goku penetrò nell’amante: ben presto furono uniti in un ritmo sempre più incalzante, fino a quando Homura mugugnò in un’esplosione di piacere e chiuse gli occhi appagato.

Nel girò di pochi attimi, cullato dall’abbraccio di Goku si appisolò a differenza del giovane che, quella notte non dormì.

 

Il vento stava ormai tramontando tingendo il cielo di rosso quando Sanzo, al termine della sua prima giornata di ‘libertà’, uscì dalla Torre di Cristallo.

Intorno alla costruzione, una folla di angeli festanti cantava e ballava, tutti apparivano inebriati dalla gioia di avere nuovamente il loro condottiero ed incuranti dei rischi che ciò avrebbe comportato.

“Tzè!” fece il monaco portandosi alle labbra la sigaretta e scrutando la folla alla ricerca della stupida scimmia che pareva essersi volatilizzata: Gojyo ed Hakkai lo avevano informato che il suo pupillo aveva ritrovato la memoria ma che stava tentando di evitare gli altri della compagnia a tutti i costi.

Non che ne fosse troppo sorpreso, si aspettava che Goku tentasse di ‘scansare’ uno scontro diretto con lui anche se ormai avrebbe dovuto sapere che tali sotterfugi erano inutili.

Lo avrebbe trovato e riempito di sventagliate, tanto per ristabilire l’ordine delle cose!

Lo individuò dopo un rapido giro di perlustrazione: il demone era appoggiato ad un basso muretto di pietra che, qualche decennio prima, doveva circondare una sfarzosa abitazione ma di cui, ora, rimaneva solo un rudere.

Deciso a non concedere all’eretico la minima opportunità di svignarsela, il monaco gli si avvicinò silenziosamente tuttavia, l’udito di Goku era troppo perché il demone non lo avvertisse:

“Venerabile Sanzo”

Il saluto del diciannovenne colse di sorpresa Sanzo, così come il suo mancato tentativo di fuga tuttavia, questi sentimenti vennero celati dall’asprità della sua voce:

“ Allora, scimmia, si può sapere cosa diavolo ti prende?”

Il giovane non rispose continuando ad osservarsi tristemente la punta degli anfibi, ma il rimprovero di Sanzo lo raggiunse insieme ad una poderosa sventagliata:

“Ti ho detto miliardi di volte di non tenere gli occhi bassi e guardare dove vai!”

Il giovane prese a massaggiarsi il capo ed alzò la testa, tuttavia, evitò di lamentarsi del colpo ricevuto come avrebbe fatto solo sei mesi prima.

Il monaco rimase impietrito davanti al suo sguardo sconfitto, privato totalmente della gioia che lo aveva sempre illuminato: nemmeno durante la sua ‘amnesia’ gli era apparso così diverso … sembrava disperato … no, il termine giusto per definirlo era un altro … sconfitto.

Sanzo non immaginava che, il ragazzo si sentisse sporco, inadatto a bearsi ancora della luce del suo sole.

Lo aveva tradito giacendo fra le braccia del Dio della Guerra ed ora, non poteva più tornare indietro.

Goku non era pentito della decisione di restare con la divinità, sapeva di aver fatto la cosa giusta eppure, ora comprendeva il vecchio detto secondo cui, ‘nessuna scelta è priva di rimpianti’.

L’eretico sapeva che, per senso di responsabilità, il religioso lo avrebbe riaccolto nel loro gruppo: liberandolo, il biondo si era accollato anche il compito di allevarlo e non si era mai tirato indietro, anche quando era stato chiaro che il demone gli avrebbe creato un sacco di seccature.

Tuttavia, Goku non avrebbe tollerato la delusione che avrebbe continuamente visto negli occhi del suo sole da quel giorno in poi.

Sanzo lo guardò perdersi nei suoi ragionamenti chiedendosi quale linea d’azione sarebbe stato meglio seguire: doveva essere dolce e consolare la scimmia?

Oppure doveva essere cinico e freddo come al solito fingendo che tutto fosse normale?

Optò per la seconda ipotesi, non voleva affrontare una discussione con Goku senza prima aver compreso cosa avesse privato di tutta la sua inesauribile voglia di vivere il giovane itan ... se Homura gli aveva fatto qualcosa di male … se aveva osato usargli violenza perché si era ricordato … divinità o meno quel bastardo avrebbe dovuto rispondere a lui di qualsiasi livido o parola dura avesse rivolto alla scimmia!

Che diamine! Solo lui poteva picchiare o adirarsi con Goku: nessun’altro aveva il diritto di sfiorarlo, nemmeno con un dito!

Si era tirato indietro per studiare meglio la situazione, ma ciò non significava che, una volta tornati alla normalità, quel bastardo potesse continuare a prendersi certe libertà con Goku!

“Andiamo a mangiare” il tono del monaco era fermo, ma non adirato.

Sanzo diede le spalle all’eretico aspettandosi che questo lo seguisse con entusiasmo, se non altro all’idea del pasto, ma la voce del diciannovenne lo raggiunse:

“No!” il ragazzo puntò gli occhi dorati sul suo sole che, nel frattempo, si era girato “Non voglio venire e voi non avete il diritto di ordinarmelo! Non sono più il vostro servo, Venerabile Genjo Sanzo Hoshi!”

Sanzo si girò incredulo: aveva creduto che la scimmia gli si sarebbe gettata fra le braccia non appena compreso che lui aveva perdonato le sue colpe.

Ma in fondo, cosa doveva perdonare?

Lui non aveva legami o accordi con Goku, il demone poteva spassarsela con chi voleva senza che questo potesse essere considerato un tradimento.

Nemmeno ora che Sanzo si era reso conto di amarlo …

Il monaco nascondeva da molto tempo le proprie emozioni ed ora che era stato obbligato a prenderne coscienza, forse era troppo tardi.

Il rifiuto del giovane lo aveva ferito, pungendolo sul vivo e, come sempre accadeva, mutò il proprio sentimento di inadeguatezza in rabbia:

“CHE DIAVOLO TI PRENDE, BAKA SARU?”

Una luce omicida brillava negli occhi di ametista che non promettevano comprensione o gentilezza, ma Goku non si lasciò intimidire:

“Resto con Homura … Naturalmente completerò la missione accompagnandovi ad uccidere Gyumao e proteggendovi nel tragitto, ma questo sarà l’unico rapporto fra noi, Venerabile Sanzo”

Il monaco alzò il ventaglio per colpire me poi lo fermò a mezz’aria, incapace di agire.

“FA QUEL DIAVOLO CHE TI AGGRADA, SPORCO DEMONE!” urlò il biondo prima di girarsi ed allontanarsi a grandi passi.