DISCLAIMER: i
personaggi appartengono al sensei Takehiko Inoue
NOTA: I cambi di Pow sono segnalati. Tra " " i dialoghi di tutti. Tra << >>
i dialoghi di Hana e le frasi scritte.
DEDICHE: a tutte le persone che ho conosciuto in ML poiché sono davvero
speciali.
RINGRAZIAMENTI: ringrazio Silene che con questa fic ha ufficialmente
accettato di diventare la mia Beta. Grazie davvero ^_^.
Voice
di Chikara
POW HANA
Oggi è la festa di Tanabata e, nonostante sia un giorno di festa, quello
schiavista del capitano ci ha
fatto comunque venire agli allenamenti, mentre io avevo già programmato con
i miei amici una
serata super divertente alla fiera del mio quartiere.
Sono abbastanza innervosito da questa cosa, ma cerco in ogni modo di stare
calmo: se mi faccio una
doccia super lampo, riesco a prendere il treno delle diciannove e arriverò
in tempo per
l'appuntamento. Non voglio assolutamente rischiare stupide punizioni da
quello scimmione fissato.
"Bene ragazzi per oggi basta così!" mi giunge, finalmente, l'angelica voce
del mister "andate pure a
cambiarvi, il tempio vi aspetta!"
Le mie orecchie si drizzano subito insospettite e, trattenendo a stento
un'imprecazione, domando:
"Che significa 'il tempio vi aspetta'?"
"Ho chiesto ad Akagi di portarvi al tempio di questo quartiere, voglio che
preghiate tutti assieme
per il campionato nazionale che stiamo per affrontare" spiega serafico il
nonnino.
Io non riesco più a trattenermi e grido: "CHE COSA?!?"
La mia pazienza ha un limite e devo ammettere che non ha un margine molto
ampio.
"Ma siete impazziti!" continuo ad urlare furioso "i miei amici mi stanno
aspettando, non potete
scegliere per me cosa devo o non devo fare!"
"Smettila di sbraitare, deficiente!" interviene come previsto il capitano
"consideralo come un
piccolo ritiro della squadra."
"Io voglio andare dai miei amici, ti è chiaro il concetto gorilla?!?"
"Se tu non vieni al tempio con noi, ti caccio dalla squadra, chiaro il
concetto deficiente?!?"
Stringo i pugni per trattenere la collera e medito per qualche secondo di
mandarlo al diavolo, ma
poi osservo Mitsui e Ryota, che mi guardano a loro volta un po' preoccupati,
e allora mi calmo un
po'.
"Sempre i soliti ricatti gorilla" sbotto alla fine, rassegnato "dovresti
variare un po'!"
Mi avvicino al mio amico tappetto e afferrandolo con un braccio lo trascino
negli spogliatoi e
rivolgendomi a Mitsui gli dico scherzando: "Ehi Mitchi sbrigati o finirò
tutta l'acqua calda!"
"Non ti ci provare scimmia rossa!" sta al gioco la guardia, prima di
continuare come da copione "e
non chiamarmi Mitchi!!"
Mentre mi allontano sento un sospiro di sollievo: è sicuramente Kogure, che
questa volta non dovrà
sudare sette camice per farmi ritrovare la calma.
Faccio velocemente la doccia e mi cambio in un lampo, per avere il tempo di
raggiungere il telefono
pubblico e chiamare Yohei; mentre cammino velocemente, maledico la mia
sbadataggine che mi ha
fatto dimenticare il cellulare a casa.
"Sì ciao Yo sono io" lo saluto non appena risponde "lascia stare, dopo ti
racconto, non posso venire
al tempio *** mi raggiungereste voi a quello ***. E' vicino alla scuola. Sì,
allora vi aspetto lì,
grazie mille."
Quando finisco la telefonata gli altri sono tutti pronti, così ci
incamminiamo verso la festa.
Mentre i miei compagni parlano e scherzano fra di loro, io infilo una mano
sulla tasca destra della
divisa, a stringere il rotolino di carta che avevo preparato da appendere al
bambù, e al pensiero che
non posso utilizzarlo la tristezza mi invade.
Sono arcisicuro che i ragazzi dell'armata non lo avrebbero sbirciato, con
quelli della squadra è
praticamente il contrario. Troverebbero sicuramente il modo per leggerlo, e
allora il mio segreto
sarebbe svelato, ed io non voglio, nella maniera più assoluta, che sappiano
che sono innamorato di
quella stupidissima, bellissima, affascinante baka Kitsune.
POW KAEDE
La scimmia sta continuando a sbraitare in palestra, mentre io mi dirigo
silenziosamente negli
spogliatoi. Quell'idiota non ha tutti i torti: che cavolo c'entrano i
campionati nazionali con la festa
di Tanabata?!? Se il capitano e il mister pensano che io affidi il mio
futuro ad uno stupido
bigliettino e ad una preghiera, si sbagliano di grosso!
Comunque quel mentecatto non ha ancora capito che più continua a sbraitare,
più tardi arriveremo
al tempio, e più tardi saremo liberi di togliere le tende!
Fortunatamente la scimmia urlatrice si calma prima del previsto e mi
raggiungono tutti negli
spogliatoi.
Come al solito il Do'aho scherza e litiga con Miyagi e Mitsui, e per
fortuna, oggi mi ignora
totalmente.
Ecco, forse posso chiedere questo nella mia preghiera: fa che questa tregua
momentanea duri
almeno finché non mi sarò tolto dai piedi per andare in America!
Nel momento in cui sento quella voce stridula mi si drizzano persino i peli
del collo ed è strano,
perché in genere non sono così intollerante ma solo indifferente a tutto.
Con lui però non mi riesce
proprio esserlo, mi fa innervosire appena apre bocca e ogni volta che mi
provoca non posso fare a
meno di prenderlo a botte.
Quando arriviamo alla fiera di questo quartiere Ayako e la sorella del
capitano cominciano a
fermarsi ad ogni bancarella, trattenendo così Ryota, il capitano e, di
conseguenza, tutti noi e la cosa
comincia ad irritare pure me.
Mitsui e la scimmia si sono fermati ad acchiappare un pesce per una bambina
che sta frignando ma,
ovviamente, non ci riescono e l'unico risultato che ottengono è quello di
farla piangere di più.
"Do'aho dammi qua, prima che mi sfondi i timpani!" gli ordino strappandogli
dalle mani questo…
affare.
In realtà non ho mai fatto una cosa del genere, ma sono Kaede Rukawa, io so
fare tutto! Muovo
velocemente la mano e faccio saltare in aria il pesce ma prima che possa
prenderlo con la scodella
di plastica, la carta si buca e lo stupido animale finisce di nuovo
nell'acqua.
"Ah ah ah" comincia a ridere il demente "che baka Kitsune, sembrava fosse
arrivato il salvatore del
mondo e invece… che figura!"
"Bella prova Rukawa!" commenta sarcasticamente Mitsui.
Ti ci metti pure tu ex-teppista!
Finalmente il capitano ci richiama tutti in gruppo e continuiamo a camminare
verso il tempio ed è
proprio strano, che il re degli idioti abbia smesso così velocemente di
prendermi in giro, ero già
pronto ad una mega rissa in mezzo alla folla e invece… mah, non posso certo
lamentarmi!
All'ennesima sosta di Ayako e della ba… Akagi, il rossino deficiente dà di
matto e riprende a
strepitare: "Devo raggiungere il tempio, lo capite o no, i miei amici mi
stanno aspettando!!"
Tsè, come si fa a chiamare quel gruppo di dementi senza cervello 'amici'
solo un Do'aho come lui
può riuscirci!
"Sta zitto e non ti muovere di qui, capito?!" ordina irrevocabilmente Akagi.
La sorella del capitano decide di farsi leggere i tarocchi da una ciarlatana
vestita in una maniera a
dir poco ridicola e la curiosità attira tutti lì ad osservare lo svolgersi
delle cose. Ovviamente io non
sono affatto interessato, ma se mi allontanassi troppo il capitano
comincerebbe a ringhiare.
Mentre la fattucchiera sta predicendo il futuro a quell'insignificante
ragazzina si avvicina alla
bancarella un gruppo di teppisti, che cominciano ad insultare la donna e il
suo lavoro.
Anche io non credo a queste cose ma mi dà fastidio come la gente calpesti
così le convinzioni degli
altri: questa donna non sta facendo niente di male, vende solamente
bigiotteria e predice il futuro
gratuitamente, perché allora non la lasciano in pace!
Il Do'aho logicamente non è in grado di pensare in silenzio e così inizia ad
urlare contro quei tipi di
andarsene e lasciare in pace la gente che lavora. Quando però i teppisti non
lo assecondano, l'idiota
ha un buon pretesto per scaricare tutta la tensione che ha accumulato da
questo pomeriggio e la rissa
coinvolge presto pure Mitsui e Ryota e, nostro malgrado, anche me e il
capitano, però alla fine i
cinque tipi se ne vanno decisamente mal ridotti.
"Oh ragazzi mi avete proprio salvato" ci ringrazia, sorridente, la strana
donna dagli intensi occhi
neri "quei tipacci mi avrebbero sicuramente distrutto la bancarella, sono in
debito con voi!"
"Non si preoccupi signora, è stato un divertimento per noi!" esclama
l'idiota senza nemmeno
riflettere.
"So che voi non credete a queste cose" insiste la veggente "ma vi prego
scrivete su queste
pergamene un vostro desiderio, cercherò di realizzarlo ad ogni costo!"
Ovviamente quei creduloni non se lo fanno ripetere due volte e cominciano a
scrivere e sono
costretto a farlo anche io, quando il capitano mi obbliga. Ma come ho detto
prima, io non affido il
mio futuro a qualcosa che non dipenda da me quindi… sì, scriverò quella cosa
che mi è venuta in
mente negli spogliatoi: voglio che la voce del Do'aho non mi infastidisca
più.
POW HANA
Non so se questa cosa sia vera, io non credo alla magia, comunque sarà
meglio non sprecare
un'occasione simile.
Mi affretto a scrivere il mio desiderio, ma mi fermo improvvisamente.
Non voglio che lui s'innamori di me tramite un sortilegio, sarebbe una cosa
molto triste e cattiva.
Non posso proprio chiedere una cosa simile, quindi penso velocemente ad un
desiderio alternativo e
l'unico che mi viene in mente è questo: mi piacerebbe che Kaede Rukawa sia
sempre felice.
TERZA PERSONA
I ragazzi dello Shohoku terminarono di scrivere i loro desideri e li
consegnarono alla donna che,
dopo il loro allontanamento, prese a leggerli curiosa.
Come al solito, vide gli stessi desideri di sempre e costatò che
primeggiare, nello sport o
nell'amore, era quello che agli adolescenti interessava maggiormente.
Poi però lesse le ultime due pergamene e rimase notevolmente sorpresa.
"Che desiderio strano!" esclamò forte "Non essere più infastidito dalla voce
di qualcuno. Vediamo
di sapere qualcosa di più su questo ragazzo."
La donna afferrò il foglietto con entrambe le mani e, concentrando i suoi
poteri, lesse nel cuore e
nella mente del ragazzo che lo aveva scritto.
"Molto interessante" continuò a mormorare a voce alta, incurante dei
passanti che la guardavano
straniti "penso proprio che lo realizzerò! E ovviamente, non posso ignorare
quest'ultimo, è da tanto
che non mi capita di leggere una cosa del genere, ormai avevo perso la
speranza di ritrovare
qualcuno che utilizzasse il suo desiderio per aiutare un'altra persona.
Questo ragazzo è davvero
speciale!"
La mattina seguente Hanamichi si svegliò, come sempre, in ritardo per la
scuola. Scese a tutta
velocità in cucina e, addentando al volo un toast, che la mamma gli aveva
preventivamente
preparato, stava per scappare via. All'ultimo momento però vide un foglio
bianco sotto la tazza di
caffè: era un messaggio della madre.
<<Ciao tesoro, scusa se non ti ho avvisato prima, ma ieri mi è arrivata una
lettera della nonna dove
mi chiedeva di raggiungerla a Nagoya: è caduta facendo le pulizie e si è
rotta una gamba…>>
Hanamichi per poco non si strozzò con l'ultimo boccone di pane: quella donna
era davvero
impossibile, come aveva fatto a dimenticarsi una cosa simile?!
<<…guarda che non me lo sono affatto dimenticata…>>
Aveva continuato la madre come se gli avesse letto nel pensiero.
<<…non ti ho detto niente di proposito, altrimenti saresti voluto venire
anche tu per darmi una
mano e non era proprio il caso. Tu devi solo pensare alla scuola e agli
allenamenti e non ti
preoccupare per noi che ce la caveremo benissimo.
Ps. Visto che la nonna non ha il telefono ti scriverò presto.
Pps. E vedi di non distruggermi casa, in mia assenza.>>
Il rossino sbuffò prima di ricordarsi del suo mostruoso ritardo e
precipitarsi fuori del suo
appartamento, correndo a perdifiato fino a casa di Yohei. Quando lo vide
appoggiato al cancello,
alzò una mano in segno di scusa e si apprestò a spiegargli quello che era
successo, ma di colpo si
fermò, portandosi una mano alla gola.
"Che ti succede?" domandò Mito, spazientito.
Il rossino provò a schiarirsi la voce, pensando che la fatica avesse
impastato le sue corde vocali, ma
quando le labbra si mossero per parlare nemmeno un filo di voce uscì dalla
sua bocca.
"Hana che hai? Mi stai prendendo in giro, guarda che siamo troppo in ritardo
per queste
stupidaggini!" sbottò definitivamente arrabbiato il moretto.
Hanamichi però fermò l'amico, che si stava già avviando verso scuola, e
guardandolo con occhi
spaesati si colpì leggermente la trachea, per fargli capire che non riusciva
a parlare veramente.
Mito lo guardò sorpreso un paio di secondi poi, prendendo la mano del
rossino fra le sue, gli rifilò
un pizzicotto tanto forte da staccargli quasi la pelle. Hana spalancò la
bocca d'istinto per gridare
ma, ancora una volta, non proferì alcun suono.
"Ma che sta succedendo?" domando di nuovo l'amico, questa volta seriamente
preoccupato.
Il rossino, spaventato, si limitò soltanto a guardarlo mentre si massaggiava
ancora la mano.
"Presto andiamo subito all'ospedale" si decise finalmente Yohei "questa cosa
è davvero troppo
strana!"
Dopo la veloce spiegazione dell'amico, il medico visitò a lungo il rossino
ma alla fine non riuscì a
dar loro nessuna spiegazione.
"Io non capisco" esordì il medico visibilmente turbato "è la prima volta che
mi capita una cosa
simile. Le corde vocali sono del tutto paralizzate; l'aria passa normalmente
nella trachea ma loro
restano completamente immobili. Se ti sottoponessi all'interesse dei miei
colleghi diventeresti una
specie di cavia da laboratorio, quindi è meglio che tu torni a casa mentre
io farò una ricerca più
approfondita."
Hanamichi annuì sconsolato, lasciando il suo numero al dottore che prima di
uscire cercò di
rassicurarlo, promettendogli che in qualche modo avrebbe trovato una
soluzione.
Yohei ringraziò il medico per l'amico e lo riaccompagnò a casa.
"Non ti abbattere Hana, quel dottore mi è sembrato un tipo in gamba, troverà
sicuramente un
rimedio!" gli assicurò fiducioso il compagno.
Sakuragi però sollevò le spalle con ben poca convinzione.
"Vieni ti aiuto a preparare la cena" cercò di distrarlo allora Mito.
Hanamichi scosse con forza la testa.
"Non posso lasciarti solo in un momento simile!"
Sakuragi cercò di parlare di nuovo ma, non riuscendoci, prese un pezzo di
carta e lo pregò di non
preoccuparsi, dicendogli inoltre che non aveva fame e che aveva bisogno di
riposo.
"Ok allora io vado a casa, ci vediamo domani mattina" lo salutò un po'
titubante l'amico e Sakuragi
annuì, usando il labiale per ringraziarlo.
"Figurati, ci vediamo."
POW KAEDE
Quello stupido Do'aho oggi non è venuto a scuola! L'Akagi ha detto che
nemmeno Mito c'era,
chissà che avranno combinato, quei due! Il capitano era furioso, perché
presto ci saranno i
campionati e nessuno, soprattutto quella scimmia decerebrata, può
permettersi di saltare gli
allenamenti!! Spero che il gorilla glielo faccia capire quando, domani,
arriverà sicuramente con la
sua solita faccia tosta, come se niente fosse successo.
TERZA PERSONA
Hanamichi arrivò a scuola scortato dalla sua fedelissima armata; quando
Akagi lo vide attraversare
il cortile cercò di avvicinarlo a passo di marcia, ma Takamiya e Okuso gli
sbarrarono la strada.
"Levatevi dai piedi!" ordinò bruscamente il gorilla "devo fare un
discorsetto a quel testone!"
"Adesso non è proprio il caso." Lo fronteggiò Okuso e, tenendo lontano Akagi
con un solo braccio,
fece passare il rossino e gli altri che entrarono subito dentro la scuola.
"Ma che sta succedendo?" Kogure espresse ad alta voce la perplessità di
tutti.
"Non lo so ma adesso mi sente!"
Il capitano e gli altri seguirono Hanamichi fermandosi solo quando lo videro
entrare in presidenza.
"Ma cosa… perché è entrato in presidenza con Mito, che cosa hanno
combinato?" domandò Ayako
all'armata Sakuragi.
"Non hanno combinato niente!" le assicurò un po' bruscamente Noma, prima di
spiegare:
"Hanamichi si è ammalato improvvisamente di una malattia sconosciuta."
"Ci stai prendendo in giro?" domandò Akagi, afferrandolo per il colletto
della divisa.
"No, che non lo sta facendo!" rispose Takamiya al posto dell'amico "Hana è
andato dal preside
proprio per questo, ha il certificato dell'ospedale che lo prova!"
"Ma di che malattia si tratta, è molto grave?" domandò preoccupato la Mamma
Chioccia dello
Shohoku.
"Non lo sappiamo, i medici non gli hanno detto niente, ma lui…" si
interruppe bruscamente Okuso.
"Lui?" lo spinse a continuare Mitsui.
"Lui non può più parlare" dichiarò senza giri di parole Takamiya.
"Non può più parlare?!" ripeté incredulo Ryota "Ma che cosa significa? Come
può accadere una
cosa simile? Due giorni fa era il solito confusionario di sempre!"
"E ieri non poteva più emettere nemmeno un suono."
In quel momento la porta della presidenza si aprì e dall'ufficio uscirono
Hanamichi e Mito, che
furono circondati subito dagli altri.
"Hanamichi è vero quello che hanno detto?" Lo interrogò immediatamente Akagi.
Il rossino annuì semplicemente con la testa.
"Ci dispiace molto Sakuragi, ma tu come stai, senti dolore o…"
Prima che Kogure continuasse a preoccuparsi, Hana mosse velocemente le mani
per negare le sue
parole e gli sorrise tranquillizzandolo ulteriormente.
"No" spiegò allora Mito "Hanamichi non sente niente, sta benissimo, ha solo
perso la voce."
"Questa è la cosa più strana che io abbia mai sentito dire!" esclamò Mitsui
ancora incredulo.
"Il dottore ha detto che i muscoli delle corde vocali sono completamente
paralizzati" continuò la
sua spiegazione Yohei "per questo non può più parlare. Era la prima volta
che gli capitava un caso
simile, così non ha potuto fare niente per lui, ma ci ha promesso che farà
delle ricerche
approfondite."
"Mh… speriamo bene" mormorò un po' preoccupata la manager.
"Adesso è tardi per continuare a parlare" dichiarò in fine il capitano
"riprenderemo agli allenamenti
di oggi pomeriggio, adesso andate tutti quanti in classe."
I professori, avvisati dal preside, lasciarono in pace Sakuragi per tutto il
giorno, così le ore di
lezione passarono tranquille e noiose più del solito.
Quando però il rossino raggiunse la palestra la notizia del suo strano
problema si era già sparsa alla
velocità della luce, e molti studenti si erano radunati sulle tribune per
assistere ai suoi allenamenti.
POW KAEDE
Ma si può sapere che diavolo ci fa tutta questa gente in palestra oggi? Già
ci sono quelle oche a dar
fastidio con il loro vociare, figuriamoci una folla di curiosi.
"Che sta succedendo?" mi decido a chiedere una spiegazione ad Ayako.
"La notizia ha fatto il giro della scuola e questi maledetti avvoltoi sono
già pronti a prenderlo in
giro!" sbotta infuriata senza darmi un chiarimento preciso.
"Di chi stai parlando?"
"Hanamichi" e senza aggiungere altro si rivolge ad Akagi "capitano se non li
sbatti fuori tu, ci
penserò io!!"
"Sì certo lo faccio subito."
Il capitano si sposta al centro del campo e con il suo vocione potente
richiama l'attenzione di tutti.
"Per oggi gli allenamenti si svolgeranno a porte chiuse, quindi prego tutti
gli studenti, che non
appartengono al club, di lasciare la palestra."
Un brontolio di protesta si solleva dalle tribune ma Akagi non si lascia
spaventare e continua con un
tono più minaccioso: "Sbrigatevi, altrimenti sarò costretto a chiamare il
preside!!"
A quelle parole tutti spariscono nel giro di pochi minuti.
"Bene!" esclama soddisfatto nel vedere la palestra libera da quegli
scocciatori e subito dopo si
rivolge all'armata-superidiota-Sakuragi "ragazzi voi pensate a sorvegliare
le porte!"
"Non temere, non entrerà nessuno!" promette Mito con convinzione.
Io tiro un sospiro di sollievo, però non riesco ancora a capire cosa c'entra
il Do'aho con tutto
questo: di sicuro ne avrà combinate una delle sue.
La cosa tuttavia non mi interessa e così inizio il mio riscaldamento.
Quando anche gli altri arrivano dagli spogliatoi e iniziano a correre, il
gorilla si avvicina al do'aho e
con un tono di voce premuroso gli dice: "Se senti qualcosa di strano,
Hanamichi, avvertimi subito,
ok?"
Il rossino si limita ad annuire tranquillamente ed io non capisco perché non
parte con una delle sue
sparate megalomani, e non proclama che il tensai non ha bisogno della
preoccupazione di nessuno.
Mah meglio così!
L'allenamento procede caratterizzato da un silenzio e una tranquillità
surreale, si sentono solo i
rumori dei palloni che rimbombano e lo stridio delle scarpe sul parquet.
"Bene, adesso venite tutti qui, faremo una partita di allenamento" ci
richiama il capitano a bordo
campo "tu Sakuragi vai con Ayako a fare i fondamentali."
Il mentecatto sbuffa, sollevando gli occhi al cielo, ma non dice niente ed
io non posso fare a meno
di domandarmi: cosa ca**o sta succedendo?
Gli allenamenti sono terminati e quell'imbecille di un do'aho non ha ancora
aperto bocca; negli
spogliatoi si sentono come al solito le voci di Mitsui e di Miyagi, ma non
quella del rosso, che di
solito è più forte delle altre.
"Ehi scimmia rossa, hai rubato la maglietta ad un imbianchino impazzito?!?"
Miyagi si riferisce alla T-shirt blu del Do'aho tutta schizzata di bianco,
come se fosse vernice, e lui
stringe i pugni per trattenere la rabbia. Ha aperto la bocca per aggredire
il play ma poi scuote la
testa e non dice niente. Con uno scatto nervoso, chiude la zip della borsa
ed esce dagli spogliatoi
senza salutare nessuno.
Quando la porta si chiude accade qualcosa che mi lascia di stucco, Akagi
afferra Miyagi per la
maglietta e lo attacca agli armadietti.
"Se lo fai di nuovo, non solo ti sbatto fuori dalla squadra, ma ti massacro
di botte!" lo minaccia poi
con una voce così bassa che farebbe venire i brividi pure a me.
"Ehi calmati capitano, stavo solo scherzando!" cerca di difendersi il
tappetto "io volevo continuare
a comportarmi come ho sempre fatto!"
"Certo" grida ora più forte il gorilla "Hanamichi non ha bisogno della
nostra pietà, ma nemmeno di
essere deriso quando ancora non ha trovato il modo per difendersi! Cosa ti
aspettavi, che
cominciasse a boccheggiare come uno stupido pesce?"
"Io…"
"Lui non ha voce. Te ne sei scordato? Lui non può difendersi a parole e non
può sfondarti il capo a
testate per una stupida maglietta!!"
"Mi… mi dispiace."
"Non le voglio io le tue scuse!"
"Corro da lui."
E così dicendo Miyagi corre via dagli spogliatoi, ma io non lo considero
perché sono troppo
scioccato da quello che ha detto il capitano: che cavolo significa che il
Do'aho non ha più voce?
"Che stai dicendo?" domando allora per avere una smentita dei miei assurdi
pensieri.
Akagi mi guarda come se fossi un marziano, prima di chiedermi a sua volta:
"Riguardo a cosa?"
"Cosa avrebbe il mentecatto?"
"Non lo sanno nemmeno i dottori, le sue corde vocali si sono paralizzate
improvvisamente senza
nessuna spiegazione e lui non riesce più a parlare."
Ed io mi sento come se qualcuno mi avesse rovesciato addosso una vasca
d'acqua ghiacciata.
Il mio desiderio… il mio desiderio si è avverato… oh merda!
Corro come una scheggia impazzita fuori della porta e mi precipito in
direzione del tempio ma,
ovviamente, le bancarelle sono tutte sparite e con esse anche quella della
maga. Mi guardo in giro,
come se potesse sbucare da un momento all'altro da qualche cespuglio, e
quando mi rendo conto
che di lei non c'è più nessuna traccia, cado in ginocchio e mormoro un
insulto colorito nei miei
confronti.
Come ho potuto essere così stronzo!
Ok io non credevo che fosse vero, la magia non esiste, ma ca**o, come ho
fatto a desiderare una
cosa così bastarda?!
Gli ho rovinato la vita!
Lentamente mi dirigo verso casa, con lo stesso entusiasmo di un morto
vivente; una volta arrivato
mi chiudo nella mia camera e sprofondo sotto le coperte per cercare di
riflettere un po', ma adesso
mi sento troppo in colpa per pensare lucidamente e questo forte malessere mi
impedisce pure di
prendere sonno. Mi rigiro nel letto ancora un paio di volte poi mi alzo di
scatto, deciso a porre fine a
questo inutile tormento.
Esco di casa che mancano pochi minuti alle dieci.
POW HANA
Ryota è un vero cretino, non voglio essere compatito ma neanche essere
trattato come uno stupido.
Quello che voglio in questo momento è essere lasciato in pace, ho bisogno di
tranquillità per
accettare quello che mi sta succedendo e devo utilizzare tutto il mio
autocontrollo per non cedere al
panico più totale.
Il medico mi ha detto di stare tranquillo, poiché troverà sicuramente una
soluzione e Yohei è sicuro
che, improvvisa come è venuta, questa malattia se ne andrà.
Ed io non posso fare altro che sperare di guarire prima che torni la mamma,
ha già troppe
preoccupazioni, non c'è bisogno che mi aggiunga io alla lunga lista.
Quando arrivo a casa poso borsa e cartella in camera mia, tolgo la divisa e
indosso un paio di
pantaloni di tela leggeri: il caldo quest'estate è davvero torrido e abbiamo
pure i campionati. Scendo
in cucina e, contro voglia, mi preparo un panino; mi sono dimenticato di
fare la spesa ma, al
momento, il cibo è l'ultimo dei miei pensieri.
Finito di cenare mi stendo sul divano e continuo a riflettere senza
accorgermi che il tempo continua
a scorrere. Ci pensa però il suono del campanello a destarmi dal mio trance
mentale.
Guardo l'orologio e vedo che sono le undici; chi diavolo è a quest'ora?
Davanti alla porta, con la faccia sbattuta come se fosse appena uscito da
una lavatrice, mi trovo
niente meno che la Kitsune.
Mi viene spontaneo chiedergli che diavolo ci faccia qui, ma quando le mie
labbra si muovono a
vuoto e in maniera a dir poco ridicola, gli chiudo d'istinto la porta in
faccia per non leggere
l'espressione di scherno su di essa. Il piede della Kitsune però mi frega,
impedendo alla porta di
chiudersi del tutto, così alzo lo sguardo cercando di assumere
un'espressione scocciata, temendo
però di essere solo patetico.
"Non sono qui per prendermi gioco di te" dichiara lui con una voce meno
altezzosa del solito ed io
cerco di capire se quello che sostiene è la verità.
Ovviamente decido di fidarmi: Rukawa è una Kitsune bastarda, non bugiarda.
Facendogli strada, lo guido in sala e con un gesto gli faccio cenno di
sedersi su divano e di
attendere; io vado in cucina per preparare del tea con l'acqua che tengo
sempre in caldo e dopo
pochi minuti torno dal mio ospite e gli servo da bere.
"Grazie, ma non dovevi disturbarti."
Io continuo a guardarlo; avrei in mente un milione e mezzo di domande ma non
ne posso fare
nemmeno una, così mi limito ad aspettare che sia lui a parlare.
E' decisamente nervoso, beve il tea in completo silenzio, badando bene di
non incontrare i miei
occhi, poi, una volta terminato, posa il bicchiere sul basso tavolo davanti
al divano e comincia a
fissarsi le mani: è la prima volta che lo vedo in questo stato.
"Ok, ascolta!" sbotta infine la Kitsune "come avrai capito, il motivo per
cui sono qui è la tua voce."
Io continuo a fissarlo ma non so proprio dove voglia andare a parare.
"Io…" continua un po' incerto "sì insomma, so perché hai perso la voce!"
Sbarro gli occhi e gli afferro d'istinto le spalle pieno di speranza, ma il
volpino si divincola e il suo
sguardo è davvero strano, sembra… colpevole.
No, non è possibile.
Ma le sue parole confermano l'idea folle che mi è venuta in mente.
"E' colpa mia!"
Io sbatto gli occhi sorpreso e incredulo, come è possibile una cosa simile?
"Ricordi quella strana donna che diceva di essere una maga e ci ha fatto
esprimere un desiderio?"
mi domanda lui prima d'iniziare a darmi una spiegazione.
Annuisco, invaso dal terrore che la comprensione comincia a farmi
serpeggiare lungo la schiena, e
lui prosegue: "Io le ho chiesto che tu smettessi d'infastidirmi con la tua
voce."
Chiudo gli occhi per non fargli vedere le lacrime che minacciano di uscire
da un momento all'altro.
Di colpo mi alzo e vado a chiudermi in bagno.
Ho il cuore a pezzi, non per quello che mi ha fatto, non solo almeno, ma
perché il ragazzo che amo,
e per il quale desidero ogni bene, mi odia a tal punto da sprecare un
desiderio per fare il possibile
affinché io non lo infastidisca più.
E' terribile, è qualcosa d'incredibilmente umiliante e soffocante, il dolore
è tanto forte che non
riesco a trattenere nemmeno i singhiozzi del mio pianto disperato e, per una
volta, sono grato alla
mia condizione: quella maledetta volpe almeno non avrà il piacere di
sentirmi.
Resto a lungo a piangere, poi mi ricordo della Kitsune che aspetta in
soggiorno, così mi lavo la
faccia per eliminare ogni residuo di lacrime ed esco dal bagno.
Prima di raggiungerlo però vado nella mia camera e prendo un blocco per
appunti.
Quando torno di là, lui si alza e mi viene in contro dicendomi: "Io ti
chiedo scusa, farò…"
Ma io lo fermo con una mano e comincio a scrivere: <<Adesso almeno so cosa
mi è successo, per
favore esci da casa mia.>>
Mi sento talmente svuotato e triste che non riesco neppure ad infuriarmi.
"Devi ascoltarmi" alza stranamente la voce Rukawa "io ho intenzione di fare
tutto il possibile per
aiutarti!!"
<<Non ho bisogno del tuo aiuto Kitsune, goditi la mia situazione finché
dura, vuoi per caso
sprecare il tuo desiderio?>>
"Ero sicuro che non si realizzasse, Do'aho, e poi ero arrabbiato con te
perché da quando erano
iniziati gli allenamenti non avevi fatto altro che casino!"
<<Che cosa vuoi da me? Vuoi che ti dica che ti capisco e che hai fatto bene
a comportarti così?>>
"No, voglio che tu mi permetta di aiutarti e riparare al guaio che ho
combinato."
<<Dovevi pensarci prima, Kitsune. Adesso sono troppo… insomma, non voglio
averti intorno!>>
"Non mi arrendo Do'aho" dichiara allora la volpe, fissandomi dritto negli
occhi.
<<Fai come ti pare>> di certo io non mi lascio intimorire da una
stupidissima volpe <<adesso vai
via, voglio andare a dormire.>>
"Va bene ti lascio in pace per un po', ma solo per un po', mi hai capito,
Do'aho?"
Quando Rukawa se ne va, torno a sdraiarmi sul divano; ora più che mai ho
bisogno di riflettere.
POW KAEDE
Non so perché mi sono comportato così l'atra sera con Sakuragi, voglio dire,
gli allenamenti ieri
sono stati una pacchia e questo perché la voce chiassosa di quel Do'aho era
completamente assente.
Tuttavia, per la prima volta in vita mia, mi sono sentito in colpa per
qualcosa che avevo fatto e,
cavolo, questa sensazione non mi ha fatto dormire per tutta la notte!
Mi sono tornati alla mente i suoi occhi tristi e il suo atteggiamento
dimesso e sconsolato e non ho
potuto fare a meno di sentirmi un verme.
Allora mi sono chiesto: se quel Do'aho avesse chiesto nel suo desiderio che
mi spaccassi un
ginocchio e che, per questo, non potessi più giocare a basket, come mi sarei
sentito io?
Un gelo improvviso ha investito il mio corpo ed ho evitato categoricamente
di continuare a pensare
ad una cosa simile, sarebbe stato terribile e disumano, proprio come lo sono
stato io con Sakuragi.
Per questo voglio e devo rimediare ad ogni costo.
Se lui non riacquistasse più l'uso della parola io… no, no, questo è
impossibile, devo trovare ad
ogni costo quella donna.
Dopo aver girato in lungo e in largo la città e non aver trovato
assolutamente niente, nemmeno un
indizio che mi riconducesse a quella stupidissima maga, io non so più che
cosa fare, così decido che
per il momento è meglio aspettare che il rossino si sia calmato e, in
seguito, riflettere con lui su
questa assurda situazione.
Quando arrivo agli allenamenti, leggermente in ritardo rispetto al solito,
il capitano mi chiede se va
tutto bene e se ho visto Sakuragi; evito di raccontargli la conversazione
avvenuta ieri sera ma gli
dico che nemmeno io ero a scuola questa mattina.
Il Do'aho però arriva qualche minuto dopo e, ignorandomi completamente, si
cambia e raggiunge la
palestra. Sarà una gara difficile riuscire ad ottenere in suo perdono, ma io
sono abituato a vincere e
lo farò anche questa volta, costi quel che costi.
Al termine degli allenamenti mi cambio velocemente ed esco per primo,
fingendo di andarmene. Al
contrario mi metto ad aspettarlo e quando esce dagli spogliatoi lo costringo
ad ascoltarmi, anche se
lui non vorrebbe.
"Non giocherò più a basket" dichiaro con convinzione.
Questa affermazione così improvvisa e così assurda, se pronunciata dalle mie
labbra, ha attirato
immediatamente la sua attenzione, così continuo: "Finché non avremo trovato
un rimedio al tuo
problema, io non toccherò più un pallone da basket. Voglio dimostrarti che
sono veramente
dispiaciuto per quello che ho provocato e ripagare la tua voce con qualcosa
di altrettanto prezioso
per me."
A questo punto il rossino fa qualcosa che mi lascia sbalordito: mi tira un
pugno tanto forte da farmi
perdere l'equilibrio e solo per poco non cado a terra.
"Ma che ti prende?" domando, decisamente spiazzato.
Sakuragi sta per rispondere ma si ricorda che non può farlo, così prende un
quaderno dalla cartella e
quello che scrive mi lascia definitivamente senza parole.
<<Stupido, la mia voce non è tanto importante! E poi non voglio che la tua
coscienza si alleggerisca
tanto facilmente!>>
Io lo guardo allibito. Come può dirmi una cosa del genere dopo tutto quello
che gli ho fatto? Così
inizio a balbettare senza pensare: "Ha…Hanamichi…"
Argh, che scemo, l' ho chiamato per nome, da quando ho così tanta
confidenza?! Comunque il
rossino sembra non farci caso e continua a scrivere: <<Dai vieni ti offro la
cena.>>
"Andiamo a casa tua."
<<Perché?>>
"Voglio stare da solo con te per parlare di quello che è successo."
<<Ok, però prendiamo qualcosa, non ho voglia di cucinare.>>
Ho deciso di non affrontare il problema mentre mangiamo, così gli domando
della sua famiglia e il
perché vive da solo e lui mi risponde che è soltanto una situazione
momentanea, poiché la madre è
andata a Nagoya per occuparsi della nonna. Poi però mi informa che il padre
è morto un paio d'anni
fa e vedendo che questo lo rattrista, cambio subito argomento e mi metto a
parlare della mia
famiglia.
Io al contrario di lui vivo con mio padre; i miei genitori sono divorziati
da sei anni ormai e mia
madre vive in Italia, dove ha aperto un atelier di alta moda; anche mio
padre è molto impegnato con
il lavoro e spesso è all'estero per rappresentare la sua azienda.
Credo di non aver parlato tanto in vita mia e anche il Do'aho me lo fa
notare.
Ancora una volta non capisco il motivo del mio comportamento.
Ma con questo rossino tutto diventa facile, anche parlare e confidargli cose
che non ho mai rivelato
a nessuno, non perché mi senta in colpa con lui, ma perché ho la piacevole
sensazione che mi
ascolti e che sia veramente interessato a quello che dico.
Dopo cena Hana… ehm volevo dire, il Do'aho mi fa accomodare in salotto e,
mentre riordina la
cucina, io mi metto a guardare la tv. Trovo un film interessante e mi lascio
catturare dalla trama,
dopo qualche minuto mi raggiunge anche il rossino e ci scordiamo
completamente di parlare.
Quando il film finisce, mi accorgo che è molto tardi e Sakuragi mi propone
di restare a dormire a
casa sua e ovviamente io accetto, non mi va di prendere la metro alle undici
di notte.
Sakuragi stende un futon accanto al suo letto e con un gesto mi chiede dove
preferisco distendermi;
gli dico che non ho alcun problema a stare nel futon e così ci prepariamo
per andare a dormire.
Quando le luci sono spente ed ormai siamo entrambi sotto le coperte, decido
d'informarlo della mia
decisione: "Mio padre è in America in questo periodo, domani credo proprio
che lo chiamerò per
avvertirlo del mio temporaneo trasferimento in questa casa."
Dal rossino non sento provenire alcuna reazione, così mi volto verso di lui
per vedere se sta
dormendo, ma non è così: i suoi occhi da cucciolo appena venuto al mondo mi
stanno guardando e,
lo vedo, sono pieni di domande.
POW HANA
Quello che sta succedendo è davvero troppo strano.
Dopo lungo pensare, ero giunto alla conclusione di non accettare l'aiuto
della volpe -sarebbe come
accettare la sua pietà- e lui che fa… se ne esce con quella frase
incredibile e tutti i miei propositi
vanno a farsi fottere.
Sicuramente i sentimenti che provo per lui mi stanno ingannando, ma non
percepisco pietà da
nessuno dei suoi atteggiamenti, solo un enorme senso di colpa e desiderio di
aiutarmi, e questo lo
posso accettare. Quello che invece non tollererò è che smetta di giocare a
basket per espiare la sua
colpa, sarebbe completamente inutile.
Prima di dormire poi, ha detto di nuovo qualcosa di strano: vuole venire ad
abitare qui finché sarò
solo ed io non riesco a comprenderne la ragione, anche se il mio cuore
comincia a battere come un
martello pneumatico per la gioia di averlo così vicino in ogni momento della
giornata. Kaede
intuisce subito la mia perplessità e mi spiega che potrebbe essermi d'aiuto,
anche solo per
rispondere al telefono, ed io non posso fare a meno di ringraziarlo usando
il labiale.
Il mio gesto sembra imbarazzarlo, così borbottando qualcosa, di cui io
riesco a sentire solo l'ormai
familiare Do'aho, si gira dall'altra parte e si mette a dormire.
La mattina sono io il primo a svegliarmi e la cosa non mi sorprende molto.
Rukawa è ancora nel mondo dei sogni, così mi alzo e senza far rumore vado a
farmi la doccia;
quando torno in camera però il volpino è uscito miracolosamente dal letargo.
Senza troppo
preoccuparmi delle mie condizioni -sono praticamente nudo, a parte un
piccolo asciugamano legato
in vita- cerco qualcosa su cui scrivere per spiegare alla Kitsune che il
bagno è in fondo al corridoio
e che può usarlo mentre io vado a preparare la colazione.
Certo però che quella Kitsune spelacchiata è proprio fuori dal mondo appena
sveglio, mi sta
guardando come se fossi un marziano e non accenna minimamente a prendere il
foglio che gli sto
porgendo da dieci minuti. Così sbuffo infastidito e gli lascio cadere il
messaggio sopra le gambe
ancora coperte dal leggero lenzuolo di cotone bianco, vestendomi subito dopo
per scendere in
cucina.
POW KAEDE
Apro gli occhi lentamente e per un attimo mi sento confuso perché non
capisco dove mi trovo, ma è
tutto questione di poco; subito dopo, infatti, mi torna in mente il dialogo
con il rossino e così
capisco di trovarmi nella sua stanza.
Ieri non mi sono soffermato molto ad osservarla, così lo faccio adesso e mi
sorprendo nel vederla
tanto ordinata. Una camera come la mia è praticamente impossibile tenerla in
disordine, ci sono
solamente un letto, un armadio, un comodino e un poster gigante di Michael
Giordan.
Questa stanza, però, è stracolma di oggetti più o meno inutili. Oltre alle
cose indispensabili c'è una
libreria piena zeppa di libri, fumetti e riviste e ogni spazio vuoto sulla
scrivania, sui comodini e
sulle mensole è occupato da una quantità incredibile di cianfrusaglie:
candele, modellini di
personaggi manga, pupazzetti, peluche, vecchi giochi, cd e un'intera
collezione di ranocchi fatti con
i più strani materiali.
Ed io mi domando, come diavolo fa a sistemare tutta questa roba? Gli
serviranno ore!
Come si fa a sprecare tanto tempo per delle cose così inutili!
Poi mi fermo a riflettere… forse sono inutili solo per me, magari ognuno di
questi oggetti è legato
ad un ricordo importante della sua famiglia o dei suoi amici scemi. Allora
penso alla mia stanza
spoglia, fredda e senza ricordi, e mi rendo conto che forse l'idiota sono
io.
Mi riprendo dalle mie inutili riflessioni non appena sento la porta della
camera aprirsi e resto a dir
poco scioccato quando vedo entrare quella ex-scimmia urlatrice di Sakuragi.
Kami Sama!
Ma… ma è abituato ad andare in giro sempre così? Va bene che lo vedo nudo
ogni giorno e sono
d'accordo che siamo entrambi maschi e non ci dovrebbero essere di questi
problemi ma – non per
essere ripetitivi – Kami Sama!
Dove diavolo teneva un corpo così strepitoso!
Il Do'aho è appena uscito dalla doccia e il suo corpo conserva ancora
qualche piccola goccia
d'acqua, che riflette la luce del sole e fa sembrare la sua pelle oro fuso.
I capelli fradici gli ricadono
in piccole ciocche sulla fronte, sulle guance e sul collo e sembrano lingue
di fuoco, che divampano
ad illuminare questa stanza in penombra.
E quell'asciugamano!
Gli fascia solo le parti intime e con il suo candore mette in risalto quel
sedere da urlo che si ritrova.
D… Do'aho… che intenzioni hai?
Aspetta, no, non puoi farlo non… Kami l' ha fatto!
Si è piegato sul serio per frugare nella sua cartella, ed io sono qui,
semiseduto su questo futon, a
poco più di un metro da lui… vuole essere violentato!
Quello che succede dopo accade tutto molto velocemente: il Do'aho scrive
qualcosa da farmi
leggere, sbuffa irritato non so da cosa e mi lascia cadere il foglio sulle
gambe, prima di vestirsi e
uscire di nuovo dalla camera.
Quando resto solo mi lascio cadere sul futon con un gemito quasi disperato:
sapevo già di essere
gay, ma se qualcuno mi avesse detto che mi sarei eccitato in questo modo
vergognoso solamente
guardando il corpo di quel Do'aho, lo avrei pestato a sangue! Anzi no,
sarebbe stato talmente
assurdo che non lo avrei preso nemmeno in considerazione.
Invece la mia erezione è così dura e pulsante che non mi riesce nemmeno
camminare normalmente,
che vergogna! Per fortuna, quel Do'aho killer se n'è già andato!
Grazie al messaggio che mi ha lasciato raggiungo in fretta il bagno e con
una lunga doccia, gelata,
riesco a riacquistare una parvenza di dignità –ma solo un po' perché non mi
perdonerò tanto
facilmente di essermi eccitato così, per il Do'aho – .
Quando raggiungo la cucina Sakuragi sta già mangiando seduto al tavolo,
davanti a lui c'è una
ciotola vuota, accanto ad un foglio dove c'è scritto: <<Io mangio latte e
cereali a colazione, se vuoi
qualcosa di diverso guarda nel frigo.>>
"Quello che mangi tu andrà benissimo."
Figuriamoci se mi metto a preparare la colazione!
POW HANA
Nonostante sia arrivato molto dopo, Rukawa termina di mangiare con me, così
mi aiuta a sistemare
la cucina prima di uscire per andare scuola.
"Vai sempre a piedi tu?" mi domanda con il suo tono di voce piatto e
inespressivo, quello che mi
manda del tutto fuori di testa.
Annuisco, non potendo rispondere diversamente.
"Ma non faresti prima con la bici?" continua con il suo irritante
interrogatorio.
Ti ci metti pure tu Kitsune? Come dovrei risponderti adesso, gesticolando
come un matto?!
Non mi hai fatto mezza domanda da quando ci conosciamo, cominci adesso che
io non posso
parlare! Lo fai apposta per prendermi in giro?
Ma a quanto pare non è così, perché un attimo dopo aver fatto quell'osservazione
mi chiedi scusa in
un soffio.
Io ti guardo sorpreso per la tua 'sensibilità' e per il fatto che mi hai
chiesto scusa e tu borbotti un
Do'aho imbarazzato che mi fa sorridere: sei una persona davvero strana
Kitsune!
Arrivati a scuola ci separiamo quasi subito, lui raggiunge la sua classe,
per non perdere altro tempo
e ricominciare a dormire, io invece cerco i miei amici dell'armata per
ascoltare e divertirmi con le
loro cavolate.
Al termine delle lezioni volo in palestra per non arrivare in ritardo anche
oggi e quando ci siamo
tutti iniziamo un allenamento super massacrante.
Accidenti, i campionati Nazionali hanno dato alla testa a quel gorillone!
Quando, finalmente, ci manda negli spogliatoi siamo tutti quanti distrutti,
anche il sottoscritto che è
un genio per quanto riguarda la resistenza. E il peggio è che non mi sono
potuto mai lamentare: due
ore e mezzo di lavori forzati senza la minima interruzione.
Baka Kitsune preparati, me la pagherai anche per questo!
POW KAEDE
Do'aho che hai da guardare con quegli occhi truci, sono stanco quanto te
cosa credi!
Oggi non mi fermo nemmeno per i supplementari, voglio fare una doccia veloce
e andare subito a
casa, quindi muoviti e non perdere tempo con quel cretino di Mitsui.
Ovviamente sei troppo idiota
per darmi ascolto, così tu e l'altro mentecatto cominciate a farvi scherzi
come bambini di quattro
anni… No, aspetta, tu fai scherzi come un moccioso dell'asilo, Mitsui ti sta
solo mettendo le mani
addosso!
Do'aho, ca**o, fagli togliere la mano da lì!!
Un momento, ma che diavolo sto dicendo? Che m'importa dove lo palpa Mitsui,
quella scimmia
non è mica il mio ragazzo, non mi piace nemmeno, quindi… quindi, qualcuno mi
può spiegare
perché il sangue mi si sta rimescolando nelle vene alla vista di quell'idiota
sotto la doccia?!
È un atteggiamento irragionevole il mio ed io detesto comportarmi in maniera
assurda.
Con un colpo rabbioso chiudo il rubinetto della doccia e raggiungo gli
spogliatoi per vestirmi. Devo
smettere di pensare al rossino in questi termini, avrà anche un bel corpo,
ma io e lui siamo troppo
diversi, oserei dire incompatibili, quindi sarebbe solo un'inutile perdita
di tempo continuare con
queste stupide fantasie.
Fortunatamente il Do'aho non mi fa aspettare ancora molto e senza dire
niente ci incamminiamo
verso casa sua.
POW HANA
Questa sera la Kitsune è più pensierosa del solito e, viste le mie
condizioni, in questa casa c'è uno
strano silenzio.
Mentre preparo la cena anche per quella Kitsune incapace –visto che il
signorino non ha mai
imparato a cuocere nemmeno un uovo al tegamino– la volpaccia in questione
ciondola annoiata
seduto al tavolo di cucina ed è a dir poco irritante. Così prendo il primo
pezzo di carta che mi
ritrovo vicino e gli scrivo quello che vorrei dirgli.
<<Se vuoi vivere in questa casa, evita di farti dire sempre quello che
potresti fare, è piuttosto
fastidioso visto il modo in cui dovrei farlo!!>>
"Che stai dicendo Do'aho?" mi domanda la volpe un po' perplessa.
<<Ti sto dicendo di fare quello che faresti se tu fossi a casa tua: guarda
la tv, dormi, apparecchia la
tavola, basta che non mi stai intorno con quella faccia depressa!>>
"Do'aho non so dove tieni le stoviglie."
<<Beh usa un po' d'immaginazione e se non ne hai fruga. Se ti devo dire dove
sta ogni cosa che
cerchi, scriverei un poema!!>>
La Kitsune si alza borbottando come una pentola a pressione, cominciando
così ad aprire sportelli e
cassetti per trovare tutto l'occorrente per preparare la tavola. Per quando
ha finito di apparecchiare,
io ho già preparato le omelette di riso al curry che mangeremo, è proprio un
volpino ritardato!
Terminata la cena Kaede si spalma sul divano per guardare la tv mentre io
salgo in camera come
faccio ogni sera. A me non piace la televisione, preferisco leggere qualcosa
o ascoltare musica, lo
trovo molto più divertente.
Così quando il volpino mi raggiunge mi trova sdraiato con la pancia sul
pavimento a sfogliare una
delle mie riviste, mentre ascolto musica rock a tutto volume con le mie
super cuffie senza fili. Mi
accorgo di lui solo quando la musica s'interrompe bruscamente, allora mi
volto e lo vedo in piedi
davanti allo stereo.
"Do'aho io ho sonno." E mentre lo dice riesce appena a tenere gli occhi
aperti.
Che tenero!
Io mi sposto subito sul letto accendendo la piccola lampada sul comodino,
così Kaede è libero di
stendere il futon e andare a dormire.
POW KAEDE
In teoria dovrei dormire, giusto? Sul divano stavo morendo di sonno e per
poco non mi sono
sfracellato le ossa, quando ho rischiato di cadere dalle scale.
Ma come faccio a chiudere gli occhi adesso che ho davanti a me quello
stupido Do'hao, con indosso
solo un misero paio di boxer neri e aderenti, e che la luce dell'abatjour
crea un gioco di chiari e
scuri sui suoi muscoli che mi toglie il fiato?!?
Maledizione Do'aho, vuoi farmi uscire pazzo da questa situazione? Ed io che
sono venuto qui per
aiutarti, chi cavolo me l' ha fatto fare!
POW HANA
Mi desto da solo senza che la sveglia abbia suonato.
Un raggio di sole entra prepotente da una piccola fessura fra le tende e mi
lascia vedere lo
spettacolo più bello a cui abbia mai assistito in tutta la mia giovane vita:
Kaede Rukawa cullato
dolcemente dal sonno.
Anche se temo che si sveglierà da un momento all'altro, non posso fare a
meno di osservare
intensamente la sua espressione tranquilla, rendendomi subito conto che è
davvero raro vedere i
suoi lineamenti così rilassati.
Sembra sempre inca**ato con il resto del mondo e quando non è imbronciato,
allora ha una tale
faccia da pesce addormentato che mi domando come fa ad avere tante
ammiratrici!
Nel sonno si muove lentamente e si volta dalla mia parte, e il lenzuolo che
gli è scivolato poco
sopra il sedere, lasciando scoperta la sua ampia schiena, attira
inevitabilmente la mia attenzione
rendendo la mia respirazione più difficoltosa.
Quando poi sposto lo sguardo sulle sue labbra dischiuse, smetto proprio di
respirare e muoio!
Kami! Quanto vorrei avvicinarmi lentamente e baciarle, per sentire quanto
sono morbide, per
assaggiare il loro sapore e per costatare se sono fredde come le sue mani e,
in quel caso, scaldarle
all'infinito con le mie.
Un mugolio della volpe mi riporta bruscamente alla realtà e mi fa capire che
i miei pensieri sono
davvero troppo pericolosi, così mi alzo di scatto ed esco dal letto.
POW KAEDE
Apro gli occhi molto lentamente per non rischiare di rimanere traumatizzato
dalla stessa luce che mi
ha svegliato e che filtra copiosa dalle tende tirate.
Guardo la sveglia e impreco: è sabato mattina ed io sono sveglio alle dieci,
ma si può essere più
sfigati. Controllo che cosa sta facendo il Do'aho e rimango stupito nel
trovare il suo letto vuoto;
dove diavolo è andato?
Subito dopo aver formulato mentalmente questa domanda, mi costringo a
pensare che non me ne
frega niente e subito mi tiro il lenzuolo sopra la testa per proteggermi da
quel maledetto raggio di
luce.
Mi giro e rigiro nel letto ma non riesco proprio a riaddormentarmi e alla
fine non mi resta che
alzarmi e andare in bagno.
La giornata comincia davvero bene!
Quando scendo in cucina, per sfogarmi un po' con quel Do'aho, trovo un'altra
brutta sorpresa: il
Do'aho in questione non c'è e nel biglietto che mi ha lasciato mi avverte
che è andato a fare la
spesa; di bene in meglio e adesso che faccio?
POW HANA
Entro in casa con le mani piene di borse e sacchetti, la Kitsune è stesa sul
divano a guardare la tv
ma non si degna minimamente di darmi una mano: che razza di stronzo!
Lo fulmino con uno sguardo irritato e sparisco in cucina prima di prenderlo
a pugni.
Scommetto che si è alzato da meno di cinque minuti!
I miei pensieri funesti vengono fortunatamente interrotti dal suono del
campanello: è sicuramente la
signora Nakawa –la mia vicina di casa– che è venuta a prendere la sua spesa.
Mi sposto veloce
verso l'ingresso ma per quando sono lì la Kitsune ha già aperto la porta,
lasciando passare un
tornado alto meno di centocinquanta centimetri.
"Buon giorno tesoro" mi saluta allegra come al solito, appena mi vede "chi è
questo giovanotto? Un
tuo amico, non lo avevo mai visto, che fine ha fatto Yohei?"
Io, che sono abituato alla quantità industriale di parole che la sua bocca
produce, non mi sorprendo
ma la volpe, che tra l'altro si è appena svegliata, mi guarda con
espressione sofferente, come se lo
stessero prendendo a bastonate sulla nuca. A quella vista io non posso fare
a meno di sorridere e
guardarlo dritto negli occhi: adesso voglio vedere come te la cavi, bello
mio!
POW KAEDE
Kami Sama, ma chi è questa donna? E' entrata in casa senza che nemmeno la
vedessi e ha subito
iniziato a parlare come una macchinetta impazzita, e quel maledetto Do'aho
mi guarda e ride
divertito.
Se c'è una cosa che non sopporto è che qualcuno si prenda gioco di me, mi fa
proprio uscire di
testa, ed è per questo che mi vendicherò all'istante di quest'affronto.
"Noi non ci conosciamo" interrompo questa pazza scatenata con il mio tono di
voce più gentile "il
mio nome è Kaede Rukawa e sono il ragazzo di Hanamichi!"
Quando vedo le borse della spesa cadere dalle mani di un Do'aho
completamente paralizzato lo
guardo a mia volta con un sorriso di vittoria, che si allarga ulteriormente
quando la mini signora
davanti a me rimane con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite.
Sto per tornare tranquillo e soddisfatto verso il 'mio' divano, quando la
donnetta spicca un agile
salto e si appende al collo del rossino, riempiendolo di baci, ed io non
riesco proprio a capire quello
che sta dicendo.
"Oh che bello, come sono felice passerotto" ripete fra un bacio e l'altro
"se lui è quel Kaede
Rukawa, significa che ce l' hai fatta, hai conquistato il tuo amore! Te lo
dicevo sempre di non
disperare: solo uno stolto avrebbe rifiutato un bellissimo fiore come te!"
E per l'ennesima volta in questa maledetta settimana mi domando: che ca**o
sta succedendo?
POW HANA
Il mio cuore smette di battere non appena sento le parole di Kaede… io… io…
il suo ragazzo?!
Perché ha detto una cosa simile?
Sì, adesso ho capito, per vendicarsi del mio sorriso, lo ha fatto per
mettermi in imbarazzo di fronte
alla mia vicina di casa. Kami, perché mi hai fatto innamorare di un volpino
così bastardo! Adesso
però basta, sono stufo del suo carattere, ora lo prendo per un braccio e lo
sbatto fuori da casa mia
all'istante. Mi muovo per mettere in pratica i miei propositi, ma non faccio
nemmeno un passo che
la vecchia signora Nakawa mi abbraccia forte per congratularsi con me.
Ecco ci mancava pure questa oggi, che giornata di merda!
Quando finalmente la signora Noriko si stacca dal mio collo, la vedo
afferrare tutta contenta la sua
borsa e, guardandoci entrambi, ci regala un sorriso affettuoso, prima di
salutarci.
Sei uno stronzo, Kaede.
Hai illuso una donna gentile come Noriko-san solo per sfogare il tuo
malumore, questa volta non
posso perdonarti.
Cerco subito un pezzo di carta e scrivo velocemente poche parole: <<Vado a
spiegarle la verità.
Quando torno non voglio più trovare né te né la tua roba in questa casa.>>
Quando mi volto per raggiungere la signora Nakawa Rukawa tenta di fermarmi,
ma senza ascoltarlo
faccio partire un pugno che colpisce in pieno la sua guancia sinistra.
Resto a guardarlo mentre è disteso per terra con la gota arrossata, ma solo
per pochi istanti, poi mi
incammino veloce verso l'abitazione accanto alla mia.
POW KAEDE
Allora ricapitoliamo: è sabato mattina e mi sono svegliato praticamente
all'alba; il Do'aho se n'è
andato senza dirmi niente, lasciandomi in casa a far niente; torna e si
porta appresso una vecchietta
in grado di proferire una parola ogni nanosecondo; si fa beffe del mio
malessere; io mi vendico;
scopro che io gli piaccio da sempre e lui mi dà un pugno.
Fermate il mondo, voglio scendere!!!
Cerchiamo di ragionare con calma, analizzando una cosa alla volta: perché mi
sono arrabbiato tanto
questa mattina?
Ovvio, perché quello stupido riflesso mi ha svegliato.
Ok, ma dopo? Sono Kaede Rukawa io, non mi faccio problemi a addormentarmi in
bici, figuriamoci
in un comodo futon di sabato mattina!
Beh non riuscivo a riprendere sonno perché ero curioso di sapere dove fosse
il Do'aho.
E questo è già più strano.
Quando poi non l' ho trovato nemmeno in casa, ho perso del tutto la
pazienza. E in questo stato
d'animo non potevo di certo sopportare quel terremoto in miniatura, dovevo
vendicarmi in qualche
modo e allora… allora ho sparato quella bomba.
Risultato: ho avuto la conferma di essere un perfetto, mastodontico stronzo.
Come si può dire con tanta facilità una cosa simile? Se quella signora fosse
stata un'ottusa bigotta e
il Do'aho non fosse innamorato di me –oh Kami Sama a questo non ci voglio
pensare ancora,
rischierei di andare in totale black out– avrei rovinato definitivamente la
vita di Hanamichi.
Ma cavolo sono proprio un mostro, perché non prendo un coltello e glielo
pianto in gola, di sicuro
sarei meno crudele!
POW HANA
Santo cielo, erano anni che non piangevo così tanto e per colpa di quella
Kitsune bastarda ora non
faccio altro, che vergogna!
E poi cosa potrò dire alla signora Nakawa? Sì insomma immagino che sia stato
un po' strano
vedermi singhiozzare come un bambino e non sentire nemmeno un flebile suono.
In ogni caso adesso mi sento un po' meglio, mi sono sfogato e Noriko-san mi
ha consolato come
sempre, facendomi coraggio e, poiché sono un Tensai, non la deluderò.
Entro in casa e, come previsto, Kaede non mi ha dato ascolto; lo trovo
infatti seduto sul divano, il
rossore sulla guancia trasformato in un livido violaceo.
Non pensavo di averlo colpito così forte.
Senza degnarlo di uno sguardo vado in cucina e prendo tutto il ghiaccio che
c'è nel congelatore, lo
avvolgo in un asciugamano di spugna sottile e tornando in soggiorno lo porgo
alla volpaccia
malefica.
Non voglio sentirmi troppo in colpa!
E ovviamente mi guarda stupito; non farti illusioni stupido ragazzo dal
cuore di pietra, non ti
perdonerò tanto facilmente e, per farglielo capire, guardo il foglietto e
subito dopo la porta di casa:
voglio che se ne vada.
Mi volto velocemente per andare al piano di sopra, ma Kaede mi trattiene per
un polso e
guardandomi dritto negli occhi mormora flebilmente: "Scusa!"
Mi libero con uno strattone violento e lo ignoro, il volpino però non ha
intenzione di lasciarmi in
pace e mi segue in camera.
POW KAEDE
Hanamichi è furioso e non intende ascoltarmi, ma io devo assolutamente
parlare con lui e, anche a
costo di costringerlo con la forza, mi deve prestare attenzione.
"E' vero quello che ha detto quella signora?" gli domando senza tergiversare
inutilmente ma il
rossino non intende rispondermi.
"Hana ti prego, dimmi la verità!"
E il mio tono di supplica deve averlo colpito, infatti prende della carta e,
sedendosi per terra,
comincia scrivere usando il letto come tavolo.
Kami quanto è bello!
E' appoggiato al letto solo con il fianco destro e la torsione del busto
mette in evidenza tutti i suoi
muscoli, ben visibili attraverso la leggera T-shirt di cotone bianco. E le
sue lunghe gambe, levigate
e coperte solo da un paio di jeans tagliati a metà coscia, con la loro
posizione leggermente piegata e
stesa sul parquet, sembrano gridarmi ripetutamente ACCAREZZACI!!!.
Smetto di mangiarmelo con gli occhi solamente quando mi porge con malagrazia
il blocco.
<<Sì, sono innamorato di te ma non preoccuparti, mi hai dimostrato molto
chiaramente quanto tu
invece mi disprezzi, quindi da ora in poi ti starò alla larga. Prendi la tua
roba e vattene, non ho più
bisogno del tuo aiuto, in realtà non ne ho mai avuto bisogno!"
Lascio cadere il blocco sul letto e scivolo a sedere per terra accanto al
rossino.
Sono terribilmente spaventato, io non sono abituato a parlare e ora invece
devo trovare le parole
giuste per scusarmi con lui e farmi perdonare, perché giuro, sulla mia testa
e sul basket, che se non
ci riesco mi butto dal ponte più alto della città.
POW HANA
Adesso perché fai quella faccia terrorizzata Kitsune?
Sembra che ti sia sparita la terra da sotto i piedi!
E' un altro trucco che usi per ingannarmi?
"Sono un bastardo ed un egoista eh?" mi domanda all'improvviso con un tono
rassegnato e triste.
Sì Kitsune, ma molto più di quanto tu possa immaginare.
"Hana io non sono abituato a pensare in funzione degli altri, fin da piccolo
sono sempre stato solo, i
miei non sono mai andati d'accordo, io non so nemmeno com'è fatto l'affetto
di una famiglia!"
Se si crede che mi basti questo per impietosirmi, si sbaglia di grosso!
Adesso ti spiego bene come la penso io e, afferrato questo stupido blocco
del cavolo, scrivo
velocemente: <<Ok sei cresciuto da solo e senza affetto, ma ca**o, i tuoi
genitori te l'avranno pur
dato un cuore, USALO! Se t'impegni un po' funziona anche senza istruzioni!>>
"Do'hao sto cercando di usarlo!" esplode lui in risposta "ma credi che sia
facile! Come puoi
pretendere che sappia già come si fa, senza prima fare qualche sbaglio!!"
Sono pronto a rispondere a queste sue parole ma mi fermo subito e lascio
cadere carta e penna sulla
coperta del letto. Kami quanto mi sento frustrato! Avrei un milione di cose
da dire a questo
deficiente ma… come posso farlo in questo stato, è tutto inutile!
POW KAEDE
Do'aho perché hai posato tutto, che intenzioni hai? Non ti sarai già
stancato vero?! Hana, ca**o,
prendi quel foglio e quella penna e rispondimi, io ho bisogno delle tue
parole!
Sussulto incredulo a questi miei pensieri, com'è possibile, perché ho
pensato una cosa del genere?
Ok ho perso la testa per questo stupendo Do'aho, ma non pensavo di essermi
anche innamorato di
lui è… è impossibile.
Le lacrime mi scendono improvvise e silenziose come una lieve pioggerella
primaverile, vedo gli
occhi di Hanamichi sgranarsi per la sorpresa ma non me ne curo. Io sono più
stupito di lui, perché
sono secoli che non piango; non l' ho fatto quando ho scoperto che mia madre
aveva un amante,
quando i miei genitori hanno divorziato e nemmeno quando lei se n'è andata
con quell'uomo in
Italia.
Perché mi sono lasciato andare così, proprio davanti a lui?
Cerco di portare via con le mani queste scie luminose di cui mi vergogno, ma
è tutto inutile, non
sono due semplice lacrime, ma un vero e proprio torrente d'acqua salata.
Cerco allora di smettere
con la forza, imponendomelo mentalmente, ma non faccio altro che peggiorare
la situazione, poiché
comincio a singhiozzare come un moccioso che ha fatto cadere il suo gelato
preferito.
Velocemente mi piego in avanti, nascondendo il viso fra le braccia perché
non tollero più di essere
guardato così dal rossino e continuo a piangere alla faccia del mio
orgoglio, della mia dignità e del
mio proverbiale autocontrollo.
Se il Do'aho avesse la sua voce, scommetto che lo sentirei ridere a
crepapelle davanti ad uno
spettacolo così patetico!
POW HANA
Lo sento sussultare chiaramente quando poso una mano sulla sua testa.
Mi ha stupito, pensavo che questa volpaccia ibernata non fosse in grado di
piangere in maniera così
sentita e invece, quando ha capito che io non avevo più voglia di 'parlare'
con lui, lo ha fatto.
Ma perché in un modo o nell'altro mi lascio sempre incastrare?
L'amore è solo una grande fregatura, altro che sentimento sublime e
totalizzante!
E poi, baka Kitsune, proprio ora che non posso parlare dovevi scoppiarmi in
singhiozzi davanti?!?
Come cavolo faccio a consolarti adesso?
Lentamente comincio a passare la mano fra i suoi morbidi capelli di velluto
nero e non smetto
finché non alza la testa stupito, allora mi volto completamente verso di lui
e lo invito ad avvicinarsi
con un cenno della mano. Rukawa lo fa esitando un po', e arrossisce di
brutto quando lo prendo per
la testa e lo accompagno dolcemente sulle mie gambe, dove riprendo ad
accarezzarlo con lo stesso
ritmo ipnotico.
Se si addormenta giuro che gli tiro un altro pugno!
POW KAEDE
Ecco lo sapevo, questo Do'aho mi ha di nuovo spiazzato: io come al solito
penso una cattiveria e lui
cosa fa? Comincia a coccolarmi come nemmeno mia madre ha mai fatto!
Io… io… non ho davvero parole!
Le sue mani fra i miei capelli sono qualcosa di veramente sublime e riescono
a rilassarmi nel giro di
pochi minuti. Il calore della sua pelle poi… beh quello non è propriamente
rilassante, anzi mi fa
scorrere più veloce il sangue nelle vene e mi riempie il corpo di piccoli ma
continui brividi
d'eccitazione. Ed è proprio per questo che all'improvviso mi sollevo e,
imprigionandolo contro il
letto, m'impadronisco della sua bocca, cogliendolo del tutto impreparato.
Hana non riesce a separarsi da me e dalle mie attenzioni ma solo per i primi
istanti poi, facendo leva
con le mani sul mio petto, mi allontana da sé.
Me lo aspettavo, il Do'aho è orgoglioso, anche più di me, e non si lascerà
mai toccare così finché
non lo avrò convinto che i miei sentimenti sono sinceri.
Questo non mi spaventa, adesso che so cosa voglio farò di tutto per
ottenerlo e se non ci riesco -
cosa del tutto improbabile– beh… il letto qui mi sembra abbastanza comodo e
il Do'aho non si
arrabbierà, se ce lo legherò da qui fino alla fine dei giorni.
POW HANA
Non so davvero chi mi abbia dato la forza per separami da lui, ma chiunque
sia stato, lo ringrazio!
Kami Sama, Kaede mi ha baciato! Si è trattato solo di pochi istanti e già le
mie gambe tremano
come una foglia e per fortuna che sono seduto!
Le sue labbra sono morbide, hanno il gusto fresco della menta ma non sono
affatto fredde come
invece me le ero immaginate.
Baciarlo è stato come un sogno, tuttavia non posso permettere che ciò accada
di nuovo, almeno
finché questa volpaccia più afona di me non si deciderà a dirmi come stanno
le cose una volta per
tutte.
Beh prima aveva un po' di ragione riguardo alla sua inesperienza, per questo
sarò disposto a
perdonare tutte le cavolate che farà, ma non lo farò gratuitamente.
Non sono mica un missionario io!
Così lo separo dalle mie labbra ma non mi allontano molto e, tenendogli le
mani sul petto, lo fisso
negli occhi e aspetto; voglio vedere che cosa fai adesso, stupida volpe!
"Si può sapere che stai facendo Do'aho?" mi domanda invece questa Kitsune
ibernata.
Ma… ma… si può essere più deficienti!!
Sto per alzarmi indignatissimo, tuttavia Kaede non me lo permette e
bloccandomi scoppia a ridere
divertito.
Sono belle le sue lacrime ma, Kami, le sue risate lo sono ancora di più!
"Do'aho, sei così… ti amo. Sono uno stupido ma ti prego, sii paziente con
me!"
Io mi rilasso all'istante sorridendo per mostrargli tutta la mia felicità e
quello che vede deve
piacergli molto, perché i suoi occhi si fanno liquidi e scuri come laghi di
montagna e di nuovo si
impossessa della mia bocca.
TERZA PERSONA
Kaede imprigionò di nuovo il ragazzo contro il letto e, separatosi dalle sue
labbra, prese a baciargli
e succhiargli la morbida pelle del collo, mentre le mani vagavano frenetiche
sotto la T-shirt. Hana
allora circondò la nuca della sua volpe e sollevò in alto la testa,
mettendogli a disposizione tutta
quanta la gola.
La mente e le labbra del rossino si mossero istintivamente per formulare
gemiti inarticolati di
soddisfazione, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
A Rukawa, tuttavia, bastò vedere la sua espressione, resa irresistibilmente
sensuale dal piacere, per
eccitarsi ancora di più e ai suoi gemiti muti reagì mordendogli gentilmente
il lobo dell'orecchio e
pizzicandogli forte i capezzoli turgidi.
Quel tocco possessivo sul suo corpo dorato fece tremare violentemente
Sakuragi, che sentì la sua
pelle sensibile trafitta da mille frecce infuocate.
Kaede allora gli regalò un altro bacio profondo, mentre le sue mani scesero
a slacciargli
l'abbottonatura dei pantaloncini.
"Solleva un po' il bacino, piccolo!" soffiò Kaede sulla pelle accaldata del
compagno e questi,
appoggiandosi completamente con la schiena sul letto, lo assecondò,
lasciando che il moro gli
sfilasse velocemente jeans e slip.
"Bene, adesso divarica un po' più le gambe!" continuò a guidarlo Rukawa, che
lentamente gli fece
portare le gambe al petto e fece scivolare il suo bacino più vicino a sé.
"Oh cielo Hana, io non ho mai visto niente di più…"
A quelle parole le guance di Hanamichi s'infiammarono ancora di più e voltò
di scatto la testa per
evitare quegli occhi rapaci, però Kaede non gli lasciò nemmeno quella via di
fuga.
"Guardami Hana" lo richiamò dolcemente il volpino "non devi vergognarti se
ti dico che sei bello
da morire!"
Sakuragi sorrise per la dolcezza di quelle parole e lo ringraziò muovendo
lentamente le labbra.
"E' solo la verità!" e avvicinandosi, gli accarezzò una guancia e gli sfiorò
le labbra con le proprie.
Accarezzandogli la pelle sensibile sotto le cosce Kaede cominciò a
percorrere con la lingua un
sentiero lungo tutto il corpo del rossino, lasciando scie infuocate come
lava incandescente in ogni
centimetro di pelle che sfiorava.
Quelle sensazioni nuove travolgevano Hanamichi lasciandolo senza respiro e
lo facevano vibrare
come una corda di violino impazzita.
Da mesi, ormai, sognava di vivere quel momento con il ragazzo che amava ma
non aveva mai avuto
il coraggio di confessarglielo apertamente. Se ora il suo sogno si stava
realizzando non poteva fare
altro che ringraziare il desiderio della volpaccia e quella strana maga,
incontrata per caso alla festa
di Tanabata.
Le sue elucubrazioni s'interruppero bruscamente, quando sentì la lingua
ustionante del suo volpino
percorrergli l'intera lunghezza del membro, per arrivare velocemente alla
fessura fra i glutei.
S'inarcò violentemente, aggrappandosi forte alla coperta, nel momento in cui
la sentì muoversi
circolarmente sopra i bordi e spalancò la bocca per 'gridare' quando
l'avvertì sprofondare
completamente dentro di sé.
Il suo petto iniziò ad alzarsi ed abbassarsi alla velocità della luce,
grosse lacrime di piacere gli
rotolarono giù dagli occhi e le sue mani lasciarono la stoffa ruvida, per
immergersi fra i soffici
capelli d'onice e, nonostante tutto, il piacere che quella lingua continuava
a provocargli era davvero
insostenibile.
Un singulto fece scuotere tutto il suo corpo quando sentì un primo dito
scivolare lentamente dentro
di sé; tuttavia le sue braccia si strinsero forte alle spalle di Rukawa nel
momento in cui lo sentì
uscire, pochi istanti dopo.
E la sua espressione era più loquace delle parole.
<<No, Kaede, perché?>>
"Sei troppo stretto" gli spiegò Kaede con gentilezza e pazienza, nonostante
anche lui fosse ormai al
limite "hai bisogno di qualcosa che ti aiuti."
Hanamichi arrossì di nuovo ma riuscì a non farsi prendere dal panico e,
annuendo, si liberò
dall'abbraccio del volpino per lasciarsi cadere sul letto. Subito dopo, si
stirò languidamente verso il
cassetto del comodino e da esso tirò fuori un piccolo vasetto di crema
trasparente.
Quando lo vide Kaede sgranò gli occhi, incredulo.
"TU! Allora ti eri già preparato?"
Immediatamente Sakuragi abbassò lo sguardo, per il troppo imbarazzo, e gli
occhi del moro si
ridussero a due sottili fessure di ghiaccio liquido.
Ogni istante che passava quell'incredibile do'aho lo faceva eccitare sempre
di più.
"Riesci ad immaginare quello che ti farò adesso?" domandò con una voce così
maliziosa da mettere
brividi.
E una vampata di fuoco investì in pieno Hanamichi, che arrossì in ogni parte
del suo corpo,
tremante di aspettativa.
Il sospiro del rossino fece risvegliare all'istante Rukawa, che velocemente
si spogliò di tutti i suoi
indumenti e raggiunse il compagno sul letto.
Prendendo dalle mani dell'altro il vasetto v'immerse tre dita della mano
destra e, posandolo subito
dopo sul comodino, si rivolse al compagno con un tono basso e arrochito dal
desiderio:
"Avvicinanti e voltati Hana, voglio prepararti bene!"
Senza opporre resistenza, Sakuragi gattonò verso di lui, stendendosi con la
pancia sul materasso.
Divaricò leggermente le gambe per agevolare il lavoro del suo ragazzo e,
voltando la testa verso
Kaede, lo guardò con un'espressione terribilmente sensuale che diceva: <<Va
bene così?>>
"Do'aho" lo rimproverò la Kitsune, fulminandolo con gli occhi "sono
abbastanza eccitato da andare
avanti tutta la notte senza mai fermarmi, pensi che sia il caso di
provocarmi in questo modo?"
Il rossino sgranò gli occhi, nascondendo immediatamente il viso fra le
braccia e il moro scoppiò a
ridere mentre faceva scivolare di nuovo un dito nell'intestino di Hanamichi.
Kaede cosparse di crema i bordi della fessura e le parenti interne, dopo di
che inserì un secondo dito
per rendere più efficaci i suoi movimenti e il rossino si contorse
sollevando d'istinto il bacino.
"Ti fa male?" s'informò preoccupato Kaede, ma il ragazzo lo rassicurò
all'istante, scuotendo con
forza la testa.
Rukawa, allora, si portò più vicino al corpo bollente dell'amante e mentre
gli leccava e succhiava la
pelle di un fianco spostò la mano sinistra sulla sua virilità eccitata,
prendendo ad accarezzarla con
tocchi quasi impalpabili.
La schiena del rossino si arcuò per l'ulteriore stimolazione e, divaricando
maggiormente le cosce, il
ragazzo si spinse contro le dita che aveva dentro di sé per approfondire
quella sensazione indefinita
che lo stava facendo impazzire.
"Kami Hana!" gemette questa volta il volpino "sei sicuro che sia davvero la
tua prima volta?"
Sakuragi si limitò a voltare la testa ed aspettò semplicemente che fosse
Kaede a continuare, troppo
sconvolto dal piacere che le abili mani di Rukawa gli stavano dando per fare
qualunque cosa.
"Perché sei più eccitante di un…"
Il corpo sudato del rossino s'irrigidì di colpo e la sua espressione
indignata fece zittire
istantaneamente il moro.
"Ok, Ok, perdonami, non ti arrabbiare!" si affrettò a chiedere scusa prima
che Hanamichi decidesse
di piantarlo sul più bello "non parlo più, ma tu sta tranquillo!"
L'altro sbuffò fingendo di essere ancora arrabbiato ma, voltandosi
lentamente, attirò a sé il corpo
solido del suo ragazzo e gli violò le labbra con la sua lingua rossa e dolce
come una fragola matura.
Quando si separarono, Hana guardò intensamente gli occhi cobalto di Kaede e,
scandendo bene
ogni lettere, 'disse': <<S B R I G A T I>>
"Ai tuoi ordini" rispose sorridendo il volpino mentre lo spingeva a
stendersi supino sul letto.
Kaede così prese le sue gambe sotto le ginocchia e le sollevò molto
lentamente, dischiudendole il
più possibile per rendere ben visibile la fessura umida e morbida che presto
lo avrebbe accolto.
Senza smettere per un solo istante di fissare quel punto meraviglioso del
corpo del rossino, afferrò
di nuovo il barattolo di lubrificante e ne cosparse una cospicua dose su
tutta la pelle sensibile del
proprio membro. Poi, portandosi in ginocchio fra le cosce spalancate del
compagno, lo afferrò per i
fianchi e appoggiò la punta della virilità contro quella carne cedevole.
Sakuragi a quel contatto 'mugolò' sommessamente, chiudendo le palpebre e
stringendo forte le
lenzuola per prepararsi al dolore.
La spinta era stata molto delicata ma Hanamichi ansimò pesantemente per la
fitta che aveva sentito.
Le dimensioni di Kaede erano spropositate rispetto alla sua fessura vergine
e il dolore si era fatto
sentire chiaro e pungente, come quando da bambino era caduto dalla bici e si
era lacerato tutta la
pelle delicata di un braccio.
Sentiva, infatti, un bruciore intenso divampargli dal punto esatto in cui il
membro di Rukawa
passava e i suoi occhi si riempirono inevitabilmente di lacrime.
"Ha… Hana!" quel richiamo, quasi disperato, diede la forza a Sakuragi di
sollevare le palpebre e
quello che vide lo lasciò senza fiato: Kaede aveva gli occhi lucidi di
passione ma anche di lacrime.
Lentamente Hanamichi sollevò una mano e toccò quelle stille d'acqua salata
che scesero lungo le
guance arrossate del suo amante, il quale voltò leggermente la testa per non
lasciarsi vedere in
quello stato.
Il rossino era vergine, ma non stupido, e sapeva perfettamente che, in quel
momento, Kaede stava
soffrendo le pene dell'inferno per trattenere le sue pulsioni e tutto ciò
perché non voleva fare del
male a lui.
Così, sostenendosi con gli avambracci sul materasso, si sollevò e leccò via
le piccole lacrime che
Rukawa aveva agli angoli degli occhi.
"Do'aho!!" sbottò esasperato da tanta dolcezza la Kitsune "Sei…"
Ma il rossino non lo lasciò continuare e, aggrappatosi di nuovo alle sue
larghe spalle, lo fece tacere
con un bacio pieno di passione e d'amore.
<<Spingi!>> gli 'ordinò' muovendo verso di lui il bacino e il significato di
quel gesto fu
assolutamente chiaro: <<Basta pensare a me, dà sollievo al tuo corpo!>>
Kaede chiamò il nome del suo ragazzo ed, espellendo l'aria che aveva
trattenuto nei polmoni, iniziò
a muoversi, sottraendosi quasi completamente dal quel corpo caldo per
immergervisi di nuovo con
un colpo potente.
Hanamichi inarcò la schiena per smorzare la spinta che Kaede gli aveva
assestato e 'gridò' forte
quando a quella ne seguirono altre, sempre più veloci e possenti.
Le sue mani si mossero alla cieca per cercare qualcosa a cui aggrapparsi e
quando trovarono le
sbarre di legno della testiera si strinse forte ad esse, per sostenersi e
andare incontro al ventre
dell'amante che, dopo il dolore iniziale, lo stava facendo impazzire di
piacere.
Hanamichi, infatti, sentiva la grossa virilità di Kaede riempire ogni spazio
vuoto del suo intestino,
premere inesorabilmente per allargare sempre di più i suoi muscoli ormai
rilassati e colpire con
spietata precisione il punto erogeno dentro di sé, facendolo contorcere
senza controllo, in preda al
più sfrenato dei piaceri.
Le percezioni di Kaede non erano poi così diverse: il suo membro duro e
pulsante era avvolto come
da una stretta guaina incandescente che lo massaggiava con una dolcezza
incredibile e allo stesso
tempo, lo comprimeva con decisione, inviando a tutte le sue sinapsi una
sensazione di puro
godimento.
Le spinte di Kaede aumentarono con l'aumentare del piacere del rossino; il
moro, muovendosi così
senza controllo sopra il ragazzo dorato e sudato scosso da brividi violenti,
raggiunse il suo cuore
possedendolo fino in fondo e legò indissolubilmente la sua anima alla
propria.
POW KAEDE
Sono solo e sto percorrendo il viale alberato che porta al tempio vicino
alla scuola. Ci sono le stesse
bancarelle che ho visto per Tanabata, però non capisco, perché la strada è
completamente deserta?
Forse la gente del quartiere non era a conoscenza di questa fiera fuori
programma. Che scemi,
perché non hanno fatto un po' di pubblicità? Così non venderanno nient…
Ma un momento, che ca**o sto facendo? Se ci sono le stesse bancarelle allora
c'è anche quella della
maga che ha tolto la voce a Hana.
Mi metto a correre come un matto per tutto il viale e finalmente raggiungo
la bancarella piena di
cianfrusaglie.
"Finalmente sei arrivato Rukawa" mi accoglie la donna con un sorriso "è
tutta la notte che ti
aspetto!"
"Dimmi cosa devo fare!" le ordino bruscamente, ho troppa fretta per stupidi
convenevoli.
"Parli della voce di quel delizioso rossino?"
"Sì, certo" le ringhio contro furioso: come si permette di chiamare il MIO
ragazzo "delizioso
rossino"!!
"Beh io ho realizzato i vostri desideri pe…"
"Vostri?" le domando stupito, convinto che avesse realizzato solamente il
mio.
"Sì certo, ho realizzato anche quello di… Sakuragi" e mi guarda in maniera
stranamente maliziosa,
come se prima mi avesse letto nel pensiero.
E forse è proprio quello che è successo!
La donna si mette a ridere apparentemente senza motivo, ma io so che sta
ridendo di me, tuttavia
non me ne curo e domando: "Cosa ha chiesto Hanamichi?"
"Beh ecco… lui mi ha chiesto che tu sia sempre felice."
Sgrano gli occhi incredulo e le gambe mi cedono di botto, facendomi cadere
per terra.
"Io… io non posso stare con un ragazzo come lui!"
"Ed ecco che torniamo al discorso di prima!" esclama la donna catturando di
nuovo la mia
attenzione "prima che tu m'interrompessi, ti stavo dicendo che l'altra volta
esaudii i vostri desideri
perché mi salvaste da quella banda di teppisti, se ora io te ne concedessi
un altro, tu saresti in debito
con me…"
A quelle parole alzo il capo di scatto e, fissandola dritta negli occhi,
dichiaro: "Dimmi cosa vuoi,
farò tutto quello che mi chiedi per avere questo desiderio!"
"E saresti disposto a scrivere sulla pergamena, prima che io ti faccia la
mia richiesta?"
"Sì certo, dammene una e te lo dimostrerò!"
La maga mi passa una striscia di carta ed una penna ed io scrivo velocemente
il mio desiderio:
voglio che Hana riacquisti l'uso della parola.
Consegno il biglietto alla strana donna e lei ridacchia divertita, facendomi
scorrere un brivido lungo
la schiena… avrò fatto bene a fidarmi di lei?
"Bene… bene veniamo alla mia richiesta, adesso!"
Nell'attesa trattengo il fiato e ignoro stoicamente la sua risata irritante.
"Kaede Rukawa… voglio che tu ti prenda cura di quel delizioso rossino per
tutta la vita!"
Quando apro gli occhi, sorpreso da quella richiesta, la donna, la bancarella
e l'intera strada sono
scomparse ed io mi ritrovo nel letto di Hanamichi, dove mi sono addormentato
questa notte.
No, no, Kami no, non può essere stato solo un sogno, mi sentirei troppo
male!
Nel momento in cui il mio sguardo si posa sul ripiano del comodino, però,
noto tre pergamene, le
stesse che quella donna usava per i suoi desideri. Le prendo al volo per
vedere di cosa si tratta e per
poco non mi metto a gridare quando vi leggo i nostri tre desideri.
Allora non è stato tutto un sogno! Cioè lo è stato ma è servito comunque a
liberare il mio Do'aho da
quella maledizione.
Mi volto bruscamente verso di lui e, afferrando le sue spalle, lo scuoto con
forza.
I suoi occhi, ancora intorpiditi dal sonno, mi guardano come se fossi
diventato matto.
"Mhh… Kaede!" mormora senza nemmeno rendersene conto "mi hai fatto
addormentare all'alba,
lasciami riposare adesso!"
Io scoppio a ridere e Hanamichi sgrana gli occhi, diffidente delle sue
stesse orecchie.
Velocemente si porta le mani alla gola e mi guarda con gli occhi così enormi
da sembrare un
cartone animato.
"Posso… io posso parlare!!"
"Sì, Hana, sì" lo rassicuro accogliendolo fra le mie braccia "ho visto
quella strana donna in sogno e
mi ha concesso un altro desiderio."
"Dici davvero?!" domanda scettico il mio Do'aho "e cosa ti ha chiesto in
cambio?"
Io lo abbraccio forte e, baciandogli dolcemente una tempia, rispondo:
"Niente, assolutamente niente
che non avrei fatto da me."
OWARI
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