Sen: finalmente tocca a me parlare!

Autrice: ehi tu! Chi ti ha dato il permesso di iniziare prima di me?

Ru: magari dirà qualcosa di più intelligente!

Sen: ^________________________^

Ru: … anche se ne dubito!

Sen: ^________________^

Ru e Autrice: ma tu sorridi sempre? Fai venire i brividi!

Sen: meglio affrontare la vita con un sorriso!

Autrice: lasciamo perdere! Allora cari lettori come state? Siamo giunti alla quarta parte!

Ru: era ora!

Sen gongolante: ora toccherà a me parlare!

Autrice incurante del porcospino: e ora toccherà ad Hana parlare!

Sen: ehi autrice! Guarda che da precedenti accordi tocca a me stavolta!

Autrice: sei sicuro?            ?_____________________?

Sendo mostra all’autrice una copia della terza parte: vedi?

Autrice legge attentamente: beh hai ragione! Il fatto è che non credevo che sapessi parlare!

Sen: autrice sei cattiva! ^____________________^

Autrice sconvolta: ma che significa? Non dovresti essere triste?

Sen: presto riavrò il mio Hiro! *______________________* sbav… sbav…

Ru: zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

Autrice che cerca di ridarsi un tono: ehm forse è meglio lasciarli stare! Ecco a voi la quarta parte! Buona lettura! Spero che vi piaccia e spero…

Ru: iniziamo o no? Avrei un po’ di fretta!

Autrice: Ru sei cattivo! ç__________________ç anzi no: ^_______________^ meglio prendere la vita con un sorriso! Akira docet!

Hana e Hiro preoccupati guardano l’autrice: ormai è andata! E pensare che era una così brava ragazza! ç______ç

 


Voglio tornare a sorridere

parte IV

di Soffio d'argento



 

Oggi mi sento felice! Quando ho visto il mio Hiro, insieme a Sakuragi, non ci ho visto più dalla rabbia. Kaede mi ha trattenuto dal fermarlo e fargli una scenata in mezzo a tutta la folla. Per fortuna si è sistemato quasi tutto. Non dico che mi vada a genio il fatto che abitino insieme, ma proprio questo particolare mi fa stare più tranquillo. Io so che Hiro mi ama e quindi non mi preoccupo della vicinanza di Hanamichi, o almeno non molto.. e va bene! Mi preoccupo parecchio, ma so che Hana ama Kaede e non lo tradirebbe mai (povero illuso! NdA. Cosa? NdS. Nulla! NdH&H. )! Così come Hiro-kun non tradirebbe mai me! Ma torniamo all’argomentazione principale: Hana abita con Hiro. Questo mi fa sperare perché, se Hana avesse voluto chiudere del tutto la sua storia con Kaede, non si sarebbe di certo trasferito da Hiro ma dai suoi. Questo vuol dire che si trova in una fase di transizione e quindi ha bisogno di tempo per riflettere, ma i suoi sentimenti rimangono saldi.

Questa mattina, poi, ho trascorso tutta la pausa pranzo con Hiro. Non abbiamo parlato ma almeno sono rimasto vicino a lui (anche se a debita distanza perché mi sembrava di pessimo umore) e abbiamo guardato insieme il cielo. In realtà era lui a guardarlo, io mi limitavo a osservare lui, come il più prezioso dei tesori del mondo. Ho notato però che ogni tanto anche lui mi fissava.

E’ stata una mattinata piacevole, anche se non posso dire lo stesso del momento degli allenamenti. E’ stato scontroso tutto il tempo e a renderlo più nervoso è stato il povero Hikoichi, con le sue continue cadute. Avrei voluto parlare un po’ con lui a fine allenamenti, invitarlo a prendere una birra e invece sono stato costretto a rimandare.

 

Oggi le lezioni sembrano ancora più lente. Il professore spiega una noiosissima lezione di storia, mentre fuori brilla una splendida giornata. Se fossi ancora con Hiro l’avrei di sicuro “costretto” a marinare la scuola, scegliendo di trascorrere la giornata in un posto più intimo, come casa mia… E invece mi ritrovo qui, in questa magnifica giornata, a scuola, chino sul banco, in attesa che arrivi il momento della pausa pranzo. Ho deciso di salire in terrazza, con la speranza di incontrarlo.

E infatti è proprio lì che lo ritrovo, appoggiato alla balaustra, con le cuffie nelle orecchie e perso ad osservare il cielo. Darei non so cosa per sapere a cosa pensi, a chi pensi. Pensi a me Hiro-kun? Ci sono ancora nei tuoi pensieri? Vorrei rimanere ancora un po’ così, ad ammirarlo di nascosto, ma presto lui si accorge di me. Cerco di trovare in fretta una scusa che mi permetta di restare lì. Ieri, per esempio, ho fatto finta di essere andato lì per caso. Ma oggi? A dire la verità  non ci avevo ancora pensato. E ora il suo sguardo indagatore mi mette molto in soggezione. Perché mi guardi come se volessi farti del male? Vuoi farmi sentire in colpa? Mi basta chiudere gli occhi per provare quello sgradevole stato. Ogni volta che lo faccio mi assale l’immagine di te quel lontano giorno.

<< Perché lo hai fatto? >>

Resto un po’ meravigliato per la sua domanda, ma subito dopo capisco a cosa si riferisca. Fino ad ora, se si esclude quel pomeriggio, non me lo aveva chiesto.

<< Quel giorno ti ho fatto la stessa domanda, ma non mi hai risposto. >>

Mi siedo con la schiena appoggiata al muro, Hiro mi segue subito dopo, sedendosi però un po’ più distante. Dentro di me cerco di trovare le parole e il momento adatto in cui cominciare. Non è facile, anche se può suonare strano detto da me. Io, sempre sorridente e accerchiato da amici, facile alla parola, adesso mi ritrovo a sforzarmi per cercare di trovare il discorso appropriato. Ci penso un po’ e poi mi trovo a pronunciare la frase più banale che avessi mai potuto pensare:

<< Non lo so! >>

Hiro mi guarda distratto, poi sospira e riaccende il walkman:

<< Vuol dire che non sei ancora pronto. Te lo chiederò in futuro, non ho poi così tanta fretta. >>

Poi si alza e se ne va! E bravo Akira! E meno male che volevi trascorrere la pausa pranzo con lui… e invece sei solo riuscito a farlo scappare! Mi sarebbe piaciuto andare a prendere un gelato insieme, magari a fine allenamenti, ma non ho avuto il tempo di chiederglielo. Poco male! Glielo chiederò alla fine, magari sarò fortunato e lo troverò solo negli spogliatoi.

Taoka grida come sempre, ma oggi non mi importa di nulla. Oggi ho proprio intenzione di uscire con il mio koibito, quindi niente deve rovinare i miei piani. Sto facendo in  modo che Aida e Hiro non si trovino troppo vicini, perché quando accade finisce sempre che Hikoichi combini qualche danno.

Taoka sembra proprio avercela con Hiro. Oggi è arrivato in ritardo e quindi non ho avuto modo di parlagli da solo.

<< Koshino! Ti sei forse addormentato? Vuoi muoverti! Se continui così le prossime partite non te le vedi neppure dalla panchina! E tu Ikegami più veloce! >>

Vedo Hiro stringere i pugni lungo i fianchi, non gli piace essere rimproverato, né tanto meno in pubblico. Vedo che serra la mascella e continua a correre. Gli allenamenti oggi sono pesanti per tutti, persino per me che quanto a resistenza non mi batte nessuno. Sono agitato come un bambino quando entro negli spogliatoi, anche se temo di non trovare più nessuno. L’allenatore ha chiesto di parlarmi in privato e sono stato costretto ad andare con lui. Al mio ritorno, negli spogliatoi, per fortuna, ci siamo solo io Hiro, appena uscito dalla doccia.

Mi faccio una doccia veloce e inizio a prepararmi mentre lui si sistema la giacca della tuta.

<< Ciao Hiro. >>

<< Cos’è hai recuperato la voce? >>

Colpito e affondato. Ma non mi arrendo.

<< Ti andrebbe di andare a prendere un caffè insieme? >> mentre continuo a parlare lui sistema la sua sacca, senza neppure guardarmi << Se il caffè non ti va bene, possiamo prendere un gelato o una birra o qualunque cosa tu desideri. Inutile dire che l’unica cosa che mi importi sia passare del tempo con te… >>

<< Se non facciamo tardi… Oggi ho promesso ad Hana-chan di avvelenarmi con uno dei suoi “piatti prelibati alla Tensai”, non mi va di deluderlo, quindi… >>

Sono felice ma non del tutto. C’è una piccola parte nel mio cuore che mi fa stare male. Questa sua apprensione nei confronti di Sakuragi, quella dolcezza che usa quando parla di lui… Meglio concentrarsi su altro. Passerò un po’ di tempo con il mio koi! Sto pensando di portarlo alla pasticceria dove andavamo sempre a fine allenamenti.

Lungo tutto il tragitto non dice una parola e il suo sguardo rimane corrucciato. Eppure, se ha accettato di venire qui con me, un motivo dovrà pur esserci.

Arrivati lui ordina il solito caffè d’orzo e io un succo di frutta alla pesca.

<< Grazie di essere venuto. >>                         

Lui mi fa solo un cenno con la testa ma a me basta.

<< Hiro per quanto riguarda la domanda di stamani… >> all’improvviso ho tutta la sua attenzione. Sorseggia piano il suo caffè e mi guarda. Capisco che è il momento giusto per parlare. << Io, ti ho sempre detto di aver avuto un debole per Kaede, ricordi? >> lo vedo innervosirsi << Questo perché io ho sempre creduto che fra noi non potesse esserci nulla. Noi siamo amici da lunga data e, pur di non perderti, ho sempre accettato di avere con te un rapporto di pura amicizia. Non immagini quanto mi facesse male averti sempre vicino a me, ma sentirti lontano. Avrei voluto abbracciarti forte e dirti che ti amavo e riempirti di baci, ma la paura di una tua reazione negativa mi bloccava. >>  faccio un respiro profondo prima di continuare << Se tu mi avessi allontanato non avrei mai potuto sopportarlo, preferivo averti vicino come amico, ma averti vicino! Poi ho incontrato Kaede. Lui era bello, efebico, aveva tutte le caratteristiche per attrarre un ragazzo, anche me. Dovevo trovare qualcuno che potesse farmi perdere la testa. Presi la sua conquista come una sfida. A poco a poco la grande attrazione che provavo per lui si è trasformata in qualcosa di più profondo e ho creduto di essermene innamorato. >>

<< Hai creduto? Non lo eri? >>

<< No. E me ne sono reso conto quando ti ho visto tra le braccia di Kenji. Quando vi ho visto quella sera mi è quasi venuto un infarto. Io avevo sempre pensato che fossi etero e che quindi non ci fosse posto in futuro per un “noi”. Quello che mi ha trattenuto dal venire da voi e spaccare il bel faccino di Kenji, è stato la consapevolezza che forse poteva esserci qualcosa fra noi, che, in fin dei conti, potessi provare qualcosa di più profondo per me. Così il giorno dopo ti confessai tutto e… beh… il resto lo conosci… >> fagocito tutto sperando che possa capire ciò che provo.

<< Allora perché…. Sì insomma… se le cose stanno come dici tu… >>

<< Perché è successo tutto quel casino? Non lo so, forse semplicemente avevo lasciato qualcosa in sospeso. >>

<< O forse “semplicemente” quel che provavi un tempo per lui non era solo attrazione e magari ti eri sbagliato circa i tuoi sentimenti per me. >>

Lo dice con voce fredda e atona. Le sue parole mi arrivano al cuore come stilettate.

<< Non è vero! Io ti amo Hiro-kun. Quella è stata la prima volta che baciavo Kaede, te lo giuro! Io non ho mai amato nessuno come amo te! Non so che darei per ritornare indietro! >>

<< Ma non si può tornare indietro. >>mi dice lui continuando a sorseggiare il suo caffè.

<< Lo so. E’ per questo che vorrei un’altra possibilità, per me… per te… per noi. Per dimostrarti che ti amo davvero e che non ti farei mai più del male. Solo un’altra maledetta possibilità. >> lo dico fra me e me, quasi senza pensarci.

Hiro mi guarda e per la prima volta accenna un sorriso e io ne rimango folgorato.

<< Te la sto già dando, è per questo che sono qui. >> poi si alza, lasciandomi in preda all’incoscienza. << Ora devo andare, altrimenti chi lo sente Hana. A domani Akira! >> e mi sorride, uno dei suoi preziosissimi sorrisi, solo per me.

Va alla cassa per pagare il conto, ma io lo raggiungo e lo afferro per un braccio. Vorrei riuscire a dirgli ciò che penso, ma l’unica cosa che riesco a fare è dire:

<< Lascia stare… pago io… >>

Probabilmente in questo momento starà pensando che sono uno stupido (e non è l’unico! NdA.) eppure non posso far altro che sorridergli e accarezzare con le mie dita il suo braccio.

<< Ok… e grazie mille. A domani. >> mi dice prima di uscire e io lo guardo attraversare la strada, con il suo viso sereno e, per la prima volta in tutto questo tempo, ho la consapevolezza che, quello che stavo facendo, avrebbe potuto portarmi via la mia felicità. Non so se sia stato Kaede a scordare quella porta aperta o forse solo il caso… ad ogni modo è stata la cosa migliore che potesse capitarmi.

Pago il conto e mi dirigo anche io verso casa. Sono così felice però che mi va di passare per il parco. E mi viene in mente il giorno in cui confessai tutto a Hiro. Fu proprio in questo parco, dopo una pesante giornata di allenamenti. Eravamo andati a prendere un gelato al bar in cui siamo stati poco prima. Fu il giorno dopo la scioccante scoperta dell’omosessualità di Hiro. Avevo trascorso la notte in bianco e a scuola ero stato intrattabile con tutti, specie con lui. Quando mi aveva invitato a prendere qualcosa, al solito bar in cui ci rifugiavamo sempre dopo gli allenamenti, avevo accettato non molto volentieri. Da un lato volevo sapere cosa ci fosse tra lui e Kenji, ma dall’altro ero terrorizzato dall’eventualità che potesse dirmi che lo amava.

<< Ieri ti ho visto con Kenji, davanti a casa tua. >>

Hiro si era voltato di scatto verso di me, spaventato.

<< E’ per questo allora… ora che sai non vuoi essere più mio amico? >>

<< Ma sei scemo o cosa? Ti sembro il tipo? >>

Lui aveva negato con un cenno del capo: << E’ solo che quando si parla di omosessualità le persone si spaventano… e ti lasciano solo. >>

<< Io no… è solo che… >> non sapevo come continuare << E’ qualcosa di serio? >>

<< No! Kenji… beh lui mi serve per dimenticare. So che suona squallido ma è così. >>

<< Lui lo sa? >>

<< Sì ma non ti preoccupare l’ho già lasciato, ieri sera. Probabilmente quello che hai visto era il bacio d’addio. Il fatto è… >> non avevo mai sentito parlare così tanto Hiro, questo mi faceva capire quanta rabbia e frustrazione avesse accumulato, da quando aveva scoperto di non essere quello che la gente definisce “normale”. Percepivo il suo bisogno di sfogarsi. << Il fatto è che sono innamorato di un altro ragazzo, ma è una storia impossibile! >>

Per un attimo avevo sperato fossi io e quindi avevo cercato di incoraggiarlo.

<< Ma non dovresti arrenderti. >> mi ero pentito di aver detto quelle parole subito dopo averle pronunciate.

<< Ma cosa credi che per me sia facile? Ho un carattere così brutto che tutti scappano! Se poi mi avvicinassi ad un ragazzo dicendogli che lo amo quello come minimo mi spaccherebbe la faccia. >>

<< Io no. Io non potrei mai rifiutarti, rifiutare il ragazzo che amo. Anche se è vero che hai un pessimo carattere! Ma a me piaci così come sei e non ti cambierei per nulla al mondo. >> certe possibilità vanno colte al volo e se non lo avessi fatto me ne sarei pentito per tutta la vita.

Temevo una reazione negativa di Hiro, magari una sua sfuriata o qualcosa del tipo: “e io ti dovrei credere?”. Non so perché ma ero pronto a qualsiasi sua reazione. Non avrei mai lasciato sfumare quella piccola possibilità di essere felice. Invece lui rimase in silenzio. Fui io a parlare:

<< Usciamo a fare due passi, ti va? >>

Sapevo che Hiro non era mai stato il massimo dell’espansività, ma quella sua freddezza mi aveva alquanto colpito. Eravamo andati al parco sempre in silenzio e improvvisamente Hiro mi aveva fatto cenno di sedermi accanto a lui, su di una panchina posta la riparo da sguardi indiscreti.

<< E così sei innamorato di me. >> quella sua frase mi aveva spiazzato.

<< Sì… ma tu non lo sei di me.  >> avevo azzardato.

<< Sai Akira quando ho capito che quello che provavo, per un mio amico, andava oltre l’amicizia, mi sono sentito morire. >>

Un suo amico? Mi sentivo pronto a prendere a pugni chiunque avesse provato a portarmelo via, anche se solo inconsciamente.

<< Io ti amo Hiro-kun. Anche se tu ami qualcun altro. >> avevo detto a testa bassa.

<< Quel qualcun altro sei tu, scemo! >>

<< Cosa? >> mi ero voltato verso di lui sbalordito.

<< Quanti amici credi che abbia? Sei proprio uno stupido! >> e aveva iniziato a ridere.

Dopo tanto tempo potevo sentire il suono melodioso della sua voce e questo mi faceva stare più che bene, ero come se fossi in paradiso. E io quel paradiso bramavo di assaporarlo, con tutto me stesso. Presi il suo viso fra la mie mani e mi avvicinai a lui.

<< Ti amo Hiro-kun. Amami anche tu. >> e lo avevo baciato.

E’ stato il bacio più dolce della mia vita. Mi sentivo come sospeso fra le nuvole a guardare questo pazzo e piccolo mondo dal paradiso. Sì perché stare con Hiro per me è stare in paradiso.

Passeggio tranquillo per i viali alberati del parco e mi sento felice. Perché Hiro mi ha dato un’altra possibilità, perché ho ricordato quel meraviglioso giorno… e tutto mi sembra bellissimo. Dopo tanto mi sembra finalmente di tornare a respirare a pieni polmoni. E’ come arrivare alla fine di una partita, dopo aver dato il massimo di te. E’ come riaffiorare in superficie, dopo aver rischiato di annegare fra i flutti del mare in tempesta. E’ come ritrovarsi vivo dopo un tornado… è come tornare a vivere.

<< Ehi Akira! Oggi sembri più ebete del solito! >>

Il suono del pallone di basket che entra nel canestro e rimbalza sul cemento. Due occhi scuri come la notte senza stelle, un sorriso appena accennato dietro il suo volto di ghiaccio.

<< Kaede… a quanto pare però oggi non sono il solo… >>

Lui arrossisce un po’ e prende la palla in mano.

<< One o one? >>

<< Ai venti! >>

<< Hn. >>

<< Sempre logorroico? >>

Mi tolgo la giacca e prendo la palla. Oggi sento che qualcosa è davvero cambiata. E anche Kaede ne è consapevole. Iniziamo la partita, mi dirà dopo come è andata con Hanamichi, ora si festeggia.

Mentre iniziamo a giocare mi soffermo a pensare che, per quanto Kaede e Hiro sembrino uguali, in realtà sono diversi e nessuno può eguagliare la bellezza e la dolcezza del mio koibito.

<< Oggi dobbiamo festeggiare Akira. >>

Già festeggiamo Kaede, perché la felicità non è mai stata tanto vicina!

 

 

FINE QUARTA PARTE

 

Autrice: finalmente anche la quarta parte è finita!

Sen: era ora! Ci hai messo una vita!

Autrice: scusa ma non riuscivo ad entrare nella tua testa, nonostante lo spazio…. eheheh!

Sen: ma che siamo spiritose!

Ru: ma che è sta roba? Ma non ti vergogni? Questa tu me la chiami ff? E’ un polpettone!

Autrice: ma Ru sei cattivo! ç___________ç

Sen: beh non ha proprio tutti i torti! Non potevi semplicemente ridarmi il mio Hiro?

Ru: e a me il mio Hana? Magari così i  lettori si risparmiavano questa melassa!

Autrice con sguardo omicida: se volete sono sempre in tempo a cambiare…

Sen e Ru sospettosi: in che senso?

Autrice con lo sguardo di ghiaccio: potrei sempre cambiare il discorso di Hiro ad Akira: “Scusa Akira ma mi sono innamorato di Hana-kun. Per te non provo nulla. Addio!”

Sen in lacrime: autriceeeeeeeeeeeee! ç_____________ç

Autrice: e potrei fare la stessa cosa con Hana. allora che ne pensate?

Ru tremante: tutto sommato così è perfetta!

Sen terrorizzato: eccelsa!

Hana: perché io non ci sono?

Hiro: io non sono come mi hai descritto tu!

Autrice: ma perché vi lamentate sempre? Non potete lasciarmi in pace? Eh?

Tutti tranquillamente: ok!

Autrice sconvolta: cosa? Che ci senta male?

Tutti: così ti metti subito a scrivere la quinta parte!

Autrice: mi pareva! ç____ç Anzi no! ^__________________________^

Tutti: oh no! La sendite ha contagiato l’autrice! Al riparo!

Autrice: ^_________________________^

Tutti: non c’è più mondo!

Autrice: i personaggi naturalmente non sono miei ma del maestro Inoue. Alla prox! Ah dimenticavo! Se qualcuno volesse farmi sapere come la pensa può scrivermi al seguente indirizzo: soffiodargento@hotmail.com      ^_________________________^

 

CIAO!

 

Dedicated to Ria che adora le hanaru/ruhana e a tutti quelli che adorano questa romantica coppia! kisssssssss! ^___________^  ß Aiuto! Sono stata contagiata dalla sendite acuta!



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