Autrice: bentornati! Allora
vi è piaciuta la prima parte della storia?
Sen e Ru: NO! Perciò
sbrigati a scrivere!
Autrice: un momento! Un
momento! Perché tutta questa fretta? (l’autrice si sta aprendo un pacco
gigante di patatine. Slurp!).
Sen: si può sapere che stai
facendo?
Autrice: beh uno spuntino,
che altro? Non ho ancora mangiucchiato e ho fame!
Ru: senti pachiderma!
Autrice: pachiderma a chi?
Vuoi farmi arrabbiare?
Ru: guarda che se continui a
mangiare così ci diventerai davvero!
Sendo annuisce d’accordo!
Autrice pronta alla
battaglia: allora non volete più i vostri koibito? Eheheheh!
Ru e Sen pronti a tutti: sei
una Dea! La nostra stella luminosa! Mangia pure!
Autrice: sono contenta che
la pensiate così perché questo pomeriggio ho preparato una torta al
cioccolato e penso proprio di assaggiarla.
Sen a Ru: ma così non
scriverà più?
Ru incavolato: ehi tu!
Sbrigati a scrivere che la mia pazienza ha un limite!
Autrice: e io che volevo
essere gentile e invitarvi a casa mia.
Ru: guarda che l’unica cosa
che vogliamo è che ricominci a scrivere!
Autrice: peccato perché
avevo invitato Hiro e Hana!
Sen e Ru molto accomodanti:
beh una pausa ogni tanto non fa male!
Autrice: e te pareva!
-______________-
Voglio
tornare a sorridere
parte II
di
Soffio d'argento
Maledizione! Come è potuto accadere? Eppure mi sembrava di essere stato
cauto, io sono convinto di aver chiuso la porta e invece… prima Koshino e
poi il do’hao. Quando è entrato Hiroaki io e Akira eravamo sul divano e ci
stavamo baciando. Un bacio passionale e caldo, non so neppure io come sia
iniziato tutto. Non che non ami Hanamichi. Io so di amarlo, forse non
gliel’ho detto mai, ma ciò che provo con lui non l’ho provato con nessuno.
E lui avrebbe dovuto capirlo invece di andarsene, avrebbe potuto
perdonarmi!
Ma tu avresti fatto lo stesso se al suo
posto ci fossi stato tu?
No, certo che no! Lui è mio e basta!
Allora perché lui avrebbe dovuto farlo?
Perché mi ama e io amo lui.
Il tuo è davvero amore? O è egoismo?
Io lo amo! Non ho mai amato nessuno come lui.
E Sendo? Anche lui è vero amore? Quanti veri
amore hai conosciuto?
Sendo… lui è stato solo attrazione, solo
quello. Di amore vero se ne incontra uno in tutta l’eternità.
Come puoi aspettarti che lui ti perdoni? Non
lo farà mai, perché il dolore che gli hai procurato è troppo forte anche per
le sue spalle. Anche se ti ama lui non tornerà perché sa che tu non lo ami.
E io lo convincerò del contrario. Tornerà da
me, non può resistere a noi.
<< Ciao Kaede posso parlarti? >>
Per un attimo ho creduto che fosse il do’hao e
invece era solo Akira.
<< Hn. >> gli faccio segno di seguirmi. Sono
ancora a scuola e benché Hana non ci sia non voglio restare qui con lui.
Andiamo in quel bar in cui ci incontravamo
tutti e quattro insieme, quando ancora io e Hana… Prendo la solita
cioccolata calda mentre Akira sorseggia il suo the. Lo vedo imbarazzato e
nervoso. Ha delle vistose occhiaie sotto gli occhi, a quanto devo aver
capito neppure a lui sta andando poi così bene. Per un po’ restiamo in
silenzio fino a quando è Akira a parlare.
<< Hiro mi ignora! Da quel giorno evita
persino di guardarmi e finiti gli allenamenti fugge fuori come un pazzo. >>
<< Hai provato a parlarci? >> glielo chiedo
anche se conosco già la risposta. I miei problemi in questo momento sono gli
stessi suoi, per questo penso che parlare con lui possa essermi di aiuto.
<< Pensi che non ci abbia provato? >> il suo
sorriso è incrinato. << Ci ho provato e ci provo ancora! Chiamo casa sua
almeno venti volte al giorno, ma c’è sempre la segreteria attivata. A scuola
cerco di avvicinarlo, ma lui mi guarda come se volesse saltarmi alla gola e
non proprio per qualcosa di piacevole. Agli allenamenti poi è una tortura…
>>
E’ inutile che continui perché conosco
esattamente quello che sente. Quello che prova lo provo pure io. Ogni
mattina trascorro le ore di lezione a guardarlo sottecchi, senza che alcuno
se ne accorga. Agli allenamenti fa in modo di non restare mai da solo con me
e in questo è proprio un tensai. Si cambia per ultimo a inizio allenamento e
per primo a fine. E’ sempre circondato dai suoi amici che, da come mi
guardano, suppongo che siano a conoscenza di tutto. Yohei poi credo che
provi un sentimento simile all’odio.
Ho provato più volte a parlargli ma lui mi ha
sempre allontanato dicendomi: << Non ci provare baka kitsune! >>.
Anche oggi ho provato a parlargli, a modo mio,
con i miei gesti. Per la prima volta in una settimana eravamo rimasti soli
in palestra, dato che toccava a noi sistemarla. Mi sono avvicinato alle sue
spalle e l’ho abbracciato sfregando il mio viso sul suo collo. Solo allora
ha reagito alla mia presenza, ma non nel modo in cui avrei voluto. Si è
voltato, mi ha fissato con uno sguardo gelido e ha detto:
<< Non stavolta Kaede, non sistemeremo i
nostri problemi così. Ho bisogno di tempo, te l’ho detto. Quindi stammi
lontano. >>
<< Sì, mi hai detto di aver bisogno del tempo,
ma fino a quando mi ignorerai? Allora? E poi si può sapere dove sei andato a
finire? Ieri ho incontrato tua madre e mi ha chiesto di andarla a trovare
uno di questi giorni, insieme a te. Ne desumo che lei non sappia nulla. >>
<< Ehi, kitsune, non hai mai parlato così
tanto, peccato che tu abbia sbagliato momento. E poi non sono affari tuoi
quello che faccio. >>
E poi se ne è andato e io non sono riuscito a
dire nulla. (sai la novità! NdA. Ma come ti permetti? Scrivi invece di
parlare? NdR. ç______ç NdA ).
<< Non so più che fare! E tu? Cosa mi dici?
Più fortuna di me? >>
Le parole di Akira mi riportano alla realtà.
Guardo i baffi di fumo salire e mi sento a pezzi.
<< Più o meno come a te. >>
Restiamo in silenzio. Akira perso nei suoi
pensieri scruta la città fuori dal bar, mentre io mi limito ad osservare la
mia cioccolata, pensando a quanto il mio do’hao amasse restare, durante le
sere di inverno, sul divano a guardare vecchi film, sorseggiando una grossa
tazza di cioccolato. All’improvviso sento Akira irrigidirsi, alzo lo sguardo
verso di lui e lo vedo osservare meravigliato un punto fuori dal bar.
<< Che cavolo… >>
Non riesce a proseguire. Io cerco con lo
sguardo l’oggetto del suo discorso e li vedo, con le borse della spesa fra
le mani, i volti sorridenti, che camminano fra due rami di folla, che si
apre al loro passaggio. Due ragazze sorridono quando li incrociano e altre
rimangono affascinate. Più li guardo e più mi sembra incredibile, non per il
fatto che fuori tutti li osservino, io per primo sono sempre stato
affascinato dalla sua persona, ma per il fatto che Hana, il mio koibito,
cammini fianco a fianco a Hiroaki. Sembra che stiano parlando e
dall’espressione contenta di Hiroaki suppongo che Hana gli stia raccontando
un’altra delle sue sciocche storie. A me piaceva sentirlo parlare.
<< Che diavolo ci fanno quei due vicini?
Passeggiano come se fossero… >> Akira sembra essersi ripreso dallo shock ma
non riesce a continuare la frase.
Io li riguardo stupiti e mi rendo conto, ora
come non mai, che, in effetti, più che amici quei due in questo momento
sembrano amanti. Ma che ci fa il do’hao con Hiroaki? Anche Akira sembra aver
avuto il mio stesso pensiero perché lo vedo alzarsi e dirigersi alla cassa a
pagare il conto. Mi avvicino a lui un attimo prima che esca come un furia
fuori dal locale.
<< Che hai intenzione di fare, Akira? >>
Lui mi guarda con occhi di fuoco: << Tu cosa
pensi? Non ho intenzione di lasciare il mio koibito nelle mani di Sakuragi.
>>
Io lo prendo per un braccio e lo trascino al
buio di un violetto: << Non so cosa tu ti sia messo in testa ma il mio Hana
>> accentuo la voce su “mio” << non sta con nessuno, non ama nessuno. Perciò
calmati! C’è di sicuro una spiegazione più che logica e io ho intenzione di
scoprirlo, ma non con i tuoi metodi. >>
Akira sembra essersi calmato perché fa un
respiro profondo e mi dice: << Che cosa suggerisci? >>
Distanziati di almeno cinquanta metri ci
mettiamo a seguire i nostri ragazzi. Dopo aver attraversato il parco si
dirigono inequivocabilmente a casa di Hiro. Vedo Akira sussultare quando
entriamo nel quartiere in cui abita. In questa settimana ha provato più
volte ad andare a casa sua, ma Hiroaki gli ha detto che, se solo lo avesse
visto nei paragi, avrebbe chiamato la polizia e con lui sarebbe finito
tutto. Senza accorgermene mi sto innervosendo. Come in un puzzle i pezzi
sembrano tornare ognuno al suo posto e l’immagine, dapprima incomprensibile,
diventa sempre più chiara. E se…?
Finalmente arriviamo. Hiroaki e Hana entrano
in casa mentre io e Akira aspettiamo fuori un altro po’. Stento a trattenere
Akira dall’agire ma questa volta ho intenzione di andare fino in fondo alla
faccenda e quindi ho bisogno di un po’ di tempo. Akira mi guarda perplesso.
Cosa credi che mi piaccia aspettare fuori a crogiolarmi il cuore? Ma ci sono
troppe domande senza risposta. Dove è andato a stare Hanamichi dopo aver
lasciato casa nostra? Perché ogni fine allenamento scappa via come una
furia? Perché sembra così tranquillo?
<< Che intenzioni hai? Guarda che, se restiamo
un altro po’ qui fuori, finisce che chiamano davvero la polizia e non sarà
Hiro, ma bensì i vicini. >>
<< Se magari la smettessi di guardarti attorno
come un cane rabbioso… Comunque credo che sia trascorso abbastanza tempo.
Possiamo andare. >>
Akira si rilassa e mi precede a passo veloce.
Giunto davanti alla porta si ferma e mi guarda. Capisco che non ha il
coraggio di suonare il campanello, perché credo che anche lui abbia iniziato
a sospettare qualcosa e ha paura di capire che non si sbagliava. Mi faccio
strada e senza pensarci su un momento suono il campanello. Si sentono voci
allegre provenire dall’interno e dopo un po’ è un Hanamichi sorridente, e
con addosso solo dei pantaloncini e una magliettina, ad aprirci. Il suo
sorriso svanisce subito e ci invita ad entrare. Dalla cucina esce Hiroaki
con un grembiule indosso e un grosso cucchiaio di legno in mano.
<< Ehi Hana! Allora chi è? >> anche lui appena
ci vede smette di sorridere e istintivamente si toglie il grembiule
appoggiandolo, insieme al grosso cucchiaio, al bracciolo di una poltrona.
Sento Akira irrigidirsi quando si siedono di fronte a noi, l’uno vicino
all’altro. Nessuno prende la parola per primo e per un po’ rimaniamo in
silenzio, io osservando Hanamichi, Akira scrutando Hiroaki, mentre loro due
osservano attenti le loro scarpe.
Mi fa male vedere quello sguardo colpevole sul
viso del mio koibito. Mi chiedo se per caso…
<< Allora è questo che state facendo? >>
Hana e Hiro mi guardano interrogativi.
<< Mentre noi cerchiamo in tutti i modi di
rimediare all’errore fatto voi vi consolate a vicenda! >>
<< Non è come pensi Ede. >>
<< Allora come è Hanamichi? Quante volte ti
sei sbattuto il mio Hiro? >> lo accusa Akira.
Hiroaki si alza di scatto e punta su Akira uno
sguardo di fuoco.
<< Ma come ti permetti! Credi davvero che
farei una cosa del genere? Da quanto tempo ci conosciamo Akira? Eh? E da
quanto tempo stiamo insieme? Come puoi pensare che mi stia consolando con
Hanamichi! Lui è un mio amico, non potrei mai fare una cosa del genere, ma
forse questo non puoi capirlo visto quello che c’è stato fra te e Kaede. >>
<< Allora cosa c’è fra voi? >>
Il silenzio ritorna pesante. Hiro si siede di
nuovo e guarda Hana.
<< Vivo qui! >> queste due parole sono pesanti
come macigni << Non sapevo dove andare, non volevo tornare a casa dai miei e
Hiro si è offerto di ospitarmi. Ma non c’è nulla fra noi! Kaede, Akira,
credeteci. >>
Non so perché ma gli credo. Akira invece non
sembra accettare questa risposta.
<< Ma davvero? Se fosse così allora perché non
avete avuto il buon gusto di dircelo? >> si alza di scatto avanzando verso
Hiroaki.
D’istinto anche Hanamichi si alza e si
posiziona fra loro due, fronteggiandolo. E’ stato sempre molto protettivo
nei miei confronti e vederlo rivolgere le stesse attenzioni ad un altro non
mi piace.
<< Cosa vuoi Sakuragi? Questa è una questione
che riguarda solo me e Hiro! >>
<< Ti sbagli! Voi non avete alcun diritto né
di stare qui né di fare queste scenata. >>
<< Se proprio non ti va bene Akira la strada
la conosci. >> questa volta è Hiroaki a parlare.
Capisco che l’atmosfera si sta scaldando e
cerco di rimediare.
<< Akira siediti. >> lui mi guarda interdetto
ma poi mi asseconda, non tanto perché convinto, ma perché il mio tono non
ammette repliche. << Io vi credo, anche se questo potrà non interessarvi.
Solo che avremmo voluto saperlo da voi. Se davvero non c’è nulla di male in
quello che state facendo, allora avreste potuto evitare questi sotterfugi.
>> anche Hana si tranquillizza e si risiede.
<< Non è come pensi. E’ solo che questi sono
stati giorni terribili e non avevo voglia di iniziare a discutere ancora con
voi, cosa che sarebbe accaduta, se vi avessimo detto tutto. >>
<< Noi abbiamo sbagliato e ne paghiamo le
conseguenze. Stiamo soffrendo da cani per quello che vi abbiamo fatto,
credimi Hiro-kun. Non pretendiamo che possiate perdonarci subito ma che
almeno prendiate in considerazione la possibilità di dimenticare e
ricominciare, di nuovo, insieme. >>
Detto questo Akira si alza e si dirige verso
la porta di ingresso. Anche io lo seguo lasciando sul divano i nostri due
koibito interdetti. Stiamo per uscire quando ci raggiunge la voce di Hana:
<< Anche noi stiamo soffrendo… e comunque
abbiamo bisogno di tempo, non possiamo promettervi nulla… >>
<< Noi ci saremo. Noi vi amiamo e siamo
disposti ad aspettare tutta la vita. Ricordatevelo: in qualsiasi momento
decidiate di perdonarci noi saremo pronti ad accogliervi a braccia aperte.
>>
Fuori la città ci accoglie con il suo fresco
tramonto. Io e Akira camminiamo in silenzio per le strade della città,
proprio come all’inizio di questo pomeriggio. Solo che ora mi sento più
sereno come se una luce si fosse accesa nella stanza buia della mia vita.
Guardo Akira e vedo che anche lui è più
tranquillo. Adesso potremmo davvero aspettare e mai prima d’ora l’attesa ci
sembrerà più dolce. Qualcosa mi porta a sperare che tutto si risolverà per
il meglio.
FINE SECONDA PARTE
Autrice: ahhhhhhhhh! Non credevo di riuscire a
scrivere una seconda parte così presto.
Ru rivolge all’autrice uno sguardo assassino:
si può sapere che combini? Perché il mio Hana è andato a vivere con quello
scorbutico di Koshino?
Sendo: ehi Ru! Lascia stare il mio koibito!
Autrice non curante si toglie le cuffie dalle
orecchie: ah ciao Ru! Quando sei arrivato? E tu Akira?
Ru leggermente arrabbiato: mi prendi in giro?
Autrice falsamente innocente: io? Non mi
permetterei mai!
Sendo: mia cara megagalattica scrittrice, vate
del nuovo millennio, quando deciderai di ridarmi il mio adorato koibito?
Autrice: *____________* Akira!
^_________________^ ( in realtà si è fermata alla prima parte del discorso
del porcospino! ). Mio caro Akira, per te questo e altro...
Sen rivolto a Ru: hai visto? Con le buone
maniere si ottiene tutto! ^_________________________^
Autrice continua il discorso lasciato
incompleto: ……….. fra una decina di capitoli circa (forse…).
Ru: che dicevi circa le buone maniere?
Sen: ç____________ç- Ehi un attimo! Ma dove
sono Hiro-kun e Hana?
Si sentono degli strani rumori provenire dalla
camera di Hiro.
Ru e Sen prima di svenire: cheeee??????????
Autrice: poverini! Dovrei svegliarli?- poi si
dirige in camera di Hiro a spiare, ma vede solo quei due broccoli impegnati
a giocare alla Play- ma tu guardali! E io che volevo prendere appunti!
Comunque, sarà per la prossima volta! Ciriciao!
Importante:
i personaggi non appartengono a me ma al mitico Takehiko Inoue, ecc… ecc….
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