Free Talk 3: Ohh!!! "Glèma cavedà!"(significa: ce l'abbiamo fatta^^) come si
dice da noi! Ecco a voi il tanto sospirato terzo cap^^. Non mi dilungo,
sennò rompo.. allora, dedicato a Kara (la fic è di sua proprietà^^) e a
tutti quelli che la leggono, con un ringraziamento particolare a Naika e a
Parsi da cui ho preso il nome per la sorella di Rukawa^^!!! Un bacione a
tutti quanti e un grazie grande grande per essere arrivati fin qui^^!!!!!
 


Voci nella notte

parte III

di CastaliaRimu



<<No! Non è possibile!!!>>

E invece sì. A quanto pareva era successo quanto aveva temuto.

-Fratellino adoratooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!-

La ragazza sorridente gli si catapultò tra le braccia, mentre Kaede, nel
tentativo di non cadere sotto quell'assalto, si aggrappò al braccio della
persona che stava al fianco della sorella.

Quando il ragazzo moro riuscì a ribilanciarsi sulle gambe, sollevò lo
sguardo, sistemandosi una ciocca d'ebano che gli era scivolata come una
frustata sugli occhi per l'impatto.

E lì il cuore gli si fermò per un momento, mentre esalava inconsapevolmente
dalle labbra un :

-No...-

Ecco, quello che temeva si era avverato. D'altra parte, chi altri avrebbe
potuto accompagnare la sorella da lui in così breve tempo? ... Senza contare
le spese del biglietto aereo....

Il suo dolore più recente gli si affacciò alla mente, mentre tentava
disperatamente di ricacciarlo nel proprio cuore, dove fino a quel momento
aveva riposato.

Lui...

-Akira...-

-Hei, voi due chi accidenti sareste?! Io di altra gente in casa non ne
voglio, chiaro??-

La ragazza mora si volse verso il rossino, osservandolo di sbieco per un pò,
sorridendo poi a trentadue denti dopo aver tratto le proprie conclusioni.

-Nooo! Ma figurati se noi veniamo a DISTURBARE, veero Senducciooo??-

Il sorridente ragazzo dai capelli a punta fece un bellissimo sorriso in
direzione di Sakuragi, tornando poi a scrutare negli occhi Kaede.

-No, non credo proprio...-

Gli occhi neri che scavavano a fondo in quelli blu di Rukawa.

Il ragazzo soggetto a quello sguardo penetrante vene scosso
impercettibilmente da un lungo brivido, anche se dentro di sè era più che
mai in ansia.

<<Se è venuto, non potrò stare affatto tranquillo..>>

Il rossino si piantò le mani ai fianchi, spostando il peso del corpo da una
gamba all'altra in gesto scocciato.

-Meno male! Questa maledetta volpaccia è già abbastanza da sopportare!-

Anna fissò lo sguardo nel suo, spandendo energia positiva da ogni poro.

<<Hihihi...Vedo che questo ghiacciolo di un fratello ha già fatto colpo!>>

Fece alcuni passi verso Hanamichi, sempre sorridendo, anche se la sua
espressione aveva preso una piega decisamente maliziosa..

Quando fu a pochi centimetri da lui, chinò appena il volto verso il suo,
sussurrandogli lieve:

-Vedi di non farlo soffrire, o ti spezzo le braccina^^..-

Il rosso fece un piccolo balzo all'indietro, alzando un pugno minaccioso.

-Che cos'è che vorresti fare al grande genio, ragazzina??-

Gli occhi gelidi e minacciosi di Kaede si piantarono in quelli di Sakuragi,
facendolo fremere ancora di più.

-Non alzare le mani su mia sorella.-

Secco, senza nessuna inflessione nella voce.

Un lama fredda che fende l'aria.

Anna fece una risatina, strizzando l'occhio ad Hanamichi.
Mosse poi piano le labbra, mimando le parole e senza tuttavia emettere un
suono.

-Mi sa che hai fatto colpo, tesoro!-

Il rosso avvampò in preda alla confusione più totale. Ma che diamine gli era
venuto in mente di permettere al preside di affibbiargli quella rogna??

-Uff...-

Anna battè le mani.

-Molto bene Kae! Adesso noi leviamo le tende! Se hai bisogno, siamo
all'hotel Yamagara in centro! Bye, good luck brah'!(<---Brother in slang
americano^^)-

-Nee-chan!!-

-Hihihi...-

I due scomparvero lungo la via, dopo che Sendoh ebbe lanciato un'ultima
occhiata assassina a Kaede.

<<Kami...perchè?>>

Perchè anche sendoh?! Era stato lui ad andarsene da lui nel momento più
importante, proprio perchè...perchè lui..lui...

-Hei, kitsune vedi di spicciarti, non ho intenzione di rimanere qui impalato
ancora per un solo minuto!-

-Non chiamarmi Kitsune, do'aho.-

Il ragazzo moro mosse con estrema eleganza i propri passi verso il rossino,
sorpassandolo.

-Non darmi dell'idiota, baka kitsune!-

-Tsk.-

Il sole rosso, spargeva i suoi raggi sui due ragazzi, diegnando sfumature
dorate sulla pelle diafana di Kaede, brillandogli negli occhi blu, come in
una perfetta comunione dell'oro nel mare.

Hanamichi, senza rendersene conto, si perse nella contemplazione della
luninescenza che il bacio caldo del sole dipingeva sull'altro ragazzo,
completamente confuso e affascinato da quella visione ultraterrena al
proprio fianco, mentre il rosso del sole si fondeva col carminio dei suoi
capelli, facendone lava.

<<Sembra quasi un angelo decaduto, un bellissimo Lucifero..>>

Hei, no, ferma un attimo!! LUI che guardava come una femminuccia imbambolata
quella maledetta kitsune che gli era piombata tra capo e collo
all'improvviso?! LUI che pensava che un altro ragazzo era.."bellissimo"??!

<<Ma dico, stiamo dando i numeri??!!>>

Lui amava Harukina cara, delicata, dolce e bella e...

E comunque, in quel momento, lui non riusciva a staccare gli occhi da quella
spece di apparizione. Sebbene si sforzasse di obbligare la propria mente ad
andarsene altrove, il suo corpo traditore, reagiva come calamitato da quello
dell'altro, in quel tiepido pomeriggio estivo...

Arrivarono, dopo circa mezz'ora, di fronte ad un piccolo condominio scarno,
di uno slavato color pesca.

-Che hai da guardare kitsune? La mia umile dimora non è alla tua boriosa
altezza?-

-do'aho.-

-Grrr...-

Hanamichi infilò la chiave nella toppa del portoncino di legno, facendo
scattare la serratura con un gesto secco.

Si mossero poi verso il centro del piccolo edificio, quando il rossino si
fermò dinnanzi ad un malandato ascensore.

Premette un bottone verde, mentre i meccanismi si mettevano in movimento
cigolando sinistramente.

<<Ma questo mi vuole uccidere!>>

Come intuendo il suo pensiero, Sakuragi si volse appena verso Kaede.

-Non provare a lamentarti, questo è quello che mi posso permettere, se non
ti sta bene, vattene in albergo dai tuo amici!-

<<E secondo te io mi perderei quest'occasione? sei proprio un do'aho.>>

L'ascensore arrivò, fermandosi con un forte clangore al loro piano.

Il cubicolo era strettissimo, e Kaede non potè evitarsi di lanciargli
un'occhiataccia, anche se l'idea di stare a così stretto contatto col
rossino, non gli dispiaceva affatto.

Come entrambi si furono magistralamente incastrati nel ridottissimo spazio a
disposizione, l'ascensore ripartì verso il piano più alto con quello che si
potrebbe definire un gemito di dolore.

Il moretto, si ritrovò a strusciarsi accaldato contro il corpo del rossino,
che diventava sempre più rosso in viso, avvicinandosi man mano alla sfumatura
dei propri capelli.

<<Dannata Kitsune, stai un pò ferma, maledizione!>>

In effetti, sebbene Rukawa non si muovesse in quel modo per provocarlo, lo
stava facendo senza accorgersene, gettando Hanamichi nel panico. Il suo
corpo non gli dava più retta da un pò ormai, iniziando ad avere reazioni
piuttosto esplicite sul rimescolio che gli si agitava dentro.

<<Mi sto eccitando a contatto con un uomo! Un uomo cavolo!!>>

Arrivarono al piano e il rossino tirò inconsapevolmente un lungo sospiro di
sollievo, che però venne immediatamente percepito da Kaede che sorrise
interiormente.

<<mmh..ma guarda un pò..>>

Entrarono nel piccolo appartamento, completamente in disordine.

-Che è successo qui, è passato un uragano?-

Chiese Rukawa, osservandosi intorno.

-Che ti ho detto prima Kitsune?!-

Hanamichi gettò con stizza la giacca di pelle sulla poltrona già
sovraffollata da una miriade di altre cianfrusaglie.

-Nh.-

-Che mugugni volpe?! Vedi di muoverti a sistemarti. Nel'altra stanza ho già
steso i futon.-

Kaede si mosse pacatamente verso la camera da letto, rimpiangendo il suo
comodo letto sollevato dal pavimento.

La larga stanzetta, era completamente in ordine, nulla era fuori posto. Un
delicato profumo di margherite aleggiava nella camera.

Guardandosi intorno, il ragazzo moro notò un piccolo altarino, due piccole
pietre nere e un vasettino di porcellana in cui erano immersi i delicati
fiorellini bianchi. Un'incensiera blu, spiccava piena di bastoncini mezzi
consumati dietro alle pietre nere.

Che cos'erano quelle?

Non ne aveva mai viste, nemmeno nelle fotografie che spesso sua madre gli
mostrava quando era piccolo, del suo paese natale lontano.

Abbandonandole con lo sguardo, decise di mettere a posto quella poca roba
che aveva con sè in quel momento. Le valige, le aveva lasciate nella
palestra a scuola, pensando di ritirarle non appena avesse trovato un
albergo. Non aveva voglia di portarsele dietro al traino...doveva dar retta
ad Anna riguardo alla quantità di cose da portare con sé.

Quando ebbe finito, lo sguardo gli ricadde sulle due pietre levigate,
appoggiate a due piccoli piedistalli dorati.

Avrebbe voluto chiedere a Sakuragi cosa fossero, ma inspiegabilmente, un
senso di disagio gli serpeggiava nelle vene a quel pensiero.

Tronò nell'altra stanza, scoprendo il rossino ai fornelli.

Fischiettava allegramente una piccola canzoncina.

Lievemente gli comparve alle spalle, allungando piano il collo verso quel
che stava facendo friggere in una padella.

-Che stai cucinando?-

Lo sussurrò piano, vicino al suo orecchio, una calda e vellutata carezza che
fece sussultare con forza il rossino, che si voltò, rosso in volto verso di
lui, la padella e le bacchette in entrambe le mani.

-Che ti salta in mente baka kitsune!Vuoi farmi prendere un infarto a
sibilare con quella tua vociaccia da serpente nelle mie orecchie?!-

Rukawa ci rimase male. Anche se il suo gesto era esplicitamente malizioso,
nessuno si era mai permesso di dire che lui aveva una "vociaccia da
serpente"!

<<E va bene, vuoi la guerra?>>

Il moro allungò le mani diafane verso la padella ed i bastoncini di legno,
togliendogliele sfiorandogli le dita con le proprie, posandole sul ripiano
retrostante; il volto pallido a pochi centimetri da quello del rossino.

-Io avrei una voce da serpente?-

Era un sussurro sensuale, che fece divenire definitivamente di brace
Hanamichi, ormai col fiato corto.

Le due pupille blu, fisse in quelle color cioccolato dell'altro, paralizzato
contro di lui, i due corpi che si sfioravano.

-Dov'è la doccia?-

-He..?-

-Ho chiesto dov'è la doccia, do'aho..-

Il rossino, a quella parola, si riscosse improvvisamente, scostandoselo di
dosso velocemente.

-La doccia è in fondo al corridoio a sinistra! Muoviti che non ho intenzione
di cenare tardi per colpa dei tuoi comodi!-

-Nh.-

***

Il getto d'acqua lo colpiva forte, massaggiandogli i muscoli indolenziti
dalla stanchezza accumulata, facendolo spesso sospirare di piacere sotto
quella energica carezza.

Non aveva intenzione di lasciarsi scappare quel ragazzo.

Lo aveva folgorato subito, dal primo momento che lo aveva visto.

Aveva un faccino incredibile, anche se lui stesso non se ne rendeva conto;
quella stupida ochetta che corteggiava, doveva avere qualche rotella fuori
posto a rifiutarlo.

E poi, doveva dimenticare.

O meglio, doveva dimenticare LUI.

Akira Blackwood Sendoh...Il suo primo amore, colui a cui aveva aperto il suo
cuore e che lo aveva preso in giro sin da primo momento in cui gli aveva
fatto credere che lo amava davvero.

<<Che immensa sciocchezza...>>

Tutto sembrava andare bene, finchè un giorno non lo scoprì a letto con un
altro.

"Tu non ti lasci scopare e io non ho intenzione di mettermi la cintura di
castità!"

Così gli aveva detto, in quel momento.

Non aveva voluto fare l'amore con lui subito perchè non se la sentiva, aveva
paura di non essere all'altezza di uno esperto come Akira e voleva aspettare
di accumulare un pò più di sicurezza in sé stesso per non deluderlo... e
questo era stato il risultato.

Tutto quel che gli aveva detto non era altro che una scusa per portarselo a
letto.

In fondo era stato meglio così, anche se in quel momento si era sentito
morire, il cuore ridotto ad un ammasso di cocci che credeva non sarebbe
riuscito a rimettere insieme.

Ormai erano passati cinque anni, ed il dolore si era acquietato giorno dopo
giorno, sempre più, nonostante quel che credeva.

Purtroppo però, se lo era ritrovato di fronte così all'improvviso ed era
stato come se gli avessero tirato una secchiata d'acqua gelida in faccia.

E tutto era nuovamente tornato, le ferite si erano riaperte.

Lui non voleva più soffrire. Aveva sofferto anche troppo.

Anna non sapeva nulla di questa storia, solo per questo non era ancora
andato da lei e le aveva tirato il collo.

Chiuse il getto dell'acqua, avvolgendosi nell'asciugamano candido che aveva
trovato piegato dentro un mobiletto del bagno, strofinandosi i capelli con
le mani, lasciando che le goccioline ristoratrici gli scivolassero lungo il
corpo, alleviando l'afa estiva.

Giunse in cucina, un forte profumo di pietanze sconosciute impregnava
l'aria; si avvicinò ad una delle grandi porte scorrevoli che davano sulla
strada dalla quale erano venuti...

Due donne anziane discutevano animatamente di cose che riguardavano il
mercato del giorno dopo, di quello che la vicina aveva detto riguardo al
nuovo arredamento della sua casa, dicendo che mancava completamente di senso
estetico. Un cane gironzolava tranquillo annusando tra i bidoni alla ricerca
della cena ed un paio di bambine si rincorrevano per il giardino di una casa
dall'altra parte della strada, ridendo quando una delle due inciampava e
cadeva a terra.


Hanamichi non si era accorto della silenziosa presenza di Rukawa,
continuando a cuocere il condimento da mettere sul riso che aveva bollito.

Una bacchettina gli cadde dalle mani,e si affettò a chinarsi più in fretta
che poteva lanciando un imprecazione colorita riguardo al fatto che le
verdure si sarebbero bruciate.

Una mano candida e umida s'incontrò con la sua, mentre anch'essa pareva
intenzionata a recuperare il bastoncino di legno dal pavimento, alzò
lentamente lo sguardo, passandolo sulle gambe tornite, sull'esigua copertura
che l'asciugamano bianco forniva ai suoi fianchi, al profumo incredibile di
incenso che emanava quella pelle candida, alle goccioline d'acqua che ancora
riverberavano intrappolate nella cesellatura dei muscoli e a quei due occhi
da infarto che lo fissavano tutt'altro che freddi, intenti a scrutarlo con
la sua stessa attenzione.

-...verdure.-

-Come?-

-Si stanno bruciando le verdure, do'aho.-

Il rossino si voltò di scatto verso il piano cottura, osservando per un
attimo sgomento il fumo nero che si alzava dalla padella.

-Kusoo!!!-

Spense in fretta e furia il gas, versando quel che rimaneva delle verdure in
una ciotolina che si era preparato, faticando a staccarne alcune che si
erano attaccate alla padella con tutte le loro forze, annerendosi.

-Maledizione! Maledizione a te stupida kitsune!-

-Io?-

-Uffa!!!-

-Perchè?-

-Perchè cosa?!-

-Perchè dici che è colpa mia?-

Il rossino fece scorrere ancora una volta lo sguardo su quella figura
splendida dinnanzi a sé, perdendo il filo del discorso, perso nella
contemplazione di quei muscoli guizzanti che modellavano la pelle liscia e
soffice.

Un lampo passò nelle pupille blu di Kaede.

-Che hai?-

Chiese con tono lento e caldo, incatenando gli occhi scuri di Hanamichi ai
suoi.

<<Io..io...!>>

Il rossino si mosse di scatto, intrappolando le labbra morbide e soffici di
Rukawa con le sue, passandogli le mani sulla schiena fino a serrarle con
forza sui fianchi, stringendoselo contro possessivamente, facendogli
spalancare gli occhi ed emettere un sommesso gemito.

La lingua calda di Hanamichi passo lungo i contorni della bocca dell'altro,
schiudendola, mentre intrappolava la lingua di Kaede in una danza frenetica
con la sua.

Le mani pallide del moretto si mossero fino ad infilarsi sotto la maglietta
di Sakuragi, che, con un rapido gesto sollevò le braccia finendo di
sfilarsela da solo, interrompendo il bacio, avventandosi poi nuovamente su
quelle labbra ora turgide e rosse per la violenza con cui le aveva divorate,
mentre Rukawa lasciava cadere l'asciugamano a terra.

Per respirare, i due si separarono nuovamente, lo sguardo affamato di
Hanamichi che passava sul corpo completamente nudo del compagno, mostratosi
in tutta la sua bellezza, quasi dorato sotto la luce gialla della cucina.

<<Kami...sto perdendo la testa..>>

Lo prese per mano, trascinandolo verso la camera da letto, accompagnandolo
lentamente verso il sottile materasso del futon, senza riuscire a scollare
lo sguardo da quello blu profondo dell'altro, senza riuscire ad impedire al
proprio respiro di calmarsi.

Come furono uno sull'altro, il moretto gemette al contatto della sua
erezione col ruvido tessuto dei jeans, divincolandosi appena sotto di lui.

Hanamichi si sollevò immediatamente, liberandosi degli ultimi indumenti che
ancora indossava, avventandosi sul collo candido di Kaede, passando la
lingua sulla vena pulsante, succhiandola poi con forza in un unico punto,
dove avvertiva il sangue scorrere più forte.

Quando il rossino giunse a vellicare la punta di uno dei due capezzoli, un
gemito spezzato sortì dalle labbra di Rukawa, mentre s'inarcava verso il
compagno.

La bocca bollente di Hanamichi prese a torturare il capezzolo roseo
inturgidito, alternando lingua, labbra e piccoli morsi, mentre il moretto
ansimava sempre più forte, lasciandosi sfuggire un gemito più forte quando
una mano dell'amante salì a prendersi cura dell'altro capezzolo.

Le labbra del rossino si avventarono su quelle rosse e umide del compagno
quasi a volerlo soffocare, tanta la passione messa nel bacio, assorbendo i
gemiti e gli ansiti che nascevano dalla gola di Kaede, quando la mano che
prima torturava un capezzolo iniziò a muoversi con frenesia sull'eccitazione
del moretto.

Le unghie di Rukawa si piantarono nella schiena di Hanamichi, quando anche
la bocca prese a seguire le forme del suo corpo, passando la lingua
nell'intarsio dei muscoli, tuffarsi nell'ombelico per poi mordicchiare
delicatamente la pelle morbida dell'inguine, lappandola a tratti con la
lingua.

Una serie di gemiti inarticolati e privi di qualsiasi controllo uscivano
sempre più veloci dalla bocca di Kaede, che s'inarcava impaziente verso la
bocca e le mani di Sakuragi.

Quando poi la sua erezione penetrò la bocca dell'amante, Rukawa lanciò un
vero e proprio urlo.

-Hana!-

La bocca del rossino prese a muoversi sempre più velocemente su di lui,
portandolo a contrarsi fino allo spasimo, mentre le urla che lanciava
aumentavano di frequenza ed intensità.

-Hana..Hana..Ah!..Hana..Ahh!Hana..Lasciami!...Lascia..Ah!-

In ascolto a questa preghiera, Hanamichi interruppe il suo movimento,
risalendo fino al suo viso, aspettando che i reciproci respiri si calmassero
appena.

D'improvviso, osservando quel bel volto sudato, si sentì tremare, spaventato
da sé stesso.

<<Ma cosa sto facendo?! Questo..questo è sbagliato..è una follia!>>

Gli occhi gli si strinsero fino al limite, nella consapevolezza di quel che
stava succedendo, nelle condizioni in cui entrambi si trovavano ad essere in
quel momento..

<<Oh, kami...!>>

Si staccò dal corpo bollente di Kaede, sedendosi al suo fianco, prendendosi
la testa tra le mani.

Dopo un attimo, avvertì un leggero fruscio al suo fianco, una mano levigata
gli carezzava un braccio.

-Hana?-

Il rossino si strinse ancor più in su sé stesso, le gambe che si univano
contro il corpo.

-Io..che ti ho fatto..?!-

Un corpo caldo si premette contro il suo, due braccia morbide gli
avvolgevano le spalle.

-Hana, calmati, non è successo nulla..nulla che anch'io non volessi.-

Il rossino sollevò il capo, andandosi a specchiare nel profondo blu di
quegli occhi così vicini al suo viso.

Due labbra soffici si posarono sulle sue in una dolce carezza, mentre
entrambi si risdraiavano sul futon.

Una mano gli accarezzava il volto tirato, mentre quella soffice carezza gli
percorreva tutto il viso, ricoprendolo con una cascata di baci.

-Fermati...fermati..è sbagliato..tutto questo..-

-No, non lo è...non lo è se anche tu lo desideri..-

-Io...-

-Lo desideri?-

-Io..io...-

Gli occhi, che di nuovo si specchiano, gli uni negli altri, il respiro
tiepido, che sfiora le reciproche pelli.

-Lo desideri?-

Con un gemito doloroso, Hanamici ribaltò le posizioni, affondando la lingua
in quella calda cavità, esplorandola in profondità.

-Sì..-

Ed a quel punto, tutto dentro di lui, sembrò esistere solo in funzione
dell'istinto.

La punta del suo membro premeva impaziente contro la sua apertura, mentre le
mani esploravano i corpi, mentre le bocche si cercavano in piccoli baci
frenetici e bagnati.

Kaede allacciò le gambe contro la vita di Hanamichi, muovendosi in una lenta
carezza.

-Hana..ti voglio..-

Con un sospiro rauco, il rossino prese ad entrare lentamente in lui, vedendo
il contrarsi del suo volto dolorosamente, un piccola lacrima che scorreva
veloce lungo una guancia, un sospiro spezzato.

<<E' così stretto..così caldo e morbido..>>

Pian piano, prese a muoversi dentro quel calore, inebriandosi degli ansimi
che nascevano e crescevano da ciascuno, dalle sensazioni incredibili che si
scatenavano come tante scosse, sempre più forti, che gli facevano venire la
pelle d'oca.

Quel corpo morbido s'inarca contro di lui, gemendo, urlando quasi,
aggrappandosi alla sua schiena con forza, mentre accompagnava le sue spinte
sempre più urgenti, sempre più violente.

E alla fine, l'orgasmo, quel sentirsi investire da una sensazione così
sublime, così forte, la mente che perde ogni logica, ogni contatto con
qualsiasi altra cosa che non siano le sensazioni amplificate fino allo
spasimo.

Il chiamarsi per nome, reciprocamente, nello stesso istante e l'affanno...


***


<<Il modo sembrava essersi sfaldato, così, all'improvviso.

Tutto perde i propri contorni...

Questo calore, accanto a me è come se fosse divenuto l'unico capace di
scaldarmi..

Che cos'è questa sensazione?

Questa idea di pienezza...come se nulla più mi mancasse, di ciò che non
possedevo e desideravo.

Si potrebbe chiamarlo..affetto?

Sì, credo di sì...

Amore,no di certo...non ancora, per lo meno...ma sento che potrebbe
diventarlo..

Finalmente ho compreso, che ciò che mi fece soffrire con lui, fu il fatto
che non amavo quel che potevo stringere tra le mani...ma solo un'idea, una
specie di visione che sognavo, nella mia ingenuità...

Adesso, non ho più bisogno di vivere di sogni...

Perchè adesso, ci sei tu, con me..>>

Rukawa si volse, accoccolandosi nell'abbraccio di Hanamichi, che lo strinse
di più a sé.

-Sei ancora sveglio Kaede?-

-Sì..-

-Quando andrai via?-

-Come?-

Gli occhi che non s'incrociavano, solo i sussurri si rincorrevano.

-Quando ripartirai per l'America?-

-Perchè mi chiedi una cosa del genere adesso?-

-Non lo so...-

Un ticchettio, l'orologio che segna le due.

-Ho ancora sei mesi.-

-Mmh..-

-Non ho voglia di pensare a questo, ora..C'è tempo...-

-Sì, va bene Ru..-


***


Il giorno seguente, si recarono entrambi a scuola, tra le chiacchiere
incessanti di Hana e il solito silenzio di Kaede, anche se ogni tanto, il
moro sorrideva lievemente in una maniera così bella che il suo essere etereo
veniva esaltato fin quasi a farlo divenire ultraterreno.

Non aveva mai più sorriso, dalla morte dei genitori, nemmeno a sua sorella.

E questo, lo stupiva e lo spaventava allo stesso tempo.

Alla fine delle lezioni, quando entrambi si recarono in palestra per
recuperare le valige di Rukawa, di esse non ve ne era traccia.

-Ma sei sicuro di averle lasciate qui Ru?-

-Certo.-

-E com'è che sono sparite?-

Alcuni minuti di silenzio scesero nell'ambiente.

Kaede mosse diversi passi verso l'uscita, dando tutta l'impressione di
volersene andare, così di punto in bianco.

Hanamichi lo seguì, fissandolo interrogativo.

-Che ti prende ora?-

-Le ha portate via Anna.-

-Eh? E tu come fai a saperlo?-

-Lo so.-

-Mah, a volte proprio mi sembri solo una stupida kitsune!-

-Do'aho.-

-Ruuu!-

All'uscita dall'edifico, chiamarono un taxi, recandosi all'albergo dove
alloggiava la sorella di Rukawa.


***

Quei due occhi neri, neri come una notte senza luna, immersi nei suoi, un
corpo freddo e rigido, contro il proprio.

-Lasciami.-

-Cosa ti fa pensare che io voglia farlo?-

Un movimento brusco, per tentare di liberarsi da quella stretta, ma nulla,
solo altro indolenzimento.

-Lasciami.-

Quegli occhi duri e lucidi, ancora più vicini.

-Perchè a lui sì?-

Un altro scatto brusco.

-Non mi pare che questo debba importarti.-

Due mani forti, strette come una morsa alle proprie, un sommesso gemito di
dolore.

-Io...dopo tutto il tempo che ti ho atteso! Perchè?!Adesso me lo devi dire,
Kaede!-

Gli occhi blu, come due folgori, tremendi e freddi, come un lampo nella
notte di quelli di tenebra dell'altro.

-A te non è mai importato nulla. Non mi hai mai veramente visto. Nei tuoi
occhi non si riflettono che le ombre, Akira!-

Quel corpo freddo che si scosta, con un sussulto forte, una luce ancor più
oscura sul bellissimo volto.

-Questa me la pagherai, ricordatelo bene. Quando sarà il momento, non potrai
più scivolarmi via dalle dita!-

Un porta che sbatte, un lungo sospiro, aria nei polmoni contratti.

Da quando era arrivato all'hotel, Sendoh non lo aveva abbandonato un secondo
con lo sguardo e quando lui si era diretto ai bagni, gli era piombato addosso
in quel modo.

<<Maledetto..>>

-Ruuuuuuuuuu!!!- -Kaeeeeeeeeeeee!!!-

Le voci squillanti della sorella e dell'amante, lo riscossero dalle sue
oscure memorie.

Una mano diafana riassettò i vestiti in disordine, scorse nella seta nera
dei capelli.

<<No Akira, non mi porterai via la felicità anche questa volta...adesso i
miei occhi sono aperti e non li chiuderò di nuovo, non per la tua
follia..Loro sono miei, sono la mia vita e tu non me li toglierai!>>

I due caldi occhi blu della sorella, che lo affiancava assieme a Sendoh, gli
trasmisero una grande complicità e, una dolcezza che non aveva mai visto in
lei.

Le lebbra della ragazza si mossero nel silenzio:

-Sii felice, fratello mio..-

Una mano forte, gli scivolò attorno alla vita, assieme al calore del braccio
bronzeo del suo amante, volgendosi verso di lui.

Due profondità nocciola lo avvolsero, scaldandogli le membra, riportandogli
alla mente la gioia che aveva toccato assieme a quella meravigliosa creatura
solo poche ore prima.

-Che hai Kae? Sei pensieroso..-

Uscirono all'aperto, nel largo cortile dinnanzi all'albergo.

Kaede rivolse il viso al cielo.

-Oggi è davvero una splendida giornata..-

Fine^^




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