questo capitolo è un mistero anche per me^^''''!
Dedicuccia: Allora, questa fic è stata scritta appositamente per Kara, ed è
quindi dedicata interamente a lei^^. Mi auguro solo che mi perdoni se non
sarà una cosa che le piacerà...gomen!!!! Ah, cocchina, non voglio più
sentirti triste per nulla, sai? E non provare a giustificarti con la
faccenda del neo!!!!
Però, un grosso ringraziamento va anche tutte le persone della ml che mi
sostengono e mi sopportano e leggono le mie follie nonostante tutto!! Un
grande augurio ad Akane per una pronta guarigione!!!
Ok, adesso la pianto di blaterare, e vado con la fic^^'''''!!!!
 

 


Voci nella notte

parte I

di CastaliaRimu



La mattinata era caldissima, l'afa dell'estate si era completamente
appiccicata ai suoi vestiti, lasciando crescere un incessante senso di
fastidio.

Kaede odiava l'estate, era la stagione più assurda ed insensata che potesse
esistere.

A che serviva l'estate?! D'accordo per la primavera -già di per sé
terribilmente odiosa-, con i fiori, i campi verdi ed altre stronzate sul
genere, ma l'estate?!

Non aveva nessuna utilità, nemmeno la più piccola! Serviva solo per rompere
le scatole a chi viveva già in condizioni poco piacevoli, come lui.

<<Stagione del sole di merda...>>

questo era il suo pensiero fisso, ogni momento della giornata in quello
stramaledettissimo mese di Luglio.

Sebbene fosse nato e cresciuto in America - per via di suo padre natio di
New York- (Ohi, ma te la fantasia sotto le scarpe
proprio-_-;;;!!NdKae;__________;!NdGiu). Aveva vissuto i suoi migliori anni
a Los Angeles, ed era anche stato ad un passo dal riuscire ad entrare in una
della più prestigiose università della zona.

Cosa era successo? Beh, due parole: Scambio culturale.

Così gli avevano giustificato quell'immane insensatezza che gli era piombata
addosso.

Lo avrebbero mandato per sei mesi in Giappone, per uno scambio con uno
studente di lì, che a sua volta avrebbe frequentato la sua scuola per sei
mesi.

E lui non aveva, quindi, il tempo di preparare gli esami di ammissione per
l'università.

Aveva urlato e strepitato col preside per giorni, arrivando anche sull'orlo
di insulti pesanti perchè lui alle suppliche non si sarebbe mai abbassato;
anche se erano proprio quelle che quell'uomo voleva. Kaede Cleevers Rukawa
era odiato dal preside Clayton Baxter proprio perchè era mezzo orientale.

Il tizio era conosciuto anche come il paladino della discriminazione
razziale.

Wow..un bel passo avanti nei suoi tentativi, non c'è che dire!

E quindi che altro poteva fare?

Proprio nulla, maledizione nulla!

Stava attraversando il parco, quando si trovò davanti una bellissima
fontanella zampillante e, ringraziando il cielo mentalmente, Rukawa le si
avventò letteralmente addosso. Si bagnò anche i capelli, temeva in effetti
che gli sarebbe andato a fuoco il cuoio capelluto, altrimenti.

Scuotendo i capelli neri per sgocciolarli e sbottonandosi elegantemente la
camicia blu notte, riprese la passeggiata fino al suo appartamento.

Attraversando la strada all'uscita del parco, si ritrovò proprio di fronte
ad uno splendido bar-gelateria che, incredibilmente non aveva mai notato.
Goloso di gelati com'era, poi la cosa lo lasciava perplesso. Avvicinandosi
al locale un poco, notò che sulla porta vi era uno sgargiante cartello
multicolore che mostrava la scritta a caratteri rosso fuoco di
"Inaugurazione".

Evvai, il caldo lo aveva davvero tramortito! Per non vedere una scritta
simile il suo cervello doveva essere rimasto sul comodino, quel giorno.

<<Bah, in fondo che accidenti me ne frega?>>

Spinse la porta che si aprì scampanellando. Un magnifico profumo di gelato
alla frutta gli riempì le narici, rilassandolo notevolmente dai pensieri che
lo stavano rodendo.

Tanti piccoli tavolini circolari erano ordinatamente disposti all'interno
del bar, dando una piacevolissima sensazione di ordine e pulito.

Fece un paio di passi all'interno, andando diritto al bancone dei gelati.
Non aveva tempo di fermarsi, altrimenti non sarebbe riuscito a preparare
tutto per la partenza del giorno seguente.

-Buon giorno, in che cosa posso servirla?-

La giovane commessa era subito accorsa, non appena lo aveva visto, sebbene
non ci fosse nessun altro cliente nel locale, rendendo inutile quella
immediatezza.

Ma sostando lo sguardo blu azzurrino in quello nocciola di lei, notò subito
la famelicità con cui la tipa lo stesse squadrando da capo a piedi.

<<Dio, ci mancava anche questa cretina! Di sicuro adesso comincerà rompermi
con le sue moine da ragazzina...che altro può succedere ancora?!>>

-Kaeeeeeeeeee!!!!-

<<Ecco appunto..>>

Un fagotto profumato di fragole gli si catapultò addosso con una serie di
schiamazzi incoerenti.

La tipa dei gelati era senza parole.

-Per la miseria Anna levati da addosso!-

La nuova arrivata si staccò a malincuore da lui, piantandosi poi le mani ai
fianchi, un graziosissimo broncio stampato in faccia.

-Sei un maledetto egoista fratello, che ti costa un abbraccino?? Mica ti
consumi!-

-Questo è da vedere..-

-Antipatico!!!-

Una linguaccia.

<<Che sorella idiota..>>

-Ha-hem, mi scusi signore, cosa le servo?-

Kaede si ricompose per quel che poté, infastidito dalla pessima figura che
aveva fatto.

-Kae, kae, vero che mi offri il gelato??Eddaiiiii!!!-

<<Uff..>>

-E va bene, e va bene, altrimenti saresti capace di andare avanti fino a
domani...-

Anna fece un gran sorrisone, e cominciò a tormentare la commessa per i gusti
da sciegliere.Dopo una decina abbondante di minuti, la ragazza si allontanò
dal banco con un cono gelato che era quasi più grande di lei, un'espressione
gioiosa e soddisfatta sul volto.

Il ragazzo moro si avvicinò alla commessa che lo guardava allucinata ed ebbe
compassione per lei. La sorellina, quando ci si metteva era davvero una cosa
incontenibile.


Ordinò anche lui e si andò a sedere al tavolo di cui si era impossessata
Anna, scaraventando sulla superficie colorata il contenuto mostruoso della
sua borsetta.
Ma come accidenti faceva a starci tutta quella roba in una borsa così
piccola?!

-Ma mi spieghi Anna a che ti serve tutto quell'ammasso di cianfrusaglie?-

In effetti su quel tavolo c'era di tutto: un barattolo di lacca, del filo
interdentale, svariati tipi di rossetti, mascara colorati, ombretti ciprie e
fondotinta di svariate tonalità, un pacchetto di fazzoletti, quattro
orecchini spaiati e..

<<Una confezione di preservativi?!?>>

Rukawa fissò per un momento la sorella, ancora intenta a far uscire roba
dalla borsetta.

-Ehi, di un po'...-

Due occhi blu identici ai suoi lo fissarono attenti all'istante.

Kaede allungò una mano verso la scatoletta nera dei preservativi e gliela
sventolò sotto il naso.

-E questi che cosa significano?-

Anna scrollò le spalle.

-A cosa pensi che servano? A farci i palloncini?-

Glielo disse con una tale spontaneità che il ragazzo ci rimase di stucco.

-Cos'è, fai la furba?Hai qundici anni per la miseria!-

La ragazza sollevò una sopracciglia interrogativamente.

-E allora? Vuoi che rimanga incinta?-

Kaede era sempre più senza parole.

-Mah, a te proprio non ti capisco..-

Un lungo sospiro, e poi Kaede tornò a dedicarsi al suo gelato.

Stranamente però, la sorella aveva cessato ogni attività e Rukawa sentiva
fastidiosamente il suo sguardo puntato addosso.

Sollevò stizzito gli occhi.

-Che hai?-

Lei gli prese le mani nelle sue, guardandolo con apprensione.

-Non mi dire!-

Kaede continuò a fissarla senza capire.

-Non mi dire cosa?-

Anna scoppiò a ridere fragorosamente. Mentre continuava il discorso aveva le
lacrime agli occhi e le parole le uscivano intrammezzate da scoppi di risa.

-Santo cielo, Kae, non sarai ancora vergine!-

Il moro la squadrò impassibile, uno sguardo tagliente.

-Non cercare di fare la sipritosa con me.-

<<Ahi, ahi, mi sa che c'ho azzeccato!>>

Pensò, cercando di calmarsi dal riso Anna.

Lei davvero non sapeva spiegarsi il perchè di una cosa simile.

Suo fratello Kaede era il ragazzo più bello del suo istituto, aveva mandrie
di ragazze sbavanti al suo seguito, eppure non aveva mai tentato di
instaurare una benchè minima relazione con nessuna.

Beh, per la verità, Kae non era socievole con nessuno.

Faceva fatica ad esserlo con lei che era sua sorella, figuriamoci con gli
altri!

Eppure, cominciava a farsi una teoria su tutto quello che riguardava questo
lato del carattere di suo fratello.

-Senti fratellino, non è che potresti togliermi una curiosità?-

Rukawa la guardò di nuovo, stavolta solo di sfuggita.

-Lo ami?-

-Eh?-

<<Che domande mi fa adesso?!>>

-Lo ami?-

Anna fece un bellissimo sorriso, incredibilmente dolce.

-Certamente! Ma per chi mi hai preso, mmh?-

Qualcosa, nello sguardo di Kaede sembrò scivolare via, con immenso sollievo
di quest'ultimo.

-Che volevi chiedermi?-

-Riguardo a cosa?-

-Non mi hai fatto una domanda, prima?-

-Ah, sì!!!Senti, ho un'idea che mi si agita nel cervello da un po' e...-

-Ahi, allora c'è da preoccuparsi!-

-Cretino!-

-Allora, questa idea?-

-Ecco, mi è sembrato un pò strano che tu non abbia ancora la ragazza e mi
chiedevo se...-

-Avanti non fermarti, non mi arrabierò promesso.-

-Ok, allora arrivo al punto..-

Anna gli si avvicinò fino a raggiungere il suo orecchio.

-Di un pò, non è che sei gay?-

Il gelato cadde dalle mani di Rukawa, sfracellandosi sul pavimento.

La ragazza si risedette al suo posto battendo le mani gioiosa.

-Ahaha! Ci ho azzeccato di nuovo!-

<<Piccola peste!>>

***********

Quella sera, Kaede non riusciva proprio a capacitarsi della sua partenza.

Il giorno dopo si sarebbe ritrovato dall'altra parte del globo.

Incredibile, proprio lui, dall'altro capo del mondo!

La cosa aveva decisamente un aspetto ridicolo.

Tutti i suoi sogni erano andati in fumo, tutti! Tutti gli sforzi che aveva
compiuto per arrivare in alto, senza l'aiuto di nessuno... I suoi erano
morti entrambi diversi anni prima e lui da solo aveva dovuto farsi carico
della sorella e della casa.

Non aveva soldi all'inizio e dovette cominciare a lavorare da subito.

Per un pò il denaro lasciatogli dai genitori era riuscito a non farlo
preoccupare più del necessario, ma una volta finito quello, le cose si erano
fatte difficili. Soprattutto per Anna, che aveva perso tutte le gioie di
un'infanzia piena di giochi, vestitini nuovi, giocattoli ad ogni festa...
Lui solo, dovette fare sforzi sovraumani per riuscire a mandarla a scuola,
nonostante tutte le difficoltà che aveva a mantenercisi lui.

Ma alla fine era riuscito a guadagnare abbastanza, ed ora anche la sorella
lo aiutava con il suo part time, che, unito al proprio, gli aveva consentito
di vivere decentemente e di continuare a studiare.

Ed ora, per colpa di quel maledetto scambio del ca**o, doveva andare
all'aria ogni suo sforzo compiuto!!

Dire che era furioso era decisamente inadatto a quel che sentiva ribollire
dentro di sé.

Fortunatamente, la signora del piano di sotto, che li conosceva da prima che
i loro genitori morissero, aveva accettato di badare ad Anna durante la sua
assenza.Almeno di quello non avrebbe dovuto preoccuparsi..

Finì di preparare i bagagli e si mise sotto le coperte.

Decisamente, quella partenza lo angosciava sopra ogni altra cosa.

**********




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