I personaggi appartengono a Stephen King. Seguito di “Ka-shume”. Ambientato nel 5° libro. E’ una Cuthbert-Roland… non togliendo nulla a Eddie. E ora vai con la commala…

 

 


Voci del passato

di Mia


Si maledì per l’idea di essere voluto andare lassù da solo. La Grotta del Passo o delle Voci. Di certo era un posto maledetto alla grande-grande come avrebbero detto giù al Calla. Stando lì il più del necessario il cervello sarebbe stato pronto per il manicomio più vicino, e non c’era astina al mondo a farti rinsavire. Il ronzio continuo della Tredici Nera non aiutava affatto, potevi scommetterci il culo, come avrebbero detto i suoi amici newyorkesi. Le cartucce nelle orecchie servivano a ben poco contro le urla disperate di sua madre che lo accusavano di averla uccisa intenzionalmente, o del suo vecchio insegnante che, se anche solo una proiezione uditiva delle sue paure, gli urlava che era una vergogna di allievo neanche più paragonabile ad una larva. La voce di Cort lo faceva sorridere, quello che sentiva erano le esatte parole che l’uomo gli aveva sputato più volte durante il suo addestramento di apprendista. Niente di nuovo insomma. Eddie avrebbe detto che era come incontrare un vecchio amico in una festa di diplomati e scolarsi insieme un paio di birre e ricordarsi dei bei tempi andati. In questo c’era genuina nostalgia, mentre nelle accuse orrende di sua madre, di suo padre e chissà quante altre persone decise a incolpare Roland di qualsiasi disgrazia al mondo c’era nascosta un’amara verità. Le voci parevano talmente reali che era impossibile non associargli una faccia ed un corpo e quando succedeva era inevitabile rivivere i momenti più terribili. Sentiva la madre? Ed ecco che si vedeva con la pistola in mano pronto a commettere l’errore più grosso della sua vita! Sentiva Susan? Subito la vedeva al rogo con una mano sul ventre come a protezione della vita che gli cresceva dentro. E che dire di Alain? La svista più grossa della sua vita di certo se la contendevano lui e sua madre! Si poteva ripetere all’infinito che quelle voci non erano reali, ma il dubbio che lo fossero non lo abbandonava mai e con quello la paura che dicessero la verità. Decise di uscire in fretta da quel posto infernale imprecando per il dolore che l’agra secca gli aveva fatto esplodere all’anca e maledicendo l’aria intorno a sé per il primo formicolamento alla sua mano sinistra. Gli venne da ridere a pensare a come era ridotto. La mano destra mutilata e la sinistra quasi al traguardo di un’artrite deformante galoppante. Che razza di pistolero era ormai? Come aveva detto in passato il suo più caro amico un pistolero senza mani è un uomo inutile. A proposito di persone da non voler ricordare il suo amico era in cima alla classifica, peccato che ultimamente gli riuscisse maledettamente difficile non farlo. Colpa di quelle voci, del corno dell’Eld ma soprattutto colpa di Eddie Dean… Roland cercò di concentrarsi sui suoi dolori che andavano svanendo mano a mano che si andava allontanando da quel posto insano ma il senso di frustrazione che si portava dietro da giorni non lo abbandonò. Con un sospiro si disse che c’erano cose più importante a cui pensare, su tutte ovviamente la Torre, ma anche l’arrivo dei Lupi, la Rosa, il tizio di Susannah, Eddie…Ah che Gan sia maledetto! Ormai era diventato un chiodo fisso, come se non ci fossero già abbastanza problemi e segreti tra i membri del ka-tet! Aveva già tenuto nascosto il fatto che Susannah fosse incinta di un mostro e Jake scoprendolo con la capacità del tocco gli aveva fatto una ramanzina come se fosse stato suo padre e non un ragazzino di dodici anni. E se Jake avesse dato una sbirciatina adesso alla sua mente cosa avrebbe detto? Sempre se avesse avuto parole per dire qualcosa... sarebbe stato come sbirciare nella camera da letto dei propri genitori… no, sarebbe rimasto decisamente scioccato per farlo…
Già dal momento in cui aveva tratto, chiamato, Eddie dalla porta del Mare Occidentale sapeva che non sarebbe stato facile, ma che si complicasse così non l’avrebbe mai potuto sospettare. Nonostante i strati di droga in cui il ragazzo brancolava aveva capito subito che dietro il tossico si nascondeva un vero pistolero. E che pistolero! Gli era bastato vederlo in azione una volta per riconoscerlo per quello che era, una reincarnazione, il suo amato non meno che morto Cuthbert. Fisicamente non molto simili, e dico grazie, ma due anime che sembravano la fottergrafia, o come diavolo si chiamava, dell’altra. Per quanto ne sapeva per tutto il tempo in cui delirava per la febbre era certo di averlo chiamato Cuthbert, poteva almeno sperare di non essersi spinto oltre! E il miracolo, o disastro, non era finito lì! Aveva chiamato Jake? Ed ecco che si ritrovava davanti un Alain in miniatura! Per non parlare di Susannah che con le sue multiple personalità era quasi un insieme di tutte le persone che Roland aveva conosciuto nella sua lunghissima esistenza! La situazione avrebbe puzzato di sterco di vacca anche senza la storia della reincarnazione. Ma le cose inaspettatamente sembravano essersi sistemate, nessuno ricordava nulla della sua vita precedente, lui aveva Jake che lo adorava come un padre, Jake aveva Oy e Eddie aveva Susannah, che aveva “sposato” poco dopo essersi incontrati. Insomma pareva che il ka avesse sistemato le cose ancora una volta. Roland si era ormai abituato alla nuova situazione, si sentiva quasi felice dopo tanti anni, ma gli bastò un niente per capire quanto quella felicità puzzasse di falsità. Il niente era la prima volta che era stato alla Grotta del Passo. Una sola era la cosa che l’aveva ridotto in quello stato, il suono del Corno dell’Eld, il suo ultimo suono, l’ultimo respiro di Cuthbert. Da quel momento era cominciata la sua follia. Si era ritrovato a pensare alla morte di Cuthbert, al suo viso, alla sua voce e ovviamente al suo corpo come se non fosse morto da anni, più probabilmente secoli visto come funzionava il tempo ultimamente, ma solo da pochi istanti. La sofferenza e la rabbia si erano accese come se non le avesse mai provate in passato e con loro il bisogno che aveva di lui. In quel momento era arrivato Eddie, nel posto sbagliato al momento sbagliato tipico di lui insomma. Eddie lo aveva visto quasi svenire e in uno stato di tale sofferenza che da quel momento in poi si sentiva addosso il suo sguardo indagatore ovunque andasse. Per questo era andato di nuovo alla Grotta del Passo. Si era sentito confuso e si era rifugiato nell’unico posto in cui era sicuro che nessuno era tanto pazzo da volerlo raggiungere. Lì avrebbe potuto pensare, con quelle voci nella testa sarebbe stato portato a pensare…
Per Cuthbert aveva provato lo stesso amore assoluto che per Susan; Cuth era il solo uomo che aveva mai amato come Susan era l’unica donna, con la sola differenza che non era mai andato con nessun altro uomo oltre a lui, mentre altre donne erano passate per il suo letto, e se Gan voleva altre donne sarebbe arrivate. Ora gli risultava difficile accettare un corpo maschile diverso da quello di Cuth, anche se era certo che in Eddie riposasse il suo spirito. Ma il corpo che ancora ricordava a memoria non ci sarebbe più stato e neanche il suo viso intelligente. Eddie era più basso, meno robusto con una faccia da delinquente. Sarebbe stato attraente se non fosse stato uno spaccone. Ma la sua effettiva bellezza la si poteva mirare quando era in compagnia di Susannah, con lei mostrava amore e dolcezza e allora il ghigno spariva e il suo viso si rilassava. Per la sua idiozia invece non c’era alcun rimedio, forse l’aveva ereditata da Cuthbert stesso che in quanto a idiozie non era certamente secondo a nessuno. Ambedue avevano la capacità di irritare Roland fino all’irresistibile voglia di tirare fuori la pistola e sparargli in testa. Quindi come poteva sbagliare nell’affermare che Eddie fosse Cuthbert con una faccia diversa? Se c’erano dubbi questo li spazza via del tutto. Il freddo e impassibile Roland nella sua lunga e intera vita aveva perso la sua lucidità solo con una persona al mondo: Cuthbert. E ora ovviamente con Eddie. Aveva sperato così tanto in un miracolo che ora che aveva davanti agli occhi Eddie faceva fatica a trattenersi. L’unica cosa che lo tratteneva era Susannah, non sarebbe stato affatto carino se il suo dinh gli avesse portato via il marito. Sarebbe stato inutile spiegare che quello che considerava suo sposo non era altro che l’incarnazione del vecchio amante di Roland. No, avrebbe messo da parte i suoi desideri per il bene del ka-tet e della Torre Nera. Spesso osservava il viso di Eddie in cerca di qualche consapevolezza del suo passato o delle sue emozioni, ma quando i loro sguardi si incontravano nei suoi occhi leggeva solo rispetto e un certo timore, non c’era traccia dell’adorazione e dell’amore che Cuthbert gli rivolgeva quando lo guardava. Non c’era la sua profondità di sguardo né quel sorrisetto ironico dipinto eternamente sulle sue labbra. Il timore era la cosa che più gli faceva male, certo lui non si era dimostrato molto comprensivo o simpatico e poi l’alone di morte che si portava dietro ovviamente non aiutava. Ma era sicuro di non aver mai letto negli occhi di Cuthbert quel timore. Solo nella disperazione Eddie aveva mostrato il coraggio di sfidarlo apertamente e anche se Roland in quel momento era febbricitante e molto più vicino alla morte che alla vita gliene aveva dato credito. Puntargli una pistola alla fronte richiedeva comunque un coraggio non da tutti e anche se l’aveva fatto durante una profonda crisi di astinenza Roland aveva riconosciuto in questo il vecchio Cuthbert capace di sfidarlo su qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Forse gli mancava talmente tanto Cuthbert che era pronto a riconoscere l’amico in piccole coincidenze prive di senso reale. Non si era mai sentito così solo e un assurdo senso di tradimento lo rendeva ancora più di cattivo umore. Promesse fatte erano state infrante, dichiarazioni perse nel vento e nel tempo, sentimenti smarriti in un nuovo corpo ma della stessa anima. Veniva forse messa di nuovo alla prova la sua fedeltà verso la Torre con un tale sacrificio? Non era sicuro di essere in grado di superarla. Era troppo riavere quello che per tutto il tempo aveva desiderato e rimanere comunque a mani vuote. Il ka-tet si stava sfaldando per colpa sua ma Roland non era ancora pronto ad affrontare il suo cuore. Ultimamente aveva preferito starsene da solo mentre i suoi amici continuavano il loro lavoro insieme. Partiva la mattina presto, un breve cenno di saluto per non destare troppi sospetti e la sera dopocena se non c’erano discussioni importanti da affrontare si ritirava con Rosalita nel suo cottage a fare l’amore. Sfogava su di lei tutta la sua frustrazione ed era una fortuna che a lei non dispiacesse il sesso violento perché non era proprio in grado di controllarsi nonostante il corpo dolorante che lo castigava ad ogni movimento brusco. E poi se avessero fatto del sesso silenzioso molto probabilmente avrebbe sentito i gemiti di Susannah ed Eddie e di certo non sarebbe stato in grado di sopportare una simile cosa. Se non ci fossero state quelle notti Roland sarebbe esploso facendo fuori qualcuno molto probabilmente se stesso. Avrebbe voluto avere la faccia di Cuthbert davanti, non avrebbe avuto remore a spaccargli la faccia per quello che gli stava facendo passare! Cuthbert gli aveva urlato più volte che se si fosse reincarnato avrebbe pregato il ka di non farlo innamorare di nuovo di lui per non dover ripassare le pene che aveva dovuto passare, pareva che il ka l’avesse ascoltato e di nuovo Roland lo maledì. Mentre lui si straziava Cuth tranquillo e beato si era rifugiato nel corpo di Eddie che ignorava chi era veramente e quello che ne conseguiva. Si sentiva abbandonato… 
L’unica compagnia che accettava era quella di Jake anche se era pericoloso stargli troppo vicino rischiando di essere scoperto. Il ragazzino riusciva a trasmettergli serenità, forse perché nei suoi occhi leggeva il perdono per averlo ucciso e soprattutto perché trasmetteva l’adorazione che avrebbe voluto leggere in altri occhi. Poi però il suo sguardo preoccupato si faceva troppo pesante per essere sopportato a lungo e così Roland si era trovato costretto a rifugiarsi in quella grotta maledetta. Non importava se i suoi dolori aumentavano era sempre stato bravo a sopportare il dolore fisico, la sofferenza era l’unica cosa che lo spaventava. Non era mai riuscito ad affrontarla, per questo con il passare degli anni si era sempre più chiuso in se stesso lasciando fuori tutti gli altri. Era un uomo fatto per agire, quando si trattava di sentimenti o mostrare emozioni diventava un uomo spaurito senza spina dorsale. Se invece pensava che tutte le sue azioni servivano ad uno scopo superiore allora tutto avrebbe avuto senso e il dolore non avrebbe avuto niente sui cui attecchire. La scusa del ka lo aveva fatto andare avanti senza fargli perdere neanche tante ore di sonno come invece ci si sarebbe aspettati. L’unica coscienza che aveva avuto era Cuthbert ma da quando lui era morto il cuore di Roland era diventato di pietra e tutte le sue azioni erano diventate meccaniche. Quello che andava fatto veniva fatto senza battere ciglio. L’unico dubbio che aveva avuto in quegli anni era stato il sacrificio di Jake. Ma anche in quel momento aveva dubitato su cosa fare solo per alcuni istanti poi aveva pensato che tutto era sacrificabile per la Torre e l’aveva lasciato cadere nel vuoto per raggiungere finalmente Walter. Era diventato un bastardo, forse per questo Cuthbert si rifiutava di venire fuori dal corpo di Eddie, probabilmente era disgustato per quello che era diventato e non voleva essere coinvolto nuovamente nella sua torbida vita. Come dargli torto dopotutto. Si era innamorato di lui quando era ancora un ragazzino innocente, lo aveva visto crescere e diventare un pistolero spietato e il suo amore era già stato messo a dura prova: vedendo quello che era diventato ora cosa avrebbe provato se non disgusto e puro odio? No, non l’avrebbe mai perdonato. Non riusciva più a giustificarsi in nome della Torre, quando guardava Eddie si immaginava il disgusto sul volto di Cuthbert il suo voltargli le spalle. Eddie non gli avrebbe mai voltato le spalle perché lo considerava il suo dinh; Cuthbert invece non lo aveva mai considerato tale e una volta sfibrato del suo amore sarebbe stato pronto ad ucciderlo pur di fermarlo. Magari sfottendolo ma l’avrebbe fatto perché dopotutto anche lui era stato addestrato per uccidere per le cose in cui credeva e se forse non aveva la stessa crudeltà di Roland aveva la stessa efficienza. Cuth spesso ripeteva che niente può fermare un pistolero innamorato, si sarebbe potuto aggiungere che niente e nessuno può fermare un pistolero tradito. E sapeva che Cuthbert si sarebbe sentito tradito dal Roland di adesso. Temeva un suo possibile risveglio ma nonostante tutto lo desiderava con tutto il cuore, sarebbe stato contento di morire se solo lo avesse potuto riavere per un’ultima volta. Un tempo avrebbe detto che c’erano solo due motivi validi per morire: per la Torre e per Cuthbert; nonostante gli anni passati e l’esperienze vissute ne era ancora convinto. E adesso c’era Eddie che poteva far diventare realtà i suoi sogni oppure trasformarli in incubi. Quanto avrebbe voluto risentire il peso del corpo di Cuthbert sopra il suo! Anche senza fare nient’altro che stare fermi sentire quella pressione calda su di sé lo avrebbe calmato, tranquillizzato, rassicurato. Avrebbe dimenticato la battaglia di Jericho Hill, l’avrebbe classificata come mai esistita. E si sarebbe goduto fino all’ultimo quella sensazione di pace che solo il suo abbraccio riusciva a trasmettergli. Fare l’amore con lui era una fantasia troppo pericolosa da avere. Essere di nuovo sotto di lui, essere posseduto da lui con quella passione che solo lui aveva era un pensiero che non si poteva permettere per la sua sanità mentale… ultimamente non riusciva a pensare ad altro. Ai suoi occhi che lo dominavano più del suo corpo, alle sue labbra che lo mangiavano millimetro per millimetro, alla sua pelle che gli ustionava la sua, alle sue mani che gli massaggiavano i muscoli, alla sua voce che lo accarezzava e dio poi il suo corpo nel suo che lo possedeva con furia, con dolcezza, lo faceva sentire semplicemente vivo. Voleva fare l’amore con lui fino al giorno in cui la Torre sarebbe crollata e tutti i mondi possibili cadere insieme a lei e lo voleva adesso. Era sempre stato fiero del totale controllo che aveva sul suo corpo ma pensare a Cuthbert vanificava del tutto la sua capacità, si eccitava come un adolescente davanti alla sua prima donna nuda. Quando pensava ad Eddie lo eccitava sapere che in lui coabitasse Cuthbert, ma finché rimaneva semplicemente Eddie con nessuna consapevolezza del suo passato sapeva che non sarebbe mai riuscito ad amarlo veramente. Il suo corpo era un semplice corpo maschile e Roland non aveva mai desiderato altri uomini al di fuori di Cuthbert. Era quel che il corpo nascondeva ciò che gli interessava, ciò che quegli occhi a volte lasciavano intravedere ciò che bramava. Quello che stava aspettando era che Eddie si facesse da parte e che il suo amante prendesse il sopravvento. L’unica cosa che poteva fare per Susannah era non forzare il suo spirito, avrebbe lasciato che le cose andassero nel loro corso, ma se Cuthbert si fosse risvegliato non c’era motivo per non riaverlo, Susannah era innamorata di Eddie e non di Cuthbert come lui amava Cuthbert e non Eddie. Così continuava a sperare ogni giorno in qualche cambiamento, in qualche accenno di consapevolezza. Era arrivato a sperare che si rifacesse viva la vecchia malvagia personalità di Susannah, Detta, e in quel momento raggiungeva una vetta tale di meschinità che aveva il buonsenso di vergognarsene. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stato capace di abbandonare la via del Vettore per seguire i suoi desideri. Adesso si era accorto che avrebbe potuto, anzi lo voleva…
Appena sceso al villaggio si trovò davanti Eddie con il suo fidato coltellino a intagliare un pezzo di legno grezzo che presto avrebbe preso magicamente forma. Roland avrebbe potuto passargli accanto senza che lui se ne accorgesse per quanto era concentrato, ma decise di palesare la sua presenza, era in vena di farsi ulteriormente del male quel giorno.
- E’ raro vederti solo-.
- Oh Roland mi hai spaventato! Avevo bisogno di rilassarmi…- Eddie arrossiva sempre quando parlava del suo passatempo forse una conseguenza delle continue prese in giro di sua eminenza il tossico Henry Dean. 
- Che cosa dovrebbe venire fuori?-
- Non si vede?-
- Cort e Vanny amavano ripetermi che avevo la mente più limitata della visione di un cieco e la mano più veloce dei miei stessi neuroni-. La poca immaginazione che aveva gli procurava già abbastanza problemi da desiderare di non averla per nulla.
- E’ una rosa, o meglio LA rosa, da quando l’ho vista non riesco a togliermela dalla testa, e quel canto poi… peccato che questo pezzo di legno non abbia il suo stesso potere…- 
- Già-. Dopo le voci della Grotta il canto della rosa gli sembrava una bellissima utopia.
- Ti senti bene Roland?-.
- Sono appena tornato dalla Grotta, ho solo bisogno di aria pulita e di non sentirmi accusare di aver violentato mia madre, mio padre e addirittura Cort-.
- Sono queste le accuse che senti?- Un sorriso sadico da parte di Eddie.
- Tra le tante, queste sono solo le più divertenti-.
- Hai uno strano senso dell’umorismo Roland-.
- Sicuramente è più elevato del tuo Eddie-.
- Tsk ricorda chi ti ha salvato il culo da quel simpaticone di Blaine-. 
- E’ stato un duello insensato lo sai vero?-
- L’importante è il risultato no?!-.
- Oh sì certo, ma io non me ne vanterei tanto in giro-.
- Sempre pronto a incoraggiarmi eh?-.
- Sono qui per questo-.
- A me pare che sei qui per rompere i coglioni, come sempre d’altronde-.
In questo Eddie ERA Cuthbert, una fitta alla testa lo costrinse a chiudere gli occhi.
- Ehi ti senti bene?-
- Sono solo stanco- Si sdraiò affianco a lui, da quella posizione poteva guardargli la schiena senza essere scoperto. Dio quanto avrebbe voluto di nuovo accarezzarla.
- Magari se dormissi di più la notte…-
- Hmmm? Dormo benissimo quando non devo fare la guardia a tua moglie che se ne va allegramente in giro a rimpinzarsi di dio solo sa che cosa-.
- E quando non fai sesso sfrenato con Rosalita vorrai aggiungere!-.
- Così dici?-.
- Così dico sì! A volte ho la tentazione di prendere Susannah e di nascondermi con lei sotto al letto per paura che vengano giù i muri!-.
- E’ il modo più pacifico che conosco di sfogare la rabbia e la tensione, e credimi in questo periodo sono molto incazzato!- 
- Beh allora spero che tu non ti incazzerai mai con me!-
- Mi dispiace deluderti ma io sono perennemente incazzato con te! Solo guardare la tua faccia mi irrita-.
- Lo temevo, faccio questo effetto a molte persone-.
- Sai di essere irritante e nonostante tutto continui ad esserlo?-
- Certo! Un dono di natura non va mai sprecato! Rischio il culo per questa affermazione vero Roland? Almeno sii delicato con un verginello come me!-
- Preferisco spararti in bocca e zittirti per sempre!-
- Bella consolazione! Il culo salvo ma con un nuovo buco in testa!-.
- Ti preferivo quando eri solo un tossico senza cervello che non faceva altro che piagnucolare cose tipo ‘Roland solo una sniffatina’ ‘Roland sto in astinenza’ o la migliore ‘Roland se non mi porti una dose ti ammazzo’, eri molto più facile da gestire-.
- Ehi amico! Sei stato tu a tirarmi fuori da quel mondo, io sarei stato ben felice di continuare a portare a spasso la mia scimmia, sarei stato talmente fatto da non accorgermi nemmeno se fosse crollata la Torre e con sé tutti i mondi! Chi ti ha chiesto niente? Anzi mi pare di averti pregato più volte di riportarmi indietro!-
- Bel modo di vivere!-
- Puoi scommetterci il culo che lo è!-
- Non lo pensi veramente-.
- Una volta lo pensavo e tutto era fottutamente più semplice-.
- Eddie troppe persone in passato hanno maledetto il mio nome per sconvolgermi che lo faccia anche tu. Ho fatto quello che dovevo fare e credimi non è sicuramente la cosa peggiore che abbia fatto nella mia vita-.
- Di certo non posso competere con Jake-.
- Fanculo Eddie!-. Era un colpo maledettamente basso da digerire, specialmente se quelle accuse le immaginava su altre labbra.
- Scusami se Jake ti ha perdonato io non ho alcun diritto di continuare ad accusarti-.
- Mi chiedo se mi abbia perdonato veramente o se in realtà non faccia solamente finta perché sono il suo dinh. Quello che ho fatto a Jake è l’unica scelta che mi provoca dei rimpianti ma bada non sto dicendo che non lo rifarei, ma forse chissà… è la prima volta che mi fermerei a pensare prima di agire in nome della Torre.-
- Roland, Jake ti considera prima di tutto un padre e non ci riuscirebbe se non ti avesse perdonato, certo quello che è successo non lo potrà mai dimenticare ma l’importante è che vada avanti. Anch’io ti considero prima di tutto uno stronzo e poi il mio dinh, come Detta ti considera uno stinto cazzuto, Odetta come un’allucinazione e Mia come l’uomo cattivo, per quanto riguarda Susannah ancora glielo devo chiedere ma anche lei non credo che abbia una così elevata opinione di te-.
- Tutto questo mi commuove-.
- Dovresti davvero, è difficile sopportarti ed è veramente ammirevole che noi ci riusciamo. Rosalita mi dovrà fare una porzione doppia di colazione domani mattina per ringraziarmi!-.
- Hmmm?-.
- Ti ho fatto incazzare talmente tanto che prevedo che tirerai avanti tutta la notte! Chiederò asilo politico dai Jafford!-
- Mi sembra di sentir parlare qualcun altro, sempre il sesso in testa-.
- E di che vuoi parlare? C’è qualcos’altro di tanto interessante?-
- …Fammene andare prima di mettere in pratica i miei propositi-.
- Ovvero violentarmi? Oddio no, ti prego non mi sento ancora pronto per questo passo!-.
- Spararti mi farà sentire meglio te l’ho detto, meno dolore per te e più vantaggi per me-.
- Ok mi cucio le labbra promesso, parola di lupetto-.
- …Devo andare è meglio non fare aspettare i Manni-.
- Vuoi che ti accompagni?.-
- Nay credimi hai già fatto abbastanza per il resto della giornata-.
- E’ sempre un piacere esserti d’aiuto-.
Non avrebbe mai voluto alzarsi, non avrebbe mai voluto smettere di parlare con lui in una discussione che era così simile ad altre avute centomila anni prima, ma se fosse rimasto sapeva che avrebbe ceduto e infranto le regole che si era imposto. Avrebbe forzato Eddie a ricordare con la forza se era necessario, non si sarebbe più accontentato di guardare solo la sua schiena, lo avrebbe fissato negli occhi e lo avrebbe sfidato a scappare. Ma non era così che doveva andare e anche se non aveva nessun incontro stabilito con i Manni doveva fuggire da lì. Rivolse un ultimo sguardo a quel viso concentrato come se se lo volesse imprimere nella memoria. Guardarlo gli ricordò solo che quello era Eddie, non Cuthbert. E Dio quanto faceva male…
- Sta venendo proprio bene, la rosa, intendo-.
- Il grande Roland mi fa un complimento?!!-
- Sei insopportabile, mi fai veramente prudere le mani!-.
- Lo so, è il mio modo di farmi notare! Ehi Roland, grazie-.
- Mphf… a stasera-.
No, non credeva di resistere ancora per molto, avrebbe fatto meglio a smettere di sperare altrimenti avrebbe fatto qualcosa di cui si sarebbe pentito un secondo dopo averla fatta. E poi mancava maledettamente poco alla venuta dei Lupi, in quelle condizioni non avevano una speranza di vittoria. Tornò a casa del Père, aveva bisogno di calmarsi prima che fosse servita la cena. Ma non riuscì ad evitare Rosalita…
- Ehi dolcezza come mai già a casa?-.
- Hmm… Rosa spalmami un po’ d’olio, vuoi?-.
- Non vuoi aspettare stasera? Ti fa così male?-
- Sono stato alla Grotta e lì le mie ossa pare che facciano baldoria-.
- Devi stare alla larga da quel posto, non fa altro che accelerare la tua malattia! Ti senti bene? Sei così pallido!-
- Starei meglio se smetteste di chiedere come sto ogni secondo! Sono stanco, mi sta scoppiando la testa e sto ad un passo dall’impazzire! No! Non credo di stare bene affatto! Ma cambierebbe qualcosa ammetterlo? Invoco il tuo perdono, ho dimenticato il volto di mio padre urlandoti contro, ho solo bisogno di dormire poi starò meglio-
- Vuoi parlarmene?-.
- Nay, vuoi massaggiarmi io prego?-.
- Tesoro se vuoi farò anche di più!-
- Il massaggio mi basterà, il resto lasciamolo a stasera mia signora-.
- Come vuoi tu, tu ordini io eseguo ma per me ogni lasciata è persa-.
- Se non fossi così malridotto non la lascerei andare credimi, non è nella mia natura-. 
- Così sia allora, spogliati ti farò un massaggio che ti rimetterà al mondo-.
- Dico grazie-.
- Avrai modo di ringraziarmi stanotte Roland-.
- Puoi contarci!-
- Così dici?-
- Così dico, la mia parola in pegno-.
- Allora sdraiati tesoro-.
Mentre si spogliava Roland si accorse di come la sua anca si era gonfiata, non l’aveva mai vista così malconcia e ogni movimento gli provocava una stilettata al fianco. La cosa che più lo terrorizzava era che anche la mano sinistra stava subendo i primi sintomi. Sapeva che molto presto l’unguento miracoloso di Rosalita avrebbe smesso di fare miracoli ma sperava che avrebbe funzionato almeno fino alla conclusione della battaglia contro i Lupi. Quel villaggio pareva aver gettato una maledizione su di lui, le cose andavano di male in peggio su tutti i fronti. Si affidò completamente nelle mani di Rosalita, il suo massaggio caldo ed energico gli provocava sensazioni che lo fecero sprofondare nella semicoscienza. Aprì gli occhi di scatto, Rosalita aveva preso a massaggiare una parte che per fortuna era immune alla malattia ma comunque più che sensibile al suo contatto. Cercò lo sguardo di Rosalita e la trovò che sorrideva maliziosa.
- Anche questo massaggio ti farà bene Roland! Aye! Ti farà rilassare più di ogni altra cosa-
Dopotutto aveva voglia di quel contatto e se non fosse stato così a pezzi avrebbe voluto molto di più. Ma gli bastava questo per staccare il cervello dalla sua ossessione, per non pensare a nulla se non al piacere ricevuto, certo dopo si sarebbe reso conto che nulla era stato risolto ma già averle rimandate era un grande risultato. E poi Rosalita ci sapeva fare, soprattutto se si considerava che era una timorata del Bambino-Gesù. Unica mancanza era che rifiutava di fare sesso orale, ma c’erano altri mille modi di passare il tempo senza rimpiangerlo troppo. Dopo l’orgasmo Rosalita si sdraiò al suo fianco.
- Soddisfatto? Sono riuscita a farti rilassare?-
- E’ sicuramente la cosa migliore che mi sia capitata da stamattina e dico grazie-.
- …Roland posso farti una domanda?-.
- Sai che non posso dirti nulla sui Lupi-.
- Nay loro non centrano è una domanda su di te-.
- Allora avrei preferito parlare di loro, che vuoi chiedermi?-
- Chi è Susan?-
-…!!!-
- Non guardarmi come se fossi una strega! Ti ho sentito nominarla nel sonno…- 
- … Susan era mia moglie anche se non ufficialmente, avevo quattordici anni. L’ho conosciuta durante la mia prima missione è stato amore a prima vista, se mai n’è esistito uno. E’ finita sul rogo con in grembo mio figlio, come tante altre persone credo che sia morta maledicendo il mio nome. E’ l’unica donna che abbia mai amato…-
- Non hai mai amato nessun’altra? E pure ne devi aver avute di donne!-.
- Aye ma non ho più amato-.
- Non ci credo! Non può essere che da quando hai 14 anni che non ti innamori!-.
- Da quel giorno non ho più avuto un cuore per farlo-. Sapeva che era una menzogna bella e buona, gli era rimasto abbastanza cuore per amare una persona che avrebbe continuato ad amare per sempre. 
- E’ triste sentirti dire questo…-
- Vorresti un uomo che ti dica ti amo?-.
- Non è forse il sogno di tutte le donne?!-
- Aye… ma io presto riprenderò il mio viaggio, non c’è spazio per nient’altro che questo, se non ti basta è meglio che mi trasferisca altrove-.
- Mi sto forse lamentando? Ho detto solo che è triste pensare che non dirai mai più ti amo a qualcuno, renderesti molto felice chi ti sta accanto, sei un uomo speciale lo sai?-.
- Nay, sono una pessima persona ma lo nascondo molto bene dietro a nobili scopi-.
- Scemenze-.
- Hmphf… mi sopravvaluti ma ti ringrazio-.
- Roland posso farti un’altra domanda?-.
- Beh non credo che mi possa rifiutare dopo il tuo massaggio extra-.
- Niente è gratis neanche in questo angolo sperduto, chi è Bert?-.
Gan ma quanto parlava nel sonno??? Sapeva di nominare spesso Susan e di sognare la battaglia di Jericho Hill, sperava almeno di aver nominato Cuthbert in quel contesto che non in altri! Avrebbe dovuto risolvere la questione; fortunatamente il ka-tet dormiva in posti diversi altrimenti non sarebbe servita nessuna scusa per giustificare i suoi discorsetti notturni, il khef era talmente potente tra loro che sentivano la puzza della menzogna uscire dai pori della pelle.
- Ho nominato anche lui?-
- Nominato? Aye diciamo di sì l’hai nominato-. Uno strano sorrisetto sottintendeva ben altre parole, ma per Roland era molto più conveniente far finta di non aver capito.
- Bert… e l’ho chiamato proprio così? Non Cuthbert o Cuth?-.
- Nay, non sapevo che si chiamasse Cuthbert-.
L’aveva addirittura chiamato Bert? No, decisamente quando l’aveva nominato non stava pensando a Jericho Hill e se ci stava pensando di certo non lo sognava mentre sparava… 
- Me lo stai facendo pagare caro il servizietto-.
- Te l’ho detto niente è gratuito tesoro, allora?-
- … Faceva parte del mio ka-tet, era il mio migliore amico, un fratello. Siamo cresciuti insieme, quello che so l’ho imparato con lui. E’ morto a Jericho Hill come tutti gli altri; mi ha salvato la vita tante volte da non poterle contare, soddisfatta donna impicciona?-.
- Aye, ma mi hai mentito…-
- Così dici?-
- Aye così dico-.
- E su cosa ti avrei mentito? Sentiamo…- 
- Sul fatto che Susan è l’ultima persona a cui hai detto ti amo-.
- Ho detto il vero-.
- Roland, un pistolero non dovrebbe mai mentire ne va del suo onore-.
- Non credo di avere ancora molto onore da difendere arrivato a questo punto…-.
- Era il tuo amante non è vero tesoro?-.
- Nay… era molto di più, più di quello che era Susan per me… la parola amante non significa nulla in confronto…-
- Gli hai mai detto ti amo?-.
- Una volta, se considerata la sola età adulta, poco prima che spirasse, per tutto il tempo della sua vita gli ho fatto credere che era solo una bambola nelle mie mani e poi al momento della fine gliel’ho confessato, che bella consolazione che deve essere stata per lui. Ho trattato la persona che più mi amava nel peggiore dei modi possibili, nonostante tutto mi è sempre rimasto accanto-.
- Forse perché era consapevole di quello che provavi veramente-.
- Non sempre sapere è abbastanza a volte bisogna sentirselo dire specialmente quando vieni trattato di merda, parole sue-.
- Non ti sei ancora perdonato? E’ per questo che non ti sei più innamorato?-
- Non ho mai cercato il perdono, e non è per questo che non mi sono più innamorato, credo che sia stata la tragedia di Susan a bloccarmi piuttosto, mi sarei potuto innamorare di un’altra donna ma non mi sono mai interessato agli uomini, Cuthbert non l’ho mai amato come uomo ma come mia anima gemella, che sia nato uomo è solo un caso-. 
- Quindi il corpo maschile non ti interessa?-
- Mi è del tutto indifferente-.
- E il corpo femminile?-.
- Mi pare di avertelo dimostrato più volte, o devo essere ancora più esplicito stanotte sai?- 
- Oh no! Altrimenti non credo che domattina avrei la forza e la voglia di scendere dal letto!
- Piuttosto come hai fatto a capirlo? È il classico sesto senso delle donne?-.
- Anche un pistolero, per quanto abile sia, ha un momento di debolezza nel sonno-.
- Hmmm?-. 
- Quando nominavi Susannah singhiozzavi, mentre quando facevi il nome di Cuthbert gemevi, e i gemiti non ammettono fraintendimenti…-.
- Lo sapevo, che figura di merda…-.
-Ti sei concesso a lui?-.
- E’ bene che tu sappia che i rapporti platonici non mi sono mai interessati-. 
- Lo avevo immaginato… sai essere molto esplicito nel sonno. Come mai visto che non ti piacciono gli uomini?
- Avevo bisogno di affidarmi completamente a lui.. Semplicemente averlo dentro di me mi faceva sentire una persona completa e migliore, ti è sufficiente come risposta?-
- Aye, non puoi trovare questa pace con un altro?-
- Nay! Non riuscirei mai a permettere ad un uomo quello che ho permesso a Cuthbert! Non sopporto neanche l’idea di essere toccato in quel modo da un uomo. Sparerei in testa al pazzo suicida che dovesse tentare una cosa del genere. Cuthbert per me era semplicemente Bert, non era classificabile con un sesso. Non ho nessuna tendenza per gli uomini, certo non mi dispiaceva quello che facevo con lui, ma solo perché era LUI! Anche a ruoli invertiti la cosa non mi ha mai interessato. E poi se mi piacesse andare con gli uomini, credimi, non mi costringerei all’astinenza, va contro ogni mio principio. L’unica cosa di cui non mi sono mai privato è il sesso e dico grazie a Dio-.
- Su questo posso confermare…-.
- Sai che dopotutto non mi sento così stanco come credevo?-
- Ah no? Potrei approfittarmene sai?-
- Credo che sarò io ad approfittarmene, una signora di mia conoscenza ha bisogno di una severa lezione per la sua curiosità…-
- L’educazione prima di tutto Roland! Come potrei interferire…-
Fecero l’amore con meno ardore del solito, già parlare l’aveva scaricato. Quando finirono Rosalita lo lasciò solo nel grande letto. Era talmente svuotato dentro che non aveva voglia di fare altro che starsene lì sdraiato al buio in solitudine. L’orgasmo gli provocava una tabula rasa interiore lasciandogli solo tristezza. Tristezza per cose perdute, per scelte sbagliate, per momenti ormai passati senza possibilità di ritorno… Tristezza per non avere più quell’intimità che aveva con Cuthbert o con Susan dopo il sesso. Le amanti che aveva avuto dopo di loro erano venute e passate senza lasciare nessuna traccia, finito il sesso gli rimaneva solo la nostalgia di qualcosa di perduto e un profondo senso di solitudine. Si rinchiudeva in un silenzio doloroso che lo rendeva indifferente nei confronti di chi gli dormiva accanto. Non ricordava di aver mai detto una sola parola dopo essere venuto, con l’orgasmo per lui si chiudeva la pratica e l’amante perdeva ogni utilità. Un tempo era diverso: quando stava con Susan amava abbracciarla, baciarla, accarezzarla; e con Cuthbert era persino quasi meglio il post-orgasmo che il resto. Ricordava che con lui ancora dentro di sé si sentiva talmente distrutto, soddisfatto e in estasi da non riuscire neanche a mantenere le sue barriere emotive, se solo avesse avuto la forza era sicuro che si sarebbe messo a giurargli amore eterno come quando era solo un ragazzino e Cuthbert era il centro del suo mondo. Prima di diventare un pistolero ricordava come era tutto più facile, ricordava con quanta facilità affidava anima e corpo al suo amante, le dichiarazioni a cuore aperto, i baci senza respiro, le finte risse che erano solo la scusa per iniziare qualcosa di molto più pericoloso, esplorazioni di corpi conosciuti a memoria e fare l’amore ovunque, comunque, in ogni momento libero che avevano. Su tutto ricordava la facilità con cui le parole venivano fuori come se non fossero neanche pensate e men che meno pronunciate ma direttamente trasmesse dai due corpi che si cercavano ininterrottamente. E fare l’amore una, due, tre volte di seguito e chissà quante altre volte ancora, in futuro difficilmente gliel’aveva più permesso con la stessa intensità. Ricordava due corpi eternamente intrecciati in movimento o in assoluta immobilità impegnati ad amarsi fino all’alba, e la mattina dopo lui si sentiva così stanco e soddisfatto che gli servivano non poche sberle da parte di Cort per riprendere il contatto con la realtà. Mentre veniva punito dal suo insegnante vedeva Cuthbert fresco come una rosa lanciargli sguardi e sorrisetti maliziosi che promettevano meno di quello che sarebbe accaduto la notte futura e lui non poteva fare a meno di eccitarsi e di incendiarsi consapevole che anche prima che fosse ora di cena sarebbe stato nuovamente preso, non sarebbero riusciti a stare lontano per più tempo a costo di essere puniti. Sembrava che ogni cosa si sistemasse ogni volta che aveva Cuthbert dentro di sé, forse perdeva importanza o forse magicamente si risolveva davvero, perché quello che c’era tra loro non era altro che magia. Già da ragazzino sapeva che una volta diventato pistolero tutto sarebbe dovuto cambiare. Già la prima notte da pistolero aveva cominciato a sporcarsi, a distruggere quell’innocenza che Cuthbert amava in lui. Aveva dovuto farlo, non avrebbe potuto continuare quell’amore che lo assorbiva totalmente, non avrebbe più potuto fare affidamento su nessuno, non avrebbe più potuto avere nessuna debolezza, e Cuthbert era la sua debolezza più grande. Era diventato dinh ed era il nuovo reggente di Gilead e a questo aveva sacrificato Cuthbert ma anche il vero se stesso perché lui si riconosceva solo nel suo amante. Il Roland che si era innamorato di Susan era un’altra persona, già sporca e falsa, il fantasma di quel ragazzino follemente innamorato che si concedeva eccitato e ansimante al suo principe azzurro. Con il passare del tempo si era accorto di aver sporcato e avvelenato anche Cuthbert, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro e così aveva continuato a trascinarlo nel fango e a dannarlo all’inferno senza dargli in cambio null’altro che il suo corpo… quando invece avrebbe voluto solo essere libero di urlare ‘ancora, ancora e ancora’. Ora Cuthbert era morto, prigioniero di un corpo che non gli apparteneva e Roland non avrebbe più potuto chiedergli scusa, non avrebbe più potuto averlo sopra di sé, non avrebbe più potuto averlo dentro di sé; in quei momenti avrebbe fatto di tutto purché Eddie si facesse da parte, anche puntargli la pistola alla testa e minacciare di ammazzarlo se non si fosse tolto di mezzo. Era un bene che si trovasse solo in quella stanza, era un bene che non avesse la sua pistola a portata di mano, non gli sembrava poi così male partire alla caccia di Eddie e l’unica cosa che lo tratteneva era non avere al suo fianco la pistola, prenderla dal comodino sembrava un’azione troppo faticosa in quel momento, anche solo alzare un dito gli sembrava qualcosa di prodigioso. Era più semplice continuare a piangersi addosso buttato su quel letto come se fosse il suo letto di morte e non il luogo dove aveva fatto sesso con Rosalita. Questo era squallido, lui era squallido. Non poteva continuare così, sarebbe arrivato all’autodistruzione molto prima di arrivare solo lontanamente vicino alla Torre e se così doveva essere avrebbe fatto bene a togliersi la vita adesso senza trascinare la cosa fino a fargli perdere quel poco d’onore che gli era rimasto. Infondo le pistole servivano anche a questo, oltre ad uccidere servivano al pistolero anche a salvarsi dal disonore. O avrebbe risolto i suoi problemi o si sarebbe tolto di mezzo. L’unica cosa era andarsene da lì, lasciarsi tutto alle spalle e dirigersi nell’unico luogo possibile dove già in precedenza aveva trovato rifugio. Si vestì svogliato, guardò dubbioso la sua pistola e la sacca contenente il pugnale, non sarebbe stato saggio portarsele dietro, era la prima volta che si separava dalla sua pistola e si sentì più nudo di quando non aveva i vestiti. Resistette alla tentazione di impugnare la creavedove e uscì dalla stanza. Sperò di non incontrare Rosalita ma appena messo piede in cucina il ka volle che lei si trovasse lì come se lo stesse aspettando. 
- Rosa esco non aspettatemi per mangiare-. Una volta presa la decisione non era stato poi così difficile accettarla. 
- Cosa? Ma dove vai Roland?-
- Ho bisogno di starmene da solo-. Sì doveva stare solo per decidere se avesse visto una nuova alba oppure no.
- E non puoi rimanere nella mia stanza? Si sta facendo buio…-
- Nella tua stanza c’è la mia pistola e in giro c’è Eddie con la sua, credimi non è una buona idea farmi stare vicino ad un’arma in questo momento-. E non era una buona idea avere vicino Eddie, avrebbe preferito uccidersi piuttosto che fargli del male ma se preso in un momento di pazzia l’avrebbe pensato ugualmente? E poi quella sera sarebbe venuto anche Jake e di sicuro la sua vita non l’avrebbe mai messa in pericolo, questa volta se era destino che Jake morisse sarebbe successo sul campo di battaglia. 
- Perché? Cosa ti è successo? Stai tremando tutto…-
- Non ho più voglia di giocare con te al gioco delle verità Rosalita-. Non aveva più voglia di fare niente e l’insistenza di Rosalita gli provocò un’insana irritazione. 
- Almeno dimmi che devo dire ai tuoi amici! Vorranno sapere che diavolo sta succedendo!- 
- Digli che sono alla Grotta e che per l’amore dei loro padri non mi raggiungano per nulla al mondo! Fai finta che sono dovuto andare lì per sbrigare qualcosa che non ti ricordi-. Con loro intorno non avrebbe risolto nulla, avrebbe rimandato ancora e non era così che un pistolero doveva vivere, senza più alcun scopo diventava inutile. 
- Ma non sei neanche armato! Potresti incontrare un gatto delle rocce o chissà cos’altro!-
- Ho più paura di me stesso che di qualsiasi altra creatura.- Gli prudevano le mani per il terzo grado che gli stava facendo… se fosse impazzito non avrebbero avuto alcuna possibilità di fermarlo disarmato o no che fosse.
- Non puoi andare lì di notte Roland!-.
- Non posso passare la notte qui. Se sarò tornato in me sarò qui all’alba. Altrimenti…-.
- Altrimenti?-
- Non lo so-. Lo sapeva, si sarebbe buttato dallo stesso burrone da cui Eddie si stava per buttare. Il ka-tet sarebbe andato avanti anche senza di lui. La Torre aveva perso ogni significato, era la prima volta in vita sua che si sentiva svuotato da un simile fardello e tutto ciò che provava era appunto vuoto senza nessuna traccia di sollievo. Senza guardarla uscì, sellò il cavallo e lo portò subito al galoppo senza sapere se sarebbe tornato o no. 
Rosalita riunì Eddie, Susannah, Jake e Oy in sala pranzo. Aveva impiegato poco tempo a trovarli tutti, gli era bastato trovare Jake per primo e poi lui aveva contattato mentalmente tutti gli altri. Quel ragazzino metteva tristezza a vederlo con una pistola in mano e con quegli occhi che raccontavano esperienze terribili che non avrebbe dovuto neanche conoscere. Era triste vedere quanto bisogno di affetto avesse. Ma quelle persone formavano una famiglia e si prendevano cura gli uni con gli altri. Poi c’era Roland che faceva da padre, e loro avrebbero fatto di tutto per lui, sì lo sarebbero andato a cercare e l’avrebbero portato indietro. 
- Ma perché diavolo è andato lassù?-
- Non lo so Jake, ha detto solo che non era saggio stare sotto lo stesso tetto; aveva una tale espressione… mi ha fatto paura non l’avevo mai visto così!-
- Rosa quella è la sua vera faccia, non ti fare illusioni!-
- Non ci credo Eddie! Altrimenti come potete stargli vicino?!
- Noi siamo i suoi ka-mai non abbiamo scelta e poi pian piano stiamo diventando come lui, anzi io ho l’impressione di stare diventando lui…-
- Eddie non esagerare ora-.
- Non sto esagerando Suze, non posso fare a meno di temerlo ancora, mi fa paura la facilità con cui riesce a raggirare le persone, ha il potere di stregare le persone…-.
- Quindi non farai nulla?- 
- Rosalita piuttosto che salire lassù di notte mi ficco la canna della pistola su per il culo e premo il grilletto, vincendo il premio dell’originalità del clistere dell’anno-. 
- E’ tuo dovere andare a vedere se il tuo dinh sta bene!-
- Il dinh che conosco io potrebbe benissimo spararmi nelle palle per essere andato a disturbarlo in uno dei suoi momenti, non sai di cos’è capace Roland, per non parlare del fatto che non so neanche se riuscirei ad arrivarci vivo in quella cazzo di Grotta, e poi ci sarà un motivo se è voluto andare in quello schifo di posto di notte da solo no?-
- Roland non stava affatto bene quando se n’è andato! Susannah prova a convincerlo tu!-
- Zuccherino…-
- Niente zuccherino Suze, Roland è strano da quando abbiamo messo piede in questo villaggio e quando un uomo pericoloso con una grosso rivoltella in una mano e un coltellaccio nell’altra si sente strano è meglio girargli alla larga. Mi pare che sia anche più irascibile e vista l’irascibilità che gli provoco normalmente…-.
- Non è armato Eddie, ha lasciato le sue armi in camera mia-.
- E questo secondo te lo rende un agnellino? Roland è una macchina di morte mica perché ha quelle pistole sai? Lui è un killer fin nella sua ultima goccia di sangue!- 
- Ok ci vado io.-
- Jake!-
- Eik!-
- Non riesco a toccarlo, forse è la Tredici Nera che interferisce ma non voglio rischiare.-
- E’ sicuramente quella cazzo di Tredici Nera!-
- Non lo puoi sapere con certezza! Ma Jake ti proibisco di andarci piuttosto ci vado io a costo di dover strisciare sui moncherini per tutto il tragitto! 
- No, l’ho detto prima io, ci andrò con Oy!-
- Oy! Eik!
- Proprio il ragazzino mi doveva fottere, bel newyorkese del cazzo che sono! Smettetela ci vado io mi avete convinto ok?- 
- Eddie ti amo! –
- Io no!-
- Non tenere il broncio zuccherino-.
- In qualche modo mi dovrai ripagare lo sai Suze?-
- Sarò ben felice di farlo quando tornerai-.
- No non aspettarmi, cercherò di scoprire cosa ha che non va il vecchio spilungone e visto il soggetto credo che mi ci vorrà tutta la notte, almeno spero di riuscire a convincerlo a scendere! L’ultima volta lassù mi sono quasi suicidato involontariamente. Vorrei sapere quale malato di mente possa cercare rifugio in quel cazzo di posto!-
- Roland ovviamente!!!-
- Era una domanda retorica ragazzi!-. Si slacciò il cinturone lasciando la pistola sul tavolo, se lo aveva fatto Roland non c’era motivo perché non lo facesse anche lui, e poi portare una pistola nella tana del lupo era una cosa maledettamente stupida da fare persino per lui. Già si vedeva disarmato da Roland con la canna della sua sputafuoco puntata tra le palle. Non era ancora pronto a dire addio ai suoi gioielli. Salutò i suoi compagni e con il suo odiatissimo cavallo si diresse verso la Grotta. Nonostante sapesse magicamente cavalcare senza averlo mai fatto si sentiva comunque a disagio a dover dipendere dal quadrupede, avrebbe preferito mille volte camminare, ma se avesse avuto la facoltà di scegliere di certo non si sarebbe imbarcato in quella situazione che puzzava più della sua merda. Fanculo Roland! Questo sì che gli risultava facile! Fanculo Roland! Era pure liberatorio… 
Roland nel frattempo aveva lasciato il suo cavallo in fondo alla collina per evitare di spaventarlo. Trascinandosi per il dolore all’anca, entrò nella Grotta e subito fu investito dalle urla strazianti delle persone sacrificate alla sua maledetta ricerca della Torre. Si mise seduto affianco alla porta introvata aggiungendo alla festa dei rumori anche il lontano scampanio della contezza. Prese il suo zaino e cominciò a rullarsi una sigaretta, il tabacco che gli aveva dato il Père era quasi finito, ma sicuramente gli sarebbe bastato fino all’alba e visto che non sapeva che fine avrebbe fatto lui stesso era inutile tenersi le scorte per giorni che forse non sarebbero mai arrivati. Era dai tempi di Gilead che non era stato più libero di fumare quanto voleva né mangiare né bere; il mondo per lui si era trasformato in scorte al limite della sopravvivenza. Ora era finalmente libero da ogni costrizione e limitazione. Poteva fumarsi l’intera scorta di tabacco in meno di un’ora, avrebbe potuto bere un’intera boraccia anche senza avere sete, avrebbe potuto mangiare l’intera scorta di quelle schifose strisce di carne secca e poi vomitarle per il disgusto senza avere il minimo senso di colpa. E se avesse avuto con sé la pistola avrebbe potuto sprecare tutte le pallottole che aveva per ammazzare le formiche che affollavano quel posto, tanto sparare non sarebbe servito più a niente. La pazzia dava libertà e Roland si era dimenticato di cosa volesse dire essere libero, difficilmente sarebbe rinsavito per tornare prigioniero del suo destino. Se fosse stato pazzo anche quando era un ragazzo, avrebbe assecondato Cuthbert in tutto e ora si sarebbe trovato con lui in qualsiasi altro posto, non avrebbe mai conosciuto il sapore della morte, della sconfitta, del tradimento. Quelle voci che lo accusavano non sarebbero mai esistite perché sarebbe stato ancora innocente e quindi immune da qualsiasi accusa di disonore. Avrebbe potuto continuare ad amare Cuthbert. E quella era l’unica cosa importante, l’unica limitazione che Roland aveva veramente sofferto. Dire addio all’amore della sua vita senza poterlo fare veramente era stata la cosa più maledettamente difficile da mandare giù in nome della Torre. E ora che il suo sogno aveva perso ogni importanza gli era molto più evidente l’errore commesso, la scelta sbagliata. Non avrebbe mai dovuto scegliere la Torre a Cuthbert e forse non avrebbe proprio dovuto scegliere… aveva sbagliato tutto, forse avrebbe potuto continuare la sua ricerca con Cuthbert al suo fianco, veramente al suo fianco non solo come suo sfogo personale. Era consapevole di essere un uomo debole, sapeva di non avere la forza per rialzarsi, con la cicca tra le dita sembrava un uomo rassegnato alla morte, con una serenità sul volto tipica di chi non ha più niente da perdere. Le accuse della madre, del padre, di Cort, di Alain e di Susan non facevano altro che gettarlo ancora di più in quello stato di pre-morte. Stava disonorando l’intera discendenza dell’Eld con la sua apatia, ma ormai aveva smesso anche di essere un pistolero, ora era solo Roland, un uomo completamente distrutto dal suo passato per poter guardare al futuro. Non ricordava di aver mai fatto una scelta che poi fosse risultata giusta, ogni volta le cose venivano complicate, le persone venivano uccise, soffrivano mentre lui era costretto a continuare ad andare avanti lasciando dietro di sé una strada rossa di sangue che l’avrebbe seguito fino alla Torre. Molti si chiedevano come riuscisse ad andare avanti sempre e comunque e ora avrebbero avuto in risposta che no anche lui aveva un limite e che quel limite era stato appena raggiunto, si era finalmente fermato. Le voci crebbero di intensità come urla dei condannati del girone più effimero dell’inferno, poi si spensero come se qualcuno avesse spinto il pulsante off di un interruttore. Un’unica voce che avrebbe riconosciuto anche nella caotica città di New York sovrastò il silenzio innaturale della grotta. La voce che ancora non gli si era rilevata e che Roland aveva cominciato a sperare di non sentire. Un’unica frase, un’unica domanda che già in passato aveva cambiato la sua vita in peggio…
- Chi sceglieresti ora, Susan o me? Chi lasci bruciare all’inferno? La piccola “oh così giovane e bella Susan” o per l’ennesima volta “il coglione, buffone al tuo servizio Cuthbert”?- Aveva temuto quel momento da quando aveva messo piede per la prima volta in quella Grotta. Sentire di nuovo la voce di Cuthbert, la sua rabbia, il suo dolore gli fece venire le lacrime agli occhi. I sensi di colpa che non era mai riuscito a superare lo investirono di nuovo come se avesse davvero Cuthbert davanti che lo accusava di averlo tradito, usato, abbandonato. Sapeva che Cuthbert non l’aveva mai perdonato per aver scelto Susan a lui e anche se Roland aveva cercato di spiegargli che in realtà non aveva mai fatto una scelta, era inconfutabile il fatto che in quei mesi aveva rifiutato di fare l’amore con lui mentre a Susan non l’aveva negato. Roland non poteva certo biasimarlo, per loro due il rapporto fisico aveva la stessa importanza del sentimento che provavano, e una volta venuto meno era come allontanarsi uno dall’altro. Cuthbert sapeva che questa era stata una scelta consapevole ed essere passato al secondo posto era una cosa che non era mai riuscito a mandare giù. Lui era stato il primo e per sempre avrebbe voluto esserlo, non sapeva che anche per Roland era così e che era stato costretto ad estrometterlo dalla sua vita. Non era mai stato bravo con le parole e anche quando aveva avuto la possibilità di chiarirsi non aveva fatto altro che complicare maggiormente la situazione. La stessa domanda veniva urlata con diverse intonazioni, rabbia, dolore, sdegno, tristezza, pareva che Cuthbert non avesse altro che sentimenti negativi nell’anima, e Roland non poteva fare a meno di pensare che era lui la causa di tutto nonostante fosse consapevole che quella non era altro che l’ennesima proiezione uditiva delle sue paure. Poi l’ennesima domanda posta con semplice curiosità fece drizzare le orecchie a Roland, non c’era ombra di accusa in quella voce alzò lo sguardo come se ci fosse un vero interlocutore, come se ci fosse un vero Cuthbert…
- Non rispondi Roland? Chi sceglieresti ora Susan o me?- La visione di un Cuthbert provocante e malizioso a petto nudo, con l’eterno dubbio sulle labbra, gli si fece avanti.
- Gan sono impazzito…- Non avrebbe aspettato l’alba per ammazzarsi la situazione era più grave di quello che pensava; si sarebbe buttato nel vuoto ora. 
- Pazzo lo sei sempre stato, altrimenti non staresti qui a cercare delle risposte che sai bene non troverai, non sono risposte quelle che cerchi, stai cercando me…-
- E anche se fosse? Non sarà un’allucinazione a risolvere i miei problemi…-
- E se non fossi un’allucinazione?... Cosa faresti?-
- Tu sei un’allucinazione…- Si alzò come per dare più enfasi alla sua affermazione.
- Se sono un’allucinazione puoi anche dirmelo, cosa faresti?-
- Farei l’amore con te, anche da svenuto o in fin di vita mi lascerei continuare a prendere fin quando anche tu non avrai più un briciolo di energia-.
- Mi seccherebbe essere un’allucinazione e non poter esaudire il tuo desiderio-.
- Non giocare con me…-
- Non sto giocando, se io fossi reale e ci fosse anche Susan chi sceglieresti ora?-.
- Te, ora e per sempre-.
- Perché? Cos’è cambiato?-.
- Sono finalmente libero di amarti, non ho più obblighi verso nessuno, appartengo solo a me stesso… e a te-
- E Susan?-
- Tu sei una parte di me stesso, la parte più bella, sei più che semplice amore…-
- Me le diresti queste cose se io fossi veramente qui?-
- Mai-
- Ma me l’hai appena dette…-
- L’ho dette ad una fottuta allucinazione! Ora sparisci lasciami in pace-.
- Non posso…-
- Perché? Anche senza il tuo aiuto mi sarei ammazzato prima dell’alba-.
- Non vuoi esaudire il tuo ultimo desidero prima di farlo?-
- Se lo esaudissi non avrei più motivo di farlo…-
- Davvero?-
- Non ho mai avuto istinti suicidi-.
- Allora facciamolo…-
- Cosa?-
- Facciamo l’amore fin quando le nostre forze ce lo permetteranno-.
- Fanculo-
- Non credi che io sia reale? Eppure mi stavi aspettando ne sono certo-.
- Ti aspettavo, ma di tutto quello che ho desiderato niente si è mai esaudito…-
- Hai poca fiducia in me…-
- Nay, ho poca fiducia in Gan…-
- Cosa posso fare per dimostrarti che sono veramente qui?-
- Nulla, lasciami solo-.
- Non posso farlo, ho aspettato troppo questo momento per mandare tutto a puttane per le tue seghe mentali…- La visione parve stancarsi gli si portò a pochi centimetri di distanza, sembrava emanare calore e il famigliare odore di Cuthbert. 
- Non toccarmi!-
- Perché no? Hai paura che non riesca a farlo o piuttosto temi che ci riesca?-
- Va bene ma poi dovrai lasciarmi stare-.
- Così sia Roland se vorrai ancora mandarmi via lo farò-. La straordinaria allucinazione si fece ancora più vicino, portò una mano dietro la testa di Roland fino a sfiorarlo e avvicinò le labbra alle sue tanto da mescolare i due respiri. Ma non poteva respirare no? Contemporaneamente mise la mano solida tra i suoi capelli e poggiò le labbra solide alle sue e premette il corpo ancora più solido al suo… Nessuno sapeva più di Roland che la realtà era fatta di solidità, con la sua mancanza d’immaginazione basava la vita solo su fatti concreti… quell’allucinazione gli stava dimostrando la sua concretezza baciandolo, toccandolo, incendiandolo, strusciandosi. I sensi potevano ingannarsi tutti tranne il tatto… Cominciò a toccarlo anche lui saggiando la sua consistenza, trovando la sua pelle morbida, sudata, accaldata, tremante, terribilmente e incredibilmente reale. Si appoggiò a quel corpo, la realtà in quel momento sembrava un sogno e se non si fosse sorretto sarebbe sicuramente svenuto. Intanto quelle labbra continuavano a divorarlo togliendogli anche quel poco di respiro che riuscivo ad inalare. Le mani dai suoi capelli scesero ad accarezzare la schiena, per poi trasformarsi in due coppe che gli strinsero le natiche fino a sollevarlo da terra di qualche centimetro. Sentì qualcosa di duro premergli contro la vita. Lo toccò, lo accarezzo, lo palpò. La figura emise un basso ruggito soffocato dalla sua bocca. 
- Aye, credo proprio che mi incazzerei se scoprissi di essere soltanto un’inutile allucinazione e di stare sognando per l’ennesima volta di toccarti, quando ho una voglia pazzesca di farti molto altro. Roland dimostrarmi che sono veramente davanti a te, perché sai anche per me è abbastanza incredibile trovarmi qui…credere che tu sia qui-. Lo sollevò nuovamente di qualche centimetro facendo ancora leva sul suo sedere. Lo baciò con più forza fino a spaccargli il labbro, bevve il suo sangue come ulteriore prova della sua esistenza. Il primo a stancarsi e a cominciare a fare sul serio fu Roland. Cominciò a togliere la camicia a quello che per lui ora era senza dubbio Cuthbert, il suo Bert. Lo divorò di morsi, di baci, la sua vittima si lasciava torturare esternando piacere con gemiti, con quell’erezione sempre più grossa intrappolata nei pantaloni. Roland gli allacciò le gambe alla vita assaporando quel membro duro su di sé poi i due in un groviglio di corpi si ritrovarono uno sull’altro per terra.
- Che botta! Se sono abbastanza reale per provare dolore lo sarò anche per fare altro no?-
Roland cominciò a ridere, non rideva da così tanto tempo che gli faceva male la gola. Sentiva finalmente quel corpo su di sé, il respiro accarezzare il suo corpo, il cuore battere contro il suo, e qualcosa di meravigliosamente grosso che gli premeva contro. Come poteva non ridere se la vita era diventata imprevedibilmente così bella?
- Hai intenzione di ridere per molto?! Mi stai rovinando l’atmosfera Roland…-
- Ti chiedo scusa, fino a poco fa stavo decidendo come farla finita e guardami ora…-
- Ti vedo e sei magnifico… specialmente se sei sotto di me- Abbracciandolo invertì le posizioni - così ti preferisco ancora di più-. Si strusciò lascivo su di lui…
- Dici il vero… e dico grazie-.
- Dici grazie?-
- Hmmm… è un’espressione del Calla, assorbo i dialetti come una spugna…-
- Mi piace molto questo tuo assorbire Roland…-
- Porco…-
- Non mi pari molto dispiaciuto…-
- Mphf… Bert!- Con un scattò improvviso disarcionò Cuthbert che cadde all’indietro - Eddie che fine ha fatto? Sta bene?-
- Cazzo Roland è la seconda volta che mi fai sbattere il sedere e la testa! Eddie sta bene, è caduto da cavallo e ha battuto la testa, è svenuto, è veramente buffo quel ragazzo…-
- E quindi…-
- Quindi cosa?-
- Posso sapere come cazzo è possibile che ti ho davanti?-
- Veramente mi hai sopra…-
- Già ho voglia di spararti…-
- Sarebbe troppo facile ribattere a questo… E’ successo all’improvviso: Eddie è svenuto e io mi sono risvegliato. Ho sentito le forze della Torre e del Prim agire, qualcuno vuole che tu compia il tuo destino e visto che stavi perdendo la bussola ti hanno mandato me-.
- E ora Eddie sparirà per sempre?-
- Nay, questo non è il mio corpo Roland è il suo… io sono morto-.
- Sarai tu a scomparire allora?-
- Avrò a mia disposizione solo questa notte-.
- Solo stanotte?! Cazzo…-
- Mi dispiace.-
- Ti dispiace? Le forze che ti hanno portato qui che pensano che mi basti una notte con te a farmi scopare per convincermi a riprendere il viaggio???-
- Io non so niente Roland… so solo che una notte è sempre meglio di niente!-
- Cazzate!-
- Roland fidati di me… prima che me ne andrò domani mattina ti spiegherò tutto… forse abbiamo una possibilità di stare nuovamente insieme, non subito ma in futuro sì… Non posso dirtelo ora, se lo facessi scomparirei ritornando prigioniero nel corpo di Eddie senza averti amato, senza averti avuto, senza averti dimostrato quanto mi sei mancato-.
- Dici il vero?-
- Il tuo nuovo modo di parlare è ridicolo Roland… Comunque sì dico il vero e… dico grazie… vuoi permettermi di amarti ora? Non te ne pentirai… Lasciati adorare come meriti… metti da parte tutto il resto, torniamo con la mente al passato, a Gilead, vuoi?- 
- Gilead non esiste più neanche nella mia mente ormai…-
- Te la farò ricordare io Roland, non permetterò che tu la dimentichi…-
- Bert non voglio rivivere la tua scomparsa-.
- Non sarà un addio quello di domani te lo prometto…-
- Tu non puoi promettere un cazzo!-
- Non ho mai infranto una promessa , anche quando hai calpestato il mio orgoglio, il mio onore, il mio amore ti sono rimasto vicino! Te l’ho promesso da ragazzino che sarei stato la tua ombra fino alla mia morte e così ho fatto! Ti chiedo solo di fidarti ancora di me…- 
- Sarà meglio per te che questa sia la notte migliore della mia vita, altrimenti rischi le…-
- Shhh, fammi godere la sensazione del tuo corpo sotto il mio, fammi nuovamente perdere nei tuoi occhi-
- Sei l’unico capace di sostenere il mio sguardo…-
- Amo il tuo sguardo duro, spietato, a volte folle, lo amo perché solo io riesco a piegarlo, a farlo diventare umano e caldo. Sciogliere i tuoi occhi è come sciogliere la tua anima, non vedo l’ora di raggiungerla, di purificarla so che ora è nera e fredda, ma lasciati amare e vedrai la riscalderò…-
- Non voglio essere scaldato, voglio bruciare Bert-.
- Ti farò bruciare, ti possederò fino a farti perdere i sensi e anche dopo, consumerò quel poco di vita che ho dentro di te, rimarrò indelebile nel tuo corpo anche quando me ne sarò andato, ti marchierò a fuoco il mio nome…-
- Se sono promesse farai bene a mantenerle altrimenti ti verrò a cercare e ti troverò non importa dove ti rifugerai domani, ti troverò e te la farò pagare…-
- Mi hanno sempre eccitato le tue minacce, potrei fare l’amore con te per tutto il tempo mentre le fai, ovviamente te le farei urlare…- 
- Se riesci a farmi urlare ti permetto di farmi qualunque cosa…-
- Mi interessa farti una cosa sola Roland-
- Allora falla! Ricordami le notti e i giorni di Gilead che abbiamo passato insieme…-
Cuthbert lo baciò come se lo volesse divorare, fece vagare liberamente le mani che dopo una breve perlustrazione dell’intero corpo andarono a posarsi nuovamente sul loro evidente posto preferito. Stava violando la bocca come presto avrebbe violato quel corpo. 
- Facciamo un giochino divertente ti va Roland? Io faccio la parte del pistolero e tu della piccola locandiera in difficoltà…-
- Piccola locandiera? Ma mi hai visto bene?-
- Usa un po’ di immaginazione… mi eccita immaginarti in difficoltà…-
- Io piccola locandiera?-
- Ok rinunciamo alla piccola locandiera… fammi pensare un attimo… allora io faccio il pistolero e tu il povero contadino usurpato delle sue terre…-
- Io contadino? Ti avviso che mi stai facendo irritare pericolosamente-.
- Il solito difficile… va bene ho trovato, io faccio la parte dell’affascinante e glorioso pistolero e tu il triste principe che deve essere salvato…-
- Io che ho bisogno di essere salvato? Non è molto realistico…-
- A parte il fatto che ti ho salvato il culo non so quante volte, devi essere salvato non da un pericolo vero e proprio, ma da una voglia che ti consuma il corpo, che ti brucia e se non arrivassi io sul bel cavallo bianco a salvarti…- La scena era talmente simile alla realtà che Roland non faticò molto a entrare nella parte, si sentiva davvero infuocato, eccitato e fremente di anticipazione con delle mani non sue che arrivavano in parti che aveva dimenticato di avere, Cuthbert aveva ragione aveva bisogno di essere salvato e subito…
- Hmm… si può fare, spero che il pistolero sia all’altezza del suo compito…-
- Vedrò di non deluderla mio principe…-
- Hile pistolero! Lunghi giorni e ancor più lunghe e piacevoli notti mio signore- Lo provocò Roland andandogli incontro con il bacino ad ogni parola.
- Hile Roland Deschain, figlio di Steven, due volte altrettanto a te! Mio principe mi riconosci per quello che sono?- La voce di Cuthbert era talmente roca di eccitazione da rendere indecente anche le domande sacre. Le stesse che Roland aveva formulato al folken del Calla perché accettassero il suo aiuto ora erano parte del perverso gioco di Cuthbert. Lo avrebbe portato a pregarlo di scoparlo a morte, come lui aveva fatto sì che il Calla lo pregasse di aiutarlo senza che se ne accorgesse. 
- Aye, sei Cuthbert, mio fratello, mio amico… mio amante-
- Non pistolero?-
- Non per me, come per te non sono il tuo dinh-.
- Ma è la mia parte! Avrò modo di sparare, te lo assicuro-.
- Non ne dubito, ma non con la pistola-.
- Non mi servono pistole di ferro per fare quello che voglio fare…-
- Lo spero proprio…-
- So che vuoi che ti prenda ora, sono tentato ma stavolta faremo a modo mio-.
- Vuoi sentirmi pregare vero?-
- Me lo merito non credi?
- Aye, ma dovrai avere pazienza non credo di aver mai imparato a farlo…-
- Imparerai… Roland Deschain, figlio di Steven, ti aprirai a me come io mi aprirò a te?-
- Aye, almeno fin quanto riuscirai ad aprirmi tu, non ci sarà bisogno che ti apra a me, non sprechiamo tempo con inutile scambi di ruolo, è te che voglio…-
- Era una formalità, non ti avrei mai permesso di farlo, almeno non oggi…-
- Né in futuro, se mai ce ne sarà uno, quel che voglio è solo sentirti dentro di me non cerco altro, mi pare che l’avessimo chiarito in altra occasione…-
- Già, mi sono fatto scopare con unico risultato: la tua delusione e il mio dolore…-
- Basta con le stronzate, fai l’ultima domanda…-
- Roland Deschain, figlio di Steven, cerchi il mio soccorso?-. Era questa la domanda che si era sognato ogni notte, cercava il suo aiuto? Sì, lo voleva in tutte le sue sfaccettature. Lo voleva per andare avanti, lo voleva per guardarsi allo specchio e lo voleva per riempire quel vuoto, quella solitudine che lo perseguitava. Voleva aiuto per spegnere quel bisogno fisico che minacciava di sopraffarlo da un momento all’altro, voleva aiuto per soddisfarlo. Voleva aiuto ma soprattutto voleva Cuthbert…
- Aye-.
- Non ti ho sentito-.
- Aye, cerco il tuo soccorso-.
- Non è la risposta che voglio, ritenta-. Per Roland era impossibile pensare con Cuthbert sopra di sé che gli si strusciava contro facendogli immaginare cosa gli avrebbe fatto se solo avesse dato la risposta giusta. Lo baciava, lo leccava, gli aveva stretto i polsi con una mano impedendogli di toccarlo, non poteva fare altro che rimanere passivo sotto a quel corpo visibilmente eccitato. Gli allacciò le gambe alla vita ma Cuthbert gliele immobilizzò.
- Non ci provare Roland, prima la risposta altrimenti prolungherò la tortura, e credimi sarà una tortura a cui non sei stato addestrato-.
- Non resisterai a lungo neanche tu Bert-.
- Oh sì che resisterò sono sempre stato bravo in queste cose, ne ho di esperienza-. Come a sottolinearlo Cuthbert gli mozzicò forte il capezzolo mentre continuava a strusciarsi su di lui con un’energia e una velocità tale che presto i vestiti avrebbero preso fuoco.
- Bastardo! Non mi pare il momento di parlare delle tue avventure!-
- Geloso Roland?-.
- Mai-.
- Mentre aspetto potrei raccontarti di tutti gli amanti e le amanti avute nella mia vita!-
- Fallo e ti troverai senza palle e con un buco in più nel culo!-
- Non sei geloso eh? Direi possessivo, in effetti anche a me non fa per niente piacere sapere di come ti sbatti la donna del villaggio, fammi un favore non raccontare più niente a Eddie della tua vita sessuale perché l’informazione arriva dritta a me… Io sì sono maledettamente geloso-. Cuthbert gli mise una mano sul sedere cominciando a palpeggiarlo con forza e poi all’improvviso spingendolo all’in su fece sbattere le due eccitazioni una contro l’altra. Roland restò senza fiato, i suoi pantaloni troppo stretti, non sopportava più quelle mani su di sé senza averle a pelle, cominciò a pregarlo davvero…
- Ti prego Bert! Farò tutto quello che vuoi…-.
- Ovvio che lo farai ma prima voglio le parole magiche, non mi pregare se non sai cosa vuoi-. Roland preso ormai dalla follia e dalla voglia che aveva di lui urlò ciò che voleva…
- Scopami ti prego Bert! Fai l’amore con me, fammi tuo. Voglio che tu lo faccia e lo voglio perché ti amo. Te lo chiede Roland, figlio di Steven della Gilead che fu!-.
- Ai tuoi ordini, non aspettavo altro, stanotte non ci saranno fraintendimenti, non voglio solo sesso e se era questo quello che cercavi mi sarei alzato e non mi avresti rivisto mai più-. Fece sparire per magia i vestiti, risultato di anni e anni di esperienza pensò fastidiosamente Roland. Doveva ammetterlo era geloso marcio del suo uomo. 
- Ogni notte con te è stato fare l’amore anche se poi ti dimostravo tutt’altro. Non è mai stato il sesso quello che cercavo da te Bert-
Cuthbert gli lasciò andare le mani che indolenzite andarono ad abbracciare il bel corpo sopra al suo. Si baciarono, i corpi si rilassarono leggermente come a voler dare quei momenti di dolcezza ai due liberi dalla passione violenta che presto si sarebbe scatenata tra loro. Cuthbert lentamente si staccò senza però mai lasciare il suo sguardo, gli occhi nuovamente tutte e due sani esprimevano una tale dolcezza che nessuno avrebbe creduto possibile. Lo stava già amando con gli occhi ben prima di farlo col suo corpo. Solo lui era capace di farlo: di renderlo nudo, eccitato, aperto, pronto con la sola forza di uno sguardo. Quanto gli era mancato tutto questo… 
- Quando sono morto ho cancellato il male che mi hai fatto pensando a quel bacio che mi hai dato prima che morissi e che mi hai chiesto di non dimenticare... Ti ho perdonato-. 
- Davvero? Niente più rancore?-.
- Aye, non c’è spazio per il rancore. Mio padre mi aveva avvisato di starti lontano… fortunatamente non l’ho mai preso sul serio neanche per un secondo-.
- Ah sì? E perché nessuno ha avvertito me?!-
- Perché avrebbero dovuto? Sapevano che ti adoravo e che non ti avrei mai fatto del male; almeno non consapevolmente-
- Mentre io te ne ho fatto…-
- Aye… ma sono arrivato alla conclusione che sia stato il giusto prezzo da pagare in cambio della tua anima, del tuo cuore e… del tuo corpo-. Sottolineò il tutto baciandogli le labbra, il petto e infine spalancando la bocca sul suo inguine. Quand’è che aveva affermato che il sesso orale non era poi così importante? Che cazzata aveva sparato!
- Dovrò farti soffrire anche in futuro se questa è la tua reazione Bert-.
- La prossima volta sarà molto diversa la mia reazione, ora che ti ho riavuto non accetterò di essere trattato nuovamente come in passato, se dovesse succedere uno di noi morirà, non scherzo, anche se poi io sono già morto-. Nonostante quello che gli stava facendo con la lingua, Roland sapeva che le minacce di Cuthbert erano vere e letali, anzi non trovò un modo più tipicamente sue di farle, se non quello di farle mentre lo scopava a morte. Se fosse stato qualcun altro a minacciarlo lo avrebbe ammazzato all’istante, ma sulle labbra di Cuthbert era come una dichiarazione d’amore, una di quelle più romantiche… In quel momento gli avrebbe permesso di tutto purché non smettesse di muovere quella lingua calda su di lui, sarebbe rimasto a gambe aperte a pregarlo di non smettere…
- Potrei farti morire di infarto per il troppo piacere… sarebbe un modo molto… piacevole-.
- Credo che tu abbia dimenticato che ho molta resistenza Bert-.
- Lo ricordo bene… sei il mio sogno erotico da sempre; ma non vorrei essere io a dirtelo, sei invecchiato, sempre bellissimo, ma non credo che tu abbia la resistenza di un tempo-.
- E’ una sfida? E poi diamine Cuth potevi anche scegliere di apparire un po’ più vecchio… Mi pare di avere davanti mio figlio che mi sta facendo il bocchino migliore della mia vita-. Vederlo così giovane gli ricordava quanto tempo era passato, gli pareva di non aver mai vissuto una simile giovinezza, gli anni nel deserto lo avevano distrutto, si era ritrovato vecchio quando in realtà aveva poco più l’età di Eddie. 
- Mi dispiace sono morto giovane non ho avuto il tempo di invecchiare… e poi è un bene che uno di noi due abbia conservato la bellezza e la resistenza di un tempo no?-
- Ehi pivello per quanto riguarda la bellezza posso anche concordare che non sono quello di un tempo ma per la resistenza ti do ancora le piste!-
- Non ti prenderà un colpo? Gli incesti sono la mia fantasia erotica di sempre…-.
- Non ero io la tua fantasia erotica?-
- Appunto ho davanti le mie due fantasie più perverse, fai in tempo a tirarti indietro!-
- Lo sai che non mi tiro mai indietro no?- Intanto premeva la testa di Cuthbert verso di sé per avere un contatto più profondo, per violargli quella bocca spudorata, voleva essere inghiottito. Se non si liberava dell’orgasmo che lo stava minacciando di fargli esplodere i testicoli avrebbe perso la ragione molto presto. La voce calda di Cuthbert che accarezzava quel tratto di pelle delicato non aiutava affatto…
- Lo so, ti amo anche per questo… non dire più che non sei bello come prima, ho sognato così tanto il tuo corpo che ora che lo sto amando di nuovo mi sembra infinitamente più bello di come lo ricordavo; sei invecchiato ma sei sempre tu Roland, questo è l’importante. Hai lo stesso corpo, lo stesso odore che ho amato per anni e che per anni spero di amare ancora. Sei sempre il mio ragazzo, come sempre ti ho considerato.- Cuthbert aveva riportato il viso all’altezza del suo sguardo, Roland capì che voleva che lo guardasse negli occhi per convincerlo che stava dicendo una verità assoluta. 
- Allora dimostramelo, ama il mio corpo come una volta Bert-. 
- Non mi tratterrò, non avrò controllo… sarà il ka a guidarmi come sempre ha fatto…-. 
- Credo che il ka voglia che tu finisca quello che hai iniziato…- Aveva il membro duro e gonfio dell’orgasmo pronto a liberarsi e soffriva al ricordo di quelle labbra di fuoco senza averle di nuovo su di sé. Dopo averlo baciato, un bacio era impossibile non rubarglielo, lo spinse verso il basso. Ma Cuthbert liberandosi dalle sue mani gli riprese i polsi lasciandolo nuovamente inerme sotto di sé. Dopotutto amava anche quella situazione specialmente quando il sorriso di Cuthbert aveva molto poco di innocente e fin troppo di perverso… 
- Nay… il ka mi sta dicendo di fare altro…-. Mentre Cuthbert lo baciava, percepì le sue mani aprirgli maggiormente le gambe accarezzandolo intimamente, lo immaginò farsi posto per una posizione più comoda. Le braccia gli circondarono la vita, era sorprendente come non sentisse alcun dolore all’anca era come se Cuthbert gli fungesse anche da antidolorifico. Poi il suo bacino venne alzato e con un movimento unico sentì il corpo di Cuthbert scivolare nel suo… Se in precedenza aveva pensato che potesse essere fantastico si era sbagliato di grosso, si era scordato dell’immenso dolore che provava ogni volta. Anche in passato Cuthbert difficilmente lo preparava ad accoglierlo, gli piaceva possederlo subito, lo voleva stretto intorno a sé, voleva sentirsi soffocato e prepararlo significava perdere la parte migliore, sentirsi tutt’uno con lui. Gli parve di soffrire più delle altre volte, forse perché erano anni che quella parte di lui non veniva violata o forse i ricordi addolcivano sempre la realtà. Si sentì contrarsi fino allo spasmo mentre il suo amante cercava di riprendere il respiro. Cuthbert lo abbracciò e lo baciò leccandogli il sudore dalla pelle, poi con un movimento del bacino leggermente ondulatorio cercò di farsi accettare da quell’interno caldo e stretto che minacciava di stritolargli la carne. Cuth sapeva che dopo tanti anni avrebbe dovuto avere maggiore attenzione per il suo amante ma il cervello aveva smesso di pensare e l’unico in funzione era diventato il suo corpo. Era da troppo tempo che desiderava entrare nella sua fodera naturale e, senza un attimo di attesa, appena sentito l’odore di casa, l’aveva preso con disperazione forzando le sue delicate difese. Sentiva il suo sangue bagnarlo e lubrificarlo meglio di qualsiasi altro olio. E mentre la sua eccitazione si ingrossava di più, pregò Roland di rilassarsi, di aprirsi a lui. Gli massaggiò dolcemente il sedere mentre con piccole spinte continuava a farsi strada in lui provocando nuovi gemiti di dolore. Lo masturbò, uscì leggermente da quel corpo per ripetere tutto di nuovo. Era ancora così stretto che era tentato di prenderlo nuovamente con forza, gli servì tutto il suo autocontrollo per mantenersi il più immobile possibile, sapeva che una volta che il corpo di Roland avesse preso le giuste misure anche lui avrebbe cominciato a godere e la faccia di Roland in piena estasi era la visione più bella che avesse mai visto…
- Fammi entrare… rilassati-.
- Cazzo Bert! Ma che ti è diventato più grosso?! Dio che male!-
- Nay Roland io non centro, sei tu che sei troppo teso, no che non mi piaccia averti così stretto, ma vorrei vederti anche godere se possibile-.
- Il piano era quello, di certo non avevo intenzione di farmi solo violentare da te!-
- Scusami, non resisto inizio con il voler fare le cose con calma, ma poi… vedrai ti devi solo abituare, non ricordo di averti fatto mai così male-
- Ah pensavo che fosse solo una mia impressione…-.
- Vuoi che esco?-
- Provaci e ti ammazzo un’altra volta… Dammi tempo-.
- Tutto il tempo che vuoi, intanto ti aiuterò a rilassarti…-
Il trucco per farlo rilassare erano i suoi baci che erano capaci di stordirlo come una droga, per non parlare delle mani che indagavano il suo corpo fino ad ogni insenatura nascosta. Infine con le piccole spinte che ogni tanto gli infliggeva riuscì a calmarsi. Almeno non aveva più voglia di prenderlo a calci nelle palle ed era già un grande risultato. Cuth non sapeva quanto era andato vicino alla castrazione…
- Ok… ci sono-.
- Davvero? Dalla tua bellissima pressione che mi circonda non pare proprio-
- Ti stai lamentando? In tua assenza non sono andato in giro a farmi sbattere per tenermi in allenamento! È ovvio che il mio culo sia fottutamente impreparato al tuo stupro!-
- Quando parli così non fai che eccitarmi di più-
- Certo sei un pervertito!-
- Forse, ma sei fin troppo rilassato per i miei gusti…- Con un ghigno feroce se lo strinse a sé e senza dargli tempo di replica, lo prese nuovamente con forza, in profondità senza fermarsi, continuò a spingere e a uscire a spingere e a uscire frizionando con velocità la pelle fino quasi a farla incendiare. Roland, anche se ancora dolorante, cominciò a rispondere ai suoi movimenti fino a quando stilettate di piacere gli fecero scordare ogni dolore provato. Mugolò fino a non riuscire più a trattenere i gemiti…
- Roland lasciati andare, lo sai cosa voglio da te. Fammi sentire la tua voce, urla per me…-
Cuthbert cambiò il ritmo delle sue spinte da violente e veloci a profonde e dolci, lo accarezzò con adorazione e lo baciò con ardore fino a quando le labbra persero sensibilità. Roland urlò fino a graffiarsi le corde vocali. Urlò frasi sconnesse tra loro ma che tutte incitavano Cuthbert a farlo suo ancora, ancora e ancora. Più forte, più in profondità, più lento, più veloce, basta che lo facesse suo. Finalmente il sogno di Roland di urlarglielo di nuovo si era esaudito. Aveva ritrovato il suo principe azzurro… Lo aveva salvato per l’ennesima volta e i principi azzurri è questo che fanno oltre che a scoparsi a morte la principessa salvata. E in questo caso la principessa voleva essere scopata e dalle sue urla pareva che ne andasse della sua vita. Le urla rendevano silenziose tutte le voci fantasma di quella grotta che per Roland avevano smesso di esistere dal momento in cui aveva visto Cuthbert… la magia che c’era in quel luogo non aveva più effetto su di lui. Ciò che si creava tra loro la contrastava. Ora che erano uno nell’altro a Roland parve di essere capace di neutralizzare addirittura il potere della Tredici Nera. Era libero di farsi amare senza alcuna distrazione, era libero di spingersi verso Cuthbert fino al limite come aveva desiderato da sempre ed era libero di sentirsi riempire nuovamente dalla persona che amava. Urlava lo stesso Cuthbert scacciando così la frustrazione accumulata per il suo amore impossibile; lo aveva desiderato così tanto che quando venne parve essersi svuotato di tutti i liquidi che aveva in corpo. Per Roland non fu molto diverso, sentire il caldo seme dell’amante scorrergli tra le cosce fu l’ultima cosa che ricordò prima di perdersi nell’orgasmo. E quasi pianse per la sua intensità, per un’estasi del genere dopo essersi accontentato per troppo tempo di qualcosa che sapeva di ridicolaggine e banalità. Gli orgasmi avuti finora erano delle piccole scintille a confronto dell’incendio indomabile che stava provando con Cuthbert. Lo strinse forte a sé in silenzio, beandosi dei suoi tocchi gentili, delle dolci lappate sul suo viso che lo assaggiavano, delle sue mani curiose che lo palpavano ovunque, della sua carne che anche se rilassata continuava a possederlo rimanendo dentro di lui in totale mobilità come se stesse riposando. Non provava dolore nonostante si sentisse bagnato dal proprio sangue, come se fosse stata un’altra persona ad essere lacerata e spaccata, era in un stato di tale benessere che forse il corpo aveva deciso di dimenticarsi di soffrire... 
- Ehi tutto bene?-
- Non lo so, in verità non so neanche se sono vivo, dio questa sì che era una scopata-. Si sentì pizzicare una natica con forza, il dolore lo risvegliò dal trans emotivo.
- Ahi! Ma sei scemo!-
- Vedi che sei vivo?!-
- Idiota potevi scegliere un’altra parte, sono già abbastanza malconcio da quelle parti!-.
- Non ho resistito scusami, vedrò di farmi perdonare subito-. Uscì da lui dolcemente e Roland si lamentò più per contrarietà che per dolore…
- Shh… ho detto che mi devo far perdonare…- Cuthbert cominciò a lasciare una scia di baci umidi su tutto il suo corpo scendendo e morsicando le sue parti più delicate fino ad arrivare al pene ancora rilassato, lo guardò negli occhi e tenendo lo sguardo incollato al suo cominciò a leccarlo, morderlo e succhiarlo. Roland con le mani libere gliele mise tra i capelli spingendo e imponendo lui il ritmo della bocca che lo stava inghiottendo. Infondo si doveva far perdonare e lui non era mai stato incline al perdono… Ma Dio se Cuthbert era bravo… pareva nato per implorare perdono con quella bocca spudorata che si ritrovava e di certo Roland non aveva abbastanza forza di volontà per rimanere incazzato con lui, c’erano cose più urgenti da fare come spingere la sua testa con più forza, guardarlo mentre lo inghiottiva, gemere di piacere, implorarlo di continuare, cercare di trattenere le urla mordendosi le labbra e poi liberarsi, venire, esplodere nuovamente in un orgasmo del tutto nuovo, inaspettato a cui si abbandonò come se non esistesse al mondo nient’altro che quel piacere assoluto che una semplice bocca era stata capace di scatenare. Il sesso orale si rinnovava con Cuthbert, non era solo passione, sembrava che lo stesse mangiando davvero come se lo volesse inghiottire per tenerlo per sempre con sé. Non era mai solo sesso con lui, anche quando aveva avuto ragione di dubitarne non lo aveva fatto perché sapeva che Cuthbert diceva il vero quando sosteneva che quando lo prendeva lo amava e voleva diventare tutt’uno con lui. Anche quando una volta l’aveva preso con la forza aveva sentito in lui quell’amore che l’aveva portato a fare un gesto simile e così l’aveva perdonato nonostante la rabbia, la vergogna e il terrore del momento. Cuthbert era un uomo istintivo difficilmente ragionava sulle sue azioni, era preda delle sue emozioni e dalle emozioni si lasciava guidare. Quando si trattava di lui Cuthbert era guidato da una cosa sola l’amore, e l’amore lo aveva portato a fare non poche idiozie che il più delle volte si rivoltavano contro se stesso ma che una volta avevano travolto lui. Vederlo sorridente mentre si ripuliva le labbra con la lingua Roland ricordò a se stesso che Cuthbert era anche un uomo pericoloso. Ma era il suo uomo e proprio perché era suo non poteva essere da meno, Roland era più pericoloso di lui, bastava vedere la scia di sangue innocente che si portava dietro… Cuthbert gli si sdraiò nuovamente sopra stiracchiando il corpo sul suo, dopo aver trovato la posizione più comoda lo baciò facendogli assaporare la sua essenza. Roland amava ubriacarsi di quell’aroma, del suo sapore e della saliva del suo amante mescolati in un bacio senza fine. Abbracciò il suo uomo approfondendo il contatto dei due corpi…
- Avevi ragione a dire che era un bene che uno di noi fosse rimasto giovane come un tempo…- 
- Non avevi detto che non ti interessavano i scambi di ruoli Roland?-
- Aye-
- Da quello che stai facendo al mio sedere non si direbbe…-
- Non ho mai detto di non apprezzare il tuo sedere…la pelle morbida e calda contro le mie mani ruvide… –
- Mi stai eccitando da morire Roland, se continui non rispondo di me-.
- Allora non credo proprio che mi fermerò…-
- E’ bello sapere che non ti faccia così schifo. Era triste sapere che all’unica persona che mi importa non piaceva quando tutti mi ci morivano dietro… ahi che cazzo fai?! Mi hai fatto male! Pizzicare una natica è normale ma pizzicarmi dentro fa un male del diavolo!-
- Che vuol dire che tutti ti ci morivano dietro? A quanti lo hai dato via eh troia?-
- Lasciami Roland! Che cazzo ti frega?! Quando lo abbiamo fatto non t’è piaciuto! Che pretendevi che rimanevo in castità? Hai sempre saputo che avevo più di un amante no?-
- Non ho mai detto che non mi sia piaciuto, ho detto che non c’era confronto con avere dentro te. Pensavo che ti fossi donato a me perché ero io non perché avevo un cazzo! E poi sapevo che scopavi con altri no che ti facevi anche scopare! Se permetti farsi scopare ha qualcosa di più intimo che ficcare il cazzo dentro ad un buco! Fanculo alzati! –
- Nay, te ne stai buono al tuo posto. A differenza di te mi piace fare sesso sia con le donne che con gli uomini, perché dovrei limitarmi il piacere?-
- Non farlo, stanotte sono sicuro che non avrai difficoltà a trovare qualcuno che soddisfi le tue richieste con quel bel faccino e il culo che ti ritrovi, ora alzati!-
- Stai buono Roland, fisicamente sono più forte di te-
- Ne sei sicuro?-
- Quando mi hai avuto te l’ho permesso per i tuoi stessi motivi lo giuro come giuro che quando ho fatto l’amore con te per la prima volta è stata veramente la mia prima volta!-
- Questa è un’altra cazzata!-
- Ancora non mi credi? Stavo con la sorella di Alain ma ci ho solo fatto qualche giochetto-
- Cuthbert Vaffanculo-.
- Roland ti rivelo una cosa…-
- non mi interessa…-
- Io dico di sì-
- Per quanto mi riguarda puoi anche esserti fatto scopare da mio padre non mi interessa-.
- Questo è impossibile tuo padre era troppo impegnato con mio padre…-.
- Stai abusando della mia pazienza…-
- Nessuno mi ha mai toccato oltre te sotto quel punto di vista…-
- Troppo facile ritrattare adesso…-
- Sapevo che ti saresti infuriato, mi volevo divertire, mi eccita da morire vederti arrabbiato!-
- Brutto stronzo! Ti eccita eh? Vedrai che ora non avrai più niente da farti addrizzare!-
- Cazzo!… mi hai quasi castrato, i colpi bassi non valgano né le ginocchiate nelle palle…-.
- Ti eccita il pericolo no? Ti ho accontentato…-
- Ma non il dolore… dio me le sento come gelatina…-
- Hai ancora voglia di scherzare?-
- Stronzo-. 
- Te lo sei meritato, ti è andata anche troppo bene… -.
- Sai? Non l’ho più fatto per il tuo modo pietoso di farlo, sono rimasto traumatizzato- 
- Bert ho ancora le mani sul tuo sedere e potrei farti mooolto male-.
- …La verità è che volevo che tu fossi l’unico, hai dato a me una cosa che avrei avuto solo io e io volevo fare la stessa cosa per te. Hai detto il vero donarsi a qualcuno non è così semplice come possederla, solo tu hai il diritto di avermi in quel modo…-
- Ti ho dato della troia…-
- Un po’ lo sono, mi sono scopato ogni essere che camminava e respirava-
- Questo non ti dà molto credito-.
- E’ stato solo sesso, con te mai, non da parte mia… e poi tu hai fatto lo stesso con la popolazione femminile del pianeta-.
- Hmmm…-
- Almeno hai la decenza di non rispondere-.
- A differenza di te so quando devo stare zitto-.
- Allora è arrivato il momento di smettere di parlare, mi è tornato sensibile, molto sensibile-
- Lo sapevo che ti saresti ripreso, non riuscirei a castrarti nemmeno con le forbici, ti ricrescerebbe all’istante e forse anche più grosso di prima-.
- Beh sei un uomo maledettamente fortunato non credi Roland?-
- Sta a te dimostrarmelo…- Lo prese senza nessun preavviso stavolta senza mai fermarsi, Roland era più aperto di prima quindi Cuthbert lo penetrò con forza per sopperire a quella che per lui era una grande perdita. Era ancora abbastanza stretto da esserne prigioniero ma dopo averlo sentito così prepotentemente suo un po’ gli dispiaceva che il suo corpo si stesse abituando alla sua presenza. In compenso le urla di Roland non avevano niente a che fare con il dolore di prima, il piacere che gli stava dando lo stava facendo tremare tanto da avere spasmi muscolari. Cuthbert sentiva le pareti di Roland rilassarsi e restringersi, si sintonizzò con lui e cambiò il ritmo delle sue spinte uscendo quando si rilassava penetrandolo quando si restringeva e così facendo aveva Roland più stretto proprio come lo voleva. Roland poi gli andava in contro con il bacino per approfondire ancora di più la sua penetrazione tanto che ci mancava poco che lo prendesse anche con tutti i testicoli procurando non poco dolore a Cuthbert. Era molto meglio di prima quando Cuthbert aveva praticamente fatto tutto da solo, ora con la partecipazione attiva di Roland, libero dal dolore, sembravano un unico individuo, si muovevano all’unisono con il solo scopo di darsi piacere e di raggiungere a vicenda l’anima nascosta dell’altro. Questo sì che era fare l’amore ed entrambi non si ricordavano molte altre volte che potevano dirsi migliori di questa. Forse perché ora avevano compreso appieno i segreti del piacere e il vero significato del sentimento che c’era tra loro, non era più solo un divertimento fare l’amore ma era condividere ciò che si era con il proprio amante. Erano finalmente diventati abbastanza maturi da riuscire a vivere a pieno il loro amore, liberi da ogni egoismo, dubbio o paura. Avevano l’incoscienza di quando erano ragazzini e la consapevolezza che avevano faticosamente raggiunto in età adulta, finalmente erano diventati gli amanti perfetti. Perfetto fu anche l’orgasmo che li colse contemporaneamente ma non ancora sazi continuarono ad amarsi, Cuthbert con il pene rilassato penetrò Roland con due dita e con quelle continuò a spingere al suo interno finché non riprese vigore e riprese a possederlo nuovamente eccitato e teso al massimo. Anche le dita di Roland si fecero curiose e cominciarono ad esplorare e a giocare con la fessura di Cuthbert allo stesso ritmo delle spinte che lo minacciavano di spaccarlo in due. Non resistettero molto a tutto quel piacere, vennero nuovamente e Roland ormai pieno del seme del suo uomo e non riuscendo a contenerne di più si trovò impiastricciato sia del suo sperma che di quello di Cuthbert. Cuthbert cercò di ripulirlo leccandoglielo via dopo averlo raccolto con le dita, poi al banchetto si aggiunse anche Roland, alla fine il suo corpo era più lucido di saliva che di sperma. Tutti e due convennero che come dessert era stato uno dei migliori assaggiati nella loro vita. Cuthbert rimase dentro Roland senza nessuna intenzione di spostarsi e Roland rimase con le mani sul e nel sedere di Cuthbert in totale rilassamento. 
- Pensavo che sarei morto dentro di te Roland! Ricordo solo un piacere che possa essere paragonato a quello provato adesso…-
- Quale?- 
- Non te lo dico, mi vergogno ad ammetterlo-.
- Ti vergogni dopotutto quello che mi hai fatto?-
- Aye, magari tu potresti fraintendere-.
- Stai parlando di qualcosa che hai fatto con me vero?-
- Cosa te lo fa pensare scusa?-
- Il fatto che se non fosse così userei le poche energie rimaste per ammazzarti-.
- Con chi pensi io abbia più goduto nella mia vita Roland?-
- Se mi avessi domandato grazie a chi hai più sofferto sarei stato certo della risposta…-
- La risposta è la stessa, la persona che più mi ha fatto soffrire nella mia breve vita è anche quella che mi ha dato più piacere. Forse perché è l’unica che abbia mai amato e che ha il potere sia di ferirmi che di farmi felice… nessun’altro è mai riuscito ad entrarmi dentro come hai fatto tu e non sto parlando dell’atto fisico tanto per essere chiari… gli altri me li scopavo e non sentivo altro che piacere fisico, li lasciavo a volte senza neanche preoccuparmi di farli venire, mi prendevo quello che volevo, li usavo come delle bambole me ne fregavo di fargli provare piacere, ciò che contava ero solo io, e ora guardami con te, sembra che piuttosto che possederti con il corpo io ti possieda con tutta la mia anima e questo va al di là di qualsiasi piacere che io possa mai provare. Il mio corpo non fa altro che dirti ti amo e che sei solo mio, il piacere non sembra più la cosa principale da raggiungere-. 
- Allora qual è il momento in cui ti ho dato più piacere e che ti ho fatto più felice?-
- Non centra il piacere ma l’atto in sé, anche se poi il piacere è stato devastante il più grande della mia vita-.
- E’ stato davvero così grandioso? A me sembra sempre grandioso con te, non ricordo una volta così particolare…-
- Forse perché il mio modo di amarti non è mai cambiato, mentre ogni volta che tu ti doni a me lo fai in un modo diverso-.
- Che devo fare per farmi dire quando è stato allora? Niente di faticoso non credo di avere la forza di alzare un dito…-
- Inizierò con l’accontentarmi di un bacio ma che sia intriso di passione e desiderio!-.
- Penso di riuscirci abbastanza bene-. Lo baciò con gli occhi aperti per mostrargli quanto fuoco gli bruciava dentro, gli rubò il respiro impedendogli ogni tentativo di prendere il controllo, quando Cuthbert si arrese sottomettendosi il bacio si fece violento scatenando reazioni nei piani bassi di entrambi. Roland si staccò ansimando con una leggera espressione di dolore per il risveglio del pene di Cuthbert dentro di lui.
- Bert o ti rilassi o esci da me, non mi sono ancora ripreso abbastanza da poterti avere dentro così duro e grosso-.
- Scusami ma è tutta colpa tua, anche tu ti sei eccitato-.
- Aye ma io non ti sto dentro dopo averti scopato a morte per tre volte consecutive…-
- Hai ragione mi levo… dove vai?-
- Se riesco a stare in piedi vado a pisciare-.
- Nay ora rimani qui… ho voglia di te-. Roland era in ginocchio bloccato da un braccio di Cuthbert che subito gli si era messo dietro.
- Che devi fare? Non pensarci nemmeno a prendermi da dietro te l’ho detto che non mi sono ripreso-.
- Shh non ho intenzione di farti male, lasciami fare-. 
- Se ti lascio fare poi mi dirai quando è stato?-
- Ricattatore bastardo…-
- E’ un sì?-
- Ti approfitti del fatto che sono innamorato pazzo di te…-
- Nay approfitto del fatto che sei un pervertito-.
- Ma se non sai neanche quello che voglio fare-..
- Mi ci gioco le pistole di mio padre che è qualcosa di perverso, ma non per questo ho detto che non mi piaccia, mi piace quando fai il pervertito Bert. Allora ci stai?-
- Aye desidero troppo farti quello a cui sto pensando-. Cuthbert poggiò la testa sul sedere di Roland e cominciò a leccare via tutte le tracce degli orgasmi avuti, poi con la lingua andò a stuzzicargli la fessura mescolando il sapore dell’orgasmo con il sangue che la forza delle sue spinte aveva fatto uscire. Roland cominciò a contorcersi per le bellissime sensazioni che stava provando, quando si sentì penetrare da quella lingua umida mise una mano tra i capelli di Cuthbert e lo spinse per farlo affondare ancora di più in lui. Non si ricordava che avessero mai fatto una cosa del genere ed era stato un vero peccato. Cuthbert avendo finito il suo lavoro di pulizia risalì fino alle labbra di Roland e lo baciò facendogli assaggiare il buonissimo cocktail che aveva faticosamente raccolto nelle sua bocca.
- Lo sapevo che saresti stato ottimo Roland, appena ti ho visto sporco del mio sperma e tinto dal tuo sangue non ho desiderato altro che assaggiarti…-
- Sei pazzo Bert… ma ora paga il tuo pegno-.
- E’ difficile riuscire a scapparti eh?-
- Specialmente tu, non mi scappi proprio-.
- Pensavo a noi due ragazzini, ricordi quanto ci divertivamo? Mi sono portato dietro questi ricordi per tutta la vita, sono stati l’unica cosa a farmi tirare avanti quando vivere non aveva più senso. Lo facevamo dappertutto, in ogni momento della giornata, le botte che ci siamo presi dai nostri padri e da Cort! Ricordo le nostre prime volte tu che ti vergognavi, eri insicuro, io per equilibrare la situazione facevo lo spaccone quando in realtà avevo più fifa di te, ma avevo così voglia di starti vicino che i dubbi e le paure me le lasciavo alle spalle ogni volta che incontravo i tuoi occhi. Poi siamo diventati esperti ma mi è sempre rimasta la paura fottuta di perderti e sai perché? Perché mi sono accorto che senza di te io ero niente, non esistevo, la forza che emanavo eri tu a darmela mentre sapevo che tu saresti riuscito ad andare avanti anche senza di me… io non ero indispensabile come lo eri tu per me. Ne soffrivo enormemente. Quando avevo queste crisi le tenevo per me ma era come se tu mi leggessi nel pensiero e cercavi di consolarmi in tutti i modi. Era allora che tu lo facevi…-
- Facevo cosa?-
- Non te lo ricordi ancora? Cambiavi il tuo modo di fare l’amore, mi facevi sdraiare e tu sopra di me mi facevi impazzire toccandomi e baciandomi. Quando ero abbastanza eccitato mi facevi chiudere gli occhi e senza dirmi niente ti aprivi con le mani e ti impalavi coraggiosamente a me, senza permettermi di aiutarti poi mi cavalcavi con forza e ti mostravi a me indifeso come non mai. Ero investito da tutte le tue emozioni sembrava davvero che tu ti stessi aprendo a me. Vedere che effetto ti facevo, il piacere, il dolore, il bisogno, l’amore, la fiducia non so spiegarti cosa significava per me vederti muovere in quel modo. Ad ogni spinta riuscivi a cancellare le mie paure e i miei dubbi. In quei momenti mi domandavo che cosa avevo fatto per meritarmi un amore incondizionato come il tuo, da una persona perfetta e innocente come eri tu. Questo è il piacere più grande che mi porto ancora dietro-. 
- Non ricordo nemmeno quanti anni sono passati dall’ultima volta che l’abbiamo fatto così. Mi pare che è dai tempi di Gilead vero? Prima che io diventassi pistolero…-
- Per la precisione la notte prima-.
- Romantico, l’ultima notte che abbiamo passato insieme come coppia-.
- Credo che sia proprio per questo che è stata l’ultima volta vero? L’hai fatto fin quando eravamo uniti e non esisteva nessun’altro che noi. Richiedeva troppa fiducia e amore perché lo potessi fare quando il nostro rapporto non era ridotto ad altro che al sesso-.
- La stai facendo troppo lunga la verità è che mi ero dimenticato che si potesse fare anche in quel modo e se devo essere sincero mi provocava il doppio del dolore-.
- Lo so è per questo che andavo fiero del fatto che facessi una cosa del genere per me, donarti in quel modo piegando il tuo orgoglio soffrendo così tanto tutto questo solo per dimostrarmi quanto mi amavi e quanto credevi in noi…- 
- Non l’ho più fatto non solo perché il nostro rapporto si era deteriorato ma perché quando mio padre mi ha passato il suo titolo sono dovuto cambiare, non mi era più permesso di fare affidamento su qualcuno o addirittura dipenderne e con quel gesto io ti volevo proprio dimostrare che tu eri il centro del mio mondo e che la mia vita ti apparteneva, ma quando sono diventato pistolero la mia vita non è più appartenuta neanche a me quindi non ti potevo dare qualcosa che non avevo. Ti ho fatto soffrire Cuthbert, ma non credere che per me sia stato semplice. Tu ti sei adeguato al mio comportamento ma non sei mai cambiato mentre io sono stato costretto a rinunciare a tutto da un giorno all’altro senza poter dare la colpa a nessuno potevo solo maledire il mio status. Non immagini il disgusto che ho provato quando sono andato a letto con quella prostituta e poi quando ho dovuto guardarti in faccia e vedere tutto il tuo disprezzo, il dolore e la delusione per il mio gesto. Quel giorno ciò che rimaneva del ragazzino è morto nel tuo sguardo. Tu sei sempre lo stesso io invece non ho più niente del Roland di un tempo…-
- Non è vero-.
- Così dici?-
- Aye, il tuo odore è sempre lo stesso Roland e quello non mente, ti sei solo smarrito con il passare del tempo. I tuoi baci e il tuo modo di fare l’amore sono tornati quelli di allora ora che ti sei permesso di tornare ad amare. Sei addirittura tornato a confidarmi i tuoi pensieri, erano anni che non sapevo cosa ti frullava nel cervello, Sei più simile adesso al Roland bambino che prima della battaglia di Jericho Hill, stai ritrovando la strada di casa…-
- Scusa se ti sembro volgare ma ora ho solo un gran bisogno di trovare la strada per pisciare… che ne dici se ti alzi così poi mi dai una mano ad alzarmi?-
- Nay, preferisco rimanere sdraiato qui a godermi lo spettacolo di te che mi passeggi nudo davanti agli occhi…-
- Che grandissimo pervertito!-
- Lo so che ti piaccio così Roland, quindi alzati e metti in mostra le tue grazie-. 
- Fanculo Cuthbert-.
- Tu fammelo vedere e io ci vado, non aspetto altro-. Roland lo fulminò con lo sguardo poi con enorme sforzo riuscì a mettersi in piedi, quasi cascò per la fitta alla schiena che lo colse impreparato, fortuna che la spalla di Cuthbert era lì a disposizione e ci si aggrappò.
- Tutto bene?-
- Non osare parlarmi-.
- Ehi non ti ho mica violentato!-.
- Ah no? Il tuo modo di farlo è molto più simile ad una violenza che al sesso!-
- Non mi pare che ti sia mai lamentato!-
- Hai sempre la risposta pronta eh?-
- Sei incontentabile lo sai Roland?-
- Non è vero ora mi sento molo soddisfatto-.
- Allora di che ti lamenti?-
- Del fatto che non riesco a stare in piedi forse?-
- Sciocchezze-.
- Sciocchezze? Allora quando torno ti faccio quello che hai fatto a me vediamo se poi le trovi ancora delle sciocchezze-.
- No grazie, e poi si era deciso di non perdere tempo con inutile scambi di ruoli-. 
- Patetica scusa…-
- Hai ragione, ogni volta mi chiedo come mai te lo lasci fare, sai che questo è il mio modo di fare l’amore con te ma alla fine non fai niente per cambiare le cose-.
- Che vuoi farci sono masochista, guarda che schifo di vita che ho avuto finora…-
- Presto sarà tutto finito Roland…-
- Non dire cose che non sai Bert, riprenderò il mio viaggio e andrà sempre peggio in cambio chiedo solo di non essere preso per il culo, sono troppo vecchio, stanco e disilluso per le stronzate-.
- Non ti sto prendendo per il culo, beh nel senso letterale del termine l’ho fatto e vorrei tanto poterlo rifare… Nel bene o nel male sei vicino alla fine della tua ricerca…-
- Lo so è la mia ricerca ha sempre richiesto dei sacrifici e stavolta non sarà diverso-.
- E’ ka-.
- Nay è ka-ka come dice sempre Eddie e una volta tanto sono d’accordo con lui-.
- Cosa temi?-
- Il ka-shume, è da troppo tempo che non soffia nella mia vita considerando il fatto che ho dei nuovi compagni su cui può abbattersi facilmente. Non soffierà nella battaglia contro i Lupi ma lo sento che sta in agguato pronto a portarmeli via uno per uno-.
- Non è detto che si ripeta ciò che è successo a Jericho Hill-.
- Forse non così ma il risultato sarà lo stesso. Vorrei davvero riuscire a raggiungere la Torre con loro al mio fianco-. 
- Forse ci riuscirai…-
- Già e forse tu riuscirai a cambiare modo di scopare…-
- Guarda che lo so che ti piace il modo in cui lo faccio.- 
- Non lo posso negare, ma non mi pare che da ragazzini tu fossi così violento e ti assicuro che mi piaceva lo stesso-.
- Da ragazzino non ti ho mai perso Roland…-.
- Neanche dopo solo non te ne sei accorto,non hai mai dovuto possedermi con forza per farmi sentire tuo, anche quella volta a Mejis non avevi alcun bisogno…-
- Non dovevi pisciare Roland?-
- Aye certo…- Sapeva che Cuthbert non voleva parlare di quello che era successo a Mejis un giorno di tanti anni fa. Dopotutto lo capiva, anche lui non amava parlare di quando gli aveva puntato la pistola alla gola; non ricordava di avergli mai chiesto scusa, non si era sentito in dovere di farlo quando Cuthbert l’aveva violentato due giorni dopo…ed era questo l’argomento tabù. Neanche Cuthbert gli aveva mai chiesto scusa, semplicemente non ne avevano più parlato ma sapeva che i sensi di colpa lo divoravano ancora ogni volta che ci pensava. Da quel giorno cambiò il suo modo di fare l’amore con lui, cominciò a possederlo con forza e disperazione mettendo da parte la dolcezza di un tempo. Quella era stata l’unica volta in cui Cuthbert gli aveva fatto del male, un'unica volta paragonata ad una vita intera di sofferenza a cui lui l’aveva condannato. Ma non voleva più pensare a quel giorno, a quella buia grotta umida, alle sue prime e uniche lacrime da adulto. Ricordava ancora come era stata la loro prima volta dopo quella violenza, Roland che bruciava di astio con un orgoglio difficile da riuscire a piegare e Cuthbert incredulo che gli fosse data un’altra possibilità di poterlo amare. Era stata la volta più difficile della loro vita pregna di sfiducia, dubbi, paure… Trovandosi fuori all’aria aperta si scrollò di dosso tutte quelle vecchie sensazioni che l’avevano assalito, guardò giù in direzione del Calla trovandolo pacificamente addormentato, una tranquillità che poteva terminare se lui avesse fallito la sua missione. Non se ne preoccupò più di tanto era certo che quello non sarebbe stato il luogo della sua tomba. Rabbrividì, privo del calore del corpo del suo amante si accorse di quanto era fredda quella notte, era difficile vederlo tremare anche quando era totalmente nudo come lo era ora. Si sbrigò a liberarsi la vescica per poter ritornare dentro… un’altra grotta ma tutt’altra storia. Lo trovò con le braccia incrociate dietro la testa intento a fissare attentamente una piccolissima porzione di soffitto. Sembrava davvero inoffensivo a vederlo così, inoffensivo e terribilmente appetitoso. 
- A che pensi?-
- A te-
- Ovviamente… cosa stavi pensando di me?- 
- C’è bisogno di dirlo?-
- Nay stavolta non te la cavi tanto facilmente, non avevi la tua classica faccia da pervertito-. Si sdraiò sul suo corpo, sfiorandogli appena le labbra con le sue.
- Dici che non me la cavo nemmeno se ti faccio impazzire di piacere?-
- Nay e non provarci nemmeno a muoverti, mi voglio godere il tuo corpo sotto al mio-.
- Il tuo lato dominante si sta risvegliando?-
- Sta zitto Cuth… dimmi che ti passava per il cervello-.
- Che ti amo troppo e questo mi fa essere un idiota-.
- Ora non dare la colpa a me, tu sei idiota fin dalla nascita…-
- Certo è fin dalla nascita che ti amo-.
- Non ti ricordavo così romantico-.
- Una volta lo ero…-
- A quei tempi credo di esserlo stato addirittura io-.
- Bellissimi tempi-.
- Che dici di tornarci almeno per stasera?- Si mise a cavalcioni su di lui, sentiva già il membro di Cuthbert pulsare sotto il suo sedere…
- Che vuoi fare Roland?-
- Tornare ai bei tempi te l’ho detto-.
- Spostati…-
- Nay, lasciati amare come meriti Bert…-
- Nay, mi merito quello che mi hai dato finora non di più-.
- Hai ragione, ma comunque voglio tornare ad amarti veramente ed avere piena fiducia in te, non voglio che ci siano tristi ricordi tra noi. Ti voglio amare per farti dimenticare il male che ti ho fatto ma anche per farmi dimenticare quello che tu hai fatto a me. Non voglio più pensare a quel giorno e rovinarmi così tutti i bei momenti passati insieme e vale la stessa cosa per te, vorrei che non fosse mai esistito il giorno in cui ti ho puntato la pistola alla testa. Sono cose che non si possono dimenticare ma voglio superarle e l’unico modo che conosco per farlo è amarti a modo mio…- 
- … Come ho potuto farti una cosa del genere?-.
- La risposta è semplice pensi troppo con le parti basse e poco con il cervello-. 
- E tu ora vuoi premiare proprio quelle parti basse?-
- Nay se penso a quelle parti basse mi viene voglia di castrarti, ma se penso a te mi viene solo voglia di amarti e di essere amato…- Cercò di aprirsi il più possibile mise da parte tutte le paure e i dubbi e si impalò su quel corpo teso che non chiedeva altro di entrare e di conquistarlo. Roland si arrese spontaneamente facendo prigioniero dentro di sé quel membro duro per incoronarlo suo proprietario re indiscusso del suo corpo e della sua anima. Strinse i denti per abbassare ogni sua difesa emotiva e fisica quando si sentì finalmente libero da ogni costrizione cominciò a muoversi, a cavalcarlo. Era vero che farlo così gli faceva male il doppio ma anche tutto il resto veniva amplificato, il piacere, il senso di appartenenza, la fiducia e poi farlo mentre aveva gli occhi dell’amante puntati addosso lo faceva bruciare, un calore dovuto dalla vergogna ma anche dall’eccitazione. Impose il suo ritmo fino a quando le forze lo sostennero poi liberò le mani di Cuthbert e lasciò che fossero loro ad imporre il ritmo sui suoi fianchi. Si era dimenticato quanto quel gesto lo facesse sentire pieno del suo amante, non sembrava che avesse in sé solo il suo membro ma tutto ciò che costituiva Cuthbert: corpo, fluidi, pensieri, sentimenti, emozioni. Cercò di contenere tutto ciò il più possibile dentro di sé continuando a guardare quegli occhi che lo possedevano più di ogni altra cosa ma poi fu semplicemente troppo e si arrese, chiuse gli occhi e si lasciò andare alle forti sensazioni che quel dolce sali e scendi a cui il suo corpo era costretto gli procurava. Fece sentire la sua voce, con la stessa tonalità che aveva usato in passato nelle battaglie urlò di piacere fin quando la voce divenne inutile e l’unico modo per non impazzire fu quello di esplodere nell’orgasmo… e poi svenne. La mancanza di sonno, la denutrizione, la stanchezza unite a quell’incredibile piacere gli avevano consumato ogni energia fisica. Quando riprese i sensi, senza riuscire ad aprire gli occhi la prima cosa che sentì fu una lingua curiosa che gli leccava il collo, la seconda qualcosa di grosso e umido stava riposando tranquillamente dentro il suo culo, la terza aveva un corpo premuto sopra al suo. Tutto lo ricondusse ad una sola persona… 
- Bert?-
- Buongiorno principessa!-
- Idiota, sono svenuto?-
- Aye, ho avverato il tuo desiderio-.
- Quale?-
- Ho continuato a fare l’amore con te anche se eri provo di sensi-.
- Non avevo dubbi sei un pervertito-.
- Ho solo mantenuto la mia promessa, ma mi piace di più farlo quando sei sveglio-. 
- Ci mancherebbe-.
- Grazie Roland-.
- Di cosa?-
- Di esserti nuovamente affidato a me-.
- Hn-.
- Stanco?-
- Hn-.
- Fra un po’ potrai riposarti-
- Hn?-
- E’ quasi l’alba…-
- Davvero?- Spalancò gli occhi come se tutta la stanchezza fosse passata per magia, strinse maggiormente Cuthbert a sé come se avesse paura che si potesse alzare da un momento all’altro e sparire nel nulla. Era ancora presto lo sapeva ma sapeva anche che non mancava poi così tanto.
- Aye-.
- Ora che facciamo?-
- Niente ce ne stiamo, qui abbracciati a goderci l’alba, è da troppo tempo che non ne vedo una ed è ancora di più che non ne vediamo una abbracciati dopo aver fatto l’amore-.
- Non sparirai mica mentre mi stai tra le braccia vero?-
- Nay avrò anche il tempo di baciarti e di dirti ti amo per un’ultima volta-.
- Addirittura?-
- Niente sarcasmo Roland…-
- Sarà difficile trattenermi-.
- Magari se ti tengo occupata la bocca…-
- Possiamo provare ma non ti assicuro niente se non ti impegni abbastanza Bert-.
- Farò del mio meglio…-. Più che un bacio fu un risucchiarsi di anime dove la bocca non era altro che l’entrata e la lingua l’unico ostacolo per raggiungere la meta. Le mani avevano vita proprio che andavano ad infilarsi e a stuzzicare ogni parte sensibile dell’altro.
- Se continuiamo così non credo che mi accontenterò solo di baciarti Roland-.
- Sono a tua completa disposizione per qualsiasi cosa tu voglia fare-.
- Non tentarmi, non abbiamo tempo, dobbiamo parlare prima che me ne vado, quindi smettila di strusciarti sotto di me, altrimenti mi devo alzare e non mi va proprio, se posso vorrei continuare ad abbracciarti e rimanere dentro di te fino all’ultimo-.
- Vuoi tenere conciliabolo così?-.
- Se a te non dà fastidio sì-.
- Nessun fastidio solo che mi sembra strano forse ne ho tenuti troppi davanti al fuoco in circolo con il mio ka-tet per immaginarmi di farne uno così, nudo con te sopra…-
- Quando sarà tempo di parlare mi scanserò, voglio che ascolti bene quello che ho da dire-
- Allora fai bene a staccarti, così non riuscirei a prestarti troppa attenzione-. 
- Mi fa piacere sapere che ti faccio lo stesso effetto che tu hai su di me…-
- Sei impossibilmente bello Bert, te l’ho mai detto?-
- Una volta me lo dicevi spesso…-
- Credo che sia arrivato il momento di riprendere le vecchie abitudini…-
- C’era anche un’altra cosa che mi ripetevi spesso…-
- Cosa?-
- Non ti viene in mente proprio niente?-
- Che sei scarso a letto?- 
- Questo non me l’hai mai detto, è troppo grossa come cazzata-.
- Che sei un idiota?-
- Me lo dici ancora…-
- Che sei un pervertito?-
- Me lo ripeti di continuo…-
- Che non vali niente come pistolero?-
- Ora mi stai facendo incazzare…-
- Che nonostante tu sia scarso a letto, un idiota, un pervertito e non vali niente come pistolero ti amo tantissimo e non ti cambierei per nessuno al mondo?-
- Qualcosa del genere, ma hai ucciso tutto il romanticismo della dichiarazione…-
- Stai zitto Bert, ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre brutto testone, non credevo che ti servisse sentirtelo dire dopo stanotte, a volte mi scordo quanto tu sia idiota-.
- Mi piace sentire il suono e il sapore della parola amore sulle tue labbra, la fai sembrare una parola eterna, piena di significati e sottintesi…-
- Perché è così che è…-
- Solo tu sei capace di amare e di odiare con una tale intensità Roland… è stato bellissimo rivederti in quel modo…-
- Quale modo?-
- Vederti accogliere il mio corpo, muovere il bacino per darmi piacere, la tua espressione stravolta… ed eri tutto per me-.
- E per chi altri? Vedi qualcun altro qui che ha altrettanta voglia di scoparmi come ce l’hai tu?-
- Non credo che esista al mondo e se ci fosse lo ucciderei tra mille torture solo per aver osato pensare di toccarti, tu sei mio, sei marchiato come mio e nessuno può permettersi di desiderare il mio uomo…-
- Il solito possessivo, lo sai che è inutile non vado con altri uomini…-.
- Certo altrimenti ti avrei messo la cintura di castità Roland. Mi è insopportabile l’idea che una donna ti possa aver accarezzato dove ti accarezzo io abitualmente, o aver bevuto ciò che sarebbe dovuto essere solo mio-.
- Pensa invece a quante donne l’hanno fatto… e quante hanno fatto anche di più…-
- Ovvero?-
- Ci sono donne a cui piace essere penetrate mentre loro stesse ti penetrano…-
- Vuoi dire che hai permesso a qualche puttana di toccarti…-
- Mica potevo rifiutare ciò che loro mi permettevano di fare-. Cuthbert infuriato cercò di uscire dal suo corpo ma Roland fu lesto a bloccarlo legandogli le gambe alla vita.
- Lasciami Roland…-
- Nay, è possibile che ci caschi sempre Bert? Davvero pensi che mi sia fatto toccare dove ho giurato di farmi toccare solo da te? Se mi ami almeno la metà di quanto ti dimostri geloso credo che molto presto ti scoppierà il cuore…-
- Mi stavi prendendo in giro? Prima o poi dovrò darti una lezione Roland-.
- Sei così ingenuo che potrei dirti di essere andato a letto con Marten e tu ci crederesti…-
- Beh questo non sarebbe così improbabile visto che quel porco mi ha fatto capire più volte cosa ti avrebbe voluto fare…-
- Cosa?-
- Non dirmi che non lo sai!-
- So che ha sempre tentato di farmi fuori…-
- Voleva ammazzarti ma non l’ha mai fatto perché ha sempre avuto più voglia di scoparti, non è riuscito a farsi tuo padre e quindi ha cambiato le sue mire su di te-
- Fortuna che io e mio padre abbiamo avuto due guardie del corpo come te e tuo padre…-
- Abbiamo fatto così bene il nostro dovere che siamo crepati tutti e due per salvarvi la vita. Almeno lo sforzo è servito a non far toccare a nessuno il tuo bellissimo fondoschiena-.
- Risposta sbagliata Bert-.
- Non casco nello stesso trucchetto due volte-.
- Nessun trucco stavolta-.
- Allora?-
- Allora qualcuno mi ha toccato dove tu vuoi che nessuno mi tocchi-.
- Chi cazzo è stato?-
- Susan-.
- Non mi ha lasciato proprio niente allora, si è presa tutto quello che una volta era solo mio, la odio e sapere che tu l’amavi non fa altro che aumentare il rancore che provo-.
- Ti ha lasciato tre quarti del mio cuore Bert, non gli ho mai dato tutto il mio cuore perché era già tuo, lei l’ho amata ma mai quanto ho amato e amo tuttora te, sei tu che hai lasciato poco o niente a quelli che sono venuti dopo di te, quando sei morto mi hai svuotato, ti sei portato tutto via. Non ho mai più provato un minimo di amore per nessuna donna, quello che mi hai lasciato è solo il piacere del sesso-.
- Non ti avrei dovuto lasciare neanche quello, sono geloso di ogni singola donna che ha goduto sotto il tuo corpo, per quello che gli hai fatto, per come le hai toccate anche quello sarebbe dovuto essere solo mio, tu sei solo mio, voglio esserti dentro per sempre per fartelo capire bene questo Roland-.
- Allora dimmi cosa devo fare perché questo accada, l’alba è ormai prossima e non sai quanta voglia ho di esaudire il tuo desiderio-. Per marchiare il concetto si impalò contro di lui più profondamente cominciando a strusciarsi allusivamente. Cuthbert gli aprì con le mani le natiche per godersi tutto quello che Roland gli stava offrendo spingendosi in lui assecondando i suoi stessi movimenti. Era nuovamente eccitato pronto a possederlo nuovamente e stavolta toccava a lui dimostrare che aveva dimenticato il passato e che era pronto a tornare ad essere il ragazzino di una volta che voleva amarlo solo con dolcezza. Il corpo di Roland si aprì totalmente a lui ormai non aveva più nessuna difesa contro l’intrusioni del suo amante ma si abbandonava completamente a lui. 
- Se fai così non mi rimane molta voglia di parlare Roland…-
- E a me non rimane voglia di ascoltarti ma solo di sentirti, sto bruciando Bert consumami-. 
- Ti piace così?- Uscì dal suo corpo per poi rientrare dolorosamente lento per fargli sentire ogni millimetro della sua presenza per tutta la sua lunghezza, con delicati movimenti del bacino lo possedette con dolcezza entrando e uscendo con lo stesso ritmo continuando a toccarlo e a marchiarlo ovunque per provocargli un piacere dato solo grazie all’amore. Non si ricordava che potesse essere così bello fare l’amore con Roland con la sola dolcezza senza nessuna traccia di violenza ma guidato solo dall’amore puro che provava per lui. Ora il suo unico obiettivo era quello di dare piacere a quel bellissimo corpo, le sue paure e i suoi bisogni venivano per secondi, anche se era Roland a darsi era Cuthbert che si offriva completamente a lui. 
- Oh sì, quanto mi sei mancato Bert…-
- Sono stato un idiota. Avresti voluto essere amato così ogni volta che sei venuto da me vero?-. Roland strusciò la testa sulla sua guancia per annuire non aveva più la capacità di parlare. Erano secoli che non si sentiva così bene perché erano secoli che non si sentiva così amato. Non ricordava più cosa significava fare l’amore con il Cuthbert ragazzo e la lezione di ripasso che ora stavano facendo lo stava sconvolgendo, non riusciva a credere che un tempo potesse sentirsi talmente aperto e soggetto ad un simile amore. Com’era possibile che non aveva mandato a farsi fottere suo padre, Gilead e le sue pistole per qualcosa di così speciale e bello? Se gli fosse capitata ora una simile scelta, non credeva di avere il coraggio di scegliere il giusto e il dovere a discapito della sua felicità e del piacere, soprattutto non quando sapeva quanto gli avrebbe fatto male e quanto sarebbe stata difficile la sua vita una volta presa la strada del giusto. 
- Ti piace di più così vero?-. Non c’era niente che gli piacesse più di questo glielo avrebbe voluto urlare, ma sembrava che aveva voce solo per gemere di piacere, se solo si fosse ricordato come si piangeva avrebbe pianto lacrime di gratitudine per aver avuto la possibilità di essere nuovamente così felice. SI spinse maggiormente verso Cuthbert voleva che lo prendesse tutto, che capisse che cosa gli stava provocando. Voleva che godesse del suo corpo come lui stava godendo del suo e anche quando lo aveva tutto al suo interno continuava a spingere e a spingere desiderando quasi che lo prendesse anche con i testicoli. Cuthbert si fece strada in lui anche con le mani, capendo il suo bisogno di essere riempito lo forzò con le dita mentre col membro continuava ad incendiarlo. Sentiva il suo sperma dell’orgasmo precedente che gli facilitava i movimenti e il sangue di Roland quasi scorreva a fiumi tra le gambe, ma non arrivava un lamento da lui solo gemiti di piacere e parole incomprensibili. Bagnò le dita in quel liquido vischioso e poi le leccò assaporando direttamente sulla lingua tutta la sofferenza e l’amore che Roland aveva in corpo. Lo baciò per fargli sentire il suo sapore ferroso e dolciastro, Roland di rimando gli morsicò il labbro fino a mischiare il loro sangue, come a sottolineare anche in quel gesto il loro essere tutt’uno. Infine unirono i loro corpi e le loro anime nell’orgasmo che esplose imperioso lasciandoli senza forze e ragione.
- Roland istigami un’altra volta è giuro che non sarai più in grado di reggerti in piedi…-
- Perché pensi che adesso ce la faccio?-
- Spero proprio di sì, devo tornare da Eddie e vorrei che tu mi accompagnassi…-
- Adesso?-
- Questa piccola sosta non era stata programmata, avevo fatto i calcoli, calcolato i tempi ma non avevo messo in conto la mia voglia di fare l’amore con te e quanto tu possa essere irresistibile e imprevedibile… E’ arrivata l’alba e neanche me ne sono reso conto-.
- E se non ti lasciassi andare? Se ti tenessi prigioniero nel mio corpo?- 
- Sarebbe bellissimo, ma se non dovessi tornare nel corpo originale svanirei comunque ed Eddie senza di me non si risveglierebbe…-
- Allora quale sarebbe la soluzione di cui parlavi…- 
- Di certo non è continuare a strusciarti che il problema si risolve anzi… sta fermo Roland, stai cercando di farmi impazzire?- Uscì delicatamente dal suo corpo aiutandosi anche con le mani ma comunque Roland non riuscì a trattenere un urlo di dolore, si sentiva lacerato come se una pressa lo avesse spaccato in due, ogni minimo movimento gli provocava fitte incredibili e il sangue gli scorreva a fiotti.
- L’ultima volta che sono stato così male è stata alla battaglia di Jericho Hill, ma lì avevo talmente tante pallottole in corpo che non credo neanche di essere riuscito a toglierle tutte mentre ora sei bastato tu per ridurmi così. In più al tempo ho avuto modo di riposarmi mentre ora ho da preparare anche una battaglia senza avere il tempo sufficiente e le forze necessarie, finirò ammazzato per aver scopato troppo con te, che cazzo di fine…-
- Fatti dare una controllata…-
- E che vuoi controllare? Sarò una poltiglia di carne e sangue. Prendimi i vestiti piuttosto-.
- Forse è meglio se ti dai una ripulita prima-.
- Infatti se mi porti le mutande userò quelle, dovrei avere anche un po’ di acqua nello zaino-. 
- Ti ripulisco io così facciamo più in fretta, sento le voci del Can ka no rey chiamarmi, non resisterò molto al loro richiamo…- Cuthbert prese la stoffa tra le dita e la bagnò di tutta l’acqua rimasta nella borraccia di Roland poi piano cominciò a pulirgli le gambe facendo sempre più attenzione mano a mano che si avvicinava alla sua fessura. Lo pulì come meglio poté e quando finì le mutande erano diventate rosse cremisi ma almeno la pelle di Roland era di nuovo visibilmente rosa. Gli accarezzò appena il sedere e poi si abbassò a baciarglielo. La testa gli martellava, il cuore rimbombava fino alla sua gola il canto delle rose lo stava stordendo ma si prese comunque del tempo per baciare Roland in bocca e dirgli per l’ennesima volta ti amo. Gli sorrise e poi lo aiutò ad alzarsi e quasi lo dovette prendere in braccio.
- Ce la fai? Puoi anche rimanere qui-.
- Scordatelo vengo con te-.
- Allora ti porto in braccio-.
- Non mi pare di averti mai permesso di fare una cosa del genere, e visto le cose che ti ho permesso vuol dire proprio che te lo scordi di poterlo fare!-
- Ho sempre amato la tua forza di volontà, se fossi al posto tuo ora starei strisciando dal dolore-. 
- Ecco perché non vali niente come pistolero, soffri troppo il dolore…-
- Sei tu che sei unico Roland… almeno fatti aiutare-. Gli mise un braccio intorno alla vita e si appoggiò il suo peso addosso.
- Mi devo solo abituare poi non lo sentirò più-.
- Come fai ad avere un tale controllo sulle tue emozioni?-
- Dopo anni che sottoponi il corpo a sofferenze e privazioni continue devi imparare per forza a controllarlo se vuoi sopravvivere e soprattutto se vuoi raggiungere lo scopo. Dopo tutti gli anni passati nel deserto ora tutto il resto mi sembra una passeggiata…-
- Voglio vedere se troverai una passeggiata anche salire sul tuo cavallo…- Roland fece un’espressione terrorizzata non aveva pensato a come ritornare al villaggio, se avesse camminato fino a casa c’avrebbe messo mezza giornata e poi non avevo nessuna scusa da dire a Eddie, ma se avesse cavalcato allora era sicuro che una volta sceso non sarebbe più stato in grado di camminare per il resto della sua vita.
- Pensiamo prima ad arrivare da Eddie, già questa è un’impresa-.
- Non è molto lontano, non ha lasciato il cavallo dove l’hai lasciato tu, per questo l’animale si è spaventato si è imbizzarrito e l’ha disarcionato, non è molto sveglio quel ragazzo…-
- Ma guarda un po’ io trovo che sia la tua copia esatta, appena l’ho visto mi ha preso un colpo, pensavo di avere un’allucinazione…-
- Ehi io sono molto più bello di quel bamboccio…-
- Su questo non ci sono dubbi Bert, io stavo parlando della vostra anima, sembra che ne abbiate una in due. Anche il carattere è insopportabilmente uguale…-
- Ehi mica ti sarai innamorato di lui eh?-
- Perché me lo chiedi?-
- Se dici che è così uguale a me e se è vero che mi ami…-
- Bert tu sei infinitamente più idiota di lui e pare che io sia attratto principalmente dalla tua idiozia, Eddie è troppo intelligente per i miei gusti…-
- Non vuoi proprio ammettere che è perché sono più bello eh?-
- Te l’ho detto che sei bellissimo, ma credi davvero che io mi lasci fare certe cose solo per la tua bellezza?-
- Beh se te lo lasci fare solo perché sono idiota non mi sembra altrettanto normale…-
- Sei veramente un caso disperato, ancora stai a chiedermi perché ti amo, finirai per farmelo chiedere anche a me il perché…- 
- Intanto mi sono fatto dire un’altra volta che mi ami, tanto scemo non sono…-Gli baciò affettuosamente una guancia scapigliandogli i capelli giocosamente. Lo vedeva zoppicare vistosamente ma con la dignità tipica di un re, riusciva a mantenere una classe da sangue blu anche dopo essere stato scopato a morte ed emanava una bellezza e una fierezza tale da abbagliarlo e da farlo innamorare sempre di più. Sapere che quell’uomo fantastico era suo non lo faceva sentire solo fortunato ma un prescelto che aveva il solo compito di amarlo e proteggerlo e sapere che presto non l’avrebbe più potuto fare gli provocò un doloro fisico oltre che emotivo. Se lo avvicinò di più e subito si ritrovò puntato quegli occhi incredibilmente azzurri addosso. Molti temevano quegli occhi giudicandoli folli ma lui che li amava come tutto il resto sapeva che l’unica cosa che li animava era pura passione. Roland era così per ogni cosa che faceva bruciava di passione, ci metteva tutto se stesso fino a far ardere il suo corpo di febbre. Quando era solo un ragazzino aveva lo sguardo più dolce per questo non metteva paura ma dopo aver conosciuto il lato oscuro della vita tutto di lui si era freddato e questo contribuì a dargli un’immagine da folle.
- Che c’è?-
- Ti amo Roland. Non vorrei mai smettere di guardarti per quanto sei bello…-
- Smettila con queste stronzate-.
- Non sono stronzate, sei bello di una bellezza eterna, non è come la mia. Se avessi la tua età credi davvero che qualcuno vorrebbe venire a letto con me? Invece tu ogni donna che incontri riesci ancora a farla innamorare di te…-
- Io verrei a letto con te comunque…-
- Tu non conti, come non conta il fatto che io lo voglia fare con te. Ora riuscirei a farmi qualsiasi donna o uomo che possa desiderare ma se avessi avuto la possibilità di invecchiare avrei sicuramente conosciuto il sapore del rifiuto. Non credo invece che tu lo abbia mai conosciuto nonostante tutti gli anni che ti porti, questa è la differenza tra le nostre bellezze, tu sarai sempre bello-.
- Anche tu lo sarai-.
- Certo sono morto, non posso mica invecchiare, ma ti immagini come sarei adesso se non lo fossi?-
- Non ci riesco ti ricordo sempre bello come il sole…-
- La morte alla fine mi ha fatto un favore a venirmi a trovare così presto…-
- Scemo, io ti avrei voluto anche se ti fossi trasformato in un catorcio mi bastava averti vicino piuttosto che aver passato gran parte della mia vita senza di te-.
- Beh però mica ti dispiace aver fatto l’amore per tutta la notte con un gran bel pezzo di ragazzo quale ancora sono!-
- Se fossi stato più vecchio magari ti si sarebbe alzato di meno e a quest’ora non starei messo come sono!-
- Doppia fortuna allora…-
- Ci credi troppo Bert…-
- Per quale motivo non dovrei? Mi hai permesso di amarti come mai in precedenza e mi hai urlato non so quante volte che mi ami, cosa potrei chiedere di più?-
- Che possa continuare?-
- Già-.
- Dimmi cosa devo fare Bert-.
- Tu non devi fare niente sarà il tuo cuore che deciderà per noi-.
- Che vuol dire?-
- Quando raggiungerai la Torre Nera…-
- Se la raggiungerò-.
- Nay, che la raggiungerai è certo altrimenti io non sarei qui. Quando la raggiungerai i Vettori verranno ristabiliti e la magia del Prim tornerà ad animare la Torre Nera…-
- E’ quello che succederà se riuscirò a salvarla?-
- Aye la magia tornerà a sostenere tutti i mondi, le forze servitrici del Prim a quel punto saranno debitrici con te e con tutta la stirpe dell’Eld, ma visto che sarai tu l’ultimo tra noi sarà concesso a te il desiderio. Non ti sarà chiesto ciò che vuoi e non ti sarà detto niente, il tuo cuore parlerà per te, la magia ti leggerà direttamente dentro e saprà cos’è che vuoi di più e te ne farà dono. Non importa quel che pensi di volere in quel momento è quello che vuoi davvero che sarà esaudito-.
- Quindi se vorrò te…-
- Avrai me, ma se il Prim decide che non è questo il tuo vero desiderio ma è quello di poter stare con Susan allora avrai lei-.
- Non ci sono possibilità che questo accada…-
- Io non ne sarei così sicuro…-
- Hai ancora dei dubbi Bert?-
- Nay però non si sa mai cosa possa nascondere l’animo umano…-
- Io so cosa nasconde il mio…-
- Cosa?-
- La voglia di te…-
- Non lo nasconde mica tanto bene però…-
- Certo perché è talmente ovvia, solo uno stupido come te può non accorgersi…- 
- Roland hai capito quello che ti ho detto? Potrebbe esserci qualunque cosa che tu possa desiderare più di me e forse non lo sai e questo manderebbe a puttane tutto-.
- Se è solo questo che devo fare stai tranquillo che ci rivedremo presto, sarà la cosa più semplice della mia vita-.
- C’è una cosa che devi sapere. Se sceglierai me o anche Susan o chiunque altro già morto sarai condannato a rimanere prigioniero della Torre per sempre, non potrai più uscirne, il tuo corpo fuori da lì non avrebbe più consistenza e come se morissi anche tu per raggiungerci. Non saremo noi ad uscire dal cuore della Torre ma tu ad entrarci e una volta entrati non si torna più indietro-.
- Pensi che possa avere senso la mia vita una volta finita la mia ricerca? Mi sarei ucciso comunque anche senza questa storia del desiderio. E’ da troppo tempo che la mia vita ha un unico scopo e non credo di riuscire a continuare a vivere una volta raggiunto. Essere l’ultimo della mia stirpe e senza nessuna utilità, non avrei più senso nel nuovo tempo che verrà. Merito la pace e il riposo dopo una vita simile e mi sarei sparato alla testa pur di ottenerla. Io vivo solo se ho qualcosa da raggiungere Cuth-. 
- Allora vedi di sopravvivere fino a quando non mi raggiungerai Roland. Quando accadrà qualcosa che minaccerà la tua determinazione tu pensa a me che ti sto aspettando sulle scale della Torre, se mi ami davvero questo ti invoglierà a proseguire la tua ricerca-.
- Tu sei tutto quello che ho Bert, farò di tutto per raggiungerti, il ka-tet che ho ora una volta finito il viaggio si sfalderebbe e ognuno di loro ritornerebbe nel suo mondo e io rimarrei nuovamente solo. Succeda quel che succeda riuscirò a tornare da te, dovessi anche metterci altre due vite…-
- Sei più vicino di quanto pensi Roland, non è neanche questione di anni. Risolvi la questione del Calla velocemente e poi riprendi subito il tuo viaggio, non farmi aspettare troppo che ho già atteso abbastanza-.
- Eccolo lì Eddie, ha dato una bella botta in testa… ma si risveglierà?-
- Ha la mia stessa testa dura vedrai che quando aprirà gli occhi avrà solo mal di testa, per svegliarsi gli manca solo il mio spirito ed è veramente ora che ritorni al mio posto. Ti sei trovato dei buoni compagni Roland, scarsi come pistoleri ma buoni come amici-.
- Se avessero avuto il tuo addestramento ti avrebbero surclassato di una spanna e più…-
- Lo sai Roland che per questa tua affermazione dovrei sfidarti a duello per difendere il mio onore?-
- La prossima volta lo faremo e chi vince deciderà la posizione in cui farlo-.
- E anche il ruolo…-
- Beh in effetti visto che avremo tutta l’eternità davanti magari mi viene voglia di scoparti anche a me ogni tanto. Tanto vincendo sempre io deciderò io-.
- Se mi devo battere per cose serie non c’è nessuno al mondo in grado si sconfiggermi e visto che ho in mente molte altre posizioni che non abbiamo potuto provare stanotte credo che assaporerai il sapore della sconfitta molto spesso, ma ti assicuro che sarà un sapore molto dolce e per la prima non ti dispiacerà così tanto aver perso-.
- Continua a sognare….-
- Devo andare Roland…-
- Lo so il tuo corpo sta perdendo consistenza-.
- Fatti abbracciare ancora una volta-.
- Non ti passerò mica attraverso vero?- Cuthbert gli dimostrò che era ancora abbastanza concreto da tenerlo stretto tra le sue braccia e fargli sentire anche quanto il suo cuore stava battendo forte. Lo baciò facendogli assaggiare per l’ultima volta il suo sapore gli rubò il respiro per poterselo tenere dentro fino a loro prossimo incontro. Lo palpò dove tutta la loro passione si era consumata, sapeva che gli stava facendo male ma continuò comunque per stamparsi nella memoria la consistenza di quella carne per poi poterla sognare durante i suoi giorni di prigionia nella Torre. Roland lo lasciò fare anche se il dolore era tanto la voglia di avere quelle mani su di sé era più forte, sarebbe stato così pazzo da farsi addirittura prendere in quello stesso momento e chissà quante altre ancora. Quando si staccarono Cuthbert gli sorrise nel suo modo tipico: sfacciato, malizioso, dolce. Riusciva a riunire tutte le emozioni possibili in quelle labbra tanto da far desiderare a Roland di mangiargliele.
- Sei bellissimo Roland, scopato a morte e con quell’espressione triste ma ancora eccitante sei davvero irresistibile-.
- Fortuna che non c’è più tempo allora…-
- Ti amo Roland-. In un attimo il corpo di Cuthbert si dissolse nell’aria riducendosi ad una piccola sfera di luce bianca. La sfera rimase un attimo sospesa come se non sapesse quale fosse la sua futura destinazione, poi si avvicinò a Roland e in quel momento il pistolero capì. Cuthbert avrebbe trovato sempre il tempo per poterlo amare un’ultima volta: la sfera gli entrò in corpo invadendo ogni suo più piccolo capillare incendiandogli ogni nervo, penetrandolo in ogni sua più inutile cellula. La sensazione era talmente stravolgente che si trovò a gambe all’aria senza sapere neanche lui come. Cuthbert ora era dentro al suo cuore fermo e immobile come se lo stesse riscaldando con la sua luce. Si sentì il cuore gonfio e caldo come non lo era mai stato e la tachicardia quasi lo portò all’infarto. Cuthbert fece un ultimo giro del suo intero corpo provocandoli ovunque scariche di piacere continue e finalmente uscì. Ora la sfera aveva preso un colore brillante che si avvicinava di molto al rosso, si posò sulle sue labbra e infine schizzando come impazzita si infilò nel corpo inerme di Eddie.
- Bastardo di un pervertito, ci sei riuscito…- Roland non era venuto per miracolo, aveva il corpo e la mente totalmente sconvolta ed era riuscito a mantenere un minimo di controllo solo grazie al dolore che gli martellava il fondoschiena. Si mise seduto su una roccia vicina facendo attenzione ad ogni movimento e con un sorriso ebete stampato sulla faccia attese il risveglio di Eddie. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento si sarebbe domandato il motivo delle sue improvvise risatine e delle smorfie di dolore e di felicità che si incorrevano sul suo volto, ma gli sarebbe bastato guardare un po’ più basso e avrebbe svelato il mistero. Era sicuramente un pervertito fuori di testa, bastava vedere quanto i suoi pantaloni fossero rigonfiati dalla sua enorme eccitazione per capirlo… 

Epilogo

- Roland com’è che cammini così?-
- Hmm?-
- Zoppichi vistosamente…-
- I soliti reumatismi che mi perseguitano…-
- Non sembri uno con i reumatismi ma uno che se l’è preso in culo più volte stanotte…-
- Magari sei stato tu mentre eri svenuto, non potrei escluderlo…-
- Bleah che schifo! Che immagine del cazzo! Ti prego non farmi pensare a certe cose…- Senza che Eddie se ne accorgesse il suo corpo fu attraversato da un brivido che Roland riconobbe di desiderio. Pareva che Cuthbert stesse immaginando e assaporando il loro prossimo incontro… Roland fece un sorriso così perverso che se Eddie l’avesse visto avrebbe voluto fare solo una cosa, scappare il più lontano possibile da lui e comunque non si sarebbe sentito del tutto al sicuro. Il suo alterego invece avrebbe accettato la sfida lanciata dal suo amante con un sorriso ancora più perverso promettendogli un’eternità fatta di piacere, lussuria, sesso e soprattutto profondo amore. C’era solo da aspettare e Roland sarebbe tornato da lui... sarebbe ritornato il ragazzino di un tempo innamorato del suo principe azzurro Bert.
- Invoco il tuo perdono Eddie…- Rispose sempre sorridendo, non ricordava una mattina migliore di quella, a parte il terrore giustificato di salire sul suo cavallo e andare al galoppo si sentiva bene come non mai. Magari non avrebbe più potuto montare sul cavallo senza esserne terrorizzato ma il dolore che sentiva era la prova che la notte precedente era stata reale e non l’ennesimo sogno. Era pronto a ricominciare, i suoi compagni con lui, non c’era motivo per rimandare il realizzarsi del suo destino. Con un nuovo scopo da raggiungere avrebbe ripreso il viaggio verso la Torre con più tenacia di prima, niente e nessuno l’avrebbe fermato. Cuth l’avrebbe aspettato sulle scale e insieme sarebbero saliti in cima all’ultima stanza e lì avrebbero di nuovo fatto l’amore e stavolta per l’eternità… Sperò per la prima volta che quella stanza fosse vuota altrimenti Gan si sarebbe dovuto trasferire da un’altra parte, Roland nelle cose importanti sapeva essere terribilmente convincente... e se era Gan da convincere questo non era altro che un piccolissimo dettaglio, lui era l’ultimo della sua stirpe e non era un caso che lo fosse…

Fine

La tredici Nera: L’ultima delle Sfere dell’Iride o del Mago, la più malvagia, capace di far viaggiare nel tempo ma anche di far impazzire il suo possessore.
Agra-secca: da quello che ho capito dovrebbe essere l’artrite deformante galoppante.
Ka-mai: pedine del ka, in questo caso Eddie intende dire che sono pedine nelle mani di Roland e che lui non esiterebbe un secondo a sacrificarle.

Il finale della Torre Nera non è quello che ho scritto, la promessa di Cuthbert è una tentazione che la Torre fa a Roland per farlo proseguire nel suo viaggio… ormai è vicina, molto vicina e i sogni di Roland possono confondersi con la realtà… Tra le tante boiate: nella saga il cottage di Rosalita è distaccato dalla casa del Pere ma passiamoci sopra…
Dopo 15 anni di assoluta fede e nomina di Fan Numero Uno è arrivato il primo momento di crisi in cui King non posso neanche sentirlo nominare, per il continuo della storia aspetto che mi passi, nel frattempo mi dedicherò al mio nuovo amore Lansdale, Hap e Leo tremate!!!*__*