SERIE: SLAM DUNK
PARTE: 11/?
PAIRING: Ruhana, Hana(gata)Fuji, Senkosh-Koshsen – Maki X Kyota
RATING:
DECLAMERS: Hana e Ru non sono miei come del resto gli altri personaggi di Slam Dunk, io ho chiesto a mia madre se potevamo adottarli ma lei non ha voluto, ha detto che abbiamo già troppi seccatori per casa.
DEDICHE E RINGRAZIAMENTI: Questo capitolo è tutto di Nelchan, come promesso sono riuscita a finirlo per il tuo compleanno. Ricordati che per farti rimanere ancora a lungo fra noi sono disposta a scrivere per l’eternità. Un bacione pieno di affetto. Denise

NOTE: 1. Nel prologo abbiamo lasciato Hana e Ru intenti alla lettura di un libro, adesso i nostri eroi si troveranno sbalzati tramite la loro fantasia all’interno del racconto sostituendosi ai veri protagonisti. Questo implica due cose:

  1. I loro caratteri potrebbero subire delle modifiche;
  2. La forza di Hana è ridotta in quanto si immedesima in una donna.

NOTE: 2. Un altro appunto da fare prima della lettura è questo:

  • in corsivo ci sono le "vere" parti del libro;
  • in stampatello la storia come la vivono Hana e Ru.

NOTE 3: I nomi dei golfi, dei luoghi e delle città sono inventati in quanto anche se è un’opera ambientata alla fine del 1600 non vuole essere una ricostruzione storica.

Con questo ho finito. Buona lettura (spero)

 


 

La vittima e il carnefice

Parte XI

di Ise

 

Maki e Sendo guardavano sbigottiti Hanagata in cerca di spiegazioni. Il quattrocchi prima di rispondere sospirò profondamente "Che ne dice Maki di ordinare ai suoi uomini di smettere di combattere mentre discutiamo di un fatto molto importante"

"Se mi garantite che i vostri faranno lo stesso…" ringhiò Shinici fissando negli occhi Toru per sondare il terreno e capire se poteva fidarsi o meno.

Hanagata fece un leggero gesto con il capo per avvertire Sendo di assecondarlo, dopo di che dichiarò la fine dell’aggressività. Gli uomini della volpe dei ghiacci con un gesto di stizza smisero di combattere mentre i marinai di Maki rimasero con le spade in posizione d’attacco in attesa di ordini. Shinici soddisfatto diede a sua volta l’ordine di mettersi a riposo e di aspettare per fare qualsiasi altra cosa una sua nuova decisione.

Toru allora disse "Bene adesso potremmo parlare con più calma. Shinici Maki a nome del mio comandante Kaede Rukawa volevo chiederle una tregua"

 

"Una tregua? In che senso?" chiese l’uomo più fidato di Takato.

"Questo golfo è diventato ormai una trappola per entrambi i nostri equipaggi, immagino si sia accorto che il nostro accampamento è stato attaccato da un terzo nemico e che questo nemico non è altro che il sultano Anzai che se non mi sbaglio ha molti interessi nel metterle le mani addosso ed ucciderla"

Shinici asserì con il capo e Hanagata si sentì autorizzato a continuare.

"Ora volevo proporle di unire le nostre forze per uscire dal golfo incolumi. Una volta in mare aperto lontano da ulteriori pericoli potremmo ricominciare la disputa per la nave oppure trovare un nuovo accordo pacifico soddisfacente per entrambe le parti"

Maki rimase pensieroso per un po’ cercando con lo sguardo Kyota che era ancora seduto per terra dove era stato lasciato da Hanamichi, il principe era ancora inerme ed incapace di proferire parola, sperava solo che quella storia finisse il prima possibile e che si riuscisse a trovare un accordo senza essere costretti a versare altro sangue oltre a quello già versato.

La rabbia e la frustrazione provata negli ultimi giorni a causa del rapimento di Nobunaga e nel non sapere come stava esplose nel petto del mercenario agli ordini di Takato che ringhiò "Non ho nessuna intenzione di trovare un accordo con voi. Voglio che la supremazia sulla nave venga stabilita ora con una disputa uomo contro uomo fra i due comandanti. Sarà uno scontro all’ultimo sangue, chi vince avrà tutto e potrà fare prigioniero il resto dell’equipaggio nemico. Chi perde non farà niente per andare contro ad un tale destino. Sarà un combattimento leale o siete così poco onorevoli e vigliacchi per accettarlo. D’altra parte cosa ci si può aspettare da chi rapisce un innocente solo per ferire il sottoscritto. Dov’è il vostro capitano? Hai detto che è in mare. Ma io non lo credo possibile. Sono convinto che abbia paura di me e si nasconda"

"Non osare offendere Rukawa" urlò Sendo "Lui non si farebbe mai intimidire da te. Ha coraggio da vendere" poi si rivolse ad Hanagata e richiese "Dov’è Kaede?"

Toru allora si decise a raccontare di come Rukawa si era gettato in mare per salvare il rossino e dell’ordine che gli era stato impartito di tentare di trovare un accordo con Maki.

Sia Sendo che Shinici ascoltarono con attenzione e alla fine il primo disse sottovoce in modo che lo sentisse solo il suo compagno quattrocchi "Sta volta il capitano si è proprio innamorato" sorrise "Non credo che la sua vita corra pericoli almeno non nell’immediato futuro. Visto quello che legava il rossino e il figlio di Anzai quest’ultimo vorrà vendicarsi e far soffrire Rukawa reo di aver compromesso il suo ragazzo prima di ucciderlo e questo giocherà a favore della volpe che di sicuro troverà il modo di fuggire. A noi non rimane che aspettarlo nel posto giusto" poi ad alta voce continuò dicendo "Al posto del mio capitano, in qualità di suo vice accetto io la tua sfida Shinici Maki. Ti farò a pezzi"

"E’ quello che vedremo" dichiarò con tono beffardo Maki mettendo le due spade in posizione d’attacco e guardano il suo avversario con sguardo truce "Vediamo se meriti la fiducia che il tuo capitano ti ha riposto. Prima ci giocavo con te visto che eri particolarmente bravo ma ora farò sul serio"

Akira di rimando gli sorrise enigmaticamente mentre rispondeva "Per tua informazione anch’io usavo solo il 10% della mia bravura". Portò la spada davanti a se guardando negli occhi Shinici pronto alla sua prima mossa quando con la coda dell’occhio vide Hanagata che gli porgeva la spada di Rukawa. Il suo volto si distese un attimo e guardò l’amico dicendo "Posso?"

L’altro disse semplicemente "Kaede mi ha detto di darla a te"

Sendo afferrò la Nettuno come se fosse stata una reliquia, sorrise sinceramente, Rukawa da volpe quale era doveva aver preso in considerazione anche il fatto che Maki potesse sfidarli per concludere la disputa e aveva voluto dargli tutti i mezzi possibili per vincere quello scontro. Con quella spada gli dava la sua più completa fiducia, la responsabilità della nave. Kaede non avrebbe mai permesso che quella spada da secoli in mano alla sua famiglia finisse nelle mani sbagliate e Akira si promise di difenderla a costo della vita. Avrebbe vinto quella sfida, non avrebbe deluso chi si fidava di lui. Il luogotenente di Rukawa ruotò la spada un paio di volte per saggiarne la consistenza e dovette ammettere che era davvero un’arma meravigliosa. Era un sogno poterla usare.

"Sei pronto?" chiese Maki che fino a quel momento era rimasto in silenzio per concentrarsi.

"Si prontissimo" esclamò Sendo e si scagliarono in avanti contemporaneamente per l’attacco.

Il posto dove si trovavano era stato circondato da tutte le persone presenti nella nave. Tutti sapevano il motivo per cui Sendo e Maki combattevano. Quei due uomini stavano stabilendo anche il loro destino e così i pirati di Rukawa e i mercenari al soldo di Takato tifavano e sostenevano il loro campione con continue manifestazioni vocali d’incitamento.

Nel frattempo i due contendenti si stavano dando da fare. Il primo scontro fra le loro lame fu incandescente. Akira aveva deciso di provare subito un attacco diretto dall’alto ma il suo colpo si era infranto sulla spada che Maki teneva nella mano destra, con quella che invece teneva sulla sinistra il capitano provò a colpire il fianco del porcospino che però fu lesto a schivarsi con un salto indietro. Il ragazzo dalla strana capigliatura ruotò poi su se stesso e aiutandosi con la forza centrifuga e la sorpresa fece girare la spada insieme a lui e tentò di colpire a sua volta Shinici di lato. Shinici fu velocissimo a chiudere l’attacco con una delle spade, con quanta forza aveva in corpo colpì l’arma di Sendo e le fece sbattere la punta per terra, tenne premuta la sua spada contro quella dell’altro per immobilizzargliela, dopo di che con una manovra agile usò l’altra lama per attaccare il polso sguarnito di Akira che teneva la Nettuno. Il luogotenente di Rukawa per difendersi mollò l’elsa della sua spada così che l’altro andò a vuoto, s’inginocchiò e fece partire un calcio che colpì con violenza la caviglia di Maki. Il mercenario perse l’equilibrio e rovinò a terra. Il pirata si rialzò in piedi, riafferrò la spada e subito fu sopra Shinici. Approfittando del vantaggio Sendo con un paio di affondi tentò di colpire l’avversario a terra ma muovendosi sul pavimento Shinici riuscì a schivarsi abilmente. Maki sollevò una delle spade fingendo di voler colpire l’avversario e quando l’altro parò facilmente il colpo con un sorriso di derisione, alzò le gambe e a piedi riuniti colpì Sendo sullo stomaco con violenza gettandolo contro Kenji che guardava quello che accadeva con il volto segnato dalla tristezza vicino ad Hanagata."Scusa" esclamò Akira verso lo schiavo prima di lanciarsi nuovamente in avanti.

Maki intanto con un balzo era ritornato in piedi, aveva abbandonato una spada a terra e s’accingeva a scontrarsi con Sendo usando solo una lama. Considerando l’agilità dell’altro aveva capito che era meglio competere con lui con la sua stessa tecnica.

Le loro armi si scontrarono più volte, ci furono tutta una serie di affondi, di volate a vuoto a distanza ravvicinata. Con il fiatone si separarono, i loro volti grondavano di sudore, si guardavano fissi e seri in volto, la situazione stava diventando difficile da sostenere per entrambi. La stanchezza cominciava a farsi sentire. Maki fece un passo indietro ed un dolore intenso gli attraversò la gamba a causa di un crampo, perse per un attimo la visuale di scontro tentando di non cadere e Akira decise di approfittare di quella ghiotta occasione. Provò a colpirlo di nuovo sulla testa, però Shinici si riprese giusto in tempo, non ce l’avrebbe mai fatta a fermare quel colpo con la spada, la mollò e bloccò con le mani le braccia di Sendo. I due rimasero in quella posizione per diversi secondi. Sendo tentava di forzare la difesa di Maki per colpirlo lo stesso facendo leva sulla sua maggior altezza, Shinici invece resisteva ad oltranza puntando sulla sua forza fisica. Maki per allontanare l’altro decise di aiutarsi con i piedi, colpì il suo avversario con un calcio su una gamba ma Sendo non lasciò la presa, ricambiò solo a sua volta il colpo ricevuto. Visto che quella in cui si trovavano era una situazione di stallo, Akira decise di giocare d’astuzia, calò la sua forza in modo che Shinici riuscisse a spingerlo abbastanza lontano, quando l’altro però mollò la presa sulle sue mani per tentare di ritornare attivo afferrando la sua spada che si trovava a terra, il porcospino ritornò alla carica e con uno slancio tentò subito di portare a segno il colpo che prima gli era stato bloccato. Il mercenario però aveva preventivato quella mossa, velocemente si era accucciato e così solo l’elsa aveva colpito il suo volto provocandogli delle lesioni all’arcata orbitale destra dalle quali aveva cominciato a fuoriuscire copiosamente del sangue. Resistendo al dolore Maki però riuscì a prendere in mano la sua spada e con un colpo forte e deciso riuscì a prendere al fianco l’avversario. Sendo aveva visto con la coda dell’occhio la spada di Shinici tentare di attaccarlo ma non era stato sta volta abbastanza veloce da schivarsi e, quindi, la lama gli aveva inferto un taglio non tanto profondo ma comunque efficace visto la grossa quantità di sangue che perdeva sul fianco sinistro.

I due feriti portarono la loro mano libera sugli squarci guardandosi biecamente. Rimasero a fissarsi per diverso tempo respirando a fatica, tentando di capire quale sarebbe stata la prossima mossa dell’avversario e nel frattempo tentando di organizzare per loro stessi una strategia efficace atta a vincere velocemente quel combattimento che stava andando troppo per le lunghe. Se gli uomini sulla spiaggia avessero programmato di attaccare la Seya in quel momento sarebbe stata la fine.

Sendo sentì la voce di Koshino che urlava "Akira non osare a farti ammazzare, altrimenti verrò fino all’inferno a punirti". Riuscì a sorridere leggermente a quella provocazione, Hiroaki aveva uno strano modo per dimostrargli il suo affetto ma sapeva benissimo che quella frase nascondeva tante cose, lo sentiva dal timbro di voce usato, era preoccupato per lui a causa della ferita e avrebbe voluto intervenire ad aiutarlo ma non poteva perché quella che lui disputava era una sfida in cui si metteva in gioco l’onore e l’orgoglio, due cose molto importanti per degli uomini di mare come erano loro. Il suo volto ritornò serio, non aveva tempo per i suoi soliti sorrisi, doveva vincere a tutti i costi, doveva farlo anche per il suo adorato Hiro.

Maki guardò oltre le spalle di Sendo per cercare con lo sguardo Nobunaga. Il principe si era alzato in piedi e fissava il combattimento in modo indecifrabile. Shinici capì lo stesso che era in pena per lui e riportò gli occhi sul volto del suo nemico. Doveva vincere, doveva impossessarsi della nave, doveva salvare Kyota costi quel che costi. Non ammetteva altre soluzioni.

Passarono molti secondi e nessuno dei due sembravano voler prendere l’iniziativa quando……una figura oscura si stagliò in mezzo a loro urlando "E’ il momento di finirla con questa pagliacciata"

Kyota quando aveva visto Hanagata intervenire nel combattimento tra Sendo e Maki aveva tirato un profondo respiro di sollievo. Aveva accolto con gioia la possibilità di concludere quello scontro marittimo in maniera pacifica e quando Shinici era uscito fuori con quella storia della sfida aveva provato un dolore sordo al cuore che si era esteso ulteriormente quando Toru aveva narrato di come la volpe dei ghiacci si era gettata per salvare il suo amico rossino. Rukawa aveva avuto un bel coraggio per amore perché non aveva dubbi che fosse stato quel sentimento a spingerlo a tuffarsi in mare ed invece Maki era così ottuso e orgoglioso da voler forse farsi ammazzare per nulla invece di accettare un armistizio. Dopo l’inizio del combattimento era riuscito a fatica ad alzarsi facendo leva sull’albero che lo aveva visto prigioniero. Con la schiena appoggiata ad esso come sostegno aveva guardato con ansia e preoccupazione tutte le fasi di quel combattimento e a poco a poco oltre alle emozioni dolorose che lo avevano invaso, aveva sentito nascere dentro di se anche la rabbia. Se Shinici Maki era così scemo da farsi ammazzare allora poteva ben farlo, si come no? Se si fosse avverata una tale condizione il principe sapeva che avrebbe sofferto moltissimo ma non importava, il suo Shinici avrebbe anche potuto morire ma… non li davanti a lui. Non sopportava di stare senza fare niente mentre l’altro rischiava di cadere a terra trafitto al cuore da una spada nemica, non sopportava di vederlo correre dei pericoli inutili. Doveva trovare il modo di fermare quella disputa. Ma come? Ad un tratto una lampadina si accese nel suo cervello quando si ricordò della sua posizione sociale. Lui era il figlio di Takato e quindi anche i mercenari del padre erano tenuti ad obbedirgli. Si doveva far leva su questo. Solo che doveva trovare il modo giusto per mettersi in mezzo alla disputa, non poteva permettersi di morire trafitto da uno dei due contendenti mentre tentava di fermarli non ora poi che era sicuro di poter bloccare quel combattimento. Quando Sendo aveva tentato di colpire Maki alla testa e l’altro aveva fermato la spada tra le sue mani, Kyota si era sentito nuovamente mancare e non era riuscito a proferire parola. Quando però aveva visto il sangue di Shinici anche il suo sangue aveva cominciato a ribollirgli nelle vene e dopo un attimo passato a riflettere e a guardare Maki con sguardo incandescente ed enigmatico, constatando che il combattimento ristagnava si era deciso d’intervenire. Ora che il pirata e il mercenario erano in attesa della mossa dell’avversario non correva il rischio di venire infilzato da una spada se s’intrometteva tra i due di sorpresa per cui velocemente si era fatto largo tra la folla che circondava l’incontro e si era messo in mezzo ai due uomini intimando loro di fermarsi.

Preso dall’impeto però finì con l’inciampare sulle sue stesse gambe a finì a terra sbattendo il sedere.

"Ahio, ahio" si lamentò mentre Maki gli si avvicinava per controllare se si era fatto male. Shinici gli s’inginocchiò a fianco e provò ad abbracciarlo per aiutarlo ad alzarsi ma l’altro lo respinse.

"Non mi toccare" esclamò il principe. Poi mentre riusciva a tornare in posizione eretta da solo guardando negli occhi il capitano mercenario del padre affermò con fierezza "In qualità di figlio di Takato ti ordine di finirla subito con questa stupida sfida" poi si rivolse ad Hanagata e Sendo "Siete ancora disposti ad un accordo pacifico fino a quando saremmo al largo?"

Gli altri due acconsentirono con il capo e allora Nobunaga sorridendo disse "Bene allora lo accetto io. Voglio questa soluzione"

"Ma principe dopo quello che ti hanno fatto come puoi piegare l’orgoglio in questo modo?" provò a dire Maki.

"Io non piego l’orgoglio, io ragiono. Non voglio che nessuno muoia per nulla davanti ai miei occhi" urlò quasi fra le lacrime il giovane principe e Shinici capì che lo faceva per lui, che gli voleva ancora bene. Il suo cuore cominciò a battere furiosamente ma finse indifferenza non poteva permettersi di cedere a quel bellissimo ed intrigante principe. Non con il debito di riconoscenza e di rispetto che aveva per Takato. Voltò il capo in modo da non guardare Kyota e sussurrò "Così mi togli la possibilità di vendicarti"

"Vendicare cosa? Il mio rapimento? Va bene questi pirati hanno usato un metodo barbaro per attirarti qui ma sto bene. Forse in qualche occasione mi hanno deriso ma tendenzialmente mi hanno sempre trattato bene, hanno sempre avuto rispetto del mio status. E poi …..ho potuto fare anche un’amicizia inaspettata. Tutto sommato questa esperienza non è stata da buttare e ora non voglio che tu la rovini con la tua morte. Non mi serve a nulla la vendetta, se dopo non ci sei più" mormorò Kyota. Poi deciso continuò a parlare "Accetta le loro condizioni, facciamo questo accordo temporaneo, vai li e sanciscilo con una stretta di mano al tuo avversario di questa sfida in modo che i tuoi uomini capiscano che mi obbedirai"

Sendo avendo ascoltato quelle parole protese la mano in attesa della reazione di Maki che non tardò ad arrivare. Shinici era troppo fedele ai suoi principi per disobbedire ad un ordine diretto. Il mercenario si avvicinò al luogotenente della volpe gli afferrò la mano e gridò "Accordo fatto" poi sussurrò in modo che solo il suo ex avversario lo ascoltasse "Ti batti davvero bene sai? Sei molto bravo"

"Anche tu sei un ottimo combattente" rispose Sendo sorridendo "E’ stato stimolante affrontarti"

Kyota dopo quella stretta di mano si rilassò, le sue gambe non lo sostennero e cadde di nuovo a terra. Shinici gli fu un’altra volta subito accanto e il principe in quell’occasione gli permise di aiutarlo a sollevarsi.

Il principe s’incantò per un attimo a guardare negli occhi Maki, il quale sta volta sostenne lo sguardo pensando al fatto che Nobunaga nel tempo in cui erano stati separati si era fatto ancora più bello. Era da così tanto tempo che non si vedevano ed entrambi approfittarono di quella pausa delle ostilità, di quei pochi minuti che li separavano dalle manovre per la partenza per capacitarsi che finalmente erano di nuovo insieme e questa era l’unica cosa importante. Maki in quel momento non pensava minimamente alle responsabilità per Takato, era concentrato solo su Kyota, che a sua volta era dimentico del modo in cui si erano lasciati anni addietro, era solo felice di stare con Maki.

Il moretto dai capelli lunghi sollevò il braccio per toccare il volto ferito del compagno "Hai un brutto taglio, sanguini ancora è meglio se lo medichiamo"

"Sto bene" sussurrò Maki anche se effettivamente lo squarcio gli aveva prodotto un fortissimo mal di testa e da un'occhio ormai non riusciva a vedere.

"Non mentirmi, ti conosco troppo bene. So che ti fa male. Di al tuo medico di bordo di visitarti"

"E' morto durante il primo attacco" disse Maki triste.

"Chi?" chiese Nobunaga non intuendo subito chi fosse il morto.

"Il mio medico personale"

"Mi dispiace" mormorò Kyota, sapeva infatti quando Maki era legato al vecchio dottore della sua nave. Era stato con lui da sempre, insieme ne avevano viste di tutti i colori e ora non c'era più.

"Sono morti molti dei miei uomini non solo lui. Non ci rimane che ricordarli" affermò deciso ed eroico Shinici.

Kyota era incredibilmente attratto dalla fierezza di quel volto avrebbe voluto baciarlo ma….non poteva. In verità non sapeva ancora cosa Maki provasse per lui. Si girò per distrarsi dai sentimenti che aveva nel cuore per il suo primo maestro, l'unica persona che avesse mai amato nella sua vita e disse "Chiederò al medico di questi pirati di curarti, sempre se è ancora in vita".

Nel frattempo anche Hiroaki aveva raggiunto il compagno, lo aveva baciato davanti a tutti con trasporto visto che tutto l'equipaggio era a conoscenza della loro relazione. Sendo aveva ricambiato il bacio e quando si erano separati Koshino aveva messo il broncio dicendo "Hai rischiato di farti ammazzare, idiota"

"Scusami Hiro, ma non potevo mica accettare che Maki pensasse fossimo dei codardi"

"Lo so Akira il motivo che ti ha spinto a comportarti così, e so anche che per noi anche se nessuno lo crederebbe visto che siamo pirati l'onore è molto importante. So pure che la nostra vita è sempre in mezzo ai pericoli e ci piace proprio per questo ma....non posso che preoccuparmi per te"

"Come io mi preoccupo per te" disse Sendo felice dell’affermazione del suo ragazzo. Era raro infatti che l'altro mostrasse i suoi sentimenti per lui così apertamente, era loquace solo quando si trovavano da soli. "Ti amo tanto"

"Anch'io" e si ribaciarono. Koshino però abbracciando il suo compagno mise una mano sulla ferita sul suo fianco e Sendo urlò dal dolore.

"Mi ero quasi dimenticato che eri ferito, è meglio se Hickoici ti controlli" esclamò Hiroaki e fece segno al loro medico di avvicinarsi. Mentre Aida visitava il taglio di Akira anche Toru spingendo Kenji in modo da non lasciarlo solo, temeva infatti che avrebbe commesso la sciocchezza di gettarsi in mare per raggiungere Hanamichi, s'accostò a loro. "Dobbiamo andarcene, è troppo pericoloso rimanere ancora qui" poi disse.

"Già" acconsentì Sendo "Dai agli uomini l'ordine di prepararsi e di tagliare le cime che ci collegano alla nave di Maki. Sta affondando e vorrei che lo facesse senza di noi"

Proprio in quel momento intervenne Aida che aveva finito la visita "Non è profondo come taglio, signore le ho fatto una fasciatura e in questo modo in pochi giorni sarà come prima, però ora come ora sarei molto preoccupato anche per…."

"Per?" chiese Hanagata.

"Per la ferita del capitano Maki, quel taglio all'occhio non mi piace per niente rischia di perderlo" Hickoici non poteva dimenticarsi di essere un medico e se poteva tentava di curare più gente possibile anche se queste persone erano nemici in armistizio.

"E' così grave l'occhio di Maki?" chiese Nobunaga apprensivo, si era infatti avvicinato al gruppo alla ricerca del medico e aveva sentito l’ultima frase.

"Dovrei visitarlo e medicarlo per dirlo" rispose sinceramente Aida in modo professionale.

"Allora lo visiti la prego" esclamò Nobunaga deciso "Dopo tutto adesso siamo alleati per un po’, no?"

Hickoici guardò i suoi superiori e loro acconsentirono con il capo.

"E' meglio se Maki viene nella mia cabina, li ho tutti i ferri del mestiere, se fossi costretto a cucirlo sarei già premunito"

"Ok" Kyota ritornò da Maki e lo spinse verso la zona coperta. Quest'ultimo era molto ritroso ad introdursi all'interno della Seya da solo. La prudenza non era mai troppa. Le insistenze del principe però lo fecero capitolare. Diede ordine ai suoi uomini di obbedire a Sendo ed Hanagata ma di controllare anche che questi non facessero mosse sospette nei loro confronti in sua assenza e si lasciò trascinare da Nobunaga.

Hanagata aveva appena aperto bocca per gridare "Uomini tutti i vostri posti, fra pochi minuti si parte. Dobbiamo allontanarci da questo posto il prima possibile. Vedette cosa succede sulla spiaggia?" quando l’attenzione di tutti si focalizzò su Aida vittima di un volto tremendo che si concluse contro un altro marinaio.

"Che sta succedendo?" gridò Sendo accorrendo li vicino con Hanagata e Koshino a seguito.

Videro due uomini uscire da sottocoperta, uno aveva i capelli rasati e un sorriso sadico stampato sul volto mentre l'altro era moro e aveva degli stupidi baffetti. Il pelato aveva afferrato Kyota per la vita e lo teneva saldamente con una mano mentre con l'altro cogliendo di sorpresa Shinici lo aveva trafitto giusto sotto il costato. Maki era caduto a terra tenendosi la ferita al petto con il volto segnato dal dolore. Nobunaga urlava disperato tentando di divincolarsi ma era impossibile.

"Sawakita" urlò Sendo "Sei ancora vivo?"

L'uomo in questione allargò il sorriso mentre rispondeva "Per vostra sfortuna si"

"Sei stato tu a tradirci vero?" chiese Hanagata arrabbiato.

"Certo che sono stato io. Dovevo pur ringraziarvi della vostra gentilezza"

"Bastardo" ringhiò Sendo "Rukawa faceva bene a non fidarsi di te e a volerti uccidere, continuavi a rubare dalle casse comuni solo per soddisfare i tuoi bassi istinti. Il capitano ha solo sbagliato il modo usato per liberarsi di te, doveva ucciderti direttamente invece di lasciarti in mare"

"Già è stato stupido a non considerare la mia voglia di vivere. Comunque adesso mi prendo la rivincita. Non sono riuscito a danneggiare la nave però posso sia rapire il principe Kyota, che ammazzare Maki che vendicarmi di voi. Dov'è Rukawa?"

"Non sono affari tuoi"

"Come osi? Bhe intanto lo scoverò. Prima pensiamo al caro Shinici Maki" sollevò la lama per colpire quest’ultimo alla testa visto che l'altro ancora dolorante non aveva modo di difendersi, stava per vibrare il suo colpo nonostante il principe tentasse di impedirglielo quando dei passi provenienti dal coperto attirò l'attenzione di tutti e ne uscì un gigante che borbottava tra se "Sono svenuto per troppo tempo e ho permesso agli schiavi del capitano di fuggire, questa non ci voleva".

Sawakita sorpreso da quella apparizione si deconcentrò un attimo ed Hanagata ne approfittò per mirare e sparare con la pistola che teneva ancora in mano colpendo l’avversario sul braccio che reggeva la spada. L'uomo gridò dal dolore lasciando andare Kyota, il principe si lanciò in avanti per scappare ma non fu abbastanza veloce perché Noma che fino a quel momento era rimasto in disparte lo afferrò per la vita a sua volta. Il guerriero di Yohei sorprendendo tutti corse in fretta verso lo stipite della nave, colpì Nobunaga allo stomaco per farlo addormentare e si gettò in mare per ritornare dal suo principe. La missione era fallita in parte ma almeno era riuscito a rapire Nobunaga.

Sawakita provò a fare lo stesso e riuscì infatti a raggiungere il bordo del vascello quando però un coltello lanciato da Hiroaki lo colpì in piena schiena. Il traditore barcollò più volte e poi cadde sul ponte in preda alle convulsioni. Per diversi secondi il suo corpo fu sconvolto dagli spasmi ma poi morì.

"Ben ti sta" urlò con stizza il navigatore della Seya.

Maki intanto era riuscito ad alzarsi e barcollando stava raggiungendo lo stipite della nave per gettarsi in mare. Doveva salvare Kyota.

Hanagata e Sendo furono veloci a fermarlo "Sei impazzito nelle tue condizioni è un suicidio gettarsi in mare"

"Ma Kyota è stato rapito di nuovo" riuscì a dire Maki tra una fitta di dolore all’altra mentre guardava la sagoma di Noma allontanarsi a nuoto con Nobunaga in direzione della spiaggia. Quel tipo sembrava un ottimo nuotatore e il principe non correva pericoli di morire annegato ma….il figlio di Anzai cosa voleva da lui, voleva sfruttarlo contro Takato. Non sapeva più cosa pensare. Si era fatto fregare in tutti i sensi nuovamente, la sua buona stella sembrava essere scomparsa definitivamente, tutto andava a rotoli.

"Lo sappiamo ma….ragione il principe Kyota non rischia la vita subito e se tu invece muori come farai a salvarlo? Anche per noi è difficile lasciare Rukawa nelle mani del figlio di Anzai ma non abbiamo scelta. Se attacchiamo con la nave rischiamo di morire tutti. L’unica possibilità che ci rimane è scappare, riordinare le idee e ritornare alla carica ben organizzati e pronti a riprenderci i nostri amici"

Maki si calmò, fece qualche respiro profondo e disse "Avete ragione. Per il momento pensiamo di metterci in salvo noi, dopo di che andrò a riprendermi Kyota anche se dovessi andare alla capitale del regno di Anzai. Quegli stupidi si pentiranno di essersi messi contro di me"

"Bene" dissero Akira e Toru tirando un profondo respiro di sollievo, non essendoci Rukawa l’esperienza di Shinici in quel momento poteva essere molto utile.

"Si parte" gridò Sendo e gli uomini cominciarono a tagliare le cime per liberarsi della nave di Maki che stava affondando lentamente. Purtroppo per loro però le loro disgrazie non erano ancora finite, due colpi di cannone vennero sparati dall’imboccatura del porto cadendo a pochi centimetri dalla Seya.

Sendo fendendo le tenebre guardò in quella direzione e notò le sagome di due navi "Maledizione" imprecò "Devono essere le navi di Yohei, ecco cosa aspettava prima di attaccarci"

I tre più in alti in grado della nave si guardarono negli occhi per tentare di prendere una decisione e alla fine Maki decise per tutti. Velocemente saltò a bordo della sua imbarcazione non considerando le sue ferite e il rischio che correva, tagliò quasi tutte le cime che la legavano alla Seya esclusa una che gli sarebbe servita per ritornare indietro ed urlò "Porterò la mia nave in rotta di collisione con una di quei vascelli ed intanto mettendovi davanti a voi vi farò da scudo dai cannoni avversari, l’affonderò costi quel costi e voi con la Seya ci passerete a rasente. Grazie alla confusione l’altro veliero non riuscirà a fare nulla per fermarci"

"E’ pericoloso" gli urlò dietro Akira.

"Lo so" gridò di rimando Maki "Ma hai soluzioni migliori?"

"No, ma almeno tenta di non farti ammazzare"

"Non preoccuparti non morirò, non prima di essermi ripreso Kyota"

Sendo sorriso "Ottimo motivo per sopravvivere"

Shinici afferrò il timone e portò la sua imbarcazione in linea d’intercettazione con una delle sagome che si vedevano all'entrata della baia, intanto Hanagata gridò "Koshino"

"Si signore" disse Hiroaki e senza aspettare l’ordine diretto visto che aveva capito cosa si voleva da lui, spostò la Seya in modo che si trovasse dietro il veliero di Maki. Doveva evitare costi quel costi di essere colpito da qualche cannonata, sarebbe stata la fine.

Molte palle di cannone s’infransero sullo scavo già malmesso dell’ammiraglia della flotta di Takato, gli spruzzi d’acqua sollevati colpivano la postazione di Maki, parti del ponte recise dai bombardamenti massicci si scagliavano contro il capitano che si trovava ancora a bordo aggiungendo nuove ferite a quelle già profonde che aveva, ma lui incurante di tutto continuava per la sua strada. Sembrava quasi non sentire il dolore eccitato dagli echi della battaglia che sentiva vicini a lui, galvanizzato dall’idea che in quel gesto si stava giocando tutto, la vita e il successo, determinato a raggiungere l’inferno e a tornarci fuori vivo.

La nave imbarcava acqua sempre più velocemente ormai stava cadendo preda degli abissi, si stava affondando rapidamente e mancavano ancora alcuni metri alla prima nave nemica, Shinici girò il timone in modo da mettere il veliero sotto vento, la nave ebbe un balzo in avanti tremendo e…..

__________ * __________

 

DRIN DRIN

Il suono della campanella riportò nuovamente alla realtà Hanamichi e Kaede occupati a leggere il libro. Si guardarono negli occhi confusi prima di riportare il loro sguardo sul grosso volume. La tentazione di ritornare a leggere visto che erano arrivati ad un punto caldo della storia era tantissima eppure…

DRIN DRIN

La campanella continuava a suonare in modo insistente, sembrava volerli convincere che dovevano tornare in classe.

Il rossino si alzò arrabbiato "Cavoli proprio ora doveva suonare". S’incamminò verso la porta e aveva già appoggiato la mano sulla maniglia quando si accorse che il volpino non lo seguiva. Si girò verso il compagno guardandolo curioso e lo vide ancora seduto con lo sguardo fisso sul libro. Ritornò da lui "Vuoi saltare le lezioni del pomeriggio e continuare a leggere?"

"Hn" asserì Rukawa.

Sakuragi si risedette "Non ti dispiace allora se mi fermo anch’io vero? Sono curioso di leggere il finale. La storia è emozionante"

Kaede accennò un sorriso e s’affrettò a dire "Certo che non mi dispiace"

Il volto di Hanamichi s’irradiò di felicità. Donò al compagno il più meraviglioso dei sorriso, circondò con un braccio la vita di Rukawa per accomodarsi meglio in modo da facilitarsi la lettura e il moretto non protestò per quel gesto intimo anzi addirittura lo assecondò

Si scambiarono un ultimo sguardo d’intesa e dopo ridedicarono tutta la loro attenzione al libro.

DRIN DRIN

La campanella smise di suonare e i due ragazzi ricominciarono a leggere da dove avevano lasciato.

__________ * __________

La nave imbarcava acqua sempre più velocemente ormai stava cadendo preda degli abissi, si stava affondando rapidamente e mancavano ancora alcuni metri alla prima nave, Shinici girò il timone in modo da mettere il veliero sotto vento, la nave ebbe un balzo in avanti tremendo e si schiantò con violenza contro la prua nemica.

Si sollevò un forte vento dovuto all’impatto e Maki venne piroettato in avanti, riuscì ad afferrarsi ad un appiglio appena in tempo per non venire risucchiato dal vortice di detriti che si abbatteva sulla nave di Yohei. A fatica, a carponi e tutto dolorante, ormai infatti aveva l’occhio colpito da Sendo da cui non vedeva niente, la ferita al costato che gli faceva sempre più male e a causa della quale trovava difficoltà a respirare e le continue botte subite che gli avevano addormentato i muscoli, riuscì a raggiungere la paratia della nave sulla quale c’era la cima che la collegava ancora alla Seya. L’afferrò con la mano destra mentre con la sinistra prese il coltello che teneva stretto in vita e la mozzò. Con la forza che gli rimaneva sui piedi fece un balzo e miracolosamente si ritrovò seduto sul ponte della Seya. Tirò un profondo respiro di sollievo, sollevò il braccio e indicò a Sendo ed Hanagata di proseguire con il piano dopo di che svenne. Aida gli fu subito accanto e cominciò a prendersi cura di lui.

Il veliero di Rukawa finalmente libero dell’altro vascello con una virata dolce riuscì ad evitare le due navi in collisione passando a pochi centimetri.

Grazie ai detriti che rompevano la visuale all’altra nave di Yohei capeggiata da Okusu e che quindi non le permetteva di prenderli di mira la Seya riuscì velocemente ad arrivare all’imboccatura del golfo, giuntavi Hanagata ordinò di sparare due segnalatori per avvertire gli uomini che erano ancora sulle insenature di nascondersi, sarebbero passati a riprenderli quando le acque si fossero calmate.

Quando però finalmente uscirono dallo stretto corridoio che faceva da entrata alla tana della volpe, i marinai di quest’ultimo ebbero un’altra brutta sorpresa ad attenderli. Tre navi erano pronte a tagliare loro la strada.

"Maledizione" urlò Sendo "Hiro non fermarti prosegui per questa rotta. Uomini ai cannoni sparate, affondate la nave che abbiamo davanti, le passeremo sopra" e così accadde, la Seya proseguì per la sua strada, il veliero indicato da Akira fu massacrato di colpi, si spaccò a metà e venne ricoperto dalle acque velocemente. La Seya sotto la pioggia di colpi avversari riportò innumerevoli danni allo scafo ma non fermò la sua avanzata, i danni erano ancora riparabili, finì di speronare la nave già mitragliata e le passò in mezzo. Poi Hanagata ordinò "Rizzate le vele, mettetevi sotto vento, a tutta velocità in mare aperto".

Le altre due navi della flotta di Yohei sopravvissute provarono ad inseguirla ma la Seya era troppo veloce e ben presto furono costrette a desistere.

Un paio di ore dopo Hanagata e Sendo decisero che era giunto il momento di gettare l’ancora e procedere all’analisi della situazione che si stagliava loro davanti, i due luogotenenti si avvicinarono a Maki ancora svenuto e chiesero al loro medico "Come sta?"

"Niente di irrecuperabile, ha solo bisogno di un po’ di riposo" rispose Aida.

"Bene, fino a quando non si sarà rimesso in sesto non se ne parla di trovare un accordo su come comportarsi con lui ed i suoi uomini. Sarebbe facile approfittarsene ora di lui, potremmo ucciderlo facilmente e senza di lui i suoi marinai verrebbero sgominati in men che non si dica, ma Kaede non c’è e il suo Kyota è stato rapito, credo che per riavere il nostro capitano potremmo servirci anche del suo aiuto" disse Hanagata.

"Sono d’accordo e poi sinceramente mi sta simpatico. Non ho più molta voglia di ucciderlo" dichiarò Sendo "Hickoici fatti aiutare da Uotsumi, portate Maki nella cabina del capitano e fate in modo che si riposi e si riprenda il prima possibile"

"Ok" confermò il medico.

"Fujima vai con loro per favore" disse Hanagata rivolgendosi a Kenji che si reggeva ad un albero con sguardo perso. Era molto preoccupato per Hanamichi. "Vedi se puoi essere utile" poi gli si accostò e gli accarezzò con la mano sinistra la guancia "Vedrai che il tuo padrone sta bene, Kaede lo avrà salvato. E’ Rukawa che adesso sta rischiando non lui. So che senti la sua mancanza, ma farò in modo se è questo quello che vuoi che tu possa riabbracciarlo il prima possibile"

Kenji posò la sua mano destra sopra quella del quattrocchi "Grazie Toru, il fatto è che sono preoccupato per lui, voglio sapere se sta bene o meno ma non so se voglio andarmene da qui, sentirei anche la tua mancanza"

Hanagata sorrise "Hai tutto il tempo che vuoi per prendere una decisione. Io l’accetterò"

Si sfiorarono le labbra dolcemente e poi Fujima seguì Aida nella camera di Rukawa.

Quando se ne furono andati, Hanagata e Sendo si guardarono l’un l’altro tentando di capire come comportarsi da quel momento in poi.

Fu Akira a rompere il silenzio "Cosa si fa ora?"

"Bhe prima di tutto credo sia meglio ordinare agli uomini di riparare la nave, abbiamo innumerevoli danni. Dopo di che…." Toru si fermò.

"Dopo di che dovremmo trovare il modo di dare il nostro supporto a Kaede o almeno di farci trovare al posto giusto al momento giusto"

"Già ma il problema è che nemmeno sappiamo dove il figlio di Anzai potrebbe portarlo"

"Penso alla capitale del suo regno. Dove se no?"

"Non ne sono sicuro. Ho come la sensazione che il principe Yohei potrebbe essersi mosso da solo per venire a liberare il rossino. Dopo tutto aveva a disposizione solo la sua flotta personale non quella del padre"

"Se soltanto potessimo….." le parole morirono in gola ad Akira perché proprio in quel momento nel punto più alto dell’albero di sinistra della nave si posò uno dei falchi reali di Rukawa. Aveva un messaggio sulla zampetta ma ora quel fatto era irrilevante.

Si scambiarono uno sguardo d’intesa "Forse c’è qualcosa che possiamo fare per il nostro capitano" dissero poi insieme.

 

* * *

 

Il rossino si lasciava trascinare dalle correnti in basso senza fare niente per opporsi. Era in preda ai ricordi dolorosi di un passato che aveva dimenticato. Rivedeva ancora le immagini dell’incubo, vedeva le fiamme avvicinarsi sempre di più a lui fino a cominciare a lambirgli i vestiti, sentì le sue urla occhieggiare sulla nave ormai popolata solo da cadaveri. Poi all’improvviso sentì due braccia avvolgersi intorno alla sua vita, sentì un corpo caldo premere contro il suo. Aprì gli occhi a fatica, ma l’acqua glieli ferì e fu costretto a richiuderli. Sulla sua mente si formò l’immagine di un volto paffuto e bonario, quell’uomo aveva i capelli bianchi, una stazza massiccia e ben tonda "Sultano Anzai" sussurrò bevendo acqua. Il sultano si ricordò lo aveva preso in braccio, gli aveva fatto attraversare le fiamme e lo aveva portato su una….

Rukawa aveva raggiunto il rossino dopo molti tentativi andati a vuoto. Lo aveva preso fra le braccia e velocemente lo aveva trascinato in superficie, quando la testa di Hanamichi uscì dall’acqua l’impatto con la superficie umida fece rinvenire quest’ultimo.

Sakuragi si guardò in giro stralunato tossendo per espellere l’acqua. Non riusciva a capire dove si trovasse. I ricordi si erano momentaneamente allontanati da lui e ne aveva solo un vago sentore. Poi quando mise in chiaro la situazione i suoi occhi si spalancarono e gridò o almeno tentò di farlo visto che la sua voce venne fuori gracchiante "Che ci facciamo in mare?"

"Sei caduto dalla nave Do’aho" rispose semplicemente il volpino.

Lui era caduto, si questo adesso se lo ricordava ma Rukawa che ci faceva li? L’altro si era gettato per salvarlo? Cosa significava questo? Che a Rukawa importava sul serio di lui? Non riusciva ancora pienamente a crederlo vero. Poi ad Hanamichi sovvennero anche i ricordi appena vissuti e il suo volto si oscurò. Si guardò meglio in giro e notò che la Seya era molto distante e che la spiaggia si avvicinava sempre di più. Subito cominciò a preoccuparsi "Non devi andare sulla spiaggia, c’è Yohei per quello che mi hai fatto ti ucciderà"

"Forse" disse il volpino, ma non smise di nuotare in direzione del suo ex accampamento.

"Che fai?" tentò di ostacolare la sua avanzata Hanamichi agitandosi e divincolandosi ma Rukawa non si lasciò intimorire anzi strinse il rossino ancora di più a se.

"Ma vuoi morire?" provò a dire Sakuragi come ultimo disperato tentativo di convincerlo ad allontanarsi.

"No ma sulla Seya non riesco a tornarci con te come zavorra, e non è detto che il tuo caro Yohei mi uccida subito"

Il rossino sconfitto, non sapendo come obiettare, troppo spossato e stanco dal principio di annegamento subito si lasciò trascinare sulla spiaggia ed intanto pensava a come fare per impedire che Mito ammazzasse la volpe, non poteva sopportare di vederlo morto. Si strinse più a lui e Rukawa non resistendo nel stuzzicarlo con voce fredda disse "Ma come non sei felice di riabbracciare il tuo ragazzo?"

Hanamichi non seppe cosa rispondere. Adesso come adesso Yohei lo terrorizzava solamente, aveva paura della sua reazione e non solo su Rukawa ma anche su di lui. Cosa sarebbe successo?

I due ragazzi raggiunsero la spiaggia, Kaede prese tra le braccia il rossino, lo sollevò e barcollante si fece largo sulla terra ferma. A passi veloci vide un ragazzo moro e carino avvicinarsi a lui, non poteva sbagliarsi era il principe Yohei Mito.

Rukawa cadde a terra in ginocchio non mollando la presa su Hanamichi che aveva a sua volta visto Yohei e che tentava stringendo sempre più forte il corpo di Kaede di proteggerlo dalla furia che vedeva nei suoi occhi.

Il nuovo arrivato guardò in cagnesco il capitano e con tenerezza il rossino. Staccò di rabbia Hanamichi dalle braccia di Rukawa, Sakuragi provò a resistere ma era troppo debole e lo lasciò fare. Mito spinse sulla spiaggia il rossino, gli baciò una guancia dicendogli "Qualunque cosa ti abbia fatta non è colpa tua. Ti perdono e vedrai saprò vendicarti"

"No, non ucciderlo" pianse Hanamichi tentando di commuovere il suo migliore amico dell’infanzia, l’altro gli mise una mano sulle labbra "Cosa ti ha fatto il lavaggio del cervello? Ma non preoccuparti adesso che sei di nuovo con me tutto ritornerà come prima"

"Nooooooo" fu l’ultimo lamento del rossino, prima di venire trascinato verso l’accampamento da un paio di schiavi di Mito accorsi con il loro padrone. "Noooooooo" urlò più forte quando raggiunse le prime capanne in fiamme dell’accampamento. Non voleva che Rukawa morisse. Sentiva il petto lacerarsi dal dolore poi però non si rese più conto di niente, gli venne fatto passare sotto il naso uno straccio con del cloroformio e si addormentò.

Mito si avvicinò a Kaede "Dunque tu sei il famoso Kaede Rukawa. Non avrei mai creduto che sarebbe stato così facile catturarti"

Rukawa non rispose, si limitò a guardare freddamente negli occhi il principe ed in essi vide quello che sperava di vedere. Non lo avrebbe ucciso subito, prima voleva farlo soffrire per tutte le cose che lui aveva fatto ad Hanamichi e che l’altro ancora non conosceva. Prima voleva farsi dire dal rossino se lo aveva obbligato a fare del sesso con lui per sapere quale morte offrirgli. Aveva ancora una possibilità di salvarsi se rimaneva in vita. Vide Yohei avvicinarsi a lui con la spada sguainata, aveva un sorriso di scherno dipinto sul volto mentre gli urlava "Vedrai ti farò pentire di essere nato" poi tutto divenne nero. Il principe lo colpì con l’elsa della spada con violenza sul capo e così svenne.

 

FINE 11° CAPITOLO

 

Hana: Silenzio gente Ise deve fare un annuncio

Kaede: Speriamo che sia il fatto che abbia intenzione di smettere di scrivere

Hana :Io non ci spererei troppo

Ise :Silenzio che devo parlare io

Allora volevo chiedere scusa per lo schifo di capitolo che ho scritto, i contenuti c’erano ma la forma è andata a farsi benedire. Spero nel prossimo capitolo di ritornare negli standards, per cui continuate a sostenermi.

Kaede: Ma se scrivi sempre da cani perché non smetti di scrivere?

Ise: Perché mi diverto troppo torturarvi

Hana: E ti pareva? Ecco un’altra sadica.

L’ANGOLO DI ISE

Scusa Hymeko, visto che eri rimasta delusa della sfida tra July e il Brezze Marine su Another Country volevo rimediare riproponendoti uno scontro con le stesse premesse qui, ma è andata ancora peggio. Perdonami. Un bacione. Ise

Qualsiasi commento è da inviare al seguente indirizzo denise-alessandro@libero.it


 

Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions