Vite parallele

di Hymeko

Serena era la notte, senza suoni, quasi che il mondo stesso si fosse fermato, in attesa del loro risveglio. Non erano però immersi in un sonno profondo, bensì in un idillio da cui non desideravano staccarsi. I loro corpi, abbracciati nel sudore freddo dopo l’amplesso, giacevano fra le coltri leggere del giaciglio nella locanda. Il minuscolo stanzino racchiudeva da giorni il loro segreto, nascondendoli alla vista di un mondo che li avrebbe colpevolizzati.
Solo la notte era loro amica, la dolce tenebra che rallentava la frenesia dei viventi permetteva loro di ricongiungersi quasi ad ogni calar del sole, e di rinnovare i loro appassionati incontri.
Sentendolo sistemarsi fra le sue braccia, Seth sospirò, accarezzandogli la pelle. Quel ragazzo era la sua delizia, la preoccupazione, la sua dannazione. Yugi aveva perso interesse per il mondo esterno, prima tanto agognato, diventando insaziabile del piacere che riceveva fra le sue braccia.
Ogni qual volta riuscivano a incontrarsi, lui si riprometteva di tenere a freno i propri istinti, e di passare almeno una notte senza possederlo.
’Vani propositi’
Il ragazzo quasi addormentato contro di lui non aveva mai dovuto far nulla per farlo cedere. Si era immediatamente dichiarato contrario al controllo dei sensi che lui desiderava porsi, ma non aveva obiettato con fermezza, e Seth non aveva tardato a comprenderne il motivo. A Yugi bastava sederglisi accanto, in modo che i loro corpi si sfiorassero semplicemente, per farlo cedere.
Erano in balia l’uno dell’altro, e lo sapevano entrambi. Seth desiderava sfinirsi dentro di lui, e Yugi bramava disperatamente essere posseduto, in continuazione, fino a quando crollavano esausti sul letto.
’È troppo pericoloso’
Lo sapeva, ed era certo che anche il suo amante ne fosse consapevole, eppure gli importava meno di quanto ne importasse a lui. Quello che ottenevano dalla loro unione abbatteva tutti i dubbi, e spazzava via la prudenza. Era un miracolo che non fossero ancora stati scoperti…rabbrividì al solo pensiero, e coprì i loro corpi col lenzuolo.
"Hai freddo?"
"Hn…stavo solo pensando a come è iniziato tutto questo"
mentì, deciso a non preoccuparlo inutilmente.
"Troppa birra"
ridacchiò Yugi, tirandosi su su un gomito e scostandogli i capelli dal viso, per poterlo studiare nella penombra. La luna piena era alta nel cielo, e la sua luce attraversava la finestrella. Erano stati follemente tentati di unirsi su un tetto, nel chiarore di quella notte, allo scoperto…solo il passare di alcune guardie li aveva fatti tornare in sé, e precipitare nella locanda. Se li avessero scoperti…
"Nemmeno così tanta…"
lo corresse Seth. Erano ormai quasi passati venti giorni dalla prima volta in cui s'erano incontrati, ma da parecchi il loro rapporto si era spostato su un piano più prettamente carnale. La scusa ufficiale per vedersi ancora, dopo il primo incontro, era stata quella di controllare la guarigione del graffio che segnava la pelle di Yugi…graffio che era guarito nel giro di tre giorni. Ma se ne erano dimenticati ben prima…colpa di un boccale di birra di troppo, vero…ma non totalmente. Nessuno dei due era stato tanto ubriaco da perdere la testa, ed entrambi avevano saputo benissimo quel che stavano facendo, mentre si baciavano per la prima volta, contro la porta d’ingresso di quella stanzetta.
Il resto era accaduto tutto d’un soffio. I vestiti erano volati per terra, e loro fra le lenzuola, dove avevano passato una notte tanto rovente quanto le pietre del deserto sotto il sole più alto.
"Già…"
La birra li aveva aiutati, certo, però Seth era convinto che sarebbe accaduto lo stesso. Forse con qualche giorno di ritardo, ma sarebbero ugualmente finiti così, ad accoppiarsi selvaggiamente per la stanza, contro i muri, contro la porta, sul piccolo tavolino ora sgombro da tutte le carte…e decine di volte su quel letto, in tutte le posizioni, senza freni.
Yugi riappoggiò la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi quando l’altro gli cinse la vita. Come stava bene…come si sentiva leggero, libero…la schiena gli faceva un po’ male, però ne valeva così tanto la pena…il corpo di Seth in lui, e il suo seme nel profondo del suo essere…alzò il viso e lo baciò teneramente, sentendo le sue dita stringerlo piano.
"Dovresti dormire un po’…"
Con un sospiro, Yugi ripose il capo su quel petto largo. Non voleva dormire, ma pensare a Seth.
Sapeva che era preoccupato per lui, e che durante l’amplesso spesso si tratteneva per non lasciargli segni sul corpo. Seth non l’aveva mai baciato sul collo…di solito era l’interno delle sue cosce il punto favorito, o il ventre.
Ma i problemi non venivano solo dalla sua pelle. Seth era stato chiaro fin da subito, quando la loro conoscenza si era trasformata in un legame: il loro tempo era contato. Quella relazione non sarebbe potuta andare avanti in eterno, perché presto lui avrebbe dovuto trasferirsi per un misterioso incarico.
’Rimarrò ancora solo’
"Non voglio"
bisbigliò dopo qualche attimo. Se ne avesse avuta la forza, avrebbe tentato di riaccendere i suoi sensi, per farsi ancora amare da lui.
"Yugi…"
Seth poteva facilmente immaginare quali fossero i suoi pensieri…
"Andiamocene da qui"
Infine era giunta la frase tanto temuta. Quella, o una simile…la richiesta spaventosa ma in fondo sperata, un modo perché nulla dovesse finire.
"…se potessi, lo farei"
Ero vero…se ne avesse avuta la possibilità, lo avrebbe portato via da quel luogo, dalla gabbia che lo stava soffocando. Possederlo sotto le stelle, nella notte buia di un deserto…da tempo sognava di poterlo fare.
’Se solo l’avessi conosciuto prima di…’
Ma ormai era strettamente legato al suo destino, un futuro che aveva ardentemente desiderato, per cui aveva lottato, che però da una ventina di giorni gli sembrava un inferno. Non aveva modo di fuggire…
"Scappiamo assieme"
insistette Yugi, accarezzandogli una guancia.
"Ci troverebbero, ovunque. Nemmeno in fondo al mare saremmo al sicuro"
"E allora andiamo ancora più lontano"
"Non servirebbe a niente…loro ci troverebbero"
’E allora la punizione sarebbe inevitabile’
Temeva molto per la vita di entrambi, soprattutto per quella del suo amante. Se avessero scoperto che un Priest era stato sedotto da uno sconosciuto, e per lui aveva rinunciato al ruolo che gli era stato affidato…
’No, non posso permettere che accada’
Nella sua mente, una sola parola: proteggerlo. Proteggerlo dal mondo, da quei sentimenti, e soprattutto da sé stesso. Doveva allentare il legame che li univa, o l’addio si sarebbe trasformato in una tragedia. Il loro rapporto era il peggiore dei peccati, benché stesse dilagando sottobanco.
’Ma io…non mi sento colpevole’
Il ruolo che stava per andare a ricoprire non gli avrebbe mai permesso un simile comportamento…no, il tutto doveva rimanere segreto. E meno frequente, possibilmente. Era troppo pericoloso incontrarsi così spesso…doveva diradare gli incontri, far smorzare la passione, raffreddare i sentimenti…dovevano essere più cauti…
"Sono tanto terribili?"
"Sì…tu non li conosci…potrebbero smuovere acque e cieli, pur di trovarci. E se ci riuscissero, non oso pensare alle conseguenze"
L’altro gli mise un dito sulle labbra:
"Ssshhh…non ne parliamo più per stanotte"
Seth annuì, e chiuse gli occhi, abbracciando meglio Yugi. Fra pochi giorni l’avrebbe perso, voleva goderselo finché poteva…
Perso in altri pensieri, Yugi fissò la luce entrare…era chiaro che Seth temesse quelle misteriose persone, però non capiva quanto stesse parlando sul serio, e quanto invece ci fosse di desiderio di troncare la loro relazione. Non potevano essere tanto terribili, nemmeno stesse parlando dei Priest…
’Che in realtà non voglia più vedermi? Che sia io il motivo di tali discorsi?’
Chiuse gli occhi…era colpa sua?
"Stai…piangendo?"
Sussultò. Una lacrima era scesa, e lui non se ne era accorto…ma Seth sì, e adesso lo stava fissando sconcertato.
"…non è nulla"
"Yugi…"
Le sue labbra su una guancia…
"…io devo proteggerti. Non posso rischiare che ci scoprano. È il mio primo obiettivo, ora"
gli sussurrò sulle labbra, prima di baciarle teneramente. Come faceva male la sola possibilità di perderlo…
"Sto bene…era solo un po’ di tristezza"
Ma quella pesantezza non ne voleva sapere di andarsene…
"Lo so…la provo anch’io"
Seth si trovò gli occhi viola nei suoi, lucidi come uno specchio d’acqua al tramonto:
"Seth…non interrompere…quello che c’è fra noi"
"Mai…mai"
’Non so come ci riuscirò, ma troverò il modo’
Vederlo poco sarebbe sempre stato meglio di non vederlo del tutto…
"Posso farti una domanda un po’…personale?"
gli chiese all’improvviso, mentre un’idea gli attraversava la mente.
"Certo"
Il suo fiato sulla pelle…Seth dovette mordersi le labbra per non spingerlo di nuovo indietro.
"Tu sei…solo ricco, o molto, molto ricco?"
"Eh?"
Ma che domanda era?
"Rispondimi, per favore"
Yugi chiuse gli occhi. Non voleva dirgli la verità…non voleva che sapesse che navigava nell’oro, mentre lui sin da bambino aveva dovuto lavorare duramente per vivere. Già era brutto che sapesse della sua ricchezza, non desiderava ne conoscesse l’entità.
"Solo ricco"
sussurrò, vergognandosene. Perché il padre non usava le loro montagne d’oro per aiutare i contadini del Regno?
"Hn"
e gli posò un bacio sulla fronte.
’Peccato’
Se fosse stato molto, molto ricco, forse avrebbe frequentato la corte, e avrebbero potuto incontrarsi più facilmente.
’Ma in fondo non importa…userò tutto il mio potere per ritrovarlo’
Non sarebbe stato un gran problema, non era certo un ragazzo che passava inosservato. Occhi d’ametista, belli più della stessa pietra preziosa, e strani capelli sparati per aria. Una combinazione indimenticabile.
"Seth, fra quanto dovremo…interrompere…le nostre notti?"
gli chiese Yugi, dopo un po’.
L’altro chiuse gli occhi:
"Lo saprò con certezza solo dopodomani. Ma credo…al massimo una settimana"
"Hn. Quindi domani notte…"
"…è meglio che tu non venga. Stai calmo, e non pensarci troppo"
Seth lo fece scivolare di lato, poi si spostò su di lui, guardandolo in quegli occhi tristi e immensi.
"Come farò a non pensarci?"
Il ragazzo su di lui sorrise sornione:
"Ricorda quello che accadrà fra pochi attimi"
e riprese a baciarlo, stendendosi delicatamente su di lui.

"Allora è…domani?"
"…sì"
"Ah…"
Yugi abbassò il viso, camminando piano accanto a lui. Le sue gambe si muovevano a fatica, e aveva le membra stanche.
"Yugi, stai bene?"
L’altro si fermò:
"…no"
Anche Seth smise di camminare. Non c’era nessuno in giro, solo alcuni gatti randagi. Erano seminascosti nella penombra di un edificio, e le rovine del vecchio mercato non erano distanti.
Si fissarono. Entrambi sapevano ciò che rendeva tanto insopportabile quel tragitto. Quasi sicuramente, quella sarebbe stata la loro ultima notte assieme.
"Yugi…"
Ma l’altro scosse il capo:
"Scappiamo. Scappiamo assieme"
"…non posso"
'Se solo potessi dirti la verità…'
"Troviamo il modo. Andiamo via…andiamo lontano"
"…ti prego, non rendere tutto più difficile"
"Non voglio che tutto questo finisca"
"Nemmeno io"
Yugi gli si avvicinò, e gli posò la fronte contro il petto:
"Allora spariamo da questa terra, e rifacciamoci una vita dove nessuno potrà mai trovarci"
Seth lo abbracciò e lo cullò dolcemente:
"Non esiste questo luogo, non per me"
Il ragazzo fra le sue braccia si sollevò sulle punte, e gli tese le labbra…Seth lo baciò piano, per qualche battito del suo cuore, poi si allontanò in fretta.
"Ma…"
"No. Se ti bacio ora, la mia decisone si dissolverà…dobbiamo andare, si sta facendo tardi"
e riprese a camminare, senza voltarsi.
Yugi fissò un attimo la sua schiena, titubante, poi sorrise. Anche per Seth era duro quel distacco, e sebbene le sue emozioni fossero meno palesi di quelle che lui stesso dimostrava, erano altrettanto profonde.
’Mi vuoi bene…mi vuoi bene davvero’
Sorrise, per la prima volta da molto tempo, poi corse fino al suo fianco e intrecciò le dita con le sue, percorrendo mano nella mano il tratto che li separava dalle rovine.
E dinnanzi all’entrata del tunnel si fermarono.
"…eccoci"
bisbigliò Seth alla fine.
"Già…è il momento di salutarci"
"Non per sempre. Ci ritroveremo, in qualche modo"
Il ragazzo più basso annuì:
"Seth, fra venti giorni ci sarà la Festa della Luna. Durerà tre giorni…io sarò qui, tutte e tre le notti. Se puoi…"
"Ci sarò. Sarò qui ad attenderti. Non posso assicurarti che sarò qui già dal primo giorno, ma troverò il modo di venire"
Venti giorni…sì, poteva riuscire ad avere una serata libera.
"…bene"
Si fissarono, poi Yugi si voltò, in silenzio, e infilò un piede nel tunnel.
Non riuscì ad infilare anche l’altro.
Seth lo afferrò per un braccio e lo tirò indietro, senza dire una parola, stringendolo per un polso, per poi trascinarlo verso una baracca diroccata. Il cuore gli batteva nel petto, e un calore insopportabile gli stava bruciando il sangue.
Doveva averlo, doveva averlo ancora una volta. Se non l’avesse nuovamente posseduto, l’avrebbe rimpianto per tutta l’eternità.
"Seth…"
mormorò l’altro, ma Seth non gli permise di aggiungere nulla. Gli chiuse la bocca con passione, poi lo spinse indietro, contro un angolo. L’odore di umido, muschio e terra permeava l’aria, ma il suo desiderio era più forte.
"Seth"
Ma non era una domanda. Solo il suo nome pronunciato come un gemito di piacere…Yugi non si era tirato indietro. Lo stava baciando con la sua stessa passione, giocando coi suoi capelli e succhiandogli le labbra.
"Yugi"
lo chiamò piano, fissandolo negli occhi, sperando che capisse che lo stava implorando. Ne aveva bisogno, così tanto…
"…sì"
e si tese per baciarlo, mentre Seth gli toglieva la veste e lo sollevava di peso, appoggiandolo contro il muro di pietra, facendosi cingere la vita con le gambe.
"Piano…fallo piano"
bisbigliò Yugi, avvertendo la punta del suo pene cercargli l’ano.
"Sì"
Sarebbe stata una tortura, ma non poteva fare altro…anzi, forse era una buona idea. Accoppiandosi piano, sarebbe durato tutto di più…
"Aaahhh…"
Yugi gemette quando Seth penetrò in lui, senza essere stato preparato. Il suo corpo era già stato preso quella notte, era abbastanza pronto, però…così…senza nemmeno esser stato allargato almeno con due dita, non lo aveva mai posseduto…
"Ti ho fatto male?"
"N-No…"
Era vero, non gli faceva esattamente male, era solo un po’ fastidioso…e così strano…
"…è quasi più vero delle altre volte"
gli confessò, guardandolo. Sapeva di avere il viso arrossato e il fiato corto, però era felice. Quando Seth lo preparava, scatenava in lui tali emozioni da fargli perdere il controllo, e la stessa penetrazione sembrava appartenere a un altro luogo. Per lui c’era solo piacere, e Seth era in grado di trasformare in esso anche il dolore.
In quella situazione era diverso…essendo stato preso a mente serena, aveva potuto sentirlo davvero entrare in lui, aveva avvertito il suo sesso farsi largo nelle sue profondità, dolcemente, aprendosi un varco nella sua morbida carne…era come esser stato preso in un nuovo modo.
"Hn?"
Seth si stava sforzando per non fargli male, Yugi lo vedeva bene…per questo gli sorrise e lo baciò teneramente.
"Non ci badare…amami, adesso"
Il suo corpo si era abituato…Seth si spinse in lui, e dalla sua bocca uscì un grido.
"Ssshhh…"
lo pregò il suo amante, bloccandosi nel fondo del suo corpo. Se li avessero sentiti, e trovati…
"N-Non posso"
balbettò l’altro"
"…ti aiuto io"
Seth lo strinse più forte, unendo quindi le loro labbra…lentamente riprese a spingere, violando piano quella calda custodia di carne, facendosi largo in lui…respiravano appena prima di tornare a baciarsi, mentre l’odore dei loro corpi sudati si mischiava a quello stantio della catapecchia, e la città continuava la sua vita, ignara della passione consumata in uno dei suoi angoli bui.
Fecero l’amore con calma, disperatamente aggrappati a quell’ultimo amplesso. Sapevano entrambi che le possibilità di continuare la loro relazione erano scarse, quasi nulle…quell’ultimo momento assieme sarebbe stato il loro canto del cigno.
Yugi venne per primo, aggrappandosi alle spalle del suo amante, lasciandogli dei segni rossi nonostante portasse tunica e mantello…Seth si rovesciò in lui pochi attimi dopo, soffocando un ululato contro la sua spalla, stampandosi nella mente quel momento sublime.
’Non ti perderò…non ti perderò mai’
pensò, mentre scivolava sulle ginocchia, senza però permettergli di toccare terra. I loro respiri erano corti e affaticati, e la pelle coperta di sudore era la preda perfetta per le zanzare. Dovevano andarsene da quel luogo sporco e muffo, uscire all’aria aperta e riprendersi, però…
"Seth…"
"Non voglio…che finisca"
bisbigliò contro la sua spalla…non poteva terminare così, nel nulla…
"Non accadrà…troveremo il modo…lo troveremo"
Il ragazzo più alto sollevò la testa e lo guardò. Erano ancora uniti, lui inginocchiato a terra e Yugi fra le sue braccia, ancora posseduto…se in quel momento gli dei li avessero trasformati in pietra, lui ne sarebbe stato felice.
Yugi gli sorrise timidamente e lo baciò…quella posizione era bellissima, ma anche imbarazzante…
"Seth…"
"Ho capito…"
Doveva tornare alla realtà. Non sarebbero diventati di pietra, quindi era meglio che restituisse la libertà al suo amato.
"Seth…fra venti giorni. Noi ci ritroveremo. E faremo l’amore qui, di nuovo"
Seth lo fissò. Era convinto di quel che diceva. Lo avrebbe fatto davvero.
Annuì, aiutandolo a rialzarsi, a pulirsi e a vestirsi. Era giunto il momento della separazione…lo accompagnò sino all’ingresso del tunnel, poi si chinò a baciarlo piano. Non c’era nessuno in giro che potesse vederli, ma anche se ci fosse stato, non gli sarebbe interessato. Lo amava, e avrebbe distrutto chiunque avesse osato ostacolare il loro rapporto.
’Io non ti perderò’
"Seth…"
L’altro scosse la testa. Se avessero atteso ancora, tutte le sue buone intenzioni, e la sua forza, si sarebbero dissolte, e allora lo avrebbe davvero portato via con sé.
Yugi annuì, senza più aggiungere nulla. Lui stesso stava per cedere, per prenderlo per un polso e correre via con lui, nella notte, sparire per sempre…lontano dal suo vero io…
"La Festa della Luna. Io ti aspetterò"
"Sarò qui, accanto a quest’imboccatura. Ti aspetterò, quindi ci ameremo"
Una promessa…Yugi sorrise, poi si voltò e sparì nelle viscere della terra.

"Stai calmo, non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene. Non è così terribile come può sembrare dall’esterno. Anche noi siamo persone, in fondo"
Seth annuì con un grugnito. Era facile per lui parlare…era in quell’ambiente da un’eternità, praticamente.
"Abbiamo ancora un po’ di tempo, prima della tua presentazione. Ecco, entra qui, vado a ordinare che ci portino qualcosa da bere, per rinfrescarci. Immagino che non riusciresti a mangiare nulla"
L’altro scosse la testa, andando direttamente sul lungo balcone. Aveva bisogno di aria fresca, molta aria fresca.
"Eh eh eh. Voi giovani siete tutti uguali. Anche quando arrivò Mahad, da bambino, per iniziare l’addestramento da Priest, era agitato quanto te. Poi però si è calmato subito"
"Saggio Shimon, rivelatemi come ha fatto"
A dir la verità non aveva molta voglia di sentire ancora il blaterare di quel vecchio, ma dato che assieme al Priest Akunadin, fratello del sovrano, era il braccio destro del Faraone, avrebbe dovuto ingraziarselo.
"Semplice, ha conosciuto il nostro amato principe Atem"
"Il…principe? L’erede al trono?"
"Esatto. Lui ha il dono speciale di saper mettere a proprio agio chiunque lo conosca, e di farlo sentire meglio. È un dono prezioso, in tempi come i nostri…una persona meravigliosa"
Seth rifletté un attimo, poi annuì. Il principe…
"Rimani qui, vado a ordinare da bere"
"Sì"
Seth si appoggiò contro la parete, nell’ombra di una glicine. Non era fiorita, ma gli bastava vederla per pensare a lui, al ragazzo che aveva lasciato due notti prima.
’Chissà quando lo rivedrò’
Avrebbe scambiato tutto quel palazzo, nobili e Oggetti Millenari compresi, pur di riaverlo…
’Sarà anche meraviglioso, ma questo principe non potrà mai competere con lui’
Sospirò, scivolando a terra. Doveva riprendersi, lo sapeva. Di lì a poco sarebbe stato nominato custode di un Millenium Item, la Millenium Rod…non poteva permettersi debolezze. Doveva allontanarlo dalla mente, concentrarsi esclusivamente sul suo ruolo…almeno fin quando non avesse avuto la possibilità di rimanere solo, nella sua stanza. Allora avrebbe potuto passare del tempo a pensare a lui…
Sussultò, quando udì dei passi leggeri provenire dall’interno. Si stavano avvicinando all’arco che collegava la stanza al balcone…non sembravano quelli del vecchio.
Si rialzò di scatto, pulendosi le vesti e dandosi un contegno. Era già un Priest, in fondo, mancava solo la cerimonia ufficiale, non poteva farsi scoprire distratto.
’Forza, è ora di entrare in scena’
Ma il ragazzo che comparve vicino a lui gli ribaltò l’anima.
"Y-Yugi?"
balbettò, mentre il suo respiro si bloccava.
L’altro lo fissò gelato, gli occhi sgranati e la bocca socchiusa. Era sorpreso almeno quanto lui, e la sua pelle stava assumendo un pericoloso colore pallido.
"S-Seth? P-Perché sei qui?"
gli chiese, con una nota di panico nella voce che non piacque al suo amante.
"…sono il nuovo Priest. La Millenium Rod è stata affidata a me"
La notizia sembrò sconvolgere il ragazzo di fronte a lui, i cui occhi stavano diventando lucidi:
"…Dei…"
Seth tentò di continuare la conversazione. Non sapeva il motivo, ma Yugi sembrava in totale crisi. Comunque, i monili d’oro che indossava erano davvero notevoli, e testimoniavano una ricchezza superiore a quella che aveva immaginato:
"Credevo che fossi solo ricco, non anche nobile. Sei qui per assistere alla cerimonia di presentazione al Faraone?"
gli chiese, senza riuscire a nascondere una traccia di felicità. L'aveva già ritrovato…
"Io…"
Una porta si aprì, nella stanza, e passi più incerti riempirono l’aria. Seth non riusciva a vederlo, ma immaginava fosse Shimon. Ma non riuscì a parlare, perché la voce del vecchio lo precedette:
"Oh, principe Atem, siete qui. Avete conosciuto il nuovo Priest?"
Seth spalancò gli occhi, come colpito da una martellata, mentre l’altro avvampava e tentava di dire qualcosa, sebbene dalla sua bocca non uscisse nulla.
"Principe…Atem?"
bisbigliò Seth alla fine, prima di rendersi effettivamente conto di chi avesse davanti. Come un fulmine, prima che Shimon arrivasse da loro, si inginocchiò di fronte a lui e chinò profondamente il capo, stringendo forte gli occhi, con la massima deferenza.
’Il principe. È il principe ereditario!’
Un valanga di immagini gli sommerse la mente. Lo aveva spaventato la prima notte, s’era accoppiato con lui in ogni angolo della sua camera, se l’era scopato senza far tanti complimenti in una baracca diroccata, in mezzo alla muffa e allo sporco…
…ma era il principe. Aveva condiviso il più grave peccato…col futuro Faraone.
’Cosa faccio???!!!’
Perché proprio a lui una sventura simile? Perché gli Dei gli avevano tirato un simile scherzo?
"Saggio Shimon, costui è dunque colui che assumerà il ruolo di nuovo Priest?"
"Esatto. L’ho scelto personalmente, assieme ai Priest Isis e Karim"
"Bene. Penso sia ora che io mi rechi nella sala del trono. Non tardare ad accompagnarlo lì"
Shimon compì una riverenza:
"Sì, principe. Non indugeremo"
Il principe annuì, e senza aggiungere altro se ne andò…quando non avvertì più i suoi passi, Seth poté riprendere a respirare.
"Allora, Seth, come è stato il primo incontro col principe?"
L’altro si rialzò a fatica, con la testa che quasi gli girava, e bevve avidamente un bicchiere d’acqua fresca e menta, prima di rispondere:
"Assolutamente sconvolgente"
e barcollò nella stanza, dietro a Shimon…ormai era tempo di diventare Priest, ma la sua testa era vuota, e l’anima distante…

Fine


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