I personaggi come sempre non sono miei. Io continuo a dire
che è superfluo ribadirlo, dal momento che è chiaro che una mente limitata
(eufemismo^^) come la mia non avrebbe mai potuto creare tutta la fauna di
Slam Dunk!
Questa parte è dedicata a quelli a cui piace la coppia
SenKosh ed a tutte le brave scrittrici di questo sito che mi hanno fatto
appassionare con le loro storie. Thanks! Scrivetene altre, per favore^^!
Ah...non sto cercando di fare "captatio
benevolentiae" ^^,
giuro che gli apprezzamenti sono totalmente disinteressati!
Vita nuova
di Dream
3.
Ho dovuto vederti piangere per lui...
Manca meno di un centimetro... ecco, ora dovrebbero essere
più o meno cinque millimetri... lo avvicino ancora un po'... manca
pochissimo... posso farcela... possofarcelapossofarcelapossofarcela... no,
non ci riesco!!
Ritraggo di scatto il dito, rifiutandomi per l'ennesima volta
di suonare il campanello posto sopra la targhetta con l'incisione "Koshino".
Dannazione, perché è tutto così difficile?!
Quante diamine di volte sono entrato tranquillamente in questa casa, spesso
e volentieri anche senza troppe cerimonie, ma semplicemente controllando se
la porta fosse aperta ed intrufolandomi al suo interno? Sì, beh... quelli
erano i giorni in cui ancora non avevo immaginato come sarebbe stato poter
fare l'amore con Koshino, né avrei mai pensato di poter desiderare di
baciarlo... ma le cose si evolvono, no? Quindi io devo mutare il mio
comportamento di conseguenza!
Facile a dirsi...
Sbatto la testa contro il muretto, cercando di calmarmi.
Allora, devo solo suonare questo stramaledettissimo campanello, che c'è di
così difficile?! Nulla! Il problema è quello che verrà dopo... la questione
sta nel fatto che non so:
1) L'accoglienza che riceverò.
Spero vivamente che oggi non sia un giorno da bollino rosso.
Se almeno quel fedifrago si fosse presentato a scuola avrei potuto tentare
di accertarmene!
2) Cosa potrei dirgli.
Dannazione! Come spiegargli ciò che provo?! Con quali parole
potrei esporre dei sentimenti, delle sensazioni che non hanno voce? Come
fare per indurlo a fidarsi di me e credere nella mia sincerità?! E
spiegatemi perché diamine ora mi sta venendo in testa il film "Mission
Impossible"!! Mah... che assurde associazioni mentali!
3) Beh... vediamo... ho una paura pazzesca!!
Non mi era mai successo. Non avevo mai provato questo...
tremore, questa ansia, questo groppo alla gola prima di adesso. Nemmeno con
Rukawa. Con Kaede potevo tentare il tutto e per tutto, sicuro di non aver
nulla da perdere. I nostri rapporti non avrebbero certo potuto peggiorare
più di così!
Ma lui non è Rukawa, lui è Koshino!! Ok, lo ammetto da me che
questa constatazione da sola meriterebbe un Nobel... ho un intuito
formidabile, vero?
Che fine ha fatto la mia sicurezza? E' sciocco che io provi
soggezione al pensiero di dovermi incontrare con Hiroaki, con quello che è
sempre stato il mio migliore amico... eppure proprio per questo sono
spaventato.
Lui mi è necessario. Non riuscirei a farne a meno! Non potrei
sopportare di trascorrere anche una sola giornata senza interrogare i suoi
occhi, senza il suo insopportabile sarcasmo, senza godere del calore che la
sua vicinanza sa riversare in me... non potrei!
Non voglio compiere mosse false, non voglio allontanarlo da
me… perderlo. Ma mi accorgo che sto quasi parlando in termini privativi: non
voglio... non voglio... non voglio...
Il problema più grande sta in ciò che vorrei da lui, in ciò
che mi potrebbe dare, in ciò che desidero avere!
Ma come siamo arrivati a questo punto?! E' surreale, quasi
non ci credo. Mi sembra impensabile di poter venire sommerso da questa marea
di emozioni in modo così totale! Come può la nostra amicizia averci portato
a questo? Mai lo avrei pensato... eppure qualcosa al contempo mi porta a
credere che era destinato che fosse così, che non potesse accadere
altrimenti fra noi due.
E' come se sentissi che io e lui eravamo destinati fin
dall'inizio. Questo ultimo pensiero, in tutta la sua stupidità e ingenuità,
è sufficiente a farvi capire che sono innamorato cotto e rosolato...
Dietro front!
Ehm... per chi non lo avesse capito, sto facendo queste
profonde e altamente costruttive riflessioni mentre allo stesso tempo compio
la ronda, camminando avanti ed indietro sul marciapiede adiacente al
giardino della villetta di Hiro. Deve essere più o meno mezz'ora da che sto
marciando su questi dieci metri di cemento!
La vicina della villa di fronte mi sta guardando in modo
sospetto mentre annaffia il giardino. Credo che fra un po' si deciderà a
chiamare la Guardia Forestale, sospettando che io abbia potato un cespuglio
e me lo sia incollato in testa! Ma cos'hanno tutti da fissare in quel modo i
miei capelli?! Io non ci vedo nulla di anomalo. Mah… gli adulti proprio non
sanno stare al passo con le nuove generazioni!
Basta, devo entrare!! Sto tergiversando inutilmente. Mi
blocco per l'ennesima volta davanti al cancelletto e fisso il pulsante
d'ottone: scintilla con insolenza, come se mi volesse sfidare.
Mmhh... non è la fine del mondo se rimando ancora di cinque
minuti, vero?
Riprendo la ronda, salvo poi sobbalzare all'improvviso
squillo del mio cellulare. Non riuscirò mai ad abituarmi a questa dannata
suoneria!!
Frugo nelle tasche interne del mio giubbotto, estraendo il
telefonino e rispondendo meccanicamente: "Pronto?"
"Entra, scemo! Mi stai consumando il marciapiede..."
All'improvviso mi volto verso la facciata dell'abitazione,
scorgendo il suo volto imbronciato affacciato alla finestra del primo piano.
"Da quanto sei lì?"
Vedo le sue labbra incresparsi in un impercettibile sorriso
ed odo la sua voce divertita rispondermi: "Più o meno un quarto d'ora... è
stato veramente divertente osservarti, sai? Dirò a mia madre che non è
affatto necessario che si preoccupi per il fatto che non abbiamo un cane da
guardia..."
Perfetto! P-e-r-f-e-t-t-o!!! Pure la figura da deficiente mi
mancava!
Interrompo la chiamata per superare finalmente questo dannato
cancello ed il cortile a passo di marcia, valicando infine la porta con
l'impeto di un conquistatore.
TA DAAA!!! Ce l'ho fatta!!
Eccomi qua, arrendetevi a
me, non c'è nulla che non possa riuscirmi!!! Sono entrato perfino nella tana
della belva! Appena giunto all'interno della casa... perdo tutta la mia
baldanza.
E adesso?
Sento i suoi passi scendere le scale. Mi giro e lo osservo
attentamente. Ammiro i suoi lineamenti delicati, gli occhi profondi e
malinconici, la bocca che esercita su di me un irresistibile richiamo, il
corpo coperto, ma allo stesso tempo messo in risalto da una semplice tuta
della nike...
Possibile che non riesca a non stupirmi della sua bellezza?
Come fanno gli altri a non notarla? Eppure io la vedo... la vedo nel suo
sguardo che incrocia e sfugge il mio, nei suoi movimenti lenti, nella mano
che si appoggia delicata al corrimano, nel leggero rossore che gli illumina
il viso. Tutto in lui è splendente di una luce discreta che non abbaglia, ma
riscalda...
Lui per me è bellissimo. Lo è perché lo amo. In lui, vedo la
bellezza dell’amore…
"Ciao." Mormora lentamente, fermandosi di fronte a me e
appoggiandosi tranquillamente al muro, forse per tentare di darsi un
contegno e di sembrare sicuro.
"Ciao!" Rispondo, sorridendo impercettibilmente per la
stupidità delle nostre battute.
Siamo originali, non c'è che dire! Scommetto quanto volete
che ora scenderà un silenzio di tomba!
"..."
"..."
Come volevasi dimostrare! Ok, ho capito... siamo alle solite!
Se non mi faccio avanti io, qui potremmo fare le belle statuine ancora per
un bel po' di tempo! Ricordo che una volta avevamo litigato di brutto per
non so nemmeno più quale motivo insulso (mi sembra però che avesse a che
fare con della marmellata... grande dilemma della nostra amicizia: meglio
alla prugna o alle arance amare? Anche voi pensate arance amare, vero?) e
rammento che ci eravamo ridotti a fissarci negli occhi per ben due ore e
mezza di fila senza proferire verbo, immobili l'uno di fronte all'altro come
due sfingi egizie, senza che nessuno fosse disposto a cedere per primo!! Un
record per i due migliori imbecilli nella storia...
Va bene! Fatti avanti, Akira Sendoh!
"Hiro... ti devo parlare... dobbiamo parlare!"
Non ho nemmeno bisogno di chiedere dove mi stia conducendo
ora: sarebbe una domanda superflua. Sappiamo perfettamente entrambi che se
fra noi spunta fuori la frase "dobbiamo parlare", si tratta di un problema
serio da trattare nei nostri luoghi di convegno, che possono essere
rispettivamente la mia o la sua camera.
Salgo le scale alle sue calcagna e richiudo
la porta alle mie spalle una volta raggiunta la meta. Tutti i segni della
colluttazione che abbiamo avuto ieri a causa dell'argomento "movimento
ameboide" sono scomparsi. Evidentemente quella santa donna della signora
Koshino ha dovuto nuovamente porre rimedio ai disastri che frequentemente
combinano suo figlio ed il figlio putativo (che sarei io). Dopo tutti i
pomeriggi e le cene che ho trascorso qui, risulta naturale che mi abbia
quasi adottato come membro onorario della sua famiglia! E' stata contenta di
rivedermi, dopo tanto tempo...
Ci sediamo entrambi a terra, sul tappeto, appoggiando la
schiena al letto.
Lui esordisce, quasi esitante: "Che cosa devi dirmi? Che
problemi ci sono..."
Potrei trattenermi dallo scuotere la testa?
"Ti prego, non fare il finto tonto, Hiro! Non credo che
quello di ieri sera sia stato un tuo clone, sebbene ripensandoci la cosa mi
appaia anche probabile, e non penso nemmeno che tu abbia dimenticato quello
che è successo. Quello che abbiamo fatto e ciò che mi hai detto. Vorresti
discutere di altro? Forse dei compiti di matematica?" Concludo, fissandolo
con una punta di sarcasmo.
E' incredibile come tenti sempre di fuggire ciò di cui ha
paura facendo finta di nulla... incredibile come questo ora mi faccia
sentire nervoso: pare quasi che ciò che è avvenuto non gli interessi
minimamente! Sembra che non lo riguardi proprio il fatto che io abbia
appoggiato le mie labbra sulle sue... e che lui abbia
dischiuso le sue per accogliermi. Come può essere così maledettamente
indifferente?!! Abbiamo valicato un confine, se ne rende conto o no?!
Hiro regge per un attimo il mio sguardo, prima di voltare il
capo con un movimento brusco e mormorare: "Speravo di non dover mai
affrontare questo argomento, ma era inevitabile che succedesse... lo
presagivo. Non avrei saputo fingere e nascondermi ancora a lungo... forse
nemmeno lo avrei voluto. Non ce la facevo più a celarmi, ormai..."
"Fingere? Nasconderti? Da cosa, da chi? Scusa, non ti
seguo..." Mormoro, cercando di leggere oltre le sue dichiarazioni sibilline.
Chissà, forse questo suo parlare ermetico lo fa sentire
importante! Sarà... ma io mi sento solamente più irritato.
Lui replica, raccogliendo ovviamente la splendida opportunità
che gli ho dato per lanciarmi una frecciatina: "Già, potevo forse sperare
che un paramecio come te riuscisse a seguire i miei sottili ragionamenti?"
"Non è colpa mia se tu ti esprimi ad enigmi! Vuoi per caso
celarti dietro alle tue stesse parole?" Ribatto, chiudendo gli occhi e
rovesciando la testa all'indietro, posandola contro le coperte.
Questa introduzione, questa diplomatica premessa che non
tocca affatto l'argomento di cui entrambi desidereremmo parlare... mi sta
sfibrando. E' una tortura vuota a cui vorrei saper porre fine... ma allo
stesso tempo ho paura di ciò che voglio sapere. Non so se saprei
affrontarlo.
La sua voce spezza nuovamente il silenzio: "Perché mi hai
baciato, ieri sera?"
Il suo tono serio e posato, quasi forzatamente controllato,
mi fa comprendere che ha deciso di lasciare da parte le maschere che usa per
proteggersi. E' dunque tempo che lo faccia anch'io, che parli finalmente con
sincerità e senza cercare di ripararmi a mia volta dietro alle buffonate.
La verità è una delle poche cose che la nostra amicizia abbia
sempre preteso.
"Perché volevo farlo."
Il suo sussurro si fa ancora più sommesso, più soffocato:
"Questo e basta, dunque? Non è stato nient'altro, per te? Volevi farlo...
per gioco? Desiderio? Volontà di provare qualcosa di diverso, di cercare in
me ciò che un altro non ha mai voluto darti?"
Perché continua a riferirsi a Rukawa con questo tono di odio?
Mi sembra quasi strano che per lui Kaede faccia ancora parte
del mio presente, mentre finalmente io sono riuscito a considerarlo solo
come un'immagine del passato. Sono risultato vincitore sul suo ricordo ed è
quindi buffo che Koshino, che quasi non l'ha conosciuto, non ce l'abbia
ancora fatta a giungere allo stesso mio risultato!
Mi decido a rispondergli: "E' stato un impulso improvviso,
così come è emerso all'improvviso il sentimento che mi ha spinto a farlo.
Non lo avevo mai compreso prima. Sono sempre riuscito ad ingannarmi bene, a
nascondere a me stesso cosa provassi... ora non riesco nemmeno a capire come
abbia potuto ignorare i miei desideri così a lungo! Eppure sentivo, sentivo
che dentro di me qualcosa premeva per uscire... finalmente ieri sera è
emerso nella sua verità oggettiva e soggettiva: credo che tu mi piaccia,
Koshino."
Scuoto il capo con lentezza, al suono della mia voce, prima
di fare un incredibile sforzo su me stesso per riprendere: "No, sto ancora
cercando di non espormi troppo con questa dichiarazione a metà. La verità è
che io ti amo, Hiro. So di amarti davvero, ne sono certo. Sì, io ti amo."
"..."
"..."
Eh, no!! Non ricominceremo con il silenzio di due ore e
mezza, spero!
Ad ogni modo, entrambi sappiamo che ora tocca a lui
spezzarlo. Io non dirò più una sola parola se prima non lo farà lui. La mia
parte è stata fatta e Dio solo sa quanto è stata dura...
"Perché dovrei crederti?"
Magnifico!
Apro gli occhi, volto il viso verso di lui e lo scruto con
attenzione. Sta mantenendo lo sguardo fisso al pavimento, il suo volto è
apparentemente calmo e sicuro.
Quante volte ancora dovrò dirgli che, se vuole fingere con me
di essere tranquillo, non deve stringere i pugni fino a quel punto? Si
tradisce subito!
"Guardami!" Gli ingiungo, con una richiesta velata di
preghiera.
Lui obbedisce, piantando nei miei due occhi che sembrano
essere sfumati di panico, come se questa situazione non l'avesse prevista e
non vi si fosse preparato.
Gli sorrido con tristezza. Quanto vorrei abbracciarlo,
stringerlo fino a sentire finalmente il suo corpo arrendersi ed abbandonarsi
totalmente contro il mio, fino a sentire sul mio cuore il suo battito, sulle
mie labbra il suo respiro... lo voglio al punto che provo un dolore quasi
fisico all'altezza del petto, una morsa al cuore... ma devo combattere con
questo straziante impulso di avvolgere le mie braccia attorno al suo corpo.
Sto soffrendo e comprendo che questo momento è penoso anche
per lui. E' proprio necessario? Ci stiamo facendo male a vicenda... forse
per nulla. Quasi certamente per nulla. Non credo che lui mi ami. No, non
potrebbe mai... sarebbe pressoché impossibile.
Forse... forse sto per perderlo
definitivamente?
Fra noi le cose non saranno mai più come prima... non se
queste mie parole appena pronunciate continueranno a vorticare fra noi. E so
che lo faranno.
Avrei dovuto accontentarmi della nostra amicizia, di ciò che
prima mi dava senza chiedergli di più... avrei dovuto!
Ma ormai non fuggirò. Considerato il punto in cui sono
giunto, non avrebbe alcun senso farlo: non ho più nulla da rischiare, quindi
mi conviene andare fino in fondo. Lo devo a lui ed a me stesso. Lo devo alla
felicità che potrei fargli provare. Lo devo a ciò che sento...
"Perché non mi credi? Per quale motivo pensi che io ti stia
mentendo?"
Ovviamente, come in tutte le volte in cui si sente braccato,
lui reagisce aggredendomi.
"Non lo immagini, Akira?! Prova a sforzarti, a ritornare
indietro nel tempo! Non sono trascorsi millenni e non credo quindi che
questa operazione ti riuscirà eccessivamente difficile, anche se so che tu
hai la memoria corta per quanto riguarda certe faccende! C'è nulla, nel tuo
comportamento passato, che possa giustificare i miei legittimi dubbi sulla
tua sincerità? Trovi niente di cui pentirti in ciò che hai fatto?"
Aggrotto le sopracciglia, infastidito: "Parliamo chiaramente,
per favore, Koshino! Dimmi su cosa vuoi rimproverarmi, avanti! Fammela
pagare per non so nemmeno io cosa!"
Lui sospira esasperato, prima di decidersi a spiegarsi:
"Cavolo, Akira! Ma cos'hai in quella testa, segatura?! Quante relazioni hai
avuto, con quante persone te la sei spassata e dinnanzi a quante avrai fatto
questo stesso discorsetto sdolcinato e melenso che ora stai svolgendo per
me? E per quale motivo? Solo per guadagnare l'accesso al loro letto! Come
posso crederti, come posso avere fiducia!!? Che significato può avere la tua
dichiarazione, se è già stata sfruttata sino ad essersi consumata ed
apparirmi ora quasi logora? Chi mi dice che ora tu non stia mentendo anche a
me, come hai fatto in chissà quante altre occasioni!? Quali garanzie mi
dai?"
Non mi ha freddato subito con un categorico rifiuto. Non ha
innalzato la barriera con cui si chiude in se stesso quando qualcuno lo
costringe in una situazione che non condivide.
Forse ho speranza...
Mi impongo di mantenere la calma: "Allora è per paura del mio
passato che tu non vuoi affrontare il presente! Temi per caso che io possa
considerare te, Hiroaki Koshino, come uno qualsiasi degli altri miei
amanti? Stai forse insinuando che ho detto ciò che ho detto solo per
approfittarmi di te? Ti ringrazio per l'insulto, mi hai colpito ed
affondato nel modo più spregevole! Io mi presento dinanzi a te senza difese
e tu non manchi di rinfacciarmi cose di cui ora non vado fiero, cose che
vorrei con tutto me stesso cancellare e che comunque non mi toccano più!
Pensi forse che io ti stia considerando come un giocattolo con cui
divertirmi fino a quando non me ne sarò stancato? E' questo che credi? Devi
proprio reputarmi un bastardo... ed io che credevo invece che tu mi
conoscessi, che tu fossi l'unico a conoscermi!"
"Smettila di cercare di farmi sentire in colpa, quando la mia
diffidenza era il minimo che potesse capitarti! Rispondimi sinceramente: a
quanti altri hai già detto 'Ti amo' esattamente come ora hai fatto con me?"
Sostengo il suo sguardo con sicurezza e tranquillità: "A
molti, è vero, ma non con il significato che tu pensi. Ho usato spesso
queste due parole, non lo nego affatto... ed anche per lo scopo che tu
credi, ovvero per guadagnarmi la fiducia immeritata ed immotivata di
qualcuno al fine di potermene poi approfittare. Ma mai, MAI esse
hanno avuto il medesimo valore che sto imprimendo loro adesso... e questo
per il semplice motivo che ora stanno rispecchiando esattamente ciò che
sento! Non ho mai detto a nessuno di 'amarlo' prima d'ora, semplicemente
perché non ho veramente 'amato' nessun prima d'ora. Prima di te!"
Per un attimo il mio pensiero si volge a Rukawa, eppure sento
di avere la coscienza pulita, di non aver mentito ad Hiro.
Con Kaede era tutto diverso, con lui non provavo questo
panico, questo calore, quest'ansia... ciò che sentivo nei suoi confronti non
faceva altro che corrodermi di rabbia e disperazione. Si può definire amore,
questo? Mi vergogno ad ammetterlo, ma forse aveva ragione Rukawa a dire
spesso che la mia era solo una questione di orgoglio: non potevo accettare
il fatto che non mi amasse, che non mi volesse a sua volta e non mi
ricambiasse. Non tolleravo il modo in cui mi trattava... come se non
esistessi, come se fossi solo un passatempo, uno scacciapensieri.
Mi piaceva, certo, questo è fuori discussione... mi piaceva
molto, forse troppo. Ma no, non credo fosse vero amore.
'Questo' è vero amore.
Le sensazioni che sentivo nei suoi confronti mi appaiono ora
quasi capricci infantili, pallide e sbiadite pretese di possesso, futile
desiderio di conoscere finalmente un sentimento vero e di farlo conoscere a
lui... ma non è nulla se comparato al peso che adesso sento nel cuore, alla
profondità di quanto ora (e solo ora) sto provando.
Un sorriso amaro e disilluso piega leggermente le labbra di
Hiro, quando replica alla mia precedente affermazione: "Anche quest'ultimo
bel discorsetto mi sa di vecchio, di già sfruttato! Desidero solo sapere
perché hai deciso di volere anche il mio nome, adesso, fra la lunga
lista delle tue brevi avventure. Io credevo che mi rispettassi e che
rispettassi abbastanza la nostra amicizia per risparmiarmi frasi come
queste, comportamenti come questi, bugie come queste! Invece adesso hai
deciso, impietosamente e freddamente, che avrai anche me. Dovrei esserne
lusingato? Vorrei proprio sapere con chi ti vanterai di questa conquista dal
momento che io non potrò più ascoltare i proclami sulle tue abilità
amatorie! Davvero il nostro legame per te vale così poco? Io credevo che tu
mi considerassi un amico... l'ho creduto davvero!"
Me lo merito.
Lo scetticismo che mi sta palesando e che mi trafigge al
cuore è l'unico risultato che ha saputo darmi il mio sciocco e leggero
passato costellato di esperienze 'amorose' (anche se non mi sembra un
termine lecito da usare), imperniate su futile divertimento, su bugie atte a
prendere in giro il cuore delle persone, su relazioni che sono durate come
massimo una settimana o qualche giorno in più. Tutto ciò non io gliel'ho mai
nascosto. E' sempre stato davanti ai suoi occhi, senza che io provassi
alcuna vergogna verso me stesso. Come se non bastasse, in innumerevoli
occasioni mi sono anche gloriato con lui del potere che avevo sulle altre
persone, della mia capacità di farle cadere ai miei piedi per poi usarle
come mi pareva e, soprattutto, piaceva!
Come posso biasimarlo se lui, sapendolo, decide di non
fidarsi di me?
Dio, quanto sono stato stupido! Se per colpa di quel mio
comportamento cretino io ora dovessi perdere Koshino... non potrei mai
perdonarmelo! Perché, perché agivo in quel modo insulso e sciocco? Perché
andavo a letto con delle persone di cui, alla fin fine, non mi fregava un
fico secco? Divertimento, piacere... questo cercavo? Come potevo
accontentarmene? Come riuscivo a farmelo bastare?!
Se solo avessi previsto che i miei atteggiamenti dementi
avrebbero potuto farmi rischiare di perdere la persona più importante,
l'unica che ora mi interessi e per la quale valga la pena di mettersi in
gioco...
Se solo... se solo avessi capito prima di amarlo...
"Koshino, tu credi per caso che io non possa provare
sentimenti? Che io non sia in grado di amare? Che, per la persona
giusta, io non riesca ad essere fedele ed a rispettare un legame? Mi reputi
insensibile, ritieni che il mio unico fine sia quello di divertirmi
fisicamente? Per te allora io non avrei alcun bisogno di qualcuno al mio
fianco... di una persona da amare, da proteggere, con cui condividermi e per
cui cercare di migliorarmi? Non credi che sia in grado di formulare desideri
che vadano al di là di una semplice e squallida notte di piacere? Anche per
te non sono altro che un cretino privo di sentimenti... è solo questa l'idea
che hai di me?"
Lui mi fissa a lungo, prima di rispondere con voce
innaturalmente fredda: "Non era questo che volevo affermare, Sendoh. Io so
che tu sei in grado di amare... ma la questione sta nel fatto che la persona
che ami non sono io e che forse stai semplicemente tentando di fare di me un
ripiego per cercare di dimenticare l'unico che vuoi, l'unico che desideri...
l'unico che fino ad ora ti abbia rifiutato. E' questo che non puoi
tollerare, vero? Il fatto che lui non ti abbia ricambiato! So che lo avresti
voluto... che lo vorresti ancora! Come puoi farmi credere di aver
dimenticato Kaede Rukawa? Ti ho visto piangere e diventare un altro a causa
sua, dannazione!!"
Non capisce. Come fa a non vedere ciò che provo realmente?
"Io ti amo per quello che sei, non per fare di te un
sostituto di Rukawa!! La verità è una cosa che io ti devo, Hiro, e tu sai
che ora te la sto offrendo. Perché vuoi ingannarti? Perché cerchi di non
credermi, di convincerti di una bugia che non esiste nelle mie parole? Io ti
amo. E' così semplice e così complicato... ma è così e basta, e tu lo sai!
Non mi stai dando fiducia perché pensi che io potrei farti soffrire... non
ti rendi conto che è come se tu ti rifiutassi di vivere per paura di
morire!? L'uomo non nasce per morire, Hiroaki..."
Lui si alza in piedi, sedendosi poi sul letto e nascondendosi
il volto fra le mani.
Fra le sue labbra filtra un sussurro sommesso: "Io non sono
abbastanza per te, Akira. Ti stancheresti perché non è me che stai
cercando... perché io non sono Rukawa. Davvero vuoi rovinare ciò che vi è
fra noi? Vuoi togliermi tutto per cercare di ottenere qualcosa che non
riuscirò mai a darti. Io ho solo te, Akira, solo te..."
Non mi ama.
Questa è l'unica risoluzione che il mio cervello sta
formulando da più o meno mezz'ora e che non cessa di ripresentarmi
impietosamente. Hiro non mi ama. Ho equivocato le sue azioni e creduto in
ciò che non esiste.
Se lui mi amasse, comprenderebbe la mia sincerità, si
fiderebbe di me o tenterebbe di farlo. Se lui mi amasse, non mi farebbe
soffrire in questo modo...
Credo che ora anche lui si stia rendendo conto che la nostra
amicizia è finita.
Aspetto solo di sentirlo dalle sue parole per permettere al
mio cuore di spezzarsi di nuovo. Questa volta però non ci sarà nessuno ad
aiutarmi. Non ci sarà un Koshino e non ci sarà più nemmeno la mia volontà...
Mi decido a formulare la richiesta decisiva, attendendo
l'atto finale di questo patetico dramma: "Va bene, chiudiamola pure qui! Ma
prima di andarmene... posso almeno sapere cosa senti per me, Hiro? Voglio
che tu me lo dica chiaramente, per favore."
Odo una risata secca, quasi disperatamente stupita ed
esasperata, forse anche forzatamente divertita. Sollevo il mio sguardo verso
di lui e noto che mi sta osservando con dolorosa incredulità.
"Non posso crederci, Akira! Possibile che tu non riesca a
risponderti da solo? Non l'hai ancora capito? Eppure sono anni, anni che mi
nascondo e che temo sempre che tu possa decidere di darci un taglio, di
affrontarmi un giorno a viso aperto e di dirmi di smetterla con il mio
ipocrita tentativo di esserti solo amico! In fondo sono un meschino e
completo egoista, perché ti sono stato vicino e ti ho aiutato non solo
perché ne avevi bisogno tu... ma soprattutto perché ne avevo una disperata
necessità io! Vederti star male, soffrire e struggerti mi distruggeva il
cuore... io non posso vivere senza il tuo sorriso, senza la tua presenza! Tu
mi sei indispensabile. Ed ora hai il coraggio di dirmi che non hai compreso
nulla di me e di quello che sento?!"
Credo che mi sia sfuggito qualche concetto fondamentale nella
sua apologia... ci sono delle zone d'ombra nel suo discorso. Cosa vuole
cercare di farmi capire? Che sia veramente quello che vorrei leggervi io?
Che anche lui...
Si getta sul letto con un sospiro, fissandomi quasi con
commiserazione: "Va bene! A quanto sembra mi tocca cercare di farti
riflettere, azione che pare tu compirai per la prima volta nella tua vit...
ALT!! FERMATI!! Se mi ammazzi non saprai mai cosa ho intenzione di dirti!"
Cavolo, ha ragione...
Ritiro le mani che avevo già serrato attorno al suo collo e
sbuffo un attimo, gettandogli un'occhiata bieca e sedendomi accanto a lui
sul letto.
"Ok, ma sbrigati... ho intenzione di farti lo scalpo al più
presto!"
Intravedo sul suo viso un'ombra di sorriso, prima che il suo
tono si rifaccia calmo, quasi paziente: "Hai mai provato a chiederti come
mai tu sia l'unica persona con cui io non solo riesca, ma soprattutto VOGLIA
parlare? O perché non ho mai sopportato di sentirti esporre le tue
innumerevoli conquiste? O il motivo per cui non sono riuscito a trattenermi
dal ferirti e dal cercare di farti del male quando tu mi hai rivelato di
esserti innamorato di Rukawa?"
Solleva su di me due occhi offuscati, prima di riprendere con
un tono che pare quello di un urlo: "Soffrivo al punto da voler causare lo
stesso dolore in te!!! Ti ho perfino schiaffeggiato... perché non mi capivi!
Non comprendevi affatto quanto male io stessi per il fatto che tu mi stavi
rivelando tranquillamente (ed in fondo perché non avresti dovuto farlo? Del
resto, io ero solo il tuo migliore amico!) di amare un altro!
AMARE!!
Come mai non ho fatto altro che stare da cani in questi
ultimi mesi? Perché ti vedevo con lui, perché vedevo quanto facilmente eri
stato in grado di dimenticarmi semplicemente per il fatto che, avendo
trovato Rukawa, non avevi più bisogno di me!
A lui concedevi parti di te che io non
conoscevo, che a me non avevi né avresti mai svelato! Avrei voluto
ucciderlo, scuoterlo, calpestarlo... perché lui aveva te, la persona che
avrei voluto con tutto me stesso, eppure se ne fregava ed addirittura la
usava, la faceva soffrire e se ne serviva egoisticamente per dimenticare il
proprio dolore!
Se almeno ti avessi visto felice, allora forse sarei riuscito
ad accettare quella situazione ed a rassegnarmi a lasciarti a lui... ma per
mesi il tuo sorriso è stato falso, il tuo sguardo cupo, la tua vitalità
spenta... ed io non potevo farci nulla, per quanto questo mi facesse male.
Ormai ti avevo perso, mi eri lontano e sentivo che a te non interessava più
nulla di me. Avevi saputo dimenticare in fretta dieci anni di vita trascorsa
con me...
Avrei voluto supplicarti di lasciarlo, di smetterla di farti
del male per una persona che non ti meritava, ma che semplicemente si stava
prendendo gioco di te! TI AVREI DATO ME STESSO PUR DI FARTELO DIMENTICARE!
Ma tu non avresti capito, non mi avresti voluto, non mi avresti nemmeno
guardato... tu lo AMAVI! Come posso ora credere, dopo tutto questo, che tu
abbia compreso di volere me?! Come può essere possibile?!"
Le sue parole sono talmente disperate, talmente colme di
sanguinante sofferenza da risultarmi più violente di un ceffone in faccia.
Non riesco a respirare. Mi limito a trattenere il fiato e ad
aspettare che concluda il suo discorso, mentre il cuore mi pulsa nelle
tempie con un'intensità tanto assordante da farmi quasi temere di non poter
essere in grado di udire la sua voce.
"Non ricordo più da quanto tempo io sia
innamorato di te. Forse dal primo momento... forse questo sentimento c'è
sempre stato in me ed ho solo dovuto aspettare di scovare il coraggio
sufficiente per appellarlo con il nome esatto. Ma ammettere cosa realmente
sento per te non ha fatto altro che complicare le cose: era tutto più
semplice quando continuavo a prendermi in giro con la ridicola scusa della
nostra 'amicizia'. Appariva tutto così naturale, senza secondi fini!
A un certo punto, però, essa aveva iniziato a non sembrarmi
più abbastanza. Volevo di più... volevo tutte quelle cose che tu concedevi
agli altri, ma che a me non donavi. Avevo cominciato a fissarti in maniera
diversa, a vedere in te ciò che tu non saresti mai stato per me. E perché
questo? Perché io per te continuavo ad essere solo il migliore amico!
Quello con il quale gli abbracci non avevano doppi sensi o significati
nascosti, quello a cui era normale sorridere, quello che era ovvio fissare
diritto negli occhi senza pensare di leggervi per questo qualche significato
dietro! Mi rivolgevi gli sguardi, i sorrisi, gli abbracci e le confidenze
che si avevano verso un amico!!! Ero solo un amico... e la tua amicizia mi
soffocava perché ciò che provavo per te premeva, graffiava, chiedeva di
uscire per smettere di escoriarmi l'anima... ma io non potevo permettere che
tu scoprissi il mio segreto... o mi avresti allontanato! Avrei perso tutto,
anche quel poco che sembravi disposto a darmi..."
Non riesco a sopportare, non ce la faccio a sostenere il suo
dolore sapendo di essere stato io a procurarglielo. Vorrei chiedergli di
smetterla e prenderlo fra le mie braccia per fargli dimenticare tutto...
anche quanto non ho mai immaginato che nascondesse dentro la sua anima
logora.
Tuttavia, per quanto io desideri interromperlo, non lo
blocco: riesco ad intuire quanto bisogno abbia di parlare, di sfogarsi, di
liberarsi dal peso di questi sentimenti.
"Ho cercato, in alcuni periodi, di sfuggire il tuo sguardo,
di non toccarti, di starti lontano per tentare di non pensarti, di
dimenticarti... di non amarti. Come avrei potuto riuscirci? Ora capisco che
non sarebbe stato possibile. Non volevo starti accanto perché mi faceva male
la tua amicizia... dal momento che sapevo che si trattava di amicizia e
basta. Ma non riuscivo nemmeno a starti lontano! Avevo il terrore che tu
avresti smesso di cercarmi, di volermi al tuo fianco. Pensavo che forse
saresti riuscito a trovare qualcun altro che avrebbe occupato il mio ruolo
di confidente accanto a te, di spalla su cui piangere, di punto sicuro
d'appoggio. Non volevo smettere di esserti indispensabile, anche se il ruolo
che assumevo per te non era quello che desideravo.
E' successo quello che mai avrei voluto, quello che ho temuto
più di ogni altra cosa: ho dovuto vederti innamorare di un altro. Ho dovuto
affrontare la consapevolezza di averti perso.
Ho dovuto curare il tuo cuore spezzato, ho
dovuto vederti piangere per amore di un altro e sono stato costretto a
maledire quella persona, la dannata persona che aveva ciò per cui io avrei
ucciso! Ho dovuto sentirti dire che non avresti mai amato nessun altro!!! Ho
sopportato questo, l'ho tollerato... ma non credo che ora riuscirò a
resistere.
Dici di amarmi... perché dovrei crederti? Perché dovrei darti
il potere di farmi ancora più male di quanto tu non me ne abbia già fatto?
Ti prego, non farmi soffrire ancora... non mi sento abbastanza forte per
poterlo sopportare..."
Non riesco a parlare. Non riesco a pensare. Non riesco a
respirare.
L'ho fatto soffrire...
Eppure, nonostante tutto, nonostante questo… nonostante me
stesso…
Lui MI AMA.
Come posso sopravvivere ad una simile scossa interiore?!
Annullo la nostra distanza e lo prendo fra
le mie braccia. Lo stringo a me al punto che temo quasi di fargli male.
Contrasto i suoi tentativi di ribellarsi finché non sento i suoi muscoli
rilasciarsi ed il suo corpo abbandonarsi contro il mio. Le mie mani scorrono
fra i suoi capelli con veemenza, con una violenza quasi affannata mentre con
gli occhi chiusi respiro il suo profumo, deposito baci smarriti sulla sua
fronte, sulla gola bianca... mi sembra di essere totalmente ubriaco di lui,
come se l'averlo arrendevole contro di me mi avesse dato il sangue alla
testa e mi avesse fatto dimenticare ogni cosa tranne il fatto che lui, ora,
è qui con me.
Tranne il fatto che mi ama e che lo amo.
Mi blocco e ritorno in me solo quando riesco ad avvertire,
ovattato come se provenisse da centinaia di chilometri di distanza, il suono
di singhiozzi soffocati. Mi irrigidisco e lo lascio andare, preoccupato per
la sua reazione. Sicuramente l'ho spaventato: mi sono gettato addosso a lui
come se avessi voluto violentarlo! Devo stare attento, non voglio ferirlo
ancora comportandomi nel modo sbagliato.
Ora devo assolutamente fargli capire che può avere fiducia in
me ed in noi, che io lo proteggerò da ogni cosa.
Lo amo... e devo fare in modo che lui lo comprenda e che
impari a credere in questo sentimento, nella sua incredibile purezza. E'
quasi impensabile che, dopo le innumerevoli esperienze che ho avuto, io
abbia ancora così tanta paura di sbagliare e non sappia come comportarmi in
questa situazione, non capisca come fare per aiutarlo, per aiutarci...
Ma in fondo non è nemmeno così incredibile. Del resto, è la
prima volta che provo qualcosa di simile: la sensazione che se perdessi lui
perderei anche l'essenza di ciò che sono io...
Ho bisogno di lui per essere me stesso. Ho bisogno di lui,
perché lo amo.
"Hiro, per favore, guardami..."
Continua a mantenere il capo chino, senza reagire alla mia
richiesta. Trema leggermente e in questo momento mi sembra talmente fragile
da darmi l'impressione che, se non ci fossi io a sostenerlo con le mie
braccia, lui si lascerebbe accasciare inerme sul letto senza nemmeno cercare
di porre in gioco la sua eterna, insopportabile, adorabile aggressività. Mi
fa male vederlo così... vederlo fragile, disperato, triste, sfiduciato...
vederlo privo del solito atteggiamento offensivo che lui adotta per
difendersi dal mondo.
"Hiro..." Sospiro, sentendo l'angoscia premermi nella gola
per soffocarmi il respiro.
Porto il dorso della mia mano sotto il suo mento, mi attardo
in una delicata carezza per poi compiere una dolce pressione e costringerlo
a sollevare il capo.
Quando finalmente riesco ad incontrare i suoi occhi, ripeto
dolcemente: "Io ti amo."
Percepisco la lotta interna che si sta svolgendo dentro di
lui, la vedo riflessa nella confusione che traspare dal suo sguardo. Prego
che riescano a prevalere i suoi sentimenti e non le sue paure... ma non
posso restare fermo ed immobile mentre lui in questo momento ha in mano la
mia sorte ed il mio futuro! Non riesco a tollerare di essere semplicemente
lo spettatore passivo di un film in cui dovrei essere il protagonista,
permettendogli così di decidere da solo del nostro avvenire senza fargli
comprendere come esso potrebbe essere se lo affrontassimo assieme.
E' il momento di agire! Sta riflettendo troppo, per i miei
gusti.
Mi accosto a lui e sfioro delicatamente le mie labbra con le
sue. Odo il suo sussulto, ma comprendo anche che è troppo stupito per
scostarmi.
Perfetto!
Mi sporgo lievemente per completare un contatto che ci
sommerge con un turbine di roventi brividi... lo induco a socchiudere la
bocca e ritrovo il calore, il sapore, l'ardore che ieri sera per la prima
volta ho assaporato e che ha saputo stordirmi completamente.
Lo spingo a stendersi sul letto, accompagnandolo
delicatamente con le mie braccia, e lascio scorrere la mia mano fra i suoi
capelli morbidi, sulla sua gola, sulla clavicola sporgente fino a giungere
alla fossetta alla base del collo, dove mi attardo con le dita sulla vena
pulsante per sentire l'impazzito battito del suo cuore.
Mi allontano da lui per poterlo ammirare, strappandogli un
lieve gemito di frustrazione.
E' bellissimo.
Mi riempie di orgoglio e di gioia la consapevolezza di poter
essere l'unico ad ammirare il suo sguardo perso, le labbra rosse e gonfie,
le gote arrossate, il respiro affannato... di essere l'unico a fargli questo
effetto.
Gli sorrido dolcemente, sospirando di nuovo sulle sue labbra:
"Ti amo davvero..."
Finalmente la sua bocca sottile si incurva e nei suoi occhi
qualcosa si illumina. Un sussurro che non dimenticherò mai perché è di un
intensità frastornante: "Anche io ti amo, Akira..."
E qui rinuncio a descrivere!
Sappiate solo che, dopo aver lanciato un urlo tipo Sandokan
per aver ricevuto finalmente l'esplicita confessione che mi ha fatto capire
che lui è disposto a fidarsi di me, l'ho preso fra le mie braccia e l'ho
letteralmente ricoperto di baci, carezze, sussurri, gemiti e dolcezze,
tentando di consumarlo con la forza del mio amore.
Lui ha risposto al mio assalto con una risata leggera,
cercando di stornare i miei attacchi e di schermirsi di fronte a tanta
impetuosa (eh eh eh! Ma chi sono Casanova e Valentino in confronto a me?
Semplici nullità!) passionalità.
Io però non ho certo intenzione di arrendermi di fronte alle
sue ritrosie!
Lo intrappolo sotto di me e lo costringo a ricambiare i miei
baci... e finalmente dalle sue labbra sfugge un sospiro di resa. Avverto le
sue dita sottili percorrere la mia schiena, accarezzare la mia nuca ed
intrufolarsi fra i miei capelli... divertendosi a scompigliarmeli!!
Mi stacco immediatamente con aria fintamente minacciosa:
"Ehi!!!! Cosa stai cercando di fare!!"
Il suo volto è talmente serio da farmi capire che sta per
forza soffocando una risata...
"Mmhh... Akira? Hai presente la torre di Pisa in Italia,
quella pendente? Ecco, la tua pettinatura si è pericolosamente inclinata
fino ad imitare quella pericolante costruzione..."
"AAAHHHHHHH!!!!!! IL GEL!!!! DOVE HAI IL GEL!!!!??" Urlo
terrorizzato cercando con le mani di ricostruire l'impalcatura dei miei
capelli.
"Ti prego, lasciali così... in modo che ti scendano liberi
lungo il viso..." Mormora, mentre le sue mani bianche scompigliano le
ciocche per costringerle ad abbassarsi. Le sua dita sottili si spingono
oltre, accarezzando lievemente la mia gola.
Mi sorride leggermente, sussurrando: "Sembri quasi un
altro... non mi ricordavo nemmeno più come fosse il tuo viso con dei capelli
acconciati 'normalmente'! E' da così tanto tempo che te li combini in questo
modo assurdo..."
Io mi sento un po' imbarazzato sotto il suo sguardo. In esso
brilla una luce calda che prima non avevo mai visto... che non immaginavo mi
avrebbe potuto riservare. E' totalmente diverso dal Koshino che tutti
conoscono! Mi sta scrutando in modo quasi febbrile, come se volesse
imprimere la mia immagine in modo indelebile nella sua mente.
Oddio, non ci credo... SONO ARROSSITO!! Non è possibile!! Ma
guarda te come mi sono ridotto, in che stato miserevole! Tutta colpa della
sua indagine minuziosa su di me...
Cerco di nascondere il mio viso dietro i capelli,
bofonchiandogli un rimprovero: "La vuoi smettere di fissarmi in quel modo?
Si può sapere cosa c'è che non va nella mia faccia?!"
Lui fa una risatina divertita e sospinge all'indietro la mia
chioma, liberandomi il volto ed il suo evidente rossore.
"Sai una cosa, Aki? Sei bellissimo..."
Eeeeehhhhhh???!!!
...non me lo aveva mai detto, prima...
Credo di essere andato in trance. Avete presente i maestri
zen?
Tento di inghiottire un incredibilmente grande grumo di
saliva, ma essa mi va di traverso ed io inizio a tossire sputacchiando in
giro, dimenandomi come se mi avesse colto un attacco di tubercolosi e
cercando invano di ristabilire il mio respiro...
E lui sta ridendo come un assatanato!!!! Ah, maledetto!
Guardate come se ne approfitta, come si diverte alle mie spalle! Scommetto
che lo prevedeva! Lo ha detto apposta, il bastardo!!
Dopo aver boccheggiato un po' riesco a formulare qualche
parola, seppur ansimando: "Tu... tu... mi farai... morire! Con te... non
raggiungerò... i vent'anni!!"
Lanciandomi uno sguardo malizioso, Hiroaki replica con una
prontezza frustrante.
"Mi dispiace dirtelo, Akira, ma te la sei cercata tu... io
prima ho tentato di dissuaderti, di convincerti a non impegnarti con me! Sei
stato tu ad aver insistito tanto... ed ora devi sopportarne le conseguenze!"
Mi stendo accanto a lui e lo avvolgo fra le mie braccia: "Se
continuerai così, credo che fra non molto chiederò il divorzio e non ti
fornirò nemmeno gli alimenti!"
Dopo una frazione di secondo un pizzicotto mi spappola il
braccio destro...
"AAAUUUGGHHH!!!!!! MOSTRO SELVAGGIO!!!! MI HAI FRATTURATO IL
TRICIPIDEEEEEEE!!!!"
Beh, in fondo me la sono cercata... avrei dovuto prevedere la
sua reazione! Ah, che maleeeeeee!!! Ma perché ho scelto di innamorarmi
proprio di un tipo tanto manesco e selvatico?!
Per vendetta mi sporgo, prendo di mira il suo collo e inizio
a morderlo, succhiarlo, baciarlo... venendo ricompensato da una serie di
profondi sospiri.
Ma avrei dovuto sapere che questi momenti paradisiaci non
durano per sempre.
La voce di Koshino, ora estremamente impersonale e fredda, mi
immobilizza meglio di quanto potrebbe farlo una doccia gelida: "Dimmi la
verità... anche con lui ti comportavi così? Provavi... le stesse
cose?"
Improvvisamente la tensione si fa palpabile, il muro
riacquista consistenza.
Mi butto all'indietro sul letto, celandomi gli occhi con
l'avambraccio e proferendo un assai superfluo: "Lui chi?"
"Sai perfettamente di chi sto parlando..."
Sento in me salire l'irritazione: "Si può sapere perché devi
sempre chiamare in gioco Rukawa?! Non riesci a capire che lui ormai non
conta più nulla per me? Perché non provi a dimenticare il mio passato per
cercare di vivere assieme me il presente?"
"Perché? MI CHIEDI PERCHE'?! Tu l'hai amato, dannazione! E'
stata la prima persona che tu abbia amato... amato ancor prima di me! Amato
davvero!! Chi mi può garantire che tu ora non stia pensando a lui? Sendoh...
se lui ora tornasse da te e ti dichiarasse di amarti... tu mi lasceresti per
lui, vero?"
"E' questo che credi di essere per me? Un ripiego? Pensi
ancora che menta quando ti dichiaro di amarti? La vuoi smettere di
torturarti con fantasmi e paure inutili?! Ti amo! Io ti amo e non ti lascerò
mai né per Rukawa né per nessun altro, nemmeno se lui mi si gettasse alle
ginocchia!!! E la sai una cosa? Quest'ultima eventualità è molto
improbabile, visto che Kaede ora sta con Sakuragi!"
Ora godiamoci la reazione...
Immediatamente si mette di scatto a sedere, spalancando gli
occhi ed urlando: "EEEHHHHHHHH????? RUKAWA E SAKURAGI?!?"
Io annuisco soddisfatto, attendendo la sua replica.
"Ma... ma... ma se quei due non fanno altro che darsele ed
insultarsi tutto il giorno!! Come puoi dire che stanno insieme!? Ma...
allora... allora era per questo che Rukawa non ti ricambiava? Per questo tu
soffrivi, per questo mi hai detto che ti usava e voleva un altro, per questo
vi siete lasciati: lui... lui era già innamorato di Sakuragi quando stavate
assieme...?!"
"Già..."
Sento che si ributta all'indietro, mormorando un allibito:
"Incredibile..."
Io volto il mio viso verso di lui, sussurrando: "Allora? Ti
senti più tranquillo adesso?"
"Si può sapere come ha fatto a preferire quello scimpanzé di
Sakuragi a te? Quel ragazzo deve essere proprio toccato..."
Io sorrido lievemente: "No, è solo innamorato... ed io sono
contento per lui, perché so che finalmente è felice come io non sono
riuscito mai a renderlo e come meritava di essere. Del resto, devo ammettere
che non tutti hanno il tuo buon gusto, Kosh! Riconosco che tu hai scelto il
migliore che c'era sulla piazza!!"
"Mica vero! Rukawa è più bello di te..."
Non è possibile che io ora mi ritrovi geloso dell'asso dello
Shohoku! E' perfino divertente la questione, perché una volta era Kaede la
causa prima della mia gelosia, in quanto non potevo sopportare tutti quelli
che gli sbavavano dietro, ed ora invece è diventato il motivo esterno della
gelosia che provo, l'oggetto a cui essa tende. E questo scambio di ruoli è
dovuto semplicemente ad un apprezzamento di Hiroaki!? Un attimo... IO,
geloso?! DI RUKAWA!? Si può sapere cosa diamine è successo? Fino ad un
momento fa era Hiroaki che stava cercando di scotennarmi a causa di Rukawa!
C'è qualcosa che non va... come ha fatto a rovesciare la situazione?!
Lo intrappolo nuovamente fra le mie braccia: "Ehi, non
facciamo scherzi!! L'hai detto tu che io sono bellissimo, no? Vuoi per caso
rimangiarti tutto? E poi... tu sei mio! Non provare nemmeno a pensare di
poter fare qualche apprezzamento su un altro o giuro che ti terrò segregato
in casa!!"
Lui sorride in modo sarcastico, quasi cercando di sfidarmi:
"Dubito proprio che lo farai..."
Lo ammonisco minacciosamente: "Non mettermi alla prova..."
Hiro affonda il capo nella mia gola senza rispondere, ed io
non mi faccio pregare per accarezzare nuovamente questi fili di seta così
morbidi. E' incredibile! Anche il semplice fatto di stare così, abbracciati,
mi induce a pensare che ora più nulla potrà farmi del male... che potrebbero
togliermi tutto, perché non me ne importerebbe... che con Hiroaki il termine
'sempre' potrebbe avere un significato.
"Akira, una sola cosa, ma devo assolutamente saperla... cosa
hai provato per Rukawa? Lo hai amato? Sei proprio sicuro che... che non stai
tentando di cercare lui in me? Voglio che tu sia convinto di ciò che stai
facendo..."
Lo scosto per baciarlo dolcemente, in modo da fargli capire
che non ha nulla da temere. Lui però si allontana e mi pianta addosso due
occhi interrogativi e velatamente ansiosi.
Capisco allora che non posso evitare di rispondergli, anche
se forse sentirmi parlare del mio rapporto con Kaede gli farà male.
"Hiroaki, io volevo bene a Rukawa. Lui mi piaceva molto..."
Ecco, lo sapevo! Noto che serra gli occhi, prendendo un
profondo e violento respiro. Intreccio le sue dita alla mie e lo stringo
maggiormente a me, prima di riprendere: "Ancora adesso mi è però difficile
definire precisamente quale fosse il mio sentimento per lui. C'era
attrazione fisica, questo è indubbio, ma anche qualcosa di più... eppure non
so se sia esatto definirlo amore. Di certo ciò che ho provato per lui non ha
la stessa profondità ed intensità di ciò che ora sto sentendo per te, ma
posso dire che... sì, in un certo modo l'ho amato. L'ho amato ed ho sofferto
tantissimo a causa sua. Tu mi chiedi se non stia cercando lui in te... e se
invece avessi cercato te in lui?" Continuo, quasi parlando a me stesso, per
dare voce alle mie riflessioni.
Il suo sguardo si spalanca, allibito: "Eh?"
"Beh, sì... in fondo siete simili. La vostra introversione,
l'incomunicabilità, il carattere insopportabil... AUCH!! (leggasi come pugno
di Koshino sulla mia mascella...) Ehm, stavo dicendo... sì, qualcosa nel suo
carattere mi portava ad accomunarlo a te. Forse la tenacia con cui tentava
di mostrarsi forte ed inattaccabile, l'orgoglio, il desiderio di nascondere
la propria interiorità... in questo leggevo te dietro di lui, anche se è
vero che siete molto diversi. Forse proprio per tali sfumate somiglianze fra
voi lui è stato l'unico amante in grado di legarmi a sé..."
"Ma dico, sei impazzito???!!!! COME OSI PARAGONARMI A QUEL
GHIACCIOLO??!! Io so formulare una frase con tanto di attributi e
subordinate e riesco a reggere un discorso sensato senza lasciarlo cadere
dopo mezza battuta! E poi il mio carattere non è così insensibile,
indifferente a tutto ed a tutti... io un'espressione la so dare al mio
viso!!"
Mi dispiace, ma non posso lasciare che lui parli senza
cognizione di causa!
"Kosh, stai dicendo un mucchio di emerite cavolate! Io ho
imparato a conoscere Rukawa e so che lui in realtà non è solo ciò che
dimostra... lo so, ed immagino che adesso Sakuragi lo sappia ancor meglio di
me. Kaede non è affatto freddo ed insensibile, te lo posso assicurare! E
poi, scusami se te lo dico, tu sei addirittura più scorbutico di lui..."
"COSA HAI DETTO, RAZZA DI DEFICIENTE?!"
Come volevasi dimostrare...
"Ho detto la verità! Del resto, se tu non avessi incontrato
me a quest'ora saresti più simile a Rukawa di quanto tu stesso non voglia
ammettere! Non ti ricordi di come eri in prima elementare, quando ci siamo
visti per la prima volta?!"
"..."
"Non vuoi rispondere, eh?"
Io invece me lo rammento benissimo, come se fosse ieri... a
dispetto del fatto che lui mi accusi di avere la memoria corta!
Provate ad immaginare un Koshino ridotto in scala, con un
carattere di perlomeno un centinaio di volte più incomunicativo e tempestoso
di quello di oggi! Difficile, eh?
Eppure era così: ancora più introverso e scontroso di quanto
lo sia ora!
Non scambiava una parola con nessuno. Si limitava ad
appartarsi in un angolo e a fissare gli altri con sguardo scuro senza
nemmeno cercare di inserirsi negli scherzi, nei gruppi che solitamente
sorgono in una classe. Pareva che stesse analizzando con sguardo perplesso i
comportamenti bizzarri di un gruppo di alieni intenti ad attività a lui
ignote!
Io conoscevo il suo tono di voce solamente grazie al:
"Presente" che pronunciava giornalmente durante l'appello ad inizio lezione,
dato che nemmeno la maestra era solitamente in grado di cavargli un altro
suono di bocca! Se non fosse stato per quell'unica parola, avrei anche
potuto ritenerlo muto...
Alcuni bambini avevano cercato di avvicinarsi a lui, di
coinvolgerlo nelle loro occupazioni, ma si erano imbattuti nel suo
invalicabile muro di granito.
Ma passiamo ad un soggetto più interessante, e cioè... io!
Eh, già, lo ammetto… ero molto popolare nell'ambiente scolastico sin dagli
albori della mia carriera di rubacuori! Oddio, non è che fossi poi tanto
precoce! Anche se ora sembra impossibile, per un certo periodo di tempo ho
creduto pure io alla storiella della cicogna (il Medioevo della mia vita, ma
non illudetevi... si era concluso presto!!).
Ad ogni modo, non ho mai avuto problemi a farmi amici,
amiche... o anche più che amiche! Mi risultava estremamente facile attirare
l'attenzione degli altri su di me, convincerli a seguirmi e far fare loro
ciò che volevo solo perché essi desideravano avere la mia approvazione. Ero
il trascinatore di ogni gruppo e questo carisma mi si è rivelato
indispensabile ora, dato che sono il capitano della mia squadra di basket.
Eppure, come si suole dire, essendo amico di tutti in realtà
non lo ero di nessuno. Non avevo legato con qualcuno in particolare anche se
in molti avrebbero voluto diventare i miei confidenti, i cosiddetti 'amici
del cuore', a causa del prestigio che questo titolo avrebbe dato loro di
fronte agli altri.
Come ho già detto, infatti, io ero una specie di personaggio
fra tutti quei ragazzetti, avevo qualcosa che mi distingueva dalla massa...
e questo poteva risolversi come un vantaggio, specie se comportava anche
l'essere il beniamino delle insegnanti!
Eppure io odiavo quei conformisti che seguivano le mode che
lanciavo ed i dettami che fornivo. Mi facevano comodo, però allo stesso
tempo li disprezzavo per la loro vigliaccheria: non avevano mai il coraggio
di manifestare davanti a me un'opinione che non corrispondesse alla mia, di
distinguersi da me e di non seguire le mie decisioni.
Già allora provavo uno sviluppato odio verso il conformismo.
I miei compagni non erano altro che un gregge che faceva di
tutto per mantenersi compatto... ma lui no. Lui se ne fregava altamente
degli altri e di tutto il mondo fuorché di se stesso... e questa sua aperta
ribellione verso gli schemi costituiti mi attirava. Mi incuriosivano i suoi
silenzi, la sua ritrosia, il suo fare da lupo solitario e, soprattutto, il
suo menefreghismo verso di me! Era l'unico a non tentare di compiacermi.
Fu proprio questo a convincermi che era lui la persona di cui
avevo bisogno al mio fianco. Certo, non avrei però mai immaginato che fra
noi sarebbe finita in 'questo' modo... ma ora credo che fosse veramente
inevitabile.
Durante una ricreazione mi ero avvicinato a lui per cercare
di conoscerlo, di entrare in contatto con lui. Anche se non lo avrei mai
ammesso, mi sentivo un po' nervoso. Il suo sguardo penetrante ed il suo
atteggiamento strano erano capaci di intimorirmi... incredibile, no?
Sfoderando il migliore ed il più studiato dei miei sorrisi,
esordii: "Ciao! Io mi chiamo Akira Sendoh!"
Silenzio gelido.
Ma sia mai che la futura stella di Kanagawa si arrenda al
primo rifiuto!! Perseverare, questo è sempre stato il mio motto!
"Volevo chiederti se ti piacerebbe venire a giocare con me!"
Mi fissò a lungo, diede un'occhiata ai compagni che
scherzavano e ridevano alle mie spalle, si strinse nelle spalle e si
allontanò dopo avermi sfacciatamente dato la schiena.
Ok! Se questa era la sua dichiarazione di guerra, io non mi
sarei tirato indietro! Ora cercare di diventare suo amico sarebbe diventata
per me una questione di principio... ma non solo perché lui era stato il
primo ad aver ignorato una mia richiesta. No, sapevo benissimo che la
questione era più profonda: lo sguardo triste e desolato che aveva lanciato
agli altri bambini che si stavano divertendo... mi aveva stretto il cuore.
Era l'espressione di uno che avrebbe voluto con tutto se stesso farsi
avanti, ma che al contempo non trovava in sé la forza sufficiente per
poterlo fare.
Cominciai a tenerlo d'occhio, a spiarlo di sottecchi e la mia
convinzione si rafforzò: lui non si isolava volontariamente... o meglio sì,
era questo quello che faceva... ma avevo compreso che la sua solitudine
forzata, la quale pure sembrava dargli sicurezza, certo non lo rendeva
felice.
Non l'avevo ancora mai visto sorridere... e avevo capito che
avrei voluto suscitare io un sorriso a quel ragazzino isolato, scorbutico ed
un po' triste. Avrei voluto fargli comprendere che non era poi un crimine
credere negli altri e che la vita gli sarebbe sembrata più leggera se ci
fosse stato qualcuno accanto a lui con cui percorrerla...
Così iniziò il mio assedio!
Mi ero piazzato a sedere nel banco accanto al suo, lo
accompagnavo a casa, gli offrivo pezzi di merenda, lo tiravo dentro a forza
nei giochi degli altri, lo tormentavo in tutti i modi possibili ed
immaginabili... finché un giorno accadde l'impossibile! La sfinge umana mi
rivolse la parola!! Volete sapere quali furono le testuali espressioni che
usò? Ehm... forse non dovrei andare molto fiero dei primi risultati che
ebbero le mie operazioni, ma ricordatevi che era appena l'inizio e,
soprattutto, rammentate che stiamo pur sempre parlando di Hiroaki Koshino,
anche se in versione mignon!
Dopo che l'avevo stordito di chiacchiere per tutta l'ora di
matematica, lui finalmente si era deciso a girarsi verso di me, ad aprire la
bocca ed a pronunciare la tanto famosa frase, ormai impressa nella mia
memoria: "Ma si può sapere perché cavolo non la smetti di rompere e non ti
decidi a chiudere quel forno, razza di deficiente?!"
Eh, già! Era proprio Koshino! Il suo carattere si era
decisamente ormai formato...
Si può dire che da quel preciso momento è iniziata la nostra
amicizia.
Io ho sudato sette camicie ed ho speso secoli di pazienza,
tenacia e caparbietà per cercare di renderlo più comunicativo, per portarlo
ad interagire maggiormente con gli altri. Certo, non ho mutato la sua
introversione ed il suo carattere del cavolo, ma se consideriamo che
all'inizio nemmeno parlava... dopotutto il mio è stato un successo, giusto?!
La cosa più importante, però, è che sono riuscito ad
insegnargli a sorridere, ridere, scherzare... e sarebbe stato veramente un
peccato se questa bella bocca fosse rimasta per sempre serrata e dura!
Lui in cambio mi ha dato moltissimo, non ho problemi ad
ammetterlo. Mi ha insegnato a vivere, mi ha aiutato a crescere, mi ha
spronato nei momenti difficili, mi ha fatto diventare meno vanitoso, meno
megalomane... ed anche meno individualista. Anche io una volta, come Rukawa,
non giocavo per gli altri. Credo di non mentire ammettendo di essere io
quello che ha guadagnato di più in questa nostra amicizia. Ma forse non è
giusto denominarla semplicemente amicizia: lui per me è sempre stato più di
un amico... più importante di tutto.
Mi riscuoto dai miei pensieri, facendogli notare: "Se io non
ti avessi scosso dalla tua atarassia a quest'ora non saresti stato né più né
meno che una statua di marmo che cammina!"
Lui ribatte, piccato: "E chi ti ha detto che a me non sarebbe
piaciuto essere una statua di marmo che cammina? Ricordo quanto stavo bene
senza avere ancora te fra i piedi! Eri un incredibile rompiscatole, lo sai?!
Lo eri e lo sei ancora! Io mi trovavo a mio agio da solo, non ti avevo certo
chiesto di venire a scombinare la mia vita con le tue chiacchiere, quindi
ora non atteggiarti a ‘eroe salvatore del mondo’! Avresti benissimo potuto
lasciarmi in pace!"
Queste sue parole mi feriscono. Non posso fare a meno di
sussurrare, forse leggermente sconsolato: "Davvero avresti preferito che io
non ti cercassi? Allora... non mi volevi come amico, è così? Non era altro
che un rompiscatole, per te? Forse non avrei affatto dovuto tormentarti in
quel modo... ma per me non era concepibile che qualcuno potesse desiderare
la solitudine, così credevo che..."
Le sue labbra bloccano la mia perorazione posandosi sulle
mie, prima di ritirarsi e replicare su tono sommesso: "Io mi trovo a mio
agio da solo, è vero... ma mi trovo ancora più a mio agio quando sto con te.
Solo se sono in tua compagnia mi sento veramente me stesso, ormai... e ti
ringrazio per aver insistito quella volta, per non esserti arreso di fronte
alla mia maleducazione. Non sono mai riuscito a capire però perché mai tu,
che avresti potuto avere tutti gli amici che volevi, ti fossi fissato tanto
su di me!"
Gli scompiglio leggermente i capelli, rispondendo alla sua
perplessità: "Perché una parte di me ti aveva già riconosciuto, credo..."
Lui pare rimuginare un attimo, prima di riprendere: "Eri il
ragazzo più popolare della classe. Ti scrutavo sempre di nascosto per
cercare di capire cosa mai provocasse la tua allegria, cosa ti inducesse a
sfoggiare costantemente quel sorriso ebete... avrei voluto parlarti,
chiederti quale fosse il tuo colore preferito, quale sport ti sarebbe
piaciuto praticare, se anche tu odiassi la maestra di Giapponese...
cretinate simili!" Ricorda, scuotendo la testa come a commiserazione della
sua superata stupidità.
Mi fissa per un attimo, per poi riprendere: "Eppure non mi
sarei mai fatto avanti. Che te ne saresti fatto, tu, di un amico come me?
Potevi giocare e parlare con chiunque, figurarsi se mi avresti anche solo
considerato! Ed invece... invece... proprio tu iniziasti a cercarmi! Era
veramente surreale... per questo all'inizio ti avevo respinto: credevo
volessi solo prendermi in giro!"
Rimaniamo un attimo in silenzio, mentre io continuo ad
accarezzare la sua gola, la schiena, il petto... sembra che improvvisamente
tutto sia come avrebbe sempre dovuto essere. Credo che sia questa la vera
realtà per noi, ed il nostro precedente legame solo una finzione. E' come se
finora non avessimo fatto altro che prenderci in giro dietro il falso
schermo di un'amicizia... che avrebbe dovuto sempre essere chiamata in altro
modo.
Le voci ora sono più basse, più dolci, quasi sussurranti,
inframmezzate da baci e languide carezze... le rivelazioni hanno un altro
sapore, un nuovo significato... ed io voglio saziarmi delle sue parole.
Vorrei sapere ogni cosa di lui, chiedergli di non tacere fino a domattina e
di raccontarmi tutto, tutto di sé e della sua vita.
Ma la cosa più importante è che ora abbiamo la
consapevolezza, la certezza che ci hanno dato quelle due parole. Non me le
sono sognate, vero? Provo a ripetergliele, a riassaporare il loro
significato fra le mie labbra: "Ti amo, Hiro."
Sento che potrei urlarle al mondo intero. Vorrei farlo...
"Ti amo, Akira..."
E' tutto vero.
"Sai, Aki? In fondo, io devo a te il fatto di essere come
sono. Se non ti avessi conosciuto, se non ti avessi incontrato, se tu non mi
avessi cercato... probabilmente la mia vita sarebbe stata orribile ed io ora
sarei tremendamente triste."
Rabbrividisce leggermente a questo pensiero, stringendosi
addosso a me.
E' per questo che ora sono contento per Kaede.
Io e Koshino ci siamo trovati assai prima di quanto sia
successo fra lui e Sakuragi, ed in fondo me ne dispiace. Forse se lui e
quella scimmia si fossero conosciuti prima, Rukawa avrebbe evitato tanto
inutile dolore, avrebbe imparato assai prima che non è impossibile essere
sereni e, probabilmente, il suo carattere sarebbe stato meno tormentato.
Beh, testa rossa, ora tocca a te recuperare il tempo perso!
Mi auguro che tu sia in grado di compiere l'impresa: portare Kaede alla
felicità. Io lo spero... e francamente penso proprio che tu possa essere
l'unico in grado di farcela.
Sapete una cosa? In questo idilliaco momento c'è un pensiero
che sta continuando a pungolarmi!! Sto morendo di curiosità. Credo che ora
insisterò con lui fino a portarlo all'esasperazione...
"Hiroaki, ti ricordi che ieri sera di avevo fatto una
domanda?!"
Lui si scherma subito: "Guarda che non ho alcuna intenzione
di risponderti, se si tratta di quello che penso!"
Io assumo un'aria da bambino tradito e privato dei suoi
meravigliosi sogni: "Per favore! Avanti, cosa sapeva tuo cugino di
compromettente al punto tale da costringerti a fingere di essere il suo
ragazzo?! Tu non avresti fatto una cosa simile nemmeno se minacciato di
morte! Come ti ha ricattato?"
Lui sbuffa un attimo e poi bofonchia in un sussurro: "Tu..."
"Eh? Cosa hai detto?"
"TU!!! Si era accorto che mi ero innamorato di te!!
Aveva minacciato di dirtelo... ed io non avevo potuto far altro che
acconsentire alle sue richieste e fingere di essere il suo fidanzato. Quindi
è stata tutta colpa tua!! Possibile che tu debba essere la causa di ogni mia
disgrazia?!"
Ma guarda te se deve accusarmi anche di cose che io non
sospettavo affatto! E' incredibile... se lo dice così riesco a sentirmi
quasi in colpa!
Decido di evitare di ribattere, ne va della mia tranquillità
e felicità. Se lui se la prendesse per le mie risposte, mi proibirebbe di
abbracciarlo! Credo proprio che dovrò dargli sempre ragione... desolante
prospettiva!!!
Lo stringo a me ed inizio una lenta opera di seduzione,
ricoprendo il suo viso ed il suo collo di baci, sfiorando la sua pelle con
lievi carezze...
"Akira, io ho fame! Scendiamo a mangiare?"
AAAARRRGGHHH!!!! Così è a questo che porta il sex appeal del
famoso playboy Akira Sendoh? Gli faccio venire fame??!! Riesco ad esercitare
su di lui la stessa attrattiva sessuale che avrebbe un calzino bucato? Me
tapino...
Emetto un gemito sconsolato al pensiero di dovermi
allontanare da questo letto e di dovermi scollare da lui. A quanto pare però
Koshino comprende il mio stato d'animo, perché si affretta ad aggiungere:
"Comunque, torneremo qui subito dopo. Puoi restare a dormire da me (e bada
che ho detto 'da' me, non 'con' me!) se vuoi! Lo sai che i miei genitori
ormai sono separati e che probabilmente mia madre in questo momento si trova
nel confortevole letto del suo facoltoso amante..."
Stringo i denti, percependo la nota di dolore della sua voce.
Mi affretto subito a dire la prima cavolata che mi passa per la mente,
cercando di distrarlo: "Già, non mi sfuggi! Guarda che devi dirmi ancora un
sacco di cose! Ad esempio, qual è la parte del mio corpo che ti piace di
più? Scommetto che si tratta del..."
"Hentai!"
"Ehi! Io non ho detto niente! Maniaco sarai tu, dal momento
che hai pensato subito al mio fondosaugghh!!!!!!!! Doloreeeeeee!!!!!!!!"
Devo risollevare l'appendiabiti che mi ha gettato addosso,
prima di potermi lanciare al suo inseguimento giù per le scale...
Credo che per aver a che fare con quest'indemoniato mi
toccherà fare un corso di esorcismo via corrispondenza!
Continua
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