DISCLAIMERS: date alla Rowling quello che è della Rowling e a Tes quel che è di Tes..

DEDICHE:tutti i riferimenti a Ron/Hermione sono puramente voluti e dedicati interamente a Taty XD, santa donna che mi sopporta… l’Harry/Draco è per Silvia T. che ha fortemente voluto questo seguito J… Ta-daaaaan! E per Amanda J: un bacione immenso, tesora! Spero solo che non vi sentiate male dopo averlo letto O_O’’’…

 

NOTA IMPORTANTE: non ho ancora letto il sesto libro e non so assolutamente nulla su di esso e non voglio sapere nulla su di esso finchè non finisco questa maledetta fic, o potrei rimanerne TROPPO influenzata, e la storia come l’ho creata andrebbe a farsi benedire-_-…

-_- la storia  è nata 2 estati fa mentre aspettavo Seimei  da Spizzico; ci ho lavorato sopra due anni e si prospetta la cosa più lunga e complicata che io abbia mai scritto o immaginato… ora se riesco a scriverla sarebbe una cosa stupenda XD, perciò Harry, Draco, Blocco dello Scrittore: collaborate-_-, vi prego!

 

RINGRAZIAMENTI: Grazie a Ninnichan *_* e Kieran*_* e la Nipo love love *_* di esistere, a Pam e Saku per le risate ,a Crius del suo stupendo commento su SFIDA *_*!

 

RINGRAZIAMENTO SPECIALE: a tutte le persone che stanno commentando VISIONS: grazie mille di cuore (_ _), siete gentilissimi/e !

 

”Buona” lettura!...^^’’’’ spero…


 
 
 
VISIONS

di Tesla

capitolo X di ?

 

***

IL RACCONTO DI LUPIN

 

Harry fa una lunga pausa e poi domanda con voce gelida:

-          Scomparso, hai detto?

-          Sì, padrone- conferma Bellatrix non osando alzare gli occhi verso di lui. - Doveva vedersi con Nott - e il Mangiamorte col capo chino accanto a lei si inchina verso Harry, tremante, - per passargli informazioni. Piton però non si è presentato all'appuntamento. E non sappiamo dove sia.

Nott annuisce col capo alle parole di Bellatrix.

Harry fissa ipnotizzato qualche istante il fuoco di una torcia agganciata accanto alla sua poltrona, e poi le nuvole di fiato condensato che esalano ad ogni respiro i due Mangiamorte nella stanza spoglia e senza finestre; i loro corpi tremano per il gelo intenso, ma Harry no. Non è più abbastanza umano per patire il freddo.

-          Scomparso, hai detto- ripete fra sé e sé. È sorpreso di questo, Piton è stato sempre puntuale nel dare loro informazioni. Non è da lui sparire così, o ignorare la chiamata del Marchio.

Forse gli è capitato qualcosa.

Forse ha tradito.

In entrambi i casi, qualcuno pagherà, perché lui detesta i contrattempi.

Allunga una mano bianca e dalle dita sottili oltre il bracciolo della poltrona e accarezza la testa della sua Nagini. L'enorme serpente sibila compiaciuto.

-          Dov'era l'incontro?- domanda in un sussurro glaciale rivolto a Nott. Nott sussulta.

-          Al Maniero dei Malfoy, mio Signore. Nel Wiltshire. Piton doveva andare a Hogsmeade, e da lì si sarebbe Smaterializzato per arrivare al castello; ma Malfoy mi ha confermato che Piton lì non si è fatto ancora vedere. Non sappiamo neanche se sia arrivato a Hogsmeade; l'unica cosa certa è che ha lasciato quella scuola.

-          E Silente?

-          Neanche loro sanno che fine abbia fatto Piton, padrone- balbetta Bellatrix impaurita. - I nostri informatori a Hogwarts ce lo hanno detto. È come se fosse… scomparso.

-          Mi state dicendo- chiede Harry con voce dolce, smettendo di accarezzare il muso di Nagini- che siete stati così incapaci da perdere di vista un uomo e non riuscire a ritrovarlo?

I due Mangiamorte rimangono in silenzio e con lo sguardo inchiodato sul pavimento; i loro corpi prendono a rabbrividire visibilmente.

Harry osserva il loro tremore con un sorriso mellifluo.

-          Bella, informa Lucius che ho intenzione di vederlo appena avrà finito la sua missione con Rookwood e gli altri. Vai.

Bellatrix scatta in piedi, fa un profondo inchino rivolta ad Harry e corre verso la porta, chiudendosela alle spalle. Gli occhi di Harry si posano su Nott.

-          E ora torniamo a noi due…

Punta la bacchetta contro Nott e sorride.

-          Crucio.

 

Harry si risveglia all'improvviso, le mani schiacciate contro la fronte; la cicatrice è in fiamme, come una linea di lisciva e acqua dipinta sulla pelle. Passano i minuti e piano piano il dolore si placa, e inizia a sentire il russare di Ron e Neville dietro le tende a baldacchino, ignari del suo brusco risveglio. La stanza è ancora nel buio.

Rimane ansante nel letto un altro po', cercando di recuperare il respiro, cercando di ricordare che le sue mani sono ossute e callose, e non sottilissime e bianche.

Non è Voldemort, lui. Solo Harry.

 

(Respira, Harry)

 

Ed Harry respira, e i movimenti singhiozzanti del suo petto rallentano, e via via che riacquista lucidità, gli tornano in mente spezzoni del sogno che ha fatto. Voldemort e Bellatrix parlavano di una sparizione…di Piton, scomparso senza lasciare traccia, e né l'Ordine della Fenice né Voldemort con i suoi Mangiamorte sanno che fine abbia fatto.

 

("Cosa credi, che questo sia un gioco, Potter?")

 

Sirius è morto. Cedric è morto. Draco è in pericolo e Piton ora è svanito. No, non è un gioco, non lo è mai stato. Deve dirlo subito alla McGrannitt e avvertire con lei Silente; racconterà loro tutto quello di cui è a conoscenza… o almeno le cose importanti.

 

(Draco)

 

("Allora può scoprire se hanno almeno intenzione di iniziare Draco, signore")

 

(Solo lui, sin dal principio)

 

Harry si alza, cercando di muoversi il più silenziosamente possibile; si infila vestaglia e pantofole ed esce dalla sala comune, oltrepassando il quadro della Signora Grassa.

 

("Perché dovrei insospettire l'Oscuro Signore e i suoi Mangiamorte per i vaneggiamenti di uno stupido arrogante ragazzino come te?")

 

La sua mano si blocca a metà dal bussare alla porta delle camere della McGrannitt; mosso da un pensiero istintivo, inconscio, ritira il pugno e prosegue lungo il corridoio, fino alla stanza che il preside ha arredato per la sosta temporanea di Lupin. Harry si ferma un attimo e fa un profondo respiro.

Bussa.

 

("Perché non lo farebbe per me")

 

Bussa una seconda volta, temendo che Remus stia ancora dormendo; ma Lupin impiega pochi istanti ad aprire. Indossa un vecchio pigiama logoro che sembra non vedere un letto da giorni, e ha il viso più stanco e tirato che mai; la cicatrice che attraversa l'occhio sinistro è come una vena chiara e pulsante . Tra le dita della mano libera impugna la bacchetta magica.

Quando scorge Harry fermo sulla porta, sul suo viso si dipinge un misto di sorpresa e allarme.

-          Harry, è successo qualcosa?

 

("Lo farebbe per Draco")

 

-          Credo sia successo qualcosa di grave a Piton, professore. L'ho sognato.

 

("Lo hai "VISTO", Potter? Cos'è, vuoi andare a prendere il posto della Cooman, adesso?")

 

Diversamente da Piton, Lupin gli crede subito; sbianca in volto, afferra Harry per un avambraccio e lo trascina con sé giù lungo le scalinate.

-          Dimmi ESATTAMENTE ciò che hai visto, Harry - gli ordina brusco, gli occhi dilatati dall'angoscia. I fili grigi tra i suoi capelli castani gli danno un aspetto antico, quasi fossero più chiari per l'accumulo di polvere depositatasi nei secoli.

Harry gli racconta tutto ciò che ricorda del sogno, di Voldemort, e Bellatrix, e Nott, sforzandosi e concentrandosi così tanto che la cicatrice torna a bruciare. Ignora il dolore e continua a parlare, perché è l'unica cosa utile che può fare al momento, l'unico aiuto che può dare a Lupin… perché prova ancora qualcosa per Piton, e forse quel pensiero inconscio che gli ha bloccato la mano davanti alle camere della McGrannitt non è stato altro che la naturale conseguenza di questa sua realizzazione. Se succedesse qualcosa a Draco, Harry vorrebbe essere il primo a saperlo, fosse anche solo per la consolazione di essere stato il primo a fare qualcosa per la persona che … ama.

Mentre raggiungono l'ingresso dell'ufficio di Silente al secondo piano, oltrepassando il bagno di Mirtilla Malcontenta, non ci sono barrire di inganno che reggano sotto lo sguardo disperato di Lupin. È inutile convincersi del contrario… stupido combattere ancora con i dubbi.

Ama Draco.

Lo ama con ogni centimetro folle e sano del suo cervello e del suo corpo, con ogni parte di "Harry" che può sentire, e provare, e capire cosa significhi essere vivi.

Lo ama.

Lo ama.

Lupin si ferma di colpo davanti ai due gargoyle di guardai all'ingresso, quasi si fosse accorto solo all'ultimo di essere arrivato. Harry incespica sui suoi piedi, preso alla sprovvista, e gli finisce addosso; ma Lupin a malapena se ne accorge; si rivolge alle due statue e pronuncia con voce intasata da una punta di panico la parola d'ordine.

-          Leccalecca al Sangue.

I gargoyle prendono vita, ma non si spostano dall'ingresso.

-          Nessuno può passare al momento. Ordini del preside di Hogwarts.

Lupin alza di scatto la testa, sorpreso.

-          Come? Ma… lasciatemi passare! La parola d'ordine è corretta, ne sono certo… io DEVO parlare con Silente!

-          Ooooh, lui DEVE parlaaaaaaarci- lo canzona maligno uno dei due gargoyle.

-          Ordini diretti e assoluti di Silente- dice l'altro, - nessuno può passare, finchè non lo dice lui.

-          Fatemi passare…- inizia Lupin con tono di minaccia, ma subito si interrompe e alza la bacchetta. Per un attimo, Harry teme che Lupin voglia schiantare le due statue, ma invece di puntare contro di loro, Remus mira allo spazio oltre le loro teste, verso il piccolo scorcio di scale che portano all'ufficio di Silente. Qualcosa schizza dalla sua bacchetta e scompare su per la rampa, così velocemente che Harry ha appena il tempo di scorgere un qualcosa di somigliante ad un uccello argentato. È lo stesso qualcosa che aveva evocato Silente per chiamare Hagrid nel parco due anni prima, quando avevano ritrovato Krum schiantato e il signor Crouch sparito.

"Deve essere così che comunicano tra loro i membri dell'Ordine" intuisce Harry. Tira un sospiro di sollievo quando Lupin appoggia la schiena contro il muro, come in attesa. Sembra aver riacquistato il controllo, ed Harry lo osserva… vede il colorito grigiastro e sudaticcio del suo volto (è quasi luna piena); le rughe che solcano fronte e palpebre; l'aspetto esausto che emana da tutto il corpo; l'occhio sinistro attraversato da una lunga cicatrice verticale, la pupilla ormai cieca e sbiadita, ricordo del suo scontro con Voldemort. Lupin si accorge del suo sguardo addosso, ed incontra con l'unico occhio sano rimastogli quelli verdi di Harry.

-          Cosa c'è?- domanda stanco, ma in tono comunque gentile.

-          Lei è ancora innamorato del professor Piton, vero?- domanda Harry senza riflettere, e Lupin sgrana gli occhi; l'attimo dopo arrossisce per la vergogna.

-          Come sai di me e Severus?- domanda Lupin con voce relativamente calma, anche se parecchio più roca per il nervosismo.

Sarebbe inutile mentire, e anche stupido, e forse, nervoso com'è, non sarebbe neanche in grado di farlo. Perciò Harry gli racconta la verità, gli parla della Visione (e solo di quella) che aveva avuto subito dopo la lettura della Coppa, quando gli aveva stretto la mano in infermeria.

Lupin rimane cupo in viso durante l'intero racconto, ma no per la rabbia. Sembra quasi preoccupazione, la sua.

-          Hai avuto una Visione senza bisogno di concentrazione? Solo… così?

Harry annuisce, senza osare incontrare il suo sguardo.

-          Forse è successo perché eri veramente stanco - tenta Lupin perplesso. - Penso possa accadere; la stanchezza è un ottimo metodo per sgombrare la mente. Ma non avremmo mai dovuto farti Vedere in quelle condizioni.

Fa una pausa.

-          Mi dispiace che tu abbia visto quell'episodio.

Harry non dice nulla, e per lunghi istanti fissa il triangolo di pavimento tra i piedi di Lupin. Poi il suo sguardo risale sul viso prematuramente segnato di Remus; lo vede passarsi una mano tra i capelli ingrigiti e tirare un sospiro frustrato.

"Nessuno dovrebbe soffrire così" considera Harry, "è troppo da sopportare per una persona sola".

La paura di non essere amati, di perdere qualcuno… lui la prova ogni giorno da quando Draco è salito sull'Espresso il giorno prima. Dio, sembrano passati anni. Prova una fitta al cuore, come se qualcuno ne avesse strappato a morsi un pezzo abbondante e avesse lasciato Harry a sanguinare, senza prestargli cure mediche, senza prendersi la briga di lasciargli almeno una Pozione RimpolpaSangue per non morire dissanguato. Lo prosciuga. Lo uccide piano piano.

All'improvviso, il silenzio è invaso dalle mille voci di Draco nella sua testa, ed è troppo da sopportare.

-          Professore?

Lupin porta lo sguardo stanco si di lui.

-          Non sono più un tuo insegnante, Harry. Ma dimmi comunque.

Harry esita un attimo, poi domanda:

-          Lo ama?

Lupin si massaggia gli occhi chiusi con pollice e indice, ed emette uno sbuffo a metà tra divertimento e rassegnazione.

-          Beh, che altro posso fare?- gli risponde.

Harry lo guarda confuso.

-          In che senso?- domanda, e Lupin sorride amaro.

-          Harry, ti sei mai innamorato?

Il viso di Draco gli esplode nella testa, e l'immagine è così nitida che lo assale e gli lascia le forze a malapena necessarie per fare un piccolo cenno col capo in segno affermativo. La ferita aperta nel suo cuore pulsa, e lascia sgorgare altro sangue.

-          E sono persone che meritavano incondizionatamente quel tuo amore?

Harry ripensa a Cho, dai sorrisi dolci e dalla lacrima troppo facile… a Ron, con quel senso di fiducia assoluta che gli ispira e ai suoi modi a volte un po' ottusi e ristretti nel pensare… e a Draco, con la sua tenera insicurezza e la cattiveria di così tanti suoi gesti che non possono essere dimenticati.

 

( "Meritavano incondizionatamente quel tuo amore?")

 

-          No- si sente rispondere Harry, ancora sbalordito dalla facilità con cui riesce a ricordare i particolari della sua vita con Draco, - non sempre.

-          Infatti. Perché nessuno è perfetto. Nessuno è totalmente buono o cattivo. Nessuno merita di essere amato di per sé, perché tutti hanno un lato meschino e uno splendido… un qualcosa che ti porta ad amarli o ad odiarli, che siano buoni o cattivi davanti al mondo, e tu non hai scelta, Harry. E ci sono sentimenti che non puoi cancellare, anche se ti fanno soffrire, e ti fanno star male… lo fai perché VA FATTO, che sia odio o amore; lo fai anche se non sai come si fa, anche se nessuno te lo ha mai insegnato. È… un obbligo.

 

( "È un tradimento così abissale non poter scegliere chi desiderare. Non è razionale. Non ti lascia libero arbitrio ")

 

Lupin sbuffa soffocando un risolino sarcastico.

-          È così strano, Harry. Sei obbligato ad amare, ma non puoi prevedere cosa succede fuori da te stesso; non puoi controllare le altre persone, e non puoi chiedere loro di capire quel che senti, perché è impossibile. Specie se è da tanto che non si innamorano.  Ti ordinano di scegliere qualcun altro, quando in realtà la scelta di amare non ti è mai stata fatta.

Le spalle di Lupin sono curve dalla stanchezza dei ricordi

 

("Ti ordinano di scegliere qualcun altro")

 

-           Chi?- chiede soltanto Harry.

-          Sirius- bisbiglia Lupin stringendosi nelle spalle. - Lui è sempre stato… beh, molto protettivo con me. Credeva che mi autopunissi per il fatto di essere un lupo mannaro, ed era per questo che invece di scegliere "qualcosa di meglio", avevo scelto Severus. - Remus fa una pausa e guarda Harry. - Silente deve averti raccontato dello… scherzo… che Sirius fece a Severus. Quando James gli salvò la vita.

Harry annuisce col capo, la gola serrata da qualcosa che non è né pena né sofferenza, ma solo un infinito senso di solitudine e malinconia.

-          Lo ha fatto per dimostrarmi di che pasta fosse fatto Severus. Secondo lui e James non era alla mia altezza, e io meritavo di meglio. Ma io non volevo il meglio, non lo voglio ancora oggi. Voglio solo lui.

Sospira.

-          C'è stato… un unico bacio tra di noi; sono riuscito a farlo solo una volta… ridicolo.

Sbuffa ancora quasi divertito, come se stesse pensando ad alta voce e Harry non fosse più lì davanti a lui.

-          Una sola volta, è tutto quello che sono riuscito a fare… e immagino che non sia dovuto essere stato neanche un grande spettacolo, visto da un estraneo; nessuno dei due era molto popolare a San Valentino, neanche lontanamente. Però dentro… Dio, quel bacio! Tremavo, e avevo paura di morire, perché stavo così bene; ed ero felice perché avevo visto qualcosa negli occhi di Severus, e lui ricambiava piano il mio bacio, ed era tutto ciò che importava nella mia vita… QUELLA era la cosa più importante. Insieme ad i miei amici.

Una smorfia sulle sue labbra. Rimpianto, ma non rimprovero.

-            Ho detto io stesso a Sirius e James della cosa. Del bacio. Tre giorni dopo c'è stata luna piena, e Sirius ha messo in atto il suo "scherzo", e Severus non ha voluto più avere nulla a che fare con me.  quello stesso anno si è unito ai seguaci di Voldemort ed è diventato Mangiamorte. James diceva che lo era già dall'estate prima. Non so.

Harry lo guarda, infelice.

-          Sia lui che Sirius mi sono stati molto vicini dopo il mio … colloquio… con Severus. Quello che tu hai Visto. Mi ripetevano in continuazione che dovevo andare avanti, scegliere una persona migliore la prossima volta, che fosse Grifondoro, Corvonero, Tassorosso o babbana, maschio o femmina, ma dovevo scegliere qualcuno alla mia altezza. Che col tempo il dolore sarebbe passato. Io stavo male, ma non posso fargliene veramente una colpa… non posso biasimarli, perché loro volevano davvero solo il mio bene, hanno agito nel mio interesse. E se io fossi stato più coraggioso, avrei spiegato cosa ero a Severus da subito. Ma non l'ho fatto.

Si stropiccia ancora gli occhi, stanco.

-          No, stavo male, e loro non potevano comprendere fino in fondo. Il fatto è che giusto o sbagliato che sia, non puoi scegliere chi amare. Scegliere la persona per cui sfideresti la morte… no, Harry, non lo puoi fare mai.

 

("Scegliere la persona per cui sfideresti la morte")

 

("Non puoi cancellarmi dalla tua vita finchè hai anche un solo piccolo dubbio sull'esistenza di questo amore, perché il rischio di perderlo sarebbe tremendo")

 

("No, non lo puoi fare mai")

 

("Credo di amarti, Draco")

 

Lupin finisce di parlare e resta prosciugato con lo sguardo perso nel vuoto, o forse nei ricordi di una vita passata con persone che ormai non sono più vive. Harry si concentra sul suo respiro, la mente intasata dai pensieri, e immagini, e ricordi. Si accarezza nervosamente il braccialetto di Draco al polso, e gradualmente il polso regolarizza i battiti.

Sono ancora persi nei loro pensieri, qualche minuto più tardi,  quando i due gargoyle di guardia all'ingresso saltano da parte, lasciando libero l'accesso alla rampa di scale mobile.

-          Ora il preside può ricevervi- sussurra di malavoglia uno, con tono abbastanza deluso.

Harry impiega un paio di secondi per registrare il fatto, colto alla sprovvista, e si affretta a seguire Lupin su per gli scalini.

 

Silente non è solo nel suo ufficio. La professoressa McGrannitt è in piedi accanto a lui, davanti alla sua scrivania, in vestaglia scozzese e il viso teso. di fronte al grosso armadio, Tonks fa un piccolo cenno di saluto con la testa; ha il lato destro della casacca intriso di sangue, e la stoffa è squarciata all'altezza del fianco; i capelli sono di un arancione acceso, e rappresentano l'unica macchia di colore intorno al viso pallidissimo. Kingsley Shacklebolt è un po' più distante, a meno di un metro da Harry e Lupin; anche lui è ferito, forse in maniera più grave rispetto a Tonks, a giudicare dai grossi tagli sul petto e su una coscia e dall'espressione dolorante sul suo viso scuro e lucido di sudore.

La cosa che sorprende di più Harry è però la presenza di una quinta persona, al centro della stanza, accasciata a terra e con la veste da mago inzuppata di sangue. Harry conosce il suo volto; l'ha già incontrato una volta nell'Ufficio Misteri, solo l'estate prima: Jugson, uno dei Mangiamorte di Voldemort. Kingsleu ha la bacchetta puntata contro di lui, e dallo sguardo vitreo sul volto del Mangiamorte, Harry capisce che l'Auror lo tiene sotto qualche incantesimo.

-          Entrate- dice asciutto Silente. - Remus, ho ricevuto il tuo messaggio.

Ma Lupin non fa segno di averlo udito, non riesce a staccare l'occhio sano dalla figura a terra.

-           Che diavolo sta succedendo qui?

-          Un interrogatorio- risponde Kingsley, e arriccia le labbra a scoprire i denti, in una smorfia che può essere di rabbia o dolore, o forse entrambe.

-          Chiudete la porta- ripete Silente calmo. - PER FAVORE, Remus.

Lentamente, Lupin obbedisce. Harry si sistema spalle al muro, in un angolo, soffocato dalla tensione nella stanza.  Silente, la McGrannitt e i due Auror hanno la bacchetta estratta, ma ad eccezione di quella di Kingsley, puntata contro Jugson, le altre sono tutte abbassate.

La figura accovacciata di Jugson emette un piccolo gemito di dolore; questo sembra risvegliare in qualche modo Lupin.

-          Preside, deve essere successo qualcosa di grave a Severus. È sparito- mormora Lupin. La sua voce roca trema leggermente, ma riesce comunque a tenere sotto controllo il panico, almeno abbastanza per continuare.  - Harry ha sognato…

-          Lo so, Remus; Severus è sparito, e nessuno sa dove sia. Né noi, né Voldemort. Lui- e fa un cenno disgustato verso Jugson- ci ha appena informati di questo.

-          Come lo avete catturato?- chiede Lupin, lo sguardo carico di disprezzo rivolto alla sagoma stesa a terra e gemente. Gli fa eco Kingsley, il cui viso ora è così pallido da sembrare cenere bagnata.

-          Aberforth. Ha mandato un messaggio di avvertimento all'Ordine quando ha visto Jugson e Mulciber entrare camuffati alla Testa di Porco. Stavano cercando qualcosa, o qualcuno, ma non è riuscito a capire cosa. Ho mandato Kingsley e Tonks ad occuparsene.

Kingsley annuisce col capo alle parole di Silente, e il movimento è sufficiente a fargli digrignare i denti dal dolore.  la McGrannitt gli rivolge un'occhiata preoccupata.

-          Ci siamo Materializzati dietro Zonko- racconta Tonk rivolta a Harry e Lupin. - Aberforth ci aveva spiegato più o meno dove li aveva lasciati, ma abbiamo fatto comunque una faticaccia per trovarli, continuavano a spostarsi lungo la città… sembrava quasi si stessero facendo un giro turistico di Hogsmeade… AH!- Si massaggia dolorante la pelle del fianco, vicino alla ferita, e fa una smorfia dolorante. - Erano arrivati quasi alla stazione quando li abbiamo trovati. Mulciber, Jugson ed un altro mago, più basso e magrolino, abbastanza esile. Era coperto da un mantello e ci dava le spalle, così non siamo riusciti a vederlo in faccia. Non abbiamo sentito neanche cosa dicevano, troppo distanti. Chiunque fosse, ha passato loro un foglio di pergamena e si è diretto verso la Foresta Proibita. A questo punto abbiamo avuto paura di perderlo, e li abbiamo attaccati… Beh, Remus- finisce Tonks con un gesto teatrale verso le ferite che lei e Kingsley hanno riportato, - com'è finita lo puoi vedere da te.

-          Almeno avete vinto.

-          Già, almeno questo. C'è stato lo scontro e sono riusciti a scappare. Abbiamo perso di vista il mago col mantello quasi subito. Mulciber ha evitato un mio Schiantesimo ed è riuscito a Smaterializzarsi;  Jugson si è fermato un secondo di troppo a guardare il punto in cui è sparito l'altro, si è fatto prendere dal panico e si è rimesso a correre; ma lo abbiamo acchiappato in fretta.

-          Mossa sconsiderata da fare, con due Auror alle calcagna- riflette stupita la McGrannitt. Harry è della stessa opinione.

-          Forse- dice Silente parlando per la prima volta dopo tanto tempo, - avevano ancora qualcosa da fare a Hogsmeade. O dovevi ancora incontrarti con quel mago? Parla, Mangiamorte!

Jugson, accovacciato a terra, alza appena la testa ferita e gli regala uno sguardo di derisione, e paura, e rabbia.

-          Non riuscirai a sventare i piani dell'Oscuro Signore, vecchio. Morirete tutti, uno per uno, vi colpirà dove siete più deboli, e il mio padrone…

-          Rispondi alla domanda che ti ha fatto, verme! IMPERIO!- ruggisce Kingsley puntando la bacchetta verso il Mangiamorte; ma lo sforzo sembra essere eccessivo, e Kingsley perde le forze.

Accade tutto così in fretta che Harry fatica a seguire la scena. Kingsley si accascia a terra, sfinito, e questo interrompe l'effetto della Maledizione Imperius. Jugson si tuffa in avanti come se non aspettasse altro, strappa la bacchetta dalle mani di Kingsley… si gira verso Harry… alza la bacchetta…

-          STUPEFICIUM!!!- urlano in contemporanea Silente, Lupin e la McGrannitt.

Scintille rosse esplodono nell'aria, ed Harry sente i capelli sulla fronte rizzarsi dalla forza degli incantesimi. Chiude gli occhi.

Quando li riapre, Jugson è steso a terra, morto.

-          Dannazione! Era troppo ferito per reggere tre Schiantesimi- mormora con voce flebile Tonks; il suo viso a cuore è pallidissimo, con solo due pomelli rossi febbricitanti sulle guance. Ha le mani posate sulle spalle di Kingsley, e gli sorregge la schiena per aiutarlo a respirare meglio.

Silente osserva a lungo il cadavere di Jugson, scuro in volto.

-          Albus, cosa facciamo adesso?- domanda la McGrannitt.

-          Dobbiamo cercare Severus!- le risponde Lupin fermo, prima che Silente abbia la possibilità di parlare. - Preside! Dobbiamo farlo! Lei sa che dobbiamo!

-          Lo so benissimo, Remus.  Eppure ci sono altre priorità. Il fatto che Severus sia sparito non indica necessariamente che sia in pericolo. - Fa una pausa e lancia un'occhiata significativa a Lupin con i suoi occhi penetranti. - Ritengo sia più saggio scoprire chi fosse il mago che i Mangiamorte hanno incontrato a Hogsmeade. Se…

-          Perciò… lei ha intenzione di lasciare Severus al suo destino?- sussurra piano Lupin, con un tale… GELO soffocato nella voce da far venire la pelle d'oca ad Harry.

-          Temo sia l'unica cosa da fare, Remus, finchè non scopriamo dove si trova- ribadisce Silente serio in volto.

-          LEI, forse, potrà stare QUI- ringhia Lupin furioso e con la voce intrisa di delusione - a girarsi i pollici...e pensare.  Ma non IO. Io lo vado a CERCARE. - Rivolge un'occhiata al preside, alla McGrannitt turbata, ai due Auror, a Harry… e di nuovo a Silente.  - Da questo momento in poi, le nostre strade si dividono- conclude cupo Lupin, la cicatrice violacea e pulsante dalla determinazione. si volta ed esce dalla stanza; Harry lo sente scendere gli scalini e oltrepassare i gargoyle di guardia.

-          Remus!- lo richiama la McGrannitt,  ma Silente le posa delicatamente una mano sulla spalla per calmarla, e scuote la testa.

-          Deve solo sfogarsi, stare da solo per un po'. Il nervosismo per l'avvicinarsi della luna piena e di questa sparizione deve essere troppo da sopportare. Ma tornerà, ne sono certo.

Harry rimane ad osservare il punto in cui Lupin è scomparso, e si ritrova a non condividere l'ottimismo del preside. Lui non c'era quando Lupin gli ha confessato la sua storia.

 

("Scegliere la persona per cui sfideresti la morte… no, Harry, non puoi farlo mai")

 

Con una morsa di angoscia dolorosa al cuore, Harry riferisce il suo sogno, saluta Silente, Tonk e Kingsley e torna alla Torre di Grifondoro, scortato dalla professoressa McGrannitt; si corica nel suo letto, in silenzio, cercando di non svegliare gli altri. Rimane a fissare il soffitto avvolto nell'oscurità delle tende a baldacchino, perseguitato dal visto furioso di Lupin, quello singhiozzante di Draco in Aula Pozioni e dagli occhi grigi e vacui persi nel buio di un cadavere dentro una cella marcescente.

 

("No, Harry, non puoi farlo mai")

 

(Mai)

 

***

 

^^’’’ siete ancora svegli? Complimenti a chi è arrivato fino a qui ^^’’’’… eventuali critiche costruttive o commenti possono essere fatte all'indirizzo tesla_vampire@yahoo.it ^^, grazie!

 


 

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