DISCLAIMERS: date alla Rowling quello che è della Rowling e a Tes quel che è di Tes..

DEDICHE:tutti i riferimenti a Ron/Hermione sono puramente voluti e dedicati interamente a Taty XD, santa donna che mi sopporta… l’Harry/Draco è per Silvia T. che ha fortemente voluto questo seguito J… Ta-daaaaan! E per Amanda J: un bacione immenso, tesora! Spero solo che non vi sentiate male dopo averlo letto O_O’’’…

 

NOTA IMPORTANTE: non ho ancora letto il sesto libro e non so assolutamente nulla su di esso e non voglio sapere nulla su di esso finchè non finisco questa maledetta fic, o potrei rimanerne TROPPO influenzata, e la storia come l’ho creata andrebbe a farsi benedire-_-…

-_- la storia  è nata 2 estati fa mentre aspettavo Seimei  da Spizzico; ci ho lavorato sopra due anni e si prospetta la cosa più lunga e complicata che io abbia mai scritto o immaginato… ora se riesco a scriverla sarebbe una cosa stupenda XD, perciò Harry, Draco, Blocco dello Scrittore: collaborate-_-, vi prego!

 

RINGRAZIAMENTI: Grazie a Ninnichan *_* e Kieran*_* e la Nipo love love *_* di esistere, a Pam e Saku per le risate ,a Crius del suo stupendo commento su SFIDA *_*!

 

RINGRAZIAMENTO SPECIALE: a tutte le persone che stanno commentando VISIONS: grazie mille di cuore (_ _), siete gentilissimi/e !

 

”buona” lettura!...^^’’’’ spero…


 
 
 
VISIONS

di Tesla

capitolo IX di ?

 

***

CODARDIA

 

Odia Piton.

Lo odia per la punizione che lo ha costretto a fare sotto minaccia di ritorsioni verso Ron ed Hermione. Lo odia per i cinque anni e mezzo di angherie subite in aula Pozioni. Lo odia per quello che ha fatto a Sirius. Lo odia per quello che ha fatto a Lupin.

Ma tutto l'odio che Harry prova non è nulla in confronto al terrore che ora lo ha invaso. Se quello che ha visto è veramente il destino di Draco, lui, Harry, farà di tutto per cambiarlo. Salverà Draco; non lo lascerà morire.

È per questo che ha lasciato la luce e il calore della sala comune dei Grifondoro, ancora in festa per la vittoria nella partita di Quidditch, è entrato nell'ufficio di Piton senza neanche bussare e adesso è fermo in piedi davanti alla sua scrivania. Piton alza la testa e stringe gli occhietti neri carichi di disgusto alla vista di Harry.

-          Venti punti in meno a Grifondoro per essere entrato in questo modo, Potter. E ora vattene- sibila gelido riportando l'attenzione sul fascio di pergamene che tiene tra le dita magre.

Harry stringe i pugni e serra la mascella, inghiottendo indietro una scarica di insulti.

-          Non ho bussato perché non mi avrebbe fatto entrare, e io le devo parlare.

-          Allora forse è arrivato il momento di imparare che non tutto è dovuto, neanche alle …"celebrità"… come te, Potter. E ora, fuori dal mio ufficio. SUBITO, Potter.

"Per Draco. È per Draco che fai tutto questo. Coraggio!"

-          Non posso, signore, le devo parlare. È IMPORTANTE- aggiunge in fretta prima che Piton lo cacci annoiato. Il cuore gli batte così forte nel petto che Harry si trattiene a stento dal portarsi la mano sul torace, nel tentativo di rallentarlo. Fa male. È terrorizzato.

"Ti prego, fa' che mi sia inventato tutto. Ti prego. Ti prego!"

 

(Draco)

 

-          Certo, lo supponevo. E non oso immaginare quale possa essere la nuova avventura degna delle attenzioni di Potter e dei suoi allegri compagni- replica sprezzante Piton con un sorrisetto maligno.

Harry lo ignora, raccoglie tutto l'autocontrollo di cui dispone per non far tremare troppo la voce e bisbiglia:

-          Ho Visto Draco Malfoy morire ad Azkaban.

Il ghigno beffardo sul viso di Piton svanisce in un istante.

-          Che cosa hai detto, Potter?- domanda lentamente. La sua attenzione ora è interamente rivolta ad Harry. La pelle del suo volto è pallida come formaggio rancido, e Harry scorge per la prima volta linee seghettate di rughe e macchie incise sulla fronte e agli angoli degli occhi del suo professore di Pozioni. Vecchio, ecco come sembra all'improvviso. E stanco.

Harry deglutisce, il cuore gli batte forte.

-          Ho visto Draco… morto in una cella. Ad Azkaban.

-          Come?

-          N-non so di preciso, ho visto solo il suo… il suo corpo, era a terra.

Vorrebbe essere in grado di descrivere di più; vorrebbe far capire a Piton quanto potessero essere vuoti e spenti i suoi occhi grigi, senza più luce; quanto emaciato e livido il suo viso; quanto fosse nera e tumefatta la pelle delle palpebre, come colorata con un pezzo di carbone farinoso.

"Draco morirà" pensa ancora, e riesce a stento a trattenersi dall'urlare a Piton di sbrigarsi, muoversi, perché non possono restare fermi lì mentre Azkaban e i Dissennatori si avvicinano a Malfoy un passo in più ogni secondo.

Piton lo interrompe ancora. 

-          Non hai capito, Potter, ti ho chiesto "come" lo hai visto. Vieni qui sbraitando che Draco è morto, ma deve essersi dato notevolmente da fare - sibila, e la sua voce si impregna nuovamente di sarcasmo, - per riuscire ad arrivare ad Azkaban qui dal castello, chiudersi in una cella e morirci, dato che la partita di Quidditch- e qui un muscolo pulsa in modo sgradevole sulla sua fronte-  è finita da poco meno di mezz'ora.

 

(Mezz'ora dalla partita… e forse per lui circa dieci minuti senza vedere Draco. Davvero è passato così poco tempo? )

 

Harry serra i denti, furioso. Perché Piton non vuole capire?

 

(O magari fa finta, Harry)

 

-          Signore- dice, e la voce gli trema così violentemente dalla rabbia e dall'angoscia che deve fermarsi un attimo, fare un lungo sospiro  per calmarsi almeno un minimo, e riprendere.- Io l'ho Visto veramente. Era MORTO. Era coperto di sangue e di ferite, e il suo petto… e lui… lui non respirava. Non me lo sto inventando, io l'ho Visto. L'ho… l'ho sognato- aggiunge mentendo, e non sa bene perché.

Piton sa certamente se la Remnomanzia è in grado di far vedere il futuro, ma Harry non sa proprio come reagirebbe sapendo QUANDO ha avuto la visione. O cosa ha fatto lui con Draco, ancora .

O per la  prima volta.

Sesso.

Amore.

 

(Cos'è stato, Harry?)

 

-          Lo hai "sognato", Potter?

-          Non capisce! Io l'ho Visto  morto, ed era lì nella…

-          Lo "HAI VISTO"? Cos'è, Potter, vuoi andare a prendere il posto della Cooman?!? Fai la tua domanda per l'incarico al preside, forse ti riesce il colpo, tanto prendono cani e porci per quel posto!

Il viso di Harry si infiamma e serra i pugni; sente le unghie affondare appena nella pelle callosa del palmo, e le dita tremare. Tutto il suo corpo trema.

-          Allora può scoprire se hanno almeno intenzione di iniziare Draco come Mangiamorte, "signore".

-          Cosa credi, che questo sia un gioco, Potter? La mia missione è segreta e importantissima, e faccio capo a Silente stesso. Perché dovrei insospettire l'Oscuro Signore o i suoi Mangiamorte per i vaneggiamenti di uno stupido e arrogante ragazzino come te?

-          Perché non lo farebbe per me- mormora Harry fissandolo negli occhi. - Lo farebbe per Draco.

E per quelle parole, o forse per il modo in cui pronuncia il nome di Malfoy, con un misto di tenerezza e angoscia, Piton si zittisce di colpo, dilata appena le pupille e lo osserva con attenzione per alcuni lunghi istanti.

-          Vedrò di informarmi con cautela- dice infine Piton, ed una piccola bolla di felicità e speranza si gonfia nel cuore di Harry. - Ma è chiaro che non verrò a riferirti le mie scoperte, Potter. Io lavoro solo per l'Ordine, non faccio l’investigatore privato.

Se questo era un tentativo di abbatterlo, fallisce; per Harry è già sufficiente che Piton scopra se Draco è in pericolo o se è in procinto di ricevere il Marchio. Se il rischio c'è, il professore si rivolgerà a Silente, ne è certo; tiene troppo a Draco.

- Ora vattene, Potter- lo caccia  riacquistando il tono gelido; e facendo un inchino col capo, Harry  esce di corsa dall'ufficio, prima che Piton ci ripensi e tolga altri punti ai Grifondoro.

 

Passa una settimana, ed Harry vorrebbe come non mai che Voldemort gli avesse passato la sua abilità di Occlumante invece che quella di parlare il Serpentese, perché Piton non dà veramente l'impressione di voler informare Harry su sue eventuali scoperte, o anche solo fargli sapere se ce ne sono state. Tutto quello che può fare Harry è passare le ore di Pozioni a fissare Draco, e le ore in cui non ha Malfoy davanti agli occhi a fissare Piton, e quelle in cui non ha nessuno dei due a fissare il vuoto.

"Forse non ha scoperto ancora nulla" continua a ripetersi, "o forse sa che non inizieranno Draco, e pensa che sia divertente vedermi soffrire". Se lo ripete ancora, e ancora, e ancora.

Salveranno Draco.

Salverà Draco.

Non dubita mai di questo, neanche quando incrocia lo sguardo con Malfoy, ognuno seduto al tavolo della rispettiva Casa in Sala Grande, e dopo appena pochi attimi Draco rompe il contatto visivo e riporta bruscamente l'attenzione sul suo piatto.

Non sono più riusciti a parlare dall'episodio della rimessa, ed Harry li sogna di notte, quei momenti, o ad occhi aperti, durante le lezioni… le loro labbra in contatto, le loro lingue che spingevano l'una contro l'altra, ruvide e bagnate, e scivolavano, e leccavano, e inumidivano strisce di pelle che l'aria bollente dei loro fiati ansanti scaldava… le dita delle mani intrecciate, ossute e magre, callose da anni di Quidditch… il rumore della stoffa della divisa da Quidditch che si lacerava… Draco che mormorava il nome di Harry, mentre Harry affondava in lui, e ansimava, e gli artigliava le scapole da sopra la divisa…

… Draco morto, e i suoi occhi ciechi, persi nel buio.

Quando non era impegnata a litigare furiosamente con Ron sulla pericolosità del Quidditch, ha sorpreso un paio di volte Hermione ad osservarlo, quasi… studiarlo. Ha intuito qualcosa? Molto probabile, è intelligente; ma se abbia capito CHI sia la persona a cui Harry pensa, questo proprio non lo sa. Hermione, di suo, non accenna mai alla cosa, anche perché non sono riusciti quasi mai a parlare dal giorno della partita contro i Serpeverde: Ron attacca ad urlare subito contro di lei appena la incontra, ed Harry finisce nel dimenticatoio della mente di entrambi.

Ma lei lo studia, e non dice nulla. Forse rispetta i sentimenti di Harry. Forse aspetta che sia Harry a venire da lei per primo, per confidarsi.

Forse.

Forse.

Harry lascia che Hermione lo guardi, che se lo studi. Non gli importa.

Nel suo cuore, nella sua mente, c'è solo Draco.

 

Arrivano le vacanze di Pasqua, e arriva anche il momento in cui lui e Draco si ritrovano.

Harry è in biblioteca, nascosto dietro la libreria del Reparto "Storia della Magia", alla ricerca del primo volume di "Considerazioni sulle innovazioni e scoperte nell'alchimia dal VII al decimo X" per il tema di Ruff. Cammina all'indietro lentamente, la testa china di lato per leggere i titoli dei libri, scorrendo le copertine con la punta dell'indice; quando alza lo sguardo, ad un certo punto, scopre un paio di occhi grigi che lo guardano dal retro dello scaffale, nello spiraglio tra "Manuale di stregoneria babbana del XV secolo" e "Atlante dei roghi delle Streghe". Non può vedere che quei pochi centimetri del suo viso, la pelle pallida, le sopracciglia sottili, le iridi color nuvola, la radice del naso.

 

(Draco)

 

Il respiro di Harry si blocca, come se una mano impalpabile gli fosse entrata nel torace e avesse afferrato con forza i suoi polmoni.

E c'è una cosa che lo colpisce all'improvviso, qualcosa a cui non aveva mai fatto caso: la luminosità degli occhi di Malfoy.  Sono sempre brillati per qualcosa che li animava, che fosse perfidia, cattiveria, sarcasmo o desiderio

 

(O altro, Harry, perché non lo ammetti?);

 

conosce a memoria la posizione di ogni pagliuzza delle sue iridi, e ha osservato la curvatura delle ciglia e le ombre che gettano sulle palpebre quando Draco le abbassa, esausto. Che siano in preda all'ira o persi nel piacere, quegli occhi sono stati sempre pieni di una luce interna, e intensamente belli, a loro modo.

Forse è per questo che la visione di Draco ad Azkaban lo ha colmato di un terrore glaciale. Perché se quella luce sparisse, lui, Harry… sarebbe perduto.

 

("Credo di amarti, Draco")

 

(Perché ti amo, Harry)

 

(di amarti)

 

Credere di amarlo…

… davanti a quello scorcio sottile del viso di Draco, tra l'orlo delle copertine dei libri e il legno scuro degli scaffali, inizia ad essere più che un semplice dubbio.

 

(amarti)

 

(Draco)

 

"Non permetterò che ti prendano".

Senza mai distogliere lo sguardo da quello di Malfoy, Harry costeggia la libreria camminando all'indietro e svolta l'angolo; Draco è immobile, ancora girato; solo la testa è voltata verso Harry.

Parecchi metri più in là, nascosti da una serie di librerie, Harry sente la voce di Madama Pince richiamare degli studenti che si sono avvicinati un po' troppo al Reparto Proibito, e un ragazzino esclamare: "Impossibile! Vedrai: i Cannoni di Chudley vinceranno!"; ma presto tutti si zittiranno, teme Harry, perché ora il suo cuore batte così violentemente da poter essere quasi udibile.

Harry avanza piano verso Malfoy, le suole delle scarpe scricchiolano appena sul pavimento di pietra. Draco si gira ad affrontarlo; il suo viso è pallido, ad eccezione di un leggero colorito roseo sulle guance. Si mordicchia il labbro inferiore con i denti e sbatte più volte le palpebre, ma non distoglie mai lo sguardo da Harry.

Per lunghi istanti nessuno dei due si muove. Poi, stanco di questa tregua, Draco sporge il mento in fuori come in segno di sfida… e per un folle attimo, Harry è invaso dalla paura.

Non che possa fargli del male, non che possa morire ad Azkaban.

È il terrore di perdersi in lui… nella sua pelle… tra i suoi capelli… sulle sue labbra.

 

(Avevi mai sentito qualcosa del genere con Ron o Cho? Qualcosa che anche solo si avvicinasse all'emozione che ora provi?)

 

Draco si muove per primo, si avvicina piano a lui; Harry si scopre ad aprire e chiudere i pugni, le mani abbandonate lungo i fianchi. Deglutisce, e si sforza di calmarsi.

Il mento di Malfoy è ancora spinto in fuori, sembra voler dire "prendo io il comando ora". Harry accetta in silenzio, quasi con gratitudine; ha la mente così paralizzata che dubita riuscirebbe a fare qualcosa che non sia rimanere lì ad osservarlo, o scappare ululando fuori dalla biblioteca agitando in aria le braccia. Le sue mani hanno tremato sempre così tanto quando Draco si trovava vicino a lui come adesso? Il cuore così rapido da strappargli il respiro dai polmoni?

Socchiude le labbra per cercare di ingurgitare aria pulita; Draco lo prende come un invito, o forse approfitta semplicemente di quest'attimo in cui Harry abbassa la guardia

 

(teme che tu lo respinga?),

 

allunga il viso e lo bacia… ed Harry può sentire la pelle bollente di Draco contro la sua, le ciglia che si sfiorano, i loro aliti che si mischiano e le lingue che si massaggiano, scivolose di saliva. Si accorge sgomento che le gambe gli tremano e sono come intorpidite, e il cuore batte rapido, e più rapido, e più rapido ancora. Nulla è cambiato FISICAMENTE  in loro due dalla notte in cui ha accettato la sfida di Draco raggiungendolo sotto la doccia. Perché allora ora prova qualcosa di così intenso, al centro del petto?

Le labbra di Draco sono impacciate e fredde, si schiacciano contro quelle di Harry con irruenza; muove la lingua in modo goffo, fa aderire il corpo di Harry al suo. Affonda una mano tra i suoi capelli neri e scompigliati sulla nuca mentre con l'altra stringe una manciata di manica sopra il bicipite, e sospira… sospira.

Che strano, pensa Harry. Aveva avuto bisogno di fantasticare su Ron per fare sesso con Malfoy, la prima volta; ora prova una tenerezza infinita, ed affetto, ed eccitazione, e non vuole altro, Dio… non vuole altro.

Baciare Draco. Questo gli basta.

-          Non partire, Malfoy- bisbiglia Harry quando si staccano per recuperare un po' di respiro.

Draco dilata gli occhi e si allontana un altro po'. Ed Harry riesce chiaramente a vedere la confusione sul suo viso roseo.

-          Non tornare a casa per le vacanze- mormora ancora, riacquistando un po' di lucidità ora che Draco è a distanza di sicurezza da lui, e pienamente conscio dello spazio che li divide. Si sente le labbra gonfie e doloranti per tutti i baci che si sono dati.

 

(Credo di amarti, Draco)

 

Una fitta al cuore. "Non permetterò che tu muoia, non finché avrà vita!"

 

(Credo di amarti veramente)

 

Draco lo fissa a lungo, poi fa un passo indietro, e poi un altro. Distoglie lo sguardo da Potter e sul suo volto si dipinge un'espressione mista di riluttanza, e incertezza, e titubanza, come se Harry gli avesse appena chiesto qualcosa al di fuori delle sue possibilità. Ancora un passo indietro, e ormai è visibile da Madama Pince e dagli altri studenti, senza più la copertura degli scaffali. Sa che Harry non farà scenate davanti a loro e non lo inseguirà subito. La gente potrebbe iniziare a fare domande, a chiedersi come ha passato il tempo  il celebre Harry Potter con il suo acerrimo nemico, e perché le loro labbra sono tumide e rosse.

Così Harry lo osserva prendere la sua borsa da uno dei tavoli ed uscire frettolosamente dalla Biblioteca.

 

("Non partire, Malfoy. Non tornare a casa per le vacanze")

 

Draco non gli ha detto nulla e ha preferito la fuga… beh, in un certo senso la sua risposta l'ha data. Ma Harry non si butta giù. L'Espresso per Hogwarts partirà solo l'indomani, alla fine del pranzo, e c'è ancora una lezione di Pozioni in comune. Riuscirà a fargli cambiare idea per allora.

Deve.

 

Quando il giorno dopo scende in Sala Grande per fare colazione, è sufficiente un'occhiata ai visi degli insegnanti tesi e cupi per capire che qualcosa non va. La McGrannitt è china a parlare fitto fitto con Silente e Hagrid mangia giù le sue salsicce con aria turbata; l'espressione dipinta sul volto di Lupin è a dir poco angosciata, ed Harry si affretta a raggiungere Ron e Ginny .

-          È successo qualcosa? - mormora Harry nervoso, cercando di non farsi sentire da Calì e Lavanda nella panca accanto a lui. Ginny scuote la testa accigliata e inghiotte un sorso di succo d'arancia.

-          Non lo sappiamo; quando siamo scesi era già così preoccupati.

"Preoccupati", pensa Harry, è un eufemismo: ogni muscolo del corpo dei suoi insegnanti sembra teso come una vecchia bacchetta rinsecchita sul punto di spaccarsi; in particolare quelli dei membri dell'Ordine… Hagrid… Silente… la McGrannitt… Lupin…

Harry dà una seconda occhiata più attenta al tavolo degli insegnanti, in cerca della faccia filacciosa e giallastra del suo professore di Pozioni, ma non la vede da nessuna parte.

 

("Cosa credi, che questo sia un gioco, Potter?")

 

-          Dov'è Piton?- domanda Harry trattenendo improvvisamente il respiro.

"Non essere stupido, non pensare subito al peggio!"

-          Boh!- dice Ron, con un tono così burbero che Harry capisce che ancora non ha fatto pace con Hermione. - Nessuno lo ha visto in giro, stamattina, e c'era un cartello in bacheca, su in sala comune. Diceva che la lezione di oggi di Pozioni è stata annullata.

 

("La mia missione è segreta e importantissima")

 

-          Dovevate sentire Hermione quando lo ha visto- aggiunge con una smorfia Ginny. - "Mancano solo due mesi agli esami e l'anno prossimo abbiamo i M.A.G.O.! Come pensano potremo arrivare preparati se saltiamo lezioni importantissime?"

-          Per quanto mi riguarda, una lezione di Pozioni persa equivale a due ore di felicità guadagnate!- borbotta Ron di malumore. - E poi lascia perdere quella e pensa a studiare, che tu hai i G.U.F.O. tra poco…

-          Ah, senti chi parla! Perché tu ti ammazzi di studio, eh? E poi lasciala stare, Hermione, non fare la piaga.

-          CHE COSA?

-          Pensate che sia successo qualcosa a Piton durante… beh, un lavoro per l'Ordine?- li interrompe Harry in un bisbiglio.

 

("Perché dovrei insospettire l'Oscuro Signore o i suoi Mangiamorte")

 

-          Figurati!- esclama Ron emettendo un piccolo rutto e accarezzandosi amorevolmente lo stomaco pieno. - Probabile che si sia guardato allo specchio per sbaglio e gli sia venuto un attacco di cacarella.

-          Che maturo, Ron- commenta Ginny sarcastica.

-          Senti, tu…

Riprendono a battibeccare sottovoce, ed Harry è finalmente libero di ignorarli completamente e osservare i volti cupi degli insegnanti. Il suo sguardo si posa sul viso angosciato di Lupin.

"Lui lo amava" ricorda Harry, anche se davanti a quel viso si domanda se quei sentimenti non siano sopravvissuti sino ad ora.

Temere per la vita della persona che desideri… o ami. Harry comprende fin troppo bene cosa sta provando Lupin.

Nel fioco mormorio della Sala Grande, come un pensiero evocato dalla sua mente, lo raggiunge la voce mielosa di Pansy Parkinson dal tavolo dei Serpeverde.

-          Oh, Draco, non c'è bisogno che tua madre ti venga a prendere alla stazione! Mio padre ha chiesto così tanto di te… potremmo accompagnarti noi a casa.

-          Non posso, mia madre è già a Londra. Torniamo al castello appena arrivo a King's Cross.

"Va a casa" pensa Harry nel panico,  e le rivede nella mente, le sue paure… Draco morto in una cella marcescente, e i suoi occhi vacui e spenti, e il suo petto immobile,  e il sangue coagulato sulle nocche delle dita…

Manca poco alla partenza dell'Espresso, pensa freddo Harry stringendo con forza il cucchiaio per calmare il tremore alla mano. Poco tempo. Dovrà farselo bastare.

Continua a tenere d'occhio Draco durante l'intera colazione. Quando Malfoy si alza e si dirige verso l'uscita, facendo cenno a Tiger e Goyle di restare, Harry si alza a sua volta e lo segue con l'aria più vaga ed innocente che riesce ad avere. Ron e Ginny continuano a sibilare tra loro, e solo mentre Harry passa la porta che sente Ron richiamarlo. Ma Harry non si gira, non si ferma. Deve parlare con Draco, solo questo importa.

"Non ti lascerò morire".

Malfoy ha quasi raggiunto le scale per i sotterranei; Harry affretta il passo e lo raggiunge. Il cuore batte tanto forte da riempirgli il torace di lividi.

-          Malfoy!

Draco si ferma di scatto, si irrigidisce. Ha un piede sul primo scalino, ed è ad appena due metri da Harry. Lentamente si volta, ed Harry nota che porta di nuovo le mani

 

(Erano sporche di sangue nella tua Visione)

 

infilate nelle tasche; il viso è molto pallido, quasi cereo.

-          Che diavolo vuoi, Potter?- ringhia aggressivo, lanciando occhiate nervose alla Sala Grande. Ha il mento in fuori in segno di sfida mordicchiandosi il labbro inferiore, ed ostenta un'aria sicura di sè credibile quanto una chioma bionda in testa ad uno Schiopodo Sparacoda.

-          Torni a casa?- domanda Harry, e il senso di angoscia va sostituendosi ad un altro… rabbia, perché Malfoy si dimostra il solito idiota, non disposto ad ascoltare.

-          Sono affari miei, Potter!

-          No, ti sbagli, Draco, sono affari anche miei ora -. Lo ha detto senza pensarci, e gli occhi di Draco si dilatano leggermente. Si umetta le labbra, nervoso, poi distoglie lo sguardo.

-          Torno a casa.

-          Perché?- sputa incredulo e furioso Harry strattonandolo per un braccio. Stupido… cocciuto… idiota di un Malfoy. Oh, se solo potesse far vedere a Draco ciò che ha visto… se solo potesse mostrargli che futuro lo attende…

-          Lasciami stare, Potter!- si lamenta Draco infastidito cercando di liberarsi; ma Harry stringe la presa e non lo lascia andare.

-          No, devi dirmi il perché, prima!

-          Lasciami!

-          Voglio la verità!

-          LASCIAMI!!!

Draco lo spintona con forza, mandandolo a sbattere con le scapole contro il muro; dall'elmo di una delle armature stregate si alza una risatina di derisione.

Harry e Draco rimangono a fissarsi immobili, scuri in viso… Harry recuperando fiato con le spalle appoggiate alla parete, il viso rosso e accartocciato dalla rabbia; Malfoy pallido come la morte, i capelli biondi scompigliati che gli ricadono in ciocche sul viso. Si massaggia con cura il punto in cui Harry lo ha stretto.

Passi nell'ingresso, verso di loro; Harry si gira, e scorge Ron e Ginny raggiungerlo.

-          Ehi, Harry, dove diavolo sei… - inizia Ron , ma si blocca appena vede Draco. Estrae fulmineo la bacchetta e gliela punta contro.

-          Che avevi intenzione di fare, Malfoy?

Draco ghigna.

-          Io e Potter stavamo parlando, stupido idiota. Secondo te cosa possono fare due persone che stanno in piedi uno davanti all'altro  e usano la bocca?

A dire il vero, ad Harry vengono in mente subito alcune varianti, alcune di queste molto poco caste, e gli viene da ridere perché la situazione gli sembra assurda; fa per parlare, ma Ron lo interrompe nuovamente. La mano che regge la bacchetta puntata contro Draco tremola leggermente, e il viso di Malfoy perde quel poco di colore che ha.

-          Ron… - tenta Ginny.

-          Meriteresti di morire per tutto ciò che hai fatto a Hermione e ad Harry. E a me.

-          Il sentimento è ricambiato, Weasley- mormora a denti stretti Draco, ma c'è paura nel suo sguardo. Si umetta ancora le labbra.

-          Ron… - prova ancora Ginny, ma lui non pare sentirla.

-          Cosa volevi fare ad Harry?

-          Nulla.

-          BUGIARDO!

-          Se vuoi accusarmi di colpe che non ho, fai pure, Weasley. Ma sono innocente- scandisce piano Draco indietreggiando di un passo, non perdendo mai di vista la punta della bacchetta di Ron.

-          Ovvio- sbotta sarcastico Ron con uno sguardo di disprezzo, - "Innocente"… Ma sai qual è il guaio, Malfoy? Sappiamo di che pasta sei fatto, e se solo gli stronzi volassero, gli Elfi Domestici dovrebbero darti da mangiare con la fionda.

Draco arrossisce e guarda Ron con odio intenso. Prima che entrambi abbiano il tempo di parlare e peggiorare la situazione, Harry prende delicatamente la bacchetta di Ron e la punta a terra.

-          Basta così Ron. Stavamo solo parlando, è la verità.

Ron batte le palpebre, confuso.

-          Harry, tu…

-          Vi raggiungo tra pochissimo, finisco subito. Per favore.

Ron fa uno sbuffo divertito, ma non c'è traccia di ilarità nel suo eco; scuote la testa e se ne va, con Ginny a fianco.

Harry lo segue con lo sguardo fino all'ultimo, mentre l’amico si allontana, sale le scale, scompare dalla sua vista.   Quando si volta, Draco lo sta osservando deluso, e rassegnato.

-          Non puoi rimanere indeciso per sempre, Harry- mormora. Incrocia i suoi occhi, ancora; poi si volta e si incammina verso i sotterranei.

Harry rimane qualche secondo paralizzato, incredulo per quelle parole, ma sono secondi che non può permettersi: gli altri studenti in Sala Grande hanno terminato la colazione ed iniziano ad uscire, diretti a gruppi nelle rispettive sale comuni. Harry attende ancora qualche attimo, poi si unisce a Calì e Lavanda verso la Torre di Grifondoro, muovendosi meccanicamente, lo sguardo perso nel vuoto.

Sa che la prossima volta che Malfoy uscirà dai sotterranei, sarà per andare all'Espresso, e sarà talmente circondato dagli altri Serpeverde che sarebbe già un'impresa attirare anche solo la sua attenzione.

Draco tornerà a casa.

Harry ha avuto la sua possibilità, e ha fallito.

 

(Perché hai esitato, quando ti ha voltato le spalle? Perché hai così tanta paura?)

 

("Non puoi rimanere indeciso per sempre, Harry ")

 

Buffo che abbia detto così, perché Harry non si è mai sentito così sicuro nei suoi sentimenti; che sia amore o desiderio, questa è la cosa più intensa che lui abbia mai provato. Non vuole perderla.

Una morsa nel petto, il cuore sanguina.

Non vuole perderla.

Ritrova Ron e Ginny su in sala comune, seduti in due poltrone spellate davanti al camino; Ginny studia teoria di Incantesimi con Grattastinchi acciambellato sulle cosce; Ron ha il tema per Ruff da finire in una mano e una penna che gocciola inchiostro sul pavimento nell'altra, ma osserva le fiamme, distratto, già preso dal pensiero ozioso delle vacanze di Pasqua. Harry sale in dormitorio a prendere i libri per studiare e sul comodino, appoggiato scompostamente, c'è il bracciale di Draco. Non è riuscito a restituirglielo. Ha fallito anche in questo.

Si avvicina al comodino e prende il braccialetto tra le mani. Non ha nessuna Visione, sente solo il freddo dell'argento contro il palmo e gli anelli dentellati delle catenelle sulle dita.

Il bracciale di Draco.

Improvvisamente, non sa perché, gli viene una gran voglia di piangere.

Si morde l'interno della guancia e cerca di ricacciare indietro le lacrime, non serve a nulla piangere, ormai. Invece, senza pensarci troppo su, indossa il braccialetto e lo accarezza piano con i polpastrelli, e ricorda quanto era bello Draco con quella catenella al polso, e come lo è anche adesso senza.

-          Merda- bisbiglia Harry tremolante, alzando la mano e sfregandosi via le lacrime dalle guance con il palmo della mano.

Le lacrime non avvertono quando arrivano. Non accettano l'ordine di andarsene. Alle volte, l'unica cosa da fare è lasciarle scorrere.

E nel dormitorio deserto, Harry piange.

 

***

 

^^’’’ siete ancora svegli? Complimenti a chi è arrivato fino a qui ^^’’’’… eventuali critiche costruttive o commenti possono essere fatte all'indirizzo tesla_vampire@yahoo.it ^^, grazie!

 


 

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