DISCLAIMERS: date alla Rowling quello che è della Rowling e a Tes quel che è di Tes..

DEDICHE:tutti i riferimenti a Ron/Hermione sono puramente voluti e dedicati interamente a Taty XD, santa donna che mi sopporta… l’Harry/Draco è per Silvia T. che ha fortemente voluto questo seguito J… Ta-daaaaan! E per Amanda J: un bacione immenso, tesora! Spero solo che non vi sentiate male dopo averlo letto O_O’’’…

 

NOTA IMPORTANTE: non ho ancora letto il sesto libro e non so assolutamente nulla su di esso e non voglio sapere nulla su di esso finchè non finisco questa maledetta fic, o potrei rimanerne TROPPO influenzata, e la storia come l’ho creata andrebbe a farsi benedire-_-…

-_- la storia  è nata 2 estati fa mentre aspettavo Seimei  da Spizzico; ci ho lavorato sopra due anni e si prospetta la cosa più lunga e complicata che io abbia mai scritto o immaginato… ora se riesco a scriverla sarebbe una cosa stupenda XD, perciò Harry, Draco, Blocco dello Scrittore: collaborate-_-, vi prego!

 

RINGRAZIAMENTI: Grazie a Ninnichan *_* e Kieran*_* e la Nipo love love *_* di esistere, a Pam e Saku per le risate ,a Crius del suo stupendo commento su SFIDA *_*!

 

RINGRAZIAMENTO SPECIALE: a tutte le persone che stanno commentando VISIONS: grazie mille di cuore (_ _), siete gentilissimi/e !

 

”buona” lettura!...^^’’’’ spero…


 
 
 
VISIONS

di Tesla

capitolo VIII di ?

 

***

QUIDDITCH

 

Quando apre gli occhi il giorno dopo è quasi l'alba.

Mancano ancora diverse ore alla partita di Quidditch, ma Harry si rende presto conto che è inutile provare a tornare a dormire, la mente troppo agitata e confusa, INTASATA da pensieri, e dubbi, e domande.

Cos'era quell'incubo ad occhi aperti che aveva visto mentre litigava con Draco? Possibile fosse una visione data dalla Remnomanzia? Lupin però aveva detto che la Remnomanzia permetteva solo l'accesso ai ricordi delle cose, gli intensi avvenimenti a cui erano state testimoni, e quel che ha visto Harry non era certo il passato.

Era il futuro.

Draco morto in una cella.

"Era Azkaban, quella?" si domanda spaventato Harry. Non ha visto guardiamaghi nella visione (niente più Dissennatori da quando si sono uniti all'esercito di Voldemort), ma è stata troppo breve. E poi, in quale altra cella potrebbe finire un Malfoy? Lucius Malfoy è un Mangiamorte, non deve certo temere di venire imprigionato dal suo padrone.

Ma se era Azkaban, perché Draco si trovava lì? Per quale crimine?  Stava per diventare Mangiamorte? È per questo che piangeva?

Harry si mette le mani nei capelli e chiude gli occhi.

Oh, è tutto così… così CONFUSO.

Solo un anno prima sarebbe corso da Malfoy a chiedergli spiegazioni, a fargli sputare la verità; ma l'esperienza con Sirius lo ha reso cauto. Potrebbe essere tutto un trucco di Voldemort, e …

No, non avrebbe senso. Voldemort aveva mandato il sogno su Sirius per attirarlo nel Reparto Misteri e prendere la profezia al suo posto, ed Harry c'era cascato perché il suo padrino era lontano miglia da Hogwarts. Ma Draco è lì, nel castello, sotto gli occhi di Harry. Sa che non si trova ad Azkaban.

"Potrebbe essere un trucco dei Serpeverde per farmi distrarre e cercare di vincere la partita oggi", si costringe a riflettere Harry. Non è da escludere, sa bene che sarebbero disposti a qualunque cosa pur di battere i Grifondoro.

" O potrei aver davvero visto il futuro" pensa ancora. Se la Remnomanzia gli ha permesso di vedere eventi che sono già accaduti, cosa le impedisce di mostrargli anche quelli che devono ancora accadere? Nell'ufficio di Silente potrebbero aver menzionato solo una parte delle possibilità della Remnomanzia, quella che serviva loro in quel momento; magari non hanno detto altro perché non pensavano che Harry potesse vedere anche il futuro.

Potrebbe…

Continua a riflettere e spremersi le meningi sdraiato sul letto,  in cerca di una soluzione; quando torna alla realtà, vede il sole ormai alto nel cielo. Ron è già sveglio, intento a cambiarsi. Il suo volto è pallido e tirato per la concentrazione e il nervosismo.

Scendono insieme in Sala Grande a fare colazione. Entro un'ora li raggiunge il resto della squadra, Katie e Ginny con profonde occhiaie, Patricia Stimpson un po' verdastra in volto, Sloper e Kirke con le facce gonfie dal sonno, i visi brinati di sudore.

Alle undici meno un quarto si dirigono verso gli spogliatoi e si infilano le divise scarlatte; qualche minuto più tardi sentono sopra di loro rimbombare centinaia di passi di studenti che vanno ad occupare gli spalti .

Manca poco, ormai.

Harry stringe la sua Firebolt in mano e guarda i suoi giocatori negli occhi, uno per uno; hanno tutti il volto tirato, ma il loro sguardo è determinato, e tanto basta ad Harry.

-          So che siete nervosi, lo sono anch’io- inizia Harry, e il tono della sua voce sembra riecheggiare qualche istante tra le pareti dello spogliatoio intriso di tensione. - So che i Serpeverde giocheranno in modo sporco e che tenteranno in tutti i modi di vincere.

 

(Draco morto in un a cella impolverata, il suo corpo senza più vita)

 

-          So che cavalcano Nimbus Duemila Uno, che sono ottime scope. So che se perdiamo questa partita siamo fuori dalla corsa per la Coppa del Quidditch.

Fa una pausa, li guarda e sorride.

-            Ma so anche altre cose. So che non c'è mai stato capitano più orgoglioso della sua squadra. So che avete così tanto talento che riuscireste a battere i Serpeverde anche volando sulle scope che Gazza tiene nello sgabuzzino.

Le sue dita si stringono con forza intorno al manico della Firebolt.

-          Che i Serpeverde giochino a cavallo di draghi, che giochino sporco… possono provare di tutto, ma non ci batteranno mai. Siamo una grande squadra… Ora usciamo là fuori - annuncia con un ampio ghigno Harry, - e sterminiamoli!

 

Il tempo è ideale per la partita, il cielo è coperto da una spolverata di nuvole ma non tira un alito di vento.  Mente le squadre entrano in campo e si riuniscono intorno a Madama Bumb, Harry vede gran parte delle tribune occupate da studenti con coccarde scarlatte, che applaudono e fanno il tifo per loro, agitando striscioni e bandiere con su lo stemma di Grifondoro. Dalle file dei Corvonero sente il ruggito del cappello a forma di testa di leone di Luna Lovegood.

Dalla parte opposta, i Serpeverde fischiano e lanciano grida di derisione nella loro direzione.

-          In sella alle scope!- urla Madama Bumb.

I giocatori si preparano.

A fare la cronaca, ora che Lee Jordan si è diplomato, è Seamus Finnigan.

-          Eeeeee Madama Bumb fischia, e la partita ha inizio!

Harry guida subito la sua Firebolt più in alto, scrutando con gli occhi il campo in cerca del Boccino. Malfoy è una decina di metri più in là; Harry si sente il suo sguardo addosso, ma Draco volta di scatto la testa ogni volta che cerca di incontrarne gli occhi.

-          Grifondoro in possesso di palle! Ginny Weasley ha la Pluffa e si dirige verso la porta di Serpeverde… schiva Pucey… evita Warrington, passa a Bell… oh, no, Pluffa intercettata da Montague, e BOLIDE di Adrew Kirke di Grifondoro in testa a Montague! Bel colpo, amico!

Dalla massa verde-argento sugli spalti si alza un coro di fischi.

-          Stimpson prende la Pluffa… la passa a Katie Bell… oh, bel dribbling su Warrington e Pucey… WOW, quel bolide l'ha mancata veramente di poco! … E SEGNA!10 A 0 PER GRIFONDORO!!!

Questa volta è la folla scarlatta ad esplodere in un boato di grida ed applausi, accompagnato dal ruggito del cappello di Luna.

-          Grandissima, Katie!- urla Harry alzando il pugno in aria vittorioso. Malfoy stringe gli occhi, malevolo, il volto più pallido del solito.

 

(Perché finirà ad Azkaban? Perché lo uccideranno?)

 

"No, no, maledizione, concentrati, avanti!" si rimprovera mentalmente Harry. Scorge con la coda dell'occhio uno scintillio dorato, più in basso, ma sono solo i riflessi dei capelli di Malfoy.

 

(Così chiari e sottili, lisci tra le sue dita)

 

"CONCENTRATI!!!"

Nel frattempo, Ginny mette a segno altri due goal.

-          Palla ai Serpeverde. Pucey avanza, bolide di Kirke… Aaah, peccato, lo liscia… passa a Montague…. Schiva Bell, si dirige verso la porta di Grifondoro… Ron, parala, ti pre… WU-HUUUUU, SIII! L'HA PARATA!!! TI AMO, RON!

"E così siamo in due, Seamus" pensa Harry.

 

(Lo credi ancora, Harry? Che sciocco)

 

(Perché ti amo, Harry)

 

"Maledizione, vattene dalla mia testa!"

La partita va avanti , e del Boccino ancora nessuna traccia; dopo dieci minuti il punteggio è 80 a 20 per Grifondoro. Montague prende la Pluffa e si appresta a tirarla in porta; Ron si accuccia sulla scopa e si prepara a scattare, mascella e occhi stretti per la concentrazione, ma non ce n'è bisogno: nel tentativo di Sloper di scagliare un Bolide contro Warrington, che sta andando in aiuto del suo capitano, la mazza gli sfugge dalle mani e becca in pieno la Pluffa, deviandola. Ginny recupera la palla e vola verso il portiere di Serpeverde, Miles Bletchley. Finta un tiro, fa una capriola a mezz'aria per evitare un bolide di Tiger, lancia la palla e centra in pieno l'anello centrale.

Il Boccino non si vede da nessuna parte. Harry si sistema nervoso sulla scopa, la tensione che sfrigola nelle ossa.

90 a 20 per Grifondoro, e i Serpeverde, nota Harry, non sono per niente felici.  Montague fa un cenno con la testa a Tiger e Goyle verso Ginny, ferma, con la Pluffa stretta sotto al braccio, a gioco interrotto. Mentre Madama Bumb è impegnata a discutere animatamente di un fallo con Warrington per aver dato una gomitata sul naso a Katie Bell, Tiger e Goyle scagliano i due Bolidi su Ginny, centrandola in pieno stomaco. Ginny urla di dolore e precipita sugli spalti.

-          GINNY!- urlano Harry e Ron , e sfrecciano con le scope per raggiungerla. Tra la preoccupazione e il vento che gli sibila ululando nelle orecchie, Harry  si perde il momento in cui Dean strappa il microfono a Seamus e inizia a sbraitare insulti verso Tiger e Goyle, sputacchiando saliva sugli studenti negli spalti inferiori. È necessario lo sforzo combinato di Neville, Seamus e della McGrannitt per fermarlo.

Madama Chips porta via Ginny, con un polso ed una caviglia fratturati e qualche costola incrinata.

Harry digrigna i denti, schiumante di rabbia. Schifosi… bastardi … Serpeverde!

Sa bene che questo è solo l'inizio per i Serpeverde. Deve sbrigarsi ad acciuffare il Boccino, ed anche in fretta.

Katie batte i due rigori che Madama Bumb ha assegnato a Grifondoro; Bletchley ne para uno, ma lascia passare l'altro credendo ad una finta e lasciando l'anello di sinistra completamente scoperto.

-          100 a 20 per Grifondoro- ringhia a fatica Seamus. - Grifondoro in possesso di palla, Patricia Stimpson … ah, no, Pucey intercetta la Pluffa…

Ma Harry non sente più le parole di Seamus o i fischi della folla: con la coda dell'occhio scorge un bagliore dorato accanto all'anello centrale della porta di Grifondoro, e questa volta non si tratta dei capelli di Malfoy.

Harry punta rapido verso il Boccino e accelera bruscamente… eccolo, sta per raggiungerlo… è a pochi centimetri dalle sue dita… schiva Ron…

Un gemito di dolore e TUMP!, qualcosa gli finisce con forza addosso contro il fianco e la schiena, qualcosa di grosso e dai capelli rossi. Sente la Firebolt volargli via da sotto il sedere, e improvvisamente è nell'aria, a quindici metri di altezza e il corpo di Ron aggrovigliato al suo, privo di sensi.

Precipitano.

Stanno cadendo verso il suolo.

Harry allunga istintivamente un braccio e riesce ad aggrapparsi all'anello destro con le dita per un pelo; sbatte con violenza il torace, ma riesce a mantenere la presa su Ron. Si lancia occhiate intorno, sotto shock, ancora incapace di realizzare cosa è successo… un attimo prima stava per afferrare il boccino dietro la porta… l'attimo dopo… non ricorda, è accaduto troppo velocemente, ma non gli interessa. L'unico pensiero che lo invade è il Dolore; si sente spaccare in due tra la presa della mano sudata sull'anello della porta e il peso consistente di Ron che lo tira giù, sul punto di slogargli una spalla.

Serra i denti e strizza gli occhi, nello sforzo di non lasciare entrambe le prese. Gocce di sudore corrono come ragni sulla sua fronte, colano negli occhi… il mondo oltre le lenti diventa un alone sfumato di colori e lacrime brucianti.

Andrew e Katie sfrecciano verso di loro e  Kirke si affretta a liberarlo dal peso di Ron, che ha una mascella inclinata in una posizione innaturale e naso e labbra violacei e sanguinanti. Lo porta verso Madama Chips mettendolo di traverso sulla sua Comet Duecentosessanta.

-          Harry, stai bene?- domanda Katie, così spaventata che ha quasi difficoltà a parlare.

Scorgono con la coda dell'occhio i Serpeverde segnare altre due volte nell'anello libero, ma Katie li ignora. Allunga invece una mano per tentare di aiutare Harry, ma Harry rifiuta l'aiuto con un gesto del braccio; scrolla la testa per chiarirsi le idee e tira fuori la bacchetta dalla tasca della divisa  con la mano libera.  I muscoli del braccio con cui si è appeso all'anello bruciano e tremano impazziti dallo sforzo.

-          Pensate ai Serpeverde, presto! Io me la cavo.

Punta la bacchetta verso la sua scopa a terra, ricaccia il senso di vertigine e urla:

-          ACCIO FIREBOLT!

La Firebolt schizza verso di lui; Harry la afferra con il braccio libero e la avvicina goffamente per salirci su, se la passa tra le gambe, e nel momento in cui stacca le dita dall'anello, e la scopa sembra sfuggirgli di mano,  Harry  alza lo sguardo ed incrocia quello di Malfoy, immobile tre metri sopra di lui.

E non vi trova né odio, né delusione, ma terrore e…  disperazione.

Occhi grigio pallido sbarrati su un volto bianco dallo spavento, incatenati su di lui.

 

(Gli occhi di un morto, Harry)

 

Per un istante che sembra durare ore, lui e Draco si guardano, senza maschere od orgoglio a camuffare ciò che provano… ed Harry Vede, ed è qualcosa che non ha nulla a che fare con la Remnomanzia. Non vede il passato. Non vede il futuro.

È il presente.

È il suo cuore.

E finalmente realizza.

"Credo di amarti, Draco".

-          MALFOY, CHE DIAVOLO STAI FACENDO IMPALATO Lì ?!?- sbraita Montague facendo sussultare Draco ed interrompendo il contatto visivo tra i due. - PRENDI QUEL CAZZO DI BOCCINO!!!

È vero, la partita non è ancora finita… e lui, Harry, non perderà. Non dopo quello che hanno fatto ai suoi giocatori; no, non può tradirli così.

Si assesta sulla sua Firebolt appena in tempo per vedere Draco tuffarsi in picchiata, il braccio proteso  a pochi metri dal Boccino d'Oro.

Harry punta la scopa verso il basso, si inclina sul manico… il vento che fischia nelle orecchie… il rombare di una folla senza voce… lui e Malfoy sono testa a testa… allunga una mano… Malfoy anche… sono a pochi centimetri… Ma sono le dita di Harry quelle  che prima si chiudono sul Boccino.

Curvano violentemente per evitare l'impatto con il suolo erboso ed è come se all'improvviso qualcuno avesse rialzato il volume sulle tribune; la tifoseria di Grifondoro urla e applaude, mentre il sottile , mentre il sottile ronzio del pallino d'oro chiuso nel pugno di Harry gli conferma che sì, hanno vinto sul serio.

Katie, Patricia e i due battitori lo raggiungono in mezzo al campo, abbracciandolo in lacrime e dandogli pacche così energiche da mandarlo quasi con la faccia sull'erba, e dicendo "Salvataggio spettacolare, Harry", e "Gran presa, Harry", e "Peccato che ho lisciato quel Bolide che ha colpito in faccia Ron, disarcionandolo, Harry"; ed Harry sorride e fa sì con la testa mentre saluta e con il resto della squadra va a posare le scope negli spogliatoi, ma tutto ciò che vuole è cercare Draco tra la folla in rosso che ha invaso il campo per festeggiare, ed incrociare nuovamente il suo sguardo. Perché lui è la sola cosa veramente importante adesso.

Non il Quidditch.

Non la coppa che il resto della squadra bacia a turno, saltellando e gridando dalla gioia.

Solo Draco.

 

(Li hai già dimenticati, Harry?)

 

-          Ron! Ginny! Come stanno? - domanda Harry ricordandosi improvvisamente.

-          Bene, grazie al Cielo- lo tranquillizza Katie con una smorfia di disgusto verso i tifosi Serpeverde. - Madama Chips li ha portati in infermeria, ma dice che non è nulla che lei non possa aggiustare in un attimo.  Tutta colpa di quei luridi…

-          Dai, andiamo a trovarli subito, così gli diamo la buona notizia!- suggerisce gioiosa Patricia prendendo Kirke e Sloper per le maniche e trascinandoli verso il castello.

Sono già a metà strada quando  Jack Sloper domanda:

-          Ehm… qualcuno ha preso la scopa di Ron?

Kirke si batte una mano sulla fronte ed esclama:

-          Cavolo, me la sono dimenticata contro il muro quando l'ho portato dalla Chips! Voi andate avanti, io la vado a posare negli spogliatoi e poi vi raggiungo.

Davanti alla porta dell'infermeria trovano Dean, Seamus, Neville; la McGrannitt (che stringe in mano una bandiera di Grifondoro) è intenta a confabulare con la Chips e Madama Bumb; oltre di loro, Harry vede Ron e Ginny seduti su due lettini, svegli e intenti a mandare giù un calice fumante di pozione. Hermione non si vede da nessuna parte.

Qualche minuto dopo Madama Chips rientra  in infermeria, e la McGrannitt li tranquillizza in tono pratico ma soddisfatto.

-          Madama Chips ha curato entrambi; sta  facendo gli ultimi accertamenti, ma dopo potranno già tornare alla torre, per festeggiare! Ah, Potter!- esclama come se si fosse appena accorta della presenza di Harry, - Bel salvataggio! Avreste dovuto vedere la faccia del professor Piton quando hai preso il Boccino… So che non dovrei, essendo un'insegnante, ma… oh, delizioso!

Harry le sorride, ma la sua mente è già altrove, ora che sia Ron che Ginny stanno bene. È assente quando escono tutti dall'infermeria dirigendosi verso la torre di Grifondoro, assente mentre Ron sbraita contro Jack Sloper perché ha lisciato il Bolide che lo ha disarcionato e domanda contemporaneamente dov'è Hermione. Assente. Ha bisogno di restare solo, di pensare lontano da Katie, Ginny e gli altri che saltellano sui gradini e cantano "Abbiamo viiiiiinto! Abbiamo viiiiiiinto!"

-Ehi, Harry!- lo richiama una voce alle sue spalle. È Kirke. Fa gli scalini due a due con le lunghe gambe e si ferma davanti ad Harry, il respiro affannato.

-          Forte, vedo che Ginny e Ron si sono già rimessi. Bene! Senti, gli spogliatoi erano chiusi a chiave, così ho messo la scopa nella rimessa.

Harry coglie l'occasione al volo.

-            Colpa mia, mi sono dimenticato di darti le chiavi. Corro un attimo a chiuderla, non si sa mai-.

E prima che Andrew o chiunque altro abbia la possibilità di dire qualcosa, Harry sta già correndo giù per le scale; raggiunto il parco rallenta, e si dirige con tutta calma verso il piccolo edificio dietro il campo da Quidditch.

Non ha fretta di tornare, tra i festeggiamenti per la vittoria nessuno si accorgerà della sua assenza. Forse Hermione a pranzo, forse più tardi Neville… ma ora non è nei pensieri di nessuno, lo sa.  È per questo che cammina lentamente sul prato deserto, perché può dimenticare per pochi minuti l'esistenza del resto dell'umanità; così, se deve rimanere solo, sotto gli occhi non avrà persone che gli ricordano continuamente di esserlo.

Cho… Ron… amori infelici, e ormai amori altrui.

Forse… forse lui non è destinato a stare con una persona. Forse in lui c'è una sorta di meccanismo interno che glielo impedisce, per non correre il rischio di esporsi fino all'anima. Forse non ha un carattere che gli permetta di essere considerato come amante, ma solo amico, fratello, odiato, ignorato.

Neanche un po' di amore, per Harry James Potter. Ed Harry non lo vuole provare, se non può essere ricambiato.

Oh, questo bisogno d'amore, che ti porta a fare cose insensate, cazzate immense, sperare, illuderti, soffrire, fino a farti desiderare la morte di questo stupido cuore esausto.

Il bisogno d'amore… la necessità dell'amore. Non forniscono alla nascita l'affetto per sfamare questo acido nel tuo corpo, e il corpo umano non è in grado di produrlo da sé lungo il viaggio, e allora lo cerchi ovunque, DEVI farlo, devi procurartelo da solo. Ma se non puoi… se non ci riesci… perché nasci con questo veleno nelle vene, se non puoi succhiarlo dalla pelle della persona che ami, questo antidoto per guarire?

 

(È un tradimento così abissale non poter scegliere chi desiderare. Non è razionale. Non ti lascia libero arbitrio )

 

-          No, no no no no- mormora Harry davanti allo stadio da Quidditch, serrando gli occhi e battendosi più volte il palmo della mano contro la fronte . - Esci dalla mia testa, Draco.

 

(Perché ti amo, Harry)

 

-          Non è vero! Era un sogno, non l'hai mai detto!- continua a mormorare Harry tra sé e sé.

"Un sogno. Era solo un fottutissimo sogno!"

 

(Non poter scegliere chi desiderare)

 

(Perché ti amo)

 

Un'illusione, solo questo. Ma non è stato un sogno lo sguardo che Malfoy gli ha rivolto durante la partita,  quando, salendo sulla Firebolt, Harry era sembrato sul punto di precipitare.  Non è possibile simulare l'espressione disperata che aveva intriso gli occhi di Malfoy. Non è possibile sbiancare dallo spavento volontariamente, la pelle così chiara da sembrare intinta nel cerone.

Come può Harry desiderare di non amare, se il cuore gli si stringe solo al ricordo?

 

(Quando è cambiato quello che sentiva per lui, Harry? Veramente. Dentro di te)

 

Cosa prova Draco?

Cosa prova lui, Harry?

Non lo sa. Non sa più niente. È tutto così confuso nella sua testa.

"Lascia stare" si rabbonisce mentalmente Harry, "vai a mettere quella dannata scopa sotto chiave".

Apre la porta del minuscolo edificio che funge da rimessa  e vi entra; le pareti sono ricoperte dalle rastrelliere per le scope e vicino all'ingresso vi sono due grosse casse per le palle da Quidditch da utilizzare per gli allenamenti; e davanti alla Tornado di Ron, con la bacchetta in mano… Malfoy.

Si guardano negli occhi e rimangono entrambi congelati sul posto, immobili dallo shock. Il viso di Draco è roseo e chiazzato di rosso sulle guance quando Harry entra, lo sguardo ricolmo di odio; ma quando si accorge della presenza di Harry, la pelle di Malfoy sbianca, perde il poco colore che ha.

Per quanto riguarda Harry, si sente come se qualcuno gli avesse appena lanciato un incantesimo Evanescente sulle budella.

Forse per la posizione di vantaggio dall'avere la bacchetta in mano, è Draco che si riprende per primo.

-          C-che diavolo ci fai qui, Potter? Cos'è, sei venuto a tirarti una sega sulla scopa di Weasley per festeggiare la vittoria?

-          Beh, credo sia io a doverti fare questa domanda, visto che quella scopa serve ancora a Ron- replica fermo Harry, ma dentro si sente determinato quanto un biscottino gufico lasciato a mollo nel latte per una settimana.

-          Non darmi la brutta notizia, Potter: quel fallito di Weasley è ancora vivo!- sibila perfido Draco. - Confido in una prestazione migliore del vostro battitore, la prossima volta, allora. Spero lo ammazzi. Spero…

-          Piantala, Malfoy!- grida Harry, e per una volta non è per difendere Ron, ma solo perché fa MALE sentire la voce di Draco così pregna di odio.

-          Che c'è, Potter, sei ancora attaccato all'orlo della veste di Weasley come un idiota?

Un piccolo dubbio si accende nella mente di Harry, un click, come di un interruttore, talmente assurdo da poter essere quasi vero.

"Ma… è geloso?"

L'aria nella stanza è immobile, non un alito di vento. La tensione tra loro è palpabile, è come uno scroscio di onde sonore che attraversa i loro corpi e li fa vibrare, tremare…

-          Sei ridicolo, Potter. Ridicolo- mormora Draco, e il suo tono non è più rabbioso, ma solo così incredibilmente… stanco .

Ma quando Malfoy alza lo sguardo, trova gli occhi di Harry inchiodati su di sé. Harry lo guarda, lo osserva , CONCENTRATO  su di lui, come se l'universo avesse cessato di esistere, come se la realtà fosse racchiusa nel fragile guscio di carne che è Draco Malfoy.

Draco.

Harry.

Fanculo il mondo, ci sono loro due, e allora nient'altro importa, nient'altro.

Il primo tocco di labbra è timido, una carezza… il bacio casto che Harry avrebbe potuto ricevere da sua madre, non certo dalla persona che forse ama. Sente le dita di Malfoy afferrare con delicatezza manciate dei suoi capelli neri e schiacciare la faccia, il corpo, contro quello di Harry; ed Harry risponde alla spinta, petto contro petto, coscia contro coscia, inguine contro inguine. L'uccello di Harry è in fiamme, in preda ad un'erezione così dura e dolorosa da fargli lacrimare gli occhi; sfrega il bacino sul pene di Draco, e anche con la vista sfumata dalle lacrime vede lo sguardo stordito di Malfoy, gli occhi grigi a mezz'asta, le sopracciglia corrucciate.

Preme più forte il corpo tremante contro quello di Draco, sussultano tra i brividi.

A quella pressione, e quando Harry gli passa una mano dietro la nuca, Draco apre la bocca, e quel dolce che c'è stato nel loro bacio scompare. Le loro bocche sono pozzi di saliva, le lingue calde e bagnate che si scontrano, e scivolano, e cercano di afferrarsi, in un duello babbano destinato a non avere vinti. Sente il fiato di Malfoy scorrergli dritto in gola, alito bollente che sa di menta, anche se in sottofondo si sente un retrogusto quasi acido, ferroso.

Non c'è da pensare più niente, Harry lo sa; può solo arrendersi e avvinghiarsi di più al corpo di Malfoy.  Assumono una posa così contorsionistica che perdono l'equilibrio e franano a terra; ma rimangono incollati, quasi statue di amanti scolpiti in un unico blocco e lasciati incompiuti, e Harry non può vedere i dettagli del corpo di Draco, ma scorge il rossore su quelle guance di solito così pallide, e i capelli scompigliati dalle sue dita, e può contare una per una le sue ciglia bionde, e può sentire come il suo cuore batte impazzito sotto la carne del suo petto. Batte così anche quello di Harry. Batte come se dovesse consumare i battiti destinati ad una vita intera in pochi attimi.

Draco si stacca dalle labbra di Harry e rovescia la testa all'indietro sul pavimento, in cerca di aria, le palpebre chiuse, le guance rosee e la pelle intorno alla bocca aperta umida della loro saliva. Ha il respiro affannato e strizza più forte gli occhi, perché respirare è diventato difficile, ma Harry non lo lascia in pace, aggredisce di baci violenti il collo di Malfoy, e morde la pelle, la stringe non troppo delicatamente tra i denti. E sente Draco sfregare le guance sui suoi capelli neri, le mani ossute che gli afferrano le scapole attraverso la stoffa della tuta da Quidditch; lo sente emettere piccoli versi gutturali che troverebbe tremendamente ridicoli se non fossero anche così erotici.

Harry scivola più in basso con la bocca, morde la pelle arrossata e febbricitante, lecca via il sudore con la lingua, la fa aderire ad ogni piccola piega, contro ogni minuscolo neo. Il colletto della divisa verde e argento non gli permette di andare oltre le clavicole, e allora ne afferra i bordi con le mani e li allontana con forza, e sente il rumore della stoffa che si lacera , e strappa ancora, stringendosi i denti e sforzandosi di più dove il tessuto offre maggior resistenza; e Draco mormora il suo nome, mormora "Harry… Harry" senza fermarsi, senza sosta.

Il petto ansante di Draco è come Harry lo ricorda, forse un po' più magro, Harry può quasi contare le costole sotto i polpastrelli delle mani aperte sul suo torace; ma la pelle è bollente e rosata, e i capezzoli turgidi e piccoli, con uno sbuffo di peluria sottilissima intorno all'aureola più scura.

Tutto. Vuole tutto di lui, riesce solo a pensare Harry.

Infila le dita sotto l'elastico dei pantaloni e dei boxer di Draco e li sfila via, li fa scorrere violentemente sulle cosce, e ginocchia, e polpacci, e piedi, e via via che la stoffa verde si accumula come onde di un mare burrascoso tra le sue mani, più pelle viene esposta; l'uccello di Draco fa un po' di resistenza, il tessuto fa fatica a passare, perché il pene è rigido e dritto e la tuta è abbastanza aderente; ma basta solo un po' più di forza, un po' più di violenza, e i pantaloni vengono via, e Draco guaisce, forse perché Harry gli ha fatto male, forse perché ha goduto di quel dolore.

Il piccolo forellino sulla cappella violacea del suo pene è bagnata di  goccioline traslucide e bianchicce, e se solo desiderasse un po' meno Draco, Harry si chinerebbe e le leccherebbe via, e succhierebbe ogni centimetro di Draco. Invece si cala a sua volta i pantaloni, abbastanza perché possa tirar fuori l'uccello, e senza cerimonie, senza una sola parola, si incastra gli incavi delle ginocchia di Draco su ciascuna spalla e lo penetra in una sola spinta.

Zittisce Draco premendogli il palmo di una mano contro le labbra, mentre l'altra gli accarezza le cosce. Draco mugola, e gli morde la carne callosa della mano; quando Harry fa per ritirarla guaendo di dolore, Draco l'afferra, la stringe, la ricopre di baci, e geme, e mormora  "Harry" inframmezzati da pigolii gutturali di piacere e dolore.

Harry affonda e lo penetra con forza, e Draco serra i muscoli dell'ano intorno al sesso di Harry, sbatte il sedere contro i testicoli gonfi quanto palle da tennis di Harry, restituisce le spinte di quel corpo che affonda nel suo.

E non è un fare l'amore, il loro, e neppure sesso. È più un rimarcare il possesso sull'altro, gridare "Mio! MIO!", non con le parole, ma con carezze, e graffi, e baci; senza dolcezza o delicatezza, ma con rabbia, e brutalità. Farsi male per essere certi che non sia tutto un sogno.

Draco qui, ora, tra le sue braccia. Draco che geme, e mugola, e ripete quasi senza voce "Harry… Harry… Harry…". Draco che gli strattona un ciuffo di capelli con un po' troppa foga per avvicinarlo a sé e baciarlo, mordergli il labbro inferiore, sparare aria ansimante dritta su per le narici di Harry, e ancora, affondare la lingua nella viscosità della sua bocca e frugare, succhiare, la loro lotta interrotta dagli ansimi affannati dei loro petto.

E il ritmo delle spinte aumenta vertiginosamente, un'unica linea sinusoidale disegnata nell'aria dai loro bacini. Draco si irrigidisce e gorgoglia un "Oh", strizzando così forte le palpebre che Harry teme per un istante che quegli occhi grigi schizzeranno contro il fondo del cranio e si conficcheranno nel terreno sotto di loro…

… ma tump, tump, tump, le ultime spinte e viene anche Harry. Sente la punta del suo uccello eruttare schizzi di sperma colloso dentro Draco; apre la bocca per urlare, ed è la mano di Draco che si spreme contro le sua labbra, schiacciandole e zittendolo, ed Harry morde con forza la piega di pelle di quel palmo, tra la linea dell'amore e quella della vita; stringe così forte i denti da sentire il sapore del sudore e del sangue mischiarsi sul suo palato. Draco, se soffre, non lo mostra. Continua a mormorare il nome di Harry all'aria, gli occhi socchiusi; le schegge di iride sono così pallide che per un attimo Harry vi scorge lo sguardo del suo Patronus.

Poi l'impatto dell'orgasmo colpisce in pieno i suoi sensi e … beh, nient'altro importa.

 

Harry riprende contatto con la realtà circa un minuto dopo. È ancora sdraiato sul pavimento, con i pantaloni e le mutande appallottolate sulle cosce; Draco è in piedi, cupo in volto, e sta finendo di sistemarsi i  pantaloni. Deve aver lanciato un "Reparo" sulla sua divisa perché la stoffa è di nuovo integra, ma per le labbra tumide e rosse non può far nulla.

Harry lo osserva. Sa che deve parlare, tirare fuori qualcosa, QUALUNQUE cosa, perché Draco forse sta per uscire o forse resterà, e che vada o che resti l'unica cosa di cui è certo Harry è che vuole essere accanto a Draco, quale sia la scelta.

È tutto così confuso, ha il cuore intasato da una folla di sentimenti e la mente ancora annebbiata dall'orgasmo, ma sa che deve parlare con Draco… perché è caduta una barriera tra loro, ma potrebbe essere una cosa solo temporanea.

 

(Non c'è mai stato spazio per nessun altro dentro di te. Non per Cho né per  Ron)

 

(Non era per loro quel posto nella tua anima)

 

(Tu lo sai per chi era, Harry)

 

(Lo hai sempre saputo, almeno inconsciamente)

 

"Parlaci, maledizione!" urla una voce nella sua testa.

Ma è Malfoy a parlare per primo, anche se non sono le parole che Harry si aspetta.

-          Weasley ti starà cercando- dice Draco atono.

Harry, confuso tra quella reazione e il ricordo del motivo per cui è venuto alla rimessa, replica senza pensare:

-          Sì, immagino di sì. Devo andare.

Malfoy, voltato di spalle, alle sue parole si irrigidisce, come pietrificato.

Cinque secondi dopo Harry realizza due cose: che non ha la minima voglia di tornare da Ron e dagli altri e che Draco è uscito di corsa dalla rimessa diretto al castello, lasciandolo come un idiota sdraiato a terra e con il pene floscio tra le gambe. Inarca la schiena, alza il bacino e tira su al loro posto mutande e pantaloni. Appoggia una mano a terra per alzarsi e sente contro il palmo il pavimento ancora caldo del calore corporeo di Malfoy, là dove Draco è rimasto sdraiato qualche istante dopo l'orgasmo…

… e WUMP!

Harry Vede.

 

Una cella rettangolare angusta, quasi scura, i muri di mattoni in pietra marcescenti e pallidi di secoli di ragnatele … gli interstizi sono ricolmi di quello che sembra fango putrefatto, che gocciola oltre i bordi della malta erosa fino al pavimento in terra battuta… la cella si sgretola… marcisce…

…E abbandonato in essa, con i polsi chiusi in ceppi con anelli di catena larghi e rossi di ruggine, c'è Draco.

Draco dagli occhi vitrei, sbarrati, e la pelle delle palpebre nera di tumefazione e stanchezza, e le labbra livide… il corpo semisdraiato scompostamente sul terreno lurido, solo la testa e le scapole appoggiate al muro… i pantaloni sono strappati in più punti, stropicciati, chiazzati di sangue… altro sangue sotto le unghie incrostate di sporcizia, e sangue secco nelle pieghe delle falangi, esaltandole in linee nette quasi fosse un bozzetto di un corpo umano fatto a china…

Tutto questo quello che rimane nella cella umida: un corpo, il cadavere di Draco Malfoy.

Senza più vita.

 

WUMP!, ed Harry torna nel capanno della rimessa, il petto serrato in una morsa così serrata che gli impedisce di respirare. Si getta con la schiena a terra e la inarca, spalanca la bocca, ansimando in  cerca di aria aria aria.

Oddio il cuore… il cuore fa così male…

Non può essere una visione mandatagli da Voldemort come per Sirius, e ora che la partita di Quidditch è stata disputata sa che non è un trucco dei Serpeverde per vincere.

Rimane una sola possibilità, realizza Harry con il terrore gelido che cola nel suo corpo.

Quello che ha visto è veramente il futuro.

Draco morirà ad Azkaban.

 

Il tempo di recuperare il respiro e ritrovare la forza nelle gambe, ed eccolo che corre verso il castello. Draco non si vede da nessuna parte, deve essere già rientrato nei sotterranei; e allora Harry riprende a correre verso la torre di Grifondoro, con la mente così sconvolta che quasi affonda nello scalino fasullo a metà rampa per il secondo piano.

Il fatto è che attraverso lo shock, un piccolo barlume di speranza cerca di  sopravvivere. Forse la Remnomanzia permette di vedere solo il passato, forse si è solo inventato tutto per lo stress, forse la sua visione è fasulla quanto le profezie quotidiane della Cooman. Sì, certo, non si può vedere il futuro, è difficilissimo, Silente lo dice sempre, e …

Ed un'altra realizzazione lo colpisce di colpo, mentre corre verso il quadro della Signora Grassa e a malapena accorgendosi di aver attraversato Nick-Quasi-Senza-Testa. La Cooman ha fatto profezie vere. I centauri sono in grado di predire il futuro.

Forse Draco rischia veramente Azkaban.

Deve saperlo.

 

(Perché da sempre, Harry, quel posto è stato destinato solo a lui)

 

Deve saperlo, o morirà d'angoscia.

 

(L’unica persona, in tutta la tua vita… destinata a te.)

 

Davanti alla Signora Grassa  pronuncia la parola d'ordine e si infila nel buco d'ingresso ancor prima che il quadro si scosti del tutto; la sala comune è affollata di studenti che ridono rumorosamente, e scherzano, e fanno esplodere i Fuochi Forsennati Weasley, che con le loro scintille illuminano uno striscione enorme con su il leone di Grifondoro.

"È vero, abbiamo vinto la Coppa del Quidditch" pensa Harry, ed è una sensazione strana, perché sembrano passati secoli dall'ultima volta che è salito sulla sua Firebolt. Tutti i suoi compagni di Casa festeggiano, e lo salutano, e si congratulano per la sua prestazione in campo, e la sola cosa che vuole fare Harry, che desidera, mentre avanza nella folla di facce indistinte, è cercare Hermione per chiederle della Remnomanzia.

Perché ha dimenticato com'è volare, ed ha ricordato com'è avere le viscere piene di un acido che lo corrode dentro quando una persona a cui tiene

 

(ed è qualcosa di più, Harry)

 

è in pericolo di vita.

Hermione sa sempre tutto, e lei saprà, sì, risolverà il mistero, ne è sicuro, DEVE FARLO.

Scorge la chioma rossa di Ron in una delle poltrone spellate vicino al camino, e vi si avvicina frenetico.

-          Ron, dov'è Hermione?

Il viso di Ron è paonazzo di rabbia, le orecchie sembrano involtini di plastica con dentro magma incandescente.

-          Non ho la più pallida idea di dove sia e non me ne frega nulla!- sibila furioso Ron digrignando i denti. - Meglio che la lasci stare, non è giornata.

Harry si sente mancare: ma quei due idioti dovevano bisticciare proprio quando aveva bisogno di Hermione?

-          Ron, è importante- spiega Harry cercando di mantenere il panico sotto controllo. - Io DEVO parlare con Hermione.

-          Beh, mi spiace, ma sono due - tre giorni che lei è intrattabile! Abbiamo litigato dopo la partita… voleva che mollassi la squadra perché è troppo pericoloso! Cos'è, scema? Voglio dire, non ha mai capito un cazzo di Quidditch, e ora mi dice bla bla bla e si mette a sparare ordini come se me lo potesse veramente impedire! Ah! Ho capito che ha le sue cose… sì, insomma, le sue cose MENSILI- borbotta Ron diventando rosso, e non per la rabbia, - ma oggi è stata veramente insopportabile.

"Bene" pensa smarrito Harry mentre Ron continua a blaterare quanto sia irritante Hermione durante il suo ciclo mestruale. "E adesso?"

Deve sapere, deve avvertire qualcuno, non può restare in attesa che Hermione si calmi. E c'è solo una persona a cui può chiedere.

Harry deglutisce.

Piton.

 

***

 

^^’’’ siete ancora svegli? Complimenti a chi è arrivato fino a qui ^^’’’’… eventuali critiche costruttive o commenti possono essere fatte all'indirizzo tesla_vampire@yahoo.it ^^, grazie!

 


 

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