DISCLAMER: date alla Rowling quello che è della Rowling e a Tes quel che è di Tes.. DEDICHE:tutti i riferimenti a Ron/Hermione sono puramente voluti e dedicati interamente a Taty XD, santa donna che mi sopporta… l’Harry/Draco è per Silvia T. che ha fortemente voluto questo seguito J… Ta-daaaaan! E per Amanda J: un bacione immenso, tesora! Spero solo che non vi sentiate male dopo averlo letto O_O’’’… NOTA IMPORTANTE: non ho ancora letto il sesto libro e non so assolutamente nulla su di esso e non voglio sapere nulla su di esso finchè non finisco questa maledetta fic, o potrei rimanerne TROPPO influenzata, e la storia come l’ho creata andrebbe a farsi benedire-_-… -_- la storia è nata 2 estati fa mentre aspettavo Seimei da Spizzico; ci ho lavorato sopra due anni e si prospetta la cosa più lunga e complicata che io abbia mai scritto o immaginato… ora se riesco a scriverla sarebbe una cosa stupenda XD, perciò Harry, Draco, Blocco dello Scrittore: collaborate-_-, vi prego! RINGRAZIAMENTI: Grazie a Ninnichan, Nipo Rei *_* e Kieran di esistere, a Pam, Saku per le risate, a Geme perché è Geme e non ha bisogno di essere altro e a Crius del suo stupendo commento su SFIDA *_*!
”buona” lettura!
VISIONS
di Tesla capitolo III di ?
*** REMNOMANZIA
Quando Harry riprende i sensi, si ritrova in infermeria. Una luce tenue entra dalle finestre e filtra tra le tende poste intorno al suo lettino, gettando ombre sfocate sulla sua coperta e nello spazio intorno a lui; allunga una mano verso gli occhiali appoggiati sul comodino e li inforca, strizza ancora gli occhi, digrigna i denti . Il dolore alla cicatrice non è ancora sparito, è un lento pulsare sordo dentro la sua testa. L'infermeria è nel silenzio; sente appena Madama Chips trafficare nel suo ufficio dall'altra parte della sala; se non è ancora passata ad osservarlo, vuol dire che è ancora presto, e lui, Harry, può rimanere a sonnecchiare sotto le coperte un altro po'. Tira un sospiro di sollievo al pensiero, non si sente per niente bene. Si posa il palmo della mano sulla fronte e trova la pelle calda e sudaticcia… Febbre, possibile? Strizza le palpebre stanche e si accuccia meglio sotto le coperte, rimboccandosele alla meglio; il sonno c'è, ma non osa riaddormentarsi. Echi e strascichi del suo incubo lo assaltano. Harry si tappa la bocca con una mano e ricaccia indietro un conato di vomito. L'odore del sangue… il rumore del coltello stretto tra le sue mani che tagliava carne indifesa… il vagito… e poi la lotta, la furia cieca, la ferocia… "Cacciale via dalla testa, cacciale via" pensa Harry con tutte le sue forze, ma è come sperare di scacciare un Dissennatore senza bacchetta, solo urlando e pestando i piedi a terra. Le immagini del suo incubo rimangono. Le parole non bastano a fermarle. "No" pensa Harry deglutendo a fatica e cercando di schiarirsi la mente. " Non era solo un incubo, è accaduto veramente". Era nella testa di Voldemort, lui ERA Voldemort, nel suo corpo, e stava eseguendo una specie di… cosa, un rito? Non ricorda bene, ha la testa così fitta di pensieri che rimpiange seriamente di non avere lì un Pensatoio per svuotarsi un po' la mente. Silente! Deve avvertirlo immediatamente, ieri sera non ha fatto in tempo… Harry è quasi sceso dal letto quando su blocca, il corpo intorpidito dal sonno e dalla febbre. Nel suo sogno, nell'attacco, c'era Lupin, oltre ad un intero reparto del Ministero della Magia. A quest ora Silente sarà stato informato su tutto, e se avesse avuto bisogno di Harry sarebbe già venuto a fargli domande. Tirando un sospiro di sollievo, si toglie gli occhiali e si risistema meglio sotto le coperte. La cicatrice fa male, ma è un dolore sopportabile; è sopravvissuto agli attacchi di Voldemort, è sopravvissuto a Draco, sopravviverà anche a questo. Draco… Cerca di scacciare pure lui dalla sua testa, perché è inutile, insensato, Malfoy è un Serpeverde bastardo che lo ha usato per arrivare ad Hermione. Per qualche istante, Harry si lascia coccolare dalla fantasia… Hermione lascia Ron per Malfoy… Ron va a piangere in cerca di consolazione tra le braccia di Harry… Ron alza il viso verso il suo… lo bacia… fanno l'amore… Harry mugola frustrato e si dà una manata sulla cicatrice per schiarirsi le idee, ed è troppo impegnato a non guaire dal dolore per accorgersi che quella fantasticheria non gli provoca più l'emozione esplosiva di una volta. Deve liberarsi la mente da quelle visioni… Ron… Ron… Ron… Ma Ron ama Hermione, ed Hermione ama Ron, e non si lasceranno mai. Non certo per Malfoy. Non certo per Harry. Deve rassegnarsi.
( " E tu sei patetico, Potter, e il bello è che ti piace esserlo")
Maledice per l'ennesima volta il nome di Draco e si sistema meglio contro il cuscino, cercando di riposarsi. Passa altro tempo, forse un'ora, forse un'ora e mezza. Madama Chips spunta da dietro le tende con in mano un vassoio con su una tazza di brodo fumante e un bicchierone pieno fino all'orlo di un liquido giallo e grumoso che puzza di uova marce. - Buongiorno, Potter- esclama in tono professionale. Posa il vassoio sul comodino e passa i cinque minuti successivi a visitare Harry, premendo delicatamente la punta della bacchetta sul centro del palmo di Harry e tastandogli la fronte a ritmi regolari. Al termine dell'ispezione gli rivolge un sorriso soddisfatto e gli passa la tazza di brodo. - Bene, Potter, la febbre è calata. Ora voglio che fai colazione e subito dopo beva questa pozione fino in fondo. Quando avrai finito, se te la senti, qui fuori ci sono il signor Weasley e la signorina Granger per te-. Fa una smorfia di disapprovazione. - Se invece vuoi riposarti ancora… - No, no, la prego- la interrompe Harry speranzoso, - li faccia passare. Madama Chips inarca un sopracciglio seccata, ma non dice nulla; gli indica col mento la tazza che stringe tra le mani e il bicchiere di pozione sul comodino e si dirige verso il suo ufficio. Harry ignora il cucchiaio e trangugia a grosse sorsate la zuppa bollente, scottandosi la lingua. Per la pozione è un po' più ardua, ha un odore pessimo e un saporaccio rancido, ma prima la termina, prima potrà vedere Ron, perciò si tappa il naso, strizza gli occhi e inghiotte il liquido rimanente. Qualche secondo dopo Madama Chips rientra in infermeria e sposta le tende poste intorno al letto di Harry; rimane sorpresa quando vede tazza e bicchiere svuotati e sistemati sul comodino ed Harry seduto, la schiena appoggiata contro la testiera del letto e un gran sorrisone innocente stampato sul viso. A dir la verità, Harry si sente tutt'altro che bene, il dolore alla cicatrice pulsa forte, e ha il corpo scosso da brividi freddi, ma se Madama Chips lo nota, è certo che manderà via Ron ed Hermione, e lui non cela fa a rimanere ancora solo a pensare… a ricordare. - Ho capito, Potter, li faccio entrare, ma solo per dieci minuti. Devi riposare, sei stato parecchio male stanotte. - Va bene, grazie- risponde educatamente Harry, e riprende fiato quando Madama Chips si dirige verso la porta. Ron ed Hermione entrano titubanti e si affrettano a raggiungere Harry. Entrambi hanno un'aria così preoccupata che provoca una smorfia di insofferenza in Harry… insomma, non è che stia proprio sul letto di morte… Si sistema meglio contro lo schienale e li accoglie con un cenno della testa. - Ciao Harry! - Oh, Harry, eravamo così preoccupato per te!- esclama Hermione stringendolo in un abbraccio. Con la coda dell'occhio, Harry lancia un'occhiata a Ron, per vedere se magari quel gesto gli ha dato almeno un po' fastidio; ma Ron rimane pacifico al suo posto, alto e dinoccolato ai piedi del letto. "Non c'è che dire, non mi ritiene assolutamente un pericolo" pensa deluso Harry. Ma perché dovrebbe temere che il suo migliore amico cerchi di rubargli la ragazza? Si fida di Harry e si fida di Hermione. Già, e non è che lui sia poi un grande latin love, no? , realizza amaro Harry. Insomma, basta guardare l'ultima
(l'unica)
persona con cui ha fatto sesso…
(Draco)
Harry si scioglie un po' infastidito dall'abbraccio di Hermione e fa spallucce. - Non è successo nulla di grave, sono vivo, no? - Sì, ma… - Hai sognato Tu-Sai-Chi, vero? - domanda Ron cupo in volto. Harry lo fissa in silenzio.
(…odore di sangue… il pavimento disseminato di cadaveri… urla di dolore e rabbia…) - Stanotte c'è stato uno scontro tra i maghi del Ministero e V-Voldemort- dice piano Harry mentre Ron sussulta alle sue spalle. - C'erano anche alcuni membri dell'Ordine, Kingsley, Doge e… - …Lupin - finisce per lei Harry. Hermione e Ron gli lanciano un'occhiata stupita, ma Harry scrolla le spalle. - Era nel mio sogno. Ha rubato una coppa dalle mani di Codaliscia. Voldemort - ancora un sussulto di Ron - era furioso, ho… ha- si corregge Harry- provato ad ucciderlo, ma non ce l'ha fatta. - Lupin è qui - lo informa Ron, - abbiamo sentito Violet confidarlo alla Signora Grassa. È arrivato questa mattina verso le 4 coperto di sangue, ferito, con un fagotto in braccio. Si è chiuso nell'ufficio di Silente e non è più uscito. Lupin è a Hogwarts? Per un attimo, solo per un attimo, Harry ricorda l'odio smisurato provato verso Lupin quando gli aveva strappato la coppa ad un passo dalla vittoria. " A Voldemort, non a me" si corregge mentalmente Harry. - Si sa qualcosa dello scontro?- si affretta a chiedere Harry. - Sì, è uscito sulla Gazzetta del Profeta- dice Hermione, sfilando dalla tasca una pagina di giornale piegata diligentemente e porgendola ad Harry. - Non ne sanno molto sullo scontro vero e proprio - lo informa Herm mentre Harry spiega il foglio e attacca a leggere. - Il problema grave è che V-Voldemort ha… Hermione impallidisce e abbassa lo sguardo; Ron le posa protettivo una mano sulla spalla e la stringe delicatamente
( Piccola fitta di dolore nel cuore di Harry ),
e finisce per lei. - I Mangiamorte hanno rapito il figlio minore di Caramell; gli Auror lo hanno trovato morto insieme ad un ragazzo Babbano. Avevano… - La gola tagliata. Lo so. Il ragazzo ed il neonato. - Come fai a sapere che era …- inizia Ron stupito, ma non termina la frase, si interrompe appena incrocia lo sguardo di Harry e realizza. - Io ero Voldemort, no? Gli ho tagliato io la gola- mormora con una smorfia amara. - Harry, non è colpa tua, questo lo sai , vero? - bisbiglia Hermione in un soffio, con voce dolce e un po' umida di lacrime. - Certo che lo so. "Sì, lo so, non sono stato io, non sono stato io" si ripete febbrile… ma come può dimenticare la sensazione del manico del coltello stretto tra le sue dita, la lama che affonda nella carne cedevole, e taglia… e il sangue scorrere… Fa un respiro profondo ed inizia a raccontare a Ron ed Hermione il suo sogno; vede Hermione coprirsi la bocca con le mani e Ron farsi sempre più pallido, eppure va avanti nel suo racconto. È quasi arrivato alla fine quando sentono i passi della Chips avvicinarsi. Harry si interrompe di colpo, non vuole che li senta. Il volto di Madama Chips è un misto di incredulità, preoccupazione e disapprovazione; per un attimo Harry si chiede sconcertato se sia a causa sua (forse Ron ed Hermione sono rimasti troppo?), ma le parole che le escono dalla bocca chiariscono subito… e non lo consolano. - È una cosa inaudita, non dovresti ancora lasciare l'infermeria, sei stato troppo male stanotte… ma devi andare nell'ufficio del preside, Potter, deve parlarti con urgenza. Ho provato a spiegargli le tue condizioni, ma non ha cambiato idea -. Sospira. - Vieni, Potter, sistemati che ti accompagno. Harry scambia un'occhiata con Ron ed Hermione, che ricambiano stupiti, e si affretta ad infilarsi le pantofole e una vestaglia di lana pesante. È un po' incerto sulle gambe, le sente deboli e tremanti, e fuori dalle coperte fa più freddo che mai; ma resiste, stringe i denti e, aiutato dalla Chips, esce dall'infermeria e si dirige verso lo studio di Silente, lasciandosi alle spalle Ron ed Hermione ancora sconcertati.
***
- Preside, le ho portato Potter- annuncia Madama Chips con tono di rimprovero. Silente è seduto alla sua scrivania, con l'aria esausta e grandi borse violacee sotto gli occhi. - Grazie, Chips. - Preside, se mi è concesso esprimere la mia opinione, Potter non è nelle condizioni di venire interrogato o altro. - Me ne rendo conto- dice Silente con voce stanca, - eppure è necessario, Chips. Harry mi capirà. Prometto di riportarglielo in infermeria appena avremo finito, e non lo tratterrò un minuto più del necessario. La Chips sembra sul punto di aggiungere qualcosa, poi incrocia lo sguardo con Silente ed abbassa le spalle, arresa. - Non esageri, è ancora molto debole. Harry è sul punto di dire che no, non è affatto debole, anche se sa benissimo che è una bugia, ma Silente lo precede, e fa un piccolo inchino con la testa alla Guaritrice. - Ti ringrazio, Chips. Silente indica ad Harry la comoda poltrona di chintz davanti alla sua scrivania e gli fa cenno di sedervisi; non appena Harry vi crolla, Silente agita la bacchetta ed una soffice trapunta caldissima avvolge Harry. - Immagino sia il minimo, o Madama Chips mi sbranerà- aggiunge Silente con un sorriso forzato. Harry non riesce a ricambiarlo. - Professore, sono qui per quello che è successo stanotte?- Esatto, Harry. Vorrei che raccontassi tutto quello che ricordi del tuo sogno a me e al professor Lupin. Indica un punto dietro Harry ed Harry si volta, sentendo la voce del suo vecchio insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure salutarlo. - Ciao Harry. - S-salve, professore. Lupin ha un aspetto terribile: i vestiti sono lerci e coperti di sangue, i capelli scarmigliati ed una densa pasta color ambra ricopre la zona orbicolare sinistra del viso. Una ferita netta attraversa l'occhio, e non ha un aspetto sanabile. - Mi scuso per l'aspetto, mi rendo conto di non essere al mio massimo- sorride esausto Lupin; si siede sull'altra poltrona libera dell'ufficio, senza perdere di vista un fagotto sulla scrivania che ad Harry era sfuggito ad un primo sguardo. Dall'odore rancido che emana, Harry può intuire cosa sia. - Harry, per favore, raccontaci cosa hai visto- lo riporta alla realtà Silente con tono dolce ma fermo. E per la seconda volta entro un'ora, Harry si ritrova a rivivere l'incubo… il sacrificio… la coppa piena di sangue…. Le voci dei Mangiamorte che intonavano un qualcosa insieme a Voldemort… fino alla materializzazione nella sala dei maghi del Ministero, e lo scontro, e la fuga. Al termine del racconto, Silente lo guarda dritto negli occhi, mentre il volto di Lupin rimane inespressivo, ancora perso nel ricordo. - Quello che sto per chiederti ora, Harry, è uno sforzo immenso. Te lo eviterei, se potessi, o rimanderei, ma nella situazione in cui ci troviamo ogni secondo è prezioso, e dobbiamo fare di tutto per bloccare Voldemort. Harry assentisce col capo, anche se tutto ciò che vuole fare in questo momento è rifugiarsi sotto le coperte di un letto e dormire una settimana di fila. Silente scioglie il fagotto di stracci e ne estrae la coppa che Harry ha visto in sogno, posandola sul tavolo. È incrostata fino al bordo di sangue bruno e secco, ed emana un odore nauseabondo; lo stomaco di Harry fa una capriola dal disgusto. - Questo oggetto era di proprietà di Salazar Serpeverde. La grande sala che hai visto nel tuo sogno era la casa natale di Serpeverde. Voldemort ha deciso di compiere lì il suo rito, non sappiamo se per onorare Serpeverde o perché quel luogo ha una energia particolare. Silente guarda Harry da oltre gli occhiali a mezzaluna e sospira. - È questo il nostro problema, Harry. Sappiamo che Voldemort è riuscito a mettere le mani su due oggetti appartenuti a Serpeverde: questa coppa e il suo libro personale degli incantesimi. Sappiamo che aveva in mente di realizzare un rito…ma non sappiamo quale. Al momento dell'attacco di Remus e degli altri maghi, le parole che Voldemort e i suoi Mangiamorte stavano pronunciando sono andate perse, e dal momento che non siamo riusciti a catturarlo, sappiamo per certo che proverà a rimpossessarsi della coppa e ripetere il rito. Ma per bloccarlo, dobbiamo prima conoscere di quale rito si tratti. - Ed io cosa centro in tutto questo, Professore?- domanda Harry piuttosto confuso. Passa lo sguardo da Silente a Lupin e di nuovo a Silente. È Lupin che prende la parola. - Hai mai sentito parlare di Remnomanzia, Harry? Harry fa cenno di no col capo. - La Remnomanzia - spiega Lupin, - è la capacità di leggere i ricordi degli oggetti. Ogni oggetto conserva dei ricordi, in caso di esperienze particolarmente "forti", e solo chi pratica la Remnomanzia è in grado di accedervi e vederli; questo, però, può essere un procedimento che richiede un attimo, o intere settimane, dipende dai soggetti. È questo il nostro problema: ci manca il tempo. Dobbiamo conoscere esattamente quali sono le parole usate dal Voldemort nell'incantesimo, e per saperle abbiamo bisogno di qualcuno che riesca a dircele con precisione e in poco tempo. Quella persona sei tu, Harry. Harry rimane spiazzato da quella uscita. - Io? Ma professore, io non ho mai studiato Remnomanzia, non sono in grado di… - È qui che ti sbagli, Harry- lo interrompe Silente incoraggiante. - O meglio, nei casi normali, per imparare ad usare la Remnomanzia occorrono anni di studio; è un'arte difficilissima e complicata, e non sempre si riesce a Vedere… Il professor Piton prima ha provato ad aiutarci, è un Remnomante abbastanza abile, ma non è riuscito. Ma la tua situazione è diversa. La cicatrice che Voldemort ti ha lasciato il giorno in cui provò ad ucciderti ha creato un legame tra voi, questo lo sai bene, un legame fortissimo. Tu sei legato a Voldemort. La coppa anche… Sei il solo che può farcela, Harry. Vorrei che provassi a leggere i ricordi della coppa e ripetessi le parole del rituale davanti a me e al professor Lupin; in questo modo potremmo riconoscere l'incantesimo e fare di tutto per impedirne la realizzazione. Ti senti pronto, Harry? No, in realtà non lo è. È febbricitante, esausto e infreddolito; dubiterebbe dei risultati anche in piena forma, come può farcela ora che è così debole? Ma se Lupin regge ancora, dopo lo scontro con Voldemort, non sarà certo lui, Harry, a tirarsi indietro. - Ci proverò- dice infine, e si rilassa appena alla vista del sorriso dolce di Silente.- Ma non so come fare. - Tranquillo, Harry- lo rassicura Lupin, - te lo spiegheremo noi.
***
Salta fuori che la Remnomanzia è quanto di più arduo Harry abbia mai tentato. La concentrazione che deve usare è così intensa che il dolore sordo alla cicatrice cresce in maniera implosiva e digrigna i denti per non gemere. - Ancora, Harry - sente il professor Silente ripetere paziente, - voglio che ci riprovi. Da quanto è lì?, si chiede Harry. Sembrano passate ore, non ne è sicuro, ma la fatica e il dolore lo assalgono con una ferocia insaziabile, e l'impresa di leggere i ricordi della coppa diventa sempre più difficile. - Ora, Harry, rilassati. Con gli occhi chiusi, molle sulla sedia, fa dei lunghi respiri profondi, cerca di scacciare il dolore… sulla coppa, deve concentrarsi solo sulla coppa che stringe tra le mani. Nel tepore ovattato in cui è caduto, sente la voce di Silente continuare: - Senti solo il calice, concentrati con tutte le tue forze su di esso. Harry strizza gli occhi e corruga la fronte sudata, ma sente Lupin mormorare apprensivo: - Non devi sforzarti, Harry, verrà naturale. Sarà il legame remnomantico a cercare nel tuo inconscio i ricordi della coppa di cui hai bisogno e a cui sei legato, separandoli dagli altri che non sono di tuo interesse. Tranquillizzati. Harry cerca di rilassarsi, stringe di più le dita contro il metallo freddo della coppa. - Ora- continua calmo Silente, - voglio che attendi, Harry, devi rimanere in attesa. Immagina di essere davanti alla televisione babbana e aspetti l'inizio di un film dopo la pubblicità. Rimani percettivo. Apriti a qualunque cosa. È difficile immedesimarsi in una tale immagine quando a casa i Dursley non facevano altro che rimbeccarlo e Dudley lo tormentava durante i titoli di testa. " Lascia perdere i Dursley adesso! " si rimprovera mentalmente, "pensa solo alla coppa". Rimane in attesa, di cosa non sa neanche lui, stanco e tremante, esausto. E poi, quando è sul punto di cedere e riaprire gli occhi, sente qualcosa. Un odore fortissimo, metallico, nauseabondo. Sangue, ma non il puzzo dolciastro di sangue secco e incrostato, ma vivo, fresco, ancora bollente per il calore corporeo. Aggredisce la narici di Harry di colpo, l'attimo prima fievole, l'attimo dopo così intenso da serrargli la gola in un conato. La sua prima reazione è di lanciare la coppa lontano da sé, ma in un secondo realizza la verità. LUI è la coppa. L'ambiente intorno a lui è quasi buio, rischiarato solo da poche candele che galleggiano a mezz'aria e illuminano volti noti: Rookwood, MacNair, Lucius Malfoy, Tiger, Goyle, Rodolphus e Rabastan Lestrange… Codaliscia… Bellatrix… e torreggiante sopra di lui, così enorme da essere quasi irriconoscibile… Voldemort. Deve star vedendo gli eventi dal punto di vista della coppa, questo spiegherebbe la scarsa visuale e la deformità con cui si presentano i Mangiamorte e Voldemort… e quel pallore cereo, quegli occhi rossi, e le mani come orridi pallidi ragni… Scaccia il disgusto, reprime un brivido. "Concentrati, concentrati" si ripete mentalmente Harry, il cuore in subbuglio. Scorge Voldemort scambiarsi uno sguardo con Bellatrix, le passa la coppa; Bellatrix vi intinge due dita e traccia dei segni sul volto bianco e serpentesco del suo padrone; poi inclina la coppa e traccia col sangue un cerchio sul pavimento. Mangiamorte giganti e deformi si avvicinano, i volti impressi di fanatismo ed oscurità. Aggiungono il loro sangue. - Ater Sanguis Cres - pronuncia Voldemort a voce chiara, ed Harry inconsciamente ripete le parole ad alta voce per Lupin e Silente. – Vitis Imes Ut Imes Imper. Imes Virtas Animet. Serpens Impera Magi Tenebre Imes Clipar. Imes Surgex Nox Ut Conuum Anter Morsianua. I Mangiamorte si uniscono al coro, le loro voci echi rochi nel buio: - Sanguis mortalus ut sanguis aternus. Sanguis debilus ut vis magnis. E qualcosa si alza nell'aria, qualcosa di così forte che … All'improvviso, una fitta lancinante. È come se qualcuno avesse piantato una lama nel cervello di Harry e affondasse ancora, e ancora; il dolore lo coglie impreparato, la cicatrice in fiamme. Si riprende bruscamente dalla visione urlando, si sporge oltre il bracciolo e vomita i resti della zuppa della colazione. Si accorge vagamente di Lupin e Silente che sono accorsi al suo fianco; sente qualcuno, Silente forse, sciogliere la sua presa forzata intorno ai bordi della coppa e sfilargliela dalle mani. E il dolore cessa all'istante. Sconvolto, Harry fissa con gli occhi appannati dalle lacrime Silente, che ora è appoggiato sulla sua scrivania, il calice tra le dita. - Harry, stai bene?- domanda preoccupato Lupin, bianco in volto dallo spavento. Harry non è in grado di rispondere subito, ha il respiro troppo affannato e si sente sul punto di svenire dalla debolezza. - Harry?- lo chiama Silente con voce gentile. Harry lo guarda. - Ho vomitato sul tappeto- biascica fievolmente. Il preside gli rivolge un lieve sorriso tranquillizzante. - Lo so, Harry, ma non ti preoccupare. La strega che me lo ha venduto me lo ha assicurato anti-macchia… in caso chiederò a Mastro Gazza di occuparsene, anche se immagino non ne sarà entusiasta, vero? Rivolge ad Harry un sorriso più ampio. Harry cerca di rispondere, di scusarsi ancora, ma la sua lingua si rifiuta di collaborare. Si gratta con una mano il petto nel tentativo di scollarsi il pigiama intriso di sudore freddo dal petto. Il respiro sta lentamente tornando normale, ma si sente più debole che mai. - Harry- dice Silente, - voglio che tu sappia che ti sei comportato molto coraggiosamente, e ti siamo immensamente grati per l'aiuto che ci hai dato. Ora conosciamo le parole del rituale che Voldemort ha intenzione di compiere e possiamo scoprire quale sia e cercare di fermarlo. Gli poggia la mano ossuta sulla spalla e mormora: - Sei stato bravissimo. Adesso ti riaccompagno in infermeria. - Lo porto io, preside- si offre Lupin con un sorriso esausto.- Così faccio dare un'altra controllata all'occhio da Madama Chips, non mi è sembrata molto entusiasta prima. Aiuta Harry ad alzarsi e lo avvolge per bene nel piumone pesante che Silente ha evocato per lui; passa un braccio intorno alle spalle del ragazzo e, dopo aver fatto un cenno di saluto a Silente, guida Harry verso l'infermeria. - Tra poco potrai riposarti, Harry, resisti. Harry non riesce a rispondere, si limita a far segno di sì col capo e a trascinare le gambe pesanti come piombo per corridoi e scale. Sulla porta dell'infermeria, Madama Chips accorre ad aiutarli; sorregge Harry mentre si sistema con tutto il piumone sotto le coperte e fa cenno a Lupin di seguirla nel suo ufficio. - Così daremo un'occhiata alle tue ferite, giovanotto- conclude in tono spiccio. Prima di seguirla, Lupin di volta verso Harry e sforza un sorriso. - Beh, Harry, ci vediamo. Grazie ancora di tutto. Gli tende la mano per stringergliela, Harry con un sorriso la prende e … WUMP, di colpo non è più in infermeria. È ancora a Hogwarts, riconosce Harry, forse in aula Incantesimi; la classe è vuota, la lezione deve essere terminata. Oltre la finestra, Harry vede il sole splendere e la superficie del lago spaccarsi in grinze quando un tentacolo del calamaro gigante affiora pigro dall'acqua. Ma come ha fatto a finire lì, con la divisa addosso … e una spilla da Prefetto appuntata sul petto? - Cosa diavolo vuoi, Lupin?- domanda una voce gelida nella classe. Si volta, ed in piedi di fronte a lui c'è Severus Piton, il viso pallido dall'espressione arcigna incorniciato da lunghi capelli neri. Non può avere più di sedici anni; con una mano regge la borsa con i libri, con l'altra impugna la bacchetta, ma il braccio è rilassato lungo il fianco, anche se la presa delle dita è salda. "Lupin?" pensa Harry sbigottito, "Mi ha chiamato veramente Lupin?" - Avevo bisogno di parlarti, Severus- si sente rispondere Harry con una voce non sua. Ad Harry è già capitato di assistere ai ricordi di un'altra persona… ripensa alla cattura di Hagrid da parte di Riddle, o ai ricordi nel Pensatoio di Silente, o quelli di Piton stesso, l'anno precedente… ma mai si è ritrovato a riviverli nel corpo di un'altra persona. Ad eccezione di Voldemort, ma questi sono ricordi del passato di Lupin. "Come diavolo ci sono finito qui?" si domanda nuovamente Harry. - Non ho alcuna intenzione di ascoltarti, Lupin, torna dai tuoi amichetti- sibila Piton arricciando le labbra in una smorfia di puro disgusto. Si volta e si dirige verso la porta, ma Harry gli corre dietro e urla: - No, fermo! Afferra Piton per la spalla e lo fa voltare verso di lui, forse con un po' troppa irruenza. Piton reagisce con rapidità sorprendente e gli punta la bacchetta contro il cuore. - Non. Mi. Toccare- scandisce piano Piton, il volto livido. Harry alza poco le braccia in segno di resa e scuote la testa. - Ok, ok, non ti tocco- concede con voce fioca e tremante. - Ma ascoltami. Ti chiedo solo questo. Per favore. Piton gli lancia una lunga occhiata, sembra riflettere seriamente sulla questione, combattuto. Poi abbassa la punta della bacchetta e si volta nuovamente verso la porta. - Non starò ancora qui a perdere tempo. - No, aspetta, aspetta, Severus!- ansima Harry disperato vedendo le spalle ossute di Piton allontanarsi. - Io… IO SONO INNAMORATO DI TE!- gli grida dietro. Piton si irrigidisce e si blocca all'istante, quasi Harry gli avesse lanciato contro un Incantesimo di Blocco. Si volte lentamente verso Harry. C'è qualcosa che brilla nei suoi occhietti neri, qualcosa che porta Harry a sperare. Ma dura solo un attimo. Lo sguardo di Piton torna gelido come prima, e sul viso gli si allarga un sorriso perfido. - Oh, tu… neanche puoi immaginare QUANTO ho desiderato che pronunciassi queste parole, Lupin… - il ghigno di Piton si allarga di più, si deforma in una smorfia di maligna soddisfazione - …. Così ora posso dirti ciò che provo e sapere che tu mi ascolterai veramente. Tu mi fai schifo, Lupin. Mi disgusti. Sei solo uno sporco ibrido semiumano, e ogni attimo della mia vita vorrei vederti morire con tanto dolore- sogghigna Piton - e sofferenza. Lancia un'ultima occhiata colma di disgusto verso Harry, poi si volta e si allontana. Le gambe di Harry tremano così forte che resistono solo un attimo o due prima di cedere e crollare a terra. Harry nasconde il viso tra le mani e, chino su stesso, scoppia in singhiozzi disperati. WUMP, il paesaggio cambia, ed Harry è di nuovo se stesso, nel suo corpo; ha strappato via la mano dalla presa di Lupin e ora la tiene stretta al petto, come ferita. Osserva sgomento il suo vecchio professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Lupin… innamorato di Severus Piton? - Harry? Harry, stai bene?- sente Lupin chiamarlo, ma la sua voce è ovattata, lontana… Le immagini di quei ricordi non suoi lo assalgono all'istante, con la sofferenza di Remus davanti al rifiuto di Piton, e il cuore gonfio di odio verso Piton per aver trattato Lupin in quel modo… e tutta la stanchezza che la lettura di quella maledetta coppa e il suo incubo notturno portano con sé. All'improvviso, tutto è semplicemente TROPPO per Harry. Rovescia gli occhi all'indietro e sviene.
**** fine capitolo ^^. Se siete arrivati vivi e svegli sino alla fine ^^ e avete voglia di commentare (e vi ringrazio di cuore in anticipo se lo farete), potete mandare a tesla_vampire@yahoo.it . Grazie in anticipo :).
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